12 novembre, 2006

Albergo diffuso

Sussurri delle cube
Vi riporto una lettera scritta da un gradese che ben si sposa con l'argomento del blog.

Il progetto promosso dal Comune distruggerebbe la laguna di Grado «L'albergo diffuso! non deve passare»
Il tempo passa. E per rendersi conto di come il tempo Sia passato a Grado in quanto a spirito CiVICO, vale la pena di raccontare e meditare su due episodi di vita sociale isolana molto lontani uno dall'altro e riguardanti il bene incommensurabile della laguna. Circa trentacique anm fa era trapelata la notizia che ci sarebbe stata una concessione per fare una «piantumazione di latifogli» nel territorio lagunare gradese. Ciò era bastato a sollevare un putifeno: la nostra laguna non si tocca! Questa era stata la parola d'ordine per tutti. Iniziarono subito le riflessioni dentro i partiti di allora, ci furono vere e proprie decisissime prese di posizione contrarie da parte di cittadini e di giovani, specialmente del sodalizio degli studenti universitari. Il consiglio comunale non avallò quella prospettiva Imprenditoriale e tutto finì lì. La laguna rimase mtonsa e il paese tirò un sospiro di sollievo, ritenendo giustamente che ogni intervento sul delicatissimo ambiente lagunare si può sapere come incomincia, ma non è certo possibile prevederne gli sviluppi futuri. Oggi non c'è stata nessuna indiscrezione, ma da vari articoli pubblicati in bella evidenza si viene a sapere che la nuova prospettiva imprenditoriale con oggetto la nostra laguna è addirittura turistico-alberghiera, quindi molto meno soft del tentativo precedente. Ciò significa, ovviamente, quanto meno lavori edili, smaltimento rifiuti e acque reflue, servizi igienici, condotti fognari, fosse biologiche, rifornimenti, motoscafi su e giu per canali e canaletti, esercizi di vendita prima necessità e di ristoro, piste ciclabili, sentierini sugli argini, raccolta mitili e fiuri de tapo, utilizzo delle
spiagge vergini del Banco d'Orio. In sintesi si potrebbe dunque intravedere forse una sorta di urbanizzazione. Stavolta non è una società privata a farsi avanti ma che, fidando pare anche su un congruo contributo regionale, sarebbe il Comune stesso a promuovere questa impresa, realizzandola attraverso un albergo «orrizzontale», appunto nel comprensorio del nostro prezioso ambiente naturalistico, che è di tutti, riconosciuto anche come sito europeo di interesse comunitario. Un ambiente dunque che prima di tutto è da salvare e da salvaguardare nel presente e per il futuro, nell'interesse non solo dei gradesi che ne sono i titolari storici e attuali, ma di tutte le persone che al mondo comprendono ed apprezzano la natura e la sacralità di un luogo lagunare. Purtroppo sembrerebbe quasi che tutti fossero d'accordo di intervenire oggi sulla laguna nel modo descritto. Sul punto nessun -partito si sta infatti opponendo, le associaziom civili e parrocchiali neppure, la gente tace. Non si vede traccia nemmeno crei tanti giovani consapevoli ed associati di una volta. Che abbiano un po' tradito da adulti i nobili ideali propri della loro gioventù che fu tanto utile a Grado o, peggio, non saranno mica diventati irrimediabilmente carrieristi in politica e nella società? Spero di no. Dunque, se c'è ancora qualcuno sensibile alla protezione della nostra laguna, gli direi di battere un colpo, poiche, a mio modesto avviso di non disimpegnato giovane del passato, questa cosa dell'albergo diffuso sulla laglina non può e non deve filare via liscia, come non passò liscia trentacinque anni fa la questione latifoglio.

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