08 dicembre, 2008

Le Regole in Laguna, "Cità de Pagia"


PROTESTA dei “GRAISANI de PALU’”
- Burocrazia eccessiva -

Negli ultimi tempi sulla nostra Laguna si è adagiata una maglia di leggi e decreti, su protezione dell'ambiente ed inquinamento, la cui sovrapposizione è diabolica. Si sono quindi moltiplicati anche gli Organi di controllo (nuovi posti di lavoro?), che vengono a verificare rigidamente proprio quelli che hanno saputo mantenere pressochè integro il territorio per secoli e secoli.

Un esempio eclatante è l'espurgo della “cavana” (canaletto di accesso al casone). Tale operazione d'espurgo è periodica, indispensabile, sempre uguale ed è quindi da considerarsi una ordinaria manutenzione, alla stregua della tinteggiatura di casa.
Oggi invece lo sventurato concessionario di un casone deve intraprendere una 'via crucis' che comprende: pratica in Comune (compresa relazione Soprintendenza), Commissione Edilizia (durata almeno 1 mese), pratica di Valutazione di incidenza in Regione (3 mesi), pratica per Parere idraulico (veloce), Analisi dei fanghi (inutile). Solo se tutte queste pratiche avranno esito positivo, il concessionario andrà a ritirare l'autorizzazione e quindi potrà cercare un'impresa per eseguire il lavoro (di poche ore).
Tutte queste incombenze burocratiche costano ben 6 mesi di attesa e 2000 euro di spese, cioè molto di più che la realizzazione.
Lo stesso si può dire se una mota (isoletta) viene erosa da una mareggiata o alluvione (come l'altro lunedì) dove il ripristino e consolidamento sarebbe assolutamente urgente, prima del successivo maltempo che potrebbe spazzare via l'intera mota (o valle).
I Graisani de Palù contestano
che i contratti delle mote, pur prevedendo che gli espurghi ed i consolidamenti siano a carico dei concessionari, non prevedono invece i costi per la nuova dispendiosa burocrazia.
Facendo presente che la proprietà degli immobili è comunale,
chiedono all'Amministrazione
che, dimenticando ogni atteggiamento di ineluttabilità nei confronti di tali leggi, provveda a standardizzare tali inutili pratiche e che comunque esse non siano a carico dei concessionari.
Agli Uffici Regionali dell'A.R.P.A. si voleva far presente invece che l'inquinamento della Laguna di Grado non si elimina obbligando a realizzare i wc dell'ambito con impianti di sub-drenaggio per lo smaltimento delle acque nere, (che non funzionano perchè il terreno è impermeabile) perchè di portata assolutamente insignificante, bensì eliminando le fonti di inquinamento (industriali, agricole, civili) portate dai corsi d'acqua che sboccano in laguna, dal Tagliamento all'Isonzo: mercurio, cadmio, arsenico, nitriti, nitrati, solfati, ecc.. Questo inquina ed ha sempre inquinato la nostra Laguna!
Sarebbe anzi utile che le analisi sull'inquinamento alle foci (ad es. Aussa-Corno) fossero periodicamente pubblicate per mettere tutti a conoscenza di questo grave problema.

Giorgio Pastoricchio
Graisani de Palù

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