03 ottobre, 2009
Vincenzo (Enzo) Italia
Si è spento, dopo aver lungamente lottato con la malattia, Enzo Italia.
In molti lo ricordano per aver composto la canzone “la storia de un anzolo”, assieme all’amico Egidio Lugnan con il quale, tra l’altro, fondò negli anni sessanta il complessino musicale dei “Timidi"- e visto il carattere non potevano chiamarsi diversamente.
Proprio il 29 settembre nel giorno dell’onomastico dell’arcangelo Michele-Gabriele, simbolo importante per Grado, Enzo è salito al cielo, guidato per mano da quel nostro anzolo.
A quest'Anzolo, come emerge dalla canzone, noi graisani siamo attaccatissimi, gli attribuiamo un enorme capacità di attrazione e la nostalgia di cui tutti più o meno soffrono quando sono lontani dall'isola.
San Michele guarda, richiama e vigila che nulla vada perduto di quanto di buono vi è nei Gradesi e che deve restare il nostro patrimonio spirituale nei secoli. Da secoli alla sua ombra ferve una vita operosa con un susseguirsi di grandi e piccoli avvenimenti che formano la storia della nostra isola.
Quell’angelo che, prendendoti per mano, ti solleva dalla malattia, dal dolore mentre rimane al tuo fianco l’amore dei tuoi cari, dei medici che ti hanno assistito.
Ed Enzo con la sua timidezza, la sua semplicità ha saputo raccogliere questi grandi concetti in un semplice canto. Chi ama la tradizione, la graisanitae , sa leggere e riconoscere la grandezza della composizione, noi tutti prima col cuore poi con la mente ci approcciamo al capolavoro: la canzone la storia de un’anzolo.
Una semplice canzone del festival gradese de 1969 (allora proposta dall’esordiente Gianni Camuffo) che oggi è parte integrante della tradizione isolana.
Gli amici dei festival, i cantanti gli autori oggi ti salutano così, immaginaci tutti col naso all’insù traguardando la statua e quello che rappresenta cercando nel sielo il punto più alto e più limpido che apre sul Paradiso.
“Eco, al tovo suriso e quel de l’anzolo del canpanil, al né fa veghe meno torgolo, più ciaro duto:
Grassie Enzo e……
saludene l’anzolo.
Leonardo Tognon
a Enso
RispondiEliminaComò zè stao,
proprio co^ fevo festa,tu,
tu t'hà stracao.
Tu m'hà ciamao...
e me, che col deo te segnevo,
son rivao.
Vien Enso, vien co' me,
'ndemo a veghe 'l sielo biavo
'ndola al peso dei travagi più no zè,
e tra i nuoli veghe 'ncora la to' Gravo.
Devo dite 'ncora grassie,
de comò tu m'hà bramao,
de quel testo favoloso
che al gno cuor tu hà donao.
'Desso devo pagà pegno
e portate via co' me,
fate veghe 'l firmamento
e al lio de l'arconbè.
Stando insima al canpanil
me recordarè de tu,
dolse anema zentil
che'l Creator t'hà tolto sù.
Ciao Enso...Teti
Vorei ringraziare Leonardo per le bellissime parole scitte per Enzo Italia, era proprio come lo hai descritto , " il Buono ".
RispondiEliminaCiao e Grazie
Sergio