10 febbraio, 2010

Nevio Scaramuzza per Grado


Ecco l' incipit della lettera di Nevio Scaramuzza che tratteggia la situazione di Grado partendo dalla sua storia e lamentando la stagnazione socio politico-economica dell'ISOLA.
Io da parte mia ho aggiunto un'immagine del "sabion" in chiaroscuro che da la dimensione del contrasto di emozioni che si vivono a Grado.

"Visto il perdurare di una situazione di stallo, sia politica ma soprattutto economica, vorrei esprimere alcune convinzioni maturate nel confronto con i graisani.

Un passo nella storia: i secoli bui di Grado, abbandonata dal Patriarca che ha spostato la sua corte a Venezia – leggi: Le Lagune di Grado di Giuseppe Caprin – dalla lettura ci si può render conto che i cicli storici sono, per quanto dirò più avanti, oltre che una grande verità un’ interessante attualità da utilizzare.
Fu in quel tempo, appunto, che il Patriarca di Grado nell’abbandonare il piccolo borgo di pescatori lasciò, per lunghissimi anni, nell’indigenza l’intera popolazione.

Molto tempo dopo l’Impero Austriaco, la spiaggia, l’isola del sole, provvidenziale riconoscimento turistico che fa “rinasse Gravo cò la sò zente”. (Canaro)
Non saranno stati solo secoli bui in quanto dopo la pena, il lavoro e lo sviluppo economico, gli impianti balneo curativi, i prestigiosi alberghi,la cucina internazionale, i trasporti ferroviari, la navigazione la microeconomia degli affittacamere, con massimi storici di più di 2.500 unità, (oggi il giustamente evoluto Bed & Breakfast) nella profonda convinzione che l’ospite è sacro! anche in un’accoglienza fai da te “i se fita ogni logo”(Giani Cavalin e Ciano Siego).

L’euforia e l’allegria sono passate ed oggi, si registra un preoccupante e legittimo stato di disagio e di stagnazione che corrisponde a le difficoltà in cui si trovano gli amministratori, eletti e designati, a gestire, per conto della comunità, le risorse della popolazione.

Quindi: rivangare il passato per riprendere i tratti culturali della storia,la nostra storia,quale strumento per evitare di cadere nella miopia che minaccia ogni aspetto del quotidiano sviluppo.

Non serve rifugiarsi in discussioni, alla:”vento fuga e bonassa presto” (DNA dei Grasani) peraltro poco edificanti.

Ho voluto citare aspetti ed argomenti che sono e diventeranno di sicura attualità."

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