20 maggio, 2010

Il Palazzo Comunale


"La Comun" così è detto il Palazzo Comunale, nelle cui sale la vita cittadina viene amministrata con fortune alterne da secoli.

La storia popolana fa iniziare la sua costruzione al Doge Pietro Orseolo all'inizio del 1100 ma sembra che sia datato in epoca posteriore e conta varie ricostruzioni.

L'Aula del Consiglio ove si svolgeva la vita pubblica del paese era vasta e poteva contenere tutti i convenuti alle adunanze, dette "le concioni de tota universitate Gradi".

L'aula pubblica era rivestita in legno con il soffitto in travi curvi come il fasciame di un'imbarcazione.
Tutto intorno, lungo i muri stavano i banchi dei consiglieri.
Una parte del palazzo serviva da abitazione al Conte di Grado.

Erano frequenti le grandi riunioni "delli huomini del luoco" con la folla al centro dell'aula vociante e indisciplinata e i consiglieri e il Conte seduti severi e silenziosi attorno (più o meno come oggi no?), ma le proposte venivano ascoltate, discusse e poi decise collettivamente (uguale, uguale ad oggi) .

Quel Consiglio in quel Palazzo rispettava i sentimenti locali, riproponendo sempre la ragion di Stato Veneta, accompagnata da un forte senso religioso e si considerava figlio del Patriarcato.

La legge del governare era considerata una vicenda seria, rapportata ovviamente alle necessità di ben governare poca gente, ma esigeva il rispetto delle Istituzioni da parte del popolo dandosi un cerimoniale aristocratico, in cambio restituiva rispettabilità e attendibilità nelle decisioni comuni.

4 commenti:

  1. nevio scaramuzza10:25 PM

    Sbaglio o nel nostro DNA xe duto quel che tu disi e che toca le corde sensibili dela vera graisanità. Pecao che sui libri de scuola e de l'universitae no se cata ste preziositae e pur tu, tu cati. Xe triste pensà che le nostre richesse culturali e turistiche le xe in pericolo tanto de pensà che i ategiamenti de cu che dovarave aministrane i la mete duta per distruse 100 e passa ani de turismo e secoli de storia. No sarà che indola no se rivao Atila a distrusene rivarà gargunoltro,magari foresto.

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  2. Anonimo10:34 PM

    Caro nevio 100 ani de turismo no xe merito nostro ma de i austriaci. noltri i alberghi ne la megio ipotesi se li vemo vendui per fa quartieri e in quela peso se li vemo zugai. Atila la lasao che i graisani fasa duto suli, el veva capio che gereno più bravi de elo. Dai la colpa a l'ultima rivagia xe masa facile.

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  3. incuo no ze governa per al ben del paese e dela comunitæ,ma pel ben del partito o personale.
    ciao thor

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  4. Anonimo9:30 AM

    Me sintivo le vecie che le diseva "la Comun" e me recordo che i diseva:"robe de la Comun, robe de nissun"

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