29 gennaio, 2011

No Future


Tutte le storie di questi giorni che hanno mosso mezzo paese a difendere Berlusconi e il suo diritto alla privacy (sono i buoni) e mezzo paese a riderne e a piangere sul fatto che vengano calpestate le regole del vivere civile e del decoro (sono i cattivi) porta, senza cadere nella tentazione di sganasciarsi dalle risate (Berlusconi ha sicuramente tre membri (uno per colazione, per pranzo e per bunga-bunga) a riflettere sulla situazione del nostro modo di vedere e vivere questo momento storico.

La rappresentazione di questa "microstoria" sembra essere emblematica della vicenda di tutti noi italiani che, da "brava gente" (ma sarà stato proprio vero?), stiamo diventando sempre più individualisti ed egoisti, poco rispettosi della legalità, e che riconosciamo come legittima solo la solidarietà familiare, avendo da tempo abbandonato l'interesse per le sorti collettive del nostro paese e perciò per la dimensione "politica" del nostro agire.

Eppure rappresenta in maniera efficacie lo strabismo di questo paese contemporaneamente arretrato e superbo, capace di immaginare norme borboniche ed inedite per poi meravigliarsi del fatto che nessuno dei nostri meno sgarruppati vicini le consideri plausibili. Eppure il ragionamento sarebbe semplice: fra la tutela di un ampio diritto e la preoccupazione per una piccola sicurezza i paesi normali in questi anni hanno scelto la prima, l’Italia la seconda.

Tutto ciò sembra lasciare il posto a una progressiva desertificazione affettiva, come se la difesa del privato dovesse necessariamente passare attraverso al gelo del cuore.

Mah, che lassù, chi ci guarda, sia clemente con noi e con il futuro dei nostri figli!

2 commenti:

  1. Anonimo1:26 PM

    Ci si deve aiutare da soli, perche al dire il vero, chi ci guarda da lassu se ne frega di cosa succede nel mondo.

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  2. obs: l'anonimo è di Thor.

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