07 novembre, 2011
La Litoranea Veneta
Esiste in Italia un sistema idroviario che si sviluppa nella lunghissima estensione dell’entroterra costiero nella nostra penisola ed inoltre con maggior continuità attraverso le vie fluviali interne.
Alcuni tratti di questo trasporto via acqua si sono sviluppati ed anzi potenziati, come ad esempio nei grandi fiumi del nord, altri invece hanno visto assottigliarsi la presenza di imbarcazioni, fino ad una quasi irreversibile estinzione.
Nell’area padana e veneto-friulana comprendente tutto il nord del mare Adriatico, fin dai secoli lontani ha assunto notevole importanza la famosa via d’acqua "Litoranea Veneta".
Essa è stata nel tempo un sistema fluviale di navigazione di grande importanza e sviluppo per i trasporti e per i commerci dal golfo di Trieste a quello della laguna di Venezia.
Un sistema di canali navigabili all’interno delle lagune, l’attraversamento e il percorso di tratti di fiumi che sfociano nell’Adriatico, ha permesso fino a qualche decennio fa la navigazione da diporto dalla laguna di Venezia a Punta Sdobba, proprio alla foce del fiume Isonzo.
Ciò è stato possibile fin dai tempi più lontani ed ha avuto momenti di grande sviluppo soprattutto dall’età medioevale in poi.
La Litoranea Veneta come via di comunicazione inserita in un vasto territorio dalle caratteristiche prettamente lagunari, assunse un ruolo di idrovia facilitante i trasporti interni tra la Serenissima, Caorle e Marano.
Una appendice di ulteriore estensione raggiunse poi per altre vie, Trieste ad est e fino al delta del Po a sud, nei secoli di maggior utilizzo, sia durante il Patriarcato che nel periodo della Repubblica di Venezia cui le terre appartenevano.
Allora, Portus Gruarius (Portogruaro), Portus Tesana (Latisana), Portus Naonis (Pordenone) e Marano, per citarne alcuni, costituivano attivissime realtà operanti e punti di raccordo e d’incontro tra le genti del nord con le loro merci ed i marinai che provvedevano ai trasporti marittimi sull’Adriatico ed oltre.
Questo lungo biscione navigabile in parte formatosi nella morfologia stessa del terreno paludoso ed in parte costruito dall’uomo, scorporando tra loro una miriade di canali e di intersecazioni di corsi d’acqua ha permesso, oltre ad assumere una importanza economica e sociale evidente per la zona, anche la delimitazione dell’ambiente vallivo, la riorganizzazione della pesca nelle valli ed un assetto delle superfici costiere comprendenti specchi d’acqua arginati, stagni, laghi, lagune, bacini salsi o salmastri.
La Litoranea Veneta, che ha come inizio naturale la laguna di Venezia (anche se la navigazione interna si può spingere fino al Po), prosegue verso il Porto del Lido e attraversando i Canali "dei Tre Porti", "Pordelio" e "Casson", tocca il primo fiume che è il Sile. Si immette poi nei Canali: Cavalla (ponte mobile su barche presso Cortellazzo) Revedoli, Largoa, Comunessera, dell’Orologio e Saetta e attraversando Bocca Volta prosegue nei Canali: Nicessolo, del Morto, Baseleghe, Cavanella, dei Lovi, Lugugnana, Cava Nuovo, Cava Bevazzana (Tagliamento Lovato, dei Pantani e dei Lustri fino alla Bocca Tre Canali e Allacc. S.Andrea.
Si immette di nuovo sui Canali Zellina e Muro e attraversa Porto Buso giunge al Canale Anfora Vecchia e al Taglio Nuovo.
La Litoranea Veneta, già in territorio gradese, si identifica poi con i Canali: delle Mee, di S.Pietro Dorio di Grado, dell’Uomo Morto, di Barbana (S.Maria di Barbana), Zemolo, Taglio Cucchini, Ponte dei Fensi (girevole), per finire il suo tragitto nel Canale Isonzato che a sua volta si immette nell’Isonzo. Da qui si può giungere poi fino a Trieste traversando il Golfo di Panzano.
Continua....
Durante il dominio Bizantino nell'Adriatico si poteva navigare attraverso i canali da Ravenna sino a Chioggia/Venezia e quindi continuare fino al porto di Grado.
RispondiEliminaIl sistema di trasporto delle merci risultava così facilitato, più veloce che via terrestre e protetto dai problemi meteorologici della navigazione in mare aperto.