14 dicembre, 2011

Che ha fato 'sti graisani?


Si legge di tutto sul web e non sempre, anche se ci metti la buona volontà, lasciando perdere vecchie croste di convinzioni ormai concretizzate, puoi essere d' accordo su tutto, anche se è gente che ti piace anche se hanno l' energia che tu sai di non avere più, però...

Sto continuo parlar male di questi gradesi, che in fondo hanno solo un secolo di storia recente alle loro spalle, e di questo secolo solo negli ultimi cinquant'anni una parte decente della popolazione ha avuto accesso ad un istruzione appena adeguata.

Si eravamo poverissimi, carne da cannone per tutti, si è vero siamo cattoanarchici, ribelli e malparlanti, ma è la nostra indole, gli orizzonti sono sempre stati limitati e a nessuno conveniva che noi in quanto gente ci si migliorasse intellettualmente, ci hanno sempre manipolato, ma siamo sopravvissuti, siamo sempre rimasti qui e abbiamo un cuore grande.

Non mi va di sentire pomposi parolai fare la predica e sparlare di noi dal pulpito, che poi che storia hanno alle spalle?
Bandiere di ogni vento con svariati tentativi di penetrazione agli accessi politici, ben convinti della loro superiorità.

Ma va là!

Alla fine si fa la fine dei vecchietti sulle panchine.

Quelli che dicono sempre le stesse cose senza che nessuno più li ascolti.

Persi a metà tra la delusione per le aspirazioni tradite e la nostalgia per un mondo che non esiste più.

Quelli che lentamente hanno visto la rabbia trasformarsi in indifferenza e quasi auspicano il disastro per affogare nella catastrofe globale la vergogna per l’ineluttabile declino delle loro miserabili vite insignificanti.

Io sono uno di quei gradesi cui fa riferimento il post, sempre dalla parte del torto, ma solo perchè i posti dalla parte della ragione erano già tutti occupati, ne sono fiero e contento di vivere, nonostante tutto, in un posto bello e compatibile con una vita normale, perchè in città vivono come pazzi, ma sono furbi loro.

Voglio sicuramente cambiare e si fa il possibile per farlo ma senza proclami, e "me son al megio de duti"

6 commenti:

  1. Anonimo5:36 PM

    Faccio fatica a comprendere il significato del tuo commento, perché non riesco a vedere il legame tra la tua critica (giusta) e quanto scritto nel post a cui ti sei riferito.
    Paolo

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  2. il post, lo ho usato come controcampo in fotografia, il soggetto era un'altro.
    Ciao

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  3. Anonimo2:54 AM

    A mio avviso non conta se abbiamo solo un secolo di storia alle spalle e solo pochi hanno avuto un instruzione, perchè il grosso, il mondo, l'ha fatto in questi ultimi 10-15 anni con internet, dove chi vuole può acculturarsi anche divertendosi, ma una gran parte preferisce passare 4-5 ore al giorno in cityville o in youporn.

    Pure i viaggi negli angoli più sperduti del mondo sono aumentati, ora chiunque va ovunque. Si hanno 10 giorni di ferie, si entra in agenzia, e non importa se ti sbatteranno in Patagonia, in Nuova Caledona oppure in Cisgiordania, l'importante "ze ndà in garghe logo per mete le foto su feisbuc".
    Ma poi, a parte questo, cosa ci si porta indietro oltre a qualche souvenir? Che gera bele feste? Che gera bele fighe? Che costeva poco? Che se magneva ben? Mah....

    Il problema non è nella non-cultura caro Enio, ma è nel dna, che nonostante tutto il progresso a nostra disposizione, continua ad essere quello del "caveme un ocio"!

    Pure io, ultimamente, sono stato spesso critico coi gradesi, sparando a volte nel mucchio, anche se mentalmente il mucchio era molto più piccolo. Ma nel mio caso, cmq, la spiegazione è molto semplice: a parte lo stress che questa lotta contro vento indiscutibilmente mi porta, quindi gli alti sono molto alti ed i bassi sono molto bassi, con relative conseguenze, ma ho notato che a Biagio Marin, che ha sparlato a più non posso dei gradesi, hanno dedicato piazze, auditorium, statue e quant'altro, ed allora mi sono detto, chissà se tirando un po' di sangole pure io, dedicheranno mai una piazza anche a Sbrissa.

    "Graisani, zente sensa cavo comò i casissi, ghitai sul sabion e nianche i corcai no li magna"

    E cu che vol sintisse ciamao in causa vol dì che l'ha la cova de pagia, tu, per me, Enio, no tu fà parte del mucio, anche se tu provi a casate drento.
    Ansi, te dirè, al mio mucio al ze bastansa picolo, e cu che ne fà parte, lo sà benissimo che quel che digo al ze per elo.

    Ciao ;)

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  4. leonardo11:29 AM

    se no tu geri al megio de duti non varaveno clicao a biondodio anche solo pe' dite grassie I ne fola e duti tase, anche se garghe volta la zente ciacola pe' ninte,.,
    grassie Enio

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  5. Alien4:39 PM

    "Una lingua che non viene insegnata è una lingua che viene uccisa, tanto più quando al suo posto se ne insegna un'altra" ...

    ...Un populu,
    mittitilu a catina,
    spogghiatilu,
    attuppatici a vucca:
    è ancora libiru.

    Livatici u travagghiu,
    u passaportu,
    a tavola unni mancia,
    u letto unni dormi:
    è ancora riccu.

    Un populu,
    diventa poviru e servu
    quanno ci arrobbanu a lingua
    addutata di patri:
    è persu pi sempri."

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  6. ts,ts "Sbrissa" due cose,
    una: no sta scrive robe massa longhe sinò il mio body gard anti spammer al te confina tra qui de no lese.
    due: son d'accordo, a Biagio Marin i ha dedicao de duto, ma cu l'ha fato?
    varda che se sempre qui che no i voleva savende che capissemo gargossa, tien conto che duta sta gran cultura Marin no la spartiva, te la ghiteva dall'alto,
    comunque l'oggetto de la mia riflession rabiosa gera contro qui che continua a lavasse la boca co i graisani sensa esselo, duto qua.
    Comunque grassie e scrivi anche soto cu che tu son, sinò tu divinti un bisato qualsiasi.

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