09 gennaio, 2013

Le seragie in Palù

Torno  indietro nel tempo per fissare il ricordo di un tipo di pesca che tutte le famiglie lagunari praticavano ed era determinante per la povera economia dei Casoneri.

La Laguna era divisa in moltissime zone di pesca.
Le seragie erano di tutti e di nessuno.

Visto, però che la produttività dei luoghi  adatti era molto diversa,  ogni anno tali luoghi venivano assegnati con un sistema semplice ma ferreo al contempo.
La tradizione vuole che ogni anno venissero assegnate col rito del toco.

I pescatori si riunivano in un casone, quel dei Biviacqua in mezzo al Fondao (per capire meglio è la mota occupata attualmente da Vitige Gaddi) il sabato al levar del sole, comandava il più vecchio.

Tutti insieme, come nel gioco de la morra, esprimono con la mano i punti de la conta.

Si cominciava a contare dal più vecchio, il fortunato prescelto sceglieva la seragia che riteneva nel punto migliore e così via sino ad assegnarle tutte.

Per eventuali contrasti sulla pesca, molto rari, i pescatori nominavano un giudice di pace i cui giudizi erano inappellabili.

I nomi delle seragie fanno la fila come in un rosario:
fratarin, la montà. la mantela, le spisse, la culassa de canal, la spiasa de l'albero, la velma, canaleto, la palona, l'oro del canaleto, l'isola longa, la ponta del tratagno, al sibaro, la tragio, le cree, al dosso, al balo de le ostreghe, la caseta, la velma de fora, al balo dei corcali, le pierisele, l'oro longo, le oche, i sibuli, l'oro de le vache, la bacia, la sabionera, al balo del campanil, al siego, la granchiusa, la velma dei cani, al tron, la ponta de la silisa, la chiusa mata, al batocio, i bareli....

Ovviamente tutto questo non c'è più, la pesca in laguna non si pratica più in maniera intensiva e tutto scade a ricordo del passato con un velo di malinconia che si stende .

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