30 luglio, 2013

La caligà e la quabita

Sono questi tempi moderni dove le previsioni del tempo hanno assunto un significato sproporzionato alle vere necessità di ognuno di noi,  siamo bombardati notte e giorno da previsioni in tutte le salse e condimenti.
Un tempo tutto era demandato all'esperienza e alle conoscenze dei vecchi saggi che mescolavano, con grande maestria e  ritualità,  realtà a misticismo.
Ma, alle volte, nonostante la grande perizia che poggiava su conoscenze sperimentate dal tempo, c'erano dei fenomeni atmosferici molto temuti dai pescatori contro i quali si usavano degli espedienti che potevano essere considerati dei veri e propri riti in cui religiosità e magia erano fuse insieme. 

Ieri uno di questi fenomeni, "Una caligà in Busatta"  pur annunciata ha messo a dura prova le strutture turistiche del paesello, per questi fenomeni i nostri vecchi si affidavano ad un rito che aveva ben poco di sacro e molto di misticismo rituale.
Un rito molto poco conosciuto.

La storia della gente di Grado di scritto ha ben poco e tutto si tramandava oralmente, così in generale per rendere più efficaci racconti di fatti che dovevano fare un lungo percorso nel tempo e passare da generazione in generazione li si condiva di mistero e di complesse liturgie mistiche.

Uno di questi è chiamato la Quabita ( una traduzione possibile del termine è:  cantilena) e i pescatori lo usavano contro temporali minacciosi, trombe marine, ma soprattutto contro "le saete"  per la salvezza di tutti coloro che erano in mare.

Il rito veniva compiuto da un vecchio pescatore che disegnava sulla sabbia il Gropo de S.Simon in riva al mare poi, voltando il capo all'indietro, colpiva con un coltello il centro di questo disegno, nel mentre pronunciava:
S.Barbara e S.Simon deliberene de sto lampo e de sto ton e de sta saeta, S.Barbara benedeta.

Non era mai solo sulla riva, c'erano con lui altre persone che pregavano e cercavano di
rispondere alle sue preghiere, quando non ne erano capaci si limitavano
a dire: 
Anche questo come quelo .  (L' origine del culto di Quelo di Guzzantiana memoria)

Me par de vighili, e funzionava!  
Ora lo sapete anche voi nel caso fatelo, male non può fare.

La foto molto bella e drammatica è di Vinicio Patruno

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