30 settembre, 2013
MIcro-alghe - Fonti di energia rinnovabili
In un mondo dove la tutela ambientale viene finalmente considerata assolutamente indispensabile per poter dare un futuro al pianeta, le micro-alghe e le loro potenzialità, specie in un ambiente adatto come la Laguna, tornano di grande attualità.
I primi studi sulle colture algali in laboratorio, determinanti per la comprensione dei meccanismi alla base della fotosintesi ossigenica, risalgono agli inizi dello scorso secolo.
L’obiettivo dei primi ricercatori era ambizioso: ottenere proteine da fonti inesauribili (acqua, sali minerali, luce solare) ed a basso costo mediante la fotosintesi algale, dopo i primi insuccessi la ricerca ha segnato il passo.
Oggi si assiste ad una rinascita di interesse per questo gruppo microbico, specialmente in relazione al suo enorme potenziale nel campo delle energie rinnovabili, anche se altre applicazioni quali la depurazione delle acque reflue e la produzione di integratori alimentari, mangimi e farmaci sono altrettanto promettenti.
In Italia, fioriture di alghe produttrici di polisaccaridi (mucillagini) hanno interessato le coste del nord Adriatico negli anni ‘80 con gravi ripercussioni sul turismo.
Le conseguenze delle fioriture algali tossiche possono essere molto serie, con danni incalcolabili alla pesca ed alla molluschicoltura.
Però, d'altro canto, le colture algali massive possono darci una mano a ridurre l’impatto delle sopra citate emergenze.
L’efficienza di conversione dell’energia solare in biomassa delle colture algali, e quindi la produttività per ettaro, è molto maggiore di quella ottenibile con le colture tradizionali.
Le colture algali non competono con le colture agrarie per terreni fertili, non richiedono pesticidi e si possono realizzare in acqua di mare o in acque reflue da dove, in sinergia con i batteri associati, prelevano i nutrienti che riciclano in biomassa dalla quale è poi possibile ottenere mangimi proteici o fertilizzanti oltre che biocombustibili.
Le colture algali consumano grandi quantità di ossido di carbonio ed è dimostrato che possono efficientemente prelevarla dai fumi di combustione delle centrali termoelettriche.
Va infine ricordato come le microalghe produttrici di molecole bioattive (tra cui le citate tossine) siano una fonte di antibiotici, antitumorali, antivirali, antiossidanti ed immunostimolanti a cui l’industria farmaceutica e cosmetica guardano con crescente interesse.
Sul versante delle energie rinnovabili, le colture algali costituiscono una delle soluzioni di maggiore potenziale e sostenibilità.
Di fronte ai problemi ecologici, alimentari ed energetici del nostro tempo, le interazioni tra fotosintesi microbica, salvaguardia dell’ambiente e produzione di alimenti assumono una fondamentale importanza teorica e pratica per i possibili contributi agli equilibri del sistema biosferico, divenuti fragili e delicati”.
La biotecnologia algale allo stato delle cose sembra ormai puntare sui sistemi chiusi che consentono la coltura di tutte le specie.
29 settembre, 2013
Variante di Manutenzione al Piano Regolatore di Grado
Ricevo da Natalino Marchesan con preghiera di pubblicazione lo faccio senza commenti :
Proposte per la Variante di manutenzione al P.R.G.C. di Grado.
Premesso che lo sviluppo urbano dell'isola di Grado, dagli anni settanta ad oggi, a causa di una deleteria attività di speculazione edilizia ed assenza di un valido piano di urbanizzazione, è avvenuto in modo disorganico tanto da determinare una distribuzione disomogenea dei residenti presso i diversi rioni, con conseguente disgregazione del tessuto sociale. Abbiamo infatti alcuni rioni in aree periferiche più abitati dai residenti ed altri invece, compreso il centro cittadino, che, essendo costituiti da tante seconde case, risultano poco abitati per buona parte dell'anno. Si rivela quindi necessario, da una parte porre sotto tutela paesaggistica l'ambito urbano dell'isola che, oltre al centro storico, ha una certa valenza storica inerente il periodo austroungarico (vedi: l'area del centro cittadino, del porto, dei viali pedonali, del lungomare e retro-spiaggia) e del secondo dopoguerra senza trascurare la necessità di predisporre una tutela per tutta l'area limitrofa alla laguna.
Un'ultima considerazione riguarda la tipologia di urbanizzazione di Grado la quale risulta troppo caratterizzata da edifici ad uso residenziale mentre, nel corso degli anni, sono stati limitati gli spazi di verde pubblico e trascurate le necessità di aree utili per i servizi d'interesse pubblico.
Proposte: Considerato che molti ambiti dell'isola risultano già ampiamente fagocitati dall'ambiente costruito senza preservare adeguati spazi di verde pubblico, risulta fondamentale preservare le poche aree del centro cittadino rimaste libere e destinarle tutte, o almeno parte delle stesse, a verde pubblico migliorando il contesto urbano e la stessa qualità di vita dei cittadini.
Ci riferiamo alla spiaggia libera di via Milano, la passata amministrazione aveva infatti accolto la proposta, previa ricostruzione di dune litoranee, di realizzare un'area verde procedendo con piantumazioni (magari parziali e di carattere sperimentale con oasi di tamarici e pini marittimi) presso l'area antistante posta a sud-ovest del Jolly-bar, dove sta già crescendo vegetazione spontanea.
Realizzazione di un'area di verde pubblico con sistemazione e riqualificazione di tutto l'ambito di Piazza Carpaccio e l'area retrostante alla stazione.
In tale ambito potrebbero trovare posto oltre ad un parcheggio, anche gli uffici comunali più utilizzati dalla comunità (anagrafe, ecc.) mentre l'attuale sede municipale, che risulta inagibile alle persone disabili, potrebbe mantenere alcuni servizi ed una funzione di rappresentanza. Con tale soluzione si favorirebbe la chiusura del traffico nel centro cittadino, auspicata da tutti, disponendo le opportune limitazioni al traffico da Via Manzoni in avanti.
Nell'isola della Schiusa, oltre ad un piccola area di verde pubblico da realizzare presso l'area piazzale del lavoro, a ridosso della scuola elementare, il campo di calcio andrebbe trasferito in area est dell'isola (Val Cavarera od altro ambito) dove potrebbe essere realizzato con le opportune piste di atletica e risultare attrezzato per importanti eventi sportivi. L'area dell'attuale campo di calcio della Schiusa potrebbe essere utilizzata per realizzare un bel ambito di verde pubblico, un campetto sportivo polivalente per i ragazzi e parte per realizzare, in accordo con l'Ater del FVG o con altri enti, abitazioni per i residenti a prezzi ragionevoli, in modo da offrire opportunità abitative ai giovani che sistematicamente abbandonano l'isola. La piazza dell'acquedotto necessita di un'opportuna valorizzazione urbanistica con verde pubblico, onde renderla più confacente all'adiacente museo del mare; sarebbe opportuno inoltre migliorare la comunicazione con l'adiacente piazza Duca d'Aosta. Per tale pregevole ambito sarebbe auspicabile porre in atto un concorso di idee internazionale.
L'area verde del Parco delle Rose deve assolutamente essere preservata e valorizzata, anche tramite opportuni ampliamenti, perché oltre ad essere l'unica area verde di una certa rilevanza del nostro contesto cittadino, riveste fondamentale importanza per un'adeguata ambientazione dell'auspicato rinnovamento degli impianti termali.
Considerata la vocazione curativa e termale di Grado è' di fondamentale importanza mantenere il vincolo di destinazione sanitaria delle aree in cui ci sono strutture riabilitative e curative quali l'Ospizio Marino.
Riguardo alle altre aree, tenuto conto che l'isola di Grado risulta circondata per parte dal mare e per parte dalla laguna, quindi è nell'interesse di tutti evitare soluzioni urbanistiche impattanti, bisogna assolutamente porre dei limiti alle altezze degli edifici in modo da valorizzare la paesaggistica ed evitare la realizzazione di edifici spropositati (vedi il Tiziano) che hanno compromesso lo Skiline dell'isola. A tale riguardo non siamo assolutamente d'accordo con la scelta di consentire lo sviluppo in altezza dell'albergo “Stella Maris”sino a sette piani, perché tale soluzione comprometterebbe lo skiline del tratto di lungomare adiacente il museo del mare ed antistante il centro storico, precludendo, tra l'altro dal mare e dalla spiaggia libera, la visibilità del nostro campanile.
All'attività ricettiva citata, considerata la pregevole posizione che ha sempre garantito la costante presenza di clientela, sarebbero più che sufficienti cinque piani. Considerato infine l'alto numero di edifici disabitati e di seconde case che caratterizza l'isola, sarebbe auspicabile limitare ai minimi termini il consumo del territorio restante ed abbassare considerevolmente l'indice di edificabilità delle rimanenti aree con diritto di urbanizzazione, cercando di preservare aree di verde pubblico, aree periferiche per i parcheggi, per i servizi sportivi, turistici e di altro genere, utili a qualificare il sistema paese.
Un'ultima considerazione infine sulla grande viabilità d'ingresso a Grado:
- ormai risulta evidente che la principale via d'accesso a Grado sarà costituita dalla strada provinciale Monfalcone-Grado, sia per la comodità rappresentata dal raccordo autostradale da Vilesse a Grado, sia per la già approvata circonvallazione di Aquileia e l'auspicabile variante grande Viabilità Palmanova-Cervignano-Grado con la bretella Bosco San Marco-Belvedere-Boscat-Tiel-SP 19, la quale renderebbe centrale l’area Campeggi- Golf.
Risulta opportuna un riqualificazione della splendida Pineta comunale che va dal Camping Punta Spin, Gradualis, fino a Grado Pineta, tramite una
semplice pulizia ed un minimo di valorizzazione (eliminazione alberi secchi e schiantati, sistemazione recinzioni ex Lido del Carabiniere e Campeggio Mantova, posa gruppi Tavolo/panca) che trasformerebbe un’area oggi marginale in una pregevole ed apprezzata area ambientale paesaggistica.
L’accesso da est, che necessita di un'opportuna individuazione di aree parcheggio ed ampliamento di quelle preesistenti, (Sacca dei Moreri)porterebbe anche ad uno sviluppo delle Frazioni di Boscat e Fossalon, oggi per buona parte estromesse dalla realtà turistica gradese!
La strada Grado-Belvedere deve decisamente assumere una connotazione di strada panoramico-turistica, prevedendo tutta una serie d'interventi (adeguato limite di velocità, realizzazione di alcuni terrapieni con alberature, utili per consolidare la strada e per creare delle gradevoli oasi di sosta ed osservazione della laguna.
Restando alla variante del piano Regolatore, questa non può prescindere dal Piano dei Porti e dai progetti d’iniziativa privata, presentati e non discussi.
Risulta fondamentale in tale pianificazione tenere presente gli sviluppi, in senso positivi o negativo, che possono derivare da modifiche d'impostazione presso il porto Mandracchio e nella portualità da S.Vito a Molo Torpediniere, i quali potrebbero determinare alcune linee nell’urbanistica della Città.
L'unica proposta che ci permettiamo di fare su tale settore, che andrebbe affrontato dopo l'indispensabile sistemazione idrogeologica del nostro territorio, deriva dalla valutazione di realizzare una bella darsena presso l'ambito ad est di Pineta, al fine di potenziare la rete dei servizi e valorizzare il rione citato.
Rimanendo disponibili per chiarimenti inviamo distinti saluti.
Associazione “Noi Cittadini” di Grado
Campiello della Scala 6, Grado (34073)
tel. 0431-82996 uff. 0431-80965
28 settembre, 2013
Ze siroco
Siroco.
Pesa comò al piombo,
una giornada de siroco.
Tu lo sinti prima de alsate
in leto a oci serai
dute le robe se fa più pesanti
al corpo pò,
duto costa fadiga dopia,
anche pensà
Cussì, pensando a ninte
tu te movi pianissimo
al tempo par che se mova più lento
i giurni pol durà setemane
l' aria la ze de goma
ze siroco
27 settembre, 2013
Proposte per un turismo moderno
Raccolta su Faccebooc: proposte per il miglioramento dei servizi turistici.
Alaggio e varo imbarcazioni Diporto a Grado.
Vorrei segnalare che in tutta Grado è presente che io sappia un solo sito dedicato a queste operazioni (alaggio e varo).
Il turista della domenica quindi è costretto a recarsi in safica a Grado città per scaricare il suo gommone, o barchetta. Operazione costosa poichè implica il parcheggio a pagamento per la vettura ed eventualmente per il carrello di trasporto imbarcazione...difficile è trovare un solo parcheggio a pagamento, libero d'estate, figuriamoci per due. C'è un secondo aspetto da sottolineare; con la bassa marea lo scalo della safica non è più praticabile poichè c'è uno scalino di 20 cm tra la sponda più bassa dello scivolo e il livello dell'acqua; risulta quindi impossibile recuperare al ritorno della propria gita la barca. Chi ha progettatto quello scalo dove senza dubbio essere particolarmente illuminato. Mi chiedo come mai in un isola come grado non vi siano altri siti pubblici da dove poter "varare" la propria barca, sull'isola della Schiusa ad esempio potrebbe esserne fatto uno con spazio circostante per il parcheggio dei carrelli..e Grado pineta ne è completamente priva; anzi nella sua zona più idonea (Punta di Barbacale) è presente un cartello di divieto di accesso in prossimità dell accesso alla lingua di sabbia che è rivolta verso il golfo di trieste. La mia considerazione è che riterrei normale un accesso al mare per imbarcazioni di piccolo cabotaggio proprio da questo versante; mi pare assurdo che io, proprietario di un appartamento a pineta da 40 anni , debba in piena estate girare per mezz'ora a Grado città per scaricare il mio gommone e poi, parcheggiare auto e carrello....
piccolo commento da parte mia: una colazione per due in sima per l' onore di ospitarvi a gratiss, vi basta?
Commento di Dario Raugna:
Vediamo l’oggetto della sua domanda.
Mi corregga se sbaglio:
Lei propone che Pineta si doti di uno scivolo pubblico per favorire il diportismo domenicale “mordi e fuggi”, dandole la possibilità di varo e alaggio per la sua imbarcazione, di un parcheggio per il suo carrello e per la sua autovettura. Il tutto, possibilmente, gratuitamente.
E per fare cosa? Per darle la possibilità di farsi 5 kg di vongole, di contribuire al moto ondoso nella nostra laguna e di inquinare l’ambiente, ottenendo in cambio qualche sacchetto di plastica con dentro del materiale biologico che verrà gettato nel bidone dell’indifferenziato.
Altolà! Non ne abbia a male, ma dipendesse dal sottoscritto, il suo è proprio il tipo di turismo che non vorrei assolutamente incentivare visto che in termini di ricaduta economica e occupazionale vale meno di zero.
Preferisco il diportista che si avvale dei servizi disponibili a pagamento in ogni cantiere nautico di Grado, favorendo così la ricaduta occupazionale; Che si affitta un posto barca; Che paga il parcheggio della propria auto; Che usa la bicicletta per spostarsi; ecc.
Dipendesse dal sottoscritto, sempre ammesso che sia possibile, farei pagare ai diportisti un permesso per la raccolta delle vongole (così come avviene per i funghi in montagna), e un permesso per poter accedere alla laguna di Grado, sotto precise prescrizioni. Utilizzerei poi queste risorse per il mantenimento del nostro patrimonio più grande: l'ambiente.
Questo può essere uno scambio su cui possiamo cominciare a ragionare.
Considerazioni finali:
Questi sono i nostri ospiti temporanei di Pineta, quando non sono finti residenti per evitare di pagare IMU per la seconda casa, tutto pretese e a gratiss i servizi che tanto i mona de graisani i paga ili.
26 settembre, 2013
Al Boreto
Sabato nelle sale dell'Albergo Astoria dalle 9 alle 12 l' Accademia Italiana della Cucina promuove un convegno sul Boreto e sulle sue varianti istriane, giuliane venete e romagnole, insomma l' arco peschereccio dell' Alto Adriatico.
La variante che ci riguarda "Al Boreto a la graisana" (no per dì l' unico e vero boreto, ma questo lo digo me) sarà presentato e relazionato dal nostro Fiorenzo Facchinetti accademico in rappresentanza della Provincia di Gorizia.
Esserci!
L'Alto Adriatico, con il Veneto, la prima regione turistica d’Italia, e il Friuli Venezia Giulia, con il litorale friulano-giuliano, richiama milioni di ospiti balneari, europei e non solo. Anche loro possono essere interessati, nel quadro della curiosità enogastronomica, ad apprezzare questa antica e nuova offerta culinaria. La proposta non vale dunque esclusivamente per le nostre Delegazioni, ma si rivolge ad un pubblico assai più vasto di buongustai.
Il broéto o brodetto o boreto, pietanza di veloce cottura, zuppa di bordo, piatto unico povero, cibo di recupero del pesce di scarso apprezzamento commerciale, unica alternativa a qualche pesce arrostito sulla griglia, si accompagnava solitamente a fette di polenta, anche fredda portata da casa e poi abbrustolita sul braciere del bragozzo o del casone lagunare. Per insaporirlo, in modo variegato, i profumi di casa: aglio, rosmarino, cipolla, qualche foglia di alloro, sale e pepe. La preparazione era simile per tutto l’arco Alto Adriatico dal Delta del Po, a Chioggia, Caorle, Marano, Grado, Muggia e l' Istria.
Le varianti erano costituite da ciò che le reti tiravano a bordo quel giorno, e che non finiva nelle cassette del pescato da reddito. Dunque diverso dal piatto preparato nelle trattorie o in casa, dove si disponeva di focolare o strumenti di cottura meno primitivi rispetto al braciere di carbonella e non solo, con ingredienti più ricercati, in versione di zuppa di pesce, buzara e simili, anche con pane biscotto piuttosto che con polenta.
Perché un’indagine conoscitiva sul brodetto? Per il suo rilievo storico, antropologico, memoriale, riguardo al ruolo che la pesca costiera ha avuto e ha nelle nostre terre. Per offrire a famiglie, ristoratori, nuove generazioni di oggi un’opportunità di conoscenza che può aiutare loro e la pesca italiana, nella sua crisi, portando in casa e sul mercato anche specie considerate “inferiori”. Per conoscere le specificità e le differenze attraverso i luoghi, le specie solitamente impiegate, con i loro nomi nelle parlate locali, le corrispondenze e lo stato attuale di questa ricetta o modo di cucinare.
L'Alto Adriatico, con il Veneto, la prima regione turistica d’Italia, e il Friuli Venezia Giulia, con il litorale friulano-giuliano, richiama milioni di ospiti balneari, europei e non solo. Anche loro possono essere interessati, nel quadro della curiosità enogastronomica, ad apprezzare questa antica e nuova offerta culinaria. La proposta non vale dunque esclusivamente per le nostre Delegazioni, ma si rivolge ad un pubblico assai più vasto di buongustai.
Il broéto o brodetto o boreto, pietanza di veloce cottura, zuppa di bordo, piatto unico povero, cibo di recupero del pesce di scarso apprezzamento commerciale, unica alternativa a qualche pesce arrostito sulla griglia, si accompagnava solitamente a fette di polenta, anche fredda portata da casa e poi abbrustolita sul braciere del bragozzo o del casone lagunare. Per insaporirlo, in modo variegato, i profumi di casa: aglio, rosmarino, cipolla, qualche foglia di alloro, sale e pepe. La preparazione era simile per tutto l’arco Alto Adriatico dal Delta del Po, a Chioggia, Caorle, Marano, Grado, Muggia e l' Istria.
Le varianti erano costituite da ciò che le reti tiravano a bordo quel giorno, e che non finiva nelle cassette del pescato da reddito. Dunque diverso dal piatto preparato nelle trattorie o in casa, dove si disponeva di focolare o strumenti di cottura meno primitivi rispetto al braciere di carbonella e non solo, con ingredienti più ricercati, in versione di zuppa di pesce, buzara e simili, anche con pane biscotto piuttosto che con polenta.
Perché un’indagine conoscitiva sul brodetto? Per il suo rilievo storico, antropologico, memoriale, riguardo al ruolo che la pesca costiera ha avuto e ha nelle nostre terre. Per offrire a famiglie, ristoratori, nuove generazioni di oggi un’opportunità di conoscenza che può aiutare loro e la pesca italiana, nella sua crisi, portando in casa e sul mercato anche specie considerate “inferiori”. Per conoscere le specificità e le differenze attraverso i luoghi, le specie solitamente impiegate, con i loro nomi nelle parlate locali, le corrispondenze e lo stato attuale di questa ricetta o modo di cucinare.
25 settembre, 2013
Fine Estate
L' immagine di una foglia sulla battigia mi evoca l' idea dell' estate che sta finendo.
Tramonta dolcemente il sole dell' estate.
Tacciono lentamente le grida di gioia, le promesse, il refrigerio della spuma fresca delle onde, il sollievo delle notti tiepide ed odorose.
Si spengono nella luce del crepuscolo le passioni, la baldanza, l' inutilità delle chiacchiere.
Sono qui a guardare il cielo diventare grigio e l’aria farsi sapida e fredda.
Dicono che l’estate tornerà, ma è impossibile da dire.
24 settembre, 2013
Pomeriggio in Chiesa
Sono sicuramente attratto dalla frescura che aleggia in certi pomeriggi inoltrati, dalla intensa spiritualità e dalla pace assoluta.
Ma, come una falena, sono anche attirato dalla luce che fa magici giochi di chiaroscuro, per una volta l'ho fotografata sperando di trasmettere con l'immagine le sensazioni che io provo.
23 settembre, 2013
Grado Voga- Festa in famiglia
Ieri mattina profittando di una mattinata strepitosa mi sono avviato lento lento con bici a passo d'uomo lungo le rive del Porto e poi, traversando l' ingresso di Grado, verso Riva Grandi Navigatori per assistere con entusiasmo ad una regata di voga alla veneta.
Sono quelle cose che aprono il cuore, ti trovi immerso nell' entusiasmo di famiglie intere dove grandi e piccoli si sfidano in gare di voga alla veneta su barchini o caorline con la passione antica e naturale di chi non pratica uno sport ma fa una cosa necessaria, una cosa naturale come il camminare, il correre.
Vogare per noi "paluanti" è una necessità, un modo normale di muoversi nel nostro ambiente e dunque va imparata da piccoli e continuata tutta la vita.
Vedere l' entusiasmo di questi piccoli vogatori, l' instancabilità del tifo a sostegno di uno o dell' altro ti mette il cuore in pace e ti fa per un momento credere che la speranza di un futuro migliore non sia del tutto esaurita.
Dunque ho assistito alla regate organizzate da "Grado Voga" e mi sono divertito sentendo la schiettezza dei veneziani che hanno opinioni su tutto e le dichiarano a voce alta, in dialetto e senza ombra di dubbio che la ragione sia dalla loro.
Vincitori e vinti hanno poca importanza è la partecipazione la vera protagonista di queste che sono feste familiari prima che gare, infatti si concludono con un grande pranzo per sigillare l' amicizia partecipativa.
Bravi!
Nelle foto la premiazione delle "schie" i bambini di primissima iniziazione al culto della voga.
Sono quelle cose che aprono il cuore, ti trovi immerso nell' entusiasmo di famiglie intere dove grandi e piccoli si sfidano in gare di voga alla veneta su barchini o caorline con la passione antica e naturale di chi non pratica uno sport ma fa una cosa necessaria, una cosa naturale come il camminare, il correre.
Vogare per noi "paluanti" è una necessità, un modo normale di muoversi nel nostro ambiente e dunque va imparata da piccoli e continuata tutta la vita.
Vedere l' entusiasmo di questi piccoli vogatori, l' instancabilità del tifo a sostegno di uno o dell' altro ti mette il cuore in pace e ti fa per un momento credere che la speranza di un futuro migliore non sia del tutto esaurita.
Dunque ho assistito alla regate organizzate da "Grado Voga" e mi sono divertito sentendo la schiettezza dei veneziani che hanno opinioni su tutto e le dichiarano a voce alta, in dialetto e senza ombra di dubbio che la ragione sia dalla loro.
Vincitori e vinti hanno poca importanza è la partecipazione la vera protagonista di queste che sono feste familiari prima che gare, infatti si concludono con un grande pranzo per sigillare l' amicizia partecipativa.
Bravi!
Nelle foto la premiazione delle "schie" i bambini di primissima iniziazione al culto della voga.
22 settembre, 2013
Isolani o isolati?
Non c'è mai pace in questo nostro Paese, a fronte di un settembre benevolo e ricco di presenze turistiche in specie austro-tedesche abbiamo una situazione politica al limite dell' esplosione anzi direi meglio dell' implosione.
E sì!
Un Sindaco in difficoltà che è quasi scomparso dalla scena, dichiarazioni dell' Amministrazione fatte sul giornale, sul rammarico per la mancata realizzazione della centrale a biomasse, duramente contestate dagli agricoltori che rivendicano il loro diritto al libero arbitrio e a decidere con la loro testa per il loro futuro (chissà perchè mi ricorda qualcosa su cui molti di noi abbiamo insistito in questi anni) che dichiarano, vedi sul Piccolo di oggi:
"Il Comune, secondo la Cia- Coldiretti, nasconde la sua incapacità di valorizzare un’area agricola così importante dietro alla «fumosa richiesta di inserire Grado tra le aree svantaggiate e qui gli diamo
ampia ragione perché è una vera iattura ricadere sotto un’amministrazione come quella gradese »
E sì!
Un Sindaco in difficoltà che è quasi scomparso dalla scena, dichiarazioni dell' Amministrazione fatte sul giornale, sul rammarico per la mancata realizzazione della centrale a biomasse, duramente contestate dagli agricoltori che rivendicano il loro diritto al libero arbitrio e a decidere con la loro testa per il loro futuro (chissà perchè mi ricorda qualcosa su cui molti di noi abbiamo insistito in questi anni) che dichiarano, vedi sul Piccolo di oggi:
"Il Comune, secondo la Cia- Coldiretti, nasconde la sua incapacità di valorizzare un’area agricola così importante dietro alla «fumosa richiesta di inserire Grado tra le aree svantaggiate e qui gli diamo
ampia ragione perché è una vera iattura ricadere sotto un’amministrazione come quella gradese »
Un consigliere di maggioranza che accusa di tradimento gli alleati politici per averlo coinvolto in questa storia a sua insaputa.
Imprenditori di Pineta che raccontano e protestano per una realtà rionale trascurata e martellata da provvedimenti contravvenzionali continui, dove viene evidenziato il ruolo in negativo dei residenti di seconde e terze case che si mettono di traverso ad ogni proposta di attrazione turistica pretendendo il diritto al riposo e facendo continue denunce, destinando così il futuro di Pineta ad un estensione del Camposanto e buonanotte ai suonatori.
Nel frattempo l' Amministrazione si fa vedere alla premiazione del miglior "balcone fiorito" in un clima apparentemente bucolico ma in sostanza con la strizza che blocca lo stomaco per i "casini" che ruotano attorno ad essa.
Certo bisogna dire che se le cercano, isolarsi non è mai stata una buona soluzione per chi fa politica.
21 settembre, 2013
Il nostro Doppio - L' Account Facebook
A ben pensare il nostro doppio -L' Account Facebook - ci da la possibilità di fare una doppia vita.
Una, quella reale dove tutto costa una fatica tremenda, i problemi paiono, e a volte lo sono, insolubili, dove tizi che ti stanno sulle palle ti corrono dietro in televisione nonostante il tuo zapping disperato tra i canali, al punto che ti vien da scuotere il televisore per farli uscire dallo schermo, dove il buon senso è merce rara e per ottenere un permesso da un ente pubblico ti devi sottoporre ad estenuanti corse tra uffici, tra le forche caudine dei divieti incrociati che sono le travi portanti della nostra burocrazia.
L' altra è una vita in rosa dove le donne son tutte belle.
Le donne hanno tutte grandi tette, camminano tutte elegantemente su tacchi altissimi, e nessuno le invidia ma anzi! Le donne, su Facebook si complimentano con le donne per l’altrui bellezza, l’altrui intelligenza. Un paradiso.
Gli uomini, poi, sono splendidi, hanno un occhio azzurro o marrone circondato da ciglia lunghe come quelle di Bee Bip.
Hanno un braccio muscoloso che fa paura e nello stesso tempo attrae.
Gli uomini su Facebook, a volte mostrano il gonfio dentro le mutande e non si vergognano, perché su Facebook tutti possono essere liberi di essere belli, e pure di più.
Ma c'è di più su Facebook la spazzatura non ci si limita a riciclarla e a riporla nell’apposito cestino. Su Facebook la spazzatura si riutilizza, si fanno fiori con le lattine, posacenere da passeggio con i rotolini di cartone della carta igienica, si mangia sano e non OGM, si amano gli animali e i bambini, si adorano i vecchi e i malati, non ci sono barriere architettoniche e a nessuno, su Facebook, verrebbe mai in testa di parcheggiare sopra il marciapiede. (tranne a qualcuno di mia conoscenza ma essendo in un mondo virtuale taccio)
Su Facebook, la civiltà è una questione di principio, e se appena appena ti scordi di esserci, e ti esprimi normalmente, come si fa in questo postaccio che chiamiamo mondo, la società civile feisbucchiana, ti sbrana, ti mette al muro, ti minaccia, ti denigra, va giù pesante di delazione, posta le tue foto col dito nel naso, o peggio, quella vecchia di quando avevi le scarpe fuori moda, e rende giustizia alla civiltà.
Ecco tutto 'stò entrare ed uscire dai due mondi rende la vita più agevole da vivere perchè appena quella reale tenta di soverchiarti, zacchete! ti infili in quella virtuale.
(tutta 'sta storia è una risposta ad una domanda che una signora mi ha posto ieri sera:
chi te lo fa fare tutto sto lavoro per nulla in cambio)
Sapevatelo
19 settembre, 2013
Strighe e Strighissi e portare sfiga?
Il post di oggi di Grado Spia con le sue allusioni ad avvenimenti che potrebbero, ma non si sa, accadere, dice che praticamente ci toccherà riscappare a cason, tutto questo mi fa ricordare che nell' immaginario gradese un tempo c'era spazio anche per fate e faduni, per strighe e strighissi.
Una di queste storie che non si sa fino a quanto sia vera o falsa è la nomea di Strega che accompagnava la Vecia Bela (famiglia Sanson) - un poco i sumigia a Lele la ze nera compagna
Sull'isola dei Belli (ora all' interno della Valle Noghera) chiamata così con ironia per la proverbiale bruttezza di alcuni suoi abitanti, c'era un tempo la vecchia Bela, una donna considerata una strega, che si diceva faceva alzare i venti, rendeva infruttuosa la pesca di chi non era gentile con lei e, per analoghi motivi, sembra abbia fatto precipitare una volta un ricognitore austriaco con un solo gesto della mano.
Elemento demonico, l'acqua è propizia agli spiriti malefici; sui dossi gradesi si temeva il Balarin, folletto maligno, o l'Ebreo Errante, e la notte dell'Epifania si udivano, negli ululi del vento e nel cigolare delle porte, le Varvuole, le furie che venivano dal mare.
Ci si può immaginare il viso della vecchia Bela, verosimilmente sgradevole per gli anni e le offese ricevute dal crudele pregiudizio, e c'è da augurarsi che chi la ingiuriava come portatrice di scalogna sia veramente tornato spesso a casa a mani vuote.
La cattiveria verso chi è segnato dal marchio di portasfortuna è un razzismo peggiore del rifiuto sociale.
Raccontare - come vivere - è tralasciare. Ma non portare sfiga!
Sapevatelo.
Una di queste storie che non si sa fino a quanto sia vera o falsa è la nomea di Strega che accompagnava la Vecia Bela (famiglia Sanson) - un poco i sumigia a Lele la ze nera compagna
Sull'isola dei Belli (ora all' interno della Valle Noghera) chiamata così con ironia per la proverbiale bruttezza di alcuni suoi abitanti, c'era un tempo la vecchia Bela, una donna considerata una strega, che si diceva faceva alzare i venti, rendeva infruttuosa la pesca di chi non era gentile con lei e, per analoghi motivi, sembra abbia fatto precipitare una volta un ricognitore austriaco con un solo gesto della mano.
Elemento demonico, l'acqua è propizia agli spiriti malefici; sui dossi gradesi si temeva il Balarin, folletto maligno, o l'Ebreo Errante, e la notte dell'Epifania si udivano, negli ululi del vento e nel cigolare delle porte, le Varvuole, le furie che venivano dal mare.
Ci si può immaginare il viso della vecchia Bela, verosimilmente sgradevole per gli anni e le offese ricevute dal crudele pregiudizio, e c'è da augurarsi che chi la ingiuriava come portatrice di scalogna sia veramente tornato spesso a casa a mani vuote.
La cattiveria verso chi è segnato dal marchio di portasfortuna è un razzismo peggiore del rifiuto sociale.
Raccontare - come vivere - è tralasciare. Ma non portare sfiga!
Sapevatelo.
17 settembre, 2013
WUNDERSHON!... ADRIABLAU!
C' era una Festa di fine Stagione tante parole ma nessuno ha voluto fare bilanci, Giovanni Marchesan (Stiata) ha sentito i commenti di un ospite di lingua tedesca e da perfetto bilingue li riporta per tutti noi:
Riflettete gente, riflettete.
Riflettete gente, riflettete.
"WUNDERSHON! •... ADRIABLAU! •• "
Danubbio blù?.Nein!Adriablau! .. Mare meravegiào ..Wundershon! .. Wunderbào!..Questa Isola di Grado -Wundershon!Questa sabbia, questo mare -Wundershon!Vecchia Kirken admirareAlten Stadt ich visitare ..Wundershon .. Adriablau ... Wunderbào!Ja •• Ja •• ja! ••Tutto bello, tutto bono ... Wunderbào ...Ja •• Ja •• Ja! .... Tanto sole,brava gente trovo a GraoJa •• Ja •• ,Ja!" ...Con la scusa tutti amici ..Adriablau Ich no capir,Varum gradese Vol baciare meine Frao.. Wundershon.. Adraiblau.. Wunderbào!Pescatori fon lagunen ••Wundershon!Ich mangiare Kapelonghen- Wundershon!Promenade, Shone vialeGrand-Hotel und Villa al mare ••Wundershon •• Adriablau .... Wundersào!Ja •• Ja • ..Ja! ....Tutta notte ich cantare "per la strà'~JA •• Ja •• Ja! ...Hostaria no mancare per di qua!Ja •• Ja •• Ja! ...Vino bianco .. vino rosso, gut rosè.Ich trinken wein ....Ma c' è gradeseBeve vino più di me! •.Wundershon •• .Adriablau ... Cabernet!
16 settembre, 2013
Forum in Piassa
A Grado, 'sto posto che non potendosi allargare, in quanto strozzato tra ponti e mare, si stende lungo lungo la spiaggia con l' indolenza di una bella donna che si offre al Dio Turista, succedono cose che voi "foresti" non conoscete.
Scena:
Settembre inoltrato - pomeriggio tardi - incurante di varie feste con promesse di buffet organizzate dai "ciapi de potinti locali" mi metto seduto tranquillo in un bar "de piassa" roba per "graisani" e per vicini ho due coppie, marito e moglie sui sessant’anni, madre e figlia settantenne l’una, cinquantenne abbondante l’altra, contornate da altri, una bionda che potrebbe essere la figlia o la nipote dei marito-e-moglie, una mora che potrebbe essere la vicina di casa/cugina/amica della figlia o della madre.
Discutono animatamente senza badare a noi vicini, con la foga indolente delle conversazioni da bar che partono dal generale e arrivano al personale, ed il personale è invariabilmente qualcosa di strano e tragico capitato sempre ad un cugino/amico carissimo.
Per una volta saltano la fase malattie devastanti-incidenti mortali: e passano direttamente alle disposizioni testamentarie in un misto di graisan e lingua, segno di distinzione:
«Ciò – dice la madre – perché bisogna sta tinti! Mia cugina, per esempio, che la gera la tersa mugèr de so’ marì, quando al ze morto l' ha vùo un saco de problemi per avè i soldi!»
«Perché se gera figi de primo leto - chiarisce il marito della moglie - bisogna che li divida in parti uguali…»
«Eh, ma no zé miga giusto, i doveva divide metà a ela e dopo metà che resta ai figi…»
«No, – interviene la vicina di casa, forse amica - se i gera in comunion dei beni, tu pol falo, si no no!»
La moglie del marito approva la mozione: «Sì, ma poi bisogna anche veghe da quanti ani che i gera stai sposai co la prima muger…»
E via, si apre un lungo e approfondito dibattito su divorzi, convivenze more uxorio, equiparazione fra figli legittimi e nati fuori dal matrimonio, assi ereditari, in cui ognuno dei presenti ha da citare precedenti a memoria e giurisprudenza a caso neanche fossero avvocati di grido ed esperti matrimonialisti.
Tu ascolti anche se non vorresti ma il volume delle voci non te lo permette e mediti, mediti, mediti.
Su quanti danni abbiano fatto al paese, per esempio, i programmi come Forum!
15 settembre, 2013
14 settembre, 2013
Quando diventeremo cittadini?
Questi passati sono stati giorni frenetici, di grande animazione paesana, con la denuncia di Liber@ sulle mancanze del Sindaco, la conseguente e scontata presa di posizione di altre forze politiche e soprattutto un fiorire di commenti più o meno sarcastici sul Web.
La domanda mi sorge spontanea:
Chi siamo noi, indifferenti o indignati o semplicemente curiosi quando si commenta nel social?
Io penso che la maggior parte coltivi la dimensione eroica, anche se la praticano poco.
Un amore platonico dunque, come si diceva una volta. Mica siamo stupidi.
La quotidianità è fatica, delusione. Pensare in grande e passare oltre è la cosa migliore.
Non costa niente e ti riempie la vita.
Alle piccole miserie quotidiane ci pensino gli altri, quelli che si espongono, quelli che non capiscono niente di come si dovrebbe vivere.
Meglio fare come le trottole, girare ciascuno intorno al proprio asse.
Possibilmente davanti a uno specchio: girare, girare e girare, fino a che non finisce la carica.
Poi buonanotte ai suonatori, sarà per la prossima vita.
Non ci passa per la mente che un uomo diventa un cittadino solo se, mentre gira su se stesso, procede anche insieme agli altri lungo una direttrice comune.
Non è difficile capire che non è la rotazione, che pure è indispensabile, ma è l' avanzamento civico l’elemento determinante del mutamento sociale;
Io penso che la maggior parte coltivi la dimensione eroica, anche se la praticano poco.
Un amore platonico dunque, come si diceva una volta. Mica siamo stupidi.
La quotidianità è fatica, delusione. Pensare in grande e passare oltre è la cosa migliore.
Non costa niente e ti riempie la vita.
Alle piccole miserie quotidiane ci pensino gli altri, quelli che si espongono, quelli che non capiscono niente di come si dovrebbe vivere.
Meglio fare come le trottole, girare ciascuno intorno al proprio asse.
Possibilmente davanti a uno specchio: girare, girare e girare, fino a che non finisce la carica.
Poi buonanotte ai suonatori, sarà per la prossima vita.
Non ci passa per la mente che un uomo diventa un cittadino solo se, mentre gira su se stesso, procede anche insieme agli altri lungo una direttrice comune.
Non è difficile capire che non è la rotazione, che pure è indispensabile, ma è l' avanzamento civico l’elemento determinante del mutamento sociale;
ma ci piace pensare che procedere insieme sia degradante, una cosa da pecore.
Ci frena il solito discorso: cominci prima lui!
Ecco, questo - "scuminssia tu che a me me vie de rie"- è la chiave di volta di queste frequentazioni così interessanti per chi le sente e le fa sue davvero e invece semplice gossip (con speranza neanche tanto sottintesa di vero e proprio sputtanamento) per la maggior parte del pubblico che mai proverà ad esporsi.
Eppure se non abitiamo ancora "a cason" non è per il compiacimento di guardarsi vivere che sicuramente animava, come noi, anche i nostri vecchi, ma perché, per amore o per forza, hanno costruito qualcosa che è andato oltre la loro vita, arrivando fino a oggi.
Ci frena il solito discorso: cominci prima lui!
Ecco, questo - "scuminssia tu che a me me vie de rie"- è la chiave di volta di queste frequentazioni così interessanti per chi le sente e le fa sue davvero e invece semplice gossip (con speranza neanche tanto sottintesa di vero e proprio sputtanamento) per la maggior parte del pubblico che mai proverà ad esporsi.
Eppure se non abitiamo ancora "a cason" non è per il compiacimento di guardarsi vivere che sicuramente animava, come noi, anche i nostri vecchi, ma perché, per amore o per forza, hanno costruito qualcosa che è andato oltre la loro vita, arrivando fino a oggi.
E allora siamo indifferenti o indignati e quando diventeremo cittadini?
La professionalità è un fardello, l’approfondimento è un peso, l’impegno è una minaccia, la verità è un peccato.
13 settembre, 2013
Grado-La Nuova California
Giovanni Marchesan "Stiata" comò al solito "visionario" ma realista completa la mia vision de Paese descrivendolo comò "La Nuova California", val la pena leselo:
Hurrà, hurrà la Nuova California è questa quà?
Ma che i ve ha messo in cavo
brava zente...
Ma che i ve ha contao de stà Palude...
A qua no ze Tahiti e nianche la Bermude...
Semo solo un dosso de sabion
E la nostra California ze Fossalon...
Cosa sono Puerto Rico e las Barbados
Ambriabella, ti dà di più
Qui si offre Puerto Bucos e las Barbanas
fra tapi e folaghe in Palù.
Sol...sol...sol quando che ze
Mar...mar...mar fin che volè
Paese vecio 'bandonao
Paese novo meso rovinao
Ma che i ve ha messo in cavo
brava zente...
Ma che i ve ha contao...
de sta Palude.
La nova California la ze quà?
La foto (modificata da me) fa parte dell' archivio Marocco.