22 dicembre, 2013

Luciano Facchinetti " Siego "

Grado, si sa, è Isola di artisti, poeti e navigatori de palù, .....e anche"gargossa vissin ma ze megio no scrive duto"!.

Luciano Facchinetti  "Siego", Ciano per gli amici.

Con un piglio giovanile ed a tratti fanciullesco, Ciano si vede spesso girare in bicicletta senza fretta o, senza mollarla, con un piede a terra per reggersi e chiacchierare a lungo con gli amici.
Capigliatura prima nera ora sempre piú brizzolata, lo riconosci per i baffoni, neri come gli occhi vivaci, naso grosso.

Un personaggio, per noi gradesi, con i suoi difetti e le sue qualitá ma indubbiamente un vero graisan, vi racconto qualche piccola storia che lo riguarda.
Lo scritto é memoria e spero servirá ad altri per ricordare.

Da bambino abitava in Borgo de Fora, vicino a Piazza Marin, che allora si chiamava Piazza Vittoria; la sua era una famiglia di modeste condizioni, ma di sicuro le risate non mancavano.
Con loro viveva anche la nonna, mal messa per gli acciacchi dell’ etá, specialmente un mal di schiena che la faceva brontolare di continuo.

Un po’ cresciuto Luciano insistette perche’ si facesse vedere da un dottore, ma lei, seraficamente, con la fede che le brillava negli occhi gli rispose che non serviva, gia’ da tempo aveva messo sulla parte dolorante un santino di San Antonio e piu’ di Lui chi poteva fare meglio?

Incuriosito, nottetempo Luciano si avvicino’ silenziosamente al letto della nonna e delicatamente riusci’ ad infilarle una mano sotto il pigiama senza svegliarla ed a recuperare il prodigioso santino.
La nonna pero’ si sveglió subito dopo perche’ il nipote non seppe trattenere una risata vedendo che il prodigioso medicamento era in realta’ una figurina del calciatore  Sivori!

Con le grandi bande di ragazzini che si formavano a quei tempi, andava a nuotare dietro l’Isola della Schiusa, e passando il canale raggiungevano il prospicente Dosso de le Rane.
Lí, con la protezione della vegetazione lacustre, partiva un’insolita gara senza premi dove il vincitore era chi produceva le "lotte" piu’ grandi; dopo la prova si riunivano e le esecuzioni venivano passate in rassegna. Sicuro era un susseguirsi di risate ma un giorno la commissione restò ammutolita di fronte ad un’opera monumentale, sulla quale era stato anche apposto un cartellino con su scritto: “Sensa sforso“; l’autore resto’ sconosciuto ma, per lo stile, non si può dubitare che fosse Ciano.

Fin da bambino ed in tutta la sua vita ci sono due cose che lo appassionano: la chitarra e gli uccellini.

Ma è la musica la sua grande passione, ha partecipato e vinto  numerosi Festival della canzone Gradese, nel tempo libero dava lezioni di chitarra ai bambini, e la prima lezione era particolare perché allo studente chiedeva subito se sapeva nuotare.
Se la risposta era affermativa gli chiedeva di darne una dimostrazione. 
Comó, nuá, indola ? “ replicavano stralunati “Ma quá, per tera, indola se no !” replicava lui serio.

Be’ quelli che si distendevano e cominciavano a muovere goffamente braccia e gambe sul pavimento venivano subito bocciati, perche’ diceva Ciano: 
No volevo miga insegnai ai muni, sarave stao tempo ghitao via!“.


Con Gianni Marchesan Cavalin alla chitarra/fisarmonica ed Arturo Marin al violino componeva il Trio Saltapasti, che ha suonato per anni ed anni in paese, dall’hotel Savoy al Gardenia e senza dimenticare di allietare a Natale ed in tante altre occasioni gli anziani della casa di riposo.

Oltre al repertorio classico da Besame mucho a Mámola, lui e Gianni cantavano le loro canzoni gradesi come Cinzia, Tango de Palú, Povero Ma in Capel, La Gatafera tutte ironiche, pungenti ed anche surreali, nella tradizione di Piero Marchesan Canaro;
rime come: 

Se vemo messo del pesse bon dopo domila ani de sabion” o “E i siuri xé in Pancera che i beve ‘l Punt e Mes” e “Magna, magna figio mio che vego sgangulio” sono entrate nella memoria collettiva gradese.

Per descrivere meglio la qualità dell' artista ecco nella foto Luciano Facchinetti "Siego" in una splendida interpretazione del Mago di Tobruk assistito dal sempreverde Leonardo:

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