04 dicembre, 2013

Mariegole

Ho letto il manifesto della presentazione del vocabolario di Bottin, complimenti per il lavoro fatto senza un grazie da parte di nessuno, bisogna essere eroi in questo paese.
Il link al graisan.it  è sul blog.

Ma sono le regole e la loro osservanza  la questione in ballo in questi giorni e a tal proposito ricordo un' interessante ed intelligente esercizio del buon governo nel mondo antico lagunare veneziano, regole che venivano applicate con ferocia anche se avversate, e che toccava anche il nostro piccolo mondo.

In età ducale la pesca e la caccia costituivano le attività economiche che fornivano l’alimentazione prevalente dei veneziani.
Per questo tipo di attività produttive, destinate alla soddisfazione dei bisogni alimentari della popolazione, le autorità veneziane misero progressivamente a punto non solo forme di controllo e di regolamentazione, ma esercitarono anche, almeno per la pesca, uno sforzo di indirizzo e di sfruttamento razionale delle risorse.

La gestione di queste attività, un tempo molto attenta, era affidata alle


matriculae o “mariegole”.

Nel XIV secolo tutto ciò che riguardava la laguna, i lidi, i porti e i fiumi
veniva definito dal Consiglio dei X e talvolta dal Senato, previa la
discussione tecnica affidata ad alcuni collegi provvisionali, chiamati :


“Savisopra la laguna” o “provveditori alle acque”.

Dal Consiglio dei X furono anche creati Cinque Savi sopra le mariegole e ogni volta che il caso lo
richiedeva, venivano introdotti nell’assemblea i «sensati vechi et pratici pescadori».

La Repubblica rivolse anche una particolare attenzione agli strumenti
utilizzati per la pesca e specialmente alle reti, tanto che queste erano
sottoposte a bollatura da parte dell’Ufficio della Giustizia Vecchia e
dovevano avere lunghezza e maglia uguali al modello depositato presso i
Provveditori di detto Ufficio.


Giusto per non farla troppo lunga, la chiudo qui, ma una piccola considerazione da fare è necessaria:
le regole se applicate portano a futuro, l'anarchia e far ognuno per se porta al disastro.

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