03 dicembre, 2013

Psicosi ingiustificate-Barboni

Questi sono due modi di presentare la stessa questione, il primo, giornalistico,  provoca paura con un titolone non giustificato dalla realtà, il secondo scritto da un professionista del settore che tenta di disinnescare la preoccupazione del pubblico ma pubblicato da riviste informatiche professionali e quindi difficilmente raggiungibili dal grosso pubblico  ( il primo articolo è il titolo del Piccolo del 24/11/2013 il secondo art. è tratto da   http://www.prodottoitticosicuro.eu/   )



1 -"Pesce al mercurio in laguna più colpiti mamme e bambini"
"L’Università di Udine ha completato l’indagine: la concentrazione del metallo nei capelli e nel latte supera in 484 casi analizzati la soglia di riferimento"

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2 -  IL PESCE DELLA LAGUNA DI MARANO E GRADO E IN GENERALE DELL’ALTO ADRIATICO SI PUO’ CONSUMARE TRANQUILLAMENTE
LE PREOCCUPAZIONI PER LA PRESENZA DI MERCURIO NELLE ANALISI SULLA POPOLAZIONE LOCALE SONO FUGATE DA UNA SITUAZIONE CHE E’ DA TEMPO SOTTO CONTROLLO
LO SOSTIENE IL BIOLOGO GIORGIO MATTASSI, DA ANNI STUDIOSO DEL FENOMENO, GENERATO ANCHE DALLA PRESENZA DEI SEDIMENTI RILASCIATI DALLA MINIERA DI CINABRO (MERCURIO) ATTIVA PER 500 ANNI A IDRIA
Gli studi sulla popolazione di Marano Lagunare (UD) inerenti la presenza del mercurio nei campioni organici esaminati da un’indagine sanitaria, non debbono allarmare i consumatori del pesce adriatico e lagunare.
Lo sostiene con determinazione il biologo, Giorgio Mattassi, che da trent’anni studia l’ambiente lagunare, con particolare attenzione ai sedimenti di mercurio derivanti dalla miniera di cinabro di Idra. Dalla quale, per cinquecento anni si è prelevato il mercurio. Tale attività avrebbe causato il trasferimento di tale minerale nei sedimenti lagunari.
“Basta con gli allarmismi che potrebbero sembrare interessati”- sostiene Mattassi, che è stato anche Assessore regionale all’Ambiente e alla Sanità. “Sono stato il primo – specifica – a scrivere sulla presenza di mercurio nella Laguna, nel 1987 su incarico dell’USL Bassa Friulana e dell’Università di Trieste; presenza che è analoga in tutto l’Alto Adriatico”.
Si tratta di mercurio, o cinabro, che come specifica Mattassi non è biodisponibile.
Ovvero, non può venire assimilato dall’organismo umano semplicemente attraverso l’alimentazione.
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Vedete. Una notizia che non c'è, o poteva essere trattata solo da ambienti professionali interessati, diventa pubblica con titoloni per creare spavento e conseguentemente interesse, salvo poi smentirla con un articoletto successivo in corpo 8 tanto per mettersi la coscienza a posto, e via così. Questa è l' informazione che ci tocca.
Barboni!!!

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