Tra le tante lette e sentite in giro ieri a proposito dell' incontro tenutosi all' Astoria tra gli imprenditori locali e i rappresentanti e dirigenti delle Istituzioni, questa analisi fatta da un professionista come Guido Colocci, mi ha impressionato, perchè lucida, non faziosa, documentata e comparativa tra i diversi modi di procedere di due Comuni che, se pur diversi in ordine di grandezza, sono simili per finalità ed obiettivi turistici:
Grado e Trieste
Leggiamo Guido:
LA SITUAZIONE E' PEGGIORE DI QUANTO POTESSIMO PENSARE.
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.......il relativo regolamento, approvato in Consiglio Comunale nel 2008, è stato sottoposto all'analisi della Soprintendenza, con richiesta di approvazione, solamente a novembre 2013.
Il regolamento del Comune di Grado, sull' argomento, indica la tipologia ammessa per tavoli, sedie, poltroncine, montanti delle tende ( materiali - colori ) ecc......
....... e se la Soprintendenza non fosse, anche in parte, in accordo con quanto è stato previsto per l'allestimento delle aree in concessione ? Non abbiamo un regolamento approvato dalla Soprintendenza, quindi non abbiamo un regolamento ?
Vediamo la situazione di Trieste che in assenza di un regolamento, in accordo con la Soprintendenza, delibera di prorogare al 31 gennaio 2015 l' obbligo di adeguamento dei dehors, ed altro, al regolamento che nel frattempo verrà concordato ed approvato.
Questo è stato possibile in quanto quell' Amministrazione ha esposto le sue linee guida presentando le bozze del regolamento e relativi allegati tecnici, oltre a documetazione tecnica e iconografia di supporto conforme alla Direttiva 10 ottobre 2012 del Ministro per i Beni culturali per
"......assicurare il decoro dei complessi monumentali e degli altri immobili del demanio culturale interessati da flussi turistici particolarmente rilevanti, nonchè delle aree a essi contermini....."
...... e stipulato un protocollo d'intesa con il quale il Comune si impegna a redigere un Regolamento in accordo con la Soprintendenza entro il termine del 30. 4. 2014.
Quindi, tenuto conto dei tempi per l'espletamento dell' iter di approvazione e del poco tempo a disposizione per l'adeguamento delle installazioni, da poco tempo concesse, al Regolamento in via di modifica , come detto, tutto è stato prorogato al 31 gennaio 2015 - autorizzazioni di occupazione di suolo pubblico comprese.
In data 4 dic. 2013 delibera :
" I dehors già installati prima dell'entrata in vigore del presente regolamento dovranno essere adeguati allo stesso entro e non oltre il 31 genn. 2015 anche nel caso di concessioni e/o autorizzazione di occupazione di spazi e aree pubbliche con durata superiore e quindi dovranno essere sottoposti alle procedure autorizzatorie per la loro installazione secondo i procedimenti previsti, fatto salvo il diritto di occupazione di spazi e aree pubbliche già acquisito "
Quanti modi diversi di Amministrare........... !!!
Trieste aveva da tempo indicato la strada più razionale ...... Grado avrebbe potuto e dovuto fare la stessa cosa.
C'è un Update di Guido che val la pena leggere:
Le " monumentali " che sono state e veranno inoltrate, si configurano quale " richiesta di rinnovo " di autorizzazione per l'occupazione di suolo plubblico con tavoli, sedie ed altro ( tavoli, sedie ed altro che gli esercenti avevano già acquistato in conformità alle tipologie proposte dal Regolamento Interno ).
Facciamo un'ipotesi : la Soprintendenza ritiene che la tipologia dagli allestimenti non sia consona al sito di collocazione, ovvero non ne condivide la tipologia. .........a questo punto cosa succede ? .....si butta via tutto ? ...... la Soprintendenza non ritiene, che i materiali usati per la costruzione dei dehors, sia adeguata per un Centro Storico e vicinanze ...........*****
in genere non si fa, i commenti andrebbero al loro posto, ma vista la richiesta di un amico non mi posso sottrarre ad evidenziarli:
"Un grazie a Guido Colocci per aver saputo illustrare con chiarezza e lucidità quel pensiero che seppur tenacemente proposto, in tutte le sedi competenti, purtroppo, non è stato accolto ed ha portato alle nostre conseguenti dimissioni dalla Confcommercio - Mandamento di Grado.
Grazie
Rosanna & Renzo Dovier
Il problema a monte e' :" Grado vuole o no vivere di turismo??" Sarebbe utile avere chiare risposte da tutti i partiti politici, anche da quelli che lanciano il sasso e nascondono la mano. Non si può solo contestare e fare della contestazione il proprio cavallo di battaglia, bisogna creare fiducia e lavoro benessere e sicurezza per i residenti e per i turisti Guido La Raja
RispondiEliminaE' quello che si è cercato di spiegare a Tirelli, si chiamano regole sovraordinate alle quali il comune deve necessariamente adeguarsi. Vanno conosciute affrontate e poi all'interno di quanto delineato ci si muove per il bene della comunità. Ma qui a Grado piace il pensiero semplice: si o no, mamma o papà, milan o inter, amico o nemico. Se poi chi vuole questo è visto come "nemico" delle verande, mentre maricchio che è riuscito nell'impresa di farle smontare tutte, è visto come quello che sostiene i ristoratori......... beh, fa parte ancora una volta del,pensiero semplice.... miserie graisane madri della decadenza e della prossima fine del picolo nio.
RispondiEliminaCondivido la lucidità di Guido Colocci. Peccato però che i riferimenti legislativi e amministrativi si rifanno a Trieste, città notoriamente asburgica.
RispondiEliminaSe si prendono in considerazione quelli editi su Firenze e Bologna la situazione diviene ancora più complessa e,da un certo punto di vista, preoccupante.
Guido, è chiaro che Grado vuole vivere di turismo, ma sei sicuro che si possa farlo disattendendo le regole? guarda che la contestazione riguarda la gestione amministrativa fuori dalle norme e nepotistica, noi pretendiamo un' amministrazione all' altezza e garantista dei diritti di tutti coinvolti o no nel processo economico turistico.
RispondiEliminaRuggero ti dimentichi che anche Grado era ausburgica e allora?