05 dicembre, 2014

Caro Babbo Natale...

Il clima ormai natalizio mi obbliga a scrivere una lettera a Babbo Natale:


Caro Babbo Natale,
te lo dico subito: a me, scrivere a uno che non esiste, fa uno strano effetto. 
Non che ci sia qualcosa di male a non esistere, anzi. 
Il mostro di Loch Ness, per dire, non esiste ma ci fanno sopra un sacco di libri e trasmissioni, e ha fatto un capolavoro a livello di promozione turistica per quella zona. 

Lo so cosa stai pensando. Stai pensando che io, anche dopo aver scoperto che non esistevi – e stiamo parlando di quando? 50 e passa anni fa ormai? – ho continuato comunque a scriverti. 
Che ti devo dire, sarà che noi umani  abbiamo quest’ innata e irresistibile tendenza all’appellarci al metafisico, sarà che una corrispondenza che t’impegna per mezz’ora all’anno la si può sostenere anche se il destinatario non esiste, sarà che da bambino, quando ho scoperto che non eri vero, la prima cosa che ho pensato è stata: e allora?

Ora però veniamo alle cose importanti: i regali.
Alla mia età non posso certo chiederti il classico trenino. Dovrei chiedere, casomai, direttamente le Ferrovie dello Stato. Se non l’azienda tutta intera almeno almeno una poltrona nel consiglio d’amministrazione. 

Dovrei chiedere cose da adulto, lo so: un buon lavoro, una casa accogliente, una bella macchina. Anzi, dovrei chiedere cose da adulto calato nel nostro tempo: un lavoro qualunque, la rata del mutuo scontata (o l’esenzione dall’IMU – o come cavolo si chiama adesso). Ma sei Babbo Natale, mica il presidente del consiglio.
Potrei chiedere la pace nel mondo, ma so già che quella te la chiede Miss Italia, quindi niente.
Potrei chiedere una nuova legge elettorale, ma la stanno chiedendo tutti, e forse è per quello che si fa così fatica ad averla. 

Potrei chiedere una rivoluzione, solo per lo sfizio di vedere quanto lontano corrono a nascondersi quelli che la reclamano ogni giorno a gran voce.

No, davvero, è un bel problema. Non so cosa chiederti.
Anzi, aspetta, forse una cosa c’è. Non so se ne sei capace. Però, se non la chiedo a te che non esisti, a chi altro dovrei chiederla? 

Ecco, vorrei che mi regalassi un Paese normale, dove tutti abbiano coscienza del loro ruolo e si limitassero a fare quello che sanno, un Paese dove si possa parlare senza dover urlare ed essere ascoltati, dove le promesse non si fanno se non puoi mantenerle, dove si possa cambiare idea senza che venga considerato un fatto rivoluzionario e dove non ci sia niente di speciale ad essere normali. 

Ecco il regalo che voglio.

Ecco caro Babbo Natale, vorrei proprio che tu esistessi.






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