31 maggio, 2015

Progresso... " vemo buo al Progresso"




Finalmente parte la stagione turistica, ma  vediamo con le parole di Giovanni Marchesan "Stiata 

 "Lo sviluppo turistico agli Albori"...

...ora l' Isola aveva tutti i servizi, i foresti incominciarono a costruire hotel, ville, giardini fioriti, il numero degli ospiti andò aumentando di anno in anno .....come i prezzi!
e finalmente gli indigeni del luogo, uscirono dal loro isolamento abbandonando la laguna, la pesca, il mare crudele.

Tutti scoprirono il turismo e......fu l'emancipazione per la nostra gente.
una nuova vita, l'emancipazione. 

"EMANCIPAZIONE!... " 


Emancipazione... mai più pescator! 
Emancipazione... TURISMO...
Siam tutti...signor! 



Cù sbusa biliti...bareta fracàgia
Cù scava le buse, rastèla 'l sabiòn.
Un fà sù le tende, cù neta la spiaza 
Xe pronte le sdraio?-. Verzè 'l onbrelòn! 



Guardian de 'l albergo,trasporta valise
La camera neta... se volta 'l pagiòn! 
Cù smacia vistiti, cù stira camise.
Un lustra i utuni,un lava 'l salon! 



Emancipazione... mai più pescator! 
Tò stanghe de giasso, se'pronta i gilati 
Se spina la bira, prepara 'l frapè... 
Cù neta polastri, bransini e guàti. 



 Xe pronto 'l arosto?. Polpete per tre! 
E co'l vaporeto xe gita in laguna 
Cù porta in batela i siuri per mar 
E quando fà sera, co'l ciaro de luna...
Un canta, dò sona... per fa la zornà. 
Emancipazione... Mai più pescator! 
• 
Cù fita la casa, cù fita 'l caìcio 
Cù vende tirache, cù fà quel che pol. 
Un mostra le cese, un verze 'n uficiò 
Per vende calìgo... al posto de 'l sol! 



Emancipazione che bella parola 
Emancipazione... non più pescator! 
Evviva il TURISM0 che tutti consola 
Evviva il TURISMO .... siam tutti signor! 



Con queste strofe canzonatorie e foriere di verità Giovanni Marchesan "Stiata" descrive il passaggio dei "graisani" dalla condizione greve di pescatore a quella emancipata di cameriere. 

30 maggio, 2015

Grado, nuove direzioni


Ho attivato un' App adatta su Iphone e con la bici d' ordinanza (pastamobile) mi son messo a girare per il Paese per testare la nuova disposizione stradale con sensi unici spostati, barriere tolte e rimesse, strisce pedonali mobili e fioriere con le ruote e per finire telecamere intelligenti.
Il grafico che ne è risultato è quello che vedete in foto.

Epperò, ha un che di onirico!

Grado la città dell' amore.

29 maggio, 2015

Spirti Graisani

Mix di immagini su Grado e la sua Laguna, i suoi personaggi, le sue tradizioni, il modo di essere della sua gente, la spiritualità, la poesia e, perchè no, un po di ironia.

28 maggio, 2015

Istoria dei sogni di Grado



Breve cronoistoria semi fantasiosa raccontata in tono leggero e semi romanzata del passato prossimo di Grado:

"Correva l’anno 1962 e all’ignaro gradese sempre pronto ad abboccare come un gò alla prima esca luccicante veniva venduto il progetto che avrebbe cambiato le sorti della nostra economia.
Stessa tecnica, stessa spiaggia, stesso mare per poter dimenticare…

Presenti i maggiori esponenti della Spa Sviluppo Spiagge Alto Adriatico , si dà il via al grosso complesso dei lavori della Pineta della Rotta.
La prima opera da compiere è la grande strada sinuosa che sta alla base del progetto generale urbanistico ideato dal Dott.Prof. Arch. di Treviso.
Allacciandosi alla via che porta a Grado, la strada si infiltrerà tra gli alberi della Pineta fino a raggiungere Punta Barbacale, per poi congiungersi a quella di Monfalcone, che tra poco entrerà in funzione.
Nel bosco saranno operati anche diversi raccordi che serviranno, oltrechè per snellire la circolazione, anche per dividere una dall’altra le diverse zone che dovranno avere un carattere individualmente armonico.

Chiunque abbia visitato almeno una volta nella sua vita la nostra isola non può non essersi reso conto delle immense possibilità di sviluppo che La Rotta offre sia per posizione geografica, sia per la salubrità dell’aria derivante dalla fitta vegetazione, sia per la sterminata spiaggia che, con opportuni accorgimenti, è possibile far sorgere lungo il suo litorale.
La realtà, ora, sta prendendo il posto delle idee e delle intenzioni e le opere incominceranno a sorgere una dopo l’altra con la massima possibile speditezza, vediamo per Grado la possibilità di aprire un nuovo, ancor più fecondo periodo nella sua longevità si stazione climatica internazionale.

E' evidente che La Rotta diventerà ben presto un’appendice determinante per il futuro dell’isola.
Non si tratta solo di costruire per aumentare la capienza estiva di Grado, ma, soprattutto, di costruire bene per creare completamente ex novo un ambiente che abbia la possibilità di offrire all’uomo di città qualcosa di diverso da quello che ha trovato finora nell’Isola d’Oro.
L’originalità della questione consiste nel fatto che il nuovo nucleo, separato completamente dal capoluogo, sarà dotato di caratteristiche completamente diverse, e il nostro centro turistico raggiungerà la posizione davvero invidiabile di poter offrire l’incommensurabile conforto che ha offerto finora, accanto ad un conforto di sapore diversissimo, situato ad un paio di chilometri soltanto dal centro della città....."
___...___
"....La prima fase di Citta' Giardino e' cominciata, la nuova area residenziale garantira' agli abitanti tranquillita' con l'inserimento organico nel verde, creazione di parchi, la posizione vicina alla spiaggia favorira' lo sviluppo alberghiero, lavoro, ecc...."
___....___
"...Investimento previsto per la costruzione del Porto San Vito, ospitera' un complesso residenziale portuale con 500 posti barca, rimessaggio, ristorante, 50 posti di lavoro, ecc..."
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La vera novità è l' ipotizzata clausola salva imprenditori:
nel caso l'iniziativa sia fallimentare, l'amministrazione si è impegnata a spostare tutta la popolazione residente di Grado in Cavarera cedendo alla pari il centro storico e zone limitrofe.

 Avremo un campo da golf, volete mettere?

Notate bene non siamo ad oggi, anche se lo si può pensare, siamo nel 1962, e tutto questo romanzo è semplicemente l' incipit delle presentazioni dei vari  "Progeti", 

i risultati li conosciamo bene, ma gli incipit dei "Progeti" e la storia continuano...

27 maggio, 2015

Coppia di fotografi Gradesi vince concorso nazionale

La coppia Boemo Lorenzo e Fulvia Grignami, partecipando a vari concorsi nazionali di fotografia tengono alto il nome di Grado con le loro opere:

La Fondazione Roseto Botanico di Cavriglia “Carla Fineschi” consegna il primo premio all'artista gradese....Lorenzo Boemo 

vince il primo premio nazionale al concorso fotografico dedicato a Giancarlo Fineschi, giunto quest’anno alla quinta edizione. 

Il tema del 2015 è:     “Funghi, frutti e Bacche del Bosco”


 i frutti che nascono spontaneamente, senza l’intervento dell’uomo. Castagne, sorbe, giuggiole, ghiande, corbezzole, more di gelso, bacche di rosa canina, fragole selvatiche, funghi.
 A Cavriglia, in provincia di Arezzo-


A  TREBISACCE (CS) Calabria  Terzo premio assoluto  alla maestra Fulvia Grinami - con la foto

 "CASATA" 

al concorso fotografico incontro con gli alberi.

Motivazione: Per la poetica della composizione, la foto identifica l’albero come centro, dell’agora, come simbolo, totem, della vita associata e comunitaria. L’albero per alcuni versi diventa interno della casa, quasi famiglia. Il bianco e nero dona all’immagine morbidezza alle forme lasciandoci in con una sensazione di sospensione

Premio: Targa, pianta e libro

Il Concorso fotografico-naturalistico “Incontro con gli alberi” si pone l’obiettivo di mettere in risalto il rapporto tra alberi e uomo. L’osservazione dell’albero e dei suoi contesti, la creatività e le capacità fotografiche sono messi al servizio della conoscenza, della divulgazione e della salvaguardia del patrimonio arboreo italiano.


Beh!  E' evidente che le sensibilità arboree in altri comuni d' Italia sono diverse rispetto a Grado, là si pratica e si premia la salvaguardia, qui da noi si premiano i taglialegna, strano mondo.

26 maggio, 2015

Vacanza al mare -Un cielo sopra la testa


Oggi si parla di cosa fare per il turismo del futuro, per capire meglio vediamo cosa ci hanno tolto dal passato, quando la vacanza era una vacanza temporanea dai problemi, dalle preoccupazioni e la località turistica doveva presentarsi la più spensierata possibile per accompagnare in tutta la giornata l' ospite.

Oggi prevale  il turismo straccione delle seconde e terze case, il mordi e fuggi, l' ospite incazzato cronico che arriva qua a sfogarsi. 

Quando l' imbrunire calava si attivavano loro:
veri e propri Cinema Paradiso, i Cine all'aperto, una vera magia dell'estate gradese dei tempi che furono.

I loro nomi:   "S.Marco", "Azzurro", Parco delle Rose", Razzo.

Il primo "ssst!" partiva subito quando qualche ritardatario muovendo la ghiaia si sedeva rumorosamente, magari litigando sottovoce con i vicini per il posto da raggiungere.

Le atmosfere magiche create da qualche insetto che girava dispettosamente davanti all'obbiettivo del proiettore e rompeva la concentrazione degli spettatori sul film proiettato, le coppiette che si appartavano verso il fondo a sinistra dove il buio era più profondo e vivevano in un altro film.

Sembra sia trascorso più di un secolo invece era cinquantanni fa, ora sono malinconicamente spariti, erano l'appuntamento di prima serata per tanti turisti per poi proseguire nei dancing, anche quelli all'aperto, perchè la vacanza al mare questo richiedeva, un cielo sopra la testa.

La vacanza era poesia, un'atmosfera piena di musica, di gente contenta, di profumi delle cucine, con le luci del Golfo di Trieste come falene che proponevano un grande abbraccio con il mare.

Ora con cosa volete che ci abbracciamo, con i sostegni di cemento di fontane senza senso, con fondi piastrellati.

Nella foto Il cine "Parco delle Rose" nel 1940 durante uno spettacolo all'aperto.

25 maggio, 2015

Ricordare per amore


Ieri è stato il giorno della memoria, per il nostro paesello non un giorno propriamente felice, ma ricordare può servire per crescere, per fare tesoro dell’esperienza passata e scegliere, di conseguenza, come organizzare il proprio futuro.
Nel giorno della memoria, non ci focalizziamo sul passato, ma soprattutto sul futuro, da creare consapevolmente grazie a quanto imparato da quanto è successo.


IO, che sono consapevolmente arenato su questo banco di sabbia che è "Casa Mia", voglio ricordare e ringraziare i tanti personaggi "graisani" e non che con il loro lavoro, la loro dedizione hanno portato lustro a Grado e  approfitto, per fare questo oggi, del lavoro di ricerca fatto  dall' Associazione Grado Nostra  che, a suo tempo, mi aveva inviato un elenco di persone, gradesi e non,  meritevoli di essere ricordate per amore, l' amore che hanno profuso per la loro e  nostra Isola.

E' ovviamente un elenco incompleto, aperto ai ricordi di tanti altri, ma è un elenco di Graisani che meritano di non essere dimenticati perchè sono stati rappresentativi della Comunità e interessati a Grado nei campi della società civile, del sapere, della cultura, dell´arte e del turismo"



Guido Andlovitz (design), Graziadio Isaia Ascoli (glottologia), Joseph Maria Auchentaller (pittura),Giuseppe Barellai (scienza medica), Gravino Bellan (tuffatori), Alamir Betsch (canzoni), Ilia Bevilacqua Oltramonti (già consigliere comunale), Leonhard Bianchi (turismo), Giglio Boemo (teatro), Giovanni Battista Brusin (archeologia), Giorgio Buda Dancevich (scuola), Giuseppe Bugatto (società civile), Luigi Camisi (associazionismo), Paride Candioli (turismo), Vittorio Candotti (musica), Giuseppe Caprin (storici), Giuseppe Caressa (fotografia), Rolando Cian (società civile), Isidoro Cicogna (cristiano sociali), Pietro Clama (salvataggi spiaggia), Antonio Coceani (pittura), Antonino Codraro (personaggi estivi), Giannino Corbatto (canzoni), Nicolò e Giuseppe Corbatto (impegno sociale), Vittorio Criutti (teatro di rivista), Guglielmo Czubert (compositori), Mario Czubert (canzoni), Mario David (sportivi), Placido De Grassi (studio arenili), Ferruccio De Grassi (storia), Lucio De Grassi (versi), Luigi De Grassi (compositori sec. XVIII), Luigi De Grassi (glottologia sec. XX), Maria De Grassi (diarista), Vigilio De Grassi (archeologia), Werther De Minelli (giornalismo), Ugo Degani (grandi alberghi), Giovanni Degrassi (industria conserviera pesce), Salvatore Degrassi (versi), Onorio Dissette (canzoni), Antonio e Giuseppe Dovier (cine all´aperto), Carlo Dovier (pittura), Elia (patriarcato), Luciano Esposito (preparatori sportivi), Flaviano Facchinetti (tradizioni), Eleazzaro Nino Fidao (canzoni), Antonia Fonzari (scuola), Tomaso Giacomo Fonzari (grandi alberghi), Silvio Fulignot (pittura), Adriano Gaides (turismo),
Silva Gessi (serate culturali), Attilio Gordini (canzoni), Ernesto Grammaticopulo (eroismo), Claudio Granzotto (scultura), Egidio Grego (eroismo), Giacomo Gregori (storici), Giuseppe Gregori (musica), Zaccaria Gregori (patrioti), Giuseppe Lucio Grigolon (campeggi), Leto Grigolon (cultori del rito), Rinaldo Grigolon (musica), Traiano Grigolon (musica), Giovanni Grigolon "Tronbai" (canzoni), Vido Grigolon (cantori), Carlo Gruber (teatro di rivista), Pietro Kandler (storici), Gianfranco Ledri (scienza medica), Bepi Liusso (pittura), Nicolò Loi (storici), Bernardino Lugnan (associazionismo), Mauro Lugnan (preparatori sportivi), G. Maraini (fabbrica ghiaccio),Dante Marchesàn (canzoni), Marco Marchesàn (psicologia della scrittura), Piero Marchesàn "Canàro" (trovatori), Vittorio Marchesàn "Canàro" (musica), Pietro Marchesàn "Draga" (sabbionanti), Domenico Marchesini (prosa gradese),Giacomo Marchesini (società civile),Gino Marchetot (restauro), Silvio Maricchio (pittura), Stefano Maricchio (partigiani), Arturo Marin (canzoni), Biagio Marin (poesia), Falco Marin (eroismo),Faliero Marin (preparatori sportivi), Giovanni Marin (zelatori),Domenico Marocco (fotografia), Matteo Marocco (bonifiche anteguerra), Matteo Marocco (cine), Matteo Marocco (rivoluzionari sec. XIX), Narciso Marocco (eroismo), Romano Marocco (mazziniani sec. XX), Ivo e Gianni Marzola (villaggi turistici), Mario Maurizi (giornalismo), Libero Mazzi (giornalismo), Camillo Medeot (storici), Matteo Melissa (compositori), Vittorino Meneghin (storici), Mario Mirabella Roberti (archeologia), Antonio Mosconi (alti funzionari), Emilio Mulitsch (glottologia), Ippolito Nievo (scrittore), Felice Olivotto (musica), Leto Olivotto (canottieri), Matteo Olivotto (canzoni), Aldo Oltramonti (eroismo), Maurizio Oransz (turismo), Francesca Oss-Pinter (scuola), Giovanni Pacco (fotografia), Giovanni Padovàn (sindacalismo), Silvano Padovàn (musicisti gradesi), Padre Corrado (frati di Barbana), Claudio Pagliaga (musica), Gino Panciera (gelaterie), Bartolomeo Parovèl (pittura), Pier Paolo Pasolini (cinematografia), Mario Pigo (canzoni), Domenico Pozzetto (ingressi spiaggia), Marco Pozzetto (architettura), Stelio Pozzetto (canzoni), Antonio Raugna (benemeriti del lavoro), Pietro Raugna (ammiraglie per Barbana), Aldo Regolin (associazionismo), Federico Ribi (bonifiche), Luigi Rizzo (eroismo), Quirino Salvador (canzoni), Francesco Luciano Sanson (giornalismo), Nazario Sauro (eroismo), Antonio Scaramuzza (farmacia sec. XIX), Giordano Scaramuzza (macchinisti cine),
Maria Scaramuzza Rumici (scuola), Sebastiano Scaramuzza (poesia), Toni Scaramuzza (musica), Luciano Scarel (musica), Albert Schretzenmayr (congressi medici), Aldo Smareglia (sanità ospedaliera), Renato Soldati (scienza medica), Luigi Sturzo (società civile), Nandy Suman (canzoni), Sebastiano Bruno Tarlao (arte della conchiglia), Antonio Tognon (impegno sociale),
Sebastiano Tognon "Pantièr" (cantastorie), Virgilio Tognon (Caduti), Corrado Tomasin (cantanti), Edi Tonon (canzoni), Gioacchino Troian (voci per Barbana), Dante Turco (fotografia), Graziano Turco (fotografia), Ettore Vallauri (società civile), Aldo Venier (organizzazioni), Paolo Verginella (canzoni), Bruna Vianello Criutti (teatro di rivista), Karl Warhanek (fabbrica sardèle), Giorgio Zerbin (canzoni), Giacomo Zuberti (canzoni), Ilario Zuberti (associazionismo), Fiorenzo Zuliani (fotografia), Mino Zuliani (fotografia), 

In questo contesto va intesa la proposta di Grado Nostra, esprimere un grato ricordo a persone che nella storia con il loro talento e la loro opera hanno aiutato a rendere Grado significante, conosciuta e ricercata. 
Certamente è un primo elenco, pur incompleto, ma aperto e sempre prezioso.

Ringraziare - sono parole del parroco di Grado - è un atto altamente umano ed umanizzante che dimostra  l´ umiltà della persona che riconosce il bisogno dell´altrui aiuto, mette in evidenza la dimensione sociale della persona umana e la bellezza della collaborazione, ripresenta l´urgenza di aver sempre ben presente il "bene comune", inteso come bene di tutti e che offrire il proprio contributo specifico e disinteressato è un atto di amore alla propria Città affinché ognuno possa trovare il suo spazio. 
Ciò favorisce anche la formazione di gruppi che forniscono l´anima alla vita cittadina nelle sue varie espressioni artistiche e di civile solidarietà, rende i cittadini protagonisti della vita del paese e li fa crescere in talento e cordialità. 
Grado è ben dotata di vita associativa e su vari fronti, il che in un´epoca di tendenza individualistica e spesso anonima diventa una ricchezza di tutti. 
Ricordare nelle persone il passato, specie nel suo aspetto costruttivo e felice, diventa stimolo anche per noi gradesi di oggi, che viviamo l´inizio del terzo millennio cristiano per dirci "abbiamo tante possibilità e potenzialità per mantenere la nostra isola vivibile, accogliente e personalizzata".

I protagonisti di ieri assieme all´ ànzolo ci dicono "graisani steme ben"

24 maggio, 2015

Homo Graulensis


Ho letto recentemente un' articolo su un settimanale che parlava della nuova forma di comunicazione il "globalenglish" 
Globalenglish la nuova lingua che accomuna tutto il mondo.
Più immagini meno parole maggior velocità nella comunicazione
Si tratta del nuovo linguaggio usato per lo più in Internet che adatta in tutte le lingue termini della lingua inglese come (media, portali, siti, newsletters, blogs, post ecc....) e accomuna le parole (poche) alle immagini. 
Le considerazioni, amare, dell'articolista vertevano sull' impossibilità di fare ragionamenti profondi, di considerare le questioni in ballo nella loro pienezza, ma prendeva atto che così la comunicazione diventa globale e senza confini.

A tale proposito io seguo la vita del nostro amato lido di lacrime, come tanti immagino, attraverso Facebook e credo che qui da noi abbiamo inventato un nuovo tipo di linguaggio: il "Graisanglobal" uno strano dialetto maccheronico con un mix di parole ancora più complesso del Globalenglish, dove si rinuncia ad ogni tipo di sintassi pur di comunicare qualche cosa.


Si avverte dietro ogni messaggio l' urgenza di comunicare, di far conoscere il proprio pensiero, le proprie ragioni, allora si sovrappongono parole, si litiga per un nonnulla , qualcuno URLA, (malta, no, muro) tutto pur di prevalere, di farsi distinguere, di avere gli - I Like - numerosi da esporre come trofei.


Questo strano modo di comunicare mi fa pensare che il cemento sociale si stia sfaldando e la cifra connotante la nostra epoca sia la solitudine. 
Quindi strane fantasie, rancori, violenza. 
La verità, secondo me, è che dentro non siamo più solidi: 
è saltato il nostro antico contesto antropologico che si basava sulla cattolicità, sulle tradizioni popolari, sulla famiglia, sul villaggio.

Come cura io consiglierei di ritornare a rivedere la proprietà del  linguaggio che si usa per comunicare, perchè lo scambio serva anche a far crescere il profilo culturale con le sue proprietà aggreganti che evitano l' isolamento dal contesto sociale e a rinunciare per sempre a praticare il celodurismo. 

22 maggio, 2015

Caligae e riti propiziatori



Decisamente il tempo non aiuta, la Pentecoste è arrivata sull' onda di una perturbazione che sembra non voglia mollarci, dopo averci illusi con il tempo estivo dei giorni precedenti ora ci sta lasciando in braghe di tela proprio al momento del bisogno.
Mah? c' è bisogno di miracoli!

In questi tempi moderni  le previsioni del tempo hanno assunto un significato sproporzionato alle vere necessità di ognuno di noi, ma tant'è, siamo bombardati notte e giorno da previsioni in tutte le salse e condimenti, un tempo tutto era demandato all'esperienza e alle conoscenze dei vecchi saggi che mescolavano con grande ritualità realtà a misticismo.

Ma alle volte, nonostante la grande perizia che poggiava su conoscenze sperimentate dal tempo, c'erano dei fenomeni atmosferici molto temuti dai pescatori contro i quali si usavano degli espedienti che potevano essere considerati dei veri e propri riti in cui religiosità e magia erano fuse insieme. 

Uno di questi è chiamato la Quabita e i pescatori lo usavano contro temporali minacciosi e trombe marine per la salvezza di tutti coloro che sono in mare. 

Il rito veniva compiuto da un vecchio pescatore che disegnava sulla sabbia il Gropo de S.Simon in riva al mare poi, voltando il capo all'indietro, colpiva con un coltello il centro di questo disegno, nel mentre pronunciava:
S.Barbara e S.Simon deliberene de sto lampo e de sto ton e de sta saeta, S.Barbara benedeta.
Non era mai solo sulla riva, c'erano con lui altre persone che pregavano e cercavano di rispondere alle sue preghiere, quando non ne erano capaci si limitavano a dire: 


Anche questo come quelo .


E funzionava

21 maggio, 2015

Pomeriggio in Chiesa



Io non sono un habituè della Chiesa, ma sento alle volte il bisogno di entrarci e sedermi da solo sui banchi a fianco della corona di colonne.

Sono sicuramente attratto dalla frescura che aleggia in certi pomeriggi inoltrati, dalla intensa spiritualità e dalla pace assoluta.

Ma, come una falena, sono attirato dalla luce che fa magici giochi di chiaroscuro.


La luce che cambia. 
Lo sguardo che si perde nel vuoto. 
Il senso immanente di qualcosa che, dentro e nel fuoricampo dell'inquadratura, sta per accadere. 

Poi la decisione improvvisa, l'ho fotografata sperando di trasmettere con l'immagine le sensazioni che io provo. 

20 maggio, 2015

Le ali della libertà - Al Omo



Al Omo 
Un ulteriore recente lirica di Giovanni Marchesan "Stiata" che evidenzia uno dei problemi che la nostra Società occidentale si trova a vivere con diversa sensibilità.
Non ci sono giudizi da dare, solo un grande strazio per questi poveri cristi animati da una voglia insopprimibile di libertà e spinti verso di noi sull' onda di forze più grandi di loro e purtroppo a quanto pare, finora, anche di noi.

19 maggio, 2015

Pinsieri... a tempo perso


Periodicamente, come suo solito,  Giovanni Marchesan "Stiata" mi manda un commento in poesia della situazione, così come la vede lui.

Pubblicarlo è un piacere, leggerlo ancora di più.

Pinsieri a ...tempo perso.

Giovanni Marchesan "Stiata

18 maggio, 2015

Isole del territorio che non lo sono più


A volte penso, così a sensazione, che tutto quello che scrivo interessi più ai foresti che ai locali indigeni.

Allora forza, dedicato ai:  "Foresti de Palù"

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Ai margini del territorio gradese di terra tra Belvedere e Boscat c'era un tempo una grande valle circondata da una grande pineta condotta e vegliata da un Gradenigo del ramo povero dei grandi Dogi di Venezia, pescatore e marinaio delle navi della Repubblica Veneta, ferito in battaglia e premiato dalla Serenissima con un lavoro di tutto riposo e una casa in un feudo marginale:
La Centenara
"Dove il feudo della Centenara affoga nella Palude, un ponte di tavola metteva al casone del guardiano delle peschiere. Faceva quel tugurio posticcio da sentinella, incrostato di conchiglie e circondato da gusci vuoti, guardava la campagna di Aquileia con le nebbie spesse, le sue febbri, i fieni che sul terreno molle crescevano alti come biade"

Così descrive il Caprin la situazione del vecchio soldato e pescatore gradese a guardia di una terra contestata e ceduta ai signori della guerra friulani.

Prima territorio gradese, contestato e ceduto al Patriarca Aquileiese, conquistato dai veneziani ma ceduto ai Savorgnan per premiarli dell'apporto alle guerre della Repubblica, venne da questi ceduto dopo cinque secoli ai Colloredo di Montalbano.

Ci sono varie ipotesi sull'origine del nome:
per alcuni storici deriva dai "centonari" i sarti militari romani che fabbricavano vele e corde per navi, per altri i "Centonarium" erano soldati disboscatori perchè al tempo la Centenara era ricca di alberi che formavano una grande pineta.

Per capire bene qual'e la collocazione geografica della Centenara, oggi è la zona del Campeggio di 
Belvedere.  

Sapevatelo!

17 maggio, 2015

A spasso per le Isole Gradate.


Grado o Acque Gradate  l'origine del nome dovrebbe essere questa,

"sembra che quelle Acque Gradate fossero dove è situata l' Isola e Città di Grado, lungi ben più di 8 miglia dalla città di Aquileia"   dice il Palladio.

ma oltre a Grado c'erano le Isole Gradate.

La Laguna è ancora sconosciuta a tanta gente vediamone un po di storia.
Delle antichissime Isole Gradate, esistono ancora le seguenti:

San Pietro d'Orio, una volta terra congiunta con l'Isola di Grado; gli storici hanno accertato che i romani vi eressero un tempio dedicato al Dio Beleno sulle cui rovine il Patriarca Elia costruì un tempio, distrutto da Popone, e rifatto dai Patriarchi Gradesi, dato poi in custodia ai monaci Benedettini: 
Il mare corrose il punto più stretto dell'isola aprendosi un passaggio che fu denominato Porto Piccino. 
Nel 1578 passò in giuspatronato ai Patriarchi di Venezia, la chiesa venne affidata ai Frati Francescani.
Una terribile inondazione nel 1779 rovinò la chiesa, danneggiando il campanile, ricostruito nel 1820 con il contributo della Borsa di Trieste perchè serviva da faro per le barche. Definitivamente abbattuto nel 1915 dagli italiani per non offrire bersaglio alle batterie costiere austriache.

San Giuliano
, aveva in origine circa tre miglia quadrate di superficie, Il Patriarca Fortunato parla nelle sue cronache di un monastero che esisteva nel IX secolo, intorno l' isola vi sono numerosi resti di ville romane.

Santi Cosma e Damiano o Isola di Gorgo
, si è ingrandita con le secche, le tracce dell'antica strada romana che univa Aquileia con Grado l'attraversano, numerosi resti umani e oggetti antichi sono stati ritrovati.

Barbana
, conosciuta ormai in tutto il mondo per il suo Santuario dedicato alla Madonna, si presume sia stato un antico lazzareto e rifugio per viaggiatori,

Isola dei Busiari, in mezzo alla laguna nei pressi della foce del Natissa

Isola dei Luvi, nei pressi del Belvedere

Monton, nei pressi dell' imboccatura della Natissa, in antico lasciata a fieno

Volpera
, nei pressi di Belvedere ora con un campeggio

Zemole, antico e prospero possesso dei Patriarchi, con grandi ritrovamenti di monete ed oggetti antichi negli anni passati.

Villanova
, nei pressi di Isola Gorgo. Ritrovamenti di ossa antiche di grandi dimensioni fanno presupporre ad antichi insediamenti celti. 

Così quando navigate per la Laguna guardatevi intorno e pensate al passato.

16 maggio, 2015

Avete uno stuzzicadenti no?



Ho passato metà della giornata a smadonnare con il computer: non mi riuscivo più a collegare ad internet. 
Provo, smanetto, smonto, rimonto, ricarico, stacco le prese, riattacco: niente: linea morta, finestra triste che appare, con teutonica monotonia, a dirti: connettività alla rete assente.
Odio quando internet salta: non è solo perché, d’improvviso, mi sento tagliato fuori da tutto il resto del mondo, come se mi avessero sbattuto su un’isola in mezzo al mare, una Sant’Elena all’ennesima potenza, e altro che onda su onda banane e lamponi, siamo più dalle parti del baobab triste e nemmeno un prete per chiacchierar

Poi passi alla fase demenziale successiva:
 Il call center dell’assistenza è pensato come un videogioco, se uno ci pensa: man mano che vai avanti, aumentano i livelli di difficoltà. 
Level 1, devi superare il risponditore automatico, cioè quel coso dalla voce di angelica signorina che ti sillaba, suadente: “se desidera ricevere informazioni sulle nostre ultime offerte, digiti 1; se desidera ricevere informazioni sulle nostre ultimissime offerte, digiti 2..” e avanti di questo passo fino a 999, quando, terminate tutte le possibili offerte comprese quelle per l’acquisto di una batteria di pentole acciaio inox 18-10, a te che sei stremato, con le dita raggrinzite attorno alla cornetta, arriva l’ultima proposta di miss Digito, che viene detta in un soffio, e anche tirando parecchio in fretta, come se fosse cosa particolarmente disdicevole da dire: “Se desidera segnalare un guasto digiti 999…”
Tu pensi: Sìììììì! Ce l’ho fatta! e con mano tremante finalmente componi il numeretto indicato.
Ce l’hai fatta un cippa, naturalmente. 
Quello è solo il segnale che hai superato la prima prova, e sei arrivato al level 2; quello in cui ti mettono in attesa per una mezz’oretta, mentre la signorina Digito ti informa che tutti gli operatori sono occupati; ma intanto, cortese cortese, ti ammannisce una musichetta simpatica da ascoltare. 
 La signorina Digito, intanto, ti ripete a intervalli regolari di non mollare, perché perderesti la priorità acquisita: che fare? – ti domandi tu, in quei momenti eterni -Dare ascolto alla voce del buon senso, che suggerisce di mandarli a cagare e andarti a mangiare un panino in cucina, o sorbirti l’ennesima esasperante canzonetta e tenere duro? 
In quel momento ti passano davanti in un flash i motti colti tipo: “Qui si parrà la tua nobilitate!”, i volti dei nonni marinai in mezzo alle bufere e quindi freni la mano che stava già lì, ad appendere definitivamente la cornetta, e decidi di rimanere. 
Din don di approvazione, musichetta infernale che si ferma, mentre miss Digito ti rende l’onore delle armi e ti saluta, come un Virgilio che saluti il suo Dante dopo averlo accompagnato ai cancelli del Paradiso: 
sei passato al Level3
Ora, se non ci sono inghippi, parlerai con l’Operatore.
L’Operatore, a dispetto del nome, è un tizio che ha la voce da ragazzino stanco, anzi ciancica le parole come se stesse ciucciando una caramella. 
“Da dove chiama? Nome dell’intestatario del contratto? Numero di telefono?” Tu cerchi di spiegargli il problema, ma a lui il problema non interessa, o meglio, interessa molto meno di quanto non gli prema determinare se ti ricordi con quante g esattamente si scrive il tuo cognome. 
I successivi venti minuti sono impegnati in un vertiginoso giro di spelling, perché per l’Operatore anche il nome più idiota, tipo Marco Rossi, presenta sempre irrisolvibili dilemmi di ortografia. Ma tu sei un drago del gioco, ormai. Non ti lasci ingannare, dribbli i suoi dubbi sulle doppie, chiarisci in che punto esatto vada scritto il gn del tuo cognome, e finalmente arrivi a dirgli qual è il problema. 
Al che l’Operatore, ammirato forse per la tua sagacia, ti annuncia il passaggio al level4 con queste parole: “E’ un problema di adsl, le passo il tecnico…”
Il Tecnico! Cioè, non so se capite: se il Call center è strutturato come un percorso iniziatico, il Tecnico è praticamente come arrivare al Nirvana. 
Il Tecnico è colui che ha la conoscenza, l’unico in grado di comprendere e sanare, una figura taumaturgica, un inviato divino, in pratica il Demiurgo Buono Signore delle Linee, colui che possiede luce e grazie a lei può portare la felicità al mondo…
Il Tecnico, difatti, non si perde in chiacchiere, ma ragiona con logica binaria. Parla per ordini secchi e con aut aut: “Stacchi tutti i telefoni! Ha staccato i telefoni? Ecco, adesso tolga i filtri dell’Adsl! Mi sente ancora? Allora non è il filtro dell’Adsl. Controlli il modem! É acceso? Allora non è il modem! Apra Chrome! Lo ha aperto? Allora il problema non è Chrome! Inserisca l’indirizzo IP. Non glielo prende? Allora il problema è l’indirizzo IP.”
“E cosa devo fare?” chiedi tu, che ti senti piccolo piccolo e quasi quasi ti domandi se, nel rivolgerti a lui, anche se stai il telefono non sia il caso di metterti comunque in ginocchio.
“Deve farsene assegnare uno nuovo!”
O madonnina santa, pensi tu, mentre un brivido ti scorre la schiera, sarà una procedura complicatissima, richiederà almeno una telefonata alla Nasa, forse una interpellanza in Parlamento, magari un’udienza dal Papa…
“E che devo fare?” domandi tremebondo.
Il Tecnico, per un attimo, pare a sua volta interdetto. 
Deve svelarti così un suo alto segreto, uno di quegli arcani che forse i tecnici si tramandano di padre in figlio, e anche lì con cautela, dopo aver fatto giurare il pargolo sopra un altare cosparso col sangue d’una vittima appositamente sacrificata? 
Ma poi forse conta che è domenica sera, lui è anche già quasi a fine turno, e tu, in fondo, hai una voce simpatica ed è chiaro che soffri, soffri soffri. Così ha un moto di pietà, sospira e poi risponde:
 “Ha uno stuzzicandenti?”
“Eh?”
“Sì, uno stuzzicandenti, quello da cucina, ha presente? Ecco, ne prenda uno, giri la scatoletta del moden, e ficchi lo stuzzicadenti nel buchino dietro, quello piccino, con scritto a fianco reset
Lo tiene pigiato per dieci secondi, finché la lucina della connessione non smette di brillare, poi toglie lo stuzzicandenti e riavvia Chrome. Riparte tutto.”
“Con lo stuzzicandenti?”
“Con lo stuzzicadenti.”
Tu vai in cucina, riesumi dal fondo del cassetto l’ultimo stuzzicadenti sopravvissuto, ti precipiti in camera, giri il modem, gli ficchi lo stuzzicadenti nel buchino a mo’ di supposta.
 Il modem la prende male, s’illumina per un attimo, fa uno scaracchio di disapprovazione, poi si cheta, tu clicchi su chrome e, effettivamente, ti accorgi che riparte tutto.
“Funziona!” gridi, quasi.
“Glielo avevo detto, no?” fa il Tecnico, con quel tocco di bonarietà nella voce che gli dei hanno verso gli umani che stanno loro simpatici.
“be’, allora grazie.”
“Si figuri.”

E tu resti lì, con il telefono che fa tu-tu-tu a segnalare la comunicazione finita, la cornetta in una mano e lo stuzzichino nell’altra. 

Può capitare a tutti e per cui:
“Ok, boys, niente panico…avete uno stuzzicadenti, no?”


14 maggio, 2015

Dediche a gente che conosco

Oggi è giornata di ringraziamenti a gente che mi segue e quando può collabora con foto, video consigli e documenti.

La prima foto è del cuore, L' APG delle origini i fondatori l' anno è il 1960.
La foto è di A.Cesare Marocco Presidente di Grado Nostra
Prima squadra di pallacanestro-Apg 1960: 
in piedi il quintetto base dei giocatori fondatori l' Apg
Saccavino, Gary Dissette, Gian Mario Mittino. A. Cesare Marocco, Edi Thomann. Davanti i primi componenti storici della squadra:
Bellan, Noris Marocco, Dall'Are e Guido Dal Dan.




Una dedica anche a Lorenzo Boemo qui ripreso da Dante Turco nel 1970 con dott. Malfertheiner allora direttore dell' Azienda Autonoma diCura e 
Soggiorno Grado,   ---Mal dei Primitives,----Lorenzo Boemo 

Poi un' immagine una po enfatizzata della scultura in legno "La  Balena" che Nico Gaddi ha esposto all' Hotel Savoy, spero mi perdoni se ho provato a riportarla nel suo ambiente originale.