13 novembre, 2016

La Batela



  Ho   letto oggi che la "Batana" Rovignesa sarà protetta dall' UNESCO; ho anche letto che la Comunità di Rovigno si adopera per la valorizzazione della loro cultura peschereccia e della costruzione di piccole unità da pesca facendone uno strumento di attrazione turistica, eppure anche noi a Grado potremmo portare dei fiori all' occhiello del nostro passato recente, perchè la Barca e il remo sono stati per i graisani strumenti di vita:

La batela in effetti è stata per secoli lo strumento più semplice e più efficace dell'economia graisana.
E' tipica della laguna Graisana, derivata sicuramente dall'imbarcazione a due punte in uso nel Mare Adriatico di cui l'esempio più noto è la gondola veneziana, adattata alle esigenze dei bassi fondali lagunari e da un moto ondoso poco pronunciato proponendo il fondo piatto senza chiglia.

Si presta anche alla vela al terzo, qualche volta con un fiocco e timone maggiorato per servire anche da deriva. 

Barche piccole e apparentemente insignificanti che sono sopravvissute ai mutamenti imposti dal progresso senza attirare l’attenzione pur meritandone non poca. 

Attenzione che bisognerebbe manifestare proponendo un risveglio generale in materia di archeologia e etnografia nautica da parte di studiosi qualificati con incontri anche internazionali che si potrebbero tenere a Grado sede ben qualificata per accoglierli.
.
Le Batele si suddividono in vari tipi pensate per situazioni diverse:

Batela levagia: a fondo più covesso, fa meno attrito nel movimento e favorisce il disincagliamento dal fango;

Batela calagia: a fondo dritto, usata per lo più per la vela e quindi più usata in mare;

Batela de stiopeton
: usata per la caccia, alta al massimo 30 cm. per bassissimi fondali,
si usava un palo per la spinta (pontando) oppure un remo corto detto "penola";

Batela de cana o de serà
: barca grande anche 9 metri usata per le canere e le cane de seragia;

Batela de siuri
: barca grande molto colorata e con le vele al terzo, provvista di sedili messi sul cavo de banda per turisti. 


Che pelassa che le veva 

quele femene in batela, 

le veghevo vogà de fuga

stando sora la scogera.



Le dotore e pititele,

queste quà le più famose,

le saveva vogà in coppia 
                        
                        
e se sole a rimi in crose.        Teti Dovier

Nessun commento:

Posta un commento