tera de la gno zente
piena de sinistri, piena d'arche
e può de fntulini e puo de barche
che va per mar cò vele tese o lente
vissero a grado i voli di tante ali.
tera de la gno zente
piena de sinistri, piena d'arche
e può de fntulini e puo de barche
che va per mar cò vele tese o lente
vissero a grado i voli di tante ali.
Gravo antigo
De Gravo antigo la so storia ciara Gnissun la sa e la savarà per mai
E tra quii che no cree me meta a gara. Co le marine mundi deslargae
Qua gera de eia nome la fortessa
Sul più levoso a giusta veritae;
Cu dise che ebia qua dao zoso i fundi Cu, che de più 'l mar s'ebia solevao, Comò se veghe infora piere afundi. Ma co più sigurtae se sa de quando Gera Atila a destruzeh Naquilea
Che a Gravo i Patriarchi 'i aveva brando,
Lafe, e che se poi ben mostrah col dea
Che in Ciesa tanti i so ossi'i li ha sepulti
E 'l so palasso che 'ncuo 'l ze in bareo.
Sora tante urne e sparse antichitae,
Sto Gravo 'l veva più de vinti ciese,
E donca j se poi dih: gera çitae:
Che per ben creeh, ve basta ghitahj vardo
A tantefondamente, in mar fondae
a grado questa fotografia si ripete da decenni 60 anni di storia e storico sentimenti e passione, tanta gente ha creato legami anche duraturi, per essere a grado è una delle scosse più belle che siano capitati.
grado un’isola stretta tra mare e laguna, aperta alla luce ed alle voci del vento, ha profonde misteriose radici, una civiltà segretamente custodita lungamente sedimentata.
i gradassi risono sempre sentiti orgogliosamente diversi, fedeli e coerenti con la loro storia innestati saldamente nelle strutture civili e politiche storiche.
da cicil loro gloriarsi tutt’altro che servile facciamo parte delle repubblica di s.marco il massimo del prestigio di cui eravamo i depositari.grado ha una città è fabbricata in forma lunga e stretta, quasi a modo di galea, ed è circondata da muraglie antiche.per chi è avvezzo a servirsi di navi grado figura come una proiezione sul mare aperto una galea pronta a salpare
grado ha una città è fabbricata n forma lunga e stretta, quasi a modo di galea, ed è circondata da muraglie antiche.per chi è avvezzo a servirsi di navi grado figura come una proiezione sul mare aperto una galea pronta a salpare
Nuoli
Vi sarà capitato di esclamare - ma tu son più fastidioso de una piatola!- di questi tempi e con le frequentazioni enormemente allargate dall' uso del Web, è facile incontrare questa specie antica di rompiscatole che attacca bottone, fa l' amicone, sa tutto lui, è autoreferenziale al massimo.
E si lamenta, le piatole si lamentano continuamente, sono eternamente scontente, ti assillano con i loro problemi e finisce che per quieto vivere dai loro ragione purchè la finiscano.
Una statistica americana ('sti americani fanno statistiche su tutto sono delle vere piatole) dà loro ragione, alla fine del percorso di rottura di conagi e lamentazioni varie arriva la luce del successo personale e del denaro.
SI ! fare la piatola paga, ma che palle!
Poi ci sono le piattole da social network, quelli che ti iscrivono a gruppi vari senza chiederti se ti va, ti sottopongono alla tortura di migliaia di mail indesiderate (uno spam incontrollabile) senza che tu possa dire bah!
Ti martellano di post con link su praticamente tutto lo scibile umano, aggiungono le foto dei loro parenti sino alla settima generazione, dicendoti guarda qua che bello!
La piattola cerca in ogni modo di influenzare la tua vita e questo vuol dire che non vive serena, che non ha un cazzo da fare e che non ha nessuno su cui concentrare le sue frustrazioni.
Proprio per alleviare le sue sofferenze proporrei la sua soppressione.
Ma, riflettendo, è quello che faccio anch'io, casse! son una piatola!
“SCOPRIRE IL PERCHÉ DEL SOPRANNOME “ISOLA DEL SOLE”
Arrivare a Grado è già un'esperienza in sé. Mettiamo che siate partiti da Aquileia, dopo una visita alla sua stupefacente basilica mosaicata (lo so, non è in Venezia Giulia, ma visto che siamo in zona non è proprio il caso di mancarla). La strada che ci si trova a percorrere, semplicemente, a un certo punto è l'unica ”
Passi di: cose da fare nella Venezia Giulia almeno una volta nella vita”.
“striscia d'asfalto che taglia l'acqua della laguna. Qua e là potete scorgerne i suggestivi isolotti, alcuni con i caratteristici casoni di paglia costruiti un tempo dai pescatori. La soluzione migliore è tenere tra le mani una cartina stradale, magari quelle a due facce che troverete in ogni ufficio turistico, da un lato Aquileia dall'altro Grado, su cui vista la dimensione è facilissimo seguire con il dito la rotta che stanno Macinando le ruote. Sul ponte, che risale appena al 1936, potreste trovare un semaforo rosso e la sbarra abbassata: preparatevi allora a sbalordirvi. Come un pezzo di pista in miniatura, infatti, una sezione del ponte ruota su se stessa, ”
Visitare però mette appetito: niente di meglio, allora, che un buon boreto.
cose da fare nella Venezia Giulia almeno una volta nella vita”.
“allora, che i tavolini all'aperto di uno dei tanti locali che si affacciano sulle stradine. Abbiamo già parlato del boreto alla graisana, ma se preferite spanciatevi di vongole, sepe sofegae, passere di mare, e qua finisco un elenco che potrebbe continuare a profusione per ricordarvi di annaffiare il tutto con un buon bianco, oltre che con i classici asparagi, stagione permettendo.
Mentre digerite, magari sulla panchina della terrazza affacciata sul mare, potreste trovare impossibile che una città tanto poetica della Venezia Giulia non abbia un suo scrittore. Infatti Grado anche ha avuto il suo cantore: il poeta Biagio Marin, che ne ha messo in versi la longa istae e l'ha descritta utilizzando il suo dialetto, il graisan.”
“101 cose da fare nella Venezia Giulia almeno una volta nella vita”.
“versi la longa istae e l'ha descritta utilizzando il suo dialetto, il graisan.
Se avete avuto il regalo di una giornata calda, col cielo terso e pulito, non vi dovrebbe essere difficile capire il perché del titolo di questo capitolo, nonché del soprannome “Isola del sole”.” l sole fa parte della politica turistica ed è cosa scontata.
Xe gambiaminti sigondo i misi cò cresse l'acqua o la va zò.
Xe la fele cò la mesa luna, dopo la va in dosana e cressente, pé rivà fin che fa 'ponto forte' sia co'l tondo o scuro lunar.
Fele de acqua la colma e seca,
La storia è una rassegna di rivoluzioni.
Dopo secoli di stanca rassegnazione e sottomissione, a Grado una luce.
Uno dei passi in avanti (step) che la Comunità dei pescatori gradesi ha compiuto nel passato recente si può definire rivoluzionario perchè rompeva un archetipo storico di sudditanza.
C'è una data che segna una svolta storica tra la Grado peschereccia atavica e quella moderna.
2 aprile 1930.
E' la data di costituzione della Società Anonima Pescatori Lagunari di Grado.
In un colpo i pescatori si scuotono e riunendosi in 39, tanti sono stati i primi aderenti alla nuova società, si pongono obiettivi comuni, si sottraggono allo sfruttamento dei commercianti e puntano a migliorare, oltre che sotto il profilo economico, anche in quello culturale ponendosi, altresì, anche l'obiettivo della mutualità e dell'assistenza ai meno fortunati.
Nel 1932 la Società era attiva nel locale Mercato Ittico vincendo resistenze e boicottaggi dei commercianti.
Intando le adesioni crescevano e nel 1940 la Società concludeva con il Comune il contratto di affitto della "Valle Artalina" tuttora in corso e finalmente si dotava di una sede sociale di proprietà in Riva Dandolo.
Veniva così sfatata così in pochi anni la diceria dei compaesani "scartossiti" e foresti "sensai" che consideravano la categoria dei pescatori "poveri e ignoranti" e creando una diceria nuova:
"i ze carghi de soldi e i li mete soto al stramasso" .
A questo proposito devo dire che mio padre, che era pescatore, si è dimenticato di dirmi soto qual stramasso li ha missi.
Nianche a cason soto al pagion li he catai !
beh! tuo nonno era mio zio, casoner de origine, per lui vogare era similitudine di camminare, ciao enio