20 maggio, 2023

EUCARESTIA


 Eucharistòn tò Theò kè tì Aghia Eufemìa upèr pantòs toù oìkou mou, epoìsa pòdas ekatòn 

Si traduce:

 < Essendo grato a Dio e a sant’Eufemia per tutta la mia famiglia, feci eseguire cento piedi di mosaico>.



 In breve, il dedicante ringraziò Sant’Eufemia, per la protezione accordata a sé e ai suoi congiunti; essi avevano corso qualche grave pericolo, non meglio specificato, ma l’avevano scampato grazie a un intervento soprannaturale

S’identifica la prima Beta con dhia-chiliàdhes, 2000, perchè, nel sistema greco di numerazione, un piccolo segno in basso a sinistra evidenziava le migliaia; l’Omicron sta per evdhòminda, 70; la Rho per ekatòn, 100; e l’ultima Beta per dhìo, 2. Si deduce che questa determinata serie di lettere va intesa come la cifra <2172>

L’opinione dominante è che il numero 2172 indicasse una data, e precisamente quella in cui Giovanni appose la propria dedica a Sant’Eufemia: si sa che l’epigrafe fu dettata poco prima del 3 Novembre del 579 d.C., perché allora, a Grado, si tenne un animato sinodo dei vescovi sottoposti alla cattedra di Aquileia; e, per l’occasione, come dice un’altra iscrizione, fu ultimata la nuova pavimentazione della basilica.

CONCLUSIONI.

Il risultato della nostra indagine si può riassumere così: Giovanni fu un uomo pio, di lingua greca, molto dotto, ma estremamente discreto; visse nella seconda metà del VI secolo d.C., in un periodo storico travagliato; fu spinto a ritirarsi presso il vescovo Elia, nell’isola di Grado, dove gli parve d’entrare quasi in una Nuova Gerusalemme; i chierici e gli intellettuali laici del luogo erano rattristati dalla società civile ormai al collasso e dalle dispute interne alla Chiesa, e si consolavano all’idea che, quanto prima, Cristo avrebbe trionfato su Satana; perciò, il nostro personaggio, sul mosaico pavimentale della cattedrale, sentì il dovere di definirsi, in codice, come ; siffatto invito alla speranza derivò forse la sua originale forma cifrata, molto lontana dal senso comune, oltre che da una profonda interpraetatio della Bibbia, anche da una possibile familiarità con la Precessione degli Equinozi e col moto degli astri, secondo un modello non-tolemaico del Cosmo della cui esistenza non abbiamo le prove ma che non è più così assurdo ipotizzare. 


Lo spaccato di erudizione e di spiritualità che ne deriva ci mostra una Grado del VI secolo ricca di sfacettature e di tribolazioni.

 La segnalazione della pubblicazione me l'ha fatta l'amico Lupi sempre attento ad ogni riferimento su Grado. 



Questo post del 26/1/2008 è stato quieto per questi anni e finalmente ieri uno degli autori: Mario Codebò  ha aggiunto nei commenti un update, rendendomi contento e soddisfatto del lavoro che si fa.

Le cose buone lasciano sempre traccia di se e prima o poi riemergono dal melting pot del web tornando a brillare nell' attualità.

Questo il commento:

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