28 febbraio, 2009

Mario David


Mario David (Grado, 13 marzo 1934 – Monfalcone, 26 luglio 2005) graisan, giocatore di calcio, un campione. (vedi raccolta foto) pdf

I gradesi sono sempre stati portati per il gioco del pallone ma pur avendo talento ben pochi hanno passato le frontiere regionali per entrare nel giro nazionale.

Mario David è stato il più famoso di essi, talento indiscusso, piedi sensibili, carattere e forza le sue armi in campo.
Inizia a giocare giovanissimo nel 1948 e nella sua lunga carriera giocò nel Lanerossi Vicenza, Roma, Milan (con cui vinse una coppa dei Campioni) e Sampdoria e chiuse nell'Alessandria.
Notevole il suo curriculum di nazionale con 34 convocazioni, famoso l'episodio del pugno
fantasma a Sanchez in Italia Cile del 1962 che ne determinò l'espulsione e la sconfitta della nazionale ai Campionati del Mondo.

26 febbraio, 2009

Piero "Canaro" Marchesan


Pietro Marchesan, detto popolarmente “Piero Canaro” è uno dei tanti personaggi della nostra Isola che ha lasciato traccia di se attraverso le parole delle sue canzoni.
Le componeva scegliendo musiche e tracce musicali già note plasmandoci sopra i testi, che rappresentano tuttora uno spaccato straordinario della Grado degli anni trenta.
Sin da piccolo mostrò la sua passione per le cose belle, raffinate ed umoristiche e coltivò ben presto le sue doti canore e poetiche, componendo le più svariate canzoni per tutti i momenti della giornata, dalla dura vita lavorativa di molte donne nella fabbrica di sardine, agli innamoramenti serali lungo la diga della spiaggia.

Questa è significativa.

MINIGHINA e COLO’

Sul reparo xe dò: “Minighina e Colò”
Ciapai strinti a brassacolo, duti dò in confusion.
Elo dise: amor, tu m’ha tolto ‘l gno cuor.
Ela sbassa la testa, brontolando cussì:
Va là, va là balòlo tu son capòn,
Dame de intende a me no xe rezòn,
T’è visto l’oltra sera co’ ‘na furlana
E tu ne ganbi sete a la setemana,
E tu t’ha ‘l cuor tagiào in mile fete
Sarave megio che tu ‘ndissi prete,
No’ tu saravi tanto delinguente:
Te volarave ben duta la zente.

Ganbiaravo ‘sto vissio e faravo giudissio
Se catesso una mamola che la fossa cussì:
Bela comò ‘na stela del paradiso,
Do oci pitosto scuri ma bianca in viso,
* che no’ la vaga tanto a torsiolando,
* che no’ la vaga tanto a remengando,
Che l’ebia almeno do busi del sovo
E la pignata che boge là sul fogo.
Che no’ la sia tanto ignorante,
Che sia un bel tipo snelo e ‘legante.


25 febbraio, 2009

Albergo Soffuso (a ciacole)


Dispiace tornarci sopra, ma l'Albergo diffuso in Laguna diventato cavallo di battaglia del futuro turistico di Grado mi sembra più un paravento per una pochezza d'idee che un vero progetto.

Andiamo per ordine:
Nel 2006 si comincia a parlarne, ma il progetto è un parto dell'Ammnistrazione in scadenza per cui tra le polemiche viene accantonato,
Nel 2007 la nuova Giunta con una virata di 180 gradi sposa il progetto decidendo di ridurre il numero degli attori, solo il Comune con pochi imprenditori interessati.
Nel 2008 si doveva realizzare, nel 2009 è la colonna portante della stagione futura:
(dal Piccolo)
Il sindaco di Grado alla Bit lancia l'albergo in laguna: «Sarà pronto tra un anno»
23 febbraio 2008 GRADO - L’albergo diffuso in laguna potrà a iniziare a ospitare i turisti che amano la natura o che vogliano trascorrere una vacanza diversa, unica del genere, già a partire dai primi mesi del 2009. Lo ha annunciato il sindaco Silvana Olivotto nel corso della conferenza stampa tenuta a Milano in occasione della Bit, il Comune di Grado ha voluto in ogni caso proporre una sua iniziativa che riguarda l’ambiente di Grado «fra laguna e sapori».
L’unica vera novità è stato dunque l’annuncio che con i primi mesi del 2009, del resto anche questo è un termine che era già stato ipotizzato ma che ora trova conferma, prenderà il via l’albergo diffuso.
«Si tratta – ha precisato la Olivotto - di un sistema di ospitalità turistica innovativa, basato sul coinvolgimento delle istituzioni e delle popolazioni locali, che offre al turista l’opportunità unica di diventare per alcuni giorni e a tutti gli effetti, un cittadino onorario della laguna di Grado. Sentirsi cittadini della laguna di Grado con le sue valli da pesca e i casoni sarà il souvenir più ricco e prezioso per chi tornerà a casa da una vacanza trascorsa nell’albergo diffuso a Grado»


Polo termale e albergo diffuso gli assi calati da Grado alla Bit
21 febbraio 2009

Il sindaco Silvana Olivotto punta sulla tipicità dell’isola.
«Questa è l’era della globalizzazione , dell’omologazione dei gusti e dei colori.
Grado deve invece emergere grazie alle sue peculiarità. Abbiamo risorse meravigliose, da ogni punto di vista.
La nostra laguna, con il suo patrimonio naturalistico, è meglio.
Con l’albergo diffuso, l’ospite può immergersi nella nostra realtà, apprezzarne le peculiarità, vivere gomito a gomito con i pescatori e entrare a contatto con la nostra enogastronomia.


A parte che il coinvolgimento di pescatori non è per nulla scontato, anzi, la fase beta del progetto (le ciacole) non mi pare sia stata superata, per ora l'albergo ipotizzato è solamente soffuso tra le cube e qualche volta gridato nelle sale di chi, pro tempore, comanda.
Tanto fa che l'idea originale è diventata la strada maestra di mille sindaci diffusi, questi si, su tutto il territorio italiano, ognuno con la sua tipicità unica, ovviamente.

23 febbraio, 2009

La Regione nel cuore


Wow! dopo anni di "nianchepelc..l" la Regione torna a volerci bene e da mamma amorosa si occupa di Grado e dei suoi problemi.
Speriamo continui.

Dal sito dell'Assessore Vanni Lenna:

L'Assessore regionale alla protezione civile, Vanni Lenna, ha disposto un intervento urgente ( 220.000 Euri) per la messa in sicurezza di un tratto della diga Nazario Sauro, a Grado.
Il cantiere sarà aperto nei prossimi giorni e si concluderà a fine primavera.
«I lavori si sono resi necessari a seguito delle violente mareggiate che si sono abbattute sulla zona costiera lo scorso mese di dicembre, ha spiegato l'assessore, provocando diffusi cedimenti della diga a mare che protegge il centro abitato di Grado».

Risultano infatti staccati alcuni massi di pietra arenaria che costituiscono il paramento esterno della diga ed è stata riscontrata l'insufficienza della scogliera in massi presente a protezione della diga stessa.

22 febbraio, 2009

La Strada Belvedere-Grado e i vaporetti


Il vero freno allo sviluppo di Grado sino al 1900 sono sempre state le comunicazioni.
La difficoltà presentata dal viaggio in vaporetto: percorrere la Laguna, risalire la Natissa, arrivare ad Aquileia dove per proseguire c'erano le carrozze,
era un vero impegno da ben ponderare prima di intraprenderlo.

La svolta si ebbe nel 1900 con il podestà Giacomo Marchesini, l'uomo dell'acqua, che ottenne dall'Imperatore Francesco Giuseppe l'approvazione del progetto di scavo di un canale navigabile tra Belvedere e Grado e la costruzione di un rettifilo stradale a fianco.

L'imperatore si interessò con entusiasmo al progetto e diede ordine di costruire una draga apposita per lo scavo al cantiere navale di Monfalcone.

Le cose andarono in fretta e il progetto si espandeva.
In 5 anni, venne costruita la linea ferroviaria Cervignano/Aquileia/Grado con treni diretti da Vienna.

Per parte gradese nacque la società di navigazione N.I.B. (Nibbio, Irma, Beleno)
che con un servizio rapido , per i tempi, assicurava il collegamento da Belvedere a Grado.

La Draga continuò a lavorare a Grado scavando il porto canale per accogliere imbarcazioni di stazza superiore.
Subito dopo la fine dei lavori portuali iniziò un servizio di vapori per Trieste, aprendo così Grado alle strade dell'universo mondo.

Interessante leggere la progressione inarrestabile di un'idea che, partendo da un'esigenza locale, si trasforma in futuro, per un'ampia zona, rapidissimamente.
Meditate gente, meditate.

20 febbraio, 2009

La Gnocca e l' offerta turistica


E' iniziato il BIT di Milano la borsa nazionale del turismo italiano e non.

Per la prima volta, Grado e Lignano partecipano assieme presentando l'offerta turistica balneare della Regione Friuli Venezia Giulia.

Le interviste fatte dalle varie hostess al pubblico.

Intervistatrice. Che ne pensa dell'offerta turistica di Grado e Lignano?
Risp: -Interessante la Laguna, le terme, le spiagge, le piste ciclabili,
Ma di gnocca ce n' è?-

nuovo soggetto
intervistatrice: Ha visto i parchi naturali a tutela integrale della Laguna di Grado e Marano, le piacciono?
Risp: -Quanti uccelli, sono straordinari, le oche selvatiche così misteriose,
i cigni, le folaghe stupenda natura, ma, per completare il quadro,
di
gnocca ce n'è?
-

nuovo soggetto
intervistatrice: I centri storici e i monumenti della nostra Regione sono quanto di più bello e culturalmente elevato ci sia in giro per l'Italia tutta, li conosce?
Risp: Straordinario il duomo di Aquileia e Grado, il porto romano poi è
unico nel suo genere, ho visto e pensavo di tornare, ma senta in
quanto a gnocca siete migliorati?


L' intervistatrice a questo punto ha dovuto smettere con le interviste non sapendo se la nostra proposta turistica si sia attrezzata offrendo gnocche a volontà, perchè l' orientamento della clientela è questo.

18 febbraio, 2009

Manifestanti Inglesi

Gestione sindacale moderna:

Questa è ghiotta:

Il sindacato inglese appalta protesta anti-italiana a
manifestanti italiani.

17 febbraio, 2009

Elezioni in Sardegna


Da Spinoza:

Berlusconi commenta il risultato: "Abbiamo vinto, ci ho messo la faccia".

Veltroni: "Anch'io, ma non la trovo più".

Da Brodo:

Ancora un po’ e quando gli elettori del PD diventeranno di meno dei membri della direzione del partito,  Uòlter potrà considerare compiuto il suo mandato ed essere ricordato come quello che ha definitivamente eutanasizzato la sinistra (nonostante la Binetti non fosse d’accordo e volesse mantenere il sondino).

Il nostro uomo sembra pronto per cogliere nuovi successi:

io, fossi africano, sarei seriamente preoccupato.

16 febbraio, 2009

Sfilata di Carnevale


Carnevale 2009

A Grado erano 11 i gruppi partecipanti alla sfilata del carnevale di sabato 14 febbraio organizzata dai bravi Sandro Marchesan-Sogit e Filiberto Bellucci - Admo, associazioni di volontariato benemerite.

I gruppi sono arrivati da un pò dappertutto, dal circondario monfalconese e dal Veneto, con tantissime maschere singole o a coppie per un totale di circa 600 partecipanti.

Coppe e medaglie per tutti i partecipanti, tantissimi i bambini, ma un solo vincitore, il gruppo organizzato dalla Scuola Materna Comunale di Grado "Mons. Silvano Fain" che ha colto il tema del gruppo dai nostri fondali di mare e laguna, e quindi un porpourrie di ostriche,cozze, cavallucci marini, astici, meduse.

Una bella giornata a Grado con il contorno di un buon pubblico.

Naturalmente questo post è dedicato alla mia nipotina travestita da ostrica (in foto) e da cosa altrimenti visto cosa fa il nonno.

15 febbraio, 2009

Manlio Cortellazzo


Una notizia triste per gli appassionati della cultura dialettale, è morto il più insigne dei dialettologi , storico del dialetto veneto, emerito studioso della lingua e della cultura popolare e grande amico di Grado e del suo dialetto. La terra gli sia lieve.

È morto a novant’anni il professore padovano Manlio Cortelazzo, insigne glottologo che per almeno cinquant’anni si è occupato in modo del tutto particolare, con passione e interesse, del dialetto gradese, promovendo interviste linguistiche con i nostri vecchi e dando alle stampa opere ormai fondamentali per la conoscenza della parlata di Grado. Non una parola di grata commemorazione in consiglio comunale, non una corona ufficiale del comune al suo funerale, stante che nemmeno la cronaca locale ne parla. Questa, vorrei dire, non è la vera Grado, quella della Comunità gradese che non dimentica le personalità da cui ebbe del bene. Spero che questo silenzio delle autorità e uffici che per funzione e mandato sono tenuti a conoscere e a tenersi informati almeno sulle cose piú importanti della cultura gradese, possa essere di monito per l’avvenire. E vogliano in qualche modo rimediare a questa grave e ingiustificabile dimenticanza.

Augusto C. Marocco,
Presidente di Grado Nostra

14 febbraio, 2009

S. Valentino






Festa degli innamorati, un interessante tag clouds per un messaggio personalizzato alla propria metà.

Io faccio gli auguri generalizzati a tutte le donne - amorose -.

12 febbraio, 2009

Stagioni e Casoneri a Grado


Tempo fa, e non troppo, a Grado c'era una netta distinzione tra cittadini residenti in paese e cittadini residenti in Laguna al punto che i comportamenti erano diversi.

La vita dei cazoneri è sempre stata strettamente connessa alla vita ed ai tempi del pesce a cui era legata la loro sopravvivenza ed in parte a quella della selvaggina.
Si trattava di una vita condotta per la maggior parte all'interno della famiglia, i contatti con il mondo esterno erano assai limitati e soltanto le grandi occasioni religiose, o faccende personali, richiamavano i pescatori di laguna a Grado.

Per questi ultimi le nostre stagioni avevano un'importanza relativa tant'è che l'anno era diviso in sei stagioni:
Quaresima, Stagione dopo Pasqua, Stagione delle Orele, Stagione dell'Estate, Stagione di S. Michele, Stagione d'Inverno.
La Stagione delle Orele è il periodo di stasi della pesca con le reti, per consentire la crescita del novellame, che cade tra la fine di maggio ed i primi di luglio, in tale periodo si pesca solo con le mani;
la Stagione di S. Michele (il santo viene ricordato il 29 settembre) è invece caratterizzata da frequenti perturbazioni che rendono faticosa la pesca.

I pescatori di laguna avevano dunque un profondo rispetto per la natura che scandiva il tempo della loro vita, ma erano anche osservanti della religione per cui non mancavano mai, i più importanti appuntamenti della vita della Chiesa, mentre potevano trascurare altre feste profane.

Chi invece viveva a Grado o vi si assentava per breve tempo, per es. i sabionanti o i pescatori di mare, senza spostamenti familiari, aveva modo di frequentare tutta la comunità e di mantenere vive tradizioni minori sia religiose che profane e bonariamente apostrofava i "paluanti" con il nomignolo di "americani de palù".

Vi lascio immaginare le baruffe (per cui andavamo famosi) in quei giorni che il paese si ritrovava con tutte le sue componenti e vecchi odi sopiti trovavano sfogo.

"scagni e carieghe solteva per aria
e me credevo che fossa alegria
e in compagnia soltevo anche me"

11 febbraio, 2009

Al Balon nei ani '30


Il passare degli anni lo si può misurare in vari modi, uno dei tanti è vedere i cambiamenti delle formazioni di calcio e quindi, dopo"i canpiuni de piassa de i ani '50",ecco quelli degli anni '30 capitanati da Mariucci Dovier, che da poco ci ha lasciato.

Grazie a Bruno (Modole) Scaramuzza per la foto.

09 febbraio, 2009

Pirati - Gli Uscocchi


Qualche volta andando a Duino si sente parlare della baia degli uscocchi, pirati - siamo alla fine del 1500 - che attaccavano preferibilmente le navi ma non disdegnavano attacchi a piccoli centri poco difesi come Grado (tutta una mitologia è nata attorno a queste scorrerie sanguinose) e tutta la costiera triestina.

Ma vediamo la loro origine:

Scendendo a sud di Fiume, lungo Ia montuosa e tormentata costa orientale del Quarnero,
si incontra, dopo una trentina di miglia, la cittadina di Segna (Senj in croato).
un antico e pittoresco borgo, le cui case in pietra si addensano intorno al porto al fondo di una piccola insenatura.
Gli uscocchi (dal serbocroato uskok = profugo, fuggiasco, plurale uskoci) erano popolazioni cristiane provenienti dalla Bosnia e in fuga dall'avanzata turca, che avevano raggiunto la costa a Clissa (nei pressi di Spalato).
Quando nel 1537 i Turchi presero Clissa, gli uscocchi si insediarono su invito dell'Austria a Segna, da dove su incitazione degli stessi austriaci insidiarono con azioni piratesche le rotte marittime della Repubblica di Venezia nonché i Turchi in una guerra senza quartiere che durò 80 anni.
Per la loro ostilità al dominio dei turchi, gli Uscocchi avevano anche la benedizione della Chiesa i cui sacerdoti approvavano le sanguinose imprese, stando a un documento antico citato nel libro «con le processioni, con le croci et con l'aspersione dell'acqua benedetta».
Contando pure i mercenari e i cosiddetti casalini, cioè i cittadini atti alle armi, il numero raggiunge appena duemila uomini i presidi dei forti annessi.
Dapprima impegnati in scorrerie sui territori di terraferma già impoveriti dalle frequenti incursioni dei Turchi, gli Uscocchi sono costretti in seguito a rivolgersi quasi esclusivamente al mare che promette prede più ricche e più facili.
Le acque del litorale – «pieno di scogli, di isolette, di porti », per cui «in tutte le età» è stato «nido di Corsari» – si presta infatti mirabilmente alle imprese piratesche dei Segnani.
Gli Uscocchi, sotto la guida dei voivoda, prendono il mare su velocissime imbarcazioni, correndo sotto costa e riuscendo facilmente a sfuggire agli inseguitori nei bassifondi della costa accidentata.
In caso di pericolo di flotte troppo potenti affondavano le loro barche sui bassi fondali rendendole invisibili.
Gli Uscocchi, la loro epopea si protrasse per oltre 80 anni, erano discedenti di montanari dell' Erzegovina, discendenti di quei Dalmati rivoltosi e bellicosi che, fuggendo davanti ai Turchi, si rifugiarono dapprima nella fortezza di Klis e dopo la caduta di quella fortezza nelle mani turche 1537, si transferirono nella loro maggioranza a Segna e nei suoi dintorni.
Da Segna operando organizzati, compivano sanguinose scorrerie contro i Turchi e i Veneziani infliggendoli enormi perdite.
Coraggiosi e fieri, combattenti senza paura sulle loro agili imbarcazioni leggere minacciavano il domino della Repubblica di Venezia nell'Adriatico.
A causa delle continue aggressioni uscocche contro le navi veneziane nell'Adriatico gli uscocchi divennero oggetto di trattative internazionali, finchè la loro sorte venne decisa dalla Pace di Madrid del 1617.
In base agli accordi madrileni , gli uscocchi furono cacciati da Segna e dispersi, furono costretti a lasciare il mare, le loro imbarcazioni furono bruciate, nella città di Segna giunse una guarnigione militare tedesca.
Verso il 1624 l'epopea uscocca ebbe termine.

07 febbraio, 2009

Sentenza sull' Uso Civico


Il Commissario Liquidatore degli Usi Civici dott. Sammartano, ha sentenziato su di una causa promossa da un'Associazione di Marano Lagunare contro il diritto/dovere della regolamentazione degli Usi Civici del Comune di Marano in materia di pesca in laguna quale titolare in toto di quanto connesso all'esercizio di tali diritti.

Il Commissario dottor Sammartano, dopo una lunga e complessa trattazione, ha respinto la domanda ritenendola infondata; dichiarando altresì inammissibile l’intervento “della Associazione Comunità de Maran, per difetto della capacità processuale”.
Ha riconosciuto invece a favore del Comune tutti i diritti in tema di uso civico e regolamentazione dello stesso.
Una conclusione questa certamente positiva per l’amministrazione comunale maranese che vede contraddistinto di legittimità il suo operato e che pone le basi per portare avanti le sue azioni future.

Ovviamente la sentenza, pur non riguardando Grado direttamente, crea letteratura giuridica e quindi ha chiarito una volta per tutte che l'unico titolare degli usi civici è il Comune che è autorizzato alla loro regolamentazione specie nel territorio lagunare

05 febbraio, 2009

Il Nuovo Parco Termale



Belli i tempi in cui l’andare alle terme era considerato un passatempo riservato a miserabili pensionati afflitti dai reumatismi.

Oggi tutto è cambiato: le terme sono di gran moda e si chiamano SPA, non ci si va a curare il mal di schiena ma per raggiungere la - primordiale bellezza dell’armonia psicofisica attraverso un sano lavacro sensoriale-.
-Cosa cazzo significa?-
Per farla breve: vai alle terme e ne esci come nuovo.
Integro e ripulito, purificato e pronto per affrontare ancora il lordume della vita moderna, proverbialmente foriera di malanni, stress e ansie di varia natura.

Non sono più pubbliche le Terme ma delle SPA, quasi sempre, sorgono all’interno di un albergo, e gli avventori possono aggirarsi per i corridoi in accappatoio e ciabatte, con in testa la cuffia colorata.
Chiunque, in qualsiasi altro hotel dell’universo, si vergognerebbe a esibirsi abbigliato a quel modo. Qui, invece, tutto ciò è lecito. Anzi, ad essere malvisti sono i clienti in borghese.

Così mascherati, immergiamoci nella magia del benessere totalizzante.
Si comincia con la piscina termale, la grande vasca d’acqua calda salsobromoiodica:
Inspirate a piene narici i vapori che dicono essere di mare.
Notate che gli altri umanoidi, seminudi come voi, affollano sgomitanti solo alcune zone della piscina: scomode nicchie dalle cui pareti fuoriescono le bollicine idromassaggio o enormi rubinetti che gli rovesciano addosso un rilassante getto violento d’acqua a 45 gradi: mettetevi in coda per goderne i benefici.

Terminata l’abluzione, si passa al bagno turco. Un viaggio di rigenerazione corporea e mentale nella vera tradizione turca. Ovvero: calura atroce e finte decorazioni orientali alle pareti. Si tratta di uno stanzone sigillato ad elevatissima temperatura, un caldo umido che vi farà sudare come fontane.

Usciti da questo clima tropicale, correte a tuffarvi nel frigidarium, la piscina di acqua gelida.
Il vostro corpo a questo punto pensa “ma che cazzo succede oggi?”, e un po’ ha ragione: in effetti, nelle situazioni normali, di solito gli umani rifuggono l’improvviso contrasto caldo-freddo - fa venire la bronchite, diceva la mamma-.
Tuttavia qui, per motivi misteriosi, il brusco cambiamento pare sia portatore di immenso benessere..

Ora, completiamo il circuito e barrichiamoci nella sauna. E’ difficile descrivere il piacere della sauna: un po’ come stare chiusi in macchina a mezzogiorno di ferragosto coi finestrini chiusi e senza aria condizionata, però i sedili sono di legno. Ci si passa una mezz’ora - non di più, altrimenti si rischia di svenire - conversando con sconosciuti piacevolmente dimentichi del clima torrido. Non toccate le simpatiche pietruzze raccolte nel secchio di fronte a voi: sono roventi, si rischia di rimanerci attaccati.

Poi, la doccia musico-cromo-aromatica. Un vero portento. Tipo la doccia di casa vostra, però con certe lucine colorate, il cd del Buddha Bar in sottofondo e in più l’acqua, che ha un vago sapore di rosmarino.

A tutto ciò si possono aggiungere speciali trattamenti globali: ad esempio, il massaggio (con alghe putrefatte, pietre o bastoni, a voi la scelta); la ceretta integrale a secco; l’esfoliazione a base di sostanze quali il guano, le meduse vive e l’argilla marocchina infuocata, in una mistica estasi purificante di relax alternato al dolore.

Finito? Ma no!. Con cortese fermezza, gli infermieri vi obbligheranno a ripetere daccapo il percorso. Suvvia, lasciatevi coccolare. Più e più volte, sino al raggiungimento della pace mentale e fisica.

Ecco questo è tutto, ovviamente a pagamento.
Qui a Grado per essere onesti, con questo ci giochiamo il futuro, quindi partecipate, partecipate...
Tocchiamo le parti, ormai libere da lordure, e speriamo ben.

04 febbraio, 2009

Trieste e Lorenzo Pilat

Una raccolta d'immagini bellissima su Trieste sottolineata dalla voce di Lorenzo Pilat.

Fa vibrare.

03 febbraio, 2009

Concorso Fotografico - Val Cavanata


La Riserva naturale regionale Valle Cavanata a Grado organizza la prima edizione del concorso fotografico online “Valle Cavanata”.
Il concorso è completamente gratuito, aperto a tutti, senza distinzione tra dilettanti e professionisti.
Il tema della prima edizione è “Valle Cavanata, la riserva a Fossalon di Grado: collezione autunno-inverno”.
Il termine ultimo per la presentazione delle opere è il 22 marzo 2009.
Per partecipare bisogna spedire via mail a diego@vallecavanata.it le foto con le quali si desidera partecipare, in formato compatibile con l’utilizzo nel web, assieme al modulo di partecipazione debitamente compilato.
Ogni autore può partecipare con al più tre immagini fotografiche.
Una pagina del sito verrà dedicata al concorso e aggiornata settimanalmente pubblicando le foto ricevute.
Le prime cinque fotografie classificate saranno esposte nel Centro visite della riserva, con il nome dell’autore ed il titolo in calce.
Per informazioni contattare la Riserva, tel. 0431 88272 - www.vallecavanata.it - info.educazionecavanata@gmail.com-.

01 febbraio, 2009

Giovanni Marchesan "Stiata"




Giovanni Marchesan
dei Stiata, narratore, censore di costumi, poeta "graisan" é forse l'ultimo rappresentante di un mondo che va al tramonto o forse ritirato, nascosto per resistere alla massificazione, alla globalizzazione di valori, ideali, idee. .

Questa raccolta :
- Tanto per dì gargossa... in Alegria...-
nasce dall'amicizia e dall' interesse che Giovanni ha provato per le nuove tecnologie di comunicazione.

Parlando con lui davanti a un bicchiere di vino l'ho convinto che si poteva pubblicare un libro per un pubblico potenziale enorme a costi zero.

Questa è la sua sfida ai nuovi orizzonti - un mondo antico mostrato con tecniche moderne-, una riflessione in velocità, senza contraddizione ma a braccetto.