30 gennaio, 2011

Il Dott. Fernando Malfertheiner-Una lettera a Grado






Ricorre un anno dalla morte del dott. Fernando Malfertheiner, un uomo che ha fatto la storia dell'Azienda di Soggiorno di Grado, un uomo che si è battuto per Grado e soprattutto un uomo che amava Grado e i suoi abitanti, è giusto ricordarlo.

Il figlio Roberto, attraverso l'amico Fabrizio Dovier, ha fatto pervenire questa lettera che pubblico e merita un'attenta lettura per scoprire la qualità dell'uomo che l'ha scritta e il suo profondo orgoglio e attaccamento alla missione del suo lavoro:

promuovere e difendere Grado.

cito con emozione la sua frase:
In particolare mi accorgo di aver tanto amato Grado, forse anche perchè ovunque ne dovevo parlare, e naturalmente bene, ma certo perchè mi piaceva tanto e amavo la sua gente, specie e soprattutto quella semplice che dava tanto chiedendo poco.


Da leggere e riflettere sulla qualità delle persone di cui avremmo bisogno oggi.

29 gennaio, 2011

No Future


Tutte le storie di questi giorni che hanno mosso mezzo paese a difendere Berlusconi e il suo diritto alla privacy (sono i buoni) e mezzo paese a riderne e a piangere sul fatto che vengano calpestate le regole del vivere civile e del decoro (sono i cattivi) porta, senza cadere nella tentazione di sganasciarsi dalle risate (Berlusconi ha sicuramente tre membri (uno per colazione, per pranzo e per bunga-bunga) a riflettere sulla situazione del nostro modo di vedere e vivere questo momento storico.

La rappresentazione di questa "microstoria" sembra essere emblematica della vicenda di tutti noi italiani che, da "brava gente" (ma sarà stato proprio vero?), stiamo diventando sempre più individualisti ed egoisti, poco rispettosi della legalità, e che riconosciamo come legittima solo la solidarietà familiare, avendo da tempo abbandonato l'interesse per le sorti collettive del nostro paese e perciò per la dimensione "politica" del nostro agire.

Eppure rappresenta in maniera efficacie lo strabismo di questo paese contemporaneamente arretrato e superbo, capace di immaginare norme borboniche ed inedite per poi meravigliarsi del fatto che nessuno dei nostri meno sgarruppati vicini le consideri plausibili. Eppure il ragionamento sarebbe semplice: fra la tutela di un ampio diritto e la preoccupazione per una piccola sicurezza i paesi normali in questi anni hanno scelto la prima, l’Italia la seconda.

Tutto ciò sembra lasciare il posto a una progressiva desertificazione affettiva, come se la difesa del privato dovesse necessariamente passare attraverso al gelo del cuore.

Mah, che lassù, chi ci guarda, sia clemente con noi e con il futuro dei nostri figli!

27 gennaio, 2011

Le Mariegole


Un' interessante ed intelligente esercizio del buon governo nel mondo antico lagunare veneziano che toccava marginalmente anche il nostro piccolo mondo, che, se applicato, poteva evitare disastri.

In età ducale la pesca e la caccia costituivano le attività economiche che fornivano l’alimentazione prevalente dei veneziani.
Per questo tipo di attività produttive, destinate alla soddisfazione dei bisogni alimentari della popolazione, le autorità veneziane misero progressivamente a punto non solo forme di controllo e di regolamentazione, ma esercitarono anche, almeno per la pesca, uno sforzo di indirizzo e di sfruttamento razionale delle risorse.

La gestione di queste attività, un tempo molto attenta, era affidata alle
matriculae o “mariegole”.

Nel XIV secolo tutto ciò che riguardava la laguna, i lidi, i porti e i fiumi
veniva definito dal Consiglio dei X e talvolta dal Senato, previa la
discussione tecnica affidata ad alcuni collegi provvisionali, chiamati “Savisopra la laguna” o “provveditori alle acque”.

Dal Consiglio dei X furono anche creati Cinque Savi sopra le mariegole e ogni volta che il caso lo
richiedeva, venivano introdotti nell’assemblea i «sensati vechi et pratici pescadori».

La Repubblica rivolse anche una particolare attenzione agli strumenti
utilizzati per la pesca e specialmente alle reti, tanto che queste erano
sottoposte a bollatura da parte dell’Ufficio della Giustizia Vecchia e
dovevano avere lunghezza e maglia uguali al modello depositato presso i
Provveditori di detto Ufficio.
L’attenzione per il mondo della pesca è andata poi via via diminuendo nel
corso dei secoli.

Giusto per non farla troppo lunga, la chiudo qui, ma una piccola considerazione da fare è necessaria:
le regole se applicate portano a futuro, l'anarchia e far ognuno per se porta al disastro, quello che la pesca sta oggi vivendo.

26 gennaio, 2011

Il Viagra-Esiste!


Io- che sono figlio di una civiltà cattocomunista-massone-noncipiaccionoletettonenude, che leggo avidamente tutte le cronache dei puttanai vari che dicono ci circondano, ma in fondo credo che siano balle create dalla pubblicità delle pillole per aumentare la potenza sessuale- ho avuto uno shock, ho trovato in strada vicino al contenitore dei rifiuti una scatola di viagra.

Non ne avevo mai vista una. Un farmaco che pensavo esistesse soltanto nelle mail che mi arrivano, e invece esiste, l’ho scoperto quel giorno lì, trovando la confezione per terra, e ho avuto la sensazione che hai quando scopri che una cosa che credevi leggenda urbana è vera, tipo non lo so, un alligatore che ti esce dal bagno, o il simpatico cagnolino che hai raccolto tutto sporco e bagnato si rivela una pantegana.

Ma quando, vicino a casa, ho trovato una scatola accartocciata di Viagra ho subito avuto in mente l’immagine dell’uomo di una certa età, grigio e stempiato, che tira fuori la confezione dalla tasca del suo cappotto, si accorge che c’è solo una pillola, magari accorgendosene bestemmia tra sé e sé, la toglie dal blister, se la butta in bocca, deglutisce e butta la confezione.

E poi va, dove va lo sa solo lui, se torna a casa dalla moglie, o va dall’amante, o va a far l’amore a pagamento, chi lo sa, a questo punto le biforcazioni possono essere tantissime, chissà se va da una donna o da un uomo, o chissà se passerà la serata in compagnia, o piuttosto da solo, e vuol solo essere rassicurato, rassicurato di quel che è e di quel che è capace di fare, e starà tutta la sera davanti al televisore a guardare videocassette.

Che vergogna! e son tornato subito su youporn.

Si fa per dire eh!

24 gennaio, 2011

Il Festival- Io presentatore


Il Festival Della Canzone Gradese è sempre stata una vetrina per tutti.

E' capitato anche a me di presentarlo in un'unica edizione nel 1973 (trenta chili fa) nella sala del Cinema Cristallo davanti a quasi 2000 persone.

All'epoca la formula prevedeva le canzoni dei "mamuli" e degli "adulti" con la direzione della Fides Intrepida (non era molto gradito il mio linguaggio schietto e colorito) e il supporto di Diana Corbatto; con il gruppo orchestrale guidato da Mario Pilotto e il quartetto ritmico dei "Felini".

Mi ricordo dei filmati proposti da Lorenzo Boemo e Giacomo Giorda che commentavano visivamente l'esecuzione delle canzoni.

Una serata epica per me, molto emozionante, mi rammento che avendo un buco nella programmazione della serata cominciai parlare in gradese stretto con i bambini, andando a parare sul "de cu tu son figio" e quindi delle loro nominanse familiari, ho ancora in mente la reazione del pubblico quando un bimbo innocente mi disse -gnò pare ze cagon, gno mare cagadereba-.
Capii l'attimo stesso che mi ero giocato la mia carriera di presentatore, almeno con la direzione della canonica.

Per la cronaca in quell'edizione vinsero per la categoria "mamuli" -La Canson de Pirolino" di Tosto-Martino e per gli "adulti" -Quel dì de le nosse_ di Giacomo Zuberti.

A proposito, ho un motivo in più per ricordare quella data, quella sera conobbi mia moglie.

23 gennaio, 2011

In Palù-Cason de i Biviacqua Inverno 2011



Passeggiata in Laguna -la de Viti- con la neve.
Il Vero presepe di Grado.

22 gennaio, 2011

Cementificare


Grado, gennaio 2011 ore 18 di un qualsiasi giorno, passeggio in bici lungo il Viale deserto e pieno di negozi chiusi, qualcuno dismesso per sempre, proseguo verso Città Giardino (Città pfui!) deserta piena di ombre, tutto, letteralmente tutto, chiuso.

Ci avevano promesso la luna, città turistica ogni tempo e ogni stagione, posti di lavoro per tutti, case a prezzi accessibili, invece eccomi qua con ombre scure e un silenzio persino imbarazzante e in qualche modo pauroso.

Eppure ci riprovano, nuove illusioni, Grado 2 Grado 3 nuovi luccicori tutto stupendo un sacco di soldi di investimento un sacco di posti di lavoro un sacco di...

È come se, per la politica, tutte le scelte fossero state già fatte, tutti i dadi già tratti: sarà l’economia a gestire il nostro futuro tutto intero, le vicende umane, la storia sociale, i paesaggi.

Nessuna opzione alternativa, nessuna residua possibilità di scelta:
ed è esattamente per questo, in larga misura, che la politica ha perduto
non solo ogni credibilità, ma anche ogni fascino.

Temo che a tutte le latitudini politiche si ritenga che la lotta alla cementificazione indiscriminata e demente di un territorio non vasto sia appannaggio di ambientalisti “reazionari”, nostalgici di un passato povero e assurdamente idealizzato.

Che sia più “moderno” consumare a fondo questo nostro povero Paese come fosse un legno da rodere.

Moderno è ciò che ha maggiori possibilità di sopravviverci: il resto è solo fuffa, speculazione, corto respiro.

Ma non si trova in giro un partito, forse neppure una singola persona, che voglia prendersi il rischio di essere tanto moderno, davvero moderno, da mettersi di traverso.

20 gennaio, 2011

Per avere un futuro bisogna aver coraggio di dire...


Bisogna avere il coraggio di dire che una società dev’essere fondata sui meriti, sui talenti, e sulla creatività per produrre ricchezza e su regole di solidarietà certe e inderogabili per redistribuirla.
Bisogna avere il coraggio di dire che il lavoro è già e sarà sempre di più solo una parte delle nostre vite e che la politica ha il compito di liberare il nostro diritto alla felicità anche nel resto della nostra esistenza.
Bisogna avere il coraggio di dire che tra i valori fondanti della società che vogliamo ci sono parole come fantasia, decentralizzazione, piacere, autoespressione, avversione all’autoritarismo alla burocrazia, al dirigismo.
Bisogna avere il coraggio di dire che vogliamo un paese in cui chiunque possa avere una famiglia indipendentemente dalle sue preferenze sessuali, perchè fra trent’anni farà ridere un paese che attribuisce diritti civili diversi a seconda della sessualità, proprio come oggi consideriamo assurdo attribuire diritti civili diversi a seconda del colore della pelle.
Bisogna avere coraggio di dire che il diritto a Internet oggi è fondamentale come il diritto alla scolarità negli anni 50, perché in una società aperta la rete è uno straordinario strumento di mobilità e di emancipazione sociale.
Bisogna avere il coraggio di dire anche che nessun eletto deve guadagnare più di quello che guadagnava con il suo lavoro precedente, e che per tutti gli altri ci vuole un tetto molto più sobrio di quelli attuali, perchè la politica non è uno strumento di arricchimento e il potere è solo un mezzo necessario per realizzare gli ideali in cui crediamo.

citando Nevio ""lassème 'l sogno, pan de pura farina..."

19 gennaio, 2011

La Magnifica Comunità di Grado


Ma varda tu! questo commento era finito nello spam, allora vista l'attualità, l'importanza e la necessità che sia ben chiara la situazione a tutti, lo pubblico come post.
Così Alien sarà soddisfatto del fragoroso silenzio con cui è stato accolto questo tema che può modificare seriamente il futuro del paese, che giusto oggi viene proposto con grande spolvero nel nuovo modello cimitero 2 e 3. (Cavarera e Sacca)
Ps: i graisani no i ze comprisi.

Il Presidente della Comunità di Grado scrive:

Il mio compito è quello di tutelare l'uso civico e ritengo che quel vincolo sia una garanzia compatibile con il progetto del nuovo polo termale. Vogliono un pezzetto di parco per costruirvi l'albergo? Garantiscano nero su bianco che quelle metrature verranno recuperate da un'altra parte con la demolizione dell'esistente e sottoposte allo stesso vincolo. Mi sembra una posizione più che razionale. Garantiscano anche che, qualora il bando dovesse andare deserto, l'uso civico verrebbe rintrodotto tale e quale.
Nel momento in cui quei terreni dovessero entrare nella piena disponibilità del Comune, la tentazione di alienarli pur d far cassa sarebbe fortissima e comunque entrerebbe nel campo delle possibilità. Gli studi di fattibilità, per quanto ben fatti, nella stragrande maggioranza dei casi risultano sottodimensionati. Per costruire il polo termale di Merano, dove lavorano con una precisione pressoché svizzera, a fronte di una previsione di 38,2 Mil. di Euro ( studio di piano König / Unterberger del 1999) sono stati spesi 80 mil di euro ( http://www.grueneverdi.bz.it/it/hauptnavigation/economialavoro/comunicati-stampa/terme-merano-spa-bilancio-2006-020707.html )
Ora, io mi chiedo cosa accadrebbe qualora dovesse presentarsi la stessa ipotesi qui da noi? Chi caccerebbe 20-30 milioni in più rispetto a quanto previsto dallo studio di fattibilità? La Regione? Quella, per intenderci, che non trova i fondi per salvare l'Ospizio Marino?
Inutile, la nostra cambiale in bianco, a quel punto, sarebbe il territorio inteso come meno obblighi per il finanziatore rispetto alle condizioni inizialmente pattuite (demolizione dell'esistente per far spazio al nuovo parco) oppure alienazione del nostro patrimonio per far cassa lasciando spazio alla cementificazione.
Io mi muovo esclusivamente sul versante delle garanzie...cosa che, un giocatore di poker difficilmente riesce a comprendere e siccome la storia di Grado ci insegna che immancabilmente l'abbiamo presa nel c..o (variante alberghi docet) preferisco mettere le mani avanti tutelando quel parco piuttosto che mettermele tra i capelli quando le cose sono irreversibili e quindi:
Il piano di fattibilità, tolta la segretezza, deve approdare in Consiglio.
Va richiesta una consulenza ad un professionista per esperienza professionale, percorso formativo e convinzioni diverso dal dott. Baucero. Va trovata una soluzione percorribile che possa mantenere l'uso civico su quel parco dietro precise garanzie.
Baucero, in seconda battuta viene in Consiglio a fugare anche il dubbio più banale.
Si organizza un'assemblea pubblica, presenti tutte le parti, per rendere consapevole la cittadinanza rispettoa quello che si vuole fare: obiettivi, strategie e rischi connessi. Questo vuole la democrazia, questo vuole un paese civile.
Informazione (no che una parte, forte della segretezza, possa tirare fuori dal cilindro il coniglio che vuole)
Consapevolezza
Condivisione
Partecipazione della cittadinanza alla cosa pubblica

Queste, per me, sono garanzie...tutto il resto è materia per biscazzieri.

Dario Raugna

18 gennaio, 2011

Corsi di formazione- Lega Ambiente FVG


Interessante iniziativa di Lega Ambiente FVG che organizza dei corsi di formazione sull'ecologia e storia dell'ambiente marino e lagunare.

L'incontro che riguarda Grado si terrà il 28 gennaio 2011 all' Auditorium B. Marin
(registrazione 14.50 – 15.00)

Conoscere e rispettare la laguna

Modera Cosimo Solidoro, ricercatore OGS, Trieste
15.00 Introduce, Sonia Kucler, direttrice del corso
15.15 Memorie di pescatori lagunari (conversazioni)
15.50 La Laguna di Grado e Marano: struttura, evoluzione e conflitti uomo-natura, Giorgio Fontolan, Dipartimento di Geoscienze, Università degli Studi di Trieste
16.40 Le analisi di Goletta verde in Laguna, Michele Tonzar, presidente Legambiente FVG
------------pausa
17.00 Come curare la Laguna, Gianni Menchini, Commissario delegato per l’emergenza della Laguna di Grado e Marano
17.40 Interventi del pubblico e conclusioni
18.00 Chiusura incontro

Il corso è gratuito ed aperto ai docenti ed ai cittadini interessati.
Il corso è attività di aggiornamento organizzata da Legambiente Scuola e Formazione.

Il tema sarà orientato su questi quesiti:

Quanto e come è cambiato il mare?
Possiamo comprendere gli odierni disturbi marini anche attraverso la storia della pesca e delle sue risorse?
Quanto scienze di nuova generazione come l’ecologia storica e la storia dell’ambiente possono giovare alla conoscenza del mare?


E’ ormai evidente, e non solo agli esperti, che siamo di fronte a forti cambiamenti rispetto al passato, a un mare che va indagato a fondo e difeso. Un viaggio nel tempo, condotto con i criteri della ricerca storico-scientifica, è più che mai necessario per riscoprire la ricchezza delle tradizioni pescherecce dell’Alto Adriatico ed il loro legame con l’ecologia e l’uso sostenibile delle risorse marine.

I Mestieri- Al Barbier


Uno dei tanti mestieri della Grado di una volta, il Salone di Bellezza per siuri in Vial.

Il ricordo dei barbieri mi fa venire in mente tanti personaggi della Grado di non tanto tempo fa:
Bepi Soto, Rico, Geto Gato, Guido Sgarigola, Leto Canon, Toni Soto artigiani delle forbici, simpatici e al corrente di tutti i più reconditi segreti di Grado raccontati dai clienti sotto le loro abili mani e diffuse all'istante nel piccolo mondo dell'Isola, naturalmente con la raccomandazione "no stà dilgio a nissun"

Nella foto lo staff della Barberia di Simeone (Simon) Gimona in Viale.

17 gennaio, 2011

Festival della Canzone 2011-Le Canzoni Scelte


Saranno dodici le finaliste che si contenderanno il titolo di canzone regina alla quarantacinquesima edizione del Festival delle Canzone Gradese nel prossimo mese di marzo.

Complesso il compito della commissione per il festival del 2011 che, dopo aver preso atto del gran numero di elaborati presentati, ha aperto i lavori con un passaggio importante.
“la Commissione selezionatrice” ha dichiarato la propria profonda commozione per la scomparsa di don Luigi Pontel, la cui presenza “in commissione ab origine rappresentò sempre, in tutte le riunioni, un momento di arricchimento spirituale, di equilibrio nella scelta degli elaborati e soprattutto di amore e di simpatia per Grado e i graisani, nonché di felice comune divertimento in un contesto che tale si cercherà di mantenere pensando a lui e al suo alto insegnamento.”

Impegnativo il compito dei selezionatori, molti gli autori, che confermano la loro affezione al festival isolano, ci sono degli esordienti , piacevoli novità e per il terzo anno un elaborato è giunto da oltreoceano, a conferma dell’amore, della passione, della forza dell’identità isolana, della valenza della manifestazione punto importante della tradizione e della cultura isolana.
Il tradizionale festival della canzone gradese celebrerà la festa della parlata gradese grazie a “ Quelli del festival” macchina organizzatrice della manifestazione che in questo clima di tagli al mondo della cultura ha inteso mantener fede alla tradizione al vero impegno socio culturale confidando nel sostegno e nella sensibilità del Comune di Grado, della Provincia e della Regione Friuli Venezia Giulia, della Rai che certo non mancheranno nel supportare l’evento.

Scrutinate le schede vengono ammessi al Festival i dodici elaborati ( nell’ordine alfabetico):
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“Anche a Gravo riva i ànzuli” (Parole e Musica di Niki Grigolon)
“18 gradi a Sud-Est “(Parole e Musica di Roberto Camuffo)
“Giosse” (Parole e Musica di Marco Giovanetti)
“L’alba” (Parole e Musica di Alberto Camuffo)
“ ’L ultimo abrasso” (Parole e Musica di Gianni Camuffo)
“’Na caressa in piú” (Parole e Musica di Gian Marchesàn)
“No xè piú niente comò ’na volta” (Parole e Musica di Giannicola Corbatto)
“Noltri Graisani” (Parole e Musica di Aldo Tognon )
“Senpre e pe’ senpre co’ tu” (Parole e Musica di Antonio Pastoricchio)
“Soto la piova” (parole di Paolo Lauto e musica di Seba Corbatto )
“Stiénzere de tenpo” ( parole di Andrea Felluga e musica di Andrea Barzellato)
“Tienme le mane” ( parole di Alessio Gratton e musica di Marzio Corbatto)

16 gennaio, 2011

Le Magnifiche Comunità e l'Uso Civico



" Nessuno di noi è contrario ad un rilancio del settore termale, chiediamo semplicemente che vengano poste in essere le dovute garanzie affinché quel parco venga salvato dalla cementificazione. Se Grado fosse un paese diverso rispetto a quello che conosciamo saremmo anche disposti ad accettare il rischio di veder sacrificato un pezzetto del nostro territorio, ma si dà il caso che il Parco delle rose sia l'unico polmone verde rimasto indenne alla prepotenza del mattone. Da più parti ci viene riferito che nel piano di fattibilità segretato (pazzesco!!!! Trattandosi di casa nostra) il parco non solo verrà mantenuto, ma addirittura esteso. A costoro rispondiamo che se così stanno le cose, che motivo c'è di cancellare l'uso civico? Alcuni esponenti politici locali continuano a definire l'uso civico un retaggio del passato, una materia per reazionari, per gente che non vuole accettare il futuro. Nell' affermare queste cose omettono di dire che non è di caccia e di pesca che stiamo parlando. Nessuno vuole andare ad impallinare qualche fagiano nel Parco delle Rose. Parliamo di tutela del paesaggio, cosa attualissima nella sua drammaticità. Attualmente la tutela del paesaggio è normata del "Codice dei Beni culturali e del paesaggio” (noto come "Codice Urbani") emanato come Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e dai successivi decreti legislativi. Il Decreto Legislativo 24 marzo 2006, n. 157 In materia di "Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione al paesaggio" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 97 del 27 aprile 2006 - Supplemento Ordinario n. 102 dice: Sono comunque di interesse paesaggistico e sono sottoposti alle disposizioni di questo Titolo: le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici. Questo nessuno l'ha mai detto! Alla faccia dell'informazione."

Questa è stata l'introduzione Del Presidente della Magnifica Comunità di Grado Dario Raugna all' incontro pubblico di ieri promosso dall'Associazione "Un' altra Grado" davanti a un pubblico numeroso, sorprendentemente attento.

Parole pesanti, coinvolgenti e che spingono a riflessione sul modo di gestire la cosa pubblica, come fosse cosa loro, da parte dei politici.

Una conferenza che ha toccato con vigore la questione dello stoccaggio dei fanghi lagunari, un'ampia disanima della situazione di Marano Lagunare fatta da Formentin, presidente della Comunità Maranese, le preoccupazioni della salute pubblica con il deposito di decine di migliaia di metri cubi di fanghi con provenienze da siti sicuramente inquinati ma mescolati con altri un po meno per far rientrare i parametri nelle tabelle consentite per legge, la necessità di fare analisi per conto proprio perchè non ti puoi fidare di quelle ufficiali, la voglia di essere considerato parte attiva in questo processo di modifica profonda e sconvolgente del territorio non carne da macello sacrificabile.

Un bell'incontro istruttivo da replicare su tutti i temi scottanti della nostra Comunità, fatto con grande serietà ma nello stesso tempo con leggerezza senza promesse o paroloni vuoti, si è parlato di realtà e di voglia di essere informati sul nostro futuro e di poter avere parte attiva del programmarlo.

Bravi!

15 gennaio, 2011

Le Origini delle Varvuole



Tempo fa, descrivendo il mito delle Varvuole, per la sera dell'Epifania avevo fatto l'ipotesi sull'origine della loro leggenda derivandola dai Pirati Uscocchi, ora Luciano Cicogna mi scrive proponendo un'altra chiave di lettura del mito delle Varvuole.

Per gambia' de di' che le Varvuole le ha a che fa co' i Uscocchi, xe' interessante 'nda' a veghe de le le "Anguane".
I dise che l'origine del mito ze romana, le ninfe, ma forsi germanica, le ondine.
La descrission sumigia infati a le nostra tradission.

Storie sulle anguane (agane nelle tradizioni friulane, carniche e ladine dolomitiche) si ricordano soprattutto nelle regioni pedemontane e montane (Carnia, Valli del Natisone, Val Badia,Val Gardena, Fodom, Val di Fassa, Ampezzo), ma sono creature fatate anche di altre zone, per esempio del folklore della Laguna di Grado e di Marano

Le anguane presentano caratteristiche e nature diverse a seconda delle varie leggende e delle località.
Sono conosciute anche come subiane, aganis, ogane, gane, vivane, pagane, zubiane, acquane, longane.

In altre storie sono delle anziane magre e spettrali, o figure notturne che si dileguano sempre prima che chi le incontra sia in grado di vederne il volto

In ogni caso le leggende sulle anguane hanno in comune la presenza, in queste creature, di uno o più tratti non umani. "dinti de fora e gambe de morelo"

L'altro elemento comune su cui tutte le leggende concordano è che le anguane vivono presso fonti e ruscelli e sono protettrici delle acque.
Talvolta anche dei pescatori (ai quali, se trattate con rispetto, spesso portano fortuna).
"Il Mito de le sardele de oro"
Talora (così come le "sorelle" krivapete) assumono tratti sinistri.
In diverse leggende sono solite terrorizzare o burlare i viaggiatori notturni, spargere discordia, in particolare tra le donne, rivelando segreti e pettegolezzi, inoltre, se insultate, sono inclini alla vendetta, portando sfortuna a vita al malcapitato (molte leggende tuttavia specificano chiaramente che, a differenza di orchi e "strighe", le anguane non uccidono mai uomini o animali).

"infati no le copa' mai nissun"

In foto una riproduzione di un dipinto di Dino Facchinetti

13 gennaio, 2011

Il Comune e il WiFi


Il nostro Comune si sta avviando con qualche difficoltà verso l'interconnessione multimediale tra Ente pubblico e cittadino, ma ha mosso i primi passi cominciando a pubblicare via rete l'Albo Pretorio anche se non in maniera completa, ma è un primo passo e viste le difficoltà è apprezzabile.

Ora però che la Legge per il WiFi è stata semplificata e le radicalizzazioni burocratiche eliminate sarebbe auspicabile, visto la nostra essenza di comune turistico, di fare un passo ulteriore, considerare la rete internet un’infrastruttura essenziale e creare degli Hot Spot a libero accesso in varie zone della città per poter usufruire di momenti e spazi della vita pubblica e privata aprendoli alla multifunzionalità ed offrendoli sia al residente che al turista.

Ovviamente è facile capire quanto l'uso di questi nuovi modi di comunicare possono concorrere a garantire ai cittadini e a chi visita la città una corretta e puntuale informazione favorendo per il cittadino: la partecipazione all’azione politica e amministrativa tramite la rete;
per il turista o l'ospite occasionale: informazioni utili al suo soggiorno e una guida per le sue necessità.

Con il WiFi si moltiplicano, infatti, momenti e spazi della vita pubblica e privata e si aprono alla multifunzionalità.

12 gennaio, 2011









Mi è arrivato un invito a partecipare ad un incontro pubblico con tema scottante ed attuale:


“Usi civici, ultimo baluardo a fanghi e cementificazione?”


Lo giro a tutti per dare un senso alla battaglia civica che portano avanti le due Comunità:
la Magnifica Comunità di Grado e la Magnifica Comunità di Marano.

L'incontro pubblico è organizzato dall’Associazione “Un’altra Grado”
e si terrà :

sabato 15 gennaio alle ore 11.00 in Auditorium Biagio Marin.

Ricordate che essere informati correttamente è la nostra sola difesa.

11 gennaio, 2011

1000 post


Aprire un blog, è un' impegno che prima di tutto si prende con se stessi perchè, ovviamente, bisogna che tu abbia qualcosa dire. Io cercherò di sussurrare a quelli che sono interessati le vicende del mio paese sentite camminando per le "cube". Esporre, cioè, il punto di vista del popolino sulle varie novità che si leggono distrattamente sui quotidiani, ma che a volte modificano profondamente la realtà quieta di un piccolo paese com' è il nostro, Grado, senza che nessuno pensi bene di intervenire se non con le "ciacole" di Strada.

Ho esordito con queste parole nel mio primo post e onestamente non credevo di spingermi lontano.

Uffa, una gran fatica, mille post in quattro anni di attività da blogger, quasi un milione di contatti.

No, non è vero, è stato un gran divertimento una spinta a cercare documenti, fotografie, curiosità di questo nostro paese dove la vita non è mai tranquilla ma se non altro non ci annoia.


Il gusto di trovare amici, ritrovare gente lontana e ormai abituata ad esserlo e fargli venire la malinconia della lontananza, fargli sentire che "'l deo puntao" di S.Michele guarda proprio loro.

E' stato ed è bello condividere con la "zente" emozioni, battute scherzose, poesie, storia graisana.

Gravo ze proprio la gnò stela.

10 gennaio, 2011

Wikileaks (Rivelazioni) gradesi per il 2011


Dopo aver consultato blogger, social network e quantaltro sono arrivato a raccogliere queste rivelazioni (Wikileaks) che caratterizzeranno l’anno nuovo:


Il 2011 durerà soltanto sei mesi, poi verrà chiuso per problemi di contraddittorio (faremo le solite baruffe).

Il PD si scioglierà in 4 partiti più piccoli, mantenendo intatta la complessiva inutilità.
(la sezione di Grado verrà divisa in quattro unità, che sono i singoli rimasti a rappresentarlo)

I contratti di lavoro precario saranno aboliti e verranno sostituiti col passaporto cinese.

Benedetto XVI si dichiarerà definitivamente a favore del preservativo, a patto che sia al gusto di lampone.

Nuove regole per la Serie A: in caso di pareggio, vincerà la squadra con più abbonati Premium.

Zamparini City verrà realizzata, stando alla convenzione firmata con benda sugli occhi dalla Giunta precedente, sull'Isola di Barbana per dare alloggio ai 300.000 pellegrini annuali.

Una decina di minorenni gradesi farà perdere le proprie tracce, ma il numero potrebbe variare a seconda degli ascolti di Porta a Porta.

Somministrare la pillola del giorno dopo diventerà obbligatorio, ma ai farmacisti verranno concesse 48 ore per temporeggiare.

Gesù tenterà una seconda venuta come Messia, ma sarà respinto da una ronda padana brandendo come arma un crocifisso.

Le Nuove Terme di Grado saranno realizzate sottoterra in modo la giustificare la segretezza del progetto e aggirare il Diritto d'uso civico gravante sulla superficie, ma, se rompete ancora le scatole, metteranno il divieto d'entrata ai gradesi, per il bene del paese naturalmente.

Scienziati olandesi realizzeranno un nuovo tipo di passera (opps! vagina): stavolta è gratis per tutti.

L'Arte del Presepio



Il Presepio, progettarlo realizzarlo è diventato un'arte.

L' impatto sull'immaginario della gente nel periodo natalizio è formidabile e lo si può constatare a Grado dove la schiera dei Presepi realizzati nei modi più diversi e collocati sul territorio cittadino attira frotte di persone.

In altri luoghi ne fanno concorsi e a uno di questi ha partecipato la nostra artista -ingegnere Francesca Boemo che al concorso organizzato dall' Associazione Commercianti Artigiani "LA PICCOLA SERENISSIMA" del Comune di Marano Lagunare ha vinto il Terzo premio.

L'opera realizzata con le zucche e dipinta a mano ha vinto con la
motivazione:

-
le curatissime pittografie delle figure dimostrano una cura per il dettaglio degna di nota.L'atmosfera rimanda a oriente ricordandoci l'universalità del messaggio del Natale.-


Brava la nostra artista (bellissimi ed originali i due presepi) Francesca Boemo non nuova a queste performance visto il lungo elenco di premi ottenuti in altre manifestazioni.

09 gennaio, 2011

Sbrissa 'l Bisato e le interpretazioni maliziose



Che ci sia un difetto di comunicazione a Grado sono in molti a lamentarsene, quando però l'interpretazione di chi dovrebbe solamente informare supera la realtà e la volontà reale della notizia, si possono provocare danni seri.

A questo punto è corretto tentare di ovviare alla deformazione della realtà descrivendola per quello che è non per quello che maliziosamente si vorrebbe sia.

L'Associazione "Sbrissa 'l Bisato" con il video soprastante da la versione reale delle sue intenzioni e di quello che è accaduto con la raccolta della firme pro "passera scopaiola".

08 gennaio, 2011

San Zulian



Come ormai consuetudine, l'Associazione "Graisani de Palù" organizza per Domenica 9 gennaio 2011 la tradizionale gita a S.Zulian.

Bisogna ovviamente avere mezzi propri per arrivarci entro le 11.

Grazie alla disponibilità della famiglia DeColle che ospita nella sua Isola la manifestazione, che ormai ha quasi 30 anni.

Mario Pigo tanti anni fa aveva dedicato una poesia all'avvenimento:

SAN ZULIAN

Da tramontana 'ndando per ponente
longo 'l canal 'rivemo a San Zulian;
vignimo zo del legno lentamente
e caminando ciacolemo pian,
perchè rispeto vol quel logo ameno,
un tenpo dedicao al Dio Beleno.

Ne speta Dea Cristina pe' i unuri,
comò la diva de un castelo antico;
profuma l'aria, intorno tanti fiuri,
in questo logo duto te ze amico;
e questa pase, 'sta gran pase vera,
de San Zulian fa un paradiso in tera.


Ps: All'epoca la proprietà era della fam. Chizzola, a cui in fondo era dedicata l'opera come ringraziamento.

06 gennaio, 2011

Sbrissa 'l bisato


Successo pieno alla campagna per la difesa della "Passera Scopaiola" promossa dall'Associazione "Sbrissa 'l Bisato".

La raccolta di firme per sostenere l'uso e l'abuso della "Passera" è stata accolta con grande partecipazione dalla gente gradese che ha firmato la petizione con entusiasmo accompagnato da cori goliardici felici.
-Viva la Passera- si è sentito a più riprese.
Qualcuno ha buttato lì, evidentemente per ampliare il discorso, Viva il Merlo, ma immagino che sarà oggetto di una futura campagna.

Complimenti allo staff dell'Associazione benemerita (in foto).

05 gennaio, 2011

Befana a chi?


Befana sarà lei

Sul suo nome si sa anche tutto: si tratta della corruzione della parola epifania, termine greco che significa manifestazione: l’arrivo dei Re Magi con i doni per il Bambino.
L’epifania venne tramutata dalla dizione popolare in befania, da cui befana.
Chi sia la Befana nella nostra tradizione lo sanno anche i neonati: una vecchietta sdentata e dal naso adunco arredato da grossi porri, con le scarpe rotte, vestita di stracci e ha un fazzoletto nero in testa che le ricopre i capelli come stoppia.  
Vola di notte in cielo a cavallo di una scopa, atterra sui tetti, scende nelle case attraverso i camini per mettere dolci e doni nelle calze che i bambini speranzosi appendono vuote. Ai bimbi cattivi, non caramelle ma carbone.

La versione gradese della Befana sono le Varvuole che arrivano di notte tra lamenti e strida.
"cô garghe barca de i nostri pescäuri per curiositae se viçineva a la volta sova de ele. 'Le ha i dinti spuntìi e lunghi de rame, i cavili de fil de fero e vogi lustri e faliscusi de piera-bati-fogo, gambe de legno gropolose: 'le ze vistie de soto dute de stuora, co un capoto de reäto e co per butuni cortegae; brute che le fà spasemah 'nche i demuni."
ma non portano doni, anzi, se qualche bambino è lasciato solo viene trascinato via:

Sinchè proprio cô riva la sera de la Pifania, bisogna d'esseh a casa bonora e stah buni e pregah le sante orassion, co intanto fregah ben co l'agio i cagnassi e le seraure de le porte, açiò che no 'le vegna drento a tohve per portahve via a Comacio e cussà indola pe palui e deserti. Perchè queste zè aneme maligne fige de fade, condanae de 'ndah a vagando per duto 'l mondo, comò che 'l vien quà per le nostre marine.

Ad accumunare la Befana alle Varvuole sono i mezzi di trasporto che usano, una la scopa volante; le altre le lunghe barche di vetro, entrambi mezzi assolutamente ecologici.

04 gennaio, 2011

La Passera


A sostegno dell' iniziativa di Sbrissa 'l bisato sullo studio della Passera Scopaiola o Prunella aggiungo per ampliare il dibattito una piccola scheda sulla Passera Locale o Palustre (Platichthys Flesus).

La Passera durante il periodo invernale migra verso acque più profonde evitando la Laguna come la peste.
Ma nel Golfo di Trieste è presente in quantità industriale anche se, essendo per il periodo magra, si può pensare sia una moda.
Ma siccome secondo il detto "quando la cana sponse la passera onse" in primavera le passere dirigono la prora verso i lidi Lagunari.

Il tipo di pesca in uso è di vari tipi:
Stanziale:
Aspetti la passera giusto fuori le spiagge calando le tue reti dette appunto passelere facendo attenzione nel "cavale" perchè hanno una piccola spina laterale;
oppure le catturi a strascico (in Vial) con cocce e rampuni.

A questo punto dopo averle catturate avere un bel casone e portare le passere in Laguna può essere molto divertente e istruttivo.

Fare attenzione che esiste la specie "passere dal buelo roverso" da evitare con cura.

C'è il detto popolare "cognosso i tovi passarini" che significa, tradotto in volgare,- so quello che hai fatto e con chi -, per cui nel muovervi in Laguna usate prudenza e silenzio.

Tutte le altre caratteristiche di questo pesce di forma piatta, con gli occhi solo sul lato pigmentato, della famiglia dei Pleuronettidi, sarà materia di discussione nella fase successiva di approfondimento.

Sarò certamente presente al tavolo di concertazione giovedì 6 gennaio per maggiori approfondimenti per chi li volesse.

Aha! dimenticavo, per amor di verità, la Passera nostrana non è a rischio estinzione, anche se non si mai!

03 gennaio, 2011

La Graisanitae


La Graisanitae, bella parola perfino abusata alle volte e buttata là come proposta politica, vedi il video di Sbrissa.
Teti Dovier la interpreta a modo suo con una poesiola severa ma bella e sincera:

Sè che sarave megio lassà perde la "partitica", ma me pianze al cuor sentì al ..ninte.. de un partito co' zente che stimo.
 
 
LA GRAISANITAE
 
'ndando via pipando
in mezo del paluo,
 vego un suro nuo
'ntel corso..remengando;
 
un suro dii quii veci,
de arte de cotòn,
se ne cateva a miera
'nà volta intel casòn.
 
'Nte l'anema, dalongo,
la gaisanitàe vien fora,
comò 'nà vecia zogia,
sconta 'ntel profondo.
 
Al sangue 'l me và in fiòr
co' quela sensasiòn,
la gaisanitàe zè bava
mota, paluo, batela e casòn;
 
vol dì anche repàro
de brute sistuassiòn,
ma NO favele "sterili"
ne programa de elessiòn.
 
La graisanitàe zè vita,
quela de la gno Gravo,
zè un sintimento puro,
'ntel nio ormai 'l zè raro.
 
Quii che a boca piena
i la ciama SOLUSSION,
zè aneme vilie
che sconde ...."rasegnassiòn"......

02 gennaio, 2011

2011-I cattivi propositi



Per adeguarmi ai nuovi tempi e mode quest'anno ho una gran voglia di cattivi propositi, insomma basta bravo ragazzo equilibrato, occiu qua-occiu la, almeno in questo inizio anno, scendo di livello e faccio uscire la bestia, che un po di sano esercizio rimette in sesto l'autostima.
Godetevi intanto, ed è solo l'inizio, questa gara di rutti come antipasto.

01 gennaio, 2011

Lunario di gennaio


Per inaugurare alla grande l'anno 2011 propongo quale Lunario di Gennaio questa poesia di Biagio Marin,
la dedico a tutte le mamole:
Tu son solo una mamola

Tu son solo una mamola graisana
che sa de sangue novo e marinasso,
ma t'ha un andà de vela in mar e un passo
d'onda, che porta l'anema lontana.

E una boca tu ha che brusa i cuori
-un stiopeton in meso d'un campielo-
un rie che vien in cuor comò un cortelo,
fra i lampi e i sguissi dei to vogi mori.

Melongranao co' tanto sangue alegro,
da beve a sorsi soto 'l sol d'istae
fin che 'l sielo nel cuor no se fa negro
e se sprofonda ne l'imensitae.

da Canti de Prima Istae 1951