Faccio sempre quattro passi in bici attraversando Grado e soprattutto il Parco delle Rose, devo dire che trovo sempre conferma che l' anarchia graisana è contagiosa e regna sovrana.
Tra biciclette, bambini sfreccianti e attraversanti senza preavviso, cani a guinzaglio lungo, macchine e trenino sembra di essere in un suk mediorientale.
Ma tant'è fa colore e se stai minimamente attento e un po tollerante ci può stare, ti tiene sveglio, basta andare piano.
Per il prossimo anno suggerirei, per gli adulti solamente, un trenino bar (vedi foto) ambulante.
31 agosto, 2012
30 agosto, 2012
Come ottenere un ventre piatto
Ogni finale stagionale è variabile, come le previsioni del tempo, e porta a riguardare la propria figura e far commentare:
devo dimagrire, ho esagerato con i festeggiamenti.
Allora ci si guarda in giro per studiare strategie farmacologiche per farlo.
Uno dei luoghi in cui si spendono più facilmente soldi senza sensi di colpa è l’erboristeria.
Questo succede perché ci si trovano in vendita le cose naturali, quelle che fanno bene e non hanno le controindicazioni terroristiche tipiche dei ritrovati chimici.
Le cose naturali ci seducono, intrugli di foglie secche che fino a poco prima non avevamo mai sentito nominare ci sembrano all’improvviso indispensabili.
Come ho fatto a vivere fino a stamattina senza gli opercoli fitoterapici?
Poco importa il fatto che se le raccogliete da voi costano zero ma che quando ve le confezionano raggiungono rapidamente cifre decimali.
Uno dunque va lì, in erboristeria, e si riempie la borsa di capsule, pastiglie, unguenti e tisane per una vita integrata.
Gli integratori più richiesti in assoluto sono quelli che sgonfiano, il ventre e non solo: via libera dunque al finocchietto, il carbone, il cardamomo, il timo e il macerato glicerico di ficus carica.
Vanno assunti la mattina a stomaco vuoto, oppure mezz’ora prima dei pasti o la sera prima di coricarsi.
Vanno portati in borsa e mai e poi mai vanno dimenticati, pena l’immediato imbolsimento.
Se assunti con l’impegno necessario, tutti questi mefitici ritrovati naturali regalano la pancia piatta.
Sì, la regalano, avete capito bene.
Al prezzo simbolico di alcune centinaia di euro per una terapia completa.
E solo se nel frattempo la smettete con gli insaccati, gli aperitivi, le fritture di pesce e se andate a camminare, correre, nuotare almeno 3 volte la settimana.
Sudando molto.
29 agosto, 2012
Serie riflessioni in post...
Ci sono momenti in cui sei obbligato a tirare qualche conto della tua vita, vediamo i miei:
Hai lavorato una quarantina d’anni e anzi di più dato che l’apprendistato te lo facevano sputare in nero.
Un mestiere duro, al freddo d’inverno e sudatissimo d’estate.
E levatacce, tante.
Hai allevato i figli e ti sei fatto un tetto sul quale ora paghi il pizzo allo Stato, ma lo fai per salvare l’Italia, compresa quella di chi oggi scia a St. Moritz o sverna in Kenia.
È gente disgraziata quella, lo so, non conosce quanto è bello trascorrere il Santo Natale in famiglia, tra gli affetti e gli abbracci dei parenti.
Oggi, quando avrò finito, sopravviverò con una pensione di circa mille euro, conterò i centesimi e pregherò la madonna che non mi capiti una spesa imprevista.
Tuttavia mi considero uno fortunato perché la mia pensione sarà sopra la media.
Insomma si sopporta perché come al solito chi ha dato di più deve continuare a farlo.
Se non fosse che da qualche tempo ti senti ripetere che gli operai e salariati in genere sarebbero “vissuti al di sopra delle possibilità”, sottintendendo, è chiaro, al di sopra dei loro meriti.
E quando dicono queste cose in televisione, guardano proprio te.
Porca troia, esclami subito.
Aspetta a incazzarti.
Gli stessi spudorati algidi e impomatati ti vengono a dire per sovraprezzo che se i tuoi figli sono precari o disoccupati, che se non possono in queste condizioni metter su famiglia e un giorno avere una pensione, ebbene è colpa tua, del tuo egoismo.
Vedi che non hai finito di bestemmiare
Chi ti dice queste dolci cose e altre simili sono personcine molto liberali, tanto da liberarsi anzitutto del lavoro che hanno affidato ad altri.
Infatti non hanno mai usato un martello nemmeno per piantare un chiodo in casa, figurati poi se hanno usato smerigliatrice, un trapano, una pressa, spostato tonnellate di pesce manualmente.
Non sanno cos’è un' uscita in mare alle cinque del mattino, un treno di pendolari all’alba, l’ultima corriera della sera.
Questi signori per tutta la vita hanno tenuto il culo al sicuro, nei consigli di amministrazione, in parlamento, all’università, a dare compiti agli altri, guadagnando almeno dieci volte la tua paga, chiamando e legalizzando il furto stock options, e ora hanno una pensione netta venti volte la tua (ma fanno tanta beneficenza) che chiamano vitalizio e sommano con quelli che chiamano emolumenti.
E non ti dico delle liquidazioni se no mi rovino il giorno di festa.
Solo una domanda: è necessario che questa gentaglia persista a vivere e scialare alle nostre spalle, che continui a esistere?
Rispondi con calma.
E visto che la prossima fase è "La Crescita" - Cialis per tutti!
Hai lavorato una quarantina d’anni e anzi di più dato che l’apprendistato te lo facevano sputare in nero.
Un mestiere duro, al freddo d’inverno e sudatissimo d’estate.
E levatacce, tante.
Hai allevato i figli e ti sei fatto un tetto sul quale ora paghi il pizzo allo Stato, ma lo fai per salvare l’Italia, compresa quella di chi oggi scia a St. Moritz o sverna in Kenia.
È gente disgraziata quella, lo so, non conosce quanto è bello trascorrere il Santo Natale in famiglia, tra gli affetti e gli abbracci dei parenti.
Oggi, quando avrò finito, sopravviverò con una pensione di circa mille euro, conterò i centesimi e pregherò la madonna che non mi capiti una spesa imprevista.
Tuttavia mi considero uno fortunato perché la mia pensione sarà sopra la media.
Insomma si sopporta perché come al solito chi ha dato di più deve continuare a farlo.
Se non fosse che da qualche tempo ti senti ripetere che gli operai e salariati in genere sarebbero “vissuti al di sopra delle possibilità”, sottintendendo, è chiaro, al di sopra dei loro meriti.
E quando dicono queste cose in televisione, guardano proprio te.
Porca troia, esclami subito.
Aspetta a incazzarti.
Gli stessi spudorati algidi e impomatati ti vengono a dire per sovraprezzo che se i tuoi figli sono precari o disoccupati, che se non possono in queste condizioni metter su famiglia e un giorno avere una pensione, ebbene è colpa tua, del tuo egoismo.
Vedi che non hai finito di bestemmiare
Chi ti dice queste dolci cose e altre simili sono personcine molto liberali, tanto da liberarsi anzitutto del lavoro che hanno affidato ad altri.
Infatti non hanno mai usato un martello nemmeno per piantare un chiodo in casa, figurati poi se hanno usato smerigliatrice, un trapano, una pressa, spostato tonnellate di pesce manualmente.
Non sanno cos’è un' uscita in mare alle cinque del mattino, un treno di pendolari all’alba, l’ultima corriera della sera.
Questi signori per tutta la vita hanno tenuto il culo al sicuro, nei consigli di amministrazione, in parlamento, all’università, a dare compiti agli altri, guadagnando almeno dieci volte la tua paga, chiamando e legalizzando il furto stock options, e ora hanno una pensione netta venti volte la tua (ma fanno tanta beneficenza) che chiamano vitalizio e sommano con quelli che chiamano emolumenti.
E non ti dico delle liquidazioni se no mi rovino il giorno di festa.
Solo una domanda: è necessario che questa gentaglia persista a vivere e scialare alle nostre spalle, che continui a esistere?
Rispondi con calma.
E visto che la prossima fase è "La Crescita" - Cialis per tutti!
28 agosto, 2012
Lutto
Credo che l' unico modo di dire qualcosa oggi sia stare zitto.
Rispetto il lutto dei familiari e dei tanti amici di Fili, standomene in silenzio a meditare.
Rispetto il lutto dei familiari e dei tanti amici di Fili, standomene in silenzio a meditare.
27 agosto, 2012
L' Ultimo scherzo
Filiberto se n' è andato così all' improvviso, lasciando un buco, un senso di vuoto lacerante in tutti noi che facevamo parte del suo mondo.
Alla morte di qualcuno le cose che ti legano non sono mai chiuse, in specie se come con Fili i discorsi ripartivano fluidi, pungenti, irridenti, mai veramente cominciati per questo mai finiti.
Scopriamo, inevitabilmente, che non abbiamo detto tutto quello che avevamo da dirgli.
Ci sono sempre cose in sospeso, non importa se piccole o grandi, e le rimandiamo ad uno di quei tanti domani che esistono si, ma, e non ce ne rendiamo conto, in numero finito.
Chi muore si porta via tutto questo, chi muore interrompe una conversazione.
Ed è difficile, dopo, farne a meno.
Qante parole ci sono rimaste in bocca, le cose che volevamo capire, le cose che non siamo riusciti a far capire di noi, le risposte che non abbiamo ancora trovato.
Ciao Filiberto Bellucci, ora e per sempre la tua anima galleggia fuori dalla finestra del mio cuore.
"E' meglio dirsi addio quando si arriva, sarà meno doloroso farlo quando ci si dovrà lasciare"
26 agosto, 2012
Il Predicatore
C'è confusione e non c'è nessuno che ci spieghi cosa fare.
No, veramente uno c'è. È un tizio fuori degli schemi.
Però non è tanto questo l'importante. L'importante è che lui si fa ascoltare.
Gli altri sono noiosi e battibeccano sempre, lui quando occupa la scena può tenerla per ore, giorni, settimane.
Si capisce che ne sa a pacchi, ma non te lo fa pesare; cita gli economisti ma anche i barzellettieri, ti fa sganasciare dal ridere, certe volte; altre volte ti fa pensare.
Quando comincia col suo battage pubblicitario un po' rozzo ma innovativo, le ragazze fanno la fila per occupare i primi posti, dove si sente tutto.
I ragazzi occupano i secondi posti, dove si vedono meglio i culi delle ragazze.
Insomma è l'uomo dell'anno, del decennio.
Dove passa ammainano le bandiere dei partiti e innalzano la sua.
Gli hanno offerto cariche importanti, ma lui la politica preferisce lasciarla fare agli altri.
Quello che veramente gli interessa non sono gli onori (ne ottiene dagli amici stretti), né i guai (se li procura).
Quello che davvero vuole fare, lo sta già facendo: predicare è la sua più grande gioia, continuerà finché le forze non lo abbandoneranno.
Sto ovviamente parlando di Sbrissa al Bisato, il più grande predicatore del ventunesimo secolo.
Questo pistolotto lo ho dedicato tempo fa e trasmesso privatamente a Sandro Buba Maricchio con l' idea di non condividerlo, ma visto il passare del tempo, la sempre più massiccia presenza sulla scena virtuale gradese del nostro Sbrissa al Bisato, ne ho parlato con l' interessato e allora fiato alle trombe:
è lui il nostro trombettiere salvifico e sincero; sincero al tal punto che aggiungo il suo commento a quanto sopra per capire la modestia del nostro predicatore nel deserto dei tartari gradese:
Grassie Enio, massa bela , ma ahimè non del tutto veritiera....se no oltro per le "ragazze ai primi posti"!!!
Calcolo che in quel campo, saravo più debole de berluskoni .....difatti è sempre pensao che se da presidente dei stati uniti, no tu pol nianche fate fa un pompin dela lewinsky, no val la pena falo ....hahahah
24 agosto, 2012
Clima e sue modificazioni
Sentite le ultime sulla variazione del clima:
“ siamo oramai nel pieno di una svolta climatica che in pochi anni porterà alla definitiva scomparsa delle stagioni”.
Ovunque sarà sempre ESTATE, tutto l’anno.
Non capisco cosa ci sia di preoccupante: a me pare una bellissima notizia. l’acqua ce la avremo sotto casa, in strada (si sa, i ghiacci si sciolgono, gli oceani stanno salendo e presto invaderanno la terraferma):
non vedo l’ora, ho sempre sognato di tuffarmi dalla finestra.
Mare e sole, ovunque e in eterno.
L’apocalisse sarà un infinito ferragosto a domicilio.
Gioiamo: siamo alla vigilia della più lunga vacanza dI tutti i tempi.
L' Adriatico si innalzerà di mezzo metro, a questo punto, tra le tante funzioni negative, bisogna aggiungere una funzione positiva sulla presenza del possibile rigassificatore in Golfo, sarà comodo e pratico avere un distributore di cloro a portata di mano per disinfettare la piscina che formerà l'abitato di Grado.
“ siamo oramai nel pieno di una svolta climatica che in pochi anni porterà alla definitiva scomparsa delle stagioni”.
Ovunque sarà sempre ESTATE, tutto l’anno.
Non capisco cosa ci sia di preoccupante: a me pare una bellissima notizia. l’acqua ce la avremo sotto casa, in strada (si sa, i ghiacci si sciolgono, gli oceani stanno salendo e presto invaderanno la terraferma):
non vedo l’ora, ho sempre sognato di tuffarmi dalla finestra.
Mare e sole, ovunque e in eterno.
L’apocalisse sarà un infinito ferragosto a domicilio.
Gioiamo: siamo alla vigilia della più lunga vacanza dI tutti i tempi.
L' Adriatico si innalzerà di mezzo metro, a questo punto, tra le tante funzioni negative, bisogna aggiungere una funzione positiva sulla presenza del possibile rigassificatore in Golfo, sarà comodo e pratico avere un distributore di cloro a portata di mano per disinfettare la piscina che formerà l'abitato di Grado.
23 agosto, 2012
Wi-Fi
Grazie a Lele Lisco - GradoSpia - ora so che, grazie alla Provincia di Gorizia, in tre o quattro punti di Grado abbiamo il Wi-Fi, è un primo passo verso l' uso della ragione.
Iscrivetevi e chinatevi verso nord est per ringraziare il sig. Gherghetta.
Sapevatelo.
22 agosto, 2012
Le ferie al tempo della crisi
E' da un po che sto pensando alle ferie, ma vista la crisi e non volendo perdere la faccia con gli amici che credono si stia economicamente bene vedrò di fare come l’anno scorso:
Photoshop.
Prendo un paesaggio come sfondo, ci metto la mia faccia in primo piano, sgrano, saturo, ombreggio, carico su Picasa e pubblico su Facebook.
Con questo metodo mi sono già girato Ibiza, Creta e Acapulco.
Volevo andare pure a Capri, ma le foto più aggiornate risalivano al tempo di Totò, poco credibili.
Per rendere la cosa più credibile, mi preparo pure un bel finto Mojito con acqua minerale, tè alla menta e ghiaccio, mi chiudo in casa e attrezzo il bagno per la sposa (vedi foto).
21 agosto, 2012
Sergio Endrigo e Grado
M è stato segnalato questo testo di Sergio Endrigo, una lettera carica d' amore e di ricordi cari su Grado e per certi versi attuabilissima, e del suo disco, inciso ma non diffuso, basato sulla poesia di Biagio Marin.
Purtroppo la cosa non ebbe seguito e sarebbe bello poter avere accesso ai testi e alle canzoni contenute nel disco, se qualcuno sa qualcosa batta un colpo!
---------------------
"Subito dopo la guerra, ho passato un’intera estate a Grado. Avevo quattordici anni.
C’ero già stato prima ma ricordavo poche cose. Il viaggio in corriera (non si chiamava ancora pullman), la lunga strada con la laguna attorno e Grado che si avvicinava come un’isola e isola è sempre stata; le farfalle notturne palpitanti sui vetri della terrazza, mia nonna viennese di cui avevo un sacro terrore, mio zio Aldo Smareglia, i miei cugini più grandi.
E, prima di addormentarmi, il fascio di luce di un faro intermittente sulle persiane, il motore di un peschereccio e la risacca sulla diga.
Ora invece avevo tutto da scoprire, la grande libreria di mio zio, la cuginetta del piano di sotto e soprattutto una libertà che credo oggi nessun ragazzo può conoscere.
Una libertà fatta di aria, acqua, luce, senza rumori, pericoli di traffico ed altro.
Ero diventato amico dei pompieri che avevano l’autorimessa a pochi metri dalla casa di mio zio e a volte mi portavano in giro sul loro camion rosso luccicante di ottoni. Ricordo sempre l’odore di nafta e acqua che mi portavo addosso al ritorno.
La mattina, dopo aver fatto la spesa alla nonna ed esser stato sgridato e rimproverato perché avevo sempre dimenticato o sbagliato qualcosa, scappavo in giardino, scalavo un muretto ed ero sulla diga, sulla spiaggia libera piena di conchiglie e in fondo alla diga andavo a pescare i “guati” con le “naridole” e i “peoci”.
Ho ricordato tutto questo solo perché Biagio Marin viveva e vive anche oggi nella stessa casa dove abitava mio zio.
E’ una grande casa divisa in due da una rete, oggi forse un muretto, che separa i due giardini.
Chissà quante volte avrò visto un distinto signore passeggiare tra le zigne, le dalie, i mazzetti multicolori di verbena e le “vanesse” di radicchio e prezzemolo.
O camminare curvo sull’arenile alla ricerca delle sue amate conchiglie, ali di rondine, capesante, ostriche levigate da sembrare vetro.
E oggi ritrovare nei suoi versi quella atmosfera, quel colore, quella malinconia delle sere gradesi quando tutto si placa il mare, il cielo e la gente, per me è una gioia tanto grande da farmi male.
Già il dialetto gradese sta morendo sostituito dalla lingua “ufficiale”, e la laguna con i suoi banchi, le sua valli, i casoni, comincia a conoscere l’inquinamento industriale e forse tra poco la speculazione edilizia.
facemmo un disco con Biagio Marin, grande poeta di Grado.
Nell’altra metà della villa abitava Biagio Marin… Dopo aver fatto questo disco, mi accorsi che non riuscivo nemmeno a pagarmi le spese di viaggio, nonostante sullo statuto della Fonit Cetra (allora IRI) c’erano forti incentivi alla cultura…
Se ci ripenso oggi, mi dispiace molto, ma allora andò così: lasciai perdere. I dischi li ho conservati e oltre alle belle poesie recitate dagli autori, sono interessanti i loro punti di vista su tanti argomenti.
Peccato sia finita così…
Cosa resterà della vecchia Grado se non l’Anzolo del Duomo e i versi di Biagio Marin?
[Sergio Endrigo]"
Purtroppo la cosa non ebbe seguito e sarebbe bello poter avere accesso ai testi e alle canzoni contenute nel disco, se qualcuno sa qualcosa batta un colpo!
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"Subito dopo la guerra, ho passato un’intera estate a Grado. Avevo quattordici anni.
C’ero già stato prima ma ricordavo poche cose. Il viaggio in corriera (non si chiamava ancora pullman), la lunga strada con la laguna attorno e Grado che si avvicinava come un’isola e isola è sempre stata; le farfalle notturne palpitanti sui vetri della terrazza, mia nonna viennese di cui avevo un sacro terrore, mio zio Aldo Smareglia, i miei cugini più grandi.
E, prima di addormentarmi, il fascio di luce di un faro intermittente sulle persiane, il motore di un peschereccio e la risacca sulla diga.
Ora invece avevo tutto da scoprire, la grande libreria di mio zio, la cuginetta del piano di sotto e soprattutto una libertà che credo oggi nessun ragazzo può conoscere.
Una libertà fatta di aria, acqua, luce, senza rumori, pericoli di traffico ed altro.
Ero diventato amico dei pompieri che avevano l’autorimessa a pochi metri dalla casa di mio zio e a volte mi portavano in giro sul loro camion rosso luccicante di ottoni. Ricordo sempre l’odore di nafta e acqua che mi portavo addosso al ritorno.
La mattina, dopo aver fatto la spesa alla nonna ed esser stato sgridato e rimproverato perché avevo sempre dimenticato o sbagliato qualcosa, scappavo in giardino, scalavo un muretto ed ero sulla diga, sulla spiaggia libera piena di conchiglie e in fondo alla diga andavo a pescare i “guati” con le “naridole” e i “peoci”.
Ho ricordato tutto questo solo perché Biagio Marin viveva e vive anche oggi nella stessa casa dove abitava mio zio.
E’ una grande casa divisa in due da una rete, oggi forse un muretto, che separa i due giardini.
Chissà quante volte avrò visto un distinto signore passeggiare tra le zigne, le dalie, i mazzetti multicolori di verbena e le “vanesse” di radicchio e prezzemolo.
O camminare curvo sull’arenile alla ricerca delle sue amate conchiglie, ali di rondine, capesante, ostriche levigate da sembrare vetro.
E oggi ritrovare nei suoi versi quella atmosfera, quel colore, quella malinconia delle sere gradesi quando tutto si placa il mare, il cielo e la gente, per me è una gioia tanto grande da farmi male.
Già il dialetto gradese sta morendo sostituito dalla lingua “ufficiale”, e la laguna con i suoi banchi, le sua valli, i casoni, comincia a conoscere l’inquinamento industriale e forse tra poco la speculazione edilizia.
facemmo un disco con Biagio Marin, grande poeta di Grado.
Nell’altra metà della villa abitava Biagio Marin… Dopo aver fatto questo disco, mi accorsi che non riuscivo nemmeno a pagarmi le spese di viaggio, nonostante sullo statuto della Fonit Cetra (allora IRI) c’erano forti incentivi alla cultura…
Se ci ripenso oggi, mi dispiace molto, ma allora andò così: lasciai perdere. I dischi li ho conservati e oltre alle belle poesie recitate dagli autori, sono interessanti i loro punti di vista su tanti argomenti.
Peccato sia finita così…
Cosa resterà della vecchia Grado se non l’Anzolo del Duomo e i versi di Biagio Marin?
[Sergio Endrigo]"
20 agosto, 2012
Giovani
Così per caso mi è capitato di mangiare una piadina dalla Lole (tra l' altro molto buona e a prezzi accessibili, da consigliare) e di trovare mio figlio con dei suoi amici che mi hanno ospitato la mezzora necessaria al fiero pasto.
Parlare con loro è stato per me come bere acqua fresca e mi ha spinto a fare delle considerazioni sulla nostra gioventù, così maltrattata e con sulle spalle gli errori di almeno due generazioni.
Si tende a ridurre la questione giovanile a un problema di eccellenze non riconosciute, di cervelli in fuga, di meriti sottostimati.
Si dimentica la fatica e la frustrazione dei non eccellenti, la grande massa di ragazzi che magari non ha ambizioni professionali particolari, ma vorrebbe lavorare e campare con uguale dignità, e vivere con costrutto una vita autonoma.
È un segno dei tempi.
Si crede e si fa credere che le società funzionino solo per l’abbrivio del talento, per la forza dei migliori, dimenticando che il benessere della società è frutto di un processo corale, collettivo, e la serenità degli individui, anche degli «eccellenti», non è concessa al di fuori di un miglioramento della vita, se non di tutti, di molti.
È vero che la selezione dei meritevoli è, nel nostro Paese, inceppata, spesso umiliata dal clientelismo, dalle baronie,dalla mafiosità.
Ma non è umiliando o dimenticando i secondi, e i terzi, e i quarti, che i primi avranno soddisfazione.
Il successo professionale, tra l’altro, non è la sola misura del valore umano.
Ce ne sono infiniti altri.
Ho conosciuto qualche «eccellente» odioso, e umanamente minimo, e molte persone umili di grande spessore, capaci di dare agli altri qualcosa che non è quantificabile in uno stipendio o in un titolo di studio.
Credo, o spero, che i ragazzi sappiano che la posta in palio non è solo spianare la strada ai più bravi, ma restituire la percezione di un futuro possibile a tutti.
19 agosto, 2012
Ospiti
Ospiti
Eli ili...
Beli...quili...
La boca sempre in rie
I vogi furbi
Ma co un fa de 'ndormensai.
Corcai?...No de siguro!
I te saluda sempre volentieri
I te ofre anche 'l bicer de vin.
Viva!...comò ze? Tu son san?
Sempre prunti a fa un piasser
Comò stà la tò famegia
Duto a posto?
Ili si che se preocupa de tu!
E tra un discorso de salute
un' oltro de palù...
I te vien fora:
Sinti Nane... ma tò pare
no' l veva una casa
La in Piasseta?
Si la in Campielo Tonegasso
Che Pecao!
Veghe quii muri 'bandonai
A la vignarave fora un Palasso!
Poesia di Giovanni Marchesan "Stiata, riadattata per l' occasione conviviale con amici.
ps: Il fotografo sono io e mi considero parte della covata amicale.
ps: Il fotografo sono io e mi considero parte della covata amicale.
17 agosto, 2012
Traffico
L' altro ieri, ferragosto per tanti, per me lavoro.
Ore 19, traffico rallentato da una pacca di macchine, a lato la pista ciclabile.
Un nonno in bicicletta con nipotina: una meraviglia di bambina con codini biondi e occhioni azzurri.
Ho sorriso: guarda che momenti teneri ci sono ancora,in giro.
Con l’auto, procedevo a passo d’uomo lungo la via che porta fuori paese.
Sulla pista ciclabile a fianco, rivedo sopraggiungere velocemente nonno e nipotina.
Ostia, come ci dava, il vecchietto.
La colonna di auto si è mossa un po’ più velocemente.
E’ stato proprio in quel momento che, senza guardare da nessuna parte, il nonno di punto in bianco e a pedalata fortissima ha abbandonato la ciclabile, buttandosi in mezzo alla strada dove stavo anche io.
Ha tagliato la strada ad una Peugeot davanti a me.
La Peugeot ha sterzato di colpo a sinistra, evitando per miracolo la bici nonchè una Punto che veniva in senso opposto.
Io ho sterzato a destra, evitando Peugeot e Punto e anche un palo di delimitazione della strada.
Quello dietro di me ha frenato alla diosanto, inchiodando a tre milllimetri da me, evitando Peuget, Punto, me e palo.
Quello dietro ancora ha inchiodato ancor più forte e sterzato a destra, evitando Peugeot, Punto, me, palo e quello dietro di me.
Per mero culo, nessuno s’è fatto male o ha subito danni.
Siamo ripartiti, sbigottiti.
Nel superare la bici del nonno, quella che stava alla guida della Peugeot ha rallentato, guardandolo.
Il nonno ha fatto il gesto “cazzo vuoi?” e ha fatto segno di smammare.
Quella della Peugeot gli ha suonato, ed ho suonato anche io.
Ci siam beccati le bestemmie del nonno: “andate a cagare, stronzi” , s’è udito benissimo,mentre rientrava nella ciclabile di punto in bianco, così come ne era uscito.
La nipotina sgranava gli occhioni.
Attonita.
Avrei voluto il numero telefonico per chiamare i suoi genitori.
Magari mi avrebbero mandato a fanculo anche loro,chissà.
E' la "stagione" che bellezza!
Ore 19, traffico rallentato da una pacca di macchine, a lato la pista ciclabile.
Un nonno in bicicletta con nipotina: una meraviglia di bambina con codini biondi e occhioni azzurri.
Ho sorriso: guarda che momenti teneri ci sono ancora,in giro.
Con l’auto, procedevo a passo d’uomo lungo la via che porta fuori paese.
Sulla pista ciclabile a fianco, rivedo sopraggiungere velocemente nonno e nipotina.
Ostia, come ci dava, il vecchietto.
La colonna di auto si è mossa un po’ più velocemente.
E’ stato proprio in quel momento che, senza guardare da nessuna parte, il nonno di punto in bianco e a pedalata fortissima ha abbandonato la ciclabile, buttandosi in mezzo alla strada dove stavo anche io.
Ha tagliato la strada ad una Peugeot davanti a me.
La Peugeot ha sterzato di colpo a sinistra, evitando per miracolo la bici nonchè una Punto che veniva in senso opposto.
Io ho sterzato a destra, evitando Peugeot e Punto e anche un palo di delimitazione della strada.
Quello dietro di me ha frenato alla diosanto, inchiodando a tre milllimetri da me, evitando Peuget, Punto, me e palo.
Quello dietro ancora ha inchiodato ancor più forte e sterzato a destra, evitando Peugeot, Punto, me, palo e quello dietro di me.
Per mero culo, nessuno s’è fatto male o ha subito danni.
Siamo ripartiti, sbigottiti.
Nel superare la bici del nonno, quella che stava alla guida della Peugeot ha rallentato, guardandolo.
Il nonno ha fatto il gesto “cazzo vuoi?” e ha fatto segno di smammare.
Quella della Peugeot gli ha suonato, ed ho suonato anche io.
Ci siam beccati le bestemmie del nonno: “andate a cagare, stronzi” , s’è udito benissimo,mentre rientrava nella ciclabile di punto in bianco, così come ne era uscito.
La nipotina sgranava gli occhioni.
Attonita.
Avrei voluto il numero telefonico per chiamare i suoi genitori.
Magari mi avrebbero mandato a fanculo anche loro,chissà.
E' la "stagione" che bellezza!
16 agosto, 2012
Parco delle Rose
Passano gli anni, diversi gli attori sulla scena del nostro Paese, non cambia il dramma.
Un grido di dolore lanciato nel 2004 da un "graisan" il dott. Salvatore Tosto mi trova in perfetta condivisione oggi che ci ritroviamo di fronte gli stessi appetiti.
Leggerlo è una specie di lezione di storia graisana che trova molte similitudini con oggi dove tutto cambia per non mutare nulla.
Il video del 1960 per ricordare il Parco quando era proprio delle Rose:
«Si tuteli almeno il Parco delle Rose nella spartizione in corso a Grado» il Piccolo — 07 novembre 2004
«Diviserunt sibi vestimenta mea».
In questo versetto del Salmo XXI,19 si allude alle vesti di Gesù che furono sorteggiate fra i soldati ai piedi della Croce. Nell’uso comune sta ad indicare le spogliazioni di cui la gente generalmente è vittima.
Nella gestione della cosa pubblica, l’aspirazione di quanti si propongono ai vertici delle istituzioni è quella di trarre benefici dall’uso delle risorse patrimoniali della comunità.
Però, essendo sempre più numerosi i concorrenti in questa attività agonistica, ecco fiorire sulle ceneri di un solo ente tanti cespugli che producono frutti di facile raccolta.
Qualcuno li chiama prebende, altri li definiscono dividendi.
Ecco perché dallo smantellamento dell’Aacs di Grado sono nate le più svariate entità: la Git, l’Itur, l’Aiat, la gestione spiaggia, il Palacongressi, le Terme, il Parco acquatico e quantaltro, tanto per usare un termine attualmente in voga.
Per ogni etichetta, naturalmente, occorre un consiglio d’amministrazione con relativo presidente, vice, segretario e direttore senza contare i provibiri ed i revisori dei conti. Tutti con congrui compensi, senza parlare del presenzialismo e del protagonismo.
Frattanto la gente comune rischia i posti di lavoro, subisce il danno e la beffa, non riesce a comprendere come mai tutti questi previlegiati siano sempre gli stessi sulla cresta dell’onda e perché il Comune che ha in delega la tutela delle spiagge, la proprietà delle aree, l’uso del diritto di gestione e di controllo, si faccia condizionare da qualche lobby che, sistematicamente, attribuisce cariche ed incarichi a predestinati di preclare virtù, per così dire, capaci di farsi da sé.
Infatti prima non avevano un soldo, ora sono pieni di debiti.
Vorrei tanto poter essere contraddetto, purtroppo le cose vanno avanti così.
Intanto le gestioni passano da una mano all’altra con grande dispersione di utili e di mezzi.
In realtà ci sono personaggi che pensano in grande e vogliono svilupparsi su beni non propriamente loro.
Una volta i consigli d’amministrazione erano formati da rappresentanti di categorie ed associazioni operanti sul territorio. Sostanzialmente venivano indicati dalle formazioni politiche democraticamente votate.
Attualmente le privatizzazioni hanno dato il via libera agli amici degli amici, con i soldi della Regione ed i beni patrimoniali del Comune.
Naturalmente non si parla più del futuro benessere della comunità, ma di rapporto tra costi e profitti con lo scopo di conseguire cospicui dividendi.
Pertanto l’incremento turistico è affidato all’abilità dei cuochi che si cimentano nelle gare di boreto alla graisana. A questo punto sarebbe opportuno che qualcuno dicesse: «Giù le mani dal Parco delle Rose!»
Il verde dei parchi e gli alberi dei giardini sono il polmone naturale che libera l’ambiente dalle scorie dannose che intossicano l’aria. Il parco non è soltanto un luogo di riposo e refrigerio, ma principalmente un mezzo indispensabile di vita, una necessità sociale.
Quindi i presidenti, i direttori, i consiglieri, i soci della Git, dell’Aiat, dell’Itur e di tutti i gruppi interessati che si disputano i benefici appartenenti alla comunità, si rileggano l’art. 32 della Costituzione che prevede la tutela della salute come fondamentale diritto del cittadino.
Pertanto i bambini, i nonni, le mamme di Grado non possono in tutto il corso dell’anno non usufruire di un diritto che appartiene alla cittadinanza, cioè l’accesso al parco delle Rose ed alle annesse strutture per il tempo libero, lo sport salutare ed i giochi dei bimbi.
Salvatore Tosto
Aggiungere qualcosa a questa lettera accorata mi sembrerebbe sacrilego se non ricordare che l' anno è il 2004.
Un grido di dolore lanciato nel 2004 da un "graisan" il dott. Salvatore Tosto mi trova in perfetta condivisione oggi che ci ritroviamo di fronte gli stessi appetiti.
Leggerlo è una specie di lezione di storia graisana che trova molte similitudini con oggi dove tutto cambia per non mutare nulla.
Il video del 1960 per ricordare il Parco quando era proprio delle Rose:
«Si tuteli almeno il Parco delle Rose nella spartizione in corso a Grado» il Piccolo — 07 novembre 2004
«Diviserunt sibi vestimenta mea».
In questo versetto del Salmo XXI,19 si allude alle vesti di Gesù che furono sorteggiate fra i soldati ai piedi della Croce. Nell’uso comune sta ad indicare le spogliazioni di cui la gente generalmente è vittima.
Nella gestione della cosa pubblica, l’aspirazione di quanti si propongono ai vertici delle istituzioni è quella di trarre benefici dall’uso delle risorse patrimoniali della comunità.
Però, essendo sempre più numerosi i concorrenti in questa attività agonistica, ecco fiorire sulle ceneri di un solo ente tanti cespugli che producono frutti di facile raccolta.
Qualcuno li chiama prebende, altri li definiscono dividendi.
Ecco perché dallo smantellamento dell’Aacs di Grado sono nate le più svariate entità: la Git, l’Itur, l’Aiat, la gestione spiaggia, il Palacongressi, le Terme, il Parco acquatico e quantaltro, tanto per usare un termine attualmente in voga.
Per ogni etichetta, naturalmente, occorre un consiglio d’amministrazione con relativo presidente, vice, segretario e direttore senza contare i provibiri ed i revisori dei conti. Tutti con congrui compensi, senza parlare del presenzialismo e del protagonismo.
Frattanto la gente comune rischia i posti di lavoro, subisce il danno e la beffa, non riesce a comprendere come mai tutti questi previlegiati siano sempre gli stessi sulla cresta dell’onda e perché il Comune che ha in delega la tutela delle spiagge, la proprietà delle aree, l’uso del diritto di gestione e di controllo, si faccia condizionare da qualche lobby che, sistematicamente, attribuisce cariche ed incarichi a predestinati di preclare virtù, per così dire, capaci di farsi da sé.
Infatti prima non avevano un soldo, ora sono pieni di debiti.
Vorrei tanto poter essere contraddetto, purtroppo le cose vanno avanti così.
Intanto le gestioni passano da una mano all’altra con grande dispersione di utili e di mezzi.
In realtà ci sono personaggi che pensano in grande e vogliono svilupparsi su beni non propriamente loro.
Una volta i consigli d’amministrazione erano formati da rappresentanti di categorie ed associazioni operanti sul territorio. Sostanzialmente venivano indicati dalle formazioni politiche democraticamente votate.
Attualmente le privatizzazioni hanno dato il via libera agli amici degli amici, con i soldi della Regione ed i beni patrimoniali del Comune.
Naturalmente non si parla più del futuro benessere della comunità, ma di rapporto tra costi e profitti con lo scopo di conseguire cospicui dividendi.
Pertanto l’incremento turistico è affidato all’abilità dei cuochi che si cimentano nelle gare di boreto alla graisana. A questo punto sarebbe opportuno che qualcuno dicesse: «Giù le mani dal Parco delle Rose!»
Il verde dei parchi e gli alberi dei giardini sono il polmone naturale che libera l’ambiente dalle scorie dannose che intossicano l’aria. Il parco non è soltanto un luogo di riposo e refrigerio, ma principalmente un mezzo indispensabile di vita, una necessità sociale.
Quindi i presidenti, i direttori, i consiglieri, i soci della Git, dell’Aiat, dell’Itur e di tutti i gruppi interessati che si disputano i benefici appartenenti alla comunità, si rileggano l’art. 32 della Costituzione che prevede la tutela della salute come fondamentale diritto del cittadino.
Pertanto i bambini, i nonni, le mamme di Grado non possono in tutto il corso dell’anno non usufruire di un diritto che appartiene alla cittadinanza, cioè l’accesso al parco delle Rose ed alle annesse strutture per il tempo libero, lo sport salutare ed i giochi dei bimbi.
Salvatore Tosto
Aggiungere qualcosa a questa lettera accorata mi sembrerebbe sacrilego se non ricordare che l' anno è il 2004.
15 agosto, 2012
Ferragosto in Piassa Granda
A Grado 'sto posto che non potendosi allargare, in quanto strozzato tra ponti e mare, si stende lungo lungo la spiaggia con l' indolenza di una bella donna che si offre al Dio Turista, succedono cose che voi "foresti" non conoscete.
Sono seduto tranquillo in un bar "de piassa" e per vicini ho due coppie, marito e moglie sui sessant’anni, madre e figlia settantenne l’una, cinquantenne abbondante l’altra, contornate da altri, una bionda che potrebbe essere la figlia o la nipote dei marito-e-moglie, una mora che potrebbe essere la vicina di casa/cugina/amica della figlia o della madre.
Discutono animatamente senza badare a noi vicini, con la foga indolente delle conversazioni da bar che partono dal generale e arrivano al personale, ed il personale è invariabilmente qualcosa di strano e tragico capitato sempre ad un cugino/amico carissimo.
Per una volta saltano la fase malattie devastanti-incidenti mortali: e passano direttamente alle disposizioni testamentarie in un misto di graisan e lingua, segno di distinzione:
«Ciò – dice la madre – perché bisogna sta tinti! Mia cugina, per esempio, che la gera la tersa mugèr de so’ marì, quando al ze morto l' ha vùo un saco de problemi per avè i soldi!»
«Perché se gera figi de primo leto - chiarisce il marito della moglie - bisogna che li divida in parti uguali…»
«Eh, ma no zé miga giusto, i doveva divide metà a ela e dopo metà che resta ai figi…»
«No, – interviene la vicina di casa, forse amica - se i gera in comunion dei beni, tu pol falo, si no no!»
La moglie del marito approva la mozione: «Sì, ma poi bisogna anche veghe da quanti ani che i gera stai sposai co la prima muger…»
E via, si apre un lungo e approfondito dibattito su divorzi, convivenze more uxorio, equiparazione fra figli legittimi e nati fuori dal matrimonio, assi ereditari, in cui ognuno dei presenti ha da citare precedenti a memoria e giurisprudenza a caso neanche fossero avvocati di grido ed esperti matrimonialisti.
Tu ascolti e mediti, mediti, mediti.
Su quanti danni abbiano fatto al paese, per esempio, i programmi come Forum!
14 agosto, 2012
Lega Ambiente e il Depuratore
La presenza della Goletta Verde e il suo richiamo alla Regione Friuli Venezia Giulia è argomento trattato di striscio dalla nostra stampa locale tutta compresa nei festeggiamenti per il ferragosto.
Il Messaggero Veneto, ancora una volta, punta il dito sulla richiesta della Lega Ambiente che in una nota diffusa ai quotidiani scrive:
Il Messaggero Veneto, ancora una volta, punta il dito sulla richiesta della Lega Ambiente che in una nota diffusa ai quotidiani scrive:
"Non rassicurano le mezze smentite del sindaco di Grado e del presidente della Provincia di Gorizia che, non accortosi di essere ripreso, ha fatto esplodere il problema dichiarando in un’occasione pubblica che il depuratore non funziona.
Questo fatto sarebbe molto grave e starebbe a significare che l’impianto e la condotta sottomarina di circa 4 chilometri, che dal depuratore porta le acque trattate al largo, non sarebbero in grado di garantire la depurazione delle acque reflue derivanti in gran parte da scarichi di abitazioni
». «Oltre tutto – continua – l’intera Fossalon è ancora priva di rete fognaria e i nuovi insediamenti previsti dai progetti Grado 3 e Zamparini city, che porterebbero ad un ulteriore aumento di abitanti soprattutto nei mesi estivi (i più critici), determinerebbero un aumento della richiesta di capacità di depurazione."
Prosegue, la richiesta di Lega Ambiente chiedendo ad Iris acqua i dati del depuratore del 2011 e 2012 per fare chiarezza una volta per tutte sulla vicenda.
Io sono qui in trepidante attesa di questi dati, confortato un po dal fatto che voci autorevoli si uniscono a quelle dei pochi di noi che tentano di attirare l' attenzione sulle porcherie commesse in questa valle di lacrime senza scampo che è diventata Grado.
13 agosto, 2012
12 agosto, 2012
Festival della Canzone Dialettale 2012
Venerdì 17 agosto 2012, alle ore 21, verrà proposta la nona Edizione del “Festival della Canzone del Friuli Venezia Giulia – Premio Città di Grado”, presso il “Teatro Parco delle Rose” di Grado.
Più di sessanta artisti si alterneranno sul palcoscenico per dar vita evento musicale che ha lo scopo di dare l'opportunità al turista ospite di apprezzare e conoscere meglio la grande ricchezza di musicalità popolare e la varietà di tipologie musicali e idiomi presenti nella nostra Regione.
Le canzoni prime classificate nell'ultima edizione dei più importanti Festival regionali (Festival della canzone Friulana, Festival della Canzone Gradese, Cantafestival de la Bisiacaria, Festival della Canzone Triestina, Festival della Canzone Muggesana), si contenderanno il “Premio Città di Grado 2012” per la migliore canzone dialettale del F.V.G.
Il “Premio Città di Grado 2012 alla carriera, assegnato in ogni edizione del Festival a personaggi noti nel mondo dello spettacolo e legati in qualche modo alla nostra Regione, quest’anno sarà conferito al noto attore e regista PAOLO ROSSI.
Canzoni in gara:
Dal Festival della Canzone Friulana
SENS’AIAR di A. Tomasin e M.Comar - canta Zuleika Morsut
LIDRIS DI ARMONIE di Giulia Daici - canta Giulia Daici
TAL ULTIN SORELI N.Lizzi e D.Di Lorenzo – canta Nicoletta Lizzi
Dal Cantafestival de la Bisiacaria
LICOF E MOJITO di L.Capello e W. Costanzo canta Ruggero Giraldi
MOFALCON LA PARLA SOLA di G. Rossi Giorgi, D.Tagliapietra, Elisa Policardi e T. Sedmark – cantano
Michela Cattonaro, Elisa Policardi e T. Sedmark
NONI 2000 di Alessandro Miceu - cantano I Bisiachi
Dal Festival della Canzone Triestina
CUOR DE MAMA di Massimiliano Cernecca – canta duo “Giuli & Lori”
BRODO DE BECHI di “Mittel” – cantano Antonella Brezzi e “El vecio Jim”
ORKA CHE POLKA! di Corrado Brambilla – canta la “Krugel Orchestra”
Dal Festival della Canzone Muggesana
L’INVELENADA di Dario Bolsi canta Dario Bolsi
FRACAI A MUJA NEL CARNEVAL 2012 di Massimiliano Riccio - canta La “Max Gospel Band”
TUTI I FIOI XE BEI di Norina Dussi Weiss – canta Il “Four Friends Quartet”
Dal Festival della Canzone Gradese
ZIMMER ZU VERMIETEN di Nevio e Giulia Scaramuzza cantano Nevio e Giulia Scaramuzza
PORTEME SU MARTE di Andrea Marchesan cantano Deborah Civita, Raimondo Corbatto
RINASSO CO TU di Gabriele Krpan, Toto e Andrea Barzellato cantano Cristina Gordini, Flavio Troian
Durante il Festival è previsto, per dare un giusto spazio alle espressioni delle varie peculiarità culturali, artistiche e storiche di Grado, città ospite dell’evento, l’inserimento di un breve programma musicale legato all’Isola.
La manifestazione sarà condotta da Dario Zampa, Leonardo Tognon, Penelope Folin, e Fulvio Marion.
Durante lo svolgimento del Festival verranno proiettate su uno schermo gigante le immagini più suggestive di Grado e della nostra Regione, sonorizzate dai vari brani interpretati dagli artisti sul palcoscenico.
L' Ingresso è gratuito.
11 agosto, 2012
10 agosto, 2012
Giustezza dell' Informazione
Il Messaggero Veneto, riprende l' articolo di ieri sul funzionamento del depuratore di Grado con una doverosa intervista al Sindaco e al Presidente di Iris Acqua responsabile del nostro depuratore, un comportamento giornalistico irreprensibile, lanci la notizia, magari calcando sul titolo, senti tutti gli Enti coinvolti nella vicenda, informi il pubblico, giusto.
Ma e il Piccolo, dov'è la notizia sul giornale più letto e, per certi versi bibbia, di una gran parte, in specie gli anziani, della popolazione "graisana".
Sembra quasi (ah,ah,ah quasi) ci vogliano nascondere le cose brutte, non preoccupiamo la gente in questo periodo di ferie, e se vedono delle strane cose marron galleggiare in mare, sostieni che sono oloturie morte, eppure in questo periodo ci sono decine di migliaia di sederi che, se tutto va bene, quotidianamente provvedono all' evacuzione del troppo pieno, molto giusto sarebbe informare tutti che fine fanno i prodotti di risulta di tanto sforzo quotidiano.
Mi fa impossibile che non ne siano al corrente, in fondo sono coinvolti Enti Istituzionali molto importanti come la Provincia di Gorizia, Comune di Grado, Iris Acqua, tutta roba loro eh!
Oggi ho scorso i due quotidiani mettendoli a fianco e visto che sono editi dallo stesso gruppo la parte che tratta il nazionale è quasi uguale, cambia solo il provinciale, non voglio essere malizioso, diciamo che hanno reputato non interessante la vicenda e non l' hanno trattata, va bene così, parliamone noi.
A tale proposito voglio allegare il commento di Dario Raugna su questa vicenda giusto per chiudere il cerchio dei pareri coinvolgendo tutti gli interessati, a parte noi pubblico che non ci caga nessuno:
Ma e il Piccolo, dov'è la notizia sul giornale più letto e, per certi versi bibbia, di una gran parte, in specie gli anziani, della popolazione "graisana".
Sembra quasi (ah,ah,ah quasi) ci vogliano nascondere le cose brutte, non preoccupiamo la gente in questo periodo di ferie, e se vedono delle strane cose marron galleggiare in mare, sostieni che sono oloturie morte, eppure in questo periodo ci sono decine di migliaia di sederi che, se tutto va bene, quotidianamente provvedono all' evacuzione del troppo pieno, molto giusto sarebbe informare tutti che fine fanno i prodotti di risulta di tanto sforzo quotidiano.
Mi fa impossibile che non ne siano al corrente, in fondo sono coinvolti Enti Istituzionali molto importanti come la Provincia di Gorizia, Comune di Grado, Iris Acqua, tutta roba loro eh!
Oggi ho scorso i due quotidiani mettendoli a fianco e visto che sono editi dallo stesso gruppo la parte che tratta il nazionale è quasi uguale, cambia solo il provinciale, non voglio essere malizioso, diciamo che hanno reputato non interessante la vicenda e non l' hanno trattata, va bene così, parliamone noi.
A tale proposito voglio allegare il commento di Dario Raugna su questa vicenda giusto per chiudere il cerchio dei pareri coinvolgendo tutti gli interessati, a parte noi pubblico che non ci caga nessuno:
Enio, diciamola tutta. E' difficile sapere dove sta il confine tra la necessità di tutelare gli interessi turistici, di tutti noi, e la l'opportunità di diffondere queste notizie sconvolgenti.
Però oramai è chiaro a tutti che questo silenzio sulle condizioni delle sottostrutture, non è servito per risolvere, senza clamori, il problema, ma è stato funzionale a far passare interessi speculativi che, in caso contrario, avrebbero avuto non poche difficoltà.
Allora, siccome stiamo parlando di uno degli aspetti più importanti su cui si misura la civiltà di una città (il depuratore), il problema deve emergere e ci si deve far carico di risolverlo. Ne va della nostra credibilità, ne va del nostro futuro.
Infatti magicamente, ma è senz'altro una coincidenza, dopo qualche giorno che avevamo pubblicato il video, Marin annuncia di aver presentato un emendamento in finanziaria regionale di 4 milioni per sistemare il depuratore di Grado.
Senza il video, sarebbe stato presentato questo emendamento??? Se si, vuol dire che si sapeva che il depuratore aveva bisogno di interventi. Ma allora come si è potuto stabilire la conformità dell'impianto fognario concedendo di costruire tutto quel cemento a Zamparini & company.
Eh risposte difficili.... Quello che emerge seguendo la cronaca, è che il privato specula ed il pubblico ripara (COI SOLDI NOSTRI)... mah! Noi proprio non ce la facciamo a capire.... proprio non ci arriviamo.
09 agosto, 2012
Il Depuratore a Grado funziona?
Ne avevo scritto tempo fa in questo post evidenziando le incongruenze di acque lontane dalla costa e profonde classificate come soggette ad inquinamento, ora oggi, con fragore esce sul "Messaggero Veneto" un' articolo che riporta ad un video girato dalla Lista Liber@ un' anno fa in campagna elettorale,
«Si nasconde lo sporco sotto il tappeto»
«Si nasconde lo sporco sotto il tappeto»
Gherghetta on line: il depuratore non va
Grado: pubblicato un video del presidente della Provincia.
Ma lui si difende: è di un anno fa, investiremo altri 4 milioni.
Sulla questione del depuratore la Lista Libera Grado sul proprio blog scrive: «Riprendiamo il discorso sul sistema fognario gradese, in particolare sul depuratore.
Siamo a livello di terzo mondo, ma si fa di tutto per nascondere lo sporco sotto il tappeto, perché, secondo l'amministrazione pubblica, un problema che viene nascosto, non esiste.
Il sistema fognario di Grado è un raccoglitore, un convogliatore e un dispersore di feci nell’ambiente.
Ma- si domanda la lista -, se il depuratore già adesso non funziona e scarica il nostro “prodotto interno lordo” in laguna e in mare, cosa succederà quando al paese attuale, già allacciato al sistema fognario, si
aggiungeranno anche le varie Zamparini City, le varie Grado 3 di Adriano Bernardis, le aree Baffi e
le “condominiature” del Primero?».
Aggiungono gli esponenti della lista: « Se il sistema fognario non funziona (le parole di Gherghetta
e l’intervento del magistrato sembrano supportare questi tesi), è “sostenibile” funzionalmente, e soprattutto dal punto di vista ambientale, il raddoppio del carico antropico su questo impianto? Qualcuno ha fatto una “valutazione ambientale strategica” delle nuove urbanizzazioni che questa
amministrazione sta sostenendo con tutta se stessa?
In caso di risposta affermativa, chi di competenza cosa avrà dichiarato circa la sostenibilità di questo
servizio rispetto alle nuove cementificazioni?
Ne vedremo ancora delle belle». (e.m.)
LIStA libera grado
Dovremmo aver capito che sono finiti i tempi di nascondere la testa sotto la sabbia, i problemi rimangono e vanno risolti, siamo tutti noi che paghiamo, i grandi numeri che tutti sventolano per farsi belli, sono i nostri numeri e bisogna pretendere che vengano usati per il meglio perchè ormai siamo all' osso.
08 agosto, 2012
Guardo come mangi, ti dirò chi sei!
Un decennio fa per comprare il pesce il massimo era farsi un giro sul molo del mercato ittico (vale per tutta la penisola) e fidarsi della pluriennale esperienza del pescatore per comprare e farsi consigliare il modo migliore di cucinare il prodotto acquistato.
Poi d'un colpo il pescatore si è vestito di un completo blu con bottoni d'oro e, a bordo di un veliero(?) comodissimo per pescare attorniato da un a banda di ragazzini saltellanti come equipaggio, propone, sempre sorridente - non gli capita mai una giornata storta -, ad un pubblico televisivo sempre più frettoloso e convinto che mangiar bene sia sempre una questione di prezzo e non di valori altri, un prodotto precotto e preconfezionato.
Il risultato è una diseducazione culturale, una analfabetismo culinario che straccia un pacco di valori sul valore del cosa, dove, come e quando mangiare.
Un paese di cultura contadina e peschereccia da sempre, con 7500 km di coste dove ci siamo inventati di tutto, ridotto a pesci bistecca, bastoncini surgelati e tonno crudo.
Una malinconia struggente e un disastro economico per gli operatori del mare, perchè le specie disponibili in abbondanza nel nostro mare vengono considerate pesce povero e quindi trascurate dal grande pubblico.
Per favore tornate a frequentare le banchine dei porti e poriticcioli, parlate con i pescatori (non sono solo folklore ma alle volte sono grandi personaggi), comprate prodotti che non sono mai di scarto, come suggerito dalla pubblicità battente, ma buoni e di grande valore nutritivo, dateci una mano, insomma, a salvarci.
Poi d'un colpo il pescatore si è vestito di un completo blu con bottoni d'oro e, a bordo di un veliero(?) comodissimo per pescare attorniato da un a banda di ragazzini saltellanti come equipaggio, propone, sempre sorridente - non gli capita mai una giornata storta -, ad un pubblico televisivo sempre più frettoloso e convinto che mangiar bene sia sempre una questione di prezzo e non di valori altri, un prodotto precotto e preconfezionato.
Il risultato è una diseducazione culturale, una analfabetismo culinario che straccia un pacco di valori sul valore del cosa, dove, come e quando mangiare.
Un paese di cultura contadina e peschereccia da sempre, con 7500 km di coste dove ci siamo inventati di tutto, ridotto a pesci bistecca, bastoncini surgelati e tonno crudo.
Una malinconia struggente e un disastro economico per gli operatori del mare, perchè le specie disponibili in abbondanza nel nostro mare vengono considerate pesce povero e quindi trascurate dal grande pubblico.
Per favore tornate a frequentare le banchine dei porti e poriticcioli, parlate con i pescatori (non sono solo folklore ma alle volte sono grandi personaggi), comprate prodotti che non sono mai di scarto, come suggerito dalla pubblicità battente, ma buoni e di grande valore nutritivo, dateci una mano, insomma, a salvarci.
07 agosto, 2012
Giovani e Vecchi
Sono stati pubblicati i rapporti sulla qualità della vita in tutte le Province italiane.
Il punteggio è calcolato tenendo conto di diversi fattori: tenore di vita, affari e lavoro, servizi, ambiente e salute, ordine pubblico, popolazione, tempo libero.
La voglia di rapportarlo a Grado è forte e confrontarlo con le medie almeno regionali.
Per la politica locale potrebbero essere indicazioni utilissime, fare consuntivi della selva locale e del suo benessere o malessere può essere un'esercizio molto interessante.
I dati a disposizione non sono molti ma seguirò i dati ISTAT, indici di crescita e decrescita della popolazione rispetto alle medie regionali, seguendo i parametri dell'età: 15/29 per i giovani, e oltre 65 per gli anziani.
La conclusione, amara, non fa altro che confermare quel che si sa, mancano i giovani, siamo passati da un'indice per la gioventù, di 1,41 a 1,24 dal 1982 al 2007, mentre per gli anziani siamo passati per lo stesso periodo da 0,53 a 0,64.
Il fenomeno è abbastanza generalizzato a livello Europeo, ma a Grado c'è un dato che preoccupa, nel periodo considerato 1982/2007, abbiamo peggiorato rispetto ai dati regionali, i giovani in Friuli sono cresciuti di numero rispetto a Grado del 21% e l'anno dove l'evidenza è maggiore si colloca tra il 1994/1995.
Non è difficile capire che l'esodo da Grado di giovani è dovuto agli anni del boom edilizio e dell'impossibilità di comprarsi una casa nel nostro paese.
Sarebbe interessante conoscere altri numeri statistici: laureati, aree verdi, consumo di libri, Pil pro capite, ecc, le indicazioni risultanti sarebbero oltremodo utili a chi di popolazione dovrebbe occuparsi, i politici.