31 gennaio, 2012

La Mugia- Mula de Muggia



La Bora ruggisce sul Banco, la su la Mugia, si spacca l'acqua.

La serie di grandi banchi di sabbia davanti alla Pineta, al largo a circa 1,5 miglia dalla costa, hanno nome "la Mula di Muggia" o in gradese "la Mugia"

Formatisi per il gioco di correnti marine che spingono le sabbie provenienti dall'Isonzo verso ovest formano una formidabile barriera che difende la pineta dallo scirocco, con l'effetto collaterale però di provocare l'impaludamento della parte terminale che finisce con la spiaggia di Pineta.

Grandi depositi di molluschi di tutti i tipi, ma soprattutto di vongole e capelunghe, sono stati per decenni il luogo di lavoro per le nostre mamme e nonne che integravano così i magri guadagni degli uomini in mare.

Ma quello che incuriosisce è l' origine del nome Mula di Muggia.

Una risposta pragmatica la da il Dott. Ferruccio Degrassi, descrivendo il dorso di mulo (mula) che forma il lato terminale del grande dosso e la direzione del dosso da Grado verso Muggia guardando dalla diga del paese.

Una risposta più romanzesca e tragica la da la tradizione orale popolare che racconta della tragedia di un padre muggesano che portava un carico di vino a Grado accompagnato dalla figlia sedicenne e naufragato per un improvviso temporale sui quei banchi esterni.

Lui si salvò ma perse la figlia che non fu mai più ritrovata, da cui la dedica del nome Mula di Muggia.

Questo giustifica le storie raccontate delle nostre nonne per metterci paura e al soffiar della bora ci dicevano che gli spiriti del mare urlavano con rabbia su la Mugia e di fare i bravi altrimenti sarebbero venuti a prenderci.

30 gennaio, 2012

Ostriche



In questi giorni, tra i filari dei "pedoci" che devo passare uno ad uno per manutenzione delle corde e dei fusti di sostegno, ho notato, in certi punti della costiera triestina, un' accumulo naturale di seme di ostrica piatta come non vedevo da anni.

Questo mi ha riportato indietro con gli anni, io ho cominciato la prima attività come ostricoltore, e al pregresso storico dell'allevamento dell' ostrica a Grado:

A Grado, i bassifondi marini, insidiati dai marosi, erano difesi dai banchi e le acque venivano arricchite da sorgenti.
Verso l’esterno della laguna esisteva un banco naturale di ostriche madri, rispettato dai pescatori esercenti colle reti a strascico,
i quali evitavano così dei danni ai loro attrezzi.
Gli embrioni, immessi dalle ostriche madri durante la primavera, l’estate e in parte anche in autunno, scorrevano con le correnti di marea lungo la costa gradese per attaccarsi, grazie alla scarsa profondità dell’acqua, su conchiglie di altri molluschi morti. Qui le ostriche erano piccole con gusci sottili e regolari: era questo il tipo di “Ostrea edulis” che più si avvicinava agli invidiati molluschi coltivati sulle sponde dell’Atlantico.

Alcuni vallicoltori facevano raccogliere le piccole ostriche lungo i bassifondi della spiaggia lagunare, immettendole, poi, nelle loro valli per l’allevamento, ma il prodotto ottenuto era magro e di sapore amaro e trovava spaccio, per pochi soldi al pezzo, solo nelle vicine borgate friulane.

Migliaia di ostrichine finivano poi all’estero:
i pescatori gradesi usavano infatti raccoglierle e venderle a degli imprenditori italiani che praticavano l’allevamento nelle valli dell’estuario veneto.

A Grado, un primo allevamento razionale delle ostriche fu tentato tra il 1862 ed il 1863 da Riccardo d’Erco.
In seguito a delle ricerche e grazie ai finanziamenti concessi dall’i.r. Governo e dalla Camera di Commercio di Trieste, D’Erco fondò in località Barena Campagnola, uno stabilimento sul modello di quelli francesi di Regneville, chiudendolo tutt’attorno con un argine di due metri.
Lo stabilimento occupava una superficie di sei iugeri, cioè di circa 15.000 metri quadrati:
due chiaviche davano acqua ad un canale principale, dal quale partivano dei canali secondari al servizio di 57 bacini chiamati “claires”, della profondità di circa 60 centimetri.

Come collettori d’Erco usò delle tavelle bagnate di calce mista sabbia, disposte a gradinata.

La Società Austriaca di Pesca e Piscicoltura fece collocare 5000 tegole spalmate di calce per la raccolta di piccole ostriche che, in seguito, sarebbero state distribuite a svariati ostricoltori per l’allevamento.

Circa undici mesi dopo la posa si passò alla raccolta.
Erano attecchite ben 82.000 ostrichine che con cura furono staccate, con apposite tenaglie in acciaio temperato, da sei volonterose donne.

Ma i risultati furono deludenti e lo stabilimento fu presto abbandonato.

Nel 1970 arrivammo noi con la Compagnia Triestina di Ostricoltura per rilanciare l'idea, ma questa è un' altra storia.

29 gennaio, 2012

La marea meteorologica e il fenomeno della sessa


Si preannunciano giorni di bora forte (il Burian russo) è bello sapere come gli eventi metereologici estremi influenzano quel catino di mare dove viviamo, estremità del Mare Adriatico il Golfo di Trieste è il luogo dove i fenomeni come le sesse vengono più rimarcati dagli eventi.

La particolare forma dell' Adriatico, stretta e lunga, favorisce queste oscillazioni della marea come fossimo in un catino pieno d'acqua.

Le onde di sessa consistono in moti oscillatori che si originano in conseguenza di improvvisi e forti variazioni della pressione atmosferica, e sono la causa delle acque alte.

Moto ondoso a parte, il livello del mare è determinato dalla somma del livello medio, delle variazioni climatiche, della marea meteorologica e della marea astronomica.

A Trieste il livello del mare varia in media, da un anno all'altro, di circa 5 cm.

Negli ultimi 120 anni si è verificato un aumento complessivo di 15.5 cm (1.3 mm/anno), leggermente inferiore all'aumento medio globale degli oceani.

La marea meteorologica
.
E' l'insieme delle variazioni del livello marino, con periodi compresi tra pochi giorni e poche ore, causate dal vento e dalle differenze della pressione dell'aria sul mare durante il transito delle perturbazioni atmosferiche.

Venti sciroccali persistenti per alcune ore sul bacino Adriatico causano un innalzamento del livello marino, mentre la bora produce un abbassamento, pari a circa 15 cm per una velocità media del vento di 10 m/s (36 km/h).

Le perturbazioni meteorologiche inoltre producono delle oscillazioni del livello marino chiamate sesse: i venti meridionali innescano la sessa fondamentale del Mare Adriatico, che ha un periodo di 21.5 ore ed un'ampiezza che può raggiungere, a Trieste, 50 cm nei casi piu' intensi.

La bora produce una sessa con periodo di tre-quattro ore tra Trieste e Venezia; il Golfo di Trieste può oscillare, tra Trieste e Duino, con un periodo di circa un'ora.

L'effetto combinato di una bassa pressione atmosferica sul Golfo e di forti venti meridionali può dunque produrre a Trieste un innalzamento del livello del mare sino a circa 130 cm sopra il livello medio; viceversa un'alta pressione con forte bora può produrre un abbassamento sino a circa 60 cm sotto il livello medio.

Nei prossimi giorni, copritevi bene.

28 gennaio, 2012

La Parolaccia e l' Informalità


Per restare nel clima cupo del senso di inutilità che a volte si prova a vivere in questi tempi così incerti vedo un po di ragionare su degli stereotipi che vanno più in voga: la Parolaccia e l' Informalità

L' uso e l'abuso del turpiloquio è ormai generalizzato e sempre più utilizzato dai media televisivi, per far crescere il livello di attenzione, e dai giovani, la cui espressività è ridotta ai minimi termini e viene completata dal turpiloquio.

Un' altra cosa molto fastidiosa è la predominante informalità: ci si dà del tu, ci si veste a prescindere dalle situazioni, ci abbracciamo e ci baciamo anche se la conoscenza reciproca è fresca di qualche ora, e naturalmente parliamo anche come ci pare.

Ogni mutamento di costumi andrebbe giudicato non per la sua (presunta) immoralità, o perché differisce da precedenti ortodossie, ma per quanto aggiunge (o toglie) alla comunità, per quanto la arricchisce o la impoverisce.

La Parolaccia dilagante mi preoccupa non perché sia oscena, ma perché è banale e rivela una paurosa involuzione della lingua.

Se le parolacce si aggiungessero a un lessico ricco e fantasioso, non mi darebbero eccessivo fastidio.

Il problema è che ogni parolaccia dà la netta impressione di prendere il posto di concetti, ragionamenti, frasi che comporterebbero sapienza e fatica.

Le parolacce sono comode, segno di pigrizia più che di maleducazione, di ignoranza più che di trasgressione.

Credo che l’informalità contemporanea sia una reazione quasi fisiologica al formalismo pre 68.

Seppure fastidiosa e spesso fuori luogo, l’informalità dei modi è un passaggio quasi obbligatorio da una società classista ed escludente a una società democratica e inclusiva quale vuole essere la nostra.

La vivo come una faticosa fase di passaggio: un nuovo ordine (e una nuova educazione, e nuove buone maniere) è auspicabile, e tutti o quasi lo stiamo aspettando.

Ecco questo penso, non mi pare siano grandi mutamenti, Ostia!
ooopps...scappata.

27 gennaio, 2012

Stanchezze


Non tengo neanche più il conto, in questo ultimo mese, di quante volte ho aperto un documento e ho iniziato a scrivere, per poi, dopo poche righe, buttare tutto via con un delete; o di quante volte al giorno l’ho setacciato, il web, alla ricerca di quella notiziola sfiziosa, di quella polemicuccia magari anche frou frou che un tempo solleticava subito la malizia e faceva partire il post in automatico.

Giro e giro, e al massimo ne tiro fuori uno sbadiglio. Ma cazzo, che dovrei raccontare?

Alla millesima volta che ti ritrovi davanti la stessa idiozia espressa in forma appena appena diversa da quanto accaduto il mese prima, e da quanto accadrà il mese successivo, dici no, basta, ma chi me lo fa fare, adesso prendo e vado a fare una passeggiata per conto mio, vado in un bar a farmi uno spritz, mi dedico al décupage.

Qualsiasi cosa, pur di evitarmi questo immenso strazio, questa noia infinita.

L’idea di riuscire a fornire tramite il blog contenuti originali è bella, è piena di entusiasmo.

Ma la stanchezza, almeno nel mio caso, nasce proprio dall’impossibilità di trovarne od immaginarne in una società che di originale non sembra avere più niente, assomiglia sempre più ad una palude popolata di fantasmi che si sbracciano nell’illusione di essere ancora vivi.

Una società fatta ormai di copie di riassunti in cui persino i mascalzoni e le loro mascalzonate non hanno alcuna intrinseca grandezza, ma solo il tanfo di stantio che si portano dietro i meschini nelle epoche di penosa decadenza.

Siamo in tempi in cui neppure i Barbari sono più ai confini, o, se ci sono, sono troppo decaduti per saper fare bene il loro mestiere, e noi qui, ad aspettarli inutilmente, mi rendo conto che persino tenere un blog diventa quasi inutile.

Sarebbe meglio ingannare l’attesa cazzeggiando su Facebook, ma finirò per non farlo e tenterò di farmi passare questa malinconia, questa ombra sugli occhi.

25 gennaio, 2012

Corcali equilibristi





"Paese mio, picolo nio
covo de corcali..."

o Franza o Spagna purchè se magna

24 gennaio, 2012

Ricerche del ca...o


Certo che gli americani in quanto a ricerche, ne producono di strambe.

Ecco una piccola ricerca prodotta dal Mit di Boston.

"Il tema lunghezza del pene è da sempre oggetto di discussione scientifica."

Le scuole di pensiero sono sostanzialmente due :
Quella dei “corti” che sostengono che la dimensione non conti, ma sia più importante “come viene usato” e quella degli “oversize” che sono naturalmente di avviso diametralmente opposto.
In mezzo pascolano i “normodotati” che tutto sommato se ne infischiano (però mai più di tanto).

Naturalmente l’ultima parola sulla questione non può che essere quella donne, questo il questionario dettagliato, sottoposto a un gruppo campione di 500 donne di varie età.

1) Ritiene che la dimensione del pene sia importante al fine di un soddisfacente rapporto ?
80% ha risposto no – 15% ha risposto si – 5% indecisa

2) Ritiene che un pene al di sotto del minimo sindacale possa essere un problema per il futuro della coppia ?
80% ha risposto no - 15% ha risposto si - 5% indecisa

3) Se il suo partner avesse miracolosamente un aumento delle dimensioni ne sarebbe felice ?
80% ha risposto no - 15% ha risposto si - 5% indecisa

4) Se le capitasse l’occasione farebbe sesso sfrenato con Brad Pitt ?
80% ha risposto no - 15% ha risposto si - 5% indecisa

Insomma è chiaro dal sondaggio, dopo il mortificante risultato del test,
che l’80% delle donne mente spudoratamente."

23 gennaio, 2012

Scartossiti e Casoneri



A Grado un tempo non troppo lontano c'era una frattura ben chiara tra la popolazione che abitava la laguna (casoneri o graisanati) e la gente del paese che si riteneva superiore per censo e per istruzione ai pescatori, ma a loro volta venivano ricambiati con spregio e definiti "scartossiti", modo ironico per descrivere il loro abbigliamento che con giacche e cravatte li facevano somigliare a pacchettini regalo.

Anche il dialetto usato era diverso, più arcaico e meno influenzato da vocaboli esterni quello lagunare, più aperto a contaminazioni quello del paese abituato ormai a rapporti stretti con il retroterra giuliano triestino.

Il modo di vivere era profondamente diverso, attaccati alle tradizioni e alla stagionalità naturale i pescatori, poco ciarlieri e con poca necessità di parole (il loro vocabolario era ridosso all' essenziale) al di la dello stretto necessario;
in evoluzione rapidissima gli altri paesani, cui il contatto con un'umanità diversa per esperienze e lingua apriva nuovi orizzonti.

Il motore a scoppio e la riduzione della distanze tra Grado e i casoni in Laguna riportarono in paese tutti i "casoneri o americani de palù" rimescolando le carte.

Scomparsi i "casoneri" diventano tutti "scartossiti".

22 gennaio, 2012

I 'Taliani


Per dare un senso alla comparsa a Grado di un cognome come Reverdito e altri, vediamo un po il pregresso storico:

Nelle vecchie provincie austriache col nomignolo di Taliani si indicavano gli altri, quelli di oltre Isonzo.

A Grado, più conservatori, il confine con l' Italia era a Porto Buso, i Taliani sono più genericamente gli altri (foresti), noi gradesi siamo sempre qualcosa di diverso.

Nel 1915 (tratto da "l'Ombra di S.Michele" di Ferruccio De Grassi) spinti dall'evolversi dell'evento bellico giunsero a Grado un centinaio di marinai italiani provenienti dalle più disparate provincie, comandati dal Capitano Michelone, diversi di questi, un paio d'anni dopo, si sposarono con ragazze gradesi.

Ne seguirono molti altri e i figli di quei matrimoni sono ormai nonni e i loro nipoti residenti sull'Isola si sentono, giustamente, gradesi autentici ma non per questo meno "Taliani".

Al Graisan ze un testa dura.

"nella foto alcuni dei primi Taliani a Grado"

21 gennaio, 2012

Nicolò Reverdito



Ieri sera in un incontro tra amici e parenti si è ricordata la figura di Nicolò Reverdito, recentemente scomparso.

Ne è uscito fuori un ritratto d' uomo straordinario, un uomo di grande coraggio innanzitutto, un politico teso al bene dei propri amministrati, mai interessato al proprio tornaconto, e queste erano cose che sapevo, ma il ritratto del sindacalista negli anni cinquanta impegnato sul sociale, sulle battaglie per i diritti dei braccianti agricoli calabresi, compiti portati a termine con la solita foga e generosità, l' uomo che si è conquistato amicizie importanti e a vita, queste erano cose che non conoscevo di un uomo che ho sempre apprezzato e che ora me lo rendono ancor più caro nel ricordo.

Un sindaco di Grado, benvoluto (e non è poco) dai "graisani" un uomo che vedeva al di la del presente che, pur cattolico, aveva frequentazioni di amicizia stretta con un uomo difficile e controverso e soprattutto comunista come Pier Paolo Pasolini, un uomo che aveva saputo dare un respiro di assoluta internazionalità alla nostra Isola come non era mai successo prima a Grado se non quella degli inizi del percorso turistico.

Un uomo per certi versi difficile, con l'abitudine di commentare senza problemi contro chiunque dicesse stupidaggini, e senza fare distinzioni ne pesi d'importanza.

Mi mancherà il suo modo scanzonato e leggero di raccontare la sua vita così intensa, il ritrovarsi il sabato mattina per un' oretta di ricordi di una vita interessante e per certi versi pericolosa.

La foto pubblicata è stato il frutto di un incontro casuale, quando glie l' ho scattata subito mi disse con il suo tono semi burbero irridente "ciò mona no la sarà miga per la lapida?".

Ciao Nicoletto mi mancherai!

19 gennaio, 2012

Preghiere tecnologiche



Preghiere :

Strati su strati di parole che vanno in giro a rappresentarci,
come fossimo noi, quelle.

Le scriviamo, le pronunciamo osservandone gli effetti;
fuoriescono da noi come se fossero noi,
parte del nostro corpo, cellule che non erano nostre,
non lo sono mai state.

18 gennaio, 2012

Le magie di Giovanni Marin- Archimede



Il testo che segue è opera di anonimo ma immagino che sia di Marco Marin il figlio di Giovanni, solo lui può sapere certi particolari e comunque dedico a lui il video (un frammento girato all'Isola dei Orbi) con il papà e la mamma,
certo che personaggi così a Grado non si vedono più.

A proposito di Waterpod

L'idea di Archimede, per i motivi ben descritti da gratacasa, era nata anche per irridere la burocrazia autorefrenziale e quindi "nemica" del cittadino invece che "struttura al servizio della Comunità per permettere lo sviluppo della stessa mediante le idee di ogni singolo"...
E mi spiego: Il Waterpod "Pitagorico" era, e sarebbe ancora per la nostra legislazione, considerato un natante a tutti gli effetti e quindi soggetto alla caratteristiche tecniche proprie dello stesso, con una prora ed una poppa.
Archimede, che voleva essere libero (e ha cercato sempre di esserlo in senso assoluto sprigionando la lava di idee dal suo vulcano cerebrale) di poter "Waterpodare" a zonzo pel Palù, aveva deciso di porre il motore fuoribordo centrale all'imbarcazione, inizialmente concepita con forma circolare.
Perchè? In questa maniera la prua sarebbe stata sempre dove avrebbe detto lui, la poppa praticamente inesistente (visto che opposta alla prua non c'era il motore bensí un altro bordo non specificato da alcuna normativa vigente).
Risultato? GdF e CP in panico e lui gaudente a zonzo pel Palú..... Alla fine optó per la scelta piú comoda e veloce (tanto aveva già appurato dalle Autorità che ció le avrebbe messe in difficoltà difronte al vacuum legis). compró a titolo simbolico di 1000 lire il catamarano di proprietà dell'Ing. Bertuzzi che giaceva da anni presso la Darsena (Testata Mosconi) e vi costruí sopra el Cason Galleggiante con tanto di servizi igienici e TV...per so mugier che la veva de veghesse la puntata de Beautiful...
Ma che fine ha fatto la Waterpod Pitagorica? Come nelle migliori storie di Archimede de le vide, un dí di Aprile, un evento fuori dal comune pose fine alla sua creazione; improvvisamente arrivó una Caligà e una tromba d'aria si materializzó 200mt più avanti dirigendosi verso l'imbarcazione sollevandola con lui a bordo e mentre colava a picco, giusto per dar più colore all'evento, quasi fosse lui a spingerla definitivamente sotto, guardando Licinio Polo che stava osservando dal suo Cason tra l'incredulo e lo sgomento, gridó quasi ridendo:
" LICINIO!!! Ciama la Capitaneria e dili che no gera un natante ma un sommergibile...!!!" .
Fortunatamente riuscí a svincolarsi dal mezzo e raggiunse a nuoto la vicina mota dei Poli.

17 gennaio, 2012

San Zulian 2012







Magnifica giornata domenica 15 gennaio 2012.

Un cielo terso, pulito la Laguna in forma con colori marcati.

La festa in San Zulian; sono ormai trentanni che l'Associazione Graisani de Palù organizza assieme ai vari proprietari della Valle San Giuliano un' incontro in Laguna che sia propedeutico al rinnovo di amicizie e, se del caso, seppellire vecchi rancori.

Negli ultimi anni lo spettro dei partecipanti si è ampliato e allora ecco presenti i ragazzi della canoa kajac, l'associazione Nautisette, Grado Voga la Protezione Civile e il Deux ex machina Primano Degrassi che va ringraziato perchè grazie alla sua determinazione la festa si è continuata a fare (ha rischiato seriamente di finire come molte cose graisane dimenticata nel cassetto).

Bei colori dicevo; la Messa celebrata nella chiesetta emoziona e porta messaggi di pace a tutti, il Sindaco con la Giunta al seguito, ci benedice in compagnia del suo collega di Aquileia (finito messa eh! non durante).

Poi il rancio e vino a volontà.

Grazie a tutti.

le foto danno un quadro dell'avvenimento.

16 gennaio, 2012

Festival Canzone Gradese 2012- Canzoni Finaliste



FESTIVAL DELLA CANZONE GRADESE – 1946 – 2012

“A conclusione dei lavori, la commissione selezionatrice del festival ha deliberato di ammettere anche quest’anno dodici canzoni, anziché le dieci previste.
Nell’esprimere vivo apprezzamento per i tanti autori, tra cui diversi giovani, che con le loro creazioni contribuiscono a mantenere viva l’importante manifestazione canora, la commissione ha voluto ricordare che i primi autori delle canzoni e gli autori di anni anche recenti, nonché gli autori di oggi, si sono sempre ispirati nel culto della parlata gradese, e nella cultura e tradizione popolare di Grado.”

Con la nota ufficiale di Quelli del festival della canzone gradese è iniziato il viaggio del festival numero 46.

Nato nel 1946 col Veliòn del pescaòr la manifestazione canora isolana che rappresenta uno dei momenti più elevati di tradizione e tutela della parlata gradese si celebrerà il 31 marzo prossimo al Palazzo dei Congressi.

La commissione selezionatrice, dopo aver sottolineato i successi della passata edizione con la canzone regina isolana che si è imposta anche al festival regionale e ha conquistato il titolo del Triveneto, portando lustro anche all’organizzazione di Quelli del festival ha così deciso di selezionare 12 brani:

‘Na fregola ‘ntel Vento ( Parole: Alessio Gratton ; Musica: Marzio Corbatto)
Mamolo ( Parole: Marco Giovanetti Musica: Francesco Lugnan)
‘Na Cansòn per noltri ( Parole e Musica Niky Grigolon)
No he finìo la strà ( Parole e Musica Alberto Camuffo)
Al primo Baso (Parole Damiano Marchesan e Musica Roberto Camuffo)
Zimmer zu Vermieten (Parole: Nevio Scaramuzza; Musica: Giulia Scaramuzza)
‘Ndola he sbaliao (Parole: Gian Marchesan: Musica SEBA)
‘Ncora ‘na volta me e tu (Parole e Musica Stefano Romanello)
Questo inverno graisàn (Parole: Giovanni Marchesan “Stiata”; Musica: Domenico Lauto)
Porteme su Marte (Parole e Musica Andrea Marchesan)
Indola Gero (Parole e Musica Riccardo Gordini)
Rinasso co tu (Parole: Gabriele Krpan – Toto; Musica: Andrea Barzellato)

15 gennaio, 2012

Godersi la vita-Punti di Vista


I punti di vista sul cosa fare per godersi la vita sono molteplici, di questi tempi poi dove tutti gridano all' efficienza e all' impegno frenetico per uscire dalla crisi, voglio contrapporre questo semplice punto di vista di un pescatore saggio:

Un uomo vide con fastidio che il pescatore, sdraiato accanto alla propria barca, fumava tranquillamente la pipa.
- Perché non stai pescando? Domandò l’uomo -
Perché ho già pescato abbastanza pesce per tutto il giorno.
- Perché non ne peschi ancora?
- E cosa ne farei? -
Guadagneresti più soldi.
Allora potresti avere un motore da attaccare alla barca per andare al largo e pescare più pesci.
Così potresti avere più denaro per acquistare una rete più grande, e pescando di più avresti più denaro.
Presto avresti tanto denaro da poterti comprare due barche o addirittura una flotta.
Allora potresti essere ricco come me.

- E a quel punto cosa farei? -
Potresti rilassarti e goderti la vita.
- Cosa credi che stia facendo ora?

14 gennaio, 2012

Professioni di Lusso- Il Notaio


Giorni cupi per i vari professionisti delle corporazioni protette come fossero in estinzione.
Tra i mestieri in ballo, c’è quello del notaio.
Un mestiere antico, dinastico, ben remunerato. Neanche troppo faticoso, secondo me.

Vediamo quello che capita quando hai bisogno del professionista:

Lo studio del notaio sta sempre all’ultimo piano di un palazzo in pieno centro storico, nell’unica via dove l’affitto mensile costa cento milioni di euro al metro quadro.

E’ evidente che gli affari del nostro amico notaio vanno parecchio bene.

Suoni al campanello tempestato di rubini e si aprono le porte scorrevoli a vetri, in cristallo di Boemia.

Alla reception, ti presenti e il concierge senza aprir bocca, con un dito ti indica la sala d’attesa là in fondo.

Attraversi un corridoio lastricato in oro, alle pareti quadri di Renoir, Rembrandt, Piero Della Francesca.

Due ore di anticamera ad aspettare non si sa cosa (il dottore è in lieve ritardo, dicono), poi giunge un emissaria del notaio: "tocca a voi", intima, come fosse una minaccia.

Ti conduce in un magnifico salone affrescato, parquet d’oro: sembra esser il vero e proprio studio del notaio.
Ti accomodi sulla poltrona in seta e ti guardi attorno. Gli arazzi. Gli immensi tappeti persiani.
Le statue d’oro a grandezza naturale: più tardi scoprirai che raffigurano il nonno e il babbo del notaio: anch’essi furono notai: è figlio d’arte.
Colossali librerie di codici e incunaboli. 
C’è tutto. 
Manca una sola cosa: il notaio.


E’ in ritardo, poveruomo, ma adesso arriva.
Trascorrono altre due ore. Gli alabardieri spalancano le porte, squilli di trombe: entra il notaio. Elegantissimo, doppiopetto su misura, gemelli di diamante, cravatta arancio in tinta con l’abbronzatura.
In testa una corona, che posa sul tavolo.
Nel taschino, al posto del fazzoletto, un mazzo di banconote da 500 euro. 


Lo saluti, ma lui ti risponde: “E voi chi siete, che ci fate nel mio ufficio?”

Glielo ricordi: signor notaio, sa, l’appuntamento, la pratica, l’atto. La formalità.

 
“Ah.” 
L’Impersonificazione della Legge sbuffa, poi si siede.
Ordina alle sei segretarie tre caffè (tutti e tre per lui) un bicchiere di minerale gasata (per le orchidee) e un sigaro cubano (dopo il caffè, sempre per lui).
Le sei segreterie accennano un inchino e si fanno il segno della croce, poi spariscono.
Intanto Lui legge svogliato l’atto,  molto veloce. Lo sigla con sbaffo, ghirigoro e svolazzo finale.
Ti porge una bic d’oro: “firmi qui”. Grazie.

Bene, il suo lavoro è finito, adesso però ha fretta, deve partire, sa com’è, il ponte lungo.

Per il suo onorario prego passare alla cassa, fanno alcune decine di migliaia di euro più iva più marca da bollo più imposta sui notai più imposta sui clienti dei notai più le spese di cancelleria, e adesso lasciatemi andare che stasera ho prenotato un tavolo nel ristorante più costoso della costiera. Se ne va, ti molla lì.

Sì, è un bel mestiere, quello del notaio. Un mestiere antico, pittoresco, e ben remunerato.
Neanche troppo faticoso.
Forse a rischio di estinzione, in altri paesi già estinto.
Chissà perché.

12 gennaio, 2012

Graisani steme ben!



Luca Scaramuzza lo ha scritto come commento ad un post, ma sarebbe un peccato non farlo leggere a quanta più gente possibile, è la dimostrazione pratica di quanto sia utile questo nostro esercizio di comunicazione.
Stay tuned.

Buongiorno/ciao a tutte/i voi..sono milanese di nascita ma, grazie a mio papà Arrio, ho conosciuto Grado da piccolo e in adoloscenza. Ma conosco tante cose che mi sono state raccontate negli anni, di quando mio papà giocava insieme ai suoi mille cugini e di tutti gli zie e le zie che vivevano in questa meravigliosa isola. Sono tantissimi anni che non torno a Grado ma forse, in fondo, qualche gene gradese ce l'ho pure io nel sangue.
Leggere le notizie del blog mi portano alla realtà italiana..purtroppo anche in un'isola in mezzo alla laguna friulana succedono le medesime cose che succedono sulla terraferma..mi piace essere realista e non sopporto le varie scusanti di chi ci governa e nemmeno mi soffermo sul fatto di essere governati bene o meno bene; quello che mi infastidisce è accorgermi che forse non esiste più in nessun angolo d'Italia (anche il più remoto) la serenità di parlare e giudicare anche animatamente per poi terminare la discussione a tavola o in un bar in totale amicizia...invece no!!! non è più possibile perchè si è amici o si discute solo per convenienza..non esiste il rispetto per le altrui opinioni..Grado l'ho sempre pensata e la ricordo tutt'oggi come un gruppo di Persone amiche di tutti (anche di chi non è gradese)..ricordo la cordialità di un lontano parente di mio padre proprietario di un albergo il quale, appena saputo il mio cognome, mi trovò una stanza nel suo albergo il giorno di Ferragosto nonostante mi fossi presentato senza prenotare e la cosa più curiosa che io entrai in quell'albergo senza sapere chi fosse il proprietario..." chi sei? il figlio di Arrio di Milano?..torna tra 10 minuti che ti sistemo senza problemi"
Un giorno tornerò a Grado anche perchè mi piacerebbe farla conoscere a mia moglie e a mio figlio.
Forse c'entra poco con l'articolo ma è stato un modo per ricordare questa magnifica isoletta..

Luca Scaramuzza


Grazie Luca delle tue belle parole, torna a Grado appena puoi e, se vuoi, avverti attraverso il blog, ti sapremo accogliere bene, comò un figio!

Di mio aggiungo una foto di un angolo del nostro piccolo mondo "La Spiagia Vecia"

10 gennaio, 2012

La Magnifica Comunità di Grado-Quale Futuro?


Ricevo e Pubblico volentieri dalla Magnifica Comunità di Grado:


Comitato per l’Amministrazione Separata degli Usi Civici di Grado
“Magnifica Comunità di Grado”

(Registrato Agenzia Entrate – Ufficio di Monfalcone, al n .ro 1013 dd. 29.04.2008)


Lettera aperta al Direttore del Quotidiano “ IL PICCOLO “
TRIESTE


Preg.mo Direttore,

il 1° c.m., abbiamo inviato via Internet alla Vs. Redazione di Monfalcone l'allegata lettera aperta al Sindaco di Grado.
E' stata censurata come del resto la quasi totalità dei nostri precedenti comunicati stampa.
E con essi qualcosa di più di un semplice punto di vista critico in merito alla colossale lottizzazione immobiliare del Parco delle Rose, spiaggia e retrospiaggia, travestita da “ Nuovo Polo Termale “.

A nostro avviso, uno slogan immobiliare taroccato da new economy per liquidare alla svelta il diritto di Uso Civico ed un turismo eco-sostenibile, che da più di un secolo funziona egregiamente.
Inoltre, a giudizio non solo nostro, per coprire una sorta di cambiale in bianco sottoscritta dal Consiglio comunale al gran completo senza alcun contraddittorio per cedere a zero euro l'intero comparto balneare, avente un valore capitale di parecchie centinaia di milioni di euro.
Nessuno dentro e fuori il Consiglio comunale, da destra, centro o sinistra, ha pensato di indire un referendum per interpellare una buona volta i cittadini, cioè i legittimi proprietari per immemorabile diritto di Uso Civico.
A difesa dei quali la “Magnifica Comunità di Grado” sta a proprie spese in giudizio contro la Regione ed il Comune.
E questa, se permette, non sarà forse una notizia da prima pagina, ma nemmeno da cestinare considerato che con la crisi è anche finita l'era di trattare i “Graisani” come sudditi con il cappello in mano.

Questi sono i fatti richiamati nella lettera su cui ci preme attirare la Sua attenzione.
Le argomentazioni contrarie sparate ad alzo zero rispettivamente dall'ex Sindaco Olivotto, dal Commissario prefettizio Blarasin e dall'attuale Sindaco Maricchio, non hanno mai colpito il bersaglio.
Sono solo fotocopie dei diktat regionali, a loro volta, fondati su futuribili quanto immaginarie stagioni da “ Mille ed un Notte ” da 12 mesi su 12 cui nessun “suddito “ ha mai prestato fede.
Anche i principali partiti di opposizione in Consiglio comunale trovano giustamente spazio in cronaca, spesso a caratteri cubitali ed a più colonne.
Peccato non abbiano ancora scoperto il controvalore economico ed ambientale delle proprietà collettive di Uso Civico nell'ambito del territorio comunale di Grado.
Speriamo che c'è la facciano prima della naturale scadenza o della fine anticipata dell'Amministrazione Maricchio.
Richiamiamo intanto la Sua attenzione sulla libertà di informazione che ci viene appunto negata.
O al massimo elargita, non più di una volta all'anno, sulla rubrica “Lettere “.

E ciò in quanto la “Magnifica Comunità di Grado” è probabilmente colpevole di aver fornito ai “sudditi” una difesa giudiziaria e dimostrato come la strombazzata lottizzazione immobiliare in argomento, non costituisca affatto un fattore di modernizzazione e di crescita economica.
Rinnoviamo perciò con spirito collaborativo quanto abbiamo già fatto presente anni fa per ribadire come la censura, rischi di coprire l'omicidio perfetto degli oltre 177.000 mq. emblematicamente rappresentati dal Parco delle Rose.
Un omicidio o quantomeno un tentato omicidio di cui si rischia appunto di non sapere mai nulla perchè inesistente in quanto non pubblicato dai media e pertanto non ha fatto notizia.
Ma può una notizia, come la nostra impugnativa di 2° grado innanzi alla Corte di Appello di Roma - Sezione Speciale Usi Civici -, essere veramente censurata ?
Il tutto nell'era di Internet che, se pubblicata anche da un solo giornale, può raggiungere decine di blog e siti web ?
Senza contare che il ruolo della Vs. Redazione di Monfalcone, non dovrebbe essere quello di censurare le notizie scomode per i poteri forti o supposti tali perchè sono semplicemente vere.
Tanto più che in passato alcuni fondatori della “ Magnifica Comunità di Grado “, hanno sostenuto con la Vs. Redazione vittoriose battaglie ambientali a partire dalla salvaguardia del Banco d'Orio, anch'esso gravato da Uso Civico.
Cordialmente.

Grado, 10 gennaio 2012
Il Consiglio Direttivo





09 gennaio, 2012

Non Bisogna dimenticare




Era il 6 novembre 2010:
partecipazione di popolo alla manifestazione pro Ospizio Marino organizzata stamattina a Grado.

Una vera e propria folla composta ha sfilato per le vie cittadine manifestando solidarietà per i lavoratori dell'Istituto Barellai e chiedendo a gran voce la riapertura.

Massiccia la presenza di tanti personaggi più o meno autorevoli con gran voglia, ma anche con qualche timore, di mettersi in mostra per poter dire poi -anch'io c'ero e sono solidale-.

Affollata la sala dove la manifestazione si concludeva con interventi degli organizzatori, dei rappresentanti politici e sindacali.

Nessuno ha colpa!

Disintegrata un' Istituzione che è stata il simbolo della storia turistica di Grado, 4000 malati abbandonati e dispersi, 60 lavoratori a spasso con enormi problemi di reinserimento, 30 milioni di euro di buco.

Nessuno ha colpa!

Noi dobbiamo ricordarcelo!

08 gennaio, 2012

i Tecnosauri



Il Tecnosauro è un animale mansueto, ma non dovete stuzzicarlo.
Non detesta la tecnologia; semplicemente, non la ama.
Il Tecnosauro non è un luddista, che rifiuta le macchine per partito preso.
Il Tecnosauro è sostanzialmente allergico alle novità.
Si innamora di un meccanismo, e lo difende con la vita (e per la vita).

Ecco in questa definizione si raccolgono le persone che si rifiutano di vivere la propria vita oltre le conoscenze acquisite, non sono aggressive, non sono pericolose, sanno solamente di stantio, di muffa.

Aprirsi al mondo, crescere raccogliendo voci e sensazioni degli altri, tessere una grande tela di conoscenze condivise è profumato, sa di buono, sa di oltre te stesso.

Io sono qui per queste ragioni.

07 gennaio, 2012

I moderni Crociati


Ed Eccoci!

Come moderni crociati, riunione informale dei rappresentanti del variegato mondo virtuale gradese.

Briefing con bicchiere di vino per studiare le future strategie.

I protagonisti:
Paolo Busdon di Libera, Sandro (buba) Maricchio per Sbrissa al Bisato, Raffaele Lisco per GradoSpia e il sottoscritto Ennio (Pasta) Lugnan.

Non volevo aggiungere nulla ma ho letto la descrizione kilometrica e assolutamente divertente (con grossi grani di verità) di Buba e non resisto nel riproporla per dare senso alla capacità Internettiana di fare da megafono a tutto quello che è divertente, fuori dall' ordinario, stimolante e soprattutto vero.

Visto che non c'è stata nessuna descrizione sulla foto e visto che in FB potrebbe vederci anche mmldgrv, è bene spiegare chiaramente questo strano armo. Ben o male ho 2391 "amici", e non tutti sono obbligati a conoscere le nostre facce "a vista".
Oggi 6 gennaio 2012, c'è stato il primo incontro tra le voci alternative gradesi all'allegro quotidiano.

Da sinistra: presidente, inviato, redatore e quel che lava per tera di Gradospia Raffaele Lisco. Il secondo è il segretario di Liber@ nonchè gestore dell'omonimo blog Paolo Busdon. Il terzo è il presidente di se stesso nonchè di Sussurri delle cube, Enio Pasta (che penso non sia il cognome, ma forsi anche si). Ed il quarto è il presidente di Sbrissa 'l bisato cioè IO (e non mi firmo perchè il mio cognome ultimamente mi urta!!!).

Quattro voci alternative al trombettiere di corte, ognuna con le sue peculiarità, ognuna con le sue personalissime sfumature che appartengono semplicemente al carattere delle persone, logicamente diverso per volere divino. Ma un obiettivo comune: informare e comunicare.

Comincio da Enio per il rispetto e la stima che ho nei suoi confronti, che, benchè sia assolutamente preparato in politica (e sfumadure de sotobanco), riesce a non incazzarsi, a non scrivere più di tanto a riguardo ed a parlare tranquillamente di "ziziai", "Pititele" e "spese natalizie", mantenendo sempre alto il livello d'interesse che si prova nel leggere i suoi pezzi. Chapeau!!! (obiettivo: divertire e divertirsi)

Secondo Raffa Lisco, con indubbie capacità di scrittura, con un'ironia assolutamente divertente e pungente, con una voglia matta di fare ciò che sta' facendo, con eccellenti capacità d'indagine e rompiballe quanto basta …..anche un po' di più. Se a volte non facesse il Lisco abusando di quel "po' di più", potrebbe risultare anche perfetto. (obiettivo: scavare, informare e chissà….)

Terzo IO, il quale non può essere assolutamente descritto dal sottoscritto, ma mi metto per terzo perché voglio lasciare per ultimo Paolo Busdon, con il quale, è ormai cosa pubblica, ho una relazione complicata! (obiettivo: sensibilizzare e rompere il culo alla casta di tutti i livelli. La mia non è una missione, è un modo per poter dire un giorno: IO C'HO PROVATO!!! Quindi, come sono arrivato, potrei pure sparire, così, senza preavviso, visto che non nutro nessunissimo tipo d'interesse, ne economico, ne di poltrone, ne di posizione sociale per continuare a lungo questa VITA DA CANI!!! Sinceramente, vivo molto meglio in Bagkok Dorio!!! :)))
I 3 neuroni sono in riunione da qualche tempo per decidere il da farsi. Ne avevo 2, ho dovuto comperarne un terzo per avere disparità di voto. Keep in touch!)

E quarto Paolo Busdon. E' evidente che essendo il quarto consigliere di una lista che siede in consiglio comunale i suoi pezzi sono di parte, ma vi garantisco, sono assolutamente dalla parte del paese. Senza interesse ne economico, ne di poltrone, starebbe volentieri fisso in Sbrissa se solo vedesse all'orizzonte una classe politica affidabile (così come Dario). Purtroppo così non è, quindi ci onora della sua etica ed estrema preparazione su tutto ciò che riguarda la vita pubblica. I voti presi alle ultime elezioni sono 72, una cifra altissima (c'è gente che comanda con un terzo di questi voti), ma nonostante questo, grazie all'eccezzionale risultato di due mostri sacri come Fiorenzo e Mauro, non è riuscito a prendere una sedia da consigliere assolutamente meritata. Mai e poi ma accetterebbe un compromesso nella vita privata, figuriamoci in quella pubblica. Se uno di noi dovesse sgarrare in qualche maniera, non avrebbe paura dei carabinieri o della procura, MA DI LUI!!!
Scrive pezzi assolutamente stratosferici, pungenti, provocanti, senza offendere o dire le parolacce. Come lo invidio……cazzo!!! (obiettivo: diventà bravo a fà i video comò me, ma nol rivarà mai, perchè i manca l'X factor)

Ecco, queste sono le 4 voci gradesi alternative ad anbo, che ormai riescono a raggiungere un numero sempre più alto di cittadini. Tutte belle o tutte brutte, a seconda dei casi, perché vi vanno bene fino a che non viene toccato il vostro orticello, e visto che qua, è stato dimostrato che non si fanno sconti, anche il cambio di bandieruola nei nostri confronti è cosa frequente. Ma se siamo qua, vuol dire che quello è l'ultimo dei nostri problemi.
Una delle critiche che ci viene fatta appena i nostri pezzi si fanno pungenti, almeno nei miei confronti, è: "sei di parte". Embè, che male c'è? Che cazzo di vita è se non scegli una parte? Non avere una parte vuol dire essere ignavo, punto e basta! Ed io dovrei fare l'ignavo e stare qua per far divertire voi aggratis??? E no belli miei, almeno le mie idee ve le beccate tutte!!! Bisogna prendere una parte e sostenerla, altrimenti, che cazzo si vive a fare??? Una parte basata sulle idee ovviamente e non su colori e su persone. Se avessi agito per persone e per colore, la mia parte, sarebbe ora da tutt'altra parte, e credo che questa, è la più grossa delle credenziali che posso offrire! E chi vuole intendere intenda, e i oltri che se tachi al casso!!! (ecco, qua Busdon avrebbe detto "e i oltri in camper". Ma a Busdon i serve i voti, a me no !!! :))) !!! )

Ciao!!! ;)

06 gennaio, 2012

Ah 'sti Podestà


Rileggendo le vicende storiche di Grado (grazie e sempre grazie a Bruno Scaramuzza) si trovano punti di contatto tra il pregresso e l'attualità.

Ci fu nel 1895 a Cervignano un processo che vide imputati tre cittadini gradesi, simpatizzanti liberali (per l'epoca equivaleva essere di sinistra) denunciati dal Podestà del tempo Giovanni Corbatto per diffamazione dell'autorità cittadina.

Il primo processo si concluse con la condanna dei tre imputati che però, sorprendentemente vennero assolti da ogni accusa in appello con il processo spostato a Gorizia, sede più neutra, e l'amministrazione condannata al pagamento di tutte le spese processuali.

Ma veniamo all'antefatto.

Il 1895 era stato un anno particolarmente turbato sotto l'aspetto politico, le forze liberali si sentivano particolarmente forti e in crescita nella considerazione cittadina e attaccavano l'amministrazione Corbatto sfidandola sul piano della correttezza amministrativa.

Già nel maggio dello stesso anno c'era stata una rivolta feroce del popolo dei pescatori, sedata a fatica dai gendarmi arrivati da Trieste, che fece fuggire dal paese il Parroco Don Rodaro e lo stesso Podestà Corbatto, gli animi erano molto turbati e le elezioni politiche previste per il 1896 erano occasione di scontro continuo tra liberali e conservatori.

Ma il casus belli fu una lettera aperta indirizzata al Podestà e firmata da quattro esponenti liberali:
Giacomo Scaramuzza, Andrea Zuliani, Biaggio Pozzetto e Pietro Zuliani.

La lettera lamentava il danno erariale che si stava commettendo ai danni del Comune nella gestione, diciamo leggera, del Fossalon che risultava meno redditizio di quello che i rilievi fatti dalla minoranza, contando semplicemente gli affitti pagati e sommandoli, doveva essere.
Lamentava la noncuranza del Podestà nell'affrontare la cosa, anzi mettendo davanti fatti di antipatia personale definiti, ira politica, respingeva ogni evidenza e si adoperava con artificio nel nasconderli per evitare che si rendessero pubblici.

Veniva rimarcata che in una seduta consiliare le delucidazioni date al consesso cittadino furono giudicate sufficienti dalla maggioranza conservatrice ma stranamente le parti contestate (i soldi mancanti) non furono protocollate, e si trattava di somme notevoli per l'epoca visto che mancavano all' appello circa 36.000 fiorini.

Nella stessa seduta il Podestà ottenne che l'Amministrazione presentasse querela di diffamazione contro i firmatari per fatti svisati ad arte.

I Firmatari denunciati, non solo non si fecero impressionare, ma, con la lettera aperta, annunciavano che la sede giudiziaria fosse l' unica in grado di fare luce oltre che sul loro operato anche su quello ben più fumoso dell' Amministrazione cittadina e così fu.

Si possono vedere i diversi punti di contatto con la situazione attuale, la minoranza non ha paura di esporre pubblicamente e a voce alta il suo pensiero, l'amministrazione fa melina, fa comunicati stampa, velate minacce arrivano a consiglieri di minoranza che non stanno zitti su questioni che riguardano tutti noi.

Ora manca la seconda fase quella giudiziaria, ma diamo tempo al tempo il clima non è sereno le tensioni molte.

(Nella foto i vari maggiorenti dell'epoca il Podestà Giovanni Corbatto è il terzultimo seduto)

05 gennaio, 2012

Ancora Lorenzo (Pastor) Boemo



Finirà che non farà più notizia che Lorenzo Pastor vince uno o più concorsi di varie produzioni aristiche.
al ze massa bravo, dovarave esse fora concorso!

5 CONCORSO PRESEPI A VILLA VICENTINA

L’artista gradese Lorenzo Boemo,si è classificato primo nella categoria adulti del 5 Concorso “PRESEPI A VILLA VICENTINA” , organizzato dalla Biblioteca Comunale in collaborazione con la Parrocchia S. Maria.
La premiazione avrà luogo presso la chiesa parrocchiale S. Maria ( sede dell’esposizione) giovedì 5 gennaio 2012 ( seguirà l’accensione della “CABOSSA” nei pressi del municipio)

04 gennaio, 2012

Che Cervello eh?


Ho letto con attenzione oggi i post dei miei referenti gradesi, mi associo dunque nel dare un' opinione non sulle persone, che mi secca, ma su di un organo fondamentale per la vita umana, specie di relazione:
Il cervello!

Il cervello umano non è programmato per studiare l’universo o farsi domande sul senso dell’esistenza, è programmato per adattarsi in fretta all’ambiente circostante e mettere al mondo il maggior numero possibile di figli in quei pochi anni che ha a disposizione.
Cose come la Critica della Ragion Pura o la Teoria della Relatività sono incidenti di percorso, non il normale punto di arrivo di un cervello.

Quando un cervello viene al mondo, per prima cosa si guarda intorno attraverso il suo sofisticato sistema audiovisivo, poi passa subito a copiare tutto quello che vede e sente.

Tutto. Non importa che senso abbia o non abbia, lui guarda e riproduce tutto tale e quale, come una fotocopiatrice.
Prima lo riproduce con la voce e i gesti, poi con i comportamenti e alla fine anche materialmente, mettendo al mondo tanti altri cervelli identici a lui.

Copia e incolla, ecco come funziona il cervello.

Per questo motivo la religione giusta è sempre quella dove sono nato, la gente civile è quella del mio paese (qualcuno naturalmente, specie se paga, è più civile di altri) e nessuno fa il pane buono come qui da noi.

L’obiettivo del cervello non è la scoperta di cose nuove, ma la riproduzione di quelle vecchie.

Ovviamente questo non significa che il cervello sia stupido, anzi è un organo molto intelligente, solo che la sua intelligenza è finalizzata al copia e incolla, non alla conoscenza.

Quando uno scopre qualcosa di nuovo (ogni tanto succede), riesce a scoprirlo non grazie al suo cervello, ma nonostante il suo cervello.

Scoprire una cosa nuova significa sconfiggere il proprio cervello, quindi non bisogna gridare “eureka!” ma “t’ho fregato, brutto stronzo!”.

03 gennaio, 2012

Le arterie della Laguna-I Canali



Rispetto a quanto si può rilevare dalle cartografie lagunari anteguerra, buona parte dei vecchi canali naturali non esiste letteralmente più, una parte va scomparendo, il resto regge con precarietà grazie ai, pochi, interventi di manutenzione riservati ai canali di maggior uso per la navigazione.

La memoria dei vecchi pescatori ci tramanda il ricordo di un insieme molto articolato di canali, divisi in bacini di porto, ove da ogni canale di porto diramavano canali sempre più piccoli che alla fine terminavano in una fitta rete di ‘rii’.

Tale insieme richiama per analogia il sistema venoso di un corpo umano.

A differenza di oggi, diverse condizioni idrauliche, di salubrità delle acque e di organizzazione del fondale, colonizzato da praterie sottomarine di alghe, favorivano la stabilità e l’automantenimento sia delle secche che dei canali.

Oggi, il problema é grave, la laguna é come un corpo dalle vene occluse e con i polmoni impediti.

Farsene carico significa porsi la questione in termini di manutenzione complessiva, con due criteri guida: - la navigazione e il riequilibrio ambientale ( che é valorizzazione, in quanto può aumentare considerevolmente la produttività ittica e diminuire il fenomeno macroalghe con i suoi effetti indesiderati).

Non sarebbe male considerarne l’economicità e l’efficacia.

La spontanea evoluzione lagunare tende a compromettere il futuro lagunare, in questo senso una corretta distribuzione di terre emerse può volgere un ruolo importante.

Tale utile funzione si salda con l’altra, che risponde alla necessità di disporre di luoghi dove collocare i fanghi che periodicamente vengono dragati.

In Passato si é fatto di tutto di più: dispersione di fanghi in maniera indiscriminata a fianco dei canali man mano che venivano dragati, con conseguente ulteriore danno all’equilibrio idraulico della laguna (peso al tacon del buso) ; sversamento in mare, apportando fango contaminato (parole dell’USL) nei pressi dei banchi di molluschi.

IL MARE NON PUO’ ESSERE CONSIDERATO ALLA STREGUA DI UNA DISCARICA.
IL MARE E’ UN’AMBIENTE VIVO E PRODUTTIVO; GLI INTERVENTI CHE LO RIGUARDANO VANNO VALUTATI BENE, VANNO VALUTATE BENE LE CONSEGUENZE!

E’ superficialità imperdonabile continuare a considerarlo, come un tempo, un contenitore che tutto riceve senza risentirne, il Commissario della Laguna, riconfermato contro le previsioni fino ad aprile 2012, doveva porre mano alla situazione ma non ha fatto nulla per la salvaguardia, salvo preoccupare tutti con il progettato spostamento indebito di fanghi in luoghi non adeguati come la Valle Cove a Grado.

Bisogna che il Comune batta un colpo.

02 gennaio, 2012

Powerful Gospel Chorale e l' Ambone





Ero venerdì sera in Duomo a sentire la “Powerful Gospel Chorale” diretta dal maestro gradese Alessandro Pozzetto, un mega coro formato dai componenti di ben sette cori regionali per un totale di duecento coristi che mi ha fatto vivere una serata unica, irripetibile.

La forza di queste musiche sacre è veramente coinvolgente e la replica del Coro Gospel Fvg ( formazione di base) ci sarà alle 20.30 di giovedì al PalaGrado.

Ma in Basilica stretto dietro le colonne e vicino all' ambone romanico-gotico grazie alle forti luci ho notato un' anomalia sulla scultura del Leone che rappresenta l'evangelista Marco.

Il Leone mostra la lingua:

Dall'ambone il celebrante leggeva il Vangelo, pensate a Marco che mostra la lingua ai fedeli per secoli, forte!
Mancava solo mostrasse anche il dito medio!

"Il culto di San Marco, parlando di cose serie, in terra veneta è nato, con molta probabilità, proprio a Grado e qui, ben prima che a Venezia, acquistò quel significato di libertà politica e religiosa che poi contrassegnò per quasi mille anni la forza interiore della Repubblica Veneta.

Fu nel Castrum Gradese, che iniziò la ribellione contro le intromissioni imperiali e l'ambiguità papale di Roma, qui i vescovi aquileiesi, profughi della devastata metropoli ma forti dei rapporti con la Chiesa Alessandrina, gettarono i primi semi di una secolare autonomia arroccata attorno al nome di S.Marco.

Una prova per tutte, Eraclio donò a Venezia la cattedra di S.Marco ospitata nella basilica di Grado, è la certezza che già nel VII secolo il culto marciano aveva a Grado un posto di primo piano."


da "Il Tesoro del duomo di Grado" di Ezio Marocco

Il Calendario Maya


Inizio anno tempo di calendari:

Ho scritto tempo fa del calendario Maya e delle catastrofiche previsioni che diversi pseudo studiosi vi vogliono vedere, ora, a parte che il reperto che fa da documento è di origine azteca e non maya, è stato ritrovato un ulteriore reperto che accomuna la cultura maya con quella del kamasutra indiano per dare vita a quello che a tutti gli effetti è un calendario per camionisti maya. la cui scadenza è il 21/12/2012, si legge chiaramente sotto scritto in piccolo.

01 gennaio, 2012

Il Lunario di Gennaio


Questo Lunario lo dedico a Grado Spia, alla nuova, spregiudicata e forte voce che si è aggiunta in questo 2011 ormai defunto a quelle che flebilmente sinora hanno tentato di fare controcanto all' informazione giudata ed edulcorata che ci viene proposta quotidianamente dai soliti media.

Raffaele Lisco ha tuonato e continua a tuonare con furore sui mali nascosti di Grado, senza distinguo e con coraggio, dunque a lui dedico questa quinta apertura annuale del blog, con il suo ultimo editoriale come al solito tranciante e illuminante sulla situazione di Grado e dei suoi personaggi.


Ps: speremo che no se la ciapi, vogio solo fa da de controcanto!

"Siamo arrivati all’ultimo Editoriale del 2011.Consuetudine vuole che la Redazione porga i suoi auguri a coloro che rappresentano il territorio di riferimento. Come Editore e Direttore Responsabile di questa testata, è mio compito assolvere a questa pratica. E allora comincio: Buon anno agli avvocati, procuratori, magistrati del Foro di Gorizia, Udine e Trieste, che, con pazienza olimpica, accettano le mie richieste di atti, documenti e quanto di interesse per l’isola di Grado.Grazie a loro mi è permesso pubblicare le inchieste di GradoSpia. Buon anno ad Adriano Bernardis, con l’auspicio che, insieme ai suoi interessi, rivolga un pensiero anche a coloro che non appartengono al mondo degli acquirenti di appartamenti. Buon anno a Edoardo Maricchio, che, raggiunto il suo sogno di diventare Sindaco di Grado, si fermi a riflettere e non sciupi tutto, in nome del potere e/o della poltrona “costi quello che costi”.Molto umilmente mi permetto di ricordargli che resta sempre valido il proverbio che recita “meglio un giorno da leone che cento anni da pecora...”Buon anno al Consigliere Roberto Marin, perchè non scordi mai da dove è venuto, anche se ora vive su un’altro pianeta, dove noi “miserabili” non abbiamo rappresentanza. Anche a lui, sempre con la massima deferenza, ricordo che la vita è una ruota che non smette mai di girare e, di conseguenza, è meglio stare con i piedi ben saldi per terra.Buon anno agli assessori e consiglieri, di maggioranza, del Comune di Grado. Che il 2012 risvegli in loro il minimo sindacale di attività vivente. Nell’anno che oggi termina, i “dieci assenti” si sono distinti unicamente per la loro contumacia politica e comunicativa. Buon anno a Maurizio e Darione, che con il loro utilissimo apporto, mi permettono di tenere aggiornato il sito sul panorama sportivo gradese del basket e del calcio.Buon anno ai gradesi, che non ho ancora capito se mi considerano un povero scemo o mi temono perchè troppo intelligente. Onestamente, se dopo tutti questi anni, ancora non ci sono arrivato, vuole dire che è valida la prima... Buon anno a Filiberto e Pino, grandi “compagni di merende”. Che il 2012 ci conservi il fegato per poter ancora cazzeggiare sui massimi sistemi, in compagnia di un campari soda o di una birra.Buon anno a Stefano, l’armatore, Lucio, il Comandante e tutto l’equipaggio dell’Horus, con la speranza di vincere altre importanti regate anche il prossimo anno. (Se non mi buttano in mare legato all’ancora...)Buon anno all’unica donna che mi vuole bene da tutta una vita, con pazienza, sopportazione, amore. Che ha saputo ascoltare, perdonare e difendere sempre il nostro amore. Unico faro di riferimento nella mia dissoluta e tormentata esistenza.Buon anno a mia figlia Gaia Isotta, una donnina che riesce a sorprendermi tutti i giorni, per quanto saggia e intelligente possa essere una ragazza di 21 anni. Sono “orgoglione” di essere suo padre, (almeno sulla carta...), ma non sono mai abbastanza troppe le occasioni che ho per dirglelo.Infine, mi sia concesso, per ultimo, Buon anno a me. Che il 2012 mi conceda ancora più salute, soddisfazioni e gratificazioni di quelle che ho ricevuto fino ad ora.Che Dio perdoni, ancora per un anno, un omino difficile, permaloso, superbo e “bastardo dentro”.Ma onesto. Buon anno a Nicola Cedolin, con l’augurio che l’anno nuovo gli faccia comprendere che vivere al guinzaglio di un anziano signore, non gli consentirà di crescere professionalmente e politicamente, come, credo ancora, si meriti, nonostante si impegni molto per smentirmi. Buon anno a Dario Raugna, Fiorenzo Facchinetti e Mauro Tognon, nella loro qualità di rappresentanti di Liber@, unitamente a tutti gli altri del gruppo. Che il 2012 li preservi dalle sirene tentatrici del “poltronismo” e li guidi ancora nelle giuste battaglie, a difesa di ciò che resterà di Grado.Buon anno a Monsignor Zorzin, sicuro che ancora continuerà nella sua difficile opera di evangelizzazione di una tribù di peccatori, quali sono i gradesi.Buon anno a Sandro “Bisato” e Ennio “Sussurri”, che non perdano mai la grinta che hanno messo nelle loro pubblicazioni. E’ anche grazie al loro esempio che è nato GradoSpia. Allo stesso modo, mi auguro che intervengano altre voci libere e indipendenti, di informazione!"