27 febbraio, 2010

Le meridiane



Grado è cittadina a misura d'uomo e camminarci è probabilmente il modo migliore di godersela in tutte le stagioni.

Ho preso l'abitudine di guardarmi attorno, per rallentare stà strana vita che ti da si più anni da vivere, ma in fretta cosicchè non gusti nulla di quello che ti scorre vicino.

Ho così visto le meridiane di Riva S.Vito.

La prima storica e in marmo del 1916 con dedica alla vittoria e al ritorno all'Italia di Grado e la seconda stupenda disegnata sulla parte dell'ultima casa della vita con l'arredo di una frase bellissima : Fin che 'l sol se leva infiora al mondo
con le coordinate di Grado.

Dall'altra parte del porto, visavì, una grande meridiana sulla facciata di un condominio con un incipit di Biagio Marin :
Verzo le vele al vento
pien de stele,
navigo sensa rota
drento la note imota.
E Penso che gargun me speta...




Le meridiane sono il modo più antico per segnare il tempo che scorre e ti danno una sensazione fisica di movimento; è quasi magico veder scorrere in modo naturale il tempo che passa scandito dal lento scorrere dell'ombra che segue fedelmente il sole.

Bello e da provare qualche bella mattina sul porto, gustando fino alle interiora lo spettacolo della tua vita che si disegna sulla parete di una casa, così impari ad andar piano e palpare fisicamente quello che hai attorno.

25 febbraio, 2010

Grado - 1959 momenti d'antan

Da Boscat la consegna delle prime case ai nuovi Graisani; a Primero - Don Turri e una messa in Laguna, il primo giorno di scuola nel 1959.

24 febbraio, 2010

Habemus Papam



Ecce homo, finalmente dopo un anno di tira e molla l'ultimo strumento della passata gestione regionale della GIT se ne è andato.

Marino De Grassi è il nuovo Presidente della GIT subentrando al dimissionario Mauro Bigot.

Un gradese torna a guidare la società di gestione degli impianti turistici, un gradese con un curriculum con i fiocchi, imprenditore di successo con la sua Azienda - Edizioni della Laguna - casa editrice specializzata in prodotti di cultura con edizioni di alto livello, uomo di cultura raffinato e appassionato, giornalista e non guasta avvocato.

Uomo politico di livello assoluto in regione.

Bon, dopo tutto sto slinguacciamento dovuto e, in parte, un modo semplice di incrociare le dita, più semplicemente Marino De Grassi è un imprenditore che nasce e inizia la sua storia a Grado con la gestione con la famiglia di un ristorante, uno che capisce ed ha vissuto dall'interno i problemi dell' Isola, che avrà vita facile nel farseli raccontare dai diretti interessati e affrontarli speriamo con l'apporto di tutti, Istituzioni, in primis, ma anche associazioni e personale.

Insomma torniamo in famiglia.

Il suo percorso giovanile, che in parte coincide con il mio, l'ha sempre visto tra i protagonisti dell' apertura di nuove proposte nella gestione turistica, sempre in prima fila nell' assecondare il turista, in specie giovane, con proposte innovative.

Sono sicuro, che lo spirito è rimasto lo stesso.

In bocca al lupo, Marino!

Nella foto del 1971 all'Isola d'Oro

23 febbraio, 2010

La Pista Ciclabile di Grado



Questa riflessione sulla pista ciclabile e gli sviluppi possiibili é di Nevio Scaramuzza:

A proposito di piste ciclabili.

Vista la situazione di stallo che punisce la progettata pista ciclabile e partendo dal presupposto che è indispensabile ricercare e adottare delle politiche di intervento, tecniche ma soprattutto di indirizzo, faccio le seguenti considerazionI:

I pali dell’elettrodotto sono stati tolti dalla visuale, sono rimaste le fondamenta degli stessi. Immagino che l’espianto sia tecnicamente impegnativo tanto da lasciare sul posto i basamenti. Allora sarà bene rinverdire alcune indicazioni che autorevoli concittadini hanno, al tempo, espresso e cioè:
progettare una pista ciclabile utilizzando le basi dell’elettrodotto.

Di sicuro ci sarebbe stato un risparmio sulla bonifica e sulle migliaia e migliaia di metri cubi impegnati che si traducono in tonnellate e tonnellate di pietre scaricate in laguna. Con una pista ciclabile che utilizzi le basi dei piloni si centrerebbe (siamo ancora in tempo!?) un duplice obiettivo:
differenziare l’offerta turistica fornendo un’ulteriore novità in esclusiva;
impegnare un importo di progetto congruo, indirizzato a circoscrivere le risorse, in sicurezza, per un attraente utilizzo del manufatto.
Così dimensionata la pista, si presenterebbe come un gioiellino: una vera e propria pista ciclabile, se non unica ma sicuramente tra la più suggestive in regione, con l’originalità di percorrere in bicicletta sei chilometri sospesi sull’acqua, sicura attrattiva di un turismo in crescita, di un escursionismo che fa molto trendy.
Questo non è aprire ad una componente turistica in evoluzione?
Non è un modo concreto per non aggrapparsi disperatamente ai due mesi “de stagion”?
Ma se tutto ciò rimanesse pura accademia il futuro utilizzo della pista da Grado fino alla ex stazione della ferrovia di Belvedere e oltre (Boscat con i sui agriturismo, Aquileia, Palmanova, la Carnia, l’Austria e via… pedalando), la pista non può rimanere avulsa senza indirizzi tesi all’ottimizzazione dell’offerta.
Sarà pur necessario e interessante indicare alcune semplici “destinazioni d’uso” del comprensorio turistico.
Aspetti di semplice realizzazione, ad esempio: un posto di sosta e di ristoro, un ostello e/o B&B, il noleggio biciclette con officina di pronto intervento.
Sotto il profilo culturale un angolo espositivo (le testimonianze si potrebbero trovare o ricostruire) che rimodella la stazione di arrivo del turismo di quella che fu la Belle Epoque di fine ‘800 (Alla stazione di Praga le partenze dei treni internazionali venivano annunciate: treno diretto Praga – Grado).
Si potrebbe salvare un tratto di binario per sistemarvi una locomotiva dell’epoca con due vagoni dove si potrebbe attrezzare, con l’ausilio dell’informatica, un primo biglietto da visita e di accoglienza della nostra Isola.
Con la preziosa disponibilità annunciata dall’Amministrazione Comunale di Aquileia: accordare e favorire aree a parcheggio, finalmente si potrebbe realizzare, anche sperimentalmente, la sosta sulla terra ferma, una prima diversificazione dei parcheggi, favorendo un’ interessante inversione di tendenza, bandendo ataviche guerre di campanile; ma questa è altra storia. C’è un vecchio granaio che potrebbe ospitare un numero interessante di automobili, quindi offrire sostegno ai collegamenti navetta, all’imprenditoria e all’occupazione. Insomma favorire le iniziative che giustamente il Consorzio Grado Turismo ha inserito tra i programmi a breve medio periodo. Infatti non si deve inventare nulla, basta rendere di attualità quanto, in un secolo di storia turistica, Grado ha saputo offrire. Riposizionarsi con umiltà, senza la presunzione del tutto e subito perseguendo la politica turistica “dei piccoli passi”. In buona sostanza: la massicciata è ormai una fragile realtà, si tolga l’antiestetico “guard rail”, lato est, ricalibrando l’arteria di quel tanto che basta a rendere sicuro il rettifilo (termine amato e odiato da Alessandro Felluga nel suo Mar Grando) o magari creare la corsia di emergenza per autoveicoli e si realizzi la pista ciclabile sospesa su micropali, allocati nel rispetto dell’ambiente, impiantati in quel fango lagunare, testimone della nostra storia millenaria. Allora si potrebbe recuperare, seppur in zona Cesarini, gli impegni presi dalle Provincie di Udine e Gorizia e dai Comuni interessati, ottimizzando le risorse nel rispetto della progettualità complessiva e delle decisioni prese. L’Assessore della provincia di Udine - Capo progetto – è disarmato? Qualcosa non è stato previsto? Annunciare un’inaugurazione di un’opera incompiuta con le casse, del progetto, vuote: è un insuccesso. Perché Grado deve pagare, ancora una volta, in tempi di attesa e di poca considerazione? (n.d.r. ovviamente sono eufemismi). Pali e massicciata testimonieranno l’incompiuta per quanto tempo? Forse dovevamo riflettere sui messaggi della natura, l’uragano del 2008, interpretandoli in modo a noi conveniente: dove non arrivò l’ENEL a togliere gli antiestetici pali, la tromba d’aria fece di suo). Finalino: ci siamo chiesti quale soluzione progettuale è prevista all’arrivo a Grado, testata Mosconi, dove termina la pista e iniziano i problemi la strettoia del ponte e l’intenso traffico? Non sarà, un impianto semaforico a regolare l’accesso e l’uscita! Per concludere un messaggio al Sindaco Silvana Olivotto. Consapevole che i gli aspetti amministrativi, spesso problematici, sono tanti, mi permetto di inviargli una cartolina con i saluti da Grado, Isola del Sole, affinché, dirigendo il traffico amministrativo consideri queste tematiche, aggiungendone un’ulteriore e più immediata: il bisogno di sicurezza delle corsie preferenziali per biciclette in centro (che non sono piste ciclabili!) una per tutte: Via Carducci!

Nevio Scaramuzza

Un picolo commento mio, me par de sintì Canaro nei Progeti: belo no?

22 febbraio, 2010

Riflessioni de un "Graisan"



Che si sta, nasce una collaborazione tra Nevio Scaramuzza e me, che ha origine dal comune amore per casa nostra Grado.
Io sono felice che qualcun altro si decida (vale per chiunque abbia qualcosa da dire) a mettere un messaggio nella bottiglia virtuale del blog per far viaggiare pensieri e parole tra i marosi del Web, prima o poi su qualche spiaggia pensante si atterra.

Nevio Scaramuzza è uomo ha molto dato a quella Grado che non ha voglia a tutti i costi di essere protagonista, ma lavora nel profondo sul contatto con la gente e con i giovani trasmettendo messaggi culturali chiari e ben radicati, sono felice di dividere con lui questo spazio:

Carissimo Ennio e carissimi amici,
vorrei proporre una riflessione, scrivendo, sui modi di fare dei nostri stimati amministratori della cosa pubblica a Grado in questa settimana:

Gli amministratori della GIT, dopo la conferenza stampa di ieri 20 febbraio e spinti dalla lettura della lettera di Biagio Marin se ne vanno (sbrodoladandosi per il buon lavoro e sputando veleno contro una buona parte della popolazione gradese "...una parte di Grado è retrograda e che darà comunque contro tutti..."- questo inciso l'ho aggiunto io non Nevio che è molto più educato.

Il bello è che tra gli invitati spiccava l'assenza dei nuovi amministratori (non hanno letto la lettera di B.Marin) (!).

Nelle aziende private, anche per questioni di stile sono invitati tutti;
pertanto ci sarà l'accollo, in camera caritatis, di scelte che un c.d.a. uscente ha deliberato a ridosso della pasqua e della prossima stagione estiva per la quale non mancherò di auspicare un'autorevole benedizione.

News fresca: viene riferito che alla BIT di Milano (18-20 febbraio) allo stand FVG, contenitore dell'offerta regionale, Grado splendeva nella sua maestosità su un segnaposto di centimetri 25x10, che sia stato troppo visibile?
Per 30 secondi su rete RAI è andato in onda uno spezzone dedicato alla nostra cucina, intrattenimento di sicuro interesse presentato con arte e maestria da Vinicio Dovier (voto: ottimo) e la ripresa dei media in BIT di qualche refuso della conferenza stampa (voto scarso), presenti il Sindaco Olivotto il vice Sindaco Dovier nonché l'assessore al turismo, Giorgio Marin.

Una conferenza stampa "lamia" (insipida) nei contenuti e povera di sale e pepe nelle iniziative, svegliatevi amministratori, un esempio?:

L'URP acronimo di ufficio Relazioni con il pubblico - Turismo, istituito quale anello tra le realtà turistiche regionali di Turismo FVG (vi ricordate l'ex AIAT?) non funziona per indirizzi promozionali e nelle presenze;
il turismo non ha orari "amministrativi" di back office e manca di creatività nell'attuare politiche gestionali di front office, sbaglio o a coordinare l'ufficio è delegato l'assessore al turismo dr. Giorgio Marin allora anche per Lui: sveglia!

Se per avvicinare il turista si cade con eccessiva enfasi sul boreto (boreto pranso, sena e colasion) magari servito a bordo del taxi boat durante il viaggio di Attiliana memoria Aquileia-Grado (riflettiamo sulla complementarietà del piatto all'offerta, poniamo capi saldi di natura economica, si organizzino conferenze stampa, consultazioni popolari e via dicendo tutto ciò dovrebbe essere naturale per chi ama Grado.

Mi chiedo se ci siamo addormentati, ignari che la navigazione l'abbiamo affidata un tempo a valorosi capitani, sulla carta e alla ricerca del voto, e che nel quotidiano non riescono ad esprimere una rotta sicura.

Un presentimento: non sarà che sia in atto un disegno per decretare l'inizio di una crisi turistica senza uguali.
E così caro Ennio, e chi legge, per te una rilettura con alcuni aggiustamenti, mi sono lasciato andare, ma sapendoti una persona equilibrata(!) mettici pur mano per una sciacquatura dei cenci in palù.

Mi piacerebbe un tuo commento mentre nell'augurarti buona domenica cordialmente ti saluto.


Nevio Scaramuzza

21 febbraio, 2010

OK tutto a posto


Eliminato l'intruso, torna la calma sul mare virtuale (guardate che alba ogni tanto mi trovo ad ammirare) certo che mi hanno fregato alla grande con una brillante operazione di phishing facendomi credere ad un' aggiornamento del portale Yahoo.

Per fortuna c'è la bella abitudine di avvisare ad altro indirizzo per un cambio di password improvviso.

Esperienza in più!

20 febbraio, 2010

Ladri di mail


Se vi capita di ricevere mail di case da Gioco o di qualsiasi altro genere, scritte in inglese con la provenienza dal mio indirizzo Enio Pasta "pedocio1@yahoo.it" cestinatele alla svelta, non sono io.
Qualcuno è entrato nel mio accout ed è riuscito a cambiare la mia password, mi ci vorranno almeno 24 ore per sistemare tutto, ho bloccato l'account, ma comunque ritengo la mail compromessa e ho cambiato, vedi a lato----->, l'indirizzo per i contatti personali.

19 febbraio, 2010

Grado...Wundershon, Adriablau!!


L'Isola si sta preparando alla nuova stagione con straordinarie premesse.

Lavori in corso in tutto il paese
Consiglio d'amministrazione dell'Azienda da insediare
Consigli Comunali all'alba
Bandiera Blù dietro l'angolo

Solite cose, per un ambiente così vivace, ma i nostri ospiti austriaci e tedeschi sono in arrivo e assieme ai fiori a tutti i lampioni, ecco le parole di Giovanni Marchesan "Stiata" per accoglierli e per augurargli e augurarci "in bocca al lupo" ne abbiamo bisogno.


"WUNDERSHON! •... ADRIABLAU! •• "


Danubbio blù?.Nein!
Adriablau! •• Mare meravegiào ••
Wundershon! •• Wunderbàol •• -

Questa Isola di Grado -
Wundershon!
Questa sabbia, questo mare -
Wundershon!
Vecchia Kirken admirare
Alten Stadt ich visitare ••
Wundershon •• Adriablau ... Wunderbào!
Ja •• Ja •• ja! ••
Tutto bello, tutto bono ... Wunderbào ...
Ja •• Ja •• Ja! ...
. Tanto sole,brava gente trovo a Grao
Ja •• Ja •• ,Ja!" ...
Con la scusa tutti amici ..
Adriablau Ich no capir,
Varum gradese VoI baciare meine Frao
•• Wundershon •• Adraiblau •• Wunderbào!


Pescatori fon lagunen ••
Wundershon!
Ich mangiare Kapelonghen
- Wundershon!
Promenade, Shone viale
Grand-Hotel und Villa al mare ••
Wundershon •• Adriablau .... Wundersào!
Ja •• Ja • ..Ja! ....
Tutta notte ich cantare "per la strà'~
JA •• Ja •• Ja! ...
Hostaria no mancare per di qua!
Ja •• Ja •• Ja! ...
Vino bianco •• vino rosso •. gut rosè.
Ich trinken wein ....
Ma c' è gradese
Beve vino più di me! •.
Wundershon •• .Adriablau ... Cabernet!

17 febbraio, 2010

Sergio Endrigo - Un disco sulla poesia dialettale


Luciano Cicogna mi segnala questo testo di Sergio Endrigo e del suo disco basato sulla poesia di Biagio Marin, purtroppo la cosa non ebbe seguito e sarebbe bello poter avere accesso ai testi e alle canzoni contenute nel disco, se qualcuno sa qualcosa batta un colpo!
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"Subito dopo la guerra, ho passato un’intera estate a Grado. Avevo quattordici anni. C’ero già stato prima ma ricordavo poche cose. Il viaggio in corriera (non si chiamava ancora pullman), la lunga strada con la laguna attorno e Grado che si avvicinava come un’isola e isola è sempre stata; le farfalle notturne palpitanti sui vetri della terrazza, mia nonna viennese di cui avevo un sacro terrore, mio zio Aldo Smareglia, i miei cugini più grandi. E, prima di addormentarmi, il fascio di luce di un faro intermittente sulle persiane, il motore di un peschereccio e la risacca sulla diga.
Ora invece avevo tutto da scoprire, la grande libreria di mio zio, la cuginetta del piano di sotto e soprattutto una libertà che credo oggi nessun ragazzo può conoscere.
Una libertà fatta di aria, acqua, luce, senza rumori, pericoli di traffico ed altro. Ero diventato amico dei pompieri che avevano l’autorimessa a pochi metri dalla casa di mio zio e a volte mi portavano in giro sul loro camion rosso luccicante di ottoni. Ricordo sempre l’odore di nafta e acqua che mi portavo addosso al ritorno.
La mattina, dopo aver fatto la spesa alla nonna ed esser stato sgridato e rimproverato perché avevo sempre dimenticato o sbagliato qualcosa, scappavo in giardino, scalavo un muretto ed ero sulla diga, sulla spiaggia libera piena di conchiglie e in fondo alla diga andavo a pescare i “guati” con le “naridole” e i “peoci”.
Ho ricordato tutto questo solo perché Biagio Marin viveva e vive anche oggi nella stessa casa dove abitava mio zio. E’ una grande casa divisa in due da una rete, oggi forse un muretto, che separa i due giardini. Chissà quante volte avrò visto un distinto signore passeggiare tra le zigne, le dalie, i mazzetti multicolori di verbena e le “vanesse” di radicchio e prezzemolo.
O camminare curvo sull’arenile alla ricerca delle sue amate conchiglie, ali di rondine, capesante, ostriche levigate da sembrare vetro.
E oggi ritrovare nei suoi versi quella atmosfera, quel colore, quella malinconia delle sere gradesi quando tutto si placa il mare, il cielo e la gente, per me è una gioia tanto grande da farmi male.
Già il dialetto gradese sta morendo sostituito dalla lingua “ufficiale”, e la laguna con i suoi banchi, le sua valli, i casoni, comincia a conoscere l’inquinamento industriale e forse tra poco la speculazione edilizia.
facemmo un disco con Biagio Marin, grande poeta di Grado.
Nell’altra metà della villa abitava Biagio Marin… Dopo aver fatto questo disco, mi accorsi che non riuscivo nemmeno a pagarmi le spese di viaggio, nonostante sullo statuto della Fonit Cetra (allora IRI) c’erano forti incentivi alla cultura…
Se ci ripenso oggi, mi dispiace molto, ma allora andò così: lasciai perdere. I dischi li ho conservati e oltre alle belle poesie recitate dagli autori, sono interessanti i loro punti di vista su tanti argomenti. Peccato sia finita così…
Cosa resterà della vecchia Grado se non l’Anzolo del Duomo e i versi di Biagio Marin?
[Sergio Endrigo]"


16 febbraio, 2010

Grado-Polvere di Stelle- i SALTAPASTI.mov

Polvere di Stelle.

Il Trio Saltapasti con cantante allegato in azione a Grado nel 1986.

15 febbraio, 2010

Classificazione Acque Marine Regionali


E' stata approvata nei primi giorni dell'anno la nuova classificazione sanitaria delle acque marittime e lagunari della nostra Regione che va a sostituire quella del 2004.

Il controllo che la nostra Regione effettua sui prodotti ittici e sullo stato del mare è encomiabile e ha scarsi riscontri a livello nazionale a garanzia della salubrità dei prodotti pescati e venduti dalla nostra gente.

E' un documento importante per i professionisti ma interessante anche per la gente perchè mostra chiaramente la distribuzione delle acque più o meno salubri.

Le zone sono porzioni di mare identificate da un nome e classificate con questo sistema:

Zona A: i molluschi bivalvi raccolti possono essere immessi direttamente sul mercato, la zona di provenienza è salubre e testimoniata da continui controlli da parte dell' Arpa Regionale.

Zona B: i molluschi raccolti devono, prima del consumo, essere trattati da impianti di depurazione o di stabulazione in acque controllate.

Zona C: i molluschi raccolti devono essere trattati da impianti di depurazione per un lungo periodo.

Zona proibita: non si possono raccogliere molluschi di nessun genere.

A prima vista si può notare che le zone classificate B sono in linea di massima dal lato Est verso Grado ed è un pò strano visto che le dominanti di vento e corrente vanno da Est a Ovest, ma questo dicono i prelievi.

Altra evidente incongruenza è la presenza di una zona B sul lato esterno del Golometo, la zona P.ta Sdobba Esterna, l'unica spiegazione possibile è che il depuratore di Grado che scarica a circa un miglio e mezzo in mare da Primero non funzioni bene.

Strana anche la situazione della Laguna che dalla parte di Marano è praticamente tutta classificata B mentre dalla parte di Grado è tutta preclusa salvo una piccola zona -Laguna Est- a fianco della strada lagunare.

Misteri

14 febbraio, 2010

S.Valentino


Al di la dell'operazione commerciale che fa da linea guida a questa ricorrenza, è bello ricordare che si è stati innamorati.

Per festeggiare ho tirato fuori dal cassetto questo mio adattamento in "graisan" di una poesiola goliardica veneta della mia gioventù studentesca sfrondata dall' abituale e  classico porno lessico giovanile.


Sogno

Sta a sintì, Pitor,
pitureme una femena sensa camisa
comò Dio l'ha fata.

Coi cavili niri e co la cova disfata
cò un fior in testa che i fassa corona
che la ebia un viso de Madona
cò una tetina bianca e delicata
che se vega un toco de culata
e, se se pol, anche la m...

Fame, te prego, una robeta serena,
de bianco velo che i staga ben
e dal viso, de dolcessa piena,
se vega che tocandose
la sogna
.

12 febbraio, 2010

Zuoba Grasso-Giovedì Grasso


La tradizione del "Zuoba Grasso" verrà riproposta domani con una sfilata imponente e, a seguire, uno spettacolo rievocativo.

Vediamo le origini di questa giornata di festa per le genti venete e di scorno per quelle friulane.

Nel 1162 il patriarca di Aquileia Voldarico von Treffen assieme a 12 suoi feudatari friulani occupò a tradimento Grado per rinnovare le gesta del suo avo Popone che aveva distrutto Grado nel 1026.

Il Doge Vitale Michiel II, si irritò moltissimo dello sgarbo del Patriarca e riconquistò Grado catturando Voldarico e tutti i suoi feudatari.

Il doge volle perpetuare l'impresa compiuta e per il riscatto dei prigionieri pretese-in perpetuo-l'offerta, da parte del presule friulano, di un toro e dodici porci, ogni anno il "Zuoba Grasso", per fissare per sempre il ricordo della sconfitta del Patriarca e dei suoi feudatari.

L'intenzione del doge, oltre al monito per i nemici, nel perpetuare in questo modo il ricordo di gesta guerresche vittoriose, era di infondere alle generazioni future l'orgoglio della forza veneziana.

In tutta questa vicenza noi graisani, pur festeggiando con i veneziani lo scampato pericolo riproponendo sino a trent'anni fa la cerimonia del toro liberato e poi macellato per il popolo?, abbiamo avuto la parte del "saco de le pache" anche se a onor del vero in quegli anni i marinai gradesi erano tenuti in gran conto per il loro valore in combattimento.

10 febbraio, 2010

Nevio Scaramuzza per Grado


Ecco l' incipit della lettera di Nevio Scaramuzza che tratteggia la situazione di Grado partendo dalla sua storia e lamentando la stagnazione socio politico-economica dell'ISOLA.
Io da parte mia ho aggiunto un'immagine del "sabion" in chiaroscuro che da la dimensione del contrasto di emozioni che si vivono a Grado.

"Visto il perdurare di una situazione di stallo, sia politica ma soprattutto economica, vorrei esprimere alcune convinzioni maturate nel confronto con i graisani.

Un passo nella storia: i secoli bui di Grado, abbandonata dal Patriarca che ha spostato la sua corte a Venezia – leggi: Le Lagune di Grado di Giuseppe Caprin – dalla lettura ci si può render conto che i cicli storici sono, per quanto dirò più avanti, oltre che una grande verità un’ interessante attualità da utilizzare.
Fu in quel tempo, appunto, che il Patriarca di Grado nell’abbandonare il piccolo borgo di pescatori lasciò, per lunghissimi anni, nell’indigenza l’intera popolazione.

Molto tempo dopo l’Impero Austriaco, la spiaggia, l’isola del sole, provvidenziale riconoscimento turistico che fa “rinasse Gravo cò la sò zente”. (Canaro)
Non saranno stati solo secoli bui in quanto dopo la pena, il lavoro e lo sviluppo economico, gli impianti balneo curativi, i prestigiosi alberghi,la cucina internazionale, i trasporti ferroviari, la navigazione la microeconomia degli affittacamere, con massimi storici di più di 2.500 unità, (oggi il giustamente evoluto Bed & Breakfast) nella profonda convinzione che l’ospite è sacro! anche in un’accoglienza fai da te “i se fita ogni logo”(Giani Cavalin e Ciano Siego).

L’euforia e l’allegria sono passate ed oggi, si registra un preoccupante e legittimo stato di disagio e di stagnazione che corrisponde a le difficoltà in cui si trovano gli amministratori, eletti e designati, a gestire, per conto della comunità, le risorse della popolazione.

Quindi: rivangare il passato per riprendere i tratti culturali della storia,la nostra storia,quale strumento per evitare di cadere nella miopia che minaccia ogni aspetto del quotidiano sviluppo.

Non serve rifugiarsi in discussioni, alla:”vento fuga e bonassa presto” (DNA dei Grasani) peraltro poco edificanti.

Ho voluto citare aspetti ed argomenti che sono e diventeranno di sicura attualità."

09 febbraio, 2010

Il proprio tempo è un lusso


La situazione attuale impone attenzione, si deve badare a come si vive la propria vita e obbliga a un riesame di cosa siano i lussi che ci si può permettere.

Tra i nuovi lussi figurano tempo, spazio e silenzio.

Nella nostra società occidentale la parola d'ordine è multitasking per la capacità e il dovere di imparare a fare più cose insieme, sopportando fatiche, dolore e rumore.

Per questo è importante ritagliarsi degli spazi per potersi fermare a riflettere o anche solo a fantasticare, magari svuotando la mente per essere più efficienti sul lavoro poi.

Ci manca il tempo per tutto, per pensare, per riposare, per gioire della vita.

La tecnologia prova ad offrire soluzioni per poter concedersi questi nuovi lussi, possibilità di lavorare in casa con il computer, gli ultimi modelli di cellulari hanno mille dispositivi incorporati, internet, foto, video; ma secondo me ci vincola sempre più alla solitudine al vincolo tecnologico che ti isola e ti fa interloquire con uno stupido schermo, sognando si, ma estraniandoti dalla realtà.

Allora il nuovo lusso diventa una vacanza in "cason" con amici o familiari, scambiare quattro "ciacole", godersi la natura che ti circonda, ricaricarsi con un bagno tonificante in un "rio" che scarica acqua calda dal "fondao" e così i tuoi sogni diventano realtà e fermi il tempo.

08 febbraio, 2010

Biagio Marin ai Gradesi


Con grande piacere, è un amico, pubblico un lungo scritto di Nevio Scaramuzza e mi perdonerà se lo divido in due dando la precedenza a Biagio Marin e alla lettera che ha inviato al sindaco di Grado nel 1965, noterete molte analogie con la situazione attuale, domani l'incipit di Nevio:

Caro Sindaco, (Nicolò Reverdito) ho sentito dire, ieri a Grado, che l'insediamento della nuova amministrazione dell’ “Azienda” si farà in primavera.
Sono per me cose inconcepibili: un amministratore già scaduto, che dell’Azienda ormai non ne vuol più saperne, deve preparare la nuova stagione e i nuovi amministratori cosa amministreranno?
Le assunzioni del personale, che non lo dovrebbe assolutamente riguardare perché sono compito della direzione?
Ma lei, non pensa che ne possa venire a tutto il paese un danno?
Non pensa di dover farsi parte diligente perché il nuovo consiglio di amministrazione venga insediato subito?
A me pare che così si dovrebbe fare.
C’è troppa cialtroneria in giro e mancanza di senso di responsabilità in alto e in basso.
Lei rappresenta un interesse concreto e vivo; si faccia valere, e chieda e insista e se non bastasse, gridi e protesti.
Non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare per la comunità, che, così giovane, ha l’onore di rappresentare.
La tutela delle segreteria politiche,così lente e ottuse, mi sembra possa essere più dannosa che utile, se non tiene conto della vita concreta delle istituzioni.
Comunque Lei avrà certamente modo di far capire la ragione e quindi di sollecitare le decisioni che sono necessarie. Come vede, per mia dannazione, non posso disinteressarmi della vita del nostro paese”
Da Trieste, luglio 1965.


Già 1965! quasi quarantacinque anni orsono ma di una attualità che strabilia.
Il mondo è cambiato ma noi abbiamo a torto o ragione preferito mantenere gli schemi del non rinnovamento. I personaggi, ovviamente non sono gli stessi.
Le preoccupazioni e la pungente critica, Biaseto ha saputo ben indirizzarla.
Allora un sindaco un consiglio di amministrazione dell’Azienda, “la stagion” e, la comunità.
Oggi, la stessa scena con attori diversi, vessilli e portabandiera di un preoccupante indecisionismo e inazione.
Siamo a conoscenza che la legge dei numeri relega il Comune di Grado a percentuali di quote di minoranza all’interno della GIT?
Che la Regione FVG nel gestire le quote di maggioranza pensa ad un nuovo assetto, al passo con i tempi, magari riequilibrando la diversità di peso delle azioni della Società a maggioranza pubblica e capace di dare un aspetto compiuto al Turismo gradese? Pensiamo alla scarsa visibilità del Consorzio degli operatori turistici con delle capacità notevoli,almeno sulla carta, di dar scossoni, in positivo, all’intero sistema Turistico Gradese.
Crediamo a queste cose o continuiamo sul consolidato adagio: “no se pol”?
Ovviamente l’esternata presa di posizione non ha nulla di personale nei confronti dei personaggi citati, anche nel titolo, anzi, in quanto cittadino di questa straordinaria comunità, credo che un contributo sia doveroso alla costruttiva discussione.
Nevio Scaramuzza

07 febbraio, 2010

Grado Teatro



Una compagnia teatrale, quella di "Grado Teatro", che vanta un curriculum di assoluto rispetto.

Fondata nel 1962 da Tullio Svettini e da diversi amatori gradesi prende il nome prima di Associazione "Grande Teatro" e poi di "Grado Teatro".

Le opere iniziali sono orientate al teatro classico e alle farse, poi la scoperta degli autori autoctoni e la nuova strada del teatro dialettale veneto e delle tradizioni locali.

"Attila ante portas" è il capolavoro e venne rappresentato per la prima volta nell'anno 1974 nel Teatrino del "Sans-Souci" di Grado.
Esso narra della storia di Grado dal tempo di Attila fino ai giorni nostri.
Lo spettacolo-cabaret era impreziosito dalle canzoni di Pietro Marchesan "Piero Canaro", noto cantautore locale degli anni venti.
Allora lo spettacolo fu una vera novità per la scena gradese e regionale tanto che venne apprezzato anche dalla stampa nazionale.

Oggi, a distanza di oltre trent'anni, lo spettacolo, ovviamente aggiornato ai tempi moderni, viene riproposto con il titolo di "Attila ante portas 2005", con il contributo ai testi di Andrea Cicogna e Giovanni Marchesan Stiata.
La regia è di Tullio Svettini che ne è pure interprete con gli attori dell’Associazione Grado Teatro.

L'Associazione con la sua scuola teatrale prepara diversi giovani nell'esperienza teatrale con successo crescente tanto da portare i suoi spettacoli in giro per l'Italia e nella zona Istriana.

Attualmente Tullio Svettini, oltre che attore, ricopre gli incarichi di direttore artistico e regista, mentre la carica di presidente è affidata alla signora Sonia Zuberti.

Tullio Svettini è pure un pregiato interprete della poesia di Biagio Marin e organizzatore della Rassegna "Teatro in Piazza", che si tiene annualmente sul lungomare del Centro storico di Grado durante il periodo estivo.

06 febbraio, 2010

05 febbraio, 2010

04 febbraio, 2010

Il Blog è emozione


Tempo uggioso e freddo, si sta bene a casa e riflettere aiuta a passare il tempo.

Mi è capitato in questi giorni una cosa che non ho previsto; ho incontrato uno dei personaggi gradesi che descrivo ogni tanto sul mio blog e abbiamo discusso insieme del post che ho pubblicato.

Il Blog non ha pretese di verità assolute, mi limito a descrivere le mie impressioni di semplice spettatore del mio paese e dei suoi, per me, protagonisti.

Non ho mai messo in conto di farmi dire alcunché da nessuno, se non nei commenti, al punto tale che in qualche modo ho mascherato (non che ci voglia molto scoprirmi) la mia identità.

Il blog è un'esercizio di crescita personale per me, mi aiuta a descrivere il mio abitat, il mio paese, i suoi personaggi, la sua storia per registrare in fondo la mia di storia, accuratamente e indissolubilmente legata a Grado, ma è pur sempre un mezzo di comunicazione virtuale, dove la materialità è scarsamente immaginata.

Io credo che descrivendo e raccontando con le immagini il mio paese in fondo racconto me stesso e la mia di storia che, sullo sfondo, si confonde alla fine con quella di tutti i gradesi, con le loro rabbie, con le loro aspettative, con la condivisione di un luogo bello e unico dove vivere ognuno la propria esistenza ma costretto, dall'esiguità degli spazi isolani, a spalmarla una con l'altra senza scampo e magari senza voglia.

L'emozione della condivisione del pensiero mi affascina, il creare relazioni che travalicano le distanze e rendono il mondo una grande isola mi diverte e stimola.

Bhè, l'emozione di ridere insieme sulle cose che ho raccontato su di lui, divertirmi a giustificare che non è un epitaffio maleaugurante, ma quello che penso veramente, mi ha gratificato e ricompensato veramente del lavoro che bisogna fare per scrivere un blog.

03 febbraio, 2010

Acquarobot-Pesce sniffatore


La tecnologia di riferimento si definisce -unmanned- che significa in sostanza meccanismi senza conducenti umani presenti, ma controllati in remoto.

I Droni insomma.

Uno dei più strani è un pesce robotizzato che, sviluppato da un'Università Inglese, è specializzato nell' analisi dell'acqua, si muove con una propulsione ondulatoria simile a quella dei pesci, con un'autonomia di 10 ore.

I suoi sensori possono individuare tracce di petrolio e altri inquinanti chimici raccogliendo i dati che saranno analizzati al suo riemergere.

Sembra adatto alla nostra ARPA Regionale per le loro analisi delle acque periodiche.

02 febbraio, 2010

Lunario di febbraio









Giovanni Grigolon "Trombai" vedeva lontano e descriveva così un progetto di assoluta attualità; nel contempo mi da l'occasione di ricordarlo con malinconia:




A Gravo 'l Parco Acquatico

A Gravo un roba ne mancheva
per fa volorizà più la stagion,
che oltra 've la spiagia e Gravo Vecio
voleva un 'gargossa' sul sabion.

Xe sorto un parco acquatico, un incanto,
desso al xe zontao in te i depliant,
'na pagina de mile e una note
che xe 'l moderno orgoglio graisan.

A Gravo 'l Parco Acquatico
xe proprio un paradiso,
per duti xe 'l soriso
de quel che i cata là.

Comò in un posto esotico
cò quii tre bei casuni
tra palme e ombreluni
xe un sogno e realtà.

No ocore ciapà l'oroplan
e nianche 'nda tanto lontan,
de quel che se cata 'ndando là,
tu fa ,do tre passi, e tu l'ha quà.

Salagia e trasparente la xe l'acqua
e tanti idromassagi in qua e là,
xe 'l sivolo e in meso la cascata,
do bar , che se pol anche a becolà.

Bianchi xe i letini,
duti intorno un ponte i trampulini,
per finì, se veghe de i oblò un cineacqua
Gara xe, per vé 'l posto, ogni dì.


01 febbraio, 2010

Amarcord 1987 a Marina di Macia - Grado Laguna

Anche i poveri andranno a Marakech. Video di memorie a Marina di Macia- Palù di Grado- bella compagnia a pasquetta del 1987.
La canzone, molto significativa, è stata bocciata dal Festival della Canzone del tempo, la canta Arti Romanello.