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28 gennaio, 2019

L' Anzolo in Piassa


Sono   tempi questi dove un tutore è necessario per vegliare sui nostri destini, noi "graisani" siamo fortunati abbiamo l' Anzolo S. Michele che dal 1460 veglia sulle nostre sorti, con discreto successo, perchè nonostante tutto siamo ancora qui a continuare le nostre baruffe.

       San Michele guarda, richiama e vigila che nulla vada perduto di quanto di buono vi è nei Gradesi affinchè si conservi il nostro patrimonio spirituale nei secoli. 
Da secoli alla sua ombra ferve una vita operosa con un susseguirsi di grandi e piccoli avvenimenti che formano la storia della nostra isola. 

Serte volte co noltri Graisani no ze fasile 'vè pasiensa, e  creo che l' Anzolo almeno una volta al deve esse vignuo zo in Piassa, ma al s' ha sintio solo e co' la caligà....


Gera un anzolo vecio, co al peto pien de segadura
e culpi de tosse, cavili de stopa zala, 
nissun ricordo de zoventù.
Al pativa de solitudine, de veciaia.
Al longo e bel corpo de la so Isola
no lo consoleva più della sova solitudine.
Al gera inconsolabile fin in te 'l anema,
che al 'veva ramosa.

Al gera, quela note là in alto, al centro del sielo
che pareva, co duti i nuoli, imenso.
Un strano silensio de atesa. 
A un trato, 
L' Anzolo l' ha tirao un respiro profondo, 
l' ultimo,  e  no podendo ne volendo scampà 
la ciapao al fulmine in pien peto,  
tra i mile coluri del fogo al ze scopiao,


ne veva viste massa!
E' storia :
"Non avendo a disposizione documenti di Archivio (bruciato dagli Inglesi nel 1810), i vecchi parlando del nostro campanile ci fan sapere, avendo co' loro occhi veduto, che l'Angelo attuale di rame, fu messo in luogo dell'antecedente nell'anno 1791 in cui un fulmine incendiò l'interno del vecchio Angelo ch'era di legno, il quale ardendo gettò giù a pezzi le lamine di rame, di cui esternamente era coperto. 
Nel 1797 poi un uragano avendo piegato il palo ossia perno che lo sostiene per cui l'Angelo era pur piegato, questo fu motivo per cui venne tirato giù lo stesso Angelo, e tornato a metterlo su, nel qual incontro fu restaurato anche il campanile (da Pre Mateo Corbato)

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25 gennaio, 2019

Storia di un MacHeader


Riguardando vecchie cose in soffitta per fare posto ad altre cose che diventeranno altrettanto vecchie, mi è capitato tra le mani il mio vecchissimo Mac SE/30.

Io sono un Macheader, appassionato della prima ora della tecnologia Apple e suoi derivati e il Mac SE 30 è stato il mio primo computer, datato 1989 appena uscito in sostituzione dell' SE e del Mac plus, i primi computer friendly al mondo.

Era una scheggia per il tempo e per pura curiosità ho provato ad accenderlo.

Incredibile la  faccina del caricamento del Sistem 7.0 (anche quello ce l'ho in originale in floppy-disk) con un sorriso dopo appena qualche minuto si è mostrata e ha caricato il sistema.

Un cubo indistruttibile, trentanni anni di età, (per i computers preistoria) con quello gestivo la mia attività, contabilità compresa, avevo Photoshop 1.0 Exel e Word un hard disk di 80 Mb. (proprio Mb non giga).

Ha un valore solo affettivo, commercialmente vale come una sveglia usata, ma fa girare ancora Excel e Word, ma io mi rivedo con mio figlio piccolo che mi girava attorno quando ci giocavo, ed ora lo vuole come totem da mettere in studio.

Ho deciso di riesumarlo, pulirlo e metterlo in bella vista, è storia ragazzi, la mia storia.


Una curiosità e  cosa che non tutti sanno è che Umberto Eco era una fanatico della prima ora del Mac al punto da scrivere una famosa "bustina di Minerva" rubrica con  “pensieri in liberà”, oppure più coltamente “riflessioni sulla società liquida”in cui osannava la differenza fra il Mac e DOS- il linguaggio pre Window:
 "il Macintosh è cattolico controriformista, e risente della “ratio studiorum” dei gesuiti.
 È festoso, amichevole, conciliante, dice al fedele come deve procedere passo per passo per raggiungere – se non il regno dei cieli – il momento della stampa finale del documento.
 È catechistico, l’essenza della rivelazione è risolta in formule comprensibili e in icone sontuose. Tutti hanno diritto alla salvezza».

Umberto Eco un vero MacHeads!

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21 gennaio, 2019

Abbandono e giro in bici


Non tengo neanche più il conto, in questo ultimo mese, di quante volte ho aperto un documento e ho iniziato a scrivere, per poi, dopo poche righe, buttare tutto via con un delete; o di quante volte al giorno ho setacciato, il web, alla ricerca di quella notiziola sfiziosa, di quella polemicuccia magari anche frou frou che un tempo solleticava subito la malizia e faceva partire il post in automatico. 

Giro e giro, e al massimo ne tiro fuori uno sbadiglio. Ma cazzo, che dovrei raccontare?

Alla millesima volta che ti ritrovi davanti la stessa idiozia espressa in forma appena appena diversa da quanto accaduto il mese prima, e da quanto accadrà il mese successivo, dici no, basta, ma chi me lo fa fare, adesso prendo e vado a fare una passeggiata per conto mio, vado in un bar a farmi uno spritz, mi dedico al décupage. 

Qualsiasi cosa, pur di evitarmi questo immenso strazio, questa noia infinita.

L’idea di riuscire a fornire tramite il blog contenuti originali è bella,  piena di entusiasmo, ma la stanchezza, almeno nel mio caso, nasce proprio dall’impossibilità di trovarne od immaginarne in una società che di originale non sembra avere più niente, assomiglia sempre più ad una palude popolata di fantasmi che si sbracciano nell’illusione di essere ancora vivi. 

Una società fatta ormai di copie di riassunti in cui persino i mascalzoni e le loro mascalzonate non hanno alcuna intrinseca grandezza, ma solo il tanfo di stantio che si portano dietro i meschini nelle epoche di penosa decadenza. 
Mi rendo conto che tenere un blog  diventa quasi inutile, una fatica e basta che pochi notano e nessuno commenta.

Mah! oltre alle mia passeggiate in bici alla velocità di "nissun me core drio" passerò anch'io  il tempo cazzeggiando su Facebook, magari rispolverando la rinnovata voglia di video e tenterò di farmi passare questa malinconia, questa ombra sugli occhi e piano piano abbandonerò il Blog al suo destino.


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17 gennaio, 2019

Rafredor de stagion


Uno starnuto, due, eccolo là, raffreddore ciclopico e ciclico che colpisce regolarmente a Gennaio quasi fosse un premio di produzione e allora facciamo due riflessioni sul come combatterlo.

La medicina moderna ci ha abituato ad associare ad ogni malanno una pillola sicuri che tutto si risolva senza fatica ne sforzo.
Fino a pochi anni fa non era proprio così e i rimedi per i vari malanni erano dettati dalla tradizione e dall' esperienza di personaggi, quasi sempre donne - le fadone -, al confine con la stregoneria che con varie erbe e componenti naturali facili da trovare nell' ambiente preparavano dei composti da applicare sulle parti malate o doloranti e, incrociando le dita, circa funzionavano.

La medicina popolare considerava il corpo, la mente ed il comportamento dell’individuo un insieme indivisibile; infatti la parola farmaco indicava un rimedio sia per il corpo sia per l’anima.
E  farmaci erano anche gli scongiuri, gli incantesimi e anche la musica e la poesia erano intesi come farmaci per l’anima. (li stanno riscoprendo)

Uno dei farmaci popolari più famosi era la Triaca la cui funzionalità merita un approfondimento a parte, con un difetto, per la gente comune era costosissima e quindi irraggiungibile, ma c'erano rimedi più popolari e più economici in quantità;

vediamo alcuni rimedi popolari tra quelli più conosciuti a Grado:
pel "rafredor" - per il raffreddore fare suffumigi di acqua calda di mare.
per al "mal de rece" - l'otite, si usava mettere alcune gocce di olio tiepido nell'orecchio;
Al Mal de Testa, pezze fredde attorno al capo;
Al Mal de Gola, gargarismi con l'aceto;
I Tagi - le ferite, unguento di zinco;
Per i Vermi, spicchi d'aglio intorno al collo infilati in un filo; e santonego;
Per al Mal de Dinti e Zinzive, decotto di malva;
Per al sangue Grosso, salassi con le "sanguete" sanguisughe
Mal del Simioto (bambini che mangiano ma non ingrassano), massaggi con olio di mandorle dalle spalle verso l'osso sacro per respingerlo;
Mal del Molton (gonfiore al collo con febbre), s'impregna una pezza con bianco d'uovo sbattuto e la si lega al collo sino a che il collo si sgonfia.

Eccetera, eccetera.... i malanni sono tanti e altrettanti i rimedi e quindi continua...  

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13 gennaio, 2019

Un voto il ricordo di un amico


Edi Toso un amico, un fratello con cui ho condiviso cose, sensazioni,  iniziative.
Un uomo forse un pò complicato ma buono con un' amore infinito per il mare.
La sua barca la  "Saratoga" per tutti noi amici la "Tegetthoff" derivata dalla sua ammirazione per l' ammiraglio austriaco ha fatto da ammiraglia a tante  manifestazioni dell' Associazione "Graisani de Palù"con le bandiere al vento con lui orgoglioso al comando e in divisa.
Avevamo fatto un voto io e lui di riuscire a costruire il Casone di Mota Safon entro il 2002, finalmente autorizzati a farlo dopo dodici lunghi anni di battaglie burocratiche.
Il mosaico in foto che è situato all' ingresso del casone dell' Associazione "Graisani de Palu'" lo testimonia 15 novembre 2002 e lo ricorda.
Ciao Edi  speremo che là che tu tu son  rivao tu ebia catao bon vento.

Strenzete al Mar

Duto sarà in salita,
tu varà vertigini de sima in sima.
Tu caminarà
co' i trampuli tra i nuoli
ma rivao, co' i brassi verti e spalancai,
tu te strenzarà al mar.

Un mondo diverso
scuminsia dai tò pensieri,
se tu sinti l'aria dentro,
se tu la sinti alsasse,
'lora girete
e la tera, de la in alto,
no sarà più solo una piera.

Ennio Pasta


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11 gennaio, 2019

Gravo, covo de Corcali"


Lo spirito autolesionistico che ci contraddistingue a noi "graisani" ci fa equiparare ai "corcali" ma...
Non sempre e non necessariamente i "Corcali" sono simbolo di stupidità, sono anche simbolo di libertà, io preferisco vederci così!

Al Paese de i Corcali

L' aria trema de ricordi, 
su 'sta tera la storia pesa. 
I ani no i ne lassa 
ma i passa. 

Me vago la, fin al mar
nel paese de le aleghe, del sal.
Sento vose che conta storie fantastiche
visionarie, 'ndola 'l ator ze l'imaginario.

L'anema vibra.
I eroi i nasse, i more
resta la poesia.

L' orizonte te da vertigini
I corcali, in libertà,
i gira intorno al mondo
no i ha paese,
al so paese ze al mar.




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08 gennaio, 2019

Sognare un lavoro in una Multinazionale



Io da bambino, sognavo di fare il sacerdote, perchè a me piaceva leggere e fantasticare e facendo il "zago" in Chiesa vedevo il Parroco che consultava sempre quei suoi libroni e speravo di poter fare come lui, poi la vita ha disposto altrimenti ma il sogno è rimasto. anche se lo ho rielaborato ed ora mi vedo -in sogno ehcome proiezione di un aspirante moderno che vuole  lavorare per una grande Società, anzi la più grande al mondo:

Questo il depliant di presentazione Azienda per i nuovi assunti:


"Qui, si lavora per una multinazionale che vanta duemila anni di attività.
Al marketing,  s' è fatto il vero capolavoro: a livello di prodotto. 

Noi vendiamo vita eterna e il Cliente è  estremamente fidelizzato.

Cioè, sì, noi vendiamo effettivamente qualcosa che nessuno può verificare, ma la gente ci crede e segue l'azienda e non abbiamo praticamente nessuna chiamata di reclamo da Clienti che poi, magari, la vita eterna, non se la son trovata.

In realtà il brand porta con sè un paniere di significati e attribuzioni fantastici: siamo riusciti con la pubblicità a convincere il Cliente che chi non è Cliente o dubita si deve sentire in colpa, che non capisce, che non c'è ancora arrivato.

Non bastasse,, la cura del Cliente, post-vendita, è veramente ottimizzata e forniamo precise istruzioni su come comportarsi e cosa pensare.

Ecco, quindi noi come prodotto vendiamo la vita eterna, sollievo dal senso di colpa e dal dover pensare tutto da soli.

Cure per la paura preconfezionate, insomma, potremmo dire.

Poi visto che robe del genere prendevano piede, ne abbiamo buttate su altre usando sempre elementi basilari che però il Cliente si beve.

L' acquetta magica va sempre per la maggiore, e lì si vede il genio del primo Amministratore Delegato.

All'inizio in azienda c'erano Lui, che aveva avuto l'idea dal Padre, e altri 12.

Il  livello di rete di vendita,: E' capillare e siamo riusciti anche a convincere i Clienti che dovrebbero far diventare Clienti tutti quanti ed è ospitata in posti belli, grandi, con la musica.

Abbiamo certi negozioni che ci son voluti secoli per farli su.

Guardate a Roma dove c'è la sede centrale dell'azienda.

Gli impiegati bravi li facciamo stimare che neanche a Ikea, li fotografiamo e mettiamo le loro immagini in giro e i Clienti si possono pure rivolgere a loro, così, se si son trovati bene o si son affezionati.

Come promozione, abbiamo scelto le presentazioni e promozioni dirette, che facciamo di solito una volta alla settimana, ma anche più spesso, e  arriviamo 
ovunque come rete distributiva. 


Praticamente il Cliente conosce a memoria i nostri slogan, e li ripete aiutato da un collega che si deve vestire strano per essere riconoscibile.

Come prezzo, ci fidiamo della gente e del loro buon cuore e l' offerta è libera ma è comunque  abbondante.

Insomma da noi si sta bene e il futuro non presenta sorprese."




Poi mi sono svegliato dal sogno e son corso subito a confessarmi, tutto vergognoso. 
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02 gennaio, 2019

Oroscopo Isolano 2019


Grado, la sua lunga storia è intrisa di spiritualità, di misteri e da vecchie in odore di stregoneria.
Avviandoci verso l'Epifania, al giorno de le Varvuole, questo che scrivo è l'oroscopo 2019 de la Vecia Belauna fadona, per i graisani e sostenitori foresti che ci credono.

Ariete
Cu cata un amico, cata un tesoro.
Anno de riflesiuni, ma megio del 2018. Tignive più cari i amissi e la famegia. Comò sempre, inamoraminti d'istae e se molè in autuno.

Toro
Esse determinai.
Anno de transision. Dovè consolidà quel che vè e ghità via le incertesse, sé sul giusto. A la longa, ma mundi longa, 'ndarà duto ben.

Gemeli
Avanti veloce.
Dopo un anno bruto, ripartì. Ve dismisiarè zuvini e forti, le soferense le ve ha 'ndurio, per i sintiminti dovè, anche voltri, spetà l'istae.

Cancro
Cercà una strada sigura.
Batarè meno fiaca e varè progeti ambisiusi e novi. Movese ma catando la strada giusta perchè la via no ze scontagia.
Per la coppia prove de certesse.

Leone
Cu se contenta gode.
Anno de stanca, co mominti dificili, specie dal lato amoroso.
'Ndè vanti cò i pie ben piantai per tera, pericolo de ilusiuni e de confusion.

Vergine

Ze finia la fadiga.
Saturno al ve saluda cò i sovi periodi niri e entrarè in un periodo favorevole giutai de Plutone.
Racolta in duti i sinsi da l'amor ai soldi.

Bilancia

La riscossa.
Finio un ano bruto entrarè in un anno de grando favor.
Dovè solo decide che domandà. lo otignarè.
In amor, possibili matrimuni o (comò che ze de moda) convivense.

Scorpion
In primavera tolarè decisiuni importanti.
Ve speta un anno agitao, mominti calmi e tempeste.
Ve ocorarà grinta per tò decisiuni definitive.
L'amor sarà temporalesco.

Sagittario
Sospiro de solievo.
Dopo un anno acidentao la strada la sarà più scorevole.
Dovarè sielge cò atension e no mancarà ostaculi e rinunce, ma i la farè. Punté mundi su l'amicisia.

Capricorno
Al vostro anno.
Duto l'anno in positivo, metarè a posto ogni roba del 2018, sul sociale sarè brilanti e convinsarè la zente de le vostre ragiuni.
Za da l'inisio anno sodisfasiuni, ma atinti a no stancave massa.

Acquario
Su le ale de la fortuna.
Poche dificoltà che frontarè cò fasilità.
Buni progeti e amicissie sigure.

Pesci

Duta un oltra musica.
Dopo anni scuri finalmente vegarè la luse, anche se dovarè spetà setembre pè completà al vostro progeto.
Fine anno de trionfo.
Mah!  me creo che i scrive stè robe per insempià la zente! 
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