Cerca nel blog

31 maggio, 2018

Scuola e ricordi di vita paesana


Una foto che ci racconta un po' della nostra storia recente (e i suoi misfatti): 
La nostra prima scuola elementare (già intitolata al prof. Sebastiano Scaramuzza), bella, imponente, aveva certamente bisogno di una ripulita (la vecchietta era del 1906), ma abbatterla ed ottenere il triste sgorbio attuale tanto inutilizzato quanto strombazzato (il museo del mare fantasma, vergogna assoluta) è stato un colpo al cuore;

Dietro la scuola si intravede il lavatoio pubblico, opera del 1905, forse il primo costruito nell'ex Litorale austriaco: un manufatto da salvare, insomma. 

Dietro il lavatoio, quella strana costruzione bianca che si vede, un'opera muraria a cielo aperto, ecco, quella invece ci ricorda una singolare processione mattutina delle nostre nonne.

"In quela volta in duta Gravo vecia no gera nianche un cesso, alora cò se doveva fa i propri bisogni ogni famegia la veva un segio in casa.
Co te scampeva, zo a core in segio e cò i gera pini ne tocheva 'ndà soto al reparo che i veva costruio un grando "cagarottolo" 'ndola se ghiteva la sangola.

Dute la matine, mundi bonora, gera la fila de femene che passeva per Piassa co i sigi in testa per no fasse veghe che che le veva drento...
Dopo, solo dopo i ha fato i cessi per Gravo..."
A descrivere la scena sono le parole di Massimiliano Cicogna "MassiTachelo" tratte dal suo "Le gno do scale"

Noi ragazzi dell' epoca molto poeticamente per  ironizzare sugli odori che si sentivano provenire da quel posto l' avevamo denominato "La Villa dei Profumi". 

Infine gli scalini che si dovevano salire per poter lasciare la passeggiata a mare, ci si dimentica che la nostra bella passeggiata prima di tutto è una diga, un "reparo" dicevano giustamente i veneziani antichi e guai a dimenticarlo, insomma è come lasciare aperta la porta di casa a favore dei ladri, nel nostro caso a favore delle onde in tempesta atte a inondare più facilmente le nostre strade;

L' edificio scolastico accoglieva gli scolari gradesi nell'anno canonico, ma d'estate,  frotte di bimbi di tutta la provincia ci venivano in colonia.
Insomma era utile alla Comunità.

Ma anche, "Drio del Mercao là de l' Acquedoto e 'l Lavatoio" c' era il nostro parco giochi...
co'l progesso al ze diventao un parchegio, 
Viva al Progresso!


Share/Bookmark

30 maggio, 2018

App "Capelonghe sui dossi"


Per tenermi al passo con i tempi e in considerazione dei venti congiunturali che si stanno preparando all' orizzonte italico applicherò il vecchio detto "impara l' arte e mettila da parte"  e per farlo ho deciso di preparare un "app" che raccolga le mie conoscenze di ambiente di lavoro e de "figio de una femena de le capelonghe".


La nuova App" si titolerà "Capelonghe sui dossi" 

Il percorso, dopo una breve presentazione, comprenderà una mappa interattiva del territorio interessato:
un data base con i punti più favorevoli per la pesca de le capelonghe de Fero sia esterni che interni alla Laguna.
Un data base delle maree e l' indicazione delle ore più favorevoli per la cattura.
Una serie di punti da evitare perchè frequentati da professionisti che si incazzano se li vai a disturbare.
Ovviamente tutto questo richiederà tempo per stesura dell' applicazione e ricerche approfondite per "no di monade" ma sappiate che ci sto lavorando e anzi faccio un appello ai vari abusivi autorizzati:

se avete un punto favorevole indicatemelo per cortesia così potremo condividere.
Tra poveretti bisognerà imparare ad aiutarsi nuovamente se vogliamo sopravvivere ai tempi cupi.

Stay tuned!

Share/Bookmark

28 maggio, 2018

Elezioni?



Share/Bookmark

26 maggio, 2018

Mappa amorosa

Ho visto ieri la macchina (inconfondibile) di Google Street View che girava per Grado ad aggiornare evidentemente la situazione delle sue immagini panoramiche della città.

Per osmosi un' idea mi è frullata per la testa.
Ho immediatamente attivato un' App adatta su Iphone e con la bici d' ordinanza (pastamobile) mi son messo a girare per il Paese per testare la nuova disposizione stradale con sensi unici spostati, barriere tolte e rimesse, strisce pedonali mobili e fioriere con le ruote e per finire le telecamere intelligenti.
Il grafico che ne è risultato è quello che vedete in foto.


Epperò, ha un che di onirico! 

Grado la città dell' amore. 
Share/Bookmark

24 maggio, 2018

Miracolo photoshoppato dell' acqua di Grado

L' avvento della tecnologia ha cambiato di molto il modo di comunicare ma soprattutto quello che viene comunicato.

La voglia estiva di presentarsi benissimo e migliorati nelle forme e nel fisico ha portato a numerosi eccessi segnalati  per lo più dalle fake news di internet perchè quasi tutti i media usano questi metodi da immagine patinata e ritoccata per stimolare e veicolare l' interesse del grande pubblico.

L' avvento di Photoshop è stato determinante per tantissime immagini  dei mondi più disparati.

Ora vediamo, solo per puro divertimento, quello che si può fare per una località come Grado che ha bisogno di rilanciarsi ma soldi per farlo sono pochini.

Puntiamo su una campagna di immagini battente e che deve colpire duro come messaggio veicolato.

Abbiamo bisogno di un logo efficace e facile da ricordare e soprattutto per sorprendere, ho pensato di urlare al miracolo e quindi ecco il titolo urlato:

Le acque di Grado possono fare miracoli!

Poi ovvio ci vogliono le immagini che lo facciano pensare e supportare questo miracolo e allora eccole:







Piccola didascalia esplicatoria:                                                           

A Grado Arrivi così!








e dopo il trattamento delle sue acque e sabbie miracolose te ne vai così


Capito?

Sapevatelo! 
Ps: le acque e la sabbia di Grado i miracoli al fisico li fanno davvero e sono ben documentati da lunghissimo tempo.  Questo da ancor più valore alla notizia urlata perchè ha un fondo di verità incontestabile.


Share/Bookmark

22 maggio, 2018

Il piacere dell' assenza


Io ne so qualcosa dell' assenza.
Sono sempre stato amante della fotografia e per definizione il fotografo è assente dall' immagine.

Anche nel quotidiano essere attenti e presenti alle cose è un casino.
Devi dedicare una parte del tuo prezioso tempo libero a denunciare cose che  ti disturbano, devi star li a mettere la tua faccia per commentare cose che non vanno bene, devi intervenire di persona correndo rischi personali, per che cosa poi?
Per al Ben del Paese!

Ma dai! chi ci crede, e allora:

Sia lode agli assenti, le persone più cortesi dell'universo, la più discrete e riservate. 
Gli assenti, al contrario dei presenti, non risultano mai molesti. 
I presenti - a una discussione, a un convito, a una riunione - rischiano sempre di disturbare o di dire solenni sciocchezze.
 Gli assenti no, loro tacciono, con gran garbo. 
Inoltre, se si parla male di loro (ed è davvero molto ma molto frequente che in un ritrovo tra quei vigliacchi dei presenti si parli male degli assenti) gli assenti, evitano di rispondere. 
Ignorano la critica. Sorvolano sulle malignità con muta eleganza. Con classe. 
Gli assenti hanno poi altre caratteristiche positive di cui i presenti sembrano del tutto sprovvisti. 
Gli assenti non sono mai importuni: si astengono dal telefonare, non si fanno mai vivi in un momento sconveniente o meno. 
Con estremo senso dell’educazione, rifiutano perfino di occupare lo spazio fisico. 
Il sentimento che si può sperimentare nei confronti degli assenti è duplice: da un lato, si chiama indifferenza. 
L’assente non c’è ma a noi non ce ne frega un tubo. Non ce ne accorgiamo neppure.
L’altro sentimento che l’assente può incutere è quello opposto: l’assente non c’è e noi ne proviamo nostalgia. 
Ma la nostalgia rimane un sentimento buono, poetico. 
Quasi un regalo, di cui l’assente, se si potesse, andrebbe ringraziato.

Share/Bookmark

20 maggio, 2018

Aldo Regolin-Ricordo


La Juve è nuovamente Campione d' Italia per me, pur tifoso moderato, è motivo di felicità ma anche di tristezza perchè é l' incipit di un ricordo che mi spunta in testa  come un tarlo
Il ricordo di un caro amico con cui ho condiviso gioie e dolori, passioni sportive per il basket (per me sport primario) e per il calcio.
Un uomo che ha inciso per lungo tempo nella nostra comunità con la sua cristallina passione e feroce voglia di vivere:

Aldo Regolin

Sento un son che me recorda vece sime ageràe, 
quele rame de talpuni de la buora petenàe.

Gera i primi che dizeva:
-ben vignuo a quii de fora-, e là in parte
 lavoreva al bon Aldo... de bonora.

Grando amico del gno nio,
mato pe’ la “vecia siora”,
senpre ‘I primo ‘ntel corteo,
elo, Bomba e Bil pe' la juve senpre fora.

Me vien un gropo ntela gola
 có zè “primo premio qualità’ ”,
 gera un'anema del festival, 
gera elo  la “qualità”.

Caro Aldo, te recordo
No tu son broza de avrìl,
 tu son un nostro fior de tapo 
che in palùo nol pol murì.

Teti

Teti (Stefano Dovier) con la sua poesia lo ricorda e  fa un quadro esaustivo dell' uomo Aldo Regolin. 
Lo colloca perfettamente nei ruoli da lui ricoperti nella nostra comunità.
Ciao Aldo al tovo ricordo sarà sempre nei nostri cuori.



Share/Bookmark

18 maggio, 2018

Concorso di Fotografia Naturalistica a Marano Lagunare e Muzzana del Turgnano


Per gli amanti della fotografia e della Natura segnalo un bel concorso promosso dal Comune di Muzzana e Marano Lagunare.



Share/Bookmark

16 maggio, 2018

L' Isola della Pampagnola.


C' è un posto che più di altri attira l' occhio del visitatore in arrivo a Grado.

L'  Isola della Pampagnola.

Scavalcata da frequenti maree, l’ Isola della Pampagnola si manifesta oggi unicamente durante i momenti di bassa marea.
E'  a breve distanza dal ponte girevole che, dal ’36 in poi, ha decretato definitivamente l’uscita di Grado dall’isolamento.
Un’isola che nel suo antico passato accolse il punto terminale della strada che da Aquileia portava al suo antico gradus, punto di scambio tra il mare aperto e il sistema lagunare.
Ma l' occhio va sui relitti che vi si posano.

Relitti che si decompongono con dignità da lunghissimo tempo, obiettivo di millanta fotografi che li hanno fotografati in tutte le condizioni di luce  e di marea.

Sono vecchi trabaccoli di un tempo meno burocratizzato del nostro, che mai permetterebbe ai loro proprietari di disfarsene in questo modo, pretendendo lo scompattamento del fasciame, la sua numerazione e la creazione di un data base con filiera di smaltimento dei rifiuti, con presenza di ottantadue funzionari che testimonino ognuno per la parte di sua competenza l' avvenuta distruzione.
"Bisogna da de lavorà a la zente"

Una è la Tilde che, trasformata da barca "de sabion" in peschereccio con il turbosoffiante delle origini dove la profondità di pesca era legata alla lunghezza del tubo rigido che sosteneva l' attrezzo di pesca, finì con i suoi "Occhi di "Cubia" che ti guardavano tristi sulle sabbie della Pampagnola.

L' altro relitto è un trabaccolo  che viene da fuori, posato sulla Pampagnola dopo anni di sosta forzata per un sequestro dovuto a contrabbando di alcool e zucchero.  
Il suo nome è Scintilla registrato a Fano,  alcune parti sono state recuperate a suo tempo e portate al Museo della Marineria di Cesenatico  da cui ho tratto la foto che vedete qua sotto scattata nel 1980.

Altri tempi 



Share/Bookmark

14 maggio, 2018

Pronti! Via! L' Estate sia con noi



Pronti! Via!
Partita ufficialmente la stagione, grande festa rafforzata quest' anno dalla presenza straordinaria della Frecce Tricolori, discorsi aulici - dita incrociate dietro la schiena -  nuove forze politiche- dita incrociate dietro la schiena -.
Clima perfetto contro le previsioni, sole che spacca, pubblico festante che guarda con il naso all' insù le Frecce e se ne frega altamente di quello che raccontano i signori lì sotto il gazebo, ultimo giorno di ingresso gratis.
Domani, cioè oggi, si farà sul serio, l' ingresso in spiaggia e i sorrisi andranno pagati.
Incrociamo le dita dietro la schiena- che l' Estate sia con noi!

Anch' io come tanti ero in diga con il naso all' insù e mi son perso i discorsi ufficiali di apertura per rimediare pubblico Il video beneaugurante di Lorenzo Boemo racconta di una inaugurazione di qualche tempo fa, la situazione è la stessa cambiano i personaggi.


Share/Bookmark

12 maggio, 2018

Un cielo sopra la testa-I cinema all' aperto


Oggi si organizzano dotte conferenze condotte da presunti guru della tecnica turistica.
Tutto verte sul turismo del futuro,, in sostanza cosa fare per incrementare le quote turistiche che già ci sono, e  non ci si guarda mai indietro perchè il sole di tutti è quello dell' avvenire, il passato va rimosso.

 Io invece ho lo sguardo rivolto al passato perchè sono convinto che stiamo perdendo di vista il concetto di vacanza.

Un tempo la vacanza era soprattutto una vacanza temporanea dai problemi, dalle preoccupazioni del quotidiano e la località turistica doveva presentarsi la più spensierata possibile per accompagnare in tutta la giornata l' ospite.

Oggi prevale  il turismo straccione delle seconde e terze case, il mordi e fuggi, l' ospite incazzato cronico che arriva qua a sfogarsi. 

Voglio ricordare cose che non ci sono più e mancano molto.


I cinema all' aperto.

Quando l' imbrunire calava si attivavano loro:
veri e propri Cinema Paradiso, i Cine all'aperto, una vera magia dell'estate gradese dei tempi che furono.

I loro nomi:   "S.Marco", "Azzurro", Parco delle Rose", Razzo.

Il primo "ssst!" partiva subito quando qualche ritardatario muovendo la ghiaia si sedeva rumorosamente, magari litigando sottovoce con i vicini per il posto da raggiungere.

Le atmosfere magiche create da qualche insetto che girava dispettosamente davanti all'obbiettivo del proiettore e rompeva la concentrazione degli spettatori sul film proiettato, le coppiette che si appartavano verso il fondo a sinistra dove il buio era più profondo e vivevano in un altro film.

Sembra sia trascorso più di un secolo invece era cinquantanni fa, ora sono malinconicamente spariti, erano l'appuntamento di prima serata per tanti turisti per poi proseguire nei dancing, anche quelli all'aperto, perchè la vacanza al mare questo richiedeva, un cielo sopra la testa.

La vacanza era poesia, un'atmosfera piena di musica, di gente contenta, di profumi delle cucine, con le luci del Golfo di Trieste come falene che proponevano un grande abbraccio con il mare.

Ora con cosa volete che ci abbracciamo, con i sostegni di cemento di fontane senza senso, con fondi piastrellati.

Nella foto Il cine "Parco delle Rose" nel 1940 durante uno spettacolo all'aperto. 

Share/Bookmark

10 maggio, 2018

Promemoria divieti balneazione


Promemoria

Come avviene annualmente il Banco d'Orio e alcune zone lagunari circostanti sono interessate dalla nidificazione dell'avifauna e di conseguenza soggette a divieti di sbarco e sosta nelle stesse dal 
1 Maggio al 31 Luglio

"Preme evidenziare che si tratta di una misura cautelativa di mera attuazione della  Direttiva 92/43/CEE “Habitat” volta ad informare della presenza di avifauna protetta nidificante e ad evitare che eventuali turisti e fruitori dei siti  possano danneggiare anche inavvertitamente i nidi presenti (azioni peraltro passibili di gravi sanzioni anche penali). 

Le aree  sono state precisamente cartografate a seguito sopralluoghi che hanno permesso di accertare la diffusa presenza di nidi; si tratta comunque di aree circostanziate e limitate e quindi la loro preclusione non è pregiudizievole alla attività turistica e balneare o ad altre attività economiche ma permette da parte di tutti di prendere coscienza del rilevante valore biologico che questi siti rivestono."

Come noto il tratto di costa che si snoda all’interno della :

 ZSC e ZPS IT3320037  “Laguna di Grado e Marano” 

Le zone saranno limitate parzialmente all'uso e ciò permetterà l'approdo ma con una fruizione minima delle aree a responsabilità dei singoli diportisti.

Le Misure di conservazione trasversali di cui alla deliberazione giuntale n. 546 del 28 marzo 2013 prevedono che per particolari ragioni di tutela e conservazione naturalistica, l’ente gestore del Sito Natura 2000 possa limitare, interdire o stabilire condizioni particolari per la navigazione, l’accesso o la fruizione in aree particolarmente sensibili.

Il Decreto n. STPB/B 2454 del 10 giugno 2014 ha ritenuto individuare alcune aree particolarmente sensibili del cordone litoraneo dove sia vietato l’accesso e la fruizione nel corso del periodo di riproduzione dell’avifauna acquatica di interesse comunitario, che decorre dal 1° maggio al 31 luglio, e di apporre, in corrispondenza del perimetro di tale aree, appositi cartelli recanti il suddetto divieto. 

Le zone interessate (vedi immagine) sono nell’area compresa tra Lignano e Grado, in particolare le spiagge e i cordoni sabbiosi litoranei dell’Isola di Martignano, di San Andrea, del Banco Anfora, del Banco d’Orio fino alla zona terminale cosidetta dei Tratauri, 

Tali zone sono ritenute di fondamentale importanza, per la riproduzione di alcune specie rare di interesse comunitario tra cui in particolare la Beccaccia di Mare (Haematopus ostralegus), il Corriere piccolo (Charadrius dubius), il Fratino (Charadrius alexandrinus), il Fraticello (Sternula albifrons), nonché per la presenza di sistemi dunali di interesse comunitario elencati nell’allegato I della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”.

Dunque attenzione quando andate al bagno in Banco d' Orio i cartelli di divieto saranno posti in maniera evidente e visibile, rispettateli le conseguenze possono essere gravi.


Share/Bookmark

08 maggio, 2018

Cuor de Casoner: le antiche Isole


Ho descritto nei post precedenti  alcune delle Isole abitate della Laguna, questo invece è un compendio storico delle grandi isole presenti nel comprensorio lagunare di un tempo.

Grado - Gradus Acque Gradate  l'origine del nome della nostra Città dovrebbe essere questa:

"sembra che quelle Acque Gradate fossero dove è situata l' Isola e Città di Grado, lungi ben più di 8 miglia dalla città di Aquileia"     dice il Palladio.

ma oltre a Grado c'erano le:              


  Isole Gradate.

La Laguna è ancora sconosciuta a tanta gente vediamone un po di storia.


Delle antichissime Isole Gradate, esistono ancora le seguenti:

San Pietro d'Orio, una volta terra congiunta con l'Isola di Grado; gli storici hanno accertato che i romani vi eressero un tempio dedicato al Dio Beleno sulle cui rovine il Patriarca Elia costruì un tempio, distrutto da Popone, e rifatto dai Patriarchi Gradesi, dato poi in custodia ai monaci Benedettini: 
Il mare corrose il punto più stretto dell'isola aprendosi un passaggio che fu denominato Porto Piccino. 
Nel 1578 passò in giuspatronato ai Patriarchi di Venezia, la chiesa venne affidata ai Frati Francescani.
Una terribile inondazione nel 1779 rovinò la chiesa, danneggiando il campanile, ricostruito nel 1820 con il contributo della Borsa di Trieste perchè serviva da faro per le barche. Definitivamente abbattuto nel 1915 dagli italiani per non offrire bersaglio alle batterie costiere austriache.

San Giuliano (S.Zulian)
, aveva in origine circa tre miglia quadrate di superficie, Il Patriarca Fortunato parla nelle sue cronache di un monastero che esisteva nel IX secolo, intorno l' isola vi sono numerosi resti di ville romane.

Santi Cosma e Damiano o Isola di Gorgo
, si è ingrandita con le secche, le tracce dell'antica strada romana che univa Aquileia con Grado l'attraversano, numerosi resti umani e oggetti antichi sono stati ritrovati.

Barbana
, conosciuta ormai in tutto il mondo per il suo Santuario dedicato alla Madonna, si presume sia stato un antico lazzareto e rifugio per viaggiatori,

Isola dei Busiari, in mezzo alla laguna nei pressi della foce del Natissa

Isola dei Luvi, nei pressi del Belvedere

Monton, nei pressi dell' imboccatura della Natissa, in antico lasciata a fieno

Volpera
, nei pressi di Belvedere ora con un campeggio

Zemole, antico e prospero possesso dei Patriarchi, con grandi ritrovamenti di monete ed oggetti antichi negli anni passati.

Villanova
, nei pressi di Isola Gorgo. Ritrovamenti di ossa antiche di grandi dimensioni fanno presupporre ad antichi insediamenti celti. 

Così quando navigate per la Laguna guardatevi intorno e pensate al passato. 
 



Share/Bookmark

06 maggio, 2018

Ascensione 1911-Giovani donne al mare di Grado

Entriamo nella settimana clou del nostro turismo, l' Ascensione.
Per la nostra storia l' Ascensione ricorda il legame naturale tra Grado e Venezia e rimanda la mente al tempo in cui le due città, come due fari sul mare, rappresentavano i poli del Ducatus Venetiae, espressione di una medesima vita politica, culturale e religiosa.
La festa de la Sensa nella sua origine più antica conduce a Grado. Secondo alcune fonti storiche fu sulla nostra isola che il patriarca consegnò al Doge Orseolo II lo stendardo dei Santi Ermacora e Fortunato quale protezione divina per la flotta che partiva verso l’Istria e la Dalmazia in difesa della popolazione insediate dai corsari e pirati slavi.

Per tornare ai giorni nostri l' Ascensione è una della grandi feste Austriache e per essere ancor più pratici per noi stazione turistica l' arrivo dei primi ospiti stanziali.
Ho montato con la tecnica del cinema muto, utilizzando immagini colte qua e là sul web, questo video che ricorda una giornata al mare festosa nel lontano 1911 di giovani donne dell' epoca, spero vi piaccia.


Share/Bookmark

04 maggio, 2018

I Canali e i Rii Lagunari


La mappa della Laguna di Ponente  è stata realizzata da Fabio Carletti della Canoa Kaiak di Aquileia

La laguna è un corpo vivo, che respira si contrae , sale scende si apre e soprattutto si occlude.
La sua manutenzione è cosa primaria e invece siamo ancora qua dopo trent'anni a parlarne e a non fare nulla.
La politica a folate ne ha parlato, ha varato una legge per l' escavo dei canali che ha prodotto un migliaio di carotaggi di studio, qualche intervento verso Marano e l' Aussa, un sacco di soldi buttati al vento e poco altro, per la nostra Laguna ci siamo sempre dovuti accontentare di conferenze dottissime e di promesse al limite dell' incredibile regolarmente disattese.
Bah!

Rispetto   a  quanto si può rilevare dalle cartografie lagunari anteguerra, buona parte dei vecchi canali naturali non esiste letteralmente più, una parte va scomparendo, il resto regge con precarietà grazie ai, pochi, interventi di manutenzione riservati ai canali di maggior uso per la navigazione.

La memoria dei vecchi pescatori ci tramanda il ricordo di un insieme molto articolato di canali, divisi in bacini di porto, ove da ogni canale di porto diramavano canali sempre più piccoli che alla fine terminavano in una fitta rete di ‘rii’

Tale insieme richiama per analogia il sistema venoso di un corpo umano.

A differenza di oggi, diverse condizioni idrauliche, di salubrità delle acque e di organizzazione del fondale, colonizzato da praterie sottomarine di alghe, favorivano la stabilità e l’automantenimento sia delle secche che dei canali. 

Oggi, il problema é grave, la laguna é come un corpo dalle vene occluse e con i polmoni impediti.

Farsene carico significa porsi la questione in termini di manutenzione complessiva, con due criteri guida: - la navigazione e il riequilibrio ambientale ( che é valorizzazione, in quanto può aumentare considerevolmente la produttività ittica e diminuire il fenomeno macroalghe con i suoi effetti indesiderati).

Non sarebbe male considerarne l’economicità e l’efficacia. 

La spontanea evoluzione lagunare tende a compromettere il futuro lagunare, in questo senso una corretta distribuzione di terre emerse può volgere un ruolo importante.

In Passato si é fatto di tutto di più: dispersione di fanghi in maniera indiscriminata a fianco dei canali man mano che venivano dragati, con conseguente ulteriore danno all’equilibrio idraulico della laguna (peso al tacon del buso) ; sversamento in mare, apportando fango  nei pressi dei banchi di molluschi.

IL MARE NON PUO’ ESSERE CONSIDERATO ALLA STREGUA DI UNA DISCARICA.
IL MARE E’ UN’AMBIENTE VIVO E PRODUTTIVO; GLI INTERVENTI CHE LO RIGUARDANO VANNO VALUTATI BENE, VANNO VALUTATE BENE LE CONSEGUENZE! 


E’ superficialità imperdonabile continuare a considerarlo, come un tempo, un contenitore che tutto riceve senza risentirne. 
Share/Bookmark

02 maggio, 2018

Isola dei Beli


Poco prima del "volto" del Canale di San Zulian, passando per il Canale "Tagio Novo" guardando verso il mare si intravede un bosco e l' Isola dei Beli è invisibile , il canale per arrivarci è ormai seccato (grazie Regione per l' aiuto promesso con l' escavo) e non più praticabile, ma un tempo una numerosa ed attiva famiglia di "casoneri graisani" ci abitava e prosperava.

Sull' Isola dei Belli  (ora all' interno della Valle Noghera residente la famiglia Sanson) chiamata così con ironia per la proverbiale bruttezza di alcuni suoi abitanti, abitava un tempo la vecchia Bela, una donna considerata una strega, che si diceva faceva alzare i venti, rendeva infruttuosa la pesca di chi non era gentile con lei.
Un fatto, non confermato ma raccontato come fiaba, dice che, visto che disturbava la pesca dei suoi figli con il rumore,  abbia fatto precipitare una volta un ricognitore austriaco con un solo gesto della mano.

"quando pasevemo cò la batela, vignindo de Anfora, traversevemo, pè 'ndà più stieti, oro Morgo, drio la mota de i Beli.   Le mamole a bordo le ne pregheva, ma proprio de quà vemo de passà, 'ndemo pè canal e garghe volta, cò meso scuro, girevemo strada.
La gera picola, col fasoleto nero in testa, cò le cotole e col zendal duto ingrispao (traversa) quel che useva le vecie".


Ci si può immaginare il viso della vecchia Bela, verosimilmente sgradevole per gli anni e le offese ricevute dai pregiudizi crudeli, e c'è da augurarsi che chi la ingiuriava come portatrice di scalogna sia veramente tornato spesso a casa a mani vuote. 

La cattiveria verso chi è segnato dal marchio di porta sfortuna è un razzismo peggiore del rifiuto. 

Nell' immaginario gradese di un tempo c'era spazio anche per fate e faduni, per strighe e strighissi.

Una di queste storie che non si sa fino a quanto sia vera o falsa è la nomea di Strega che accompagnava Maria Melissa dita...Bela (1845-1925): la prima vecia Belaco' fama de striga. 
E qua le storie de ela che la guariva le malatie, che la diventeva gato, ecc. ecc. e no' feva dormì i fantulini.

Viaggiare e raccontare è come vivere, non  tralasciare.   


Share/Bookmark