L’anima della laguna di Grado fra leggende, casoni e fiuri de tapo nella tesi di Elisa Boemo
di Elisa Boemo
La laguna di Grado: storia, natura, tradizione. Questo il titolo del mio progetto di tesi sviluppato negli scorsi mesi e presentato in sede di discussione martedì 6 luglio presso Palazzo Alvarez a Gorizia. Tre parole che sintetizzano il patrimonio di questa area interessante dal punto di vista geologico, naturalistico e culturale, e che puntano a mettere in rilievo le sue peculiarità, descritte per l’appunto nell’elaborato in questione: si affronta infatti il suo aspetto storico, la sua ricchezza di essenze arboree e arbustive, nonché le innumerevoli sfaccettature che la caratteristica tradizione locale presenta, come i tipici casoni, l’antica pratica della pesca o le leggende e i canti che parlano dell’Isola d’oro.
Da una raccolta di pieghevoli nasce così un testo per mezzo del quale si intende conciliare un ambito stimolante come quello turistico (affrontando il turismo nautico, per l’esattezza) con l’affascinante sfera scientifico-naturalistica; ad essi si aggiungono testi di natura poetico-letteraria ed edile. Il tutto viene tradotto in lingua tedesca (la lingua madre dei turisti che principalmente frequentano la cittadina lagunare soprattutto nel periodo estivo) per mettere in pratica le capacità traduttive apprese durante il percorso accademico (una laurea triennale in Scienze della Traduzione, seguita dalla specializzazione in Traduzione Specialistica e Multimediale) e, in seguito a un’ipotetica pubblicazione, portare i turisti stranieri che visitano Grado a non soffermarsi soltanto sul suo carattere turistico, ma anche sulla flora e sulla fauna che fanno di questo luogo un ambiente unico.
Il testo di partenza italiano si apre con Fango Nuo e Cruo – Piccolo Mondo Lagunare, redatto da Ennio Lugnan e tratto dal sito www.graisanidepalu.it; tale testo comprende alcune interessanti proposte di itinerari da compiersi in barca attraverso l’intera laguna di Grado. Vengono svelate così le tracce di storia custodite in luoghi nascosti, ma anche gli aspetti floristici e faunistici riscontrabili lungo i vari percorsi descritti. Segue Itinerario Verde, una piccola guida curata dall’Associazione Graisani de Palù, che ha lo scopo di illustrare, agli amanti della natura e non solo, le piante e gli arbusti presenti in laguna. L’ultima, breve sezione è invece dedicata alla struttura dei casoni, oltre all’importanza che gli stessi rivestono nella tradizione gradese. Il materiale del testo di partenza è ancora una volta una brochure fornita dalla stessa associazione locale.
La guida turistico-naturalistica in lingua tedesca che si è così venuta a formare presenta una grande quantità di foto, volutamente mantenute rispetto all’originale: tale decisione deriva essenzialmente dall’intenzione di riprodurre il carattere principalmente divulgativo del testo di partenza. È bene infatti rimarcare come questo elaborato possa essere indicato ad ogni tipo di target sociale: grazie al suo linguaggio semplice, esso consente di trasmettere in modo immediato ed efficace l’attrattiva della laguna di Grado; e le foto assumono indubbiamente un grande valore, data l’informazione contenuta in esse, preziosa per un pubblico indifferenziato.
Ma non solo. Il lavoro assemblato, tradotto e quindi analizzato può costituire uno strumento di promozione fino ad ora inedito. Fango Nuo e Cruo, a differenza di altre guide nautiche, non si limita a dare le indicazioni relative ai canali da percorrere o a descrivere le bellezze paesaggistiche, ma si sofferma su numerosi elementi culturali gradesi, fra i quali alcune poesie del poeta graisano tanto amato dalla popolazione locale Biagio Marin, leggende legate ai posti incontrati durante i percorsi e molte altre curiosità sulla laguna, ignote ai più. Ad integrare poi numerosi aspetti connessi alla flora lagunare, affrontati per l’appunto nell’ambito del testo turistico succitato, la guida Itinerario Verde seguita da un approfondimento relativo a uno dei simboli della laguna di Grado, il casone.
Il verde e le sfumature della tradizione gradese vanno così a comporre quella tavolozza di colori con i quali si è dato vita a questa opera finale, mirata a valorizzare la natura della laguna e la cultura locale e quindi a mettere in luce la vera essenza di quest’isola ricca di storia e di poesia.
di Elisa Boemo
lunedì 2 agosto 2010
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