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31 marzo, 2009

Le parole delle Canzoni del Festival


Per completare l' informazione sul Festival 2009 l'Organizzazione mi ha fornito il libretto distribuito durante la serata in Auditorium con l'elenco delle canzoni partecipanti, le loro parole, un po di storia e foto.

Lo metto a disposizione per chi volesse scaricarlo in formato pdf.
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30 marzo, 2009

Festival 2009-Le nostre radici in musica



’Na cantada in compagnia”, con parole e musica di Nicola Grigolon, cantata da Nicky Grigolon e Carlo Marzaroli, è la canzone regina della 43ª edizione del Festival della canzone gradese, organizzato dal Circolo del Jazz-Quelli del festival.

La proclamazione è avvenuta l’altra notte al termine della kermesse canora, che come da tradizione si è svolta all’auditorium dell’isola del sole, magistralmente condotta dall’abile Leonardo Tognon affiancato dalle belle Alessia Corbatto e Martina Camuffo.

Con 600 voti l’allegra e armoniosa canzone, accompagnata dalla sempre affascinante musica del violino (suonato da Carlo Marzaroli) ed eseguita dalla calde voci degli interpreti, si è imposta sugli altri undici brani concorrenti, superando di un soffio la seconda classificata,
“I me à assunto in spiaggia”, su parole e musica di Aldo Tognon, che l’ha inviata a Grado dalla Florida, dove vive.
Cantata da Gabriele Bottin e Gianluca Pastoricchio, la canzone, che ha raccolto 578 voti, ha rivelato simpaticissimi richiami alla musica country, accentuati da una altrettanto simpatica interpretazione.

Al terzo posto, con 329 voti è arrivata In quii ultimi muminti con parole di Gian Nicola Corbatto, musica di Sebastiano Corbatto, eseguita da Seba, che con echi della voce di Ligabue, ha proposto la canzone più “moderna” e graffiante dell’edizione 2009 del festival, vincendo anche il “Premio Qualità”.

Da ricordare poi che sono stati assegnati anche il premio Città di Grado a Gian e Claudio Marchesan, autori della canzone vincitrice dell’edizione 2008 “Fra sogno e realtae” (che lo scorso anno ha vinto anche il primo premio del festival del Friuli Venezia Giulia e del festival del Triveneto), il premio International 2009 (indicato dalla classifiche redatte dai gradesi emigrati nel mondo) a “Vecio Cason”, parole e musica di Alberto Camuffo, cantata da Gianni Camuffo, e il premio Giacomo Zuberti della Cooperativa Pescatori (dedicato alla canzone che tratta il tema della pesca) a “La cortegà”, parole e musica di Riccardo Gordini, cantata dallo stesso assieme a Francesco e Omero Gregori.

I premi alle tre canzoni vincenti sono stati consegnati dal presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta, dal consigliere regionale Franco Brussa e dal sindaco di Grado, Silvana Olivotto, che hanno evidenziato come la manifestazione sia riuscita a emozionare e a divertire, confermando come la “graisanità” sia un sentimento che vive con forza nel cuore dei gradesi, che oltre a essere grandi lavoratori sono anche notevoli artisti, musicisti, poeti.

Presenti alla serata anche il pugile goriziano Paolo Vidoz e il campione europeo della 4x400 indoor Jacopo Marin, ai quali è stato donato un omaggio (realizzato come tutti gli omaggi della serata dall’artista gradese Dino Facchinetti, che ha creato anche l’immagine-logo del festival, “Il barco”), rispettivamente, dal presidente provinciale del Coni, Brandolin, e dal tenente colonnello dei carabinieri, Zuliani.

Impossibile non accennare all’essenziale scenografia del palco: elegante il fondo bianco con due pannelli leggermente dorati, arricchiti da cornici colorate nel cui centro era fissata una rosa bianca.
Bianche anche le tantissime rose del decoro floreale, intervallate dal verde di lucide mele. Belle le canzoni, accompagnate dall’orchestra “Quellidelfestival”, diretta dal maestro Ferruccio Tognon e dedicate in prevalenza all’amore, non solo tra uomo e donna, ma anche e soprattutto amore per Gravo”, per il suo mare, il suo “sielo”, i casoni e i “virdi tamarisi”.
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28 marzo, 2009

Festival 2009-Bla,bla,bla Graisan

" È incredibile come qualcuno possa parlare e scrivere così a lungo su un concetto così basilare come il "bla bla bla della Canzone Graisana".
Basta dire che, ...bla bla bla...bla,bla,bla...”
Pierpaolo Pasolini

E già, stasera festeggiamo, come ogni anno dal 1946, con un Festival le nostre ciacole, i nostri temi (eterni) utilizzando la musicalità del nostro dialetto e la propensione al canto di tutti noi graisani.

Dedico a tutti, organizzatori, autori, cantanti, musicisti e pubblico, questa carrellata di immagini della nostra Isola.


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26 marzo, 2009

Graisani all'Estero-Luciano Cicogna


Luciano Cicogna graisan, un tecnico, ingegnere stimatissimo e giramondo si è divertito a portare la bandiera di Grado sul Kilimangiaro:

" xe' stao una bela caminada de tre giurni, l'ultimo tiro in alto a passi curti per poco osigeno e una bela corsa matta de meza giornada per torna' zo'.
Le sigarete no le veva piu' gusto e no se riveva quasi a canta', durmio in una grota e in un una baraca, garghe kenyan che ne compagneva co stivai de goma al posto dei scarpuni, comunque no xe' alpinismo, basta esse solo in forma media.
St'istae gno' cusina Daniela Fachineti figia de Aldo Biro, l'ha' atraversao al ghiaciao Vatnajokull in Islanda, bela impresa.
Ciao
Luciano
"

Come al solito modesto e schivo, ma un bravo lo merita lo stesso.
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24 marzo, 2009

La centrale ad Alghe-Le Diatomee


Nuova tecnologia per la produzione in laguna di Venezia di energia elettrica ad emissioni zero.

La centrale ad alghe utilizzerà come combustibile le alghe unicellulari Diatomee  e sarà ad emissioni inquinanti zero.
Vediamo che fanno e che sono questi organismi unicellulari, le Diatomee:
Se non esistessero loro, non ci sarebbe vita negli oceani: eppure le diatomee non superano i due millimetri di lunghezza. 
Piccole ma indispensabili: l’ambiente marino come quello d’acqua dolce sono ricchi di questi piccoli microrganismi e le molecole organiche da essi prodotte finiscono nel “menù” dei pesci. 
In più, come ogni alga che si rispetti, le diatomee compiono la fotosintesi clorofilliana. All’interno dei loro particolari e sempre diversi gusci silicei sono racchiusi vari tipi di clorofilla, capaci di catturare raggi luminosi di differenti lunghezze d’onda: così riescono a produrre ossigeno sia a ridosso della superficie, dove la luce è diffusa, che a decine di metri di profondità, dove è quasi buio.

Le alghe - le stesse che si trovano in laguna - saranno coltivate in un'area ancora da individuare fra quelle dismesse a Marghera grande fra gli 8 e i 12 ettari.
La biomassa prodotta sarà essiccata e lavorata.
Se ne otterrà una miscela di idrogeno e monossido di carbonio che alimenterà una turbina per la produzione di energia.
Il gas di scarico della turbina (Co2), infine, sarà nuovamente immesso in circolo per alimentare le alghe che se ne nutrono. «Non c'è nessuna possibile contaminazione con il territorio circostante precisa la Solena Group, titolare del brevetto:
"Le alghe che utilizziamo sono le stesse che si trovano in laguna e il circuito dei nostri impianti è chiuso all'esterno".
L'unica cosa che facciamo è aumentare la concentrazione di alghe per metro cubo di un milione di volte rispetto a quanto avviene in natura»

Le alghe superano molte delle criticità delle energie rinnovabili attuali come l'eolico e o il fotovoltaico a cominciare dal fatto che consentono di produrre energia per 8.000 ore l'anno contro le 1.700 del solare».
Se il progetto della centrale a biomasse ricavate dalle alghe funzionerà verrà proposto  anche a Ravenna, Trieste e Capo d'Istria.

Notizia che ha del fantascientifico ma si poggia su basi ben certe con nuove tecnologie già comprovate.  
Speremo ben

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23 marzo, 2009

Curatorio dei Bagni - 1908


La Git  inizierà in breve la stagione con grandi speranze e le dita incrociate contro il malocchio.   

Il personale sta cominciando a lavorare, c'è qualche sorriso in più in paese.

Profitto delle ricerche storiche e della grande conoscenza di Bruno Scaramuzza per descrivere una situazione del 1908:

"Brontolii in Paese; il Comune ha aumentato le imposte dal 20% al 46% più un'addizionale del 150% sul vino (che guaio).         Il Podestà giustifica gli aumenti con la grave diminuzione degli utili ripartiti dal Curatorio dei Bagni.

Il potestà  chiede all'Amministrazione del Curatorio di non assumere bagnini o bagnine non gradesi, ché priverebbero di posto di lavoro uomini e donne di Grado.

Ulteriore raccomandazione di impiegare uomini sopra i 40 anni per non privare le barche da pesca della forza lavoro migliore."

Capito?

 La solidarietà dei pubblici amministratrori andava ai residenti e ci si preoccupava dei più deboli.  

Allora! - e oggi?


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22 marzo, 2009

Renato Corbatto





Renato Corbatto (Peloto) se n'è andato, si è spento lasciandoci soli.
Un uomo solare, sempre con un sorriso e una battuta per sdrammatizzare.
Non voglio usare molte parole per ricordarlo, preferisco dedicargli questa poesia che accompagni il suo viaggio:





Strenzese al Mar


Duto sarà in salita,
tu varà vertigini de sima in sima.
Tu caminarà
co' i trampuli tra i nuoli
ma rivao, co' i brassi verti e spalancai,
tu te strenzarà al mar.

Un mondo diverso
scuminsia dai tò pensieri,
se tu sinti l'aria dentro,
se tu la sinti alsasse,
'lora girete
e la tera, de la in alto,
no sarà più solo una piera.


Ciao Renato, ciao "Vecchia Quercia" terrò stretto il tuo ricordo.

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21 marzo, 2009

Coming Back to Life - Tornare alla Vita

"Una Cultura è Grande quanto lo sono i suoi Sogni"
I Pink Floyd sognano.


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20 marzo, 2009

Festival della Canzone-Vendita biglietti




Nella foto i 4 autori considerati i papà del Festival della Canzone Gradese.
Edi Tonon,Giacomo Zuberti,Onorio Danilo Dissette e Mario Pigo.
Manca poco più di una settimana all’’edizione numero 43 del Festival della Canzone Gradese.
La vendita dei biglietti al pubblico è prevista per domenica a partire dalle ore 10.00 nell’ex Chiesa di San Rocco nell’omonima via, a ridosso del centro storico isolano.
Per consentire la più ampia possibilità di acquisto dei tagliandi ( il palazzo dei congressi consente di ospitare poco più di 950 posti), ogni potenziale spettatore può acquistare un massimo di otto biglietti.

Le ultime notizie:
mentre le canzoni rimangono rigorosamente riservatissime , saranno due belle mamole more a garantire classe e bellezza al festival Alessia Corbatto e Martina Camuffo sono state riconfermate alla collaborazione nella conduzione della serata dopo la brillante presenza dell’anno scorso.
A condurre la serata finale Leonardo Tognon mentre la direzione musicale è garantita, dal maestro Ferruccio Tognon.

Intanto c’è agitazione anche oltre oceano dove si trovano due autori finalisti, due gradesi dal cognome inconfondibilmente gradese: Tognon.
Il primo, Gasparo Tognon, vive da sessant’anni in Australia più precisamente a Mellongs (Victoria) a poca distanza da Melbourne.
Abita invece a Melbourne (Florida), questa volta la città è a stelle e strisce, Aldo Tognon, il suo trasferimento è più recente.
Le loro due canzoni si sfideranno con le altre per un posto al sole.
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19 marzo, 2009

Think global, act local. Pesce vendita diretta


Think global, act local.
Questa è la sintesi del Glocal - pensa globalmente agisci localmente.
Neologismo nato per combattere le conseguenze sul piano locale della globalizzazione imposta dalle multinazionali, un prodotto di strategia di marcheting.
La glocalizzazione ritiene che il fondamento della società in ogni epoca è stata ed è la comunità locale, con l'interazione degli individui, organizzati in gruppi sempre più allargati, presenti su un territorio.
La glocalizzazione pone al centro della sua "filosofia", l'individuo, la persona umana, il patrimonio locale materiale e immateriale della persona e del gruppo di appartenenza.

Andando in questa direzione, anche a Grado, ci sarà un punto vendita del pesce locale.
L’iniziativa della Cooperativa Pescatori dell’Isola decollerà a breve, non appena saranno ultimati i lavori di pavimentazione dell’area dove verrà sistemato il banco vendita,
Il nuovo negozio del pesce della Cooperativa sarà creato all’interno del mercato ittico, nell’area dell’impianto d’asta.
«Venderemo unicamente il pesce fresco pescato a Grado dai nostri pescatori Rigorosamente solo questo pesce"
Quanto agli orari è prevista solo l’apertura mattutina.

Speriamo che tutto funzioni.
In ogni caso qualche consiglio per ottimizzare ed utilizzare fino in fondo il prodotto pesce:

"Dalle spine si possono ricavare bastoncini per reggere colletti o "balene" e dalle squame si possono ricavare splendidi reggiseni (vedi foto), dalle budella macerate ed essicate straordinari impacchi per le gengive."

Think global, act local.

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18 marzo, 2009

Comunicato "Grado Nostra"

Ricevo e pubblico:

Il direttivo dell’Associazione Grado Nostra nell’intento di aprire la riflessione intorno al piú grande problema di Grado; cioè l’avvenire del paese e della gente gradese, rende pubbliche le seguenti prime conclusioni quale contributo per il bene comune dell’isola e degli isolani.

Non si può ignorare, con profonda preoccupazione, che purtroppo primeggia ancora l’idea di una Grado come “oggetto” di iniziative anziché come “soggetto” prima di tutto da rispettare nelle sue peculiari qualità, ciò che porta ragionevolmente a temere per lo stravolgimento delle basi fondanti della Comunità Gradese e della sua tradizionale identità socioculturale.

Ne discende una prospettiva che mette in pericolo l’esistenza stessa della Comunità come la conosciamo e amiamo a Grado, con la sua bella fisionomia stimata da sempre e unanimemente anche da fuori.

I fondamenti del popolo gradese, come tutti sanno, risiedono in due imperativi, sintetizzati l’uno nella conservazione e difesa del cuore pulsante della città nell’area centrale delle prestigiose basiliche, del porto, dei viali, delle spiagge e dell’origine stessa e vita della nostra gente, e l’altro nella rigorosa tutela della natura marino-lagunare circostante e della conservazione delle spiagge per fini turistici ma anche per la difesa della città dai marosi.

Se le determinazioni sul territorio non verranno comunque subordinate a questi due principi generali, probabilmente non ci sarà speranza di futuro per la nostra graisanitae pur conclamata e dichiarata da tutti a ogni pie’ sospinto senza tuttavia onorarla quasi mai con alcun effetto pratico operativo.

L’associazione Grado Nostra confida che negli amministratori pro-tempore di oggi e in quelli di domani, e negli stessi investitori pubblici e privati interessati a Grado, possa farsi sempre piú strada, nell’interesse di tutti, una visuale che tenda in primissimo luogo a salvare e incrementare tutte le preziose qualità di Grado, che non serve qui enucleare essendo fortunatamente ancora tante e ben note a ciascuno, per far sí di non vanificare l’isola e la Comunità isolana nella sua ancora elevata specificità, il che alla fin fine vanificherebbe anche le grandi intraprese economiche, qualora si venissero a trovare nell’imprevisto di un territorio isolano sulla via di perdere i caratteri maggiormente e universalmente apprezzati e appetibili dal turismo nazionale e internazionale.

Ufficio Stampa di Grado Nostra


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16 marzo, 2009

Potenziali Collaboratrici








Mamole graisane e quindi potenziali collaboratrici di Sussurri delle Cube nella sede estiva del "reparo".

Fioi, le ciacola per duto!
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15 marzo, 2009

Valle Cavarera- Dejà vu!


Dejà Vu!:
Copio ed elaboro da un amico:

"Correva l’anno 1962 e all’ignaro gradese sempre pronto ad abboccare come un gò alla prima esca luccicante veniva venduto il progetto che avrebbe cambiato le sorti della nostra economia.
Stessa tecnica, stessa spiaggia, stesso mare per poter dimenticare…
Presenti i maggiori esponenti della Spa Sviluppo Spiagge Alto Adriatico , si dà il via al grosso complesso dei lavori della Pineta della Rotta.
La prima opera da compiere è la grande strada sinuosa che sta alla base del progetto generale urbanistico ideato dal Dott.Prof. Arch. di Treviso.
Allacciandosi alla via che porta a Grado, la strada si infiltrerà tra gli alberi della Pineta fino a raggiungere Punta Barbacale, per poi congiungersi a quella di Monfalcone, che tra poco entrerà in funzione.
Nel bosco saranno operati anche diversi raccordi che serviranno, oltrechè per snellire la circolazione, anche per dividere una dall’altra le diverse zone che dovranno avere un carattere individualmente armonico.
Chiunque abbia visitato almeno una volta nella sua vita la nostra isola non può non essersi reso conto delle immense possibilità di sviluppo che La Rotta offre sia per posizione geografica, sia per la salubrità dell’aria derivante dalla fitta vegetazione, sia per la sterminata spiaggia che, con opportuni accorgimenti, è possibile far sorgere lungo il suo litorale.
La realtà, ora, sta prendendo il posto delle idee e delle intenzioni e le opere incominceranno a sorgere una dopo l’altra con la massima possibile speditezza, vediamo per Grado la possibilità di aprire un nuovo, ancor più fecondo periodo nella sua longevità si stazione climatica internazionale.
E' evidente che La Rotta diventerà ben presto un’appendice determinante per il futuro dell’isola.
Non si tratta solo di costruire per aumentare la capienza estiva di Grado, ma, soprattutto, di costruire bene per creare completamente ex novo un ambiente che abbia la possibilità di offrire all’uomo di città qualcosa di diverso da quello che ha trovato finora nell’Isola d’Oro.
L’originalità della questione consiste nel fatto che il nuovo nucleo, separato completamente dal capoluogo, sarà dotato di caratteristiche completamente diverse, e il nostro centro turistico raggiungerà la posizione davvero invidiabile di poter offrire l’incommensurabile conforto che ha offerto finora, accanto ad un conforto di sapore diversissimo, situato ad un paio di chilometri soltanto dal centro della città....."
___...___
"....La prima fase di Citta' Giardino e' cominciata, la nuova area residenziale garantira' agli abitanti tranquillita' con l'inserimento organico nel verde, creazione di parchi, la posizione vicina alla spiaggia favorira' lo sviluppo alberghiero, lavoro, ecc...."
___....___
"...Investimento previsto per la costruzione del Porto San Vito, ospitera' un complesso residenziale portuale con 500 posti barca, rimessaggio, ristorante, 50 posti di lavoro, ecc..."
___....___
Valle Cavarera city, Dejà- Vu!.

La vera novità è l' ipotizzata clausola salva imprenditori:
nel caso l'iniziativa sia fallimentare, l'amministrazione si è impegnata a spostare tutta la popolazione residente di Grado in Cavarera cedendo alla pari il centro storico e zone limitrofe. Avremo un campo da golf, volete mettere?
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14 marzo, 2009

Fiore in un deserto? Laguna palace Hotel


Nel deserto cementificato può nascere un fiore?

Il progetto dell'albergo tra i condomini della ex Safica sta prendendo forma con grande celerità, con turni di operai febbrili, dovrebbe già partire per Pasqua.

La presentazione del Palace Hotel Laguna è molto bella e mostra una gran voglia di credere nel futuro investendo senza esclusione sull' ospitalità e sulla confortevolezza del soggiorno puntando su Grado e territorio.

Per Grado al di là delle polemiche sorte con la cementificazione della ex Safica è una specie di prima volta (ooh!), un' inversione di tendenza che fa sperare nel futuro.




"Una foglia è caduta sull'asfalto"

Quando la speculazione edilizia
avrà compiuto il suo balzo finale
sosteremo ad ammirare le piante,
con il catalogo in mano,
al parco-Museo Nazionale
"

di Edi Tonon

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12 marzo, 2009

Jacopo Marin- Campione Europeo


L’Italia chiude con un oro gli Europei indoor di atletica a Torino.
La staffetta azzurra formata da Jacopo Marin, Domenico Rao, Matteo Galvan e Claudio Licciardello ha vinto la 4x400 con il tempo di 3’06”68.
Argento alla Gran Bretagna (3’07”04) e bronzo alla Polonia (3’07”04)..

Bravo Jacopo, si è laureato campione europeo domenica pomeriggio, assieme ai 3 compagni di staffetta, nella 4x400.
Ha portato sull'Isola una medaglia d'oro per la prima volta nella storia dell'atletica, piantando la bandierina di Grado nella carta geografica dello sport nazionale.

Un bravo ragazzo determinato e serio oltre che splendido atleta.
Uno degli ultimi nati a Grado, nel 1984 (suo anno di nascita), in primavera chiuse infatti il reparto di ostetricia del nostro Ospedale, pare poco ma sui documenti d'identità risulta nato a Grado, non succede più da 25 anni.
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11 marzo, 2009

Il Dialetto gradese e l'eredità di Aquileia


È stato troppo spesso detto che il friulano odierno sia il diretto continuatore del latino regionale parlato ad Aquileia.
La cosa potrebbe, in effetti, darsi per scontata senza l'esistenza di Grado con il suo dialetto, sbocciato come un fiore di laguna, mantenutosi incontaminato sino al recente avvento del turismo di massa e che manifesta ancor oggi, integri ed eternati dal suo ormai mitico vate Biagio Marin, ì caratteri di un arcaismo ignoto altrove.
Grazie alla sua periferìcità ma soprattutto alla secolare decadenza, l'apporto di Venezia è del tutto trascurabile, il gradese è uno dei più tipici dialetti veneti.
Nette, all'incontro, sono le divergenze con il friulano, al punto da essere ben superiori che non tra friulano e altri dialetti veneti confinanti.
All'epoca del suo splendore, Aquileia fu indubbiamente la mediatrice della latinità non solo nell'odierno Friuli e nell'Istria, ma in buona parte dell'intera Gallia cisalpina.
L'attrazione culturale da lei esercitata era enorme e valicava i confini delle Alpi raggiungendo il Norico e la Pannonia.
Se vi è però un dialetto che possa più degli altri vantarsi diretto erede della latinità aquileiese, questo non può essere che il gradese e ciò per fin troppo ovvie ragioni storiche ed etniche.
Ma nell'Aquileia di oggi si parla friulano.
Come si spiega tale situazione anomala nel contesto generale dello sviluppo dei dialetti italiani?
Anche qui è la storia a chiarire l'apparente contrasto.
Anzitutto il confine linguistico corrisponde al confine politico che per tanti secoli tenne separata la laguna dal suo retroterra.
Di qua Bisanzio e di là i Longobardi ì quali non vogliono dipendere da un Patriarca suddito dì Bisanzio e insistono perché si ripristini quello di Aquileia.
Il papato, nell'intento di accontentare tutti, lascia al suo posto il patriarca di Grado per i territori soggetti a Bisanzio (da Venezia all'lstria) e crea un doppione per il territorio longobardo.
Ma Aquileia non è che un cumulo di rovine.
1 Longobardi hanno una nuova capitale, Cividale, ed è lì che, dopo una breve dimora a Cormons, risiede il novello patriarca che pur si fregia del titolo di Aquileia.
Più tardi una nuova realtà economica farà ruotare il polo geopolitico a favore di Udine; e sarà da quest'ultima località che specie dopo il Mille si irradierà la friulanilà che nel volgere dì più secoli si espande nella pianura devastata fino all'agro di Concordia amalgamando le rade popolazioni latine residue e quelle alloglotte insediatesi.
Non va dimenticato infatti che la toponomastica ci rivela la presenza di insediamenti slavi disseminati fino alle porte di Pordenone (Sclavons).
L'odierna friulanità di Aquileia ha la sua matrice quindi in una latinità non prettamente autoctona aquileiese ma di rimando.
Per lo meno tre erano infatti gli altri centri romani circonvicini: la medesima Cividale in primo luogo, continuatrice diretta di quel Forum Julii che dette il nome all'intero Friuli, poi a nord Julium Carnicum (l'odierna Zulio) e a occidente Concordia Sagittaria.
Se al friulano è riconosciuto un legame al sostrato carnico, ecco che la divergenza con il gradese, derivato a sua volta dall'aquileiese vero e proprio, appare non solo comprensibile ma addirittura ovvia in quanto pienamente conforme alla norma, considerato che Aquileia, colonia di alleati italici, nacque proprio in funzione di baluardo anticarnico.
Tratto da:
Giuseppe Brancale & Lauro Decarli - Istria, Dialetti e preistoria-
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09 marzo, 2009

Cacca di cane=cacca di piccione


Tutte le applicazioni che si rispettino hanno una fase "beta" che fa da collaudo e ottimizzazione per eventuali correzioni.
Quest' anno il nostro Comune ha lanciato una nuova campagna moralizzatrice contro i proprietari maleducati di cani "che vanno di corpo" .
I vigili urbani sono dunque scesi in strada per punire i proprietari degli animali incontinenti, comminando sanzioni a chi non si ferma a raccogliere gli escrementi con le palette e i sacchetti.

-«Il controllo della polizia municipale sta interessando tutta la città e soprattutto le aree più colpite dal problema, come la diga, la Colmata, i giardini pubblici. Il servizio in borghese proseguirà anche nei prossimi giorni, per garantire il rispetto delle regole nelle aree pubbliche.
Gli agenti osservano con discrezione le passeggiate dei cani e intervengono per verbalizzare solo se il proprietario non pulisce le deiezioni»
-

La fase di collaudo "beta" naturalmente, come per le biciclette lo scorso anno, parte sempre in bassissima stagione, anzi quando è praticamente inesistente.

Siamo noi gente di Grado l'obiettivo di questa fase, da educare, da punire con le solite multe, nascondendo i problemi sotto un tappeto di divieti.

Ma incaricheremo i nostri amici piccioni addestrati allo scopo, non sono compresi nell'ordinanza , di vendicarci.
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08 marzo, 2009

28 marzo 2009-43° Festival della Canzone Gradese



Conto alla rovescia per l’edizione numero 43 del Festival della Canzone Gradese che dal lontano 1946 rappresenta l’evento più atteso e più partecipato ( secondo solo al Perdòn de Barbana) da parte della comunità e sempre più amato e ricercato dagli ospiti.
IL Circolo Jazz - Quelli del Festival, organizzatore dell’evento che sabato 28 marzo al palazzo dei congressi di Viale Italia partire dalle 20.30 vedrà in gara ben dodici brani rigorosamente in dialetto gradese, ha reso noto l’ordine di uscita e i nomi dei cantati in gara.
A sostegno della manifestazione: Il Comune di Grado, Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia di Gorizia, la Rai, con il supporto di Credifriuli e l’ Audimark per la parte tecnica.
La sensibilità di qualche sponsor e sostenitore è attesa anche in questo rush finale che vede la gara vivere i momenti più sentiti. Dalla corsa al biglietto, non solo per dire c’ero anch’io ma per essere protagonista, al voto popolare, votano i presenti in sala.
Le novità non mancheranno, sottolineano i responsabili delL’organizzazione ma è altresì vero che la tradizione della manifestazione canora nata grazie alla lungimiranza della Cooperativa pescatori ( Giacomo Zuberti rimane il Papà del festival) nel dopoguerra in concomitanza del Veliòn del Pescaòr proprio per mantenere la parlata e vivere tutti assieme una giornata ( serata) di festa con al consapevolezza di essere gradese, di essere “barco” per veleggiare a bordo del “barco” vogando e cantando tutti assieme. Comunità.
La canzone è la protagonista , forse la più importante, al centro della festa della comunità.
Il Circolo Jazz - Quelli del festival nel rispetto della tradizione prepara anche qualche piccola sorpresa mentre, come già sottolineato in sede di selezione delle canzoni finaliste, da segnalare che due brani sono giunti da lontanissimo: dall’Australia e dagli Stati Uniti (Florida) questo a sottolineare lo spessore, la valenza della manifestazione, dell’interesse anche da parte dei gradesi lontani magari quelli di seconda o terza generazione e soprattutto la valenza di una parlata che tanto musicale e utilizzata da ottomila anime sia così sentita, amata da coinvolgere anche a decine di migliaia di chilometri di distanza. Come tradizione i brani saranno raccolti in un CD al fine di finalizzare l’impegno artistico dell’evento tramandando anche a quelli che non potranno essere presenti. Il manifesto dell’edizione numero 43 è un dono dell’artista isolano Dino Facchinetti e riprende la simbologia del barco.

Ecco l’ordine di esecuzione e i nomi degli interpreti.

Ricordi de vita ( parole e musica Ilario Fanò) cantano Alessia Galzignato – Rino Marchesan
La cortegà ( parole e musica Riccardo Gordini) cantano Francesco e Omero Gregori, Riccardo Gordini
Torna indrio ( parole di Paolo e Domenico Lauto musica Domenica Lauto) canta Federica e Domenico Lauto
I me à assunto in spiaggia (parole e musica Aldo Tognon) Cantano Gabriele Bottin e Gianluca Pastoricchio
Vecio casòn ( parole e musica Alberto Camuffo) canta Gianni Camuffo
L’oltra metà (parole Diego e Gian Marchesan Musica Gian Claudio e Mattia Marchesan) canta Mattia Marchesan
‘L Menestrelo de Gravo ( parole e musica di Gasparo Tognon) cantano Gianni Marchesan e Ferruccio Polo
Cuori de vento ( parole e musica Andrea, Luciano e Paolo Cicogna) cantano Anna e Andrea Cicogna, Artico Romanello
Là, ‘ntel’oltra parte del sielo ( parole e musica Andrea Felluga) canta Viviana Salvador, Michele Lugnan
‘Na cantada in conpanìa ( parole e musica di Nicola Grigolon) cantano Niky Grigolon e Carlo Marzaroli
La vose del cuor ( parole e musica Andrea Barzellato E Fabrizio Dovier) canta Fabio Fabris
In quii ultimi muminti ( parole Gian Nicola Corbatto musica Sebastiano Corbatto ) canta Seba Corbatto



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07 marzo, 2009

Facce-book


Non bisogna esagerare col sesso, col cibo e con i social network.

L'ho fatto, mi sono iscritto a facebook eppure so che il voyeurismo è ormai il sesto senso dell’essere umano, una nuova ghiandola di avanguardistica evoluzione, è impossibile negarlo.
La funzione è così radicata, ad oggi, che si fa quasi fatica a stigmatizzarla. (Evidentemente ce l’ho anche io, e me la tengo).

Strumenti come Facebook fondano la propria fortuna sugli istinti più naturali degli utenti: l’ “autoreferenzialità” nasce da questo, non da altro.

Una delle pretese di Facebook, dopotutto, è proprio quella di essere una naturale prosecuzione virtuale della vita reale: si rompe la decennale e sacra consuetudine del nickname, della doppia vita, della rete come “appendice” occasionale della realtà.

Ora il voyeurismo assume un connotato assolutamente nuovo, perché la rete diventa, da “guanto” che era, una vera e propria “nuova mano”: un nuovo codice di lettura di una medesima cosa.
Mi fa effetto il fatto che Facebook mi apra le porte della comunicazione anche nei confronti di coloro con cui non ho (magari non a caso) altri canali di contatto.

Ma, io amo il nickname perché mi permette di utilizzare la rete dal buio, rispettando me e voi: la mia faccia non vi serve, la mia voce non cambierebbe ciò che vi dico, il mio blog è tutto quello che voglio che voi sappiate di me.
Io sono un orango, come tutti voi.

-“Che senso ha la rete, senza un nick?”-. Facebook ha invertito la domanda.
Facebook pretende di simulare il sociale.
Gli utenti sono chiamati, affinché questo funzioni al meglio, a riappropriarsi del nome reale accantonando il nickname; a cercarsi; a intessere rapporti strutturalmente nuovi; a annullare le distanze spaziali, ma soprattutto, temporali.
E qui si cela un’altra debolezza strutturale del mezzo, che in realtà, più che al social network in sé, afferisce forse alla filosofia che pretende esservi dietro.
-“Facebook ti aiuta a mantenere e condividere i contatti della tua vita”-.
Sciagura.
La vita, purtroppo o per fortuna, è fatta di un passato, di un presente e di un futuro.
Intorno a questi concetti (e intorno a quello stesso di “vita”) ruotano dinamiche delicate e inafferrabili, che il cervello sintetico del sistema del social-networking è incolpevolmente inadatto a gestire.
-"Facebook ti aiuta a riprendere i contatti con il tuo compagno di banco delle medie-",
sì, ma non è detto che tu lo voglia: perchè dovresti essere messo davanti alla scelta tra rifiutare scortesemente un’ “amicizia” richiesta, o accettarla, subendo in compenso un’inondazione di stronzate più o meno informative su una persona di cui non ti frega un' ostia?
- “Facebook ti aiuta a mantenere e condividere i contatti della tua vita”-,
sì, ma può darsi che tu rompa malamente con la tua ragazza o con qualche altra persona importante, e che non ti vada di essere costantemente informato sulle cazzate che struscia quotidianamente sulle “bacheche” degli “amici” che avete in comune.
L’unica tua tutela, a quel punto, si fonda sul “blocco” dell’altrui identità virtuale.
L’altro per te cessa di esistere: non vi vedrete più, né condividerete più “amici”.
Ossia: restare nel social network a condizione che muoia il social-networking.
Una inevitabile e paradossale sconfitta del mezzo.

Però l'ho fatto mi sono iscritto, ma a metà, niente immagine reale e mezzo nick-name,
un colpo al cerchio un colpo alla botte, non si sa mai!
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06 marzo, 2009

Associazione Grado Nostra-Piasseta de la Patriarchia


Nel novembre scorso il direttivo dell’ Associazione Grado Nostra ha elaborato una proposta toponomastica inviata contestualmente al Comune.
Non essendo mai apparsa in cronaca va precisato che la proposta è di intitolare “Piasséta de la Patriarchía (451/727 - 1451)” l’area quadrangolare davanti alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, nei tempi arcaici luogo di assemblee e riti della grande istituzione metropolita nella sede di Grado. Lo scopo evidente è di impedire che sparisca definitivamente dalla memoria storica il lemma gradese che denomina il Patriarcato, di evidenziare pubblicamente il periodo in cui esistette il Patriarcato di Grado e di costituire un motivo di interesse per il turismo culturale avente Grado come soggetto.
Pur non essendo pervenuto alcun riscontro, neppure la comunicazione circa il responsabile del procedimento, Grado Nostra non ha tuttavia ritenuto far ricorso a solleciti, né verbali né scritti, essendo dell’avviso di rispettare i compiti e le responsabilità di ciascuno.
In questi giorni è però avvenuto un fatto del tutto inusuale. Ufficiosamente è infatti pervenuta a Grado Nostra un’informazione verbale (non richiesta) che il Comune stava cercando di rispondere alla lettera.
Da questo non ci vuole molto per capire che evidentemente il Comune sta cercando una motivazione (che non trova poiché non c’è) per rispondere: NO.
Ma da ciò si capisce anche che la pratica non è stata istruita e presentata con la debita relazione alla Giunta Comunale per la decisione: altrimenti ci sarebbe un verbale di determinazione cui fare facilmente riferimento se si ritiene di dare una risposta.

Stante la situazione Grado Nostra con un impegno organizzativo, piccolo ma non irrilevante in quanto il sodalizio non chiede né gode di contributi pubblici, ha provveduto ad inviare copia autentica della proposta a ogni consigliere comunale e a ogni assessore, ritenendo in questo modo di avere espletato fino in fondo il proprio atto promozionale suggerito dal bene comune.

Augusto C. Marocco
Presidente di Grado Nostra

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05 marzo, 2009

Corso formazione volontari



Ricevo e ben volentieri rilancio l'avviso dell'Associazione di volontariato Esplorabile per un corso di formazione che si terrà Sabato 07 Marzo 2009 presso la sede della Società Canottieri Ausonia di Grado (Molo Torpediniere) dalle ore 09.30 alle 12.30.


Il volantino scaricabile è qui.
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04 marzo, 2009

Sposarsi a Grado


Gli usi dei casoneri:

Sposarsi a Grado presentava due momenti ben distinti:
le nozze tra i residenti in paese e le nozze dei "cazoneri".

La donna che si sposava ad un cazoner (o paluante) seguiva il marito e restava con lui a "cason", ritornava a Grado solo in occasione del parto che, però, poteva avvenire anche in cason.
(La gestante andava a Grado due mesi prima, spesso ci veniva da sola e, in genere, ospitata dalla madre)

Dopo la nascita ed il battesimo la donna tornava in cason e riprendeva l'attività al fianco del marito e con gli altri familiari; se per caso le capitava di restare sola di notte e non aveva un figlio maschio, metteva i calzoni del marito sul letto per proteggersi (a Grado i calzoni vengono anche appesi fuori dalla finestra).

La vita dei cazoner pareva meno irta di difficoltà, almeno riguardo al cibo,
In cason si trovava sempre da mangiare, pesce o selvaggina, (la selvaggina viene non solo venduta ma anche affumicata per la conservazione) che si accompagna con la polenta che ci si procura là "dei furlani" barattandola con il pesce.
In cason si teneva anche qualche gallina, raramente una capra per cui anche il latte si prendeva dai contadini.

I bambini imparavano presto dai padri l'arte ed i segreti della pesca (l'uso della seragia, il modo di ghipà e guà e di battere con lo stumigio...), la cura delle barche e delle reti, le varie consuetudini come cavasse la bareta e pregà un Salve Regina a la Madona de Barbana e ingenogiasse prima di buttare le reti per avere una buona pesca o fare le speciali tacche simbolo di riconoscimento (al baitan).
La mattina recitavano le orazioni e la sera il rosario e le preghiere per i defunti ed ascoltavano poi le storie dei grandi prima d'addormentarsi.

Per i bambini piccoli c'erano le ninne-nanne:
Fa la nana bel bambin che presto vignerà el papà e porterà i gransi col pelo,
fa la nana cocolo belo

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02 marzo, 2009

Il solito pacco





I soliti pacchi da e-mail:

"Gentile Utente,

La preghiamo di esaminare con la massima serieta e immediatamente questo messaggio che mostra le nuove misure di sicurezza.
L'informativa è resa ai sensi dell'art. 18 del D. Lgs 15 Gennaio 2009 n. 199 "Codice in materia di protezione dei dati personali" a coloro che interagiscono con i servizi online di Poste Italiane, accessibili per via telematica.
Il reparto sicurezza della nostra banca le notifica che sono state prese misure per accrescere il livello di sicurezza dell'online banking, in relazione ai frequenti tentativi di accedere illegalmente ai conti bancari
» Accedi ai servizi online »
Se la nostra richiesta viene ignorata, non avremo altra scelta che bloccare temporaneamente il suo account.
La ringraziamo per aver scelto i nostri servizi.
Per ulteriori informazioni consulta il sito www.poste.it o telefona al numero verde gratuito 803669.

Distinti Saluti
Poste Italiane S.p.A. 2009"


Sorpresa:
Egr. Sig. Poste Italiane, non sapendo dove inviare un messaggio, pubblico un post per ringraziarla di aver bloccato il mio conto presso di voi che risulta in rosso da oltre tre anni, grazie ancora e fatevi risentire.

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01 marzo, 2009

Grado-2000 anni de sabion








1 marzo 2009.
Giorno del Lunario, marzo pazzerello, anni folli ma a Grado il tempo è fermo e fotografato con le parole e immagini scherzose ma non troppo da Giovanni "Stiata" Marchesan.







Duemila anni di sabbione

Duemila anni di sabbione
portiamo sul groppone
duemila anni di palude
ci tappan l'intestin!
Duemila anni di sabbione
ci tocca digerire
Duemila anni di sabbione
si fanno assai sentir

Abbiamo nell'ugola salsedine
e nel cervello un pò di ruggine..
Sabbia e sale
fango e sole..
-Xe caligo!-
c'è chi scende
c'è chi sale..
E noi restiamo fermi quà

Duemila anni di sabbione
portiamo sul groppone
duemila anni di palude
Atavico destin..
Duemila anni di sabbione
son duri pur per te..
Duemila anni di sabbione
e senza l'happy-end

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