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29 novembre, 2010

Come eravamo - 1916




Gruppo di pescatori gradesi con militari italiani nel 1916
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28 novembre, 2010

Il Diluvio Universale


Può capitare di aver voglia di sragionare alle volte ed interpretare a cazzo episodi biblici, ma in un pomeriggio uggioso e buio come oggi può succedere di tutto la testa va leggera e allora vediamo di chiarire a mio modo di vedere la storia biblica del Diluvio Universale:

Lettura sragionata del diluvio universale.

Patri Arca

In quel tempo Dio andò da Noè e gli disse - qui non va mica bene, adesso inondo tutto, però tu e i tuoi prendete una coppia per ogni animale, salite su un'arca grossa grossa e dopo che è finito il casino scendete e ripopolate la terra - e Noè disse - Va bene - e si allontanò con la coda tra le sue zampe da struzzo.

Costruita l'arca grossa grossa, Noè ci fece salire i leoni con le zampe da pecora, le zanzare che nitrivano, le giraffe con le ali, le aquile con la criniera, i serpenti con il carapace e tutti tutti gli altri animali, dopodichè iniziò a piovere di santa ragione e tutto si inondò per tipo un anno.

Sull'arca grossa grossa, dopo un paio di settimane già non c'era un cazzo da fare, e allora tutti iniziarono a accoppiarsi con tutti.

Finito il casino, Dio vide scendere dall'arca grossa grossa bambini con gambe e senza coda, leoncini con zampe nuove, zanzare che zzzavano, giraffine non aeree, aquilotti quasi glabri, serpentelli indifesi e tutti tutti cuccioli di animali che mica erano più come li aveva fatti lui, allora disse - Cazzo avete combinato?!- Bòn, adesso rimanete così, così imparate.
.
..e vissero felici e contenti...Bho?

Dovremmo metterci un po di politici? isolani in quell'arca e shakerare un pochino!
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27 novembre, 2010

I "fantulini e l'inverno"


E' consuetudine ormai per qualsiasi malanno rivolgersi al medico o pediatra per i bambini, ma non molto tempo fa le mamme non avevano l' opportunità di fare questo e quindi usavano i rimedi tradizionali e dettati dalla tradizione.

Vediamo quali erano i rimedi più usati per la cura (omeopatico-empirica) delle malattie del freddo che sono in arrivo.

Raffreddore.
Si prende una mela cotta, la si pela e la si taglia a pezzettini mescolati con un po’ di olio di mandorle.

Bambini col “late ingropao”.
I bambini hanno male di pancia. Gli si da un infuso fatto da tre dita di acqua e tre foglie di “laverno (alloro). A piccole dosi ogni quarto d’ora a cucchiaini.
Vermi.
Tre dita di latte e un po’ d’aglio. Lasciate bollire e dare l’infuso ai bambini a digiuno.
Altro metodo: latte di capra e tre chiodi bollenti dentro il bicchiere.
Altro metodo: si prende un verme del bambino, lo si fa seccare su un qualcosa vicino al fuoco, lo si riduce in polvere e lo si da al bambino a digiuno. Se il bambino “l'ha i vermi, questo li gheta fora duti quanti”.
Altro metodo: cucinare assieme olio e aglio e ungere il preparato sull’ombelico del bimbo, alle tempie, sotto il naso e sulla gola.

Brufoletti agli occhi che danno molto fastidio.
Rimedio: mettere l’occhio nella boccetta piena d’olio per 3 mattine a digiuno, quando si guarda dentro si sputa per terra e si batte il piede per 3 volte.
Pedoci in testa.
Rosso di uovo sodo e strutto, si mescola bene bene e lo si spalma sulla testa. Si copre la testa con un fazzoletto e si va a letto. Alla mattina vi ritroverete tutti i pidocchi e altre bestioline tutti morti tra i capelli.
In alternativa si può usare aceto e tabacco con un infuso di fiori.
Rogna.
“Gratando se va in gloria”. Infatti la rogna Fa bene al sangue (purga al sangue) e bisogna tenersela per un po’.
Oleandro macerato nell’aceto per ottenere una pozione che vi farà passare la rogna.
Tegna.
E’ uno sfogo del sangue. Per sconfiggerla: ungere la testa di olio da cucina e asciugarla con un po’ di farina di fava. Altrimenti: scorze di melograno messe nel vino per 24 ore e lasciato a bollire. Tutto va messo, una volta raffreddato, nei capelli.
Mal di gola.
Masticare un po’ di foglie di carciofo selvatico succhiandone il succo.
Febbre.
Sette grani di pepe da mandar giù a digiuno una mattina, nove la seconda e unici la terza.
In alternativa: sei o sette spicchi d’aglio alla mattina sempre a digiuno.
In alternativa: 5 spicchi d’aglio pestati assieme con della cenere e messa attorno al dito anulare della mano sinistra per un giorno o due.
In alternativa: legare sul corpo dell’ammalato una rana viva messa su un sacchettino. La rana assorbirà il male e morirà stecchita.
Per la febbre fa bene bere anche un po’ di urina (la propria se uno no fa piacere bere quella dell’amico).

Come si potrà notare facilmente la medicina antica era parca di spese mediche e ricca di consigli la cui efficacia era un pò empirica bastava crederci e incrociare le dita.
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26 novembre, 2010

I bambini sono di sinistra


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25 novembre, 2010

Fotografie rare


Ho trovato due foto, non molto usuali e rare del Ponte della Figariola e dei lavori della strada Belvedere-Grado, le pubblico per completare il post del 7novembre- La Strada Belvedere-Grado
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L' Eterno


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24 novembre, 2010

1989- Gradese Gemonese

Un filmato storico presentato in occasione del 60 compleanno della Gradese e fornitomi da Leonardo Tognon per condividerlo con più gente possibile.
Un pubblico eccezionale per una bella partita con la vittoria più importante per la promozione, inutile girarci attorno con le parole merita davvero vederlo.

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23 novembre, 2010

Le offese in "Graisan doc"


Viviamo in tempi in cui l'antagonismo a tutti i livelli, sia sociale che politico, è quasi sempre uno scontro violento e i termini usati per descrivere l'avversario sono sempre feroci.

Vediamo allora, in vista della competizione elettorale prossima ventura, i termini in graisan che si possono usare per offendere l'avversario:

Viso de mansion lavao (brutto e secco)
Viso de Sbuafa, de socolo, de cugiaron (indicatissimo per costruttori)
Viso de luna piena, de sete stiafi (da indirizzare a chi ha l'aria del pretino)
Viso de canevassa, de liron, de botasselo (indicato per grandi mangiatori)
Viso de patapunfete, de sardele a fete (per morto di fame)
Viso de tola, de cul de can de cacia (bugiardo patentato)
Cavo de batelon (testardo)
Cavo mato, cavo de nembo (gera al nostro poeta, furioso)
Vogi de magon, de 'rologio (quelli che si sorprendono sempre)
Vogi de sepa straca, de ribon (più falsi dei soldi)
Naso de fofolo, de fracia (naso schiacciato da pugile)
Naso de patata, de forcola (naso grande e sporgente)
Sarvelo de mancolo, de galina pepola (quando il cervello è assente o spento)
Cavili de sagola, de stopa (indica non troppa pulizia)
Suca de opolo, de talpon (stupido, ignorante)


...continua lengue de vaca!
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22 novembre, 2010

Adsl - a Fossalon


Bella iniziativa del Comune di Grado che si propone di dotare la frazione di Fossalon di un collegamento Adsl.
Chi fosse interessato, la riunione esplicativa è   SABATO 27/11/2010 alla ex Scuola Materna di Fossalon alle 10,30




Buonasera,

sono Mauro Iannuzzi, responsabile tecnico dei S.I. del Comune di Grado.

Chiedo la Vs. collaborazione per dare la massima diffusione possibile ad un'iniziativa che riteniamo molto importante per cercare di ridurre il fenomeno del digital-divide nel territorio di nostra competenza.

Dopo una lunga ricerca, in collaborazione con il sig. Livio Santin, abbiamo reperito un ISP (Internet Service Provider - fornitore di servizi internet) operante nella zona che e' disposto a aprire un punto di presenza wireless per i cittadini di Fossalon.

Questo punto di presenza permettera' ai cittadini di essere coperti da un servizio simil - Adsl e di poter accedere a internet in banda larga.

Non occorre che spieghi a Voi cosa questo fatto comporti

E' precisa volonta' dei S.I. di dare il massimo eco possibile a questa iniziativa e anche alla riunione informativa che si terra' il giorno 27/11/2010 ore 10.30 presso l'ex scuola materna di Fossalon (ora sede dell'associazione Piter Pan) dove verra' presentato il progetto e si raccoglieranno le adesioni dei cittadini interessati

Anche altre frazioni del nostro Comune, se questo primo esperimento dara' i risultati sperati e condizioni tecniche permettendo, potrebbero essere raggiunte dal medesimo servizio in un futuro nemmeno troppo lontano...

Abbiamo predisposto l'invio di una comunicazione cartacea ma, per permetterci di raggiungere il maggior numero di interessati possibile in tempo utile, Vi chiedo di voler dare un piccolo spazio a questo mio messaggio nei Vs. blog/siti web

Ringrazio anticipatamente anche a nome del Comune e porgo cordiali saluti.
--
Mauro Iannuzzi

Sistemi Informativi



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21 novembre, 2010

Le condizioni meteo in gradese


In tempi in cui le condizioni metereologiche sono diventate una star di tutti i media compreso internet vediamo in gradese come si "nomano" le varie situazioni ambientali:

Bonassa, bonassa in candela(calma di vento); stelao (cielo stellato); pimpignola (tempo tiepido); remolo (scirocco umido);
brusera, solana, sofego,sofegasso (calura); sol che leva (alba); sol a piombo (mezzodi); sol a monte (tramonto); nuolo, cagnoti, nimbi, sente (nuvole); cargaura, negraura (scuro prima del temporale); caligà de mar, de tera, de busata (temporali);stratempo, nevera, neverin (tempeste di neve); Sionera (mulinello di vento); brisada (brinata); aguasso o sguasso (rugiada); sgrisoleo (piccole onde); redondeo, refondon (onda lunga di scirocco) sirocal (burrasca di scirocco); cressente (acqua che sale) montana (acqua di piena) dosana (acqua che cala) colma (massimo di marea) seca (minimo di marea) fele (acqua ferma) punti de acqua, ordene de acqua (dal ciclo di marea lunare); fortunal (vento forte); cavaisso (mare mosso e sporco) buriana, burasca, tampesta (burrasca), bave perse (venti di direzione variabile) reganasso (acquazzone), scrimisin (pioggerella)

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20 novembre, 2010

Lo stemma di Grado



Solo nel 1984 il Comune di Grado si vide riconoscere ufficialmente lo stemma civico la cui definizione e richiesta risaliva al 1919 con podestà Giovanni Marchesini.

La commissione araldica del Regno d'Italia aveva assegnato a Grado la torre d'argento aperta con due finestre e due palchi di merli.

Il problema era però sorto sullo sfondo, il colore richiesto dall'Amministrazione Comunale era il rosso, che ornava le berrette dei fanti gradesi e ricordava i panni rossi che coprivano gli scanni dei maggiorenti dell'epoca, mentre la commissione araldica indicava il campo azzurro e da la si fermò tutto.

Risolta la vicenda con un atto notorio in cui personaggi locali dichiaravano sotto giuramento che il campo per lo stemma e per il gonfalone municipale era sempre stato rosso finalmente fu risolta la questione e definitivamente assegnato, assieme al titolo di "Città di Grado" considerato il valore storico artistico e della qualità turistico-curativa , con decreto del Presidente della Repubblica lo stemma ufficiale della Città di Grado.

Negli anni che vanno dal 1920 al 1984 lo stemma ufficiale era la torre merlata a tre torricelle.

Lo stemma fu rilevato dalla targhetta posta sotto la Pala d'argento esistente dietro l'altare della nostra Basilica.
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18 novembre, 2010

Il Cretino


Mi è capitato qualche giorno fa un incontro, non cercato ne voluto, con un cretino, le riflessioni sono inevitabili.

La parte più lunga del mio viaggio, non la più eccitante, si chiama “maturità”.

È il tunnel che imbocchi quando ti rendi conto che i cretini sono inevitabili e, in qualche misura, invincibili.

Non c'è errore più grande che prenderli di petto, ed è un errore che ho commesso così volentieri in gioventù.

Non vedevo l'ora di scontrarmi con un cretino per dirgli: Cretino! Che gran soddisfazione.

Ma durava pochi istanti, e lasciava un gusto amaro.

Ti ci vuole tutta la maturità per capire che un cretino, se gli dai del cretino, non migliora.

Si offende, si arruffa, fa la ruota, mostra le unghie, "impira i oci", comincia ad abbaiare, chiama i parenti, gli amici altolocati, e resta un cretino.

Ti va già bene se non ti trascina con sé (è contagiosa, la faccenda).
È una patologia seria, forse genetica, di certo incurabile nei soggetti adulti, e io pensavo di guarirla con cosa?

Con la verità? Non funziona.

Non è un rimedio, la verità, a volte diventa un semplice dettaglio, la verità, una curiosità.

Non si agita uno specchietto davanti a un toro nell'arena: all'inizio era un'idea divertente, ma alla fine capisco che non è sano.

Passerò il resto del mio viaggio ad aggirarli, i cretini, a provare a raggirarli, metterli nella condizione di fare cose intelligenti senza accorgersene, mordendomi la lingua ogni volta che il grido “cretino” ti cresce in gola.

Ma che rabbia essere maturi.
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17 novembre, 2010

Le femene de i sabionanti



Una poesia verità Di Domenico Marchesini (Menego Picolo)
aggiungo sotto un piccolo glossario di termini che non sono più in uso dialettale ne strumentale.




Sabionanti manegoldi,
Che la pala e la sigera
Co la zagia ve dà i soldi
E de ‘l vin ‘vé la bandiera!

Mo ‘ndé via, ‘imbriagonati
Grami voltri e sto mistier;
No savé se gnanche nati
Vé i figiuoli e la muger!

Maladiti, nome buni
De paciah e de beveh a ufa,
E de femene e cucuni
Coreh in trassia e fah barufa!

Che cô ‘ndé int’un’ostaria
Vignì fora sempre in bê,
Puo ‘ndé a casa, e sia o no sia,
Biastemé e volé cafè!

Sì, lassé che ve diseno
S-cieta e neta veritae,
Perché noltre cognosseno,
Seno femene mariae:

‘Vé spianao l’Ara-de-Pali,
Spianarave ‘l Monte-Re,
Surbirave anche i canali,
‘Ngiutirave l’Arcombê!


sigera = barella ; zagia = cestone ; ‘ndé = andate ; nome = soltanto
paciah = ingozzarsi ; cucuni = crocchia di capelli ; in bê = carponi ;
s-cieta = schietta ; arcombê = arcobaleno
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16 novembre, 2010

Comitato degli Usi Civici di Grado


Ricevo e volentieri pubblico:

Comitato degli Usi Civici di Grado
“Magnifica Comunità di Grado”

Il 12 novembre 2010 si è riunito il Comitato con il seguente ordine del giorno:


elezione del Presidente e Vicepresidente;

RIVOLTO un vivo ringraziamento ai tanti concittadini, intervenuti spontaneamente a sottoscrivere le iniziative sin qui intraprese a tutela dei beni di uso civico ed a sostenere l'immagine pubblica della “Magnifica Comunità di Grado”, la sua autonomia statutaria, le sue regole democratiche e l'indiscusso diritto di operare senza indebite ingerenze esterne, ma con il solo ed unico controllo dei cittadini incontestati titolari degli immemorabili diritti di uso civico;

RIVOLTO parimenti un vivo ringraziamento ai firmatari del ricorso giurisdizionale in opposizione alla rettifica del Bando commissariale n° 820/69 cui l'intera Città, deve l'attuale salvaguardia dell'area civica emblematicamente rappresentata dal Parco delle Rose.
Nonchè al Presidente della “Magnifica Comunità de Maran” ed all'avvocato Franco Piceni del Foro di Gorizia per il loro prezioso intervento nello studio e nella redazione del predetto ricorso;

RILEVATO che negli ultimi 60 anni, la proprietà collettiva dei “Graisani” ha subito gli effetti di una mancata gestione da parte delle Giunte di ogni colore avvicendatesi al governo della Città;

ATTESO che le conseguenze sul piano patrimoniale, sono state di gran lunga più devastanti di tutte quelle complessivamente sofferte nel corso degli ultimi cinque secoli;

CONSIDERATO che il processo liquidatorio in atto, ispirato da potenti interessi immobiliari sostenuti e garantiti a livello politico ed istituzionale, può essere arrestato solo dall'autonoma iniziativa dei singoli cittadini organizzati nell'ambito della “ Magnifica Comunità di Grado” ed in stretto rapporto con il Coordinamento Regionale dei Comitati di Uso Civico e con la Consulta Nazionale della Proprietà Collettiva;

RITENUTO che a tal fine, è assolutamente necessario operare con la pienezza delle cariche statutarie;

PRESO ATTO delle dimissioni rassegnate il 14 maggio 2009 da Paolo Busdon e Giuseppe Polo, legittimamente eletti in sede costitutiva rispettivamente alle cariche di Presidente e Vicepresidente;

PREMESSA la convalida della contestata elezione di Manlio Grigolon a Presidente della “Magnifica Comunità di Grado”, deliberata all'unanimità dal Consiglio direttivo in data 21 aprile c.a.;

RESO ATTO delle successive dimissioni irrevocabili rassegnate, il 12 maggio c.a., da Manlio Grigolon e Franco Degrassi rispettivamente dalle cariche di Presidente e Vicepresidente;

VISTO l'ordine del giorno n° 1, approvato dall'Assemblea il 20 febbraio c.a.;
VISTO l'ordine del giorno n° 2, approvato dall'Assemblea il 21 marzo c.a.
UDITI gli interventi ed aperto il dibattito, il Consiglio direttivo
delibera all'unanimità l'elezione di
Dario RAUGNA alla carica di Presidente

:Emanuela CONTIN alla carica di Vice presidente

Gianmario Dovier, Pierangelo Bruni, Dario Raugna, Marinella Albertin, Giovanni Mattiussi, Emanuela Contin
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15 novembre, 2010

Il Bagno delle donne


In una Grado che, agli inizi del turismo balneare, si muoveva in fretta sotto la spinta e le visioni dei "foresti" che percepivano le potenzialità del Paese e costruivano a più non posso, già allora sempre foresti, stranamente la balneabilità che pure era chiaro fosse una componente essenziale dell'offerta turistica fu pensata e mantenuta dalle origini, intorno al 1854, pubblica non privata.

Una delle ragioni, oltre al rischio economico, fu la bigotta moralità del tempo che vietava il bagno all'aperto in promisquità di maschi e femmine.

Il Podestà di Grado aveva emesso ordinanza di divieto agli uomini anche di semplicemente avvicinarsi alla diga prospiciente al Bagno delle Donne che era riservato.

Fare il bagno all'aperto era considerato pericoloso per la moralità pubblica e tale divieto rimase a difesa dei costumi dell'epoca sino ai primo '900.

Ippolito Nievo, beccato in fallo, scrive alla madre di aver ricevuto una multa nel 1856 perchè, contro l'ordinanza, avrebbe passeggiato lungo la spiaggia e subito denunciato da una signora per offesa alla sua pudicizia.

Mo Dio co beli!

Se penso che oggi te la sbattono in faccia in tutti i modi possibili, la pudicizia si intende!
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14 novembre, 2010

I sogni, l'interpretazione graisana


La caratteristica di un mondo chiuso e piccolo come quello isolano era che ogni piccolo segno veniva interpretato come presagio di novità o ulteriore miseria.
L'apparenza e il sogno la facevano da padroni e bisognava saper dare la giusta interpretazione per garantirne la veridicità.
Una delle credenze dei sogni era il termine dei tre giorni, dopodichè finiva la validità.
Vediamo alcuni esempi di scene di sogno e il loro significato in graisan:

morti che rie = porta dispiassiri
morti che i ha fame = i vol garghe sufragio
cavali = porta novitae
scarpe = viasi de fa
monture (divise) = portaben, nassarà gargossa de novo
pan = ze passensia
ligni = ze bondansia
vin o ua bianca = vol di lagreme
vin o ua negra = fa alegria
bisati = lengue cative
batela = porta morte
dinti = ze morte ai parinti
aqua ciara che la core = mundi speransa
aqua torgola e ferma = porta dispiassiri
leto fato = porta mal
leto disfato = vol di duto ben
merda = soldi
perle che se spaca = disgrassie grande
nassarà un mamolo = novitae bone
nassarà una mamola = ze dispiassiri

Date le ultime da Grado auguro a tutti di sognare grandi merde.
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13 novembre, 2010

La mota Safon e i "Graisani de Palù"



Recentemente in varie iniziative avviate a Grado è stato utilizzato come luogo d'incontro degli ospiti e di presentazione della parte più bella e romantica del nostro paese, la laguna, il casone dell'Associazione Graisani de Palù in mota Safon.

Curiosamente ogni qual volta la notizia è stata commentata sul nostro giornaletto locale, la mota Safon è stata presentata come il casone del Comune di Grado affidato all'Associazione.

Col piffero! il Comune non lo voleva il casone, adesso, a realizzazione ultimata, sono tutto sorrisi e complimenti, visto che la storia dell'ex casone Pasolini io la conosco bene perchè l'ho vissuta in prima persona per almeno quindici anni tanto vale scriverla per amor di verità.

La Mota Safon è stata assegnata, rientrando in comunità, all'Associazione nel 1988 dopo esser stata completatamente abbandonata e lasciata nel più completo degrado sia dall'assegnatario precedente sia dal Comune.

Presentato il progetto per la ricostruzione del casone (in foto le condizioni in cui versava) abbiamo avuto un'aspra controversia con l'Ufficio Tecnico di Grado che, nonostante avessimo tutti i pareri favorevoli compresi quelli regionali per la conservazione e il ripristino del territorio, si ostinava, soprattutto nella persona del suo ingegnere capo, a negarci il permesso di inizio lavori.

Per dare un' idea in quindici anni (tanto è durato l'iter) hanno costruito a Grado una quarantina di grattacieli rovinandone completamente la sky line, noi come Associazione con finalità culturali e non di palanche, siamo stati costretti a presentare quattro diversi progetti per ricostruire un casone di 9 metri per 6.

Abbiamo tenuto duro, per fortuna l'ultimo Sindaco si è preso la responsabilità personalmente di firmare il permesso di fabbrica contro il parere dell'Ufficio Tecnico, e abbiamo portato a termine, autofinaziandoci, la costruzione del casone che vedete finito durante una manifestazione
pubblica nella foto accanto.

E' giusto dire quindi che la Mota Safon se esiste, se si può usare per incontri pubblici, se si può godere il gusto e la bellezza della Laguna in un posto magico come l'orlo della Laguna Silisia, è merito della abnegazione, della tenacia e dei quattrini dei soci dell'Associazione "Graisani de Palù" non di chi, in questo caso gli uffici comunali, in maniera tretragona e stupida ha fatto di tutto perchè non lo si faccia.
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11 novembre, 2010

Ancora Pasolini a Grado



Leonardo Tognon mi manda questo pezzo su Pasolini a Grado e il suo contro-festival del Cinema, e la settimana del cinema muto.


Le biavitae descritte da Biagio Marin nella sua incontaminata poesia in gradese ritrovano, anche nella stagione autunnale – invernale una emozione impagabile. La laguna si trasforma regalando colori ad ogni batter di ciglia.



Dicembre richiama le emozioni ed i sapori della consunzione dell’estate, i richiami autunnali per passare, dal mare alla laguna, dalla laguna alla terraferma, al tempo della vendemmia. Per qualche amico fedelissimo di Grado il fuori stagione concede il tempo per richiamare alla memoria le settimane del cinema muto nonché le anteprime pasoliniane, l’antifestival di Venezia.



Riandare col ricordo, a balzi di decenni, all’esperienza complessa ma entusiasmate e di gran prestigio, delle Settimane Internazionali del Cinema, mette addosso nel ricordo di molti un misto di nostalgia e di sconforto. Nostalgia per un’epoca ormai lontana, sconforto per una iniziativa miseramente sfumata.

Recuperiamo alcune righe vergate a testimonianza del sindaco di Grado negli anni che vanno dal 1969 al 1972, è appunto Nicolò Reverdito ad offrire spunto per tracciare i confini di un’occasione perduta per l’isola del sole e il suo antifestival di Venezia.

“L’idea di una manifestazione di Cinema a Grado nacque in quel finire degli anni sessanta quasi per caso. Fu Pier Paolo Pasolini a suggerirla dopo la prima di Porcile.

Il regista sconsigliando il solito festival indicò agli amministratori di allora un percorso culturale della storia e dell’esperienza cinematografica. Nacquero così le settimane del cinema di Grado il tutto fondato sull’entusiasmo e la collaborazione.”. Tutto era stato programamto in maniera collaboraztiva, oggi si direbbe senza un format: una segreteria con l’instancabile segreatrio comunale Aldo Venier, la collaborazione del giornalista Renzo Corazza e Nico Naldini. Ma su tutto e tutti l’aiuto prezioso ed il costante e continuo suggerimento di Pier Paolo Pasolini. Non dimentichiamoci del maestro Zigaina. “Grazie a queste ultime presenze autorevoli Grado potè attingere alle cineteche nazionali di Parigi e Mosca, le amicizie e conoscenze professionali portarono a far donare al Comune dell’isola del sole il film Olimpya di Leni Riefenstahl oggi di proprietà. Grazie al poeta di Casarsa l’Istituto luce offrì prezioso materiale.”

In ognuna delle settimane cinematografiche il regista Pier Paolo Pasolini affiancò una prima del suo patrimonio cinematografico.

Indiscutibilmente rimane permeato il ricordo di Maria Callas per gli esterni del Medea girati in laguna, un ricordo fortissimo e anche questo ricordiamo che Medea doveva essere proiettato in anteprima mondiale a Parigi e Pasolini in omaggio a Grado “costrinse”- meglio convinse il produttore ad una illustre contemporanea: Parigi Grado.

Tra gli archivi dei giornali dell’epoca, purtroppo in gran parte scomparsi – troviamo firme importanti degli inviati alle settimane gradesi: Parise, Vigorelli, Bettiza, Grassini eccc, Le presenze autorevoli di Sergio Leone, Franco Parenti Alida Valli.

La mitica Bertini voleva il trucco con i tiranti, la Valli (che negli anni ’90 ritorna nell’isola girare un film Vin santo per una produzione italo tedesca) allora ci ricordò che si commoveva quanto i gradesi la epitetavano “benedeta” pur consapevole della tipica inflessione lagunare.

Nessuno, dei nostri vecchi, ha dimenticato la figura di Maria Callas, preceduta da una fama di indisponibile ed irascibile alla quale fece riscontro una diva, splendida donna persino disponibile alle piccole faccende in laguna in attesa del ciack.

Dalla mota Safòn all’isola di Anfora dove si perfezionavano le puntate con il poeta gradese Biagio Marin capace di incantare tutti: dagli operatori alla Callas.

Molti i ricordi. La scarsa lungimiranza e sicuramente i pochi contributi costrinsero le amministrazioni a scrivere, a malincuore, la parola fine- the end.

Altri più attenti si inserirono in quel filone rivitalizzandolo e conquistando una fascia di pubblico importante. Grado ha un sussulto nel settembre del 1996 apre alla grande rassegna intitolata “ 100 anni di cinema da Lumiere a Pasolini” sette giorni di proiezioni dedicate alla figura dell’eccezionale intellettuale e regista italiano contrubuendo a testimoniare le settimane internazionali del cinema.

Nell’occasione venne offerta una sintesi i giovani si dichiararono entusiasti e tutti provarono nostalgia di un’epopea ormai lontana un mito.



Le settimane cinematografiche riuscirono a calamitare a Grado l’attenzione di produttori e critici cinematografici impegnati al Festival del Cinema di Venezia.

La rassegna gradese assunse ( non solo per la concomitanza temporale) il ruolo di Controfestival di Venezia in occasione delle quali Pasolini presentava in anteprima le sue pellicole.

Il comitato promotore della prima edizione era composto dal critico cinematografico di Venezia Ernesto G. Laura, dal poeta regista Pier Paolo Pasolini, dai critici Paolo Gobetti e Giacomo Gambetti, dal pittore Giusepe Zigaina, dal professor Davide Turconi, dal regista Mario Volpi e dalla professoressa Adriana Maria Prolo, oltre che dal sindaco di Grado Nicolò Reverdito.

Alla prima rassegna intervenne Francesca Bertini, la prima diva del cinema italiano interprete di oltre 120 films ( debutta nel 1904 con “La dea del mare” ultima apparizione a fianco di Nino Taranto e Abbe Lane in “A sud niente di nuovo”.)

Introdotto da Carlo Bo, nel 1971 PaSolini presenta a Grado in anteprima italiana il Decameron coincidente con la giornata inaugurale della seconda settimana internazionale del cinema dedicata al cinema western.

Presente il grande Sergio Leone.

Una rassegna che ebbe un successo incredibile di critica e altrettanto pubblico tanto che gli organizzatori furono costretti a bissare le proiezioni per soddisfare le richieste di pubblico che non ne voleva sapere di abbandonare la sala del Cinema Cristiallo, sede storica della manifestazione.

“I racconti di Canterburry” inaugurano la terza edizione improntata sul film documentario, che ha visto la presenza di Leni Riefenstahl, la regista legata ai cupi trionfi del nazismo e autrice, (primo occhio femminile sulle olimpiadi) del famoso Olympia realizzato con ben 23 cinecamere offerte del regime di Hitler e che risultò un boomerang per lo stesso regime e del popolo ariano sconfitto dalla classe dell’atleta di colore Jessie Owens.

Nell’arco dei tre anni Grado si era gustata la storia del cinema …altri presero per mano l’iniziativa fortuna: che in una sorta di staffetta il tutto rimase in regione con Cinemazero a Pordenone. Sfortuna per Grado.


leonardo tognon

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10 novembre, 2010

35 anni dalla scomparsa di Pasolini



Alla Morte di Pasolini il nostro Poeta Biagio Marin gli dedica un componimento struggente:
Al critoleo del corpo fracassao

Io indegnamente leggo qualche passo a spasso per 'l palù.
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09 novembre, 2010

Aiuti di Stato alla famiglia


“Figli, lo Stato aiuterà solo le coppie sposate con figli”

Comincio a pensare che il fatto davvero preoccupante dei nostri politici è che loro, che dovrebbero occuparsi dei bisogni e dei problemi della gente, si ostinano ad ignorare la realtà che è sotto gli occhi di tutti da anni: le cosiddette coppie di fatto, i figli nati fuori dal matrimonio, le unioni tra persone dello stesso sesso, le convivenze "altre" rispetto al matrimonio tradizionale non sono più rare eccezioni, ma finiranno per rappresentare la maggioranza dei casi.

La parola "famiglia", così come tante altre, designa con ogni evidenza qualcosa di molto diverso rispetto a ciò che voleva dire quarant'anni fa.

Insistere a non volerne prendere atto significa rapportarsi con un'Italia astratta, teorica, che non rispecchia più, se non in modo del tutto parziale, le scelte e gli orientamenti delle persone in carne ed ossa.
Quelli che dovrebbero governarci, insomma, si rivolgono ad un paese che non esiste più, e il bello è che lo fanno con la tracotanza senile di chi pretende non soltanto di conoscere la realtà, ma perfino di disciplinarla: reperti malinconici di un'epoca completamente superata dalla realtà, mimano il piglio dei leader ma si ritrovano sempre più spesso a parlare da soli sbrodolandosi addosso.

Nella Costituzione e nella legge vigente non è solo il matrimonio a dare luogo ad una famiglia e a obbligazioni famigliari.
Anche la filiazione, a prescindere dal matrimonio, dà luogo a una famiglia e ai connessi diritti e doveri.


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08 novembre, 2010

Unfriending su Facebook


Oggi mi è capitano un fatto strano, ho notato un amico in meno su Facebook, io non ne ho molti, così me ne sono accorto e li per li il primo pensiero è stato:
ma guarda questo stronzo, ma che gli ho fatto? poi per ripicca penso che di lì a poco l’avrei cancellato sicuramente io e che mi ha solo preceduto di poco.


Poi a mente fredda ho fatto una piccola ricerca che mi ha portato a scoprire il fenomeno del "Unfriending" che è in netta crescita sul Web.

L’amicizia è una cosa seria, su Facebook le amicizie sono virtuali e vengono rotte con più facilità rispetto alla vita reale e l'unfriending è solo la conseguenza della banalizzazione che ha l'amicizia ai tempi di Facebook.

Facebook non ti avvisa, una volta rotta l' amicizia, Facebook non provvede ad avvisare l’utente che rimane ignaro e le cui connessioni sociali vanno irrimediabilmente perse.

Se hai un centinaio di amici è facile accorgersene, ma con centinaia di contatti è quasi impossibile.

Esiste però uno script per il browser – Si chiama Unfriend Finder ed è un piccolo software che gira on-line, si scarica gratuitamente ed è compatibile con i vari browser: Mozilla Firefox, Google Chrome, Safari e Opera.

Usarlo è facilissimo, ti spedisce un avviso quando si sono rotte le connessioni con un, ormai ex, amico di Facebook.
Il successo è mondiale.

Comunque "ma guarda 'sto stronzo!"
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07 novembre, 2010

La Strada Belvedere-Grado



La storia della strada Belvedere-Grado inizia nel 1871 quando l'allora Podestà avviò l'iter procedurale per la realizzazione di un tronco stradale che si raccordasse con la strada regionale Cervignano-Belvedere.

Il percorso scelto (contrassegnato dalla lettera C) partiva da Morsano per arrivare a Grado ricalcando il tracciato dell'antica strada romana.

Insormontabile per la realizzazione fu il preventivo di costo che superava di gran lunga le possibilità delle casse comunali e provinciali dell'epoca.

L'aumento del traffico commerciale e turistico e degli ospiti dell'Ospizio Marino fece sì che dopo ben 30 anni il progetto tornò di attualità sotto la spinta di un uomo fondamentale per Grado, Giacomo Marchesini, uomo liberale e di straordinarie doti umane e professionali, dotato di una visione ampia del futuro sviluppo di Grado, grande amministratore sapeva cavalcare a perfezione le strade della burocrazia imperiale, fece fare un progetto a basso costo da un ingegnere del I.R. Governo Marittimo, Josef Wilfan.

La novità del nuovo progetto fu che si pensò di scavare un nuovo canale (assolutamente necessario) partendo da Belvedere a fianco della Volpera e con il materiale di risulta costruire un' arginatura da trasformare solo successivamente in strada translagunare.

Seguendo quelle arcane strade della burocrazia, che consentono interpretazioni diverse da cose simili, non si trattava più di costruire una strada ma un canale i cui costi sarebbero ricaduti sulle spalle del Governo Marittimo, mentre le opere di contenimento dell'arginatura erano a carico del Comune.

Contenuti così in termini più modesti e possibili da sostenere i costi, si potè approvare il progetto che portava notevoli benefici raccordandosi con il tronco ferroviario di Belvedere, proponendo una diversificazione delle vie di accesso dell'Isola, una stradale e una via mare (vedi il percorso D) con i vaporetti che potevano usufruire di una via diretta e decisamente più corta per il trasporto di persone e merci.

Nel 1900 (anno cruciale per Grado, ci fu anche la battitura dell'acqua) partì così l'opera di scavo che durò sino al 1907.
La strada fu percorribile solo nel 1908 dopo la costruzione del Ponte della Figariola (venne fatto in legno).

Grado con il suo canale-strada si affacciò così alle soglie del 1900 con una dotazione di infrastrutture adeguate alle nuove esigenze del turismo e del commercio e aprì l'Isola ad una completa integrazione con l'entroterra friulano-veneto.

Le notizie provengono da uno studio del Prof. Ruggero Marocco e Matteo Marchesan

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06 novembre, 2010

Ospizio Marino




Massiccia partecipazione di popolo alla manifestazione pro Ospizio Marino organizzata stamattina a Grado.

Una vera e propria folla composta ha sfilato per le vie cittadine manifestando solidarietà per i lavoratori dell'Istituto Barellai e chiedendo a gran voce la riapertura.

Massiccia la presenza di tanti personaggi più o meno autorevoli con gran voglia, ma anche con qualche timore, di mettersi in mostra per poter dire poi -anch'io c'ero e sono solidale-.

Affollata la sala dove la manifestazione si concludeva con interventi degli organizzatori, dei rappresentanti politici e sindacali.

A tal proposito ho potuto constatare un minimo di disorganizzazione visto che la rappresentanza guidata dal presidente provinciale si è fermata in P.zza B.Marin in attesa di un intervento che non c'è stato perchè il luogo deputato era un altro e nessuno li aveva avvertiti, sembrava che attendessero l'alba ma non sapessero da dove sarebbe spuntato il sole, sconcerto, disappunto, poi, anzi dopo un bel po, deciso intervento con megafono ad arringare i resti della manifestazione.

Bon dai, una minima smagliatura in un contesto altrimenti perfetto.

Io ringrazio Monsignore che sollecitando in Chiesa il popolo ha dato una grossa mano per ingrossare le fila dei partecipanti.

Ora attendiamo gli effetti sotto l'atto pratico che possono avere, solo ed esclusivamente, una valenza politica con l'intervento, unico decisivo, della Regione che si faccia carico del Barellai e dei suoi professionisti apprezzati.

Speremo ben!
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05 novembre, 2010

La Società Pescatori Lagunari di Grado


C'è una data che segna una svolta storica tra la Grado peschereccia atavica e quella moderna.

2 aprile 1930.

E' la data di costituzione della Società Anonima Pescatori Lagunari di Grado.
In un colpo i pescatori, si scuotono e riunendosi in 39, tanti sono stati i primi aderenti alla nuova società, si pongono obiettivi comuni, si sottraggono allo sfruttamento dei commercianti e puntano a migliorare, oltre che sotto il profilo economico, anche in quello culturale ponendosi, altresì, anche l'obiettivo della mutualità e dell'assistenza ai meno fortunati.

Nel 1932 la Società era attiva nel locale Mercato Ittico vincendo resistenze e boicottaggi dei commercianti.
Intando le adesioni crescevano e nel 1940 la Società concludeva con il Comune il contratto di affitto della "Valle Artalina" e finalmente si dotava di una sede sociale di proprietà in Riva Dandolo.

Veniva così sfatata così in pochi anni la diceria dei compaesani e foresti che consideravano la categoria dei pescatori "poveri e ignoranti" e creandone una di nuova "i ze carghi de soldi, i li mete soto al stramasso"
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03 novembre, 2010

Difensori


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02 novembre, 2010

L'Istituto Marinaro A Grado



La scuola statale di avviamento di tipo marinaro nacque a Grado nell'anno 1928.
La durata dei corsi era annuale sino al 1938, poi divenne biennale.

All'arrivo dell'uomo che darà la svolta all'Istituto il Prof Giorgio Buda Dancevich, nel 1948, venne trasformata in Scuola Secondaria di Avviamento professionale con corsi triennali di tipo marinaro.

Nel 1948, a conferma del ruolo fondamentale che hanno sempre avuto le donne a Grado, la Direttrice della scuola era la Prof. Francesca Oss-Pinter. (in foto al varo della Colombo nel 1957)

La Professoressa fu la vera fautrice della scuola.

Arrivata subito dopo la prima guerra mondiale da Pergine con tenacia ed abnegazione creò dal nulla la scuola che offriva un corso annuale di orientamento marinaro ai pochi allievi gradesi dell'epoca.

Quello che il Professor Buda Dancevich portò a Grado da Lussino è stata la mentalità marittima d'altura per formare comandanti e ufficiali che a Grado, pur con uomini abituati al mare, mancava perchè si trattava pur sempre di un esperienza ad un mare limitato sino al massimo alle coste istriane.

Nella foto di gruppo gli insegnanti dell'Istituto nel 1957, sono riconoscibili volti noti della nostra comunità.
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01 novembre, 2010

Lunario di Novembre


Tempo triste, i Santi e i Morti una mia vecchia poesia per il tema del Lunario:

Te vevo perso Cristo.

Te serchevo
in cese iluminàe,
sora de altari ornai
de otuni lusenti,
de tovagie ricamae
nasando profumi
de fiuri e de incensi.

No t'é catao!

T'é sercào anche
in cese pìcole, bandonàe
sensa fiuri, ne ori, ne lumi
nasando oduri de mufe
de timpi passài.

No t'é catao!

Un cameron de un ospissio
scuro, adobao de tristessa.
In un leto de fero
un muceto de ossi infagotao,
do oci persi in un volo de ricordi,
'na vose, quasi un sangiosso:

- Tu son qua?

E' bagnao do lavri sichi,
è caressao un viso intrapolao;
cavili suai, color del grasso.
- Si, son qua cò tù!...
Co 'na man de cera n'te la mia
al sa, contento, indormensao.
Ancora son tornao e ancora e ancora.

Finalmente, Cristo, te vevo catao!


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