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31 dicembre, 2014

Auguri, Auguri




Giovanni Marchesan "Stiata" con mia grande sorpresa ha approfittato di suo figlio per farmi pervenire gli auguri a tutti noi, dico grande sorpresa perchè non è particolarmente portato con la tecnologia ma comincia ad apprezzarne le comodità e rapidità.


Aggiungo i miei di Auguri ma non una buona fine che mi pare inopportuno, vi auguro di cuore a tutti un:

Buon Principio


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30 dicembre, 2014

Fiaba ego-ambientale






















C'era una volta in questo Paese di fiaba un uomo che aveva un' enorme opinione di se.
Non era una persona cattiva, ma aveva un ego talmente grande che lo copriva alla vista altrui. 
La gente guardava quel gigante e credeva si trattasse di lui.
All'inizio era bello e rassicurante nascondercisi dietro come fosse un'armatura. Ma nessuno riusciva a vederlo veramente là dietro e, cosa peggiore ancora, lui non riusciva a vedere nulla di quello che succedeva.
Ogni tanto lo sgonfiava, quell'ego, con una spillonata di acume intellettuale, per provare l'illusione di sentirsi umile.
Ma lui ricresceva nottetempo.
Sempre.
E sempre più grosso.
Era diventato talmente grosso, il suo ego, che non riusciva più nemmeno ad entrare nelle conversazioni altrui, e vi assisteva sconsolato e tronfio dall'esterno, urlando impettito i propri pareri come se importasse davvero a qualcuno di ascoltarli.
Una mattina si destò e lo vide troneggiare sopra lui, immenso come un dirigibile e altrettanto leggero, occupava tutto il cielo. 
Si accorse che stava decollando: il suo ego se ne stava andando! 
Lo prese all'improvviso l'inesprimibile terrore di rimanere lì da solo senza difese, piccolo e nudo di fronte a tutti. 
Allora gli si attaccò con tutto il suo peso cercando di tenerlo a terra, cercò disperatamente di dire qualcosa di acuto e pungente per forarlo e farlo sgonfiare, ma non gli veniva in mente nulla, nulla di nulla.
Allora si attaccò alla prima cosa che gli capitò tra le mani, il tetto di un albergo. 
S' avvide con orrore che l' albergo si allungava, si allungava quasi staccandosi da terra e prese ad agitarsi ancora più freneticamente.
"Cosadevofarecosadevofarecosadevofare?" 
Erano alti ora, almeno una trentina di metri, e continuavano a salire. 
Esausto, rimase a fissare la gigantesca ombra che correva rapida tra la città e i dossi e i canali, mutando continuamente forma.
Per consolarsi pensò "Almeno vedrò le stelle!  L'ho sempre desiderato!" poi guardò l'immensità del firmamento e pianse un pochino mentre il sopravvenire delle vertigini gli imponeva i consueti conati.
Era quasi l'alba quando diventarono un puntolino lassù, in mezzo a molti altri e sparirono completamente alla vista.


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29 dicembre, 2014

A scarsele svode-No non è stato un Anno Straordinario


Fine anno e, nonostante Facebook si sforzi a dire che è stato Straordinario, non è stato purtroppo così.
La crisi, interpretazioni legislative balorde, una gestione della cosa pubblica diciamo incerta, comunque poco incisiva e distante dai cittadini, le tasse ormai soverchianti, prospettive per il futuro con i nuvoloni e brividi.
No! non è stato un anno straordinario, anzi ci ha lasciati a tasche vuote come il pescatore della foto (scattata nel 1911).
In queste condizioni il potere costituito è sempre stato nel mirino e ho riscontri che nel  passato le cose erano simili.

Lo chiarisce questa poesia di Domenico Marchesini (Menego Picolo) che nasce a Grado nel 1850 e vi muore nel 1924, figlio della Grado storica poco conosciuto perchè purista del dialetto antico, attraverso i suoi scritti riusciamo a conoscere l'arcaismo dialettale del vero proto veneto graisan che evita con grande attenzione le contaminazioni del giuliano triestino, proponendo con forza la vigoria del dialetto autentico graisan.
Più che "rappresentarlo" Domenico Marchesini ci "presenta" il microcosmo gradese: un nucleo la cui struttura sociale si esaurisce in pochi elementi: i pescatori di mare e di laguna, gli artigiani e i renaioli. 
E gli artigiani allora si chiamavano "artisti", ed erano artisti che per poter vivere in quella società costruita su un'economia basata sul castrum, del tipo più primitivo dunque, erano spesso costretti a esercitare più "arti" contemporaneamente.
Oltre a ciò, Menego era molto caustico con il potere costituito e non rispamiava nulla e nessuno, non avendo un grande opinione dei cosidetti:

"Omini insigni"


Che issah val le case
 E i so fundi se sa. 
E ze una vergogna
 De i comandauri 
Che 'i sente e no 'i bada 
Cunsilgi e clamuri, 
Qua, colpa ste suche 
Ze aval monarchia 
Che ‘l pie in Muniçipio
 Va per denastia; 
Scrivan, podestae,
 Deputai ze un'union

E quisti ogni totolo 
Gode a so bon. 
Sti doti riginti, 
De sienza, ben digo, 
Sti 'nsiti adorai 
Fra tanto caligo, 

Cu sa afah la soma, 
Cu afah ‘l calegher, 
Cu 'ntaca butuni,
Cu fa ‘l campaner. 

Si queste sapienze 
De laura e çitae 
Che al zuogo de stropa
 'Le ze 'ndotorae 
'Le sta in sta baraca 

De Ufissio che ‘l val 
Per regehne a causa 
E pro de ‘l pivial. 

Un minimo di glossario perchè il dialetto usato dal Marchesini è veramente ostico

ze aval monarchia: sembra una monarchia; 
va per denastia: La tradizione  ricorda le famegie de la bala de oro (la bala con cui si esprimeva il voto nel Consiglio), "le quali per antico privilegio si tramandavano il diritto di occupare le cariche supreme"
ogni tòtolo: diminutivo di toto 'chicco', 'grano' (es. i toti del Rosario); la stessa parola indica però anche quell'insetto grigio scuro di forma ovoidale che a Grado era frequente abitatore dei pianterreni umidi e bui: oniscus murarius 'anisca'. 
Il 'nsiti: insetti. 
caliga: nebbia, fumo; qui 'incensamenti' e sim.; è il latino caliga 'caligine'. la soma: la somma. 
'ntaca butuni: attacca bottoni, cioè fa il sarto.
de laura e çitae: laureati e cittadini. 
zuogo de stropa: un gioco di carte. 
'ndotorae: gioco di parole tra il significato concreto 'laureate' e l'allusione a una modalità del gioco di carte, per cui chi perde e vuoI continuare a giocare deve pagare di nuova la posta. 
che 'l val: buono solo a .. 
de 'l pivial: della chiesa e dei clericali. 





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28 dicembre, 2014

Strighe e Strighissi


Tempo da lupi, bora forte e freddo, stare a casa è un piacere, è tempo di storie, tempo di favole.
Nell' immaginario gradese un tempo c'era spazio anche per fate e faduni, per strighe e strighissi.

Una di queste storie che non si sa fino a quanto sia vera o falsa è la nomea di Strega che accompagnava Maria Melissa dita...Bela (1845-1925): la prima vecia Bela, co' fama de striga. 
E qua le storie de ela che la guariva le malatie, che la diventeva gato, ecc. ecc. e no' feva dormì i fantulini.

Sull' Isola dei Belli  (ora all' interno della Valle Noghera residente la famiglia Sanson) chiamata così con ironia per la proverbiale bruttezza di alcuni suoi abitanti, abitava un tempo la vecchia Bela, una donna considerata una strega, che si diceva faceva alzare i venti, rendeva infruttuosa la pesca di chi non era gentile con lei e, visto che disturbava la pesca dei suoi figli con il rumore, sembra abbia fatto precipitare una volta un ricognitore austriaco con un solo gesto della mano.

"quando pasevemo cò la batela, vignindo de Anfora, traversevemo, pè 'ndà più stieti, oro Morgo, drio la mota de i Beli.   Le mamole a bordo le ne pregheva, ma proprio de quà vemo de passà, 'ndemo pè canal e garghe volta, cò meso scuro, girevemo strada.
La gera picola, col fasoleto nero in testa, cò le cotole e col zendal duto ingrispao (traversa) quel che useva le vecie".

Ci si può immaginare il viso della vecchia Bela, verosimilmente sgradevole per gli anni e le offese ricevute dai pregiudizi crudeli, e c'è da augurarsi che chi la ingiuriava come portatrice di scalogna sia veramente tornato spesso a casa a mani vuote. 

La cattiveria verso chi è segnato dal marchio di portasfortuna è un razzismo peggiore del rifiuto. 

Viaggiare come raccontare è come vivere, non  tralasciare. 
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27 dicembre, 2014

Laguna per acronimi




La Laguna per la gente gradese è sempre stata rifugio e dispensa, praticando la pesca, l'agricoltura (poca ora, ma nel passato intensiva) e caccia.

In questi ultimi anni i divieti si sono sommati ai divieti e, mascherati da acronimi, nascondono la volontà feroce di far cessare o perlomeno controllare strettamente ogni attività professionale in Laguna.
vedi qui

Vediamone alcuni:
(SIC) Sito di Importanza Comunitaria, è un concetto definito dalla direttiva comunitaria n. 43 del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche nota anche come Direttiva "Habitat", recepita in Italia nel 1997.

Il termine è usato per definire un'area:

1- che contribuisce in modo significativo a mantenere o ripristinare una delle tipologie di habitat definite nell'allegato 1 o a mantenere in uno stato di conservazione soddisfacente una delle specie definite nell'allegato 2 della Direttiva Habitat;
2- che può contribuire alla coerenza di Natura 2000;
3- che contribuisce in modo significativo al mantenimento della biodiversità della regione in cui si trova.

Entro sei anni dalla dichiarazione di SIC l'area deve essere dichiarata dallo stato membro,
(Zps) zona di protezione speciale. (Proibizione di accesso alle aree anche per il semplice prendere il sole a riva vedi zone del Banco d' Orio e S.Andrea)

Io temo che il prossimo provvedimento per tutelare le biodiversità si dovrà occupare di noi umani, visto che l'utilizzo del territorio ci viene negato.

Meraviglia  e fa rabbia che alla giusta e severa attenzione su carta  alla conservazione ambiente, non corrisponda una rapidità pratica adeguata nel ripristino della canalizzazione tombata  che se non eseguito provocherà il depauperamento  dello stesso habitat per anossia.
Hanno stabilito che i fanghi non sono così pericolosi come prospettato nel recente passato  ma nessuno propone di utilizzare i fondi stanziati per la Laguna per eseguire scavi non più rimandabili.
Si continua a parlare per acronimi sperando che nessuno ci capisca nulla e nel frattempo si sta con le mani in mano ad aspettare per muoversi  la prossima costosa ed inutile consulenza di esperti abilissimi solo in parcelle.

La cartina dell'Arpa mostra le zone protette, si può ben vedere che c'è ben poco spazio per cacciatori e pescatori. 
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26 dicembre, 2014

Cognomi diversi a Grado


"nella foto alcuni dei primi Taliani a Grado"  

Per dare un senso alla comparsa a Grado di cognomi non rigorosamente autoctoni bisogna andare indietro nel tempo e vedere un po il pregresso storico:

Nelle vecchie provincie austriache col nomignolo di Taliani si indicavano gli altri, quelli di oltre Isonzo.
A Grado -più conservatori - il confine con l' Italia era a Porto Buso, i Taliani erano e sono più genericamente gli altri (tutti i foresti), noi "graisani" siamo sempre qualcosa di diverso.

Nel 1915  spinti dall'evolversi dell'evento bellico giunsero a Grado un centinaio di marinai italiani provenienti dalle più disparate provincie, comandati dal Capitano Michelone.
Diversi di questi marinai, finita la guerra, si sposarono con ragazze gradesi dando vita a nuovi gruppi familiari con cognomi diversi da quelli usuali.

Altro effetto importante per Grado, con la loro presenza e permanenza sul territorio segnarono una linea di frattura tra il dualismo politico del tempo, contrassegnato sino ad allora dalla divisione Pro Austria e Pro Italia , delle famiglie abbienti gradesi che avevano governato il paese, portarono con la loro differente visione di vita e di cultura uno nuovo modo di intendere la partecipazione alla cosa pubblica che alla fine si rivelò per noi "poveriti" simile alla precedente, con l' esclusione decisionale e con continue "barufe" e cambiamenti di campo.
Iniziarono l' epopea del partitismo, tuttora in corso d' opera.

Ne seguirono molti altri e i figli di quei matrimoni sono ormai nonni e i loro nipoti residenti sull'Isola si sentono, giustamente, gradesi autentici ma non per questo, per i puri e duri, meno "Taliani".

Al Graisan ze un testa dura.

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24 dicembre, 2014

Bambini moderni


Caro Natale, tu che campi di lavoro stagionale, ascolta i nostri aneliti precari 
che in fondo è come fossimo tuoi pari.


Caro Babbo Natale, ho ripensato un po’ alla lettera che ti ho spedito, in particolare alla lista dei regali che vorrei ricevere, e insomma, anche mia sorella me l’ha detto, che può essere che ho esagerato, con tutta quella roba, sul serio, forse mi sono fatto prendere la mano, come si dice.

Allora facciamo così: se non hai già fatto tutto e sono ancora in tempo, vorrei togliere qualcosa dalla lista, se per te va bene. 

È anche più giusto verso gli altri bambini, può darsi. 

La fame nel mondo, che poi dovrebbe essere tutta in Africa - così dicono - se riesci tutta l’Africa bene, sennò niente, perché se la togli solo in certe zone poi secondo me litigano e si fanno la guerra e è peggio. 

E poi, quei bambini, anche molto piccoli, costretti a lavorare, sfruttati come schiavi, quelli aiutali tutti, se ce la fai, a parte quelli che devono farmi l’ iPhone che ti ho chiesto. 

Quelli li lasciamo per l’anno prossimo magari.
 da diecimila.me




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23 dicembre, 2014

Cuore in regalo


In attesa del messaggio di Buon Natale che è giusto fare a tutti, vi posto questa poesia che ho scritto in un momento di abbattimento, shakerato alla mia vecchia anima sparagnina che ha fatto capolino anche nel  dolore per ottimizzare il fatto:



L’ oltro Nadal te he dao al gno cuor
No tu lo varà miga ghitao via?
Se fossa, tu te ricordi ‘ndola?
No sarave ‘na maravegia.
No restaravo nianche mal.
Se tu lo vissi ‘ncora tu,
tu me lo tornaravi per piasser?
No tu savivi che fatene:
a me, al me ocorarave, sa?
Sé…sé, no se domanda indrio i regali
Ma creo de ‘vè esagerao,
gera, disemo, un regalo impegnativo.

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22 dicembre, 2014

Vecchiaia e pettegolezzo

































Messaggi subliminali

La vecchiaia vorrà dire in noi, essenzialmente, la fine dello stupore. 
Perderemo la facoltà sia di stupirci, sia di stupire gli altri
Noi non ci meraviglieremo più di niente, avendo passato Ia nostra vita a meravigliarci di tutto; 
e gli altri non si meraviglieranno di noi, sia perchè ci hanno già visto fare e dire stranezze, sia perchè non guarderanno più dalla nostra parte.
L'incapacità di stupirsi e la consapevolezza di non destare stupore farà si che noi penetreremo a poco a poco nel regno della noia.
Ginzburg

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21 dicembre, 2014

Prime nebbie



Stamattina la nebbia è arrivata così: zac zac zac e ha avvolto tutto. 

Come una gigantesca carta da pacchi ha imballato ogni cosa: alberi, case, il paesaggio in blocco.

C’è sempre lo stupore alla prima nebbia. 

Puoi esserci abituato quanto vuoi, ma ti sorprende. 

Quell’essere circondato da cose che non riconosci più e non senti più tue perché diverse ed indefinite. 
Il senso di spiazzamento che fa perdere i contorni ed i confini.

Non so se mi piace la nebbia, non l’ho mai capito. 
Mi affascina quel suo sfilacciarsi come lo zucchero filato, appiccicarsi alle cose e deformarle, renderle sfumate; il suo costringerti ad esercitare la memoria e la fantasia per ricostruire la mappa delle tue abitudini, fatta di strade note e di angoli conosciuti. 
Mi piace il suo pervadere tutto, per cui il dentro e il fuori si confondono nell’umidore ghiacciato di un’acqua che non è acqua, è vapore. 
Mi piacciono le gocce che fanno le equilibriste sulle ragnatele, sospese nel nulla.

Ma io  amo i contorni certi, e mi faccio sempre sorprendere ed affascinare da ciò che certo non è, da ciò che non è conforme, da ciò che è imprevisto. 

Mi lascio affascinare, con il naso attaccato alla finestra, dalla nebbia  che è questo mare di possibilità sospeso nel nulla, e spesso, come le possibilità, svanisce subito nel niente.

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20 dicembre, 2014

Concessioni demaniali in vendita?

Pubblico oggi un articolo dell' Espresso del 4 dicembre che può interessare diversi nostri imprenditori, in specie quelli che hanno concessioni demaniali.

Sembra che il Ministero si stia muovendo a proposito di spiagge e concessioni, ho letto che le date finali per le aste di aggiudicazione sono state spostate dal 2020 al 2017, questa nuova ipotesi invece prevede uno spostamento del demanio incedibile verso la battigia facendo diventare il rimanente come patrimonio demaniale e quindi cedibile con rispetto della prelazione per i concessionari presenti in loco, aggirando così le norme europee.

Mah?  Che sia l' ennesima bufala?

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19 dicembre, 2014

Progresso



SAFICA




Gera una vecia fabrica
Per ‘nscatola’ ‘l pesse...
‘Desso a la’
I fato un’oltra fabrica
Piu’ moderna...ACCOGLIENTE.
-Una fabrica
-Per ‘nscatola’ la zente!

G.Stiata


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18 dicembre, 2014

Silenziati ma non silenziosi

Cliccate per leggere


Stanno stendendo una fitta coltre di fumo e di silenzio sulla Grado 3:

Silenziati ma non silenziosi, condividete
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I Mestieri della Pesca nella Laguna di Grado e Marano

Ieri sera a Grado c'è stata la presentazione di un documento regionale che regola:
 "I Mestieri della Pesca nella Laguna di Grado e Marano: 
criteri e modalità di esercizio dell' attività di pesca professionale".
Uno strumento che disciplina l' utilizzo degli strumenti di pesca e raccolta professionale in Laguna di Grado e Marano.

Uno strumento che fotografa e disciplina anche numericamente lo sforzo di pesca compatibile nella varie zone divise tra le comunità lagunari.
Un grosso lavoro statistico delle situazioni esistenti e delle attrezzature usate, che sono simili.
A tutti gli effetti un grosso lavoro fatto in collaborazione stretta con le realtà cooperative presenti.

Naturalmente non è prevista  nè disciplinata la presenza di amatori, che vengono rimandati ai singoli regolamenti comunali di competenza, ci sarà sicuramente da aspettarsi un inasprimento delle presenze e dei quantitativi asportabili dall' ambiente.
Per quanto riguarda la pesca sportiva in mare le notizie al riguardo non sono buonissime:
oltre alla proibizione della raccolta manuale a riva, quasi sicuramente i permessi richiesti e concessi gratuitamente si trasformeranno in permessi a pagamento e, a quanto si vocifera, non proprio leggero.

Eppure noi a Grado siamo cresciuti con il lavoro, 
"De le femene de le capelonghe" 
da la Mugia, sui Dossi de l'Oro, dal Tragio de Anfora
Le Bianchine, le Pititele, le Ciode le Balanse le Pelote le Farinele le Trotole, le Bele, le Zuliani, le Dotore e tante altre. 
Con le batele cò i tricicli, a pie con ogni tempo, infermabili. 

Erano e sono il simbolo di Grado della capacità di sacrificio e dedizione alla famiglia. 


Ora con queste nuove regole non potrebbero più fare quello che hanno fatto con dolore e sacrificio, sembrano una fotografia fissa nel tempo, senza possibilità di evolvere, un sedimento solidificato.



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17 dicembre, 2014

Il blog di Liber@: La "Grado 3" in cifre






Il blog di Liber@: La "Grado 3" in cifre
"per leggere cliccare sopra la frase"



A me la "Bateria" piace ricordarla così!
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16 dicembre, 2014

Mutazioni culturali

In questi giorni a Grado, giorni di festa (?) eh!, c'è una voce che gira inascoltata, la Lista Liber@ ha scritto  una lettera aperta al Piccolo :   cliccate qui 
una lettera preoccupata per il disinteresse che dimostra il giornale per le cose gradesi, inspecie se sono spinose, ed in particolare per la questione sollevata nell' ultimo consiglio comunale dalla Lista stessa sulle autorizzazioni a costruire per Grado 3 e sulla validità delle fideiussioni che devono obbligatoriamente accompagnare tali permessi.

Scoccia dovere constatare che il mutamento culturale degli ultimi anni in Italia (quello che ha reso sostanziale il parere degli ultras da bar, il prevalere del "gossip" sulle cose serie), sia nella logica della formazione autocostruita dove le esperienze specifiche e i curriculum contano sempre meno delle conoscenze personali, del manico, dell’avere o non avere le palle.

A questo punto è normale pensare che i geologi o biologi siano  degli iettatatori che girano con i loro strumenti, che fermano le opere pubbliche con la loro testa piena di libri, che si mettono in mezzo tra il buonsenso degli operai e quello del governo.

È normale che i medici, gli ingegneri, i professori di qualsiasi materia siano considerati intralci e perdigiorno, che hanno abdicato alla vita reale in favore di parole al vento.

Ma il giornalismo vive di notizie e vivaddio questa è una notizia che, per quel che so, ha fatto alzare il pelo ritto a più di qualche felino nascosto nel sottobosco e al nostro referente locale, accumulatore di feste, inaugurazioni, orari di messe e quantaltro di dolcificante e paralizzante per l' opinione pubblica, non interessa.


E' proprio deludente vedere questo mutamento culturale che è in atto in tutti i settori nella società contemporanea che porta a caratterizzare e favorire quella meno alfabetizzata, dal prevalere dello spettacolare sul serio.

E temo non sia un fenomeno occasionale, ma il prodotto di un lungo processo dell'evoluzione dell'idea di cultura, proponendo l'egocentrismo come interprete della comprensione dell'oggi e interprete delle tendenze del domani. 

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15 dicembre, 2014

Contact- Saggio di Danza hip-hop



Bellissima prova di danza ieri sera al Palazzo dei Congressi.
Gli allievi e allieve del Centro Danza Dance all Day si sono esibiti di fronte ad un folto pubblico di genitori nonni e parenti vari mostrando i loro progressi in questa specialità della danza.

Da parte mia sono stato deliziato dall' armonia dei movimenti dei ballerini, dalla spettacolare coreografia e dalle musiche.

Bello, bello!











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13 dicembre, 2014

Solitudine e mostri

L' immagine è opera del maestro Dino Facchinetti

Stiamo arrivando alla fine dell' anno.
Un tempo non lontano era considerato il periodo magico, quando l' inverno e le giornate di maltempo obbligavano a stare a casa stretti attorno al fuoco e per passare il tempo le fiabe, le storie, riportavano l' immaginario collettivo verso un mondo magico di paura, di ammonizione.
Eppure più che ricorrere a sortilegi e alla magia la nostra gente per proteggersi da questo mondo spiritico e favolistico si affidava alla religione, alla fede.

Nei momenti bui, scafati e burberi pescatori di mare o di palude, mamme con squadroni di figli invocavano la Madonna il Signore i Santi.
Un' eloquente testimonianza sono gli ex voto affissi al Santuario della Madonna di Barbana.

Ma cosa erano in fondo le immagini di questi esseri mostruosi, erano gli abitanti del mondo creato dalla nostra immaginazione, dai sogni, dagli incubi.
Era un mondo sotterraneo che si nutriva di cose irreali nella concretezza materiale ma non privo di realtà, stimolata dalle nostre paure inconscie.
Ovvio che ciascun individuo ne subiva l' impatto in modo diverso ma collettivamente erano affrontati con la fede nel superiore, in quel Dio che raccoglieva e proteggeva tutti.

Oggi i nostri mostri  sono altri e  sollecitano giornalmente la nostra immaginazione con i mezzi di informazione di massa, purtroppo sono molto più reali e anche se ti rivolgi al Dio in cui credi non è che spariscano perchè ti ritrovi solo.

Non esiste più cemento sociale e la cifra connotante la nostra epoca è la solitudine. 
Quindi strane fantasie, rancori, violenza. 
La verità è che dentro non siamo più solidi: è saltato il nostro antico contesto antropologico che si basava sulla cattolicità, sulle tradizioni popolari, sulla famiglia, sul villaggio.

Sapevatelo!




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12 dicembre, 2014

Stele graisane






Una stela Cometa
he visto là in sielo
no sora de 'na stala
ma in alto de 'na grù.

Una Stela Cometa
he visto là in sielo.
Nassarà Gesù
O nassarà un gratacielo?

G. Stiata


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11 dicembre, 2014

Sime e Gropi: Calendario 2015

Mi sono divertito a confezionare un calendario 2015 con foto a tema.
Quest' anno ho scelto: 

  Sime e Gropi


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10 dicembre, 2014

Scadenze da prorogare

Si sta avvicinando la data del 14 dicembre, ove scade la proroga ottenuta per l' occupazione del suolo pubblico da parte dei ristoratori ed affini,  all' orizzonte si vedono nuvoloni e le notizie, nonostante le assicurazioni pubbliche,  semplicemente non ci sono.
Gli amici del Movimento spontaneo cittadino si inviano mail (che mi girano a strettissimo giro di posta) che definire agitate è un eufemismo:

Queste le ultime due di ieri sera:


1:- Caro Sergio, Si é provveduto a chiedere al Sindaco una riunione urgente della Commissione delle verande che é stata reiterata in data odierna in quanto inizialmente spedita all’indirizzo privato del Sindaco e non a quello ufficiale.
 Questo perché? Da contatti “qualificati” si é venuti a sapere che la scorsa settimana a Udine c’é stata una riunione fra i tecnici della Regione (quelli dell’assessorato della Santoro, per intenderci) ed i tecnici dei comuni interessati all’accordo Regione - Sovrintendenza (Grado, Pordenone, Trieste, Udine in primis).
In questa riunione “sembra” (il condizionale é d’obbligo)  sia emersa una linea di pensiero a dir poco preoccupante: - “Se chiudono le fabbriche allora possono chiudere anche i ristoranti!”.

Si sa, per certo, che il  rappresentante del Comune di Grado ha letteralmente ribaltato il tavolo, ma poco é servito in quanto gli altri intervenuti non hanno capito la gravità dell’accordo che la Regione andava a sottoporre alla Sovrintendenza. 
(Un esempio: - Si potranno installare divisori in vetro o similari di altezza non superiore a mt. 1 (uno)).

Ora, purtroppo, la palla passa alla politica in quanto la fase tecnica risulta conclusa e, questo, senza essere stati né interpellati, né messi in grado di poter presentare le ns. proposte in merito, né possiamo più farlo!! (inutile ricordarti, come più volte segnalato da Rosanna ed il sottoscritto, che vi sareste trovati nuovamente con tutto quanto già deciso e, questa volta, addirittura livello regionale). 

La Santoro, d’altronde, sta ancora aspettando le osservazioni del Comune di Grado che le dovevano pervenire entro la fine di settembre!!!

Renzo

2:- Ill.mo Sig. Sindaco,

stante il giorno 14 c.m. la scadenza della proroga per l'occupazione del suolo pubblico ed affini ed in assenza di direttive certe, a tal proposito, con la presente siamo a chiederLe di convocare a stretto giro di posta della Commissione in oggetto per aggiornarci sullo stato dell'arte della situazione anche alla luce di un "presunto" regolamento che la Regione andrebbe a sottoporre alla Sovrintendenza in questi giorni e di cui noi siamo all'oscuro.
Grazie

Cordiali saluti

Movimento Spontaneo Cittadino

Sergio Damonte


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09 dicembre, 2014

Riccardo Soyer

Se ne è andato in silenzio tra i suoi monti e sono sicuro con un sorriso soddisfatto Riccardo Soyer, graisan.

Arrivato a Grado nel 1954 da Villaco sposo di Mara Rossiello inizia la sua vita di albergatore conducendo assieme alla moglie l' Hotel "Villa Azzurra".

L' attività si amplia ben presto con l' acquisizione di Villa Savoia e nel
1968 inaugura un modernissimo albergo - l' Hotel Savoy - che ben presto sotto la spinta costante della famiglia di imprenditori illuminati si trasforma, con investimenti costanti, nel magnifico albergo odierno lanciato nel futuro avendo sposato da subito la filosofia della cura dell' ospite, del suo benessere anche in condizioni critiche di tempo con la costruzione di piscine di acqua di mare interne ed esterne, la cura del corpo e ogni attività che fidelizzasse il cliente alla struttura alberghiera e all' ambiente gradese.

Ma Riccardo frequentava proprio noi gradesi, con quel suo strano modo di parlare misto austro-graisan, ci cercava per una ciacolada e ci conquistava con quel sorriso accattivante che non lo abbandonava mai.

Socio dei Graisani de Palù amava la sua batela e quando poteva si gustava una gita in Palù.

Un imprenditore come pochi, lungimirante, sicuro delle potenzialità turistiche di Grado, sempre sulla breccia e propositivo.

Ci mancherà.
Un pensiero ai familiari!

"no versi, ninte lagreme
solo oci, mane, spale.
 Moti piini de luse
e picole parole d amor."




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08 dicembre, 2014

Riccardo Pitteri, poeta triestino

Io amo ricercare riferimenti e tracce di Grado in letteratura e pubblicistica, stavolta mi sono imbattuto in   Riccardo Pitteri
Poeta triestino e irredentista, nato a Trieste nel 1853 pubblicò nel 1913 una raccolta di sonetti intitolata:          
                      
         


            Friuli, sonetti per noi scritti a noi dedicati.


Illustrata dall'artista goriziano Edoardo del Neri, pittore e pubblicista (sue le immagini pubblicate)


Descrivendo i luoghi che "parlano con ogni pietra ed ogni sasso della dignità dell' origine"
Nella raccolta ha dedicato a Grado questo sonetto:

Ancora il borgo è la, piccolo e forte,
che su la terza lapide in vedetta
ospitava la vigile coorte.
E ancor l'isola brilla oggi si eletta
che custia l'acque gradate e smorte
e da Marte gradivo era protetta.
 Quivi l'ara di Belo e il baluardo di Marco Aurelio incontro a Marcomanni 
quivi l' arrengo che il voler gagliardo dell' isole guidò per duecent'anni. 
Quivi Paolino e Leonardo
e Niceta e Cristoforo gli scanni,
il santo incorruttibile stendardo
che fece indietreggiar volghi e tiranni,
 e voci dello stato le campane
che in armi raccogliean plebe e governo 
di libertà repubblicana usberghi.
 Ma le memorie delle età lontane Grado conscia e fedele 
educa il verno,
L' estate affacendata apre gli alberghi."



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