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30 aprile, 2019

Barcaioli-Le Batele dei siuri


Un tempo non avendo la possibilità di contattare espertissimi di tecniche turistiche bisognava metterci del proprio e fare di necessità virtù per proporre cose nuove e competitive al cliente.


Una delle idee che hanno funzionato meglio senza costi e con grande valore aggiunto all' offerta turistica sono state       
 "Le Batele dei Siuri"

Fra gli anni venti e trenta un imprenditore cecoslovacco, certo Klimmsch, abbreviato in gradese in Sior Klims ebbe l'idea di ampliare l'offerta turistica del suo Hotel Adria offrendo al suo pubblico un giro lagunare "in batela"

Ed ebbe un gran successo.

Nacque così l'idea delle "Batele dei Siuri" che a differenza delle compagne adibite alle pesca erano equipaggiate con una nota di eleganza e comodità per gli ospiti.

Le vele ben dipinte con le insegne familiari e gestite da barcaioli caratteristici e bravi sia con la vela che con il remo. 



"i veva 'n tei brassi al vento"

Personaggi a loro modo lo diventavano raccontando le storie del nostro paese a gente sempre diversa, testimoni di amori fuori dagli occhi degli altri ma non dei loro, quello di strano che succedeva lo riservavano per i racconti con gli amici durante i lunghi mesi invernali.

L' avvento dei motori e il cambiamento del pubblico fruitore dei bagni segnò il loro declino come categoria lasciando solo un paio di loro che, irriducibili, sono ancora in spiaggia in attesa di clienti.

Bisognerebbe proteggerli come reperti archeologici. 
 
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23 aprile, 2019

Dentro o fuori-La Graisanità


A seconda dei punti di vista "la graisanità" è considerata un pregio o uno svantaggio, a me interessa solamente fare uno screening chirurgico di quelle caratteristiche comportamentali che la compongono semplicemente per poter dire sei fuori o dentro.



De cu tu son figio  è la domanda del test iniziale per l' accettazione dei locali, se il pedigree non è perfetto, con mamme e nonni al punto giusto, sei fuori.

Al Dito  se non hai un soprannome locale che possa ricostruire e collocare in un preciso contesto temporale e locale la tua famiglia, sei fuori.

Al Dialeto  deve essere puro e duro, senza doppie che storpierebbero la parlata, dunque se sei istruito quel tanto da aver preso la cattiva abitudine ad una parlata in lingua corretta, sei fuori.

Al Gnanche pel cul, qui non si transige, non ce nessun altro al di fuori di ME, se cominci a fare discorsi filosofici o etici di coinvolgimento generale, di socialità a un Graisan, sei fuori.

La visione del futuro ristretta, il campo ha bisogno di spiegazioni:
è necessario, per gente che è sempre stata  dalla parte del torto, solo perchè i posti dalla parte della ragione erano già tutti occupati dai cosiddetti foresti con le loro verità inattaccabili, chiudersi a riccio a guardare con diffidenza le novità.
Potremmo sicuramente cambiare, con calma, perché questo in fondo è un Paese meraviglioso, dove si sta bene e la velocità di trasformazione la si lascia volentieri ai foresti che vivono come pazzi nelle loro città dove tutto si consuma in fretta compresa la vita, in ogni caso se cominci a far proclami sul tipo:
Me son al meglio de duti, caschi male perché infrangi la regola del Me che impedisce ad ogni vero graisan di considerare qualcun altro un Me, allora sei fuori.

Faccio notare che sono molte ancora le ragioni per non considerare Graisan un residente che non sia completamente e indissolubilmente autoctono, non bastano gli anni di residenza.

Eravamo poverissimi, carne da cannone per tutti, ed è vero siamo catto-anarchici, ribelli e malparlanti, ma è la nostra indole, gli orizzonti sono sempre stati limitati e a nessuno conveniva che noi in quanto gente ci si migliorasse intellettualmente, ci hanno sempre manipolato, ma siamo sopravvissuti, siamo sempre rimasti qui e abbiamo un cuore grande, per noltri.

W la graisanità, che in fondo per noi non è una malattia. 
P.S.  questa no ze la verità in scarsela, ze semplicemente al mio personale punto de vista

P.S.: 'Vè zugao a stinche drio del lavatoio è motivo di grande merito.


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20 aprile, 2019

Vi ringrazio tutti


Questa vecia batela "carolagia” ieri ha compiuto gli anni (sussiao) e  mi avete fatto  gli auguri in tantissimi  nei modi più  disparati che i social ormai consentono.

Dirvi che mi ha fatto piacere è poco e per ringraziare proprio tutti vi dedico queste quattro rime:

 GRASSIE:

Grassie per i coluri del vostro cuor
per la dolsessa ‘vua in  regalo
per le sintile de vita
che me vè dao
per le riade, o i silensi
che me 've fato fà.

Grassie per esse stai cò me
in sto giorno felice
e anche se no ve vego
 sè che de garghe parte sarè.

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17 aprile, 2019

L' inganno dei Savorgnan - Isola della Centenara



A volte penso, così a sensazione, che tutto quello che scrivo interessi più ai foresti che ai locali indigeni, ma non importa la storia di Grado è così ricca ed interessante che è giusto condividerla con tutti.


Allora forza, dedicato ai "Foresti de Palù"


Ai margini del territorio gradese di terra tra Belvedere e Boscat c'era un tempo una grande valle circondata da una grande pineta condotta e vegliata da un Gradenigo del ramo povero dei grandi Dogi di Venezia, pescatore e marinaio delle navi della Repubblica Veneta, ferito in battaglia e premiato dalla Serenissima con un lavoro di tutto riposo e una casa in un feudo marginale:
La Centenara
"Dove il feudo della Centenara affoga nella Palude, un ponte di tavola metteva al casone del guardiano delle peschiere. Faceva quel tugurio posticcio da sentinella, incrostato di conchiglie e circondato da gusci vuoti, guardava la campagna di Aquileia con le nebbie spesse, le sue febbri, i fieni che sul terreno molle crescevano alti come biade"

Così descrive il Caprin la situazione del vecchio soldato e pescatore gradese a guardia di una terra contestata e ceduta ai signori della guerra friulani.

Prima territorio gradese, contestato e ceduto al Patriarca Aquileiese, conquistato dai veneziani ma ceduto ai Savorgnan per premiarli dell'apporto alle guerre della Repubblica, venne da questi ceduto dopo cinque secoli ai Colloredo di Montalbano.


Attualmente Belvedere è territorio Aquileiese ma là Grado ha una sua frazione:   Boscat e la sua storia porta lontano, vediamola in breve.

La storia di Belvedere inizia con la famiglia Savorgnan, nobili friulani di origini Aquileiesi fedeli al Patriarca prima e alla Repubblica Veneta poi, che li ha come padri nobili e presenti nel Maggior Consiglio, per premio al loro appoggio aveva concesso loro  le terre confinanti con Grado riconquistate al Patriarcato.

I Savorgnan  costruirono una roccaforte sulla Centenara isola storica gradese di cui si erano appropriati con l' inganno colmando in una notte una parte del fosso che ne  faceva un' isola, il che automaticamente la definiva territorio lagunare e quindi di proprietà gradese (la prima speculazione edilizia con inganno della lunga storia gradese)

L' alleanza dei Savorgnan con i dogali porta  alla conquista della piccola patria del Friuli da parte della Serenissima.

Ma la Centenara fa parte della storia gradese

Ci sono varie ipotesi sull'origine del nome:
per alcuni storici deriva dai "centonari" i sarti militari romani che fabbricavano vele e corde per navi, per altri i "Centonarium" erano soldati disboscatori perchè al tempo la Centenara era ricca di alberi che formavano una grande pineta.

Per capire bene qual'e la collocazione geografica odierna della Centenara, oggi è la zona del Campeggio di Belvedere. 

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11 aprile, 2019

Le Scusse - Le Conchiglie


Io ci ho passato la vita tra le conchiglie,  megio e più lirico in graisan  le "scusse".
Le conchiglie.
La natura in tutta la sua bellezza.

E' quasi musicale osservare le linee incredibili, i ghirigori che mano umana non riesce ad immaginare e che ad ogni sguardo sorprendono perchè cambiano colori a secondo dell'angolo da cui le guardi.

Ostriche, vongole e cozze furono introdotte nell’alimentazione umana fin dall’età della pietra. 

Nell’antica Grecia le ostriche erano un cibo comune, come rivela l’istituzione dell’ostracismo, ossia la pratica di votare l’esilio di un cittadino scrivendone il nome sulla conchiglia. 

Il latino Varrone ne descrive la tecnica d’allevamento e nella gastronomia romana le ostriche, lavate nell’aceto e conservate in vasi sigillati con la pece, erano un cibo pregiato. 

Dunque cibo, alimentazione proteine nobili, niente grassi molti sali minerali, ma non basta c'è ben altro su:

 "le Scusse".

I molluschi sono degli afrodisiaci naturali straordinari, la loro efficacia è testimoniata, anche questa volta fin dall' antichità, leggete questa descrizione dell' atto del mangiare un' ostrica:

Si sorbiscono dalla conchiglia con un leggero risucchio - un bacio di Giuda - prima di posarle al centro della lingua. Si spinge il frutto verso il palato indugiando un attimo per consentire alla differenza di temperatura di far sciogliere la parte cristallina e far scendere sulle papille il succo apprezzandone sapidità, acidità. Poi si fa scivolare il mollusco tra i molari leggermente aperti. Si indugia ancora un istante e solo ora si possono serrare i denti, lentamente, delicatamente, goduriosamente. Un istante di riflessione e un colpo ancora. Basteranno cinque o sei spinte dei molari prima di inghiottire per assaporarne la sodezza delle carni ed il retrogusto. Che ci sia della crudeltà in tutto questo è probabile, è inevitabile.

Assolutamente sexy!


Scusse
sogni masenai, 
da onde quiete 
de risaca.

Una magia del mare,  la spiaggia offre in quantità questi pezzi di vita che ho colto in foto.
Mi pare abbastanza per giustificare l' impegno di una vita. 
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09 aprile, 2019

Sabbiacure da 2000 anni

Grandi lavori di ripascimento delle sabbie in GIT, operai meccanizzati e mastodontici trattori stendi sabbia percorrono con rabbia l' arenile, si sa sono in ritardo. 
Dovrebbero prendersela con più calma.  In fondo cos'è che non sia in ritardo oggigiorno.

Totto questo agitarsi mi riporta  al fatto che la stagione sta per iniziare e che è da un po che non rivisito la visione storica di Grado che ha Giovanni Marchesan "Stiata" di questo punto di partenza della Grado estiva:
 questo stralcio mi sembra adatto ai tempi correnti e serve da promemoria, tutto è gia successo, tutto si ripropone, serve calma non agitazione.

Grado e i suoi "2000 anni di sabbione" 

Dopo la parentesi del Cav. Benito..bandiere...soldati... chi va chi viene, passa la tempesta della nuova guerra...il sabbione resta.

American...anglo-svizzeri ma soprattutto gli eredi di Attila, gli Unni ed anche altri Austro-Teutonici ripresero  a venire nell' Isola del Sole e noi tornammo a vendere FUMO, pardon, TURISMO!

La reale forza attrattiva dell' Isola, oltre al Sole,  è e sarà sempre la sabbia!
Le cure con le nostre sabbie ad alto contenuto jodico.

   -Personale altamente specializzato vi assisterà nel rito della sabbiatura.                                                        
 La SABBIACURA

Doctors, tecnici dell' escavation de buse, Bagnini special.
Personale formato in supercorsi romani, SI' ! Istruiti a Roma.
Dove, meglio che nella nuova capitale, si può imparare l' arte di insabbiare?
La Sabbiatura è un rito, è un sacrificio.
La Sabbiatura è Dura, ma chi resiste, MIRACOLO!

Sabbia, sabbia sì, ma mancava ancora qualcosa all' Isola d' Oro per decollare in grande stile.
Ed ecco l' idea, La Grande Idea del XXI° Secolo:

La Grande pensata... 
Sabbia e cemento fu la trovata!

Sabbia e cemento, asfalto e tartan
case, casini dall' oggi al doman.
L' Isola si gonfia, si espande
Sabbia e Cemento, Turismo sei Grande!
Evviva l' Estate! Evviva l' Estate!

To be Continued...

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05 aprile, 2019

Festival della Canzone Gradese

Comunicato Stampa

A poco più di una settimana dalla serata del 53° Festival della Canzone GRADESE  la comunità isolana e gli ospiti, sempre più presenti e attenti, l’Associazione Quelli del FESTIVAL della Canzone gradese ricorda che saranno 10 i brani in gara sabato 13 aprile ore 21.00 al Palazzo regionale dei Congressi.
Quelli del Festival, di concerto con la Cooperativa Pescatori e il Comune di GRADO e il supporto indispensabile della Fondazione Cassa di Risparmio e la Regione FVG costituiscono la macchina organizzatrice, ognuno per i propri ruoli di una manifestazione evento che celebrerà i suoi 73 anni di vita in un viaggio dai natali post bellici, nel lontano 1946 grazie alla lungimiranza della Cooperativa pescatori lagunari di GRAD, nella figura di Giacomo Zuberti. Oggi i tempi sono cambiati ma il Festival dalla Canzone Gradese, secondo al Perdòn de Barbana, per i gradesi rappresenta il motivo di grande identità.
Il Festival riflette oltre sette decenni della storia dell’isola, una viva testimonianza del cammino della zente de Gravo, che segna il primo passo dal secondo dopoguerra – il periodo della ricostruzione del territorio -, passando attraverso il periodo della grande innovazione degli anni ‘50 e ‘60 , al senso dell’ospitalità della seconda metà del Novecento ad oggi …verso domani.
Come sottolinea il professor Matteo Marchesan per Grado il Festival è “Un archivio della memoria collettiva, di tante individualità, che nelle canzoni hanno saputo esprimere analisi critiche intimi moti dell’animo, con le aspirazioni e le difficoltà della vita personale e di relazione.”
L’obiettivo di valorizzare, attraverso il canto e la parlata dialettale, la cultura locale affinchè si mantengano vivi il più a lungo possibile gli elementi che costituiscono “l’identità graisana”; si intende ricercare il giusto equilibrio tra il rispetto della tradizione e l’affermarsi di nuove modalità espressive, anche per venire incontro alle esigenze delle nuove generazioni
Un festival che vive di canzoni e di dialetto, del mantenimento della parlata senza dimenticare che dal lontano 1946 sono stati costruiti molti ponti interrompendo quella linea di separazione dettata dalla striscia di mare, anzi di laguna che separa l’isola “microcosmo” dal Macrocosmo.
Un grazie anche per questa edizione all’artista Dino Facchinetti che ha donato l’immagine del quadro- manifesto , un tratto artistico di classe che raccoglie i colori i profumi le intonazioni dell’isola
In questa edizione , l’ennesimo momento di evoluzione di svolta, numerose le novità e la presenza di giovani forze che si sono e si stanno impegnando per mantenere viva la tradizione assieme alle piacevoli conferme dei meno giovani.
L’organizzazione del Festival della Canzone Gradese fa parte di un progetto che l’ Associazione sta sviluppando nell’ambito di un percorso di collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Grado e con le istituzioni scolastiche locali per suscitare anche nei più giovani l’interesse verso la parlata gradese e le tradizioni dell’Isola.  Tra le istruzioni per il festival : dieci le canzoni selezionate per la finale, permane il voto diretto in sala abbinato lla Giuria di Qualità, quindi ad eleggere la canzone Regina 2019 sarà il pubblico in sala, Confermata l’esibizione dei cantanti dal vivo con l’orchestra Quelli del Festival diretta dal Maestro Marco Ballaben, la produzione musicale e la parte artistico musicale è gestita da Roberto Montanari e Audiomark, per la parte dello spettacolo :
Scenografia FEDRA VERGINELLA, Gruppo scout Agesci GRADO, Direttore di Palco FRANCESCA GASPARETTI, Assistente di Palco ANNALISA BIANCO, Video e Grafica LUCA CORBATTO, a curare l’attenta  Regia QUELLI DEL FESTIVAL.  Per l’organizzazione della manifestazione canora ci si avvale della collaborazione di numerosi volontari e di varie associazioni (sez. SOGIT Grado, Protezione Civile Grado, sez. Scout AGESCI Grado, Associazione CASTRUM, Paquita Dance Ballet.

Ospiti d’onore del  53 Festival direttamente da Macete (nb figlio di uno straodinario Boreto de sepe)  Fulvio Furian e Maxino. Due artisti straordinari che raccontano attraverso la loro ironia e le gesta della Boba de Borgo…divertimento assicurato.
Mentre le protagoniste saranno come sempre le canzoni: 10 brani in finale, 13 i cantanti ben 4 al loro esordio, interessante la presenza di molti non gradesi ma innamorati della nostra parlata tano da comporre delle canzoni. A presentare la serata al suo esordio la sorridente Daniela Guzzon affiancata da Elia Verginella affiancati nella conduzione da Leonardo Tognon.
Prevendita biglietti domenica 7 aprile in san Rocco dalle ore 9.00

Ecco l’elenco e l’ordine di esecuzione delle finaliste


VIA DE LÀ
Parole e musica Andrea Barzellato
Cantano Alessandro Sinatra, Andrea Barzellato

AL NOSTRO TENPO
Parole e musica Stefano Zentilin
Canta Simone Zentilin

LA VOSE DE LE ONDE
Parole e musica Andrea Marchesan
Canta Samuel Pozzetto

RESTA CO’ ME
Parole e musica Antonio e Luca Pastoricchio
Canta Antonio Pastoricchio

MUSICANTI
Parole Mauro Marchesan
Musica Giorgio Tortora
Canta Francesco Gregori

T’HÈ SERCAO
Parole Aldo Tongon
Musica Franco Giordani
Cantano Franco Giordani, Sara Peroni

RACÓNTEME LA TO’ STORIA
Parole e musica Andrea Marchesan
Cantano Raimondo Corbatto, Chiara Sideri

AL SIELO DE SETENBRE
Parole e musica Giulia Daici
Canta Elena Marchesan

’NA FARFÀLA
Parole Stefano Dovier
Musica Alessandro Marchesan
Cantano Emanuel Olivotto

XE SOLO AMOR
Parole e musica Gian Marchesan
Canta Fabio Cecchetto


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