Cerca nel blog

31 dicembre, 2013

Buon Principio


Oggi e finiamola qui, chiude un anno difficile con prospettive non troppo incoraggianti.

 Augurare una buona fine mi pare inopportuno, vi auguro di cuore a tutti un:

Buon Principio


Share/Bookmark

30 dicembre, 2013

I Signi de le stele-in graisan

L’astrologia in passato era un mezzo per rendere religioso l’essere umano. Inseriva nella sua vita l’accettazione, la comprensione dello stato d’essere delle cose.

Religiosità e spiritualità, miti e credenze: le basi antropologiche per maghi e maghe "faduni e fadone".
Sangue grosso e unghie sporche, sperare "oltre" è indispensabile, sono anni difficili.
Alla conclusione di un anno difficile, ecco l' elaborato 2014 sulle tracce antiche dei signi e dele stele in dialeto graisan de la vecia Bela - la fadona, cercate il vostro segno:

Ariete: Tu son un che deve movese, te piase l' indipendensa, ma serca de finì quel che tu scuminsi. Salute la ze bona ma no profitate de ela. Bivi de meno

TORO: Realista, tenace e posessivo. Un rompibale insoma.

Lentin ma pasiente. Portao al sparagno anche se spende garghe volta bisogna. Difidente e se tu pinsi de ve ragion tu te impunti de bruto. Bona memoria e gran presa sul sesso oposto ma fate mancà la gelosia.

Gemelli: Intrigante e superficiale, tu va poco a fondo su le storie che te riguarda.

Ciacolon che se sconde drio le parole, svelto de testa ma impasiente de cognosse.
Fate i fati tovi garghe volta. Te piase zugà ma, nervoso, te seca co i zoga co tu.

Cancro: Sensibile e emotivo. Tacao a casa tova e a la tò famegia.

Volubile e capricioso, malinconico tu ciacoli massa de tu e dei tovi.
Ambisioso ma no sfrontao, cò bona memoria.
Segno de acqua sogeto a ritension idrica, bivi meno bire.

Leone: Prepotente e te piase esse al centro de l' atension, ma ociù no tu son solo.

Orgoglioso ma no sta crede a duto quel che i te dise. Te piase comandà e organizà e tignite per tu al comando.
Fortunao in amor, ma atento al cuor co tu inveci, no se pol vè duto.

Vergine: Altruista e preciso, te piase finì al lavor anche se al ze complicao.

Te piase criticà i oltri cussì che garghe volta tu irriti le persone che t'ha intorno.
Corretto ma massa duro nei confrunti dell' oltro sesso, molasse un poco te farave ben.
Nervoseto tu ha problemi de digestion, magna più verdura.

Bilancia: Equilibrio e belessa, tu son un vero diplomatico.

Piacevole co i oltri senza pregiudissi, no te piase sta solo.
Te piase i raporti stabili, siguri.  Te piase i soldi, al sucesso ma, per compensà, la salute no ze al massimo e ocio ai rini.

Scorpione: Un bruto carattere. Impulsi emotivi profundi, un mucio de risorse e gran atrassion fisica.

Sensuale e pasionale alla perpetua ricerca de un modo de vive. No tu aceti compromissi e tu son individualista, serca de calmate e condivide de più cò i oltri te stesso.

Sagittario: Esuberante e ottimista, schietto tu disi le robe in viso.

Sportivo e viaggiator, irrequieto e instabile cò l' amor, destinao a esperiense diverse.
Intuitivo e interessao a dute le materie filosofiche per espande la conosensa.
Bona salute generale, ma ocio al figao, bivi de meno.

Capricorno: Riservato, responsabile e affidabile.

Ambisioso cò mundi pasiensa col coragio de programà a la longa.
No te piase l' esibission, te piase cree che al lavoro al paga.
Tu par massa testardo, ma solo perchè tu perseveri co i tovi obietivi.
Tu pol sofrì de doluri ai ossi, reumi, ma no tu te preocupi.

Acquario: Un original, te piase fa le robe solo.

Te piase fate i fati tovi anche se tu capissi i problemi de i oltri.
Tu ha bisogno de esse libero, indipendente ma tacao ai amici.
Te piase lottà per le tove idee e esse altruista per al ben del coletivo.
La salute ze bona a parte garghe pensier co le gambe e la circolassion.

Pesci: Emotivo e sensibile. Un pochetin massa influensabile da cu che te circonda, sia in ben che in mal.

Te par che duti sia buni comò tu e tu son portao al sacrificio pè al prossimo.
Poco competitivo, ma cò senso artistico mundi svilupao. Bona intuission.
La salute la ze un poco vulnerabile, ocio all' emotività tu padaravi finì de l' analista.

ps: non c'è nessuna pretesa di essere precisi nell' individuazione della tipologia dell' individuo         astrale, è un gioco e va preso per tale.
Share/Bookmark

29 dicembre, 2013

Grado Spia - Sospensione volontaria

Ricevo e pubblico con piacere questa precisazione dell' Avv. Guzzon in merito alla temporanea chiusura del sito "Grado Spia":


Ciao Ennio, come promesso, ti mando il comunicato che ho girato anche a IL PICCOLO per conto di Raffaele Lisco:

In qualità di avvocato difensore e legale del signor Raffaele Lisco, editore e  presidente di “GradoSpia.com”, mi corre l’obbligo di fornire, su espressa  indicazione del cliente, alcune importanti precisazioni sui motivi che vedono la “temporanea” sospensione dell’attività del sito in oggetto, fatto che ha suscitato tra i lettori e i simpatizzanti, curiosità e stupore per la mancata consueta fruizione gratuita, nonché “falsa” euforia fra i fautori della chiusura del sito.


A tale proposito, su espressa richiesta del mio assistito, preciso che  GradoSpia è stato temporaneamente chiuso dalla proprietà per motivi personali, in quanto all'estero fino al prossimo mese di marzo 2014, momento in cui riprenderanno le consuete pubblicazioni all'interno di un rinnovato e più ricco prodotto.
Raffaele Lisco smentisce con fermezza quanto alcuni personaggi vanno  millantando in pubblico sui loro presunti "meriti" nell'occasione della chiusura, certificando che la loro influenza in detta questione relativa alla temporanea sospensione è pari al nulla.


Il sig. Lisco diffida qualsivoglia persona a qualsivoglia titolo, a diffondere  notizie non vere in merito all’interruzione dell’attività del sito, non  avendone alcun diritto, né potere, anticipando che lo stesso si cautelerà 
presso le sedi opportune in relazione alle affermazioni esternate in maniera impropria e non vera.


Inoltre il sig. Lisco si rammarica delle vanterie infondate che sarebbero girate, provando un senso di profondo disagio nel constatare che alcuni personaggi si sarebbero attribuiti il poco simpatico e non veritiero “automerito” di aver soppresso una fonte di libera informazione.
Un tanto per la corretta informazione.

avv. Mauro Guzzon - GRADO
Share/Bookmark

28 dicembre, 2013

Bilancio di una vita

Ci avviciniamo alla fine dell' annata, è tempo di bilanci.
Sono momenti in cui sei obbligato a tirare qualche conto della tua vita, vediamo i miei:

Hai lavorato una quarantina d’anni e anzi di più dato che l’apprendistato te lo facevano sputare in nero. 
Un mestiere duro, al freddo d’inverno e sudatissimo d’estate.
E levatacce, tante. 
Hai allevato i figli e ti sei fatto un tetto sul quale ora paghi il pizzo allo Stato, ma lo fai per salvare l’Italia, compresa quella di chi oggi scia a St. Moritz (Dario) o sverna in Thailandia (Lele). 
È gente disgraziata quella, lo so, non conosce quanto è bello trascorrere il Santo Natale in famiglia, tra gli affetti e gli abbracci dei parenti.

Un domani, quando avrò finito, sopravviverò con una pensione di circa mille euro, conterò i centesimi e pregherò la madonna che non mi capiti una spesa imprevista. 
Tuttavia mi considero uno fortunato perché la mia pensione sarà sopra la media. 

Insomma si sopporta perché come al solito chi ha dato di più deve continuare a farlo. 
Se non fosse che da qualche tempo ti senti ripetere che gli operai e salariati in genere sarebbero  “vissuti al di sopra delle possibilità”, sottintendendo, è chiaro, al di sopra dei loro meriti.

E quando dicono queste cose in televisione, guardano proprio te. 
Porca troia, esclami subito. 
Aspetta a incazzarti. 
Gli stessi spudorati algidi e impomatati ti vengono a dire per sovrapprezzo che se i tuoi figli sono precari o disoccupati, che se non possono in queste condizioni metter su famiglia e un giorno avere una pensione, ebbene è colpa tua, del tuo egoismo. 
Vedi che non hai finito di bestemmiare

Chi ti dice queste dolci cose e altre simili sono personcine molto liberali, tanto da liberarsi anzitutto del lavoro che hanno affidato ad altri.
Infatti non hanno mai usato un martello nemmeno per piantare un chiodo in casa, figurati poi se hanno usato una cazzuola, un trapano, una pressa, spostato tonnellate di pesce manualmente. 
Non sanno cos’è un' uscita in mare alle tre del mattino, un treno di pendolari all’alba, l’ultima corriera della sera. 

Questi signori per tutta la vita hanno tenuto il culo al sicuro, nei consigli di amministrazione, in parlamento, all’università, a dare compiti agli altri, guadagnando almeno dieci volte la tua paga, chiamando e legalizzando il furto con nomi tipo: stock options, e ora hanno una pensione netta venti volte la tua (ma fanno tanta beneficenza) che chiamano vitalizio e sommano con quelli che chiamano emolumenti. 
E non ti dico delle liquidazioni se no mi rovino il giorno di festa.

Solo una domanda: è necessario che questa gentaglia persista a vivere e scialare alle nostre spalle, che continui a esistere? 

Rispondi con calma.

E visto che la prossima fase è "La Crescita" - Cialis per tutti!
 
Share/Bookmark

27 dicembre, 2013

Cussì xe nato Gravo e Tullio Crali

In uno dei corridoi dell' ex Ospizio Marino di Grado esisteva un'affresco di Tullio Crali grande pittore futurista detto anche aeropittore nato in provincia di Zara ma residente a GORIZIA, amico di Marinetti con opere esposte a Parigi alla Biennale di Venezia e nei musei di tutto il mondo. 
L'affresco descriveva in chiave futurista la canzone di Mario Pigo "Cussì xe nato Gravo", il pittore sollecitato dalla dirigenza del tempo dell' Istituto, che aveva sede a Gorizia, dedicò l'opera ai bambini in cura presso l'Ospizio.
Il restauro dell'edificio (sic) ha fatto scomparire  l'affresco e le uniche tracce sono fotografiche (vedi foto) grazie alla cura del nostro fotografo Nico Gaddi.
Per capire il senso dell' immagine aggiungo il testo della canzone cara a noi tutti di Mario Pigo.


  Cussì xe nato Gravo

 Duti quanti se domanda:
"a fa Gravo, cu xe stao"?
Me ve digo in do e do quattro
 che cussì xe stao creao:

Dopo fato l'universo
cò le sò costelassion,
xe vansao, fra tanta roba,
anche un saco de sabion!

Cussì 'l Paron del Mondo
s'à dito là per là:
"De stò sabion che vansa,
che roba posso fà"?

'L ha fato un isoloto
che navega sul mar,
cò in mezo le calete
che un labirinto par.

'Na piassa, tre casete,
do scale un balaor,
un campanil, 'na ciesa
e 'l siel d'un bel color.

Dal saco vecio e sbuso
vigniva zo 'l sabion,
cussì xe nato i tapi
cò sora un bel cason! 

Ultimagia sta fadiga
no 'l saveva pìù che fà;
ma finio no gera 'ncora
stò lavor, per riposà...

Una roba no 'l vegheva
osservando de lassù:
Zente proprio no ne gera
né in paese, nè in palù.

Cussì 'l Paron del Mondo
s'à dito là per là:
"Su 'sto paese svodo
cu fasso lavorà"?

'L ha fato i pescauri
de bona volontà.
Cò duti i più bei fiuri
che 'l ha pussuo catà.

Le mamole più bele,
'l ha fato in t'un nambuol,
missiando un per de stele
cò fregole de sol.

Cussì 'l Paron del Mondo
de contentessa pien
'l ha dito: "Ve saludo

graisani, steme ben"!

Share/Bookmark

26 dicembre, 2013

Ze stao Caligo


Ze stao caligo in sti giurni. 
Una colata di umido opaco che si è riversata  attorno alle cose. 
Non le ricopre, non le accarezza: le offusca. 
Ha il suo fascino il  caligo, qua da noi. 
Arriva come un padrone che torna a casa dopo le vacanze: ha le chiavi di tutte le porte come fosse roba sua. 
Penetra dentro i vicoli, le strade, le porte, fin dentro alle giacche, alle pelle, alle ossa. 
E’ dentro e fuori, non lo puoi evitare o schivarlo, come la malinconia. 
Serve a farti meditare, al caligo, perché quando non vedi più le cose con il loro contorno abituale sei costretto a pensarci di più. 
Cerchi di ricordare dove cominciano e dove finiscono, che forma hanno quando al caligo non c’è. Anche tu pensi e ti ridefinisci, cercandoti in quel lattiginoso bianco che riesci a fatica a respirare: senti che non sei più quello di prima, ma una cosa che si ingolferà e nasconderà nei cappotti, nelle sciarpe di lana, seppellirà i capelli nei berretti, farà pensieri che prima di uscire allo scoperto dovranno attraversare strati di stoffe. 
Le parole che usciranno dalla bocca non saranno più parole e basta ma sbuffi di fumo, vapore, caligo anch’esse. 
Perderanno i loro contorni nell’aria invernale. 
Il sole è matematica, al caligo è filosofia. 
Ciò che era così netto prima diventerà fiabesco, per infiltrarsi, come al caligo, in volute di fumo tra le lane dei maglioni, passare sotto le porte chiuse per paura del freddo e dell’umido. 
Ze stao caligo in 'sti giurni

Share/Bookmark

25 dicembre, 2013

Grazie e Buon Natale

Ringrazio tutti per gli auguri e so che l' occasione del Natale  meriterebbe un post lungo e pieno di afflato liberale, frasi memorabili e razionali, forza espressiva, retorica da rivoluzionario, varie ed eventuali ed avariate ecc. ecc.invece la realtà ci sta appresso con i suoi problemi irrisolti, orizzonti bui, cose terribili che succedono nonostante questa artificiale aria di festa.

E' sempre più difficile pensare ad un Natale Buono e tendo a spostarlo come percezione nell' area:

"L’unica differenza tra amore, amicizia e babbo natale è l’età a cui si smette di crederci"

E' possibile affermare che tutti, almeno per un po’, abbiamo creduto ad amore ed amicizia, se non altro per motivi ormonali e a babbo natale, anche se solo per puro interesse, poi  con l' età succede qualcosa che ti secca il sentimento e ti restano solo i ricordi.

Ma basta!  ancora una volta tento di crederci e vi auguro:

 A TUTTI, PROPRIO A TUTTI



 Buon Natale

Ps:  aggiungo questa mia letterina 

L’ oltro Nadal te he dao al gno cuor

No tu lo varà miga ghitao via?
Se fossa, tu te ricordi ‘ndola?
No sarave ‘na maravegia.
No restaravo nianche mal.
Se tu lo vissi ‘ncora tu,
tu me lo tornaravi per piasser?
No tu savivi che fatene:
a me, al me ocorarave, sa?
Sé…sé, no se domanda indrio i regali
Ma creo de ‘vè esagerao,
gera, disemo, un regalo impegnativo.

Share/Bookmark

23 dicembre, 2013

Bon Nadal

Auguro a tutti un sereno Natale e come  regalo c'è la Poesia per il "Nadal" che ci ha dedicato Giovanni Marchesan "Stiata" impossibilitato a venire a Grado ma sempre presente con l' anima graisana.

Nadal

E pur .
Me pareva geri
Quel Nadal.
Co' ‘l alboro
Co ' i mandarini...le caramele
E le stele ...
Picole stele de mar .
"Auguri ! ... Auguriiii!"
' Ndeveno sigando per le strae.
'Veveno i vogi lustri
De la contentessa
E le scarpe de festa in pie
Che le ne feva un poco mal
E viso ' Verto in rie
Quel si ...gera Nadal!
… Quanto tempo xe passao
Questo avaro tenpo
Cussì svelto.. cussi’ ndao..
- 'Desso ,pien de duto
Al Nadal no lassa segno
Al passa via…
Via como al vento.
E pur…
Me pareva geri
Co ‘l Nadal
Voleva di gargossa
… gargossa drento .

Graz,dic .. 2013

Giovanni "Stiata"

Share/Bookmark

22 dicembre, 2013

Luciano Facchinetti " Siego "

Grado, si sa, è Isola di artisti, poeti e navigatori de palù, .....e anche"gargossa vissin ma ze megio no scrive duto"!.

Luciano Facchinetti  "Siego", Ciano per gli amici.

Con un piglio giovanile ed a tratti fanciullesco, Ciano si vede spesso girare in bicicletta senza fretta o, senza mollarla, con un piede a terra per reggersi e chiacchierare a lungo con gli amici.
Capigliatura prima nera ora sempre piú brizzolata, lo riconosci per i baffoni, neri come gli occhi vivaci, naso grosso.

Un personaggio, per noi gradesi, con i suoi difetti e le sue qualitá ma indubbiamente un vero graisan, vi racconto qualche piccola storia che lo riguarda.
Lo scritto é memoria e spero servirá ad altri per ricordare.

Da bambino abitava in Borgo de Fora, vicino a Piazza Marin, che allora si chiamava Piazza Vittoria; la sua era una famiglia di modeste condizioni, ma di sicuro le risate non mancavano.
Con loro viveva anche la nonna, mal messa per gli acciacchi dell’ etá, specialmente un mal di schiena che la faceva brontolare di continuo.

Un po’ cresciuto Luciano insistette perche’ si facesse vedere da un dottore, ma lei, seraficamente, con la fede che le brillava negli occhi gli rispose che non serviva, gia’ da tempo aveva messo sulla parte dolorante un santino di San Antonio e piu’ di Lui chi poteva fare meglio?

Incuriosito, nottetempo Luciano si avvicino’ silenziosamente al letto della nonna e delicatamente riusci’ ad infilarle una mano sotto il pigiama senza svegliarla ed a recuperare il prodigioso santino.
La nonna pero’ si sveglió subito dopo perche’ il nipote non seppe trattenere una risata vedendo che il prodigioso medicamento era in realta’ una figurina del calciatore  Sivori!

Con le grandi bande di ragazzini che si formavano a quei tempi, andava a nuotare dietro l’Isola della Schiusa, e passando il canale raggiungevano il prospicente Dosso de le Rane.
Lí, con la protezione della vegetazione lacustre, partiva un’insolita gara senza premi dove il vincitore era chi produceva le "lotte" piu’ grandi; dopo la prova si riunivano e le esecuzioni venivano passate in rassegna. Sicuro era un susseguirsi di risate ma un giorno la commissione restò ammutolita di fronte ad un’opera monumentale, sulla quale era stato anche apposto un cartellino con su scritto: “Sensa sforso“; l’autore resto’ sconosciuto ma, per lo stile, non si può dubitare che fosse Ciano.

Fin da bambino ed in tutta la sua vita ci sono due cose che lo appassionano: la chitarra e gli uccellini.

Ma è la musica la sua grande passione, ha partecipato e vinto  numerosi Festival della canzone Gradese, nel tempo libero dava lezioni di chitarra ai bambini, e la prima lezione era particolare perché allo studente chiedeva subito se sapeva nuotare.
Se la risposta era affermativa gli chiedeva di darne una dimostrazione. 
Comó, nuá, indola ? “ replicavano stralunati “Ma quá, per tera, indola se no !” replicava lui serio.

Be’ quelli che si distendevano e cominciavano a muovere goffamente braccia e gambe sul pavimento venivano subito bocciati, perche’ diceva Ciano: 
No volevo miga insegnai ai muni, sarave stao tempo ghitao via!“.


Con Gianni Marchesan Cavalin alla chitarra/fisarmonica ed Arturo Marin al violino componeva il Trio Saltapasti, che ha suonato per anni ed anni in paese, dall’hotel Savoy al Gardenia e senza dimenticare di allietare a Natale ed in tante altre occasioni gli anziani della casa di riposo.

Oltre al repertorio classico da Besame mucho a Mámola, lui e Gianni cantavano le loro canzoni gradesi come Cinzia, Tango de Palú, Povero Ma in Capel, La Gatafera tutte ironiche, pungenti ed anche surreali, nella tradizione di Piero Marchesan Canaro;
rime come: 

Se vemo messo del pesse bon dopo domila ani de sabion” o “E i siuri xé in Pancera che i beve ‘l Punt e Mes” e “Magna, magna figio mio che vego sgangulio” sono entrate nella memoria collettiva gradese.

Per descrivere meglio la qualità dell' artista ecco nella foto Luciano Facchinetti "Siego" in una splendida interpretazione del Mago di Tobruk assistito dal sempreverde Leonardo:

Share/Bookmark

21 dicembre, 2013

Antighi mistieri


In foto La Fabbrica di sardelle dei Francisi e motoscafisti in attesa di ospiti.

In un mondo usa e getta, dove tutto è uniforme e velocissimo, dove trovare un artigiano è più difficile che trovare un chirurgo plastico, ricordare gli antichi mestieri in dialetto può essere utile, non si sa mai sia necessario riesumarli.

Ovviamente avendo il mio piccolo mondo ricorderò solo i mistieri in uso a Grado:

anciughera: lavoratrice in conservificio
bander: lattoniere
barbier: barbiere
batelante: traghettatore
becher. macellaio
boter: bottaio
calafao: calafatore
calegher: calzolaio
cargador: scaricatore di porto
cogo: cuoco
Comare: levatrice
cordarol: cordaio
fante: messo comunale
fravo: fabbro
gua: arrotino
marangon: falegname
mariner: marinaio
murador: muratore
ombreler: ombrellaio
pec: fornaio
pesser: pescivendolo
pessoter: straccivendolo
pignater. riparatore di pentole
pissaferai: lampionaio
sabionante: cavatore di sabbia
s'ciopeter: cacciatore
spessier: farmacista
squerarol: costruttore di barche
stagnador: stagnino
strasser: straccivendolo
venderigolo: venditore ambulante

Ci sono poi le varie specializzazioni dei pescatori ma questa è un'altra storia. 

Questo post è dedicato all' amico Lele Lisco che dice sempre:
 "pensà de lavorà me fa vignì le bole su duto al corpo", 
ma son siguro che al schersa e al sarà cargo de pustole in duto al corpo cò duto quel che 'l lavora.
Share/Bookmark