Cerca nel blog

30 settembre, 2009

Dimenticanza






P.zza Duca d'Aosta è diventata il salotto buono di Grado, tutto nuovo e lustro, nulla da dire un proficuo lavoro.

Dal mio punto di vista fotografico, per fortuna, questa facciata è sfuggita ai rifacimenti moderni e l'hanno conservata (ancora per poco) così ve ne offro testimonianza con questa foto- un pò lavorata -.
Share/Bookmark

29 settembre, 2009

Logo per una nuova campagna turistica





Profittando dell' impoverimento dei valori morali e dell'etica comportamentale propongo questo nuovo manifesto per la campagna turistica 2010.
Share/Bookmark

28 settembre, 2009

In bici verso il Paradiso


Se riesci a descrivere le meraviglie del tuo paradiso così come le vede il tuo cervello magari non vivrai la loro realtà miracolosa, ma la loro forza, quella si.

E' questo il Paradiso che voglio, il Paradiso di un Dio che mi hanno trasmesso e in cui ho imparato a credere, il Dio che nutre la mia difficile speranza cristiana, sicuramente non è un Dio che sa dire soltanto no alla libertà, alla coscienza, ad ogni forma d'’autonomia personale.

E' un Dio che ama e sa farsi amare, il Dio delle piccole e grandi cose, il Dio di tutti.
Share/Bookmark

27 settembre, 2009

Lo scherzo di S.Marco





Co' gero a Gravo he fato 'l giro guidao del centro storico como' un turista e la guida l'ha m'ha mostrao i simbuli dei evangelisti su l'ambon, 'ndola se veghe che 'l leon al mostra la lengua, no lo vevo mai notao, vara tu!


Così inizia una mail di Luciano Cicogna che da Johannesburg mi segnala questa anomalia dell'evangelista Marco sull'ambone romanico-gotico del Duomo di Grado.
Dall'ambone il celebrante leggeva il Vangelo, pensate a Marco che mostra la lingua ai fedeli per secoli, forte!

"Il culto di San Marco, parlando di cose serie, in terra veneta è nato, con molta probabilità, proprio a Grado e qui, ben prima che a Venezia, acquistò quel significato di libertà politica e religiosa che poi contrassegnò per quasi mille anni la forza interiore della Repubblica Veneta.

Fu nel Castrum Gradese, che iniziò la ribellione contro le intromissioni imperiali e l'ambiguità papale di Roma, qui i vescovi aquileiesi, profughi della devastata metropoli ma forti dei rapporti con la Chiesa Alessandrina, gettarono i primi semi di una secolare autonomia arroccata attorno al nome di S.Marco.

Una prova per tutte, Eraclio donò a Venezia la cattedra di S.Marco ospitata nella basilica di Grado, è la certezza che già nel VII secolo il culto marciano aveva a Grado un posto di primo piano."

da "Il Tesoro del duomo di Grado" di Ezio Marocco
Share/Bookmark

25 settembre, 2009

Il sedere statistico

Fine della stagione, tempo di rendiconti, di statistiche.

Tra le varie statistiche che si possono fare per evidenziare la presenza turistica in un sito come Grado ce n'è una particolare che nessuno ha mai proposto, immagino per creanza.

Ma io della creanza me ne frego abbastanza e l'idea mi frullava nella testa da parecchio,
pensate a quanti sederi hanno poggiato le loro terga sul nostro lido, quante mega tonnellate di deiezioni sono state assorbite dal nostro piccolo mondo, riciclate, rigenerate.
Eppure abbiamo tenuto duro (ehm) e li abbiamo sopportati, in cambio di piccoli oboli.

Cagoni, vi voglio bene lo stesso e tornate che ci siamo attrezzati anche per questo.

Nell'immagine una foto a caso di una parte di voi.
Share/Bookmark

24 settembre, 2009

Cò ierimo putei






I vapori in Porto i primi anni del 1900.

Facciamoli tornare!
Share/Bookmark

23 settembre, 2009

Convegno sul Turismo


Il 25 ed il 26 settembre 2009 si svolgerà a Grado il Il Convegno su «Diritti e politiche del turismo. Italia e Friuli Venezia Giulia», organizzato dal Dipartimento di Diritto per l’Economia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, in collaborazione con il Comune di Grado ed il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università degli Studi di Trieste.
I direttori scientifici dell’iniziativa sono i prof. Lidianna Degrassi e Vincenzo Franceschelli dell’Università di Milano-Bicocca, nonché il prof. Paolo Giangaspero, preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trieste.
Tra i rappresentanti delle istituzioni turistiche del Friuli Venezia Giulia saranno presenti Andrea Di Giovanni, direttore generale dell’Agenzia Turismo-FVG, Mauro Bigot, presidente della GIT di Grado e Alessandro Baucero, commissario straordinario per il nuovo polo termale di Grado. Infine, si segnala la partecipazione straordinaria della professoressa Manuela Montagnari Kokelj, in qualità di delegata del Rettore per le iniziative culturali dell’Università di Trieste, che svolgerà una comunicazione su «turismo e nuovi media».

Il Convegno,, si articolerà in tre sessioni: nella prima verrà affrontato il tema preliminare della condizione giuridica della Regione a seguito dell’importante riforma costituzionale del 2001.
Si entrerà subito dopo nel merito della materia «turismo e industria alberghiera» in ordine alla quale verrà analizzata la sua evoluzione storico-istituzionale con particolare riferimento alle competenze della Regione e degli enti locali in relazione alla promozione e all’organizzazione pubblicistica, nonché alla funzione amministrativa delle attività private svolte dalle strutture ricettive, dalle agenzie di viaggio e dalle professioni turistiche.
Nella seconda sessione, ci saranno altri due interventi che affronteranno i temi dell’agriturismo e del termalismo che, pur collaterali alla materia turismo, possono essere considerati settori determinanti per i flussi turistici nella nostra Regione.
Nella terza sessione, dopo una relazione che segnerà il confine dei rapporti tra diritto pubblico e diritto privato nell’ambito della materia in oggetto, saranno toccati argomenti eminentemente di diritto privato come quelli relativi ai diritti del turista e all’ospitalità di quest’ultimo, anche nelle forme più innovative registrate pure in Friuli Venezia Giulia, come nel caso dell’albergo diffuso.???
I patrocinatori dell’evento sono: la Regione Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Gorizia, il Comune di Grado, l’Università degli Studi di Trieste e la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia.

Io invito, chi fosse a Grado e avesse qualcosa da dire, ad intervenire in questi convegni che altrimenti, senza contradditorio, rimangono parole.

Quanto a me ho le mie tecniche di promozione turistica aggressive e ficcanti che sono:

Psicogeomarketing
Lo psicogeomarketing è una tecnica di rilevazione delle caratteristiche emozionali legate al territorio che nasce dall'incontro del geomarketing con le derive psicogeografiche dei situazionisti...

Experience Marketing e Twisted Protest
E' possibile rilanciare la brand experience sul punto vendita mettendo in scena eventi estremi? E' possibile spingersi fino a organizzare vere proteste negli spazi dei competitor?

Trojan Marketing
"Fottere il mercato per entrarci": questa è la filosofia che anima i nostri interventi nel sistema dei media. Ma come si fa praticamente? Un piccolo manualetto ( a richiesta a pagamento) vi spiega quello che nessun prankster ha mai osato dire...

Se avete capito di che si tratta vi consiglio di iscrivervi tra i relatori.
Share/Bookmark

22 settembre, 2009

La Crisi


"La crisi sta rientrando!".

Si - Dalle ferie.
Share/Bookmark

21 settembre, 2009

Gli utilizzatori finali



Ci sono domande che non hanno risposta, oppure, la risposta esiste e ha grosse conseguenze sul sociale e sulla gestione democratica, ma lascia un gusto di amaro in bocca:

Qualcuno vuol fare il pubblico.

Qualcuno vuol essere una ruota dell’ingranaggio.
Non perché vi è costretto, ma perché lo vuole.
Una pura questione matematica.

Me ne sto seduto in terrazza, e non vorrei essere in nessun altro posto al mondo.

Qualcuno non vuole andare in tv, alla radio, sui giornali.

Qualcuno vuole vedere il film, non esserci dentro.


Qualcuno vuol fare l'utilizzatore finale e lasciare la parte di protagonista agli altri.

Share/Bookmark

20 settembre, 2009

Napoleone e Grado


Tra gli ospiti illustri che hanno frequentato Grado, pare ci sia stato anche Napoleone che, dopo la firma del trattato di Campoformido, ha fatto un giro delle sue nuove proprietà, ma lasciamo al racconto di Giovanni Marchesan "Stiata" l'onere di raccontare l'esperienza dell'Imperatore:

Cò al ze vignuo a catane, dopo ve zarnao cò boreto de ronbo, Napoleon l'ha domandao de fa do passi per digerì, cussì i lo ha portao a veghe al mar.
Ma ze stagia la nostra Laguna a inpressionalo. - Merveilleux! - plus bela de quela de Venise..
in parte al veva un che ciacoleva comò un libro stanpao e al conteva de la storia de la Laguna e Napoleon -..Interessant tres interessant..- fin che al libro stanpao no al ze rivao a le proprietà del sabion, bon medicamento contro i doluri de ossi.
Napoleon, senpre tento a stì discursi l'ha dito -Sabia salata contro le reuma?, io ho mano che me diol e no me lassa lavorà co la spada..- nissun veva coragio de dili che al tratamento de quel giorno podeva no bastà, ma fato sta che i ha ciamao al Capo bagnin de stabilimento de la Mugia, gera la a l'epoca la spiagia, e i mete al brasso soto sabion per un vinti minuti.
Finio, lavao co acqua de mar colda i pareva za de sta megio!
L'ha spetao che la sova guarnigion la se sistemessa e via elo!
Adieu! l'ha dito. Mai più visto!

L'anno era il 1797 il 13 dicembre, una giornata fredda e rigida cussì comò fredda e rigida ze sempre restagia la man de Napoleon, chè nissun veva vuo coragio de dili che bisogneva spetà luglio per fa la sabiatura.
Per quel co lo se veghe ne le foto ufficiali al ze sempre co la man dentro al capoto,le sabiature fora stagion le fa mal!

Duto questo no ze storia certa!

Share/Bookmark

18 settembre, 2009

Srodolà la vita















Catà al tovo posto e,
nel score de poche ore,
sintisse in aria
co la to vita srodolagia.

ingropà, intanto che tu speti,
le parole,
sensa cantuni, sole,
roba de la to fronte

inventà un nome al posto
'ndola tu speti,
o forsi tu vol solo
fissalo nel tempo.

Al tovo tempo,
te par un arivo,
ma pena tu te volti
ze za oltro.


Enio Pasta
Share/Bookmark

17 settembre, 2009

La ciclabile Belvedere Grado


Chissà perchè tutte le cose che si pensano per Grado, iniziano alla grande, a parole, e nei fatti si inabissano nei gorghi della Figariola.

La ciclabile Grado Belvedere pensata una quindicina di anni fa dalla Provincia di Gorizia approvata successivamente (dieci anni fa) in un progetto più vasto-giusto- che collega Grado a Palmanova è l'unico tratto che ha creato problemi al punto tale che un giorno i soldi per il completamento non ci sono, il giorno dopo compaiono, con una serie di puntualizzazioni che non serviranno certo a convincere le ditte appaltanti a completare i lavori.

A questo punto facciamo la linea del trenino che utilizzi la massicciata della ciclabile con gli orari del 1914.
Collegamenti giornalieri tra la Stazione di Belvedere e quella di Grado garantiti da dieci corse giornaliere in entrambi i sensi di marcia raggiungendo l’Isola d’Oro in “appena” 38 minuti.

Da Grado Stazione, poi, i viaggiatori possono usufruire della cosiddetta “navigazione lagunare e con motori a benzina”, che consente di attraccare, dopo 35 minuti a “Grado - luogo di cura”, con partenze programmate sugli orari dei treni.

Così finalmente l'ospite potrà ammirare procedendo lentamente il paesaggio lagunare che in questa stagione è unico ma nascosto da un orribile guard-rail che pregiudica oltre che lo spirito la sicurezza.
Share/Bookmark

16 settembre, 2009

Foglio dei desideri e dei lagni


Stimolato dalla lettera di protesta civile inviatami qualche tempo fa, lamentante l'insensibilità del Gestore dello stabilimento balneare nelle piccole cose quotidiane che fanno consuetudine e in fondo un sentirsi a casa per l'ospite, quelle piccole attenzioni verso un pubblico pagante che ripaga adeguatamente con la fidelizzizzazione,
ho trovato un'iniziativa del Curatorio degli Stabilimenti Balneari di Grado del 1912.

Il Foglio dei Desideri e dei Lagni.

Il problema quindi non è mai stato sottovaluto negli anni di gestione dell'arenile, il cliente veniva tenuto in gran conto e a livello dirigente le lamentele venivano ascoltate e quando possibile rimediate.

Il tutto in maniera soft con il contatto gestito dalle parti senza dover ricorrere ai giornali che, comunque vada, incrina l'immagine dell'Azienda.

Ecco la speranza, ora che ci si avvia a cambiare la guida della GIT, è che la nuova dirigenza recepisca le esigenze del pubblico, lo incontri e medi soluzioni che devono essere possibili se si vuole continuare a dare lustro all'immagine di luogo di Cura e Soggiorno di Grado.
Share/Bookmark

14 settembre, 2009

Impronte di Grado

Piccoli flash del pianeta Grado.
Share/Bookmark

13 settembre, 2009

Le Barche Zale


La pesca a Grado, nel dopoguerra della Seconda Guerra Mondiale ripartì dai bragozzi a vela e da imbarcazioni con motori di camion militari adattati ma con l'attrezzatura di pesca obsoleta, qualche barca arrivò dall'Istria con tecniche e mentalità di pesca nuove (i mussoleri) ma nella sostanza l'ambiente era ancora legato alla tradizione.

Nel 1950 una famiglia di industriali lombardi i Ciocca (produttori di filati e calze) si stabilì a Grado e decise di investire nel settore peschereccio creando una lacerazione tra mondi la pesca lenta tradizionale e quella frenetica moderna.

Da Genova arrivarono due imbarcazioni completamente diverse per come erano strutturate, armate e per i mezzi di pesca.

L' Eleganza e Rinomanza seguite poi da un bragozzo Speranza formarono la flotta dei Ciocca, dipinte di giallo vennero chiamate le "barche zale" erano dotate di motori semilenti Ansaldo da 120 Hp (una mostruosità per l'epoca) di ghiacciaia e di gabinetto a bordo.

Una rivoluzione.

Le reti erano in nailon acquistate nel Nord Europa e prime in assoluto da queste parti dove ci si tormentava con il cotone e con le cure cui necessitava.

Imbarcarono 7/8 uomini di equipaggio ciascuna e guidate con mano ferma dall'amministratore della famiglia Vasco Bosio operarono in Golfo di Trieste per oltre 15 anni.
Share/Bookmark

11 settembre, 2009

I culturati


La cultura a Grado è stato sempre un affare di pochi.

Pochi ma buoni, persone che hanno portato avanti proposte teatrali, prosa, studio del dialetto, poesia, fotografia, e soprattutto canzoni.
Persone che hanno impedito la dispersione di esperienze secolari di una piccolissima comunità isolata e per questo meritevoli di essere ricordate se non altro in questo piccolo, ma inalterabile, spazio web.

Nella foto:
Danilo Onorio Dissette, Giacomo Zuberti, Tullio Svettini, Maria Kiefer-Tarlao, Nico Gaddi, Augusto C. Marocco, Giglio Boemo, Giovanni Marchesan "Stiata", Mario Pigo e Alberto Corbatto.

Ovviamente mancano tantissimi e con il pensiero resteranno nella mia memoria.
Share/Bookmark

10 settembre, 2009

Micro-alghe. Colture di energie rinnovabili


In un mondo dove la tutela ambientale viene finalmente considerata assolutamente indispensabile per poter dare un futuro al pianeta, le micro-alghe e le loro potenzialità, specie in un ambiente adatto come la Laguna, tornano di grande attualità.

I primi studi sulle colture algali in laboratorio, determinanti per la comprensione dei meccanismi alla base della fotosintesi ossigenica, risalgono agli inizi dello scorso secolo.
L’obiettivo dei primi ricercatori era ambizioso: ottenere proteine da fonti inesauribili (acqua, sali minerali, luce solare) ed a basso costo mediante la fotosintesi algale, dopo i primi insuccessi la ricerca ha segnato il passo.

Oggi si assiste ad una rinascita di interesse per questo gruppo microbico, specialmente in relazione al suo enorme potenziale nel campo delle energie rinnovabili, anche se altre applicazioni quali la depurazione delle acque reflue e la produzione di integratori alimentari, mangimi e farmaci sono altrettanto promettenti.

In Italia, fioriture di alghe produttrici di polisaccaridi (mucillagini) hanno interessato le coste del nord Adriatico negli anni ‘80 con gravi ripercussioni sul turismo.
Le conseguenze delle fioriture algali tossiche possono essere molto serie, con danni incalcolabili alla pesca ed alla molluschicoltura.

Però, d'altro canto, le colture algali massive possono darci una mano a ridurre l’impatto delle sopra citate emergenze.
L’efficienza di conversione dell’energia solare in biomassa delle colture algali, e quindi la produttività per ettaro, è molto maggiore di quella ottenibile con le colture tradizionali.

Le colture algali non competono con le colture agrarie per terreni fertili, non richiedono pesticidi e si possono realizzare in acqua di mare o in acque reflue da dove, in sinergia con i batteri associati, prelevano i nutrienti che riciclano in biomassa dalla quale è poi possibile ottenere mangimi proteici o fertilizzanti oltre che biocombustibili.

Le colture algali consumano grandi quantità di ossido di carbonio ed è dimostrato che possono efficientemente prelevarla dai fumi di combustione delle centrali termoelettriche.
Va infine ricordato come le microalghe produttrici di molecole bioattive (tra cui le citate tossine) siano una fonte di antibiotici, antitumorali, antivirali, antiossidanti ed immunostimolanti a cui l’industria farmaceutica e cosmetica guardano con crescente interesse.

Sul versante delle energie rinnovabili, le colture algali costituiscono una delle soluzioni di maggiore potenziale e sostenibilità.

Di fronte ai problemi ecologici, alimentari ed energetici del nostro tempo, le interazioni tra fotosintesi microbica, salvaguardia dell’ambiente e produzione di alimenti assumono una fondamentale importanza teorica e pratica per i possibili contributi agli equilibri del sistema biosferico, divenuti fragili e delicati”.

La biotecnologia algale allo stato delle cose sembra ormai puntare sui sistemi chiusi che consentono la coltura di tutte le specie.
Share/Bookmark

09 settembre, 2009

Giovanni e Gaia


Trappole su internet.

Giovanni, giovanotto bruttino, si appella con un video ai lettori di YouTube perchè lo aiutino a baciare il suo sogno - Gaia - una bellissima ragazza.

Il web tenerone si mobilita, aiutato in questo da un'industria dolciaria che sostiene la causa del giovane con iniziative pubblicitarie, adottandolo come innamorato dell'anno.

Lei accetta la richiesta del bacio di Giovanni a patto che glielo chiedano in 50.000.
E 50.000 mail di sostegno arrivano a Gaia che da il sospirato bacio a Giovanni.

Fin qui la storia, esce poi la verità;

è tutto inventato, promozione pubblicitaria dell'industria sostenitrice di Giovanni (speriamo che la mercede non sia solo per quel misero bacio) che frega tutti i buoni sentimenti della gente, sporcando le leggi dell'amore cosmico, carpendo la buona fede dei paladini del romanticismo, siamo all'attentato contro la sintassi dell'amore!
La pubblicità ruba le parole dei sentimenti!
E' una cosa orribile, è sabotaggio alchemico della credibilità delle emozioni.
E' una truffa nel settore ARCHETIPI E LOGOS.

Quando leggete di storie spaccacuore e buoni sentimenti, dubitate almeno un pochino.... Eh!
Share/Bookmark

08 settembre, 2009

Il Confronto foto-storico -






L'evoluzione di Grado testimoniata da due foto dall' alto una del 1936 e la seconda del 2009.






UPDATE:



Per amor di verità devo rettificare la datazione dell'immagine in bianco nero, la data di scatto non è 1936 ma dei primi anni '20(essendo incerto sulla data precisa mi sono fidato della presenza del ponte (1936) che invece risulta aggiunto manualmente) la foto originale è quella a fianco, si può vedere che manca il pennello da cui nacque la costa Azzurra costruito nel 1934.

Grazie a Bruno per la segnalazione e la fornitura della foto autentica.

Share/Bookmark

07 settembre, 2009

Luciano Facchinetti "Siego"




Luciano Facchinetti "Siego", Ciano per gli amici.

Un personaggio, per noi gradesi, con i suoi difetti e le sue qualitá ma indubbiamente un vero graisan, vi racconto qualche piccola storia che lo riguarda.
Lo scritto é memoria e spero servirá ad altri per ricordare.

Con un piglio giovanile ed a tratti fanciullesco, Ciano si vede spesso girare in bicicletta senza fretta o, senza mollarla, con un piede a terra per reggersi e chiacchierare a lungo con gli amici, o portando a spasso il nipotino sulla stanga.
Capigliatura nera sempre piú brizzolata, lo riconosci per i baffoni, neri come gli occhi vivaci, naso grosso.

Se poi hai dei dubbi, ti puoi avvicinare e se ascolti discorsi di musica o di chitarra sei sicuro di averlo trovato.

Da bambino abitava in Borgo de Fora, vicino a Piazza Marin, che allora si chiamava Piazza Vittoria; la sua era una famiglia di modeste condizioni, ma di sicuro le risate non mancavano.
Con loro viveva anche la nonna, mal messa per gli acciacchi dell’etá, specialmente un mal di schiena che la faceva brontolare di continuo.
Un po’ cresciuto Luciano insistette perche’ si facesse vedere da un dottore, ma lei, seraficamente, con la fede che le brillava negli occhi gli rispose che non serviva, gia’ da tempo aveva messo sulla parte dolorante un santino di San Antonio e piu’ di lui chi poteva fare di piú?
Incuriosito, nottetempo Luciano si avvicino’ silenziosamente al letto della nonna e delicatamente riusci’ ad infilarle una mano sotto il pigiama senza svegliarla ed a recuperare il prodigioso santino.
La nonna pero’ si sveglió subito dopo perche’ il nipote non seppe trattenere una risata vedendo che il prodigioso medicamento era in realta’ una figurina del calciatore Sivori!

Fin da bambino ed in tutta la sua vita ci sono due cose che lo appassionano: la chitarra e gli uccellini.

Con le grandi bande di ragazzini che si formavano a quei tempi, andava a nuotare dietro l’Isola della Schiusa, e passando il canale raggiungevano il prospicente Dosso de le Rane.
Lí, con la protezione della vegetazione lacustre, partiva un’insolita gara senza premi dove il vincitore era chi produceva gli "lotte" piu’ grandi; dopo la prova si riunivano e le esecuzioni venivano passate in rassegna. Sicuro era un susseguirsi di risate ma un giorno la commissione restò ammutolita di fronte ad un’opera monumentale, sulla quale era stato anche apposto un cartellino con su scritto: “Sensa sforso“; l’autore resto’ sconosciuto ma, per lo stile, non si può dubitare che fosse Ciano.


Piu’ tardi, come a tutti, gli tocco’ il servizio militare e della naja aveva un bel ricordo; l’aveva passata assieme ad altri ragazzi gradesi, d’accordo c’era la disciplina ma finalmente non mancava da mangiare.
I nostri arrivavano dalla povertà e si ingozzavano di pastasciutta, partiti smilzi ritornarono a casa con una bella pancia rotonda.
E bisogna dire che in varie sue canzoni la fame o il suo altro lato, la poverta’, riappare come in Magna, magna figio mio dove recita “Se tu no magnará, solo rece de tu se vegará” o in Povero mein capel con “Ma dó sardele in tola le vol pe’ no murí“.

Una notte lo misero di guardia con altri due alla camera mortuaria per vegliare un commilitone, dopo qualche ora cominció ad annoiarsi e, aproffittando dell’assenza di un compagno d’armi che era andato al gabinetto, con l’altro amico tirarono su il morto, si nascoserono dietro e reggendolo quando tornó gli avanzarono incontro; quello si spaventó e terrorizzato dal morto che camminava scappó a gambe levate.
Felici per la riuscita della burla, rimisero il defunto al suo posto e richiamarono l’altro che stava correndo giù per le scale, si sganasciarono dalle risa ed alla fine si calmarono e si apprestarono ad attendere il cambio di guardia.
Terminato di ridere la quiete ritornó ma, forse per il movimento causato dalla camminata fuori programma, il gas nella pancia del pover’uomo morto si era mosso e così cominciarono a sentire impercettibili rumori dalla sagoma distesa.
Pensarono subito che fosse l’amico per vendicarsi dello scherzo di prima, gli dissero di star fermo e non si preoccuparono, ma improvvisamente lo videro tornare un’altra volta dal bagno ed allora, se non era stato lui, era il morto offeso per il poco riguardo dimostratogli.
Questa volta scapparono spaventati tutti e tre.

Raccontava che un giorno fu chiamato ad un’audizione a Milano per l’orchestra giovanile della RAI. Gia’ all’arrivo si meraviglio’ perchè ad attenderlo alla stazione dei treni c’era un tipo con un cartello con su il suo nome, lo stesso era il taxista con il quale bisticció perché mentre lo conduceva a destinazione rifiutava di farlo stare seduto davanti.
Poi all’albergo a colazione restó incantato davanti a tutto quel ben di Dio ben disposto su lunghi tavoli; con l’antica previdenza isolana pensando ai pasti successivi, che non si sa mai, fece incetta di pagnotte, se le mise nelle tasche e di soppiatto, a piú riprese riforní l’armadio in camera.
Poi gli spiegarono che anche pranzo e cena erano gia’ pagati ma comunque, anche se l’immediata sopravvivenza era risolta, continuó la provvigione pensando alla futura fame lagunare.

Peró la musica, al di lá delle suonate a matrimoni, lezioni di chitarra, sagre, concertini estivi non basta per tirare avanti una famiglia e perció alternava i lavori tipici stagionali (sabbiature, bagnino) con il muratore.
Dava lezioni di chitarra ai bambini, e la prima lezione era particolare perché allo studente chiedeva subito se sapeva nuotare.
Se la risposta era affermativa gli chiedeva di darne una dimostrazione. “Comó, nuá, indola ? “ replicavano stralunati “Ma quá, per tera, indola se no !” replicava lui serio.
Be’ quelli che si distendevano e cominciavano a muovere goffamente braccia e gambe sul pavimento venivano subito bocciati, perche’ diceva Ciano: “No volevo miga insegnai ai muni, sarave stao tempo ghitao via!“.
Nella vecchia casa il piccolo bagno era separato dal soggiorno da una semplice tenda e stava insegnando ad un amico la tecnica del mandolino in posizione eretta appoggiando un piede sulla parete, dopo la dimostrazione toccó all’amico ripetere la lezione e, non conoscendo la geografia della casa, appoggió il piede sulla tenda perdendo l’equilibrio e finendo direttamente nella turca!

D’estate per un periodo lavoró all’Hotel Astoria, il piú lussuoso del paese, come bagnino, all’ultimo piano. Fra i clienti c’era un dottore che, anno dopo anno, nonostante le sue cortesie non gli allungava mezza mancia “tacagno comó la peste” e perció preparó una piccola vendetta.
Il tale faceva uso dei bagni curativi in acqua di mare, l’hotel era attrezzato con vasche apposite, cosicché un giorno gli si mise di dietro e lo incitó a fare anche dei gargarismi, portentosi per la gola e, mentre lo convinceva gli urinava, con circospezione da dietro, nella vasca.

Nell’ultimo piano dell’hotel c’era anche un solarium, maschile e femminile rigorosamente divisi, l’ultimo guardato a vista da due donne gradesi, giusto per farle imbestialire, con il compagno Gianni Marchesan Cavalin si metteva sopra i vestiti da donna un’accappatoio ed un asciugamano sulla testa, entrare con la testa un po’ china per nascondere le rudi fattezze, ma facendosi poi sorprendere, magari facendo cadere l’asciugameno o alzando la testa un attimo e guardando di sbieco, godere delle urla delle sorveglianti.
Quella dei travestimenti é sempre stata una sua passione, ancora oggi puó capitare di vederlo mettersi un tovagliolo in testa per diventare una donna od uno sceicco arabo (vedi foto).

Con Cavalin alla chitarra ed Arturo Marin al violino componeva il Trio Saltapasti, che ha suonato per anni ed anni in paese, dall’hotel Savoy al Gardenia e senza dimenticare di allietare a Natale ed in tante altre occasioni gli anziani della casa di riposo.

Oltre al repertorio classico da Besame mucho a Mámola, lui e Gianni cantavano le loro canzoni gradesi come Cinzia, Tango de Palú, Povero Mein Capel, tutte ironiche, pungenti ed anche surreali, nella tradizione di Piero Marchesan Canaro; rime come: “Se vemo messo del pesse bon dopo domila ani de sabion” o “E i siuri xé in Pancera che i beve ‘l Punt e Mes” e “Magna, magna figio mio che vego sgangulio” sono entrate nella memoria colletiva gradese.

A volte nei testi é nascosto un messaggio occulto, é il caso di La Gatafera, arrivata seconda al Festival della Canzone Gradese nel 1971 nella categoria bambini.
Questo terribile gattone con “i oci comó al fogo – a Gravo nato ma ‘l vive in Taroto – che quando che ‘l riva in citá, duti quanti ne fá spasemá” si riferiva a un ex sindaco di Grado, uomo di potere degli anni cinquanta, sessanta.

Come tanti compaesani nella bella stagione lavorava nell’azienda della spiaggia, spesso come addetto alle sabbiature: assisteva i turisti e gli copriva con la sabbia, fra di loro c’era un nano e, dopo averlo sepolto, a sua insaputa, ad un metro dai piedi infilava nella sabbia le sue ciabatte, cosicchè ad una prima occhiata diventava di un’altezza normale.
Fiero della sua opera lo chiamava: “Al nano piú grando del mondo”.

Per un musicista lo strumento e’ un’estensione della personalitá e non si prende in mano, lo si abbraccia, con tenerezza, come si farebbe con un bambino, per Ciano e la sua Fender era cosi’.
Una volta commentando di un altro chitarrista gradese disse: “Al sona stravacao e al tien la chitara comó una fersora !”. Raccontava, ma ho sempre creduto che fosse una leggenda, che quando era andato a comprarla si era avvicinato un signore smilzo e gli aveva chiesto il permesso di provarla per poi dirgli che sarebbe stato un ottimo acquisto. Sulle prime non lo aveva conosciuto ma poi, sentendolo pizzicare le corde non aveva avuto dubbi, era Franco Cerri, forse il piú grande suonatore di chitarra jazz italiano.

Anche se non era il primo amore, si dedicava con piacere alla professione di muratore, certo sempre con l’animo allegro diffondendo battute a tutto spiano.

E comunque la musica era sempre presente, pervasiva, diceva che le ispirazioni gli venivano in qualsiasi momento e, stranamente, specialmente in gabinetto, quando proprio per catturare le note non c’era niente a disposizione; invece magari mentre tirava su intonaci e gli capitava un’idea, la scriveva subito su qualsiasi cosa a portata di mano: carta dei sacchi di cemento, mattoni.

Questa delle rime in musica é un’arte antica che parté dai cantastorie ed oggi, con la musica a facile disposizione non ci sono piú gli improvvisatori: a Ciano era sempre piaciuto questo esercizio ed altri mi hanno raccontato che quando abitava in Gravo vecia, prima di andare a vivere in un condominio vicino al porticciolo settentrionale, andava avanti per ore, proponendo macchiette per tutti gli abitanti di Via Gradenigo, uno dietro l’altro, casa per casa, secondo l’ordine del numero civico.

Questo é Ciano Siego un graisan.
.
Share/Bookmark

06 settembre, 2009

Dopo Sarajevo


Con la dichiarazione di guerra dell' Austria alla Serbia dopo l'attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914 l'Impero chiamò alle armi i suoi sudditi, tra cui i gradesi.

Lo scarso entusiasmo per una guerra non loro e poco sentita fece sparire dal paese tantissimi giovani in età militare, ma certuni per ignoranza o impossibilitati a fare diversamente si presentarono e vennero arruolati.

I nostri, per lo più marinai, vennero avviati alle basi militari di Pola, Fiume, Sebenico e Cattaro.

Famoso un reggimento di fanteria soprannominato "Demoghela" dal fatto di aver la più alta percentuale di diserzioni dell'esercito austriaco, furono destinati in Galizia.

Nella foto (cliccare per ingrandire) un gruppo di richiamati gradesi, notare che le scarpe si mettevano ai piedi solo quando era assolutamente necessario.
Share/Bookmark

04 settembre, 2009

Canti e Folklore dell' Isola


Si è conclusa con una grande festa finale la rassegna dedicata alle canzoni, al Festival, agli autori graisani, alla musica e alle tradizioni ispirate e custodite dall’Isola del Sole.

“I Canti e Il Folclore dell’Isola”, che ha accompagnato tutta l’estate gradese offrendo la possibilità a turisti e appassionati di scoprire l’anima più profonda dell’isola, ha chiuso in Campo Patriarca Elia dove i bellissimi monumenti testimoni della nostra ricca storia hanno fatto da cornice perfetta all’evento.
Chiude così il primo capitolo de “Storia de la storia de Gravo” raccontato magistralmente grazie alla verve di Nevio Scaramuzza Gabriele Bottin e Leonardo Tognon.

La serata era un omaggio agli autori graisani, da Biagio Marin a Mario Pigo, Sebastiano Scaramuzza, Giuseppe Caprin, Giovanni Marchesan Stiata, Giovanni Grigolon Trombai e tanti tanti altri che hanno raccontato e cantato le storie dell’Isola e dei suoi abitanti.

Sono stati eseguiti due brani speciali: “L'Isola del Sole” (Donida-Pinchi), vincitore del Festival Internazionale di Grado del 1958, affidato alla voce di Gianni Camuffo e “Mandorli in fiore” di Danilo Onorio Dissette riproposta dalla voce della figlia Barbara.

E' stato presentato lo spettacolo di cabaret “La vera storia de la storia de Gravo” con Nevio Scaramuzza, Gabry Bottin e Leonardo Tognon; accompagnati dal trio Brass formato da Tullio Regolin, Giorgio Pastoricchio, Giuseppe Polo;
il Coro Gravo Canta diretto dal maestro Francesco Gregori e come special guest Luciano Facchinetti "Siego" che si esibito alla chitarra e in coinvolgenti giochi di prestigio.

La rassegna “I Canti e Il Folclore dell’Isola” è stata curata dall’Associazione Culturale Circolo del Jazz di Grado con la supervisione musicale di Audiomark di Roberto Montanari e il sostegno del Comune di Grado, che con grande passione si impegnano a tramandare e trasmettere l’amore per la ricchezza linguistica, culturale e musicale di Grado.

Nelle tredici serate realizzate fino ad ora è stata registrata una media di 600 ospiti ad appuntamento con un massimo di 1,100 presenze per la serata svoltasi in Diga Nazario Sauro.

Un successo reso possibile grazie ai molti artisti che hanno animato le serate con il proprio talento ed entusiasmo.

Fra i molti cantanti che hanno dato voce alla manifestazione: Cristina Gordini, Riccardo Gordini, Omero Gregori, Francesco Gregori, Mattia Marchesan, Claudio Marchesan, Gian Marchesan, Maddy Destro, Debora Civita, Viviana Salvador, Andrea Felluga, Fabio Fabris, Michele Lugnan, Lucio Pastoricchio, Gianni Camuffo, Chiara Camuffo, Arti Romanello, Anna Cicogna, Andrea Cicogna, Gabriele Bottin, Gianluca Pastoricchio, Nevio Scuz “Nevis”, Ferruccio Polo, Gianni Marchesan e molti altri.

Inoltre, molti giovani talenti si sono esibiti nel corso della rassegna: Marta Chiusso al pianoforte (8 anni), il duetto vocale formato da Elena Marchesan e Luca Pigo ed i ballerini Elena Marchesan (9 anni), Giulia Lugnan (10 anni), Ruggero Castiello (11 anni) e Samuel Pozzetto (11 anni).
Tutti gli spettacoli, ad ingresso gratuito, sono stati realizzati sotto la direzione musicale di Ferruccio Tognon ed il coordinamento di Roberto Montanari e condotti, come di consueto, da Leonardo Tognon, che ne ha curato anche i testi e l’assemblaggio , apportando la propria conoscenza di aneddoti e racconti legati alle canzoni, alla loro genesi, e all’Isola che ne è stata insieme ispiratrice e custode.
Share/Bookmark

03 settembre, 2009

Dino Facchinetti - Artista



Dino Facchinetti (Balansa)

Figlio di Grado ed erede di destini silenziosi vive ed opera sull'Isola da dove ricava il suo linguaggio di colore e di segni.

Il mondo di Dino è dominato da un senso di sospensione, nelle sue opere inutile cercare correttezza di prospettive o di anatomie, i pescatori, i barchi sono sospesi sull' acqua senza toccarla.

Ma l'acqua con il suo respiro c'è:
cressinti, dosane, cieli dilatati, distese immense di luce, apparente immobilità.

Dino dipinge la sua umanità, che generazione dopo generazione, ha dato il suo tributo alla vita, santificando il lavoro, fatto di fatica e lotta, di esperienza, con un linguaggio fatto di semplici valori e principi.

Lui si racconta così:

"il mio linguaggio non ha parole, mi esprimo con gli strumenti dell'artigiano, colori e pennelli, pietre e scalpelli.
Con essi ho cercato di dire quanto amo l'Isola."

Share/Bookmark

02 settembre, 2009

Un Bocon de Oro - Domenica 6 settembre


Interessante e finalmente originale iniziativa enogastronomica e naturalistica in Laguna di Grado.

Domenica 6 settembre alle ore 10 si darà il via alla prima edizione de "Un bocòn de Oro"

La manifestazione ideata da TurismoFvg in collaborazione con il Comune di Grado e varie associazioni locali, è centrata sulla degustazione di vino e piatti tipici, visite ai casoni e ammirare le esposizioni artistiche che saranno allestite per l’occasione, oltre al viaggio in laguna, con guida, che di per se vale il prezzo del biglietto.

Insomma un'offerta sinergica fra le varie risorse del turismo regionale -bello-.

La prenotazione è obbligatoria, da effettuarsi in tutti i punti informazioni della TurismoFvg, in particolare in quello di Grado (telefono 0431-877111).

L' organizzazione (vedi programma) ha scelto di effettuare 5 degustazioni a scelta sull’Isola Ravajarina, la visita a quattro casoni (quelli di Cesare e Licinio Polo, Aldo Marocco, Gianni e Dario Olivotto e Witige Gaddi), un giro Panoramico della laguna con degustazione, un bicchiere con sacca e un gadget.

Il costo è di 30 euro a persona(15 per i bambini fino a 12 anni).
Sono compresi i trasporti in motoscafo.

All’isola Ravajarina ci saranno a disposizione il ristorante e diversi chioschi dove sarà possibile degustare piatti tipici lagunari e i vini dei consorzi Doc regionali.
Presenti quelli della Cooperativa Pescatori Grado, dell’Associazione Vallicoltori di Grado e Marano e del consorzio ”I Fasolari”.

Per quanto concerne la parte culturale, saranno esposti manifesti di pellicole cinematografiche dedicati al mare della collezione Enrico Menesini.

Sempre in Ravajarina, sarà allestita dalla Git un’area dedicata alla bellezza e cura del corpo, una zona con giochi per i più piccoli e dei laboratori tematici di degustazione.
Share/Bookmark

01 settembre, 2009

Lunario de Setembre


Per il lunario di Settembre userò una poesia di un giovanotto di Grado, conosciuto nell' ambito dei forum graisani, Stefano Dovier.

Stefano (Teti) Dovier scrive poesie di getto, come scorrere d' acqua, crea immagini e situazioni bellissime con le parole e rigorosamente in "graisan":

L'odor de erba fresca
consa la marina,
bonora un rusignolo
al canta la mattina.
Repari bianchi e sichi
de colpo i sè pitura,
e in aqua un bogoleo
de pesse che hà premura.
Anche al cuor dei zuvini
scuminsia a batte forte,
al sol li basa in cavo
e puo i fa la corte.
Le bele pute riotole
al bossolo le verse,
e comò fresche riose
al nio le coverse.


Share/Bookmark