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29 giugno, 2011

Sabo Grando-Riva i Paluanti


"Al Perdon", una delle grandi feste della nostra comunità, una di quelle che riuniva tutta la popolazione e faceva rientrare dai casoni il popolo dei "pescauri de palù".

Tempo fa, e non troppo, a Grado c'era una netta distinzione tra cittadini residenti in paese e cittadini residenti in Laguna al punto che il modo di comunicare era diverso, i paluanti usavano una dialetto arcaico molto scarno di parole, meno inquinato dalla frequentazione di altri linguaggi.

La vita dei cazoneri è sempre stata strettamente connessa alla vita ed ai tempi del pesce, cui era legata la loro sopravvivenza, ed in parte a quella della selvaggina.
Si trattava di una vita condotta per la maggior parte all'interno della famiglia, i contatti con il mondo esterno erano assai limitati e soltanto le grandi occasioni religiose, o faccende personali, richiamavano i pescatori di laguna a Grado.

Per questi ultimi le nostre stagioni avevano un'importanza relativa tant'è che l'anno era diviso in sei stagioni:
Quaresima, Stagione dopo Pasqua, Stagione delle Orele, Stagione dell'Estate, Stagione di S. Michele, Stagione d'Inverno.

La Stagione delle Orele è il periodo di stasi della pesca con le reti, per consentire la crescita del novellame, che cade tra la fine di maggio ed i primi di luglio, in tale periodo si pesca solo con le mani;
la Stagione di S. Michele (il santo viene ricordato il 29 settembre) è invece caratterizzata da frequenti perturbazioni che rendono faticosa la pesca.

I pescatori di laguna avevano dunque un profondo rispetto per la natura che scandiva il tempo della loro vita, ma erano anche osservanti della religione per cui non mancavano mai i più importanti appuntamenti della vita della Chiesa, mentre potevano trascurare altre feste profane.

Chi invece viveva a Grado o vi si assentava per breve tempo, per es. i sabionanti o i pescatori di mare, senza spostamenti familiari, aveva modo di frequentare tutta la comunità e di mantenere vive tradizioni minori sia religiose che profane e bonariamente apostrofava i "paluanti" con il nomignolo di "americani de palù".

Vi lascio immaginare le baruffe (per cui andavamo famosi) in quei giorni che il paese si ritrovava con tutte le sue componenti e vecchi odi sopiti trovavano sfogo.

"scagni e carieghe solteva per aria
e me credevo che fossa alegria
e in compagnia soltevo anche me
"


Sabato è una di quelle occasioni, ma - cucù cazoneri no ze più.
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28 giugno, 2011

Le Ortensie del "Perdon"



Leonardo mi manda questa chicca che spiega l'origine dell' addobbo della barca ammiraglia in occasione della Processione del Perdon, come al solito dietro ogni grande gesto c'è tanta fede e generosità, grazie a Leo per farci ricordare e conoscere.

Le ortensie del Perdòn : Ortensie dagli anni 50 o meglio dal 1955

Nel 1975 erano vent’anni che un misterioso signore la mattina presto della prima domenica di luglio scaricava ogni anno dal suo furgoncino una dovizia di ortensie e gladioli per addobbare la barca della Madonna di Barbana. Un atto offerente e al tempo stesso una tradizione e un mistero. Il Perdón contava su tanta generosità senza sapere donde provenisse. Gli uomini del sacro corteo lo avevano battezzato “messaggero delle ortensie”.

L’anno prima “Grado Nostra”- come riporta l’attuale presidenza dell’associazione gradese- aveva deciso di indagare e si scoprí che il grande donatore era un friulano di Segnacco che in questo grazioso modo soddisfaceva la volontà della propria defunta madre.
Fu cosí che a Barbana nel 1975, in occasione dei vent’anni di questi doni floreali, il Presidente di “Grado Nostra” commendator Ilario Zuberti consegnò davanti alla autorità ad Albano Baselli - questo il nome del benefattore – una medaglia d’oro e un bel quadro fotografico della processione votiva dei gradesi.
Albano Baselli da Segnacco già ricordato in carte del 1143 quale "Segnagum"; anticamente sede comunale autonoma. La bella e popolosa frazione, è adagiata sul versante meridionale del colle di Sant'Eufemia, uno dei luoghi storici più importanti di Tarcento.


Leonardo Tognon
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27 giugno, 2011

Nota di servizio


A causa di una stretta nei criteri antispam automatici di facebook molte applicazioni sono state bloccate (totalmente o parzialmente) e una di queste è il collegamento del Mi Piace con i post di Blogger.

Uno script immesso manualmente nel codice sorgente ora non va più.

Peccato era un modo simpatico per capire l'apprezzamento o meno dei post.

Mi accontenterò dei counter e sempre di più conto sui vostri commenti.

Update
Sembra che tutto torni alla normalità, devono aver protestato in molti.
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La cosa bella della vita - Giocare


C'è un momento nella vita di ognuno di noi in cui si comincia a dire basta alle responsabilità, basta al faccio tutto io, basta al mettersi al centro del mondo.

E' la crisi di tutti noi adulti che vorremmo tornare bambini, essere condotti invece di condurre, tornare a giocare e a sognare.

Quando non sei più giovane, evento che noi generazione di eterni adolescenti ormai affrontiamo attorno ai cinquant’anni - sessant'anni, capisci che la cosa più bella della vita è giocare.

Giocare a palla o sognare di fare teatro, passare giornate a cazzeggiare al computers con gente come te, mascherati tutti da bambini e anche permalosi come bambini, pronti a mettere il broncio per un nonnulla.

Poi ti svegli, arriva la nipotina e ti dice: - Ciao Nonno - e ti cadono addosso i tuoi anni, ma giochi con lei felice.
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25 giugno, 2011

Stella di Mare o Stela de Mar?


Non per vena polemica ma per amore delle tradizioni, alcuni amici mi hanno sottolineato con una mail l'opportunità di usare il dialetto gradese nel dare il nuovo nome all'imbarcazione ammiraglia della processione votiva di domenica prossima.

Mi presto volentieri e vorrei giudizi in merito da parte di più persone possibili per eventualmente parlarne con il parroco Mons. Zorzin.

Torno a dire, per amore solo per amore.

Enio, scusa ti porto via 3 minuti, visto i pareri discordanti da parte di alcuni amici, per quanto riguarda il nome dato alla imbarcazione della Madonna.
"STELLA DI MARE" come dire "PERDONO DI BARBANA"
tradizionalmente avrei dato, anche come effetto musicale "STELA DE MAR = Perdon de Barbana"
ciao lorenzo
(siamo ancora in tempo per cambiare il nome?)

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24 giugno, 2011

Il Polo Termale

La presentazione del nuovo Polo Termale a Trieste del 22 giugno 2011.



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23 giugno, 2011

Andarsene da neonato


L' idea di una vita all'incontrario è di Woddy Allen, ma a ben pensarci con il mondo che stiamo vivendo adesso potrebbe essere un' opportunità.

Vediamo dunque di mettere ordine alla sequenza dei possibili piani di esistenza:

Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così,bim-bum-bam, il trauma è bello che superato e ci leviamo il pensiero.

Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno.

Poi ti dimettono perché stai bene e la prima cosa che fai è andare in posta a ritirare la tua pensione e te la godi al meglio.

Col passare del tempo le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono.

Poi inizi a lavorare e il primo giorno ti regalano un orologio d'oro.

Lavori quarant'anni, finché non sei così giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa.

Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare.

Poi inizi la scuola, giochi con gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilità, finché non sei bebè.

Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene.

Gli ultimi nove mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i coglioni.

E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo.

IDEALE!
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22 giugno, 2011

Fotografo Premiato- Lorenzo Boemo



Ancora Lorenzo Boemo premiato in un concorso fotografico a San Remo, mi fa invidia.

In un bellissimo clima di festa, domenica 12 giugno, si è conclusa con la premiazione dei vincitori la terza edizione del Concorso Fotografico Digitale a San Remo.

L'evento, giunto alla sua terza edizione, svoltosi nella sua consueta sede presso la Federazione Operaia, ha visto l'esposizione delle foto vincitrici, la proiezione delle foto ammesse dalla Giuria e un interessante incontro aperto sulla fotografia, tenuto, nel pomeriggio di sabato, dalla fotografa professionista Susanna Perachino di Apricale. 
Grande successo per questa terza edizione, dal tema “Terra mia”.

I partecipanti sono stati 158, da tutta Italia anche grazie al tam-tam di Facebook, di cui 22 hanno gareggiato nella Sezione Studenti e i restanti 136 nella Sezione Fotoamatori, con un totale di ben 605 foto pervenute!


Ecco i nomi dei vincitori:


SEZIONE FOTOAMATORI premio
1. BONFANTI RENATO 1° Classificato 
2. SCI ELIANA 2° Classificato 
3. OCCHIENA SILVIA 3° Classificato
 4. BOEMO LORENZO Premio Speciale della Giuria

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21 giugno, 2011

Amore Lagunare


"Integrare le politiche ambientali, industriali, della pesca della nautica e della ricettività" - così scrive il Piccolo- dei nuovi proponimenti (ma dai) che vari politici regionali hanno sulla Laguna.

Vogliono riprogettare il territorio lagunare, come ne fossero capaci senza fare danni, non gli basta quello che hanno già fatto vogliono completare il lavoro, privatizzarlo, ma senti qua che idea.

Quanto amore, quasi soffocante.
In senso stretto, però,

Nel frattempo le lagune di Grado e Marano, ecosistemi tanto preziosi da essere classificati quali Siti d’interesse comunitario e Zone di Protezione speciale dall'Unione europea, soffrono di conclamato inquinamento causato, fra l'altro, dall'apporto dei reflui di origine agricola, ma chi ha l'autorità per intervenire non riesce ad avviare urgenti ed efficaci misure di riduzione dei danni.

E' di qualche tempo fa la sentenza del Tribunale amministrativo regionale che accoglie il ricorso di una trentina di aziende agricole che si erano opposte a un provvedimento della Regione teso a limitare l'uso di concimi, soprattutto azotati, nel territorio della bassa pianura friulana, ritenuti responsabili di contribuire all'inquinamento delle acque della laguna di Grado e Marano.

Curiosa la motivazione della sentenza che gioca sull'equivoco evidenziato dalle aziende agricole: non solo loro inquinano ma anche le industrie affacciate sull'ambiente lagunare, salomonicamente, la corte non evidenziando responsabilità dimostrate se ne frega del dolo all'ambiente e burocraticamente bacchetta la Regione che non ha accertato con chiarezza le responsabilità.

Cornuta e mazziata, la Laguna eh!

Frattanto, al capezzale delle lagune da oltre 8 anni si affanna un Commissario ministeriale per il superamento delle emergenze ambientali, in uno strano clima, ben poco aderente a quel percorso di partecipazione e condivisione necessario.

Tutto ciò naturalmente mentre le dichiarazioni di amore per lo straordinario ambiente naturale delle lagune si sprecano fino a livelli ossessivi e possessivi, e questo preoccupa fortemente.

Un amore, si può ben dire, quasi soffocante.

Sembra un cappio!
La carta in foto mostra (i puntini e le linee più sono scuri più alto è l'apporto inquinante) tutte le fonti di inquinamento che si sversano nella Laguna di Grado e Marano

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20 giugno, 2011

La Graisana


Un fine settimana ricco di eventi.

L' Ausonia e La Società Grado Voga con il patrocinio del Comune organizzano per sabato 25 giugno e domenica 26 giugno la regata stagionale:

"La Graisana"

Sabato 25  inizieranno le competizioni veliche con la partenza da Trieste degli equipaggi che daranno vita ad una prima regata, la Trieste-Grado,  che saranno poi fra i protagonisti della regata di domenica. 

Domenica  26 si terrà alle ore 10.00 la “Gara de le Batele”, le tipiche imbarcazioni lagunari dei pescatori a fondo piatto, e la “Gara di Canoa Sprint”.  

Domenica 26 le grandi vele e le barche d’epoca daranno battaglia in mare aperto con partenza alle 13.00 per la

“Regata Open Graisana” e la “Regata Classic”.

Con partenza dal Mandracchio alle 12,00 sarà possibile assistere alla “Sfilata delle Vele al Terzo”, le imbarcazioni tipiche della laguna veneta.

Al termine delle premiazioni dei partecipanti alla “Graisana” la serata proseguirà alle 20:30 con la musica anni ‘70,’80  con i Liberovento e Capitan Jive .

Interessante sarà la:
Gara de le Batele
Domenica 26 – ore 10,00

Una regata suggestiva, organizzata dall’ Associazione Grado Voga e la Società Canottieri Ausonia, che ha per protagoniste le batele, le tradizionali barche a remi a fondo piatto utilizzate dai pescatori in laguna.
Una competizione coinvolgente sia per il pubblico, che potrà assistere alle varie fasi dalla Diga Nazario Sauro , sia per i regatanti, appartenenti ai rioni storici di Grado, che si cimenteranno nei 400 metri del campo di gara nell’antica arte della “voga”.
Le sfide, ad eliminazione diretta con recupero dei tempi migliori, si consumeranno con partenza simultanea delle due batele in opposta direzione: già a metà gara, passando sulla linea del traguardo, i primi distacchi si renderanno visibili al pubblico, mentre nella metà gara conclusiva si decideranno le sorti di ogni sfida.

Grado si anima.



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19 giugno, 2011

Lo Strumento Graisan - La Batela



La Barca e il remo sono per i graisani strumenti di vita --così Biagio Marin con le parole faceva un affresco dello strumento principe usato dai suoi compaesani.

La batela in effetti è stata per secoli lo strumento più semplice e più efficace dell'economia graisana.

E'tipica della laguna Graisana, derivata sicuramente dall'imbarcazione a due punte in uso nel Mare Adriatico di cui l'esempio più noto è la gondola veneziana, adattata alle esigenze dei bassi fondali lagunari e da un moto ondoso poco pronunciato proponendo il fondo piatto senza chiglia.
Si presta anche alla vela al terzo, qualche volta con un fiocco e timone maggiorato per servire anche da deriva.
Barche piccole e apparentemente insignificanti che sono sopravvissute ai mutamenti imposti dal progresso senza attirare l’attenzione pur meritandone non poca.
Attenzione che bisognerebbe manifestare proponendo un risveglio generale in materia di archeologia e etnografia nautica da parte di studiosi qualificati con incontri anche internazionali che si potrebbero tenere a Grado sede ben qualificata per accoglierli
.
Le batele si suddividono in vari tipi pensate per situazioni diverse:

Batela levagia: a fondo più covesso, fa meno attrito nel movimento e favorisce il disincagliamento dal fango;

Batela calagia: a fondo dritto, usata per lo più per la vela e quindi più usata in mare;

Batela de stiopeton
: usata per la caccia, alta al massimo 30 cm. per bassissimi fondali,
si usava un palo per la spinta oppure un remo corto detto "penola"

Batela de cana o de serà
: barca grande anche 9 metri usata per le canere e le cane de seragia;

Batela de siuri
: barca grande molto colorata e con le vele al terzo, provvista di sedili messi sul cavo de banda per turisti.

Lo schema de la batela "Nella" è tratto da un disegno tecnico rilevato da Mario Marzari (1978).
Lunghezza ft 492 cm, larghezza ff 155 cm, altezza m 42 cm.

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17 giugno, 2011

I pescatori e la rivoluzione


Mi ricordo di una serata, tanti anni fa, in mezzo al Golfo di Trieste, avrò avuto si e no 16 anni, ed ero in caiccio con mio padre a saccaleva.
Le lampade a gas ( i ferali) illuminavano a giorno la superficie del mare ed io con la pustia pescavo calamari soto al feral e contemporaneamente controllavo i banchi di pesce che si avvicinavano alla barca attirati dalla luce, dando così un po di tregua al mio papà che poteva riposare.

Ad un certo punto, erano anni di discorsi rivoluzionari ed io ero uno studente ad Udine, ho chiesto al mio papà, che si era svegliato, come mai non avesse scelto una carriera da impiegato, con i timbri, le matite, le penne biro le impiegate da guardare sotto la scrivania, lui serio serio, me lo ricordo bene, mi fa:

in uficio va solo i democristiani, noltri 'ndemo in mar, se t'ha de fa la rivolussion du devi 'vè i cali grossi su le mane.

Io non dissi nulla ma da quella volta sta storia della rivoluzione mi è andata un po di traverso, il fatto di doverla aspettare e di farsi venire i calli sulle mani mi rompe un po le palle.

Comunque, non contento, a casa ho chiesto anche a mio nonno come mai non avesse scelto di fare l'impiegato, la reazione fu sorprendente.

tu son mato - mi disse - noi pescatori siamo le persone più fortunate del mondo, si è vero prendiamo freddo e ci bagnamo continuamente con dolori in tutto il corpo, ma tu vol mete, possiamo scorezà quando ci pare e piace, tanto in mar cu tu vol che te senta.

Avrei voluto farmi subito la tessera della Democrazia Cristiana, invece eccomi qua "in mar e scorezo liberamente".
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16 giugno, 2011

Orma in Palù





Paluo,

fango nuo e cruo.

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15 giugno, 2011

Internet-La comunicazione democratica


In questi giorni dove le spallate alle prepotenze si susseguivano, mentre cresceva l'entusiasmo in rete risvegliando coscienze sopite, è giusto domandarsi che effetto che fa.

La Rete sposta voti? Me lo sto chiedendo da tempo.

La domanda non è un granchè e suona stupida se posta, come sta accadendo in questi giorni, dai giornali tradizionali.
Cioè da quelli per cui la Rete è stata, fino a ieri, poco più che un grande Hacker Bazar pieno di morbosità da mostrare al prossimo tra lo scandalizzato e il complice.

Se il buonsenso ci dice che è ragionevole pensare che la Rete produce consenso elettorale trovo precipitoso chiedersi subito “quanto?”.

Perché non basta scoprire la rete e usarla un po’ per “sapere come si usa la rete”.

L’errore sta nell’enunciazione e nel pensiero.
Nell’idea che tu pensi una campagna e la lanci e la rete te la circola e diffonde. Non è così.
Il prodotto che lanci è come una spugna in mare, mentre sta a mare si carica dei significati degli altri, e la tua “lezione” si gonfia o sgonfia a seconda del messaggio.

Il fatto è che o “sei” la rete o non “sai usarla”. E anche a quel punto puoi ancora sbagliare: perché poi la rete è il modo di passarci e condividere informazione.

Se l’informazione e la politica che ci diciamo non funziona, non piace, non arriva al cuore e non muove l’anima, la rete non le darà vita, la rete è neutrale.
Ma funziona.

La rete è una cultura:

Questa cultura che è la rete, che esiste da 20 anni e i cui portatori sono stati a lungo sbeffeggiati e derisi come mezze seghe intente a giocare col computer, questa cultura è poi un modo di essere, di vivere, di stare al mondo.

E’ la prima volta che la libertà di espressione (e di consumo e di lettura e di essere) è a disposizione di ogni individuo.

Oggi ogni business e potere costituito ha da tremarne.
Sono di oggi le reazioni scomposte di un ministro e un alto dirigente PDL.
Comunque da noi a Grado ha funzionato e continua a funzionare.
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14 giugno, 2011

Just back from AntiguA


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13 giugno, 2011

Il caso "Sbrissa al Bisato" e le norme-Un brutto inizio



Lettera di Paolo Busdon
Le norme sono fatte per essere rispettate. A dir la verità in questa pratica noi italiani non siamo proprio dei campioni perché, troppo spesso, consideriamo le regole un impedimento al raggiungimento dei nostri scopi personali.

Andiamo per ordine.

Vi siete mai chiesti perché si chiamano norme? Perché sono delle enunciazioni volte a dettare dei comportamenti condivisi secondo valori presenti all’interno di un gruppo sociale e pertanto definiti “normali”. Sono, in sostanza, regole finalizzate a dettare comportamenti degli appartenenti ad un gruppo, per assicurare la sua sopravvivenza prefiggendosi il raggiungimento di “fini ritenuti preminenti”. E’ evidente, quindi, che le norme debbano avere un carattere dinamico legato appunto alle mutazioni del contesto sociale e del sentire comune che, mutando nel tempo, può presentare sensibilità diverse rispetto a specifici argomenti. A voler fare esempi estremi, rileviamo che fino al 1948 in Italia c’era una norma che consentiva la pena di morte, pratica ora ritenuta non solo sbagliata ma addirittura inaccettabile.

In questo panorama evolutivo va inserita pure la norma comunale che non consente di effettuare le riprese in Consiglio Comunale. Non mi addentro nell’analisi del perché una simile regola fosse stata introdotta, mi limito a rilevare che “fini collettivi” ritenuti ora preminenti (trasparenza in primo luogo) la fanno diventare “non normale” perdendo quella caratteristica che, almeno dal punto di vista semantico, le assegnava dignità di regola condivisa.

Questo cosa significa, che quando riteniamo una “norma” superata non siamo tenuti a rispettarla? Certo che no! È necessario in questo caso attivare un iter legislativo che consenta di individuare altre regole condivise per cambiare le norme obsolete con delle nuove.

Relativamente alle disposizioni comunali che non consentono di effettuare riprese e registrazioni in Consiglio, l’iter per il loro cambiamento è iniziato circa un anno fa per volontà dell’attuale maggioranza (allora opposizione) che ha preteso, con una forte presa di posizione, che fosse videoripreso da un “soggetto privato” (Maricchio Sandro) quello che è stato l’ultimo consiglio comunale dell’era Olivotto.

Cosa è successo quindi?

Il regolamento non è stato cambiato ma, la massima assise cittadina (quella che ha il potere di cambiare le regole), ha concesso una “deroga” iniziando di fatto un percorso che non poteva che concludersi con l’adozione di un nuovo regolamento. Perché, altrimenti, che senso avrebbe avuto una deroga “una tantum” su questo argomento? Infatti nel consiglio comunale successivo, il primo dell’era Maricchio (Edoardo), è stata rinnovata questa deroga per consentire le riprese, consolidando “de facto” questo regime transitorio in attesa della sua naturale conclusione in sede legislativa.

Prova ne è che il neo eletto Sindaco, il giorno dopo la sua elezione ha dichiarato al giornale il Piccolo: “immediata modifica dello statuto comunale relativamente alle autorizzazioni per le riprese televisive e le fotografie che da più di qualche anno erano vietate, salvo qualche deroga concessa di volta in volta su votazione del consiglio. Maricchio intende autorizzare tutti i media a svolgere il loro servizio liberamente per dimostrare sin dall’inizio la trasparenza del suo mandato. Tutti devono poter sapere e conoscere quanto avviene nel palazzo.”

Al secondo consiglio comunale, invece, questo iter riformatore si interrompe e “tutti” i membri presenti della attuale maggioranza decidono di vietare le riprese dei consigli comunali interrompendo la fase di transizione prima ricordata; attuale maggioranza che, ricordiamo ancora, era animata dai migliori intenti di trasparenza, quando stava in minoranza, mentre ora avrebbe dovuto concretizzare immediatamente tali propositi in un nuovo regolamento comunale.

Ma perché questo repentino cambio di posizione? Lo ha spiegato bene il consigliere Zanetti in Consiglio Comunale il quale, pur risultando l’ultimo degli eletti per quantità di voti ricevuti, è il Capogruppo, cioè il portavoce della maggioranza:

“Che Sbrissa ‘l Bisato possa, come elemento soggettivo, venire qui dentro (a riprendere) e poi commentare a suo piacimento è completamente ingiusto, ….. per cui “NOI” siamo assolutamente contrari a cambiare il regolamento comunale”.


Il capogruppo che si esprime con un “NOI siamo contrari..”, non contraddetto o corretto, parla anche per conto di Elisa Polo, Andrea Felluga, Emiliano Gordini, Giambattista Di Mercurio, Riccardo Ronchiato, Flavio Troian, Sergio Camuffo e Silvano De Monte, chiarendo che tutti sono contrari a modificare il Regolamento Comunale. Anche il Sindaco Edoardo Maricchio votando con la sua maggioranza contraddice le dichiarazioni rese solo venti giorni prima.

Un improvviso e brusco cambio di direzione dettato dal fatto che alla maggioranza non piace che le persone “commentino a proprio piacimento”.

Non sottolineo la stortura dal punto di vista della visione democratica che lorsignori hanno, sarà oggetto di altre riflessioni, volevo solamente far comprendere il quadro di insieme che ci propongono e quali sono i principi che li ispirano per l’amministrazione del paese.

Ricordavo all’inizio il significato lessicale della parola “norma”. Nella sostanza però, la norma, oltre ad altre peculiarità, deve possedere caratteri di “astrattezza” e di “generalità” in quanto non può essere preso in considerazione un caso singolo e specifico, ma deve prevedere e regolare situazioni generali ed ipotetiche. Questi Signori, invece, oltre a esibire un insufficiente livello di percezione delle regole democratiche, dimostrano una attenzione, non tanto a garantire i principi che ho sopra esposto, ma a fatti personali o ripicche nei confronti di chi non la pensa o non dice ciò che a loro comoda.

Davvero un brutto inizio!
Paolo Busdon
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La Madonna Mora



Per completare la descrizione di una delle piazzette più caratteristiche del Castrum, tra Campiello Tonegazzo e Calle Degrassi - "In Piasseta" c'è un' icona della Madonna detta la "Madonna Mora" -in foto-, come detto nel post Le Vergini la Piazzetta è stata modificata intorno alla metà del 1800 con la costruzione di una bassa casetta che ne ha modificato l' aspetto ma le case interessanti in Campiello sono due:
una la Casa dei Fumi e l'altra la casa con l'icona della Madonna.

I vecchi dicono che quella casa ospitava un convento di suore che confinava con un convento di frati, spariti i frati rimasero solo le suore.
Nei lavori di ristrutturazione della casa corrono voci che vi sia stato trovato incassato tra i muri un Cristo, e qualche sussurro più sommesso parla di un tesoro.

Per noi il vero tesoro è l' icona della Madonna che è sicuramente antica e riconferma la fede incrollabile nella Santa Vergine dei gradesi.

UPDATE

A completare il post ci pensa un commento di Bruno Scaramuzza su faceboo che ci da con chiarezza la location degli edifici e dei loro proprietari:

Piasseta gera un mondo de maranguni. Veghemo ben. La casa de la Madona Mora la gera dii Fumuli, maranguni vignui da Malisana, 'na casa però fitagia a no sè cu (frati, muneghe o gargun dize anche abrei, propio no' sè 'ndola nasse sta storia). La casa in parte, quela dita dii Fumi, a quel tenpo la gera de 'l mistro marangon Balsamin Scaramuzza (ramo dii Massagati), a piano tera la botega. Balsamin 'l ha solo màmole e una se marìa con Zuane Gaddi, 'l primo dii Gaddi, emiliani de proveniensa, che nasse a Gravo e anche elo marangon, avo dii Gaddi calafai. La caseta co' un picolo cortivo de Cesare Camufo la feva duto un co' le do sove case che deva su 'l portisin (no' incora porto pre bragossi e trabaculi, ma solo per batele) indola 'l nostro 'l veva 'l sovo squero. In parte dii Camufi gera la casa dii Gussoni, nianche dì, anche ili maranguni, ma la sova botega la gera in Savial. Finisso recordando che Cesare Camufo 'l gera marìao co' 'na màmola Degrassi forsi cognussua propio in quela contrà.


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12 giugno, 2011

Va Gravo va

Bellissima presentazione del Festival della Canzone del 1999, pubblicata da Darione (Yeah) Lauto su YouTube e vista da pochissimi.

ZE al spirto de Gravo e dei Graisani.

Emozionante!

Bravo Dario a non disperdere queste cose, così intime di noi graisani.
Un grande bravo con abbraccio emozionato a chi ha girato e montato il video.


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11 giugno, 2011

L' Acqua e Referendum


Mi ero ripromesso di non "basilà" del Municipio almeno fino alla fine dell'estate, perchè mi pare giusto dare tempo di conoscenza dei problemi sul terreno e la relativa preparazione per affrontarli alla nuova Giunta Comunale, però:

L' acqua per Grado è un problema particolare che ha coinvolto la nostra gente per secoli dovendo o bersi l'acqua amarognola filtrata dalla sabbia alle "Fontane", o quella della cisterna con lo scarico del "'ngorne" o a rischio fisico andare in "batelon" ad Aquileia con le botti, tutto cambiò nel 1900 quando con la determinazione di un Sindaco - Giacomo Marchesini - e con i soldi dei cittadini fu scavato il primo pozzo artesiano in Piazza del Lavatoio (ora Donatori di Sangue) quindi per noi gradesi l'acqua può essere solo pubblica, ma:

Il consiglio Comunale di ieri ha bocciato con un sonoro NO! la proposta presentata dall' opposizione per un impegno formale verso il SI e al sostegno del Referendum del 12/13 giugno, per un impegno dell'Amministrazione al mantenimento della gestione pubblica dell'acqua e alla promozione sul territorio di una campagna di sensibilizzazione contro gli sprechi a cominciare dalle scuole,
hanno votato NO al buon senso NO al bene pubblico e ne fanno una questione politica, ma la Politica non si beve non lava, come si fa a dire sono un pubblico amministratore se non fai cose a vantaggio del pubblico.

E' perfino imbarazzante parlarne e quindi lascio commentare la faccenda ad un amico di penna che ha scritto su Faccibu:

"Importante, che col referendum, l'acqua la resti publica, perchè se à visto che induti i pusti, n'dola che la ze stagia privatisagia, l'acqua la costa mundi ma mundi de più.Dunque per la legge de trassinamento bisogna votà:SI,SI,SI,SI,capìo? Intanto che scrivevo ste poche righe, là del giardìn dii marinai sul porto, ze rivagia la banda pe l'aniversario de la Marina. Ze un gusto sintili sonà, i fa alegria, e pò riesso a imaginame, comò che doveva esse, quando che i à catao l'acua nel 1900, anche quela volta deve esse stao mundi festa e mundi alegria e feste e bande, perchè no serviva più n'da a to l'acqua in Friùl, o spetà che piovessa pe fa riserva: gera un gran avenimento per al turismo!"

Ma siamo pazzi? non siamo mica a portare l'acqua col passapasta!
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10 giugno, 2011

I Sogni di Nevio Scaramuzza






Volaravo smete de sognà inutilmente, he deciso de contà sti sogni e tacai un dibatito costrutivo per vignì fora del torgolo.

Grazie Enio - da Nevio e i sovi sogni

L’isola del Sole e della Cultura.

Passate le tornate elettorali salutiamo il nuovo governo cittadino, al quale riserviamo la nostra attenzione. Stare alla finestra ed osservare le evoluzioni del mondo metafisico è pregnante, ma il libero pensiero veleggia e le riflessioni che ne escono pongono in primo piano la cultura del nostro paese, magari per arginare il vuoto che incombe. Con lo specchietto retrovisore osserviamo i mitici anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso, anni che hanno segnato un boom di iniziative tali da far scoprire una spiccata vocazione turistica dell’isola, magari a volte disordinata. Gli alberghi sostenevano un importante ruolo nell’economia cittadina. L’offerta, insomma, era adeguata alle aspettative del turismo di quel tempo, Grado era meta di illustri personaggi, solo per citare qualche esempio: Ippolito Nievo (Le Maghe di Grado)nel ’800 , Maria Callas (Medea, cinema, laguna), nel ‘900, con Pier Paolo Pasolini e la settimana del cinema muto, e le anteprime al Cinema Cristallo dei lungometraggi firmati P.P.P. Arte e sport legati ad un granello di sabbia, musica e serate magiche riempivano il soggiorno d’incanto, dopo il tramonto e fino alle “ore piccole” al cinema o al lume di candela, allietata dalla musica, l’operetta….. il tutto dentro lo scrigno dell’Isola d’Oro. La velocità del quotidiano stordisce, quello che appartiene a ieri si perde nell’oggi usa e getta mentre, il presente è già futuro. “Ritorna e riscopri Grado” potrebbe essere il titolo e lo slogan delle azioni, che da subito si devono intraprendere. Soffriamo nel vedere Grado schiaffeggiata che lamenta anni di immobilismo. Appena però si fanno avanti proposte concrete gli ostacoli, a livello di consenso o pettegolezzo, senza valore aggiunto, proliferano.
Prima di fare i conti nelle tasche altrui, rendiamoci disponibili a coniugare le nostre esigenze di comunità con le possibili iniziative, sostenendo a livello di opinione pubblica, detto confronto alla luce del sole. Rivolgiamo l’invito agli imprenditori di pubblicizzare le loro idee sull’utilizzo del territorio, specialmente sui metri cubi edificabili e sull’impatto ambientale. La nostra progenie ha operato delle scelte colmando valli da pesca per esigenze di sviluppo e di lavoro (il Fossalon e la Valle ex Cavarera con la Sacca) tranne il Fossalon le altre bonifiche sono rimaste pressoché sulla carta per mancanza di mezzi, che oggi sembrano disponibili. Pensiamo di vendere l’anima se offriamo il consenso, a ragion veduta, alle iniziative capaci di ricadute sull’occupazione, la casa, l’economia in generale particolarmente quella turistica?
Ma se il privato è fermo, speriamo provvisoriamente, il pubblico non brilla per efficacia. Spese fuori di testa intorno alla Julia Felix, esiste e resiste ancora?, mentre il “museo del mare”, quel mare che sa meglio degli umani conservare i suoi tesori. (Il museo, opera incompiuta è una struttura pressoché vuota che in caso di pioggia affonda con l'intera via dei Provveditori. A Venezia per “l’acqua alta” vengono allestite le passerelle, in quella via l’acqua alta da decenni sconta solo promesse.

Se il pubblico non ce la fa a completare quanto da lustri iniziato, apriamo al privato. Pensiamo alle realtà edilizie di proprietà comunale affacciate sul golfo. Lungo la diga si affacciano: la Biblioteca Civica (per il momento i lavori sono fermi per mancanza di fondi) la casa del poeta Biagio Marin (proposta, rifiutata dagli amministratori pubblici, di cessione del manufatto per dedicarla all’universalità della poesia) Luoghi dove la fondazione e gli “studi mariniani”, sorretta, finché ne avrà energia, dalla prof.ssa Serra potrebbe diventare la sede permanente per la nobile attività culturale. La “casa della musica” bella in cartolina e vuota dentro. L'obiettivo complessivo? Riconquistare il mercato del turismo di qualità, aprire ai media ed invertire la tendenza di confidare nel sole d’estate e nei fine settimana di sano pendolarismo. Si apra un dibattito e si passi all’immediata azione affidando l'incarico a figure rappresentative del mondo culturale. Insomma: - la nave romana, il brigantino della battaglia di Grado dei primi dell’800, in fondo al mar, il Lapidarium esterno alla Basilica di S. Eufemia, Il Museo nell’ex Canonica, la “Casa della Musica”, i resti musivi della chiesa paleocristiana, Il Cinema Cristallo, potrebbero diventare i contenitori della nostra cultura. Spazi dedicati all’Università della terza età, al teatro, alla banda cittadina, alle associazioni culturali, all’arte in mostra e via esemplificando e, nel contempo, offrire un contributo al turismo, economicamente supportabile anche quando il sole a letto presto se ne va. La sfida è aperta, graisani!


Nevio Scaramuzza con il gruppo degli amici “tra sogno e realtà”
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09 giugno, 2011

Parole




Magia de le parole,
signi morti,
da 'ndola sufia
al vento de la vita.

Ma le parole comò i ovi
le deve esse tratae co amor
una volta rote
ze impossibile giustale

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08 giugno, 2011

Nico Gaddi in Mostra a Cormons





Caro Ennio, mi ripropongo con una nuova mostra  presso la sala civica di Cormòns, inaugurazione giovedi 16 giugno, ore 18.30

L' arte del revoco

30 foto virate seppia cm 100 x 100, alcune sculture in pietra pomice e altre in legno

presenta:  Roberto Covaz,

Nevio Scaramuzza leggerà poesie di Mauro Marchesan,

accompagnerà con il piano maria rosa pozzi e al flauto monica finco.

Quando te digo che Gravo se per pochi.....

per pode mostra la roba più bella che vemo:  al palù,

 me toca anda senpre fora.

Insieme co me i graisani de palù i vini de Sturm el ristorante la darsena  de luca patruno

ciao ennio

 grasie Nico  Gaddi
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07 giugno, 2011

Festa dei Bambini- fine anno scolastico


Sono ridiventato bambino, per un' ora di fila sono stato a bocca aperta a sentire musica e ad ascoltare parole lette con cognizione dai bambini della Scuola Elementare "Dante Alighieri" di Grado.

Con lo spettacolo di fine anno scolastico ci hanno tenuto una lezione su un argomento serio come il riciclo dei rifiuti e il loro riutilizzo.

Divertendosi e divertendo noi, mamme papà nonni e nonne e parentao duto ci hanno dimostrando con i fatti che vogliono essere cittadini migliori di noi applicando alla vita norme di comportamento e di educazione che ci sono sconosciute ma che loro vogliono conoscere ed applicare.

Bello, bello - ho visto la mia nipotina ballare all' unisono con tutti i suoi compagni e poi serissima dirci che le lattine si possono riciclare e non si buttano sui prati.

Complimenti alle maestre (mi perdonino se uso termini antiquati) che con grande pazienza hanno allestito uno spettacolo veramente coinvolgente e che serve a far riflettere anche gli adulti.

I bimbi non sono una cambiale in scadenza sono un' investimento doveroso, sono il nostro futuro e con la loro spontaneità e leggerezza riescono a penetrare i nostri cuori sempre, lanciando messaggi d'amore.

Cantavano in coro "non buttateci via".

Grande verità!
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06 giugno, 2011

La scomparsa dei "corcai" dal Picolo Nio


Da studi demografici attendibili risulta che entro il 2050 i gradesi autoctoni scompariranno del tutto o comunque diventeranno numericamente inferiori ai "foresti".

Già ora il dialetto è in completa defaillance (termine derivato dagli occupanti francesi), è parlato interlacciato con termini in lingua o addirittura inglesi (a ricordo del rogo del Comun) ed è destinato a corrompersi sempre più visto che le mamme ne fanno pochi di pargoletti e, da quei pochi, pretendono la parlata in lingua.

Qualcuno tenta ancora di difenderlo o perlomeno ricordarlo ma è sempre più complicato per le interferenze triestine e friulane nella parlata comune.

Fatto sta che, dopo la migrazione forzata di quasi 1000 nostri concittadini verso i comuni limitrofi causa i prezzi inavvicinabili degli immobili a Grado, l' età media si è alzata di colpo e quelli che possono dire "nato a Grado" ormai sono ben pochi.

Finirà che Grado antica e anche la storia della nostra infanzia saranno oggetto di studi di antropologia (a proposito ho collaborato con una ragazza veneziana che ha fatto una tesi di laurea sull'antropologia gradese) e di etnologia che faranno ricostruzioni ardite e fantasiose sulla vita sociale e culturale degli abitanti di questo lembo de "sabion" strappato al mare e abitato all'epoca da protoveneti romanizzati.

Diventeremo fantasmi, ricordi, memorie; a questo punto sarebbe bene, seguendo l'idea in corso a Venezia raccogliere il DNA dei pochi rimasti per eventualmente clonarli in futuro.

"Cussì i corcali i sparirà dal sovo Picolo Nio e restarà solo al guano"
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05 giugno, 2011

Referendum - Si ssi


E' importante andare a votare i Referendum, è importante anche, per raggiungere il quorum del 51%, portare a votare i propri congiunti comprese le mamme e le nonne.

A tale proposito ho elaborato una semplice strategia, stampatevi l'immagine che ho pubblicato, (vedi foto) e dategliela ai vostri parenti più anziani in modo che si ricordino di votare quattro SI. SI-SI-SI-SI

Mi raccommando però che non scrivano SISSI sulle schede.

Il motivo principale per cui io mi recherò alle urne, è quello di politicizzare il mio voto, stando bene attento a votare per prima la scheda di colore verde chiaro, quella che in pratica serve ad abolire l’onta del legittimo impedimento.
Il "legittimo impedimento" garantito a un personaggio importante è un diritto in meno per i cittadini che non sono più uguali.

Dopo di che prenderò le schede una a una, stando attento a non sovrapporle, e farò una ics sui 3 sì rimanenti, sia per i due quesiti inerenti l’acqua, che quello sul nucleare.
Lo farò con estrema tranquillità, proprio come se fossi uno studente che va tranquillo al compito in classe, perché sa già le risposte.

La ragione fondamentale per partecipare al referendum è esercitare il potere di decidere dato ai cittadini su questioni essenziali che possono condizionare il futuro dei nostri figli.
Rinunciarvi è un delitto contro la democrazia .
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04 giugno, 2011

The Artic Light

The Arctic Light from TSO Photography on Vimeo.




The Arctic Light riprende un fenomeno naturale che si verifica due o quattro settimane prima del Sole di Mezzanotte, il fotografo che l’ha realizzato è Mr. TSO.

“Il tramonto e l’alba sono collegati in un unico magnifico spettacolo di colori e luci che dura da 8 a 12 ore. Poi il sole va appena dietro l’orizzonte prima di ritornare su. E’ la luce più colorata che io conosca e la ragione principale per cui sono andato lassù negli ultimi quattro anni nello stesso identico periodo dell’anno, per fotografare tutto.
Il video è composto da immagini realizzate tra il 29 aprile e i 10 maggio nell’Artico, sull’arcipelago Lofoten, in Norvegia”.

Da Gizmodo usa
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Studio sui consumi informativi


A proposito di informazione in Rete e sull' impatto che ha sull'opinione pubblica è interessante lo studio annuale sui consumi informativi online commissionato da Liquida, pubblicato da Human Highway

Il lavoro è molto interessante, il contenuto, per conto mio, vagamente deprimente.

Gli italiani non amano molto l’informazione online, la condividono poco, leggono le fonti alternative ma si lamentano per la scarsa qualità, appena hanno notizie di una emergenza informativa accendono il televisore o, se decidono di informarsi in rete, in un caso su tre cercano su Google.

Facebook poi è il luogo della rete di molti ma non sembra aver aumentato il desiderio delle persone di accedere alle notizie c' è una grande dispersione di informazione casuale che affonda velocemente nel mare magnum del Social Network, insomma una grande chiacchericcio.
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02 giugno, 2011

Le Vergini - Vergene


Camminando per le cube come al solito con il naso all'insù, mi sono fermato in Campiello Tonegazzo, per capire presso la sede dei Portatori della Madonna, a guardare e far una foto della Madonna Mora, un' icona venerata da tutta la contrada fin dai tempi antichi.

Per capirne meglio l'origine ho fatto un po di ricerca e mi sono imbattuto nello schizzo, che vedete in foto, dell' Ing Vigilio De Grassi che mostra una piazzetta che non ha riscontro con la realtà in quanto una casetta occupa attualmente metà di quella che era la piazza di un tempo, oltre a ciò ho trovato, e ciò ha destato ancor più il mio interesse, tracce di un'icona che non c'è più dipinta sul muro di una casa di Calle Degrassi al n°4, alla fine del Campiello, tale icona rappresentava pare 4 sacre vergini che trovano riscontro nella tradizione clericale aquileiese.

L'affresco scompare , i ha dao una man de bianco, pare intorno al 1914 su decisione delle autorità austriache che vollero eliminare il "feral" che serviva per l'illuminazione dell' icona per timore di segnali segreti per l'irredentismo dilagante.

Pare che le Vergini fossero state dipinte come ex-voto da una famiglia Marchesan (Doturi) per lo scampato pericolo in un ritorno burrascoso da Aquileia dove si erano recati per caricare acqua potabile, durante la tempesta ai vogatori del "batelon" apparvero le Vergini e improvvisamente tutto si fermò consentendo il rientro a Grado senza pericoli.

"Le Vergene gera belitissime zovene, vissue al tenpo de i Romani. Ma in quii ani i gera mundi cativi, massime co i cristiani che se no i feva comò che voleva ili, i li meteva in person, li copeva e i feva strasse. Poviriti"

Questo il commento della Vecia Pasta incaricata della conservazione delle icone del circondario.

Ciò dimostra la spiccata propensione gradese per il culto della Vergine a cui ci si rivolge sempre in caso di pericolo.

La foto odierna della casa che ospitava l'affresco scomparso, se guardate bene c'è ancora il robusto chiodo che sosteneva il Feral

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01 giugno, 2011

Lunario di Giugno






La proposta del lunario di giugno è una bella poesia, più un atto d'amore di Aldo Tognon alla nostra Grado.






Gravo

'Ndola che 'l aqua dolse la se fà amara
ze quatro dossi de sabion, fango e caneo,
ma duto 'ntorno mar e un sielo azuro
co' nuoli bianchi sparnissài che vaga torzio,
e in meso 'l verde e 'l sbrufo de le cane
una caressa fresca: bava lisiera ...

El sol no 'l se sparagna de 'ste parte,
'che 'l bate drito e forte: una brusera ...
ma quando 'l fogo de 'l tramonto 'l se destua
alora duto se queta, se riposa,
e i ragi ciari de la lume che ze in sielo
i 'lumina 'sto fior pusao su 'l mar.


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