Cerca nel blog

31 ottobre, 2016

Vece case



Grande slide di foto di Gravo de una volta   edite da Lorenzo Boemo con: 
Gianna Fumolo che legge Biagio Marin
Share/Bookmark

29 ottobre, 2016

Acqua Granda



Ho   sempre ritenuto questo spazio Web a disposizione, nei limiti, di chi lo volesse, l' occasione si è presentata  molte volte e regolarmente ho proposto idee, scritti video di altri.
Sono contento di poter fare lo stesso con una new entry Mario Corbatto che mi segue e commenta da tempo e oggi mi manda questa sua Poesia.
Grazie a Te Mario.


Ciao Ennio, ormai semo in autuno inoltrao, tempo de scrimisi, calighi,sirocai...
E de qua un pochi de giurni xè 50 ani da quela che xè stagia l'aluvion più bruta, almeno per cu che à i ani che vemo noltri, quela del 4 novembre del '66: Firense, Venessia, Latisana per restà in Friul, e la peso aqua alta qua a Gravo.

Te mando una roba che é scrito garghe ano fa;
Per intanto, stame ben
ciao Mario Corbatto
Aqua granda
 
Per duta la note
forte veva sufiào al siroco,
cò sighi che feva paura,
e piova tanta, comò prima
no se veva mai sintìo.
Dopo, 'pena fato ciaro,
al mar, passào i moli,
al veva coverto al paese.
Ma per noltri mamuli
gera comò una festa:
no ne pareva vero
de 'ndà per strada
cò l'aqua 'pena soto i genugi,
e vevemo sparagnào
anche un giorno de scuola.
 
Ma ristìe grande comò case
e nuoli niri duto intorno
i feva savè che al maltempo
finìo no'l gera ancora.
Soto sera al vento
al veva girào
e l'aqua finalmente
la veva scuminsiào a calà.
E cò l'aqua anche la paura.
Intaldoman i signi:
sabion e aleghe perduto,
tochi de repari portai via,
spiage devastae piene de ligni.
I grandi, sconsolai,
i vardeva i malani.
 
Dicembre 2008

Share/Bookmark

28 ottobre, 2016

Ad Alice e a i suoi 12 anni

Non c'è nessun mare
profondo come il cielo
 

non c'è nessun amore
profondo come quello dei nonni


































La     mia nipotina in foto (amore di cuccioli) compie 12 anni a lei questo augurio-potpourri di parole in graisan.

Ad Alice e a i suoi 12 anni  

Tu son un bocolo de fior
picola  graisana
un bocolo de rosa profumagia ,
 un masso de fiuri
un dono per me.
Te sento ‘dosso comò 
I Schissi de mar
I Schissi de ristie,
Polvere de luse, de culuri,
Profumo de salmastro e mile fiuri,
Sussuro de vosusse
Un eterno rie . . .

Nonno Ennio



Share/Bookmark

27 ottobre, 2016

Iulia Felix sotto spirito

Non potranno mentire in eterno.
Dovranno pur rispondere,
prima o poi,
alla ragione con la ragione,
alle idee con le idee,...
P.P.Pasolini



La povera Iulia Felix no i vol mostranela, ma grazie al lavoro del dott. Dario Gaddi e del sovo socio e collega vemo una copia soto spirito.

Eccola:





















Comandantis xe sirocum
vento e ondis aumentavis,
mundi acqua se imbarcavis
pé 'ndà a fundi manca poc.

In sintina rematorum,
pienis acqua, brontolorum
consiliabis che la navis
drita in seco de portà."

Ma un ondatis gigantorum
afondavis quela navis,
da Netunus bronbolurum
zente e cargo duti là.

Nel silensium milenarium,
quela nave "Iulia Felix"
xe 'na fonfa testimonis
de romanis civiltà.

Giovanni Trombai Grigolon

Share/Bookmark

26 ottobre, 2016

Si dice...Si dice che...



Oggi va di gran moda il "gossip",  il pettegolezzo fatto e strafatto ti perseguita, te lo trovi tra i piedi ovunque tu sia, è una persecuzione fatta  con tutti i mezzi di comunicazione di massa odierni, ma un tempo?

A Grado la via più praticata per "le ciacole"  era Stralonga, la Cuba centrale che attraversa il Castrum da Nord a Sud partendo da Cul de Muro per arrivare a Piazza della Corte (poi della Vittoria, poi B.Marin);
  il decumano dei romani  gera 'l vial de i nostri veci...100 ani fa 
 le nostre donne vecchie e giovani del tempo nascoste dietro le gelosie dei barcuni o sedute sugli scagni, fuori della porta di casa, rigorosamente in nero, tagliavano a fette il prossimo con le ciacole.

Il tutto avveniva in modo fulmineo si cominciava con una chicca di novità a sud, trenta secondi dopo con il passaparola (più veloce di internet e dei socialnetwork) la notizia era giunta a nord, commentata e stravolta.

Io, per un periodo, ero convinto che avessero la radio per comunicare tanto era veloce il fenomeno.

Ma a dire il vero le maldicenze fanno ormai parte del nostro modo di essere, le dai per scontate, e poi alla fine la fonte non è mai certa, il pensiero è diffuso, insomma ti costruisce una reputazione nel bene o nel male diventando un'arma pacifica e socializzante.

Insomma "si dice...si dice che..." in fondo sono solo parole. 

Anche se qualche volta le parole possono far un gran male.
Share/Bookmark

25 ottobre, 2016

La Veciaia



Un    post che mi dedico, e che fotografa questa fase della  vita, con questa mia poesia  dedicata anche ai tanti amici che come me passeggiano sulla riva degli anni pensando a ritroso ma guardando comunque ancora avanti.



Veciaia

Stago entrando in veciaia
 in ponta de pie,
passo dopo passo, 
sui dossi de la vita,
 tra onde picole che riva.

Davanti a me, l’ albero de la vita.
E pian, co un poco de timor,
 vardo verso al tempo passao,
no posso negà che me vien de tirà
 un sospiro de solievo,
quel che ze stao ze stao,
camino sensa premura
e vego giurni futuri.

La diression no ze avara de curve
la lontanansa no fa più mal
no pol esse fermao 
al spirto che ha roto le cadene.

No te pol esse cavao 
quel che tu ha dao
te resta ancora gocce de vita
tu speri de vivele in pase, senza fine.



Share/Bookmark

24 ottobre, 2016

Non gettate rifiuti in Mare



Ho   letto con attenzione ieri della maleducazione diffusa nel deposito dei rifiuti per cui i cassonetti non sono mai a sufficienza per ovviare alla diseducazione civica imperante degli utenti, in primis di quelli più interessati ad un' immagine quanto più efficiente del nostro Paesello.

C' è anche da rimarcare anche la diseducazione di tutti sul rapporto tra mare e rifiuti.

A tale proposito ho letto ci sia stata un'iniziativa catalana (Barcellona) con diffusione di avvisi e convegni per tentare di ovviare alla maleducazione del pubblico nel rapporto mare e rifiuti.

Speriamo che queste iniziative siano l'inizio per un nuovo rapporto con il mare e la gente. 


Tu butti qualcosa in mare, e il mare (dopo un tempo imprecisato e imprecisabile) te lo restituisce lavorato, finito, levigato, lucido o opaco secondo il materiale, e anche bagnato perche' così i colori sono piu' vivaci.

Talvolta, pero', arrivano in spiaggia statue fatte e finite.


"La storia di Grado vede l'arrivo dal mare della statua della Madonna di Barbana", ma non è l'unica, diverse città marinare hanno una storia simile e , non a caso, in quelle citta' rivierasche, ancora oggi le processioni si fanno in barca.

A chi appartengono gli oggetti trasportati sulla battigia?
 "Non a chi li trova
il Codice della Navigazione italiano dice che entro 3 giorni vanno consegnati alla piu' vicina Capitaneria di Porto, che dirama un avviso di ritrovamento. 

Dopo 6 mesi senza che nessuno lo reclami, l'oggetto sara' venduto all'asta". 

Ma non e' tutto.
Spesso il mare restituisce al mittente una montagna di rifiuti, per l'80% provenienti da terra. 

Secondo l'Onu, sono quasi 40 milioni le tonnellate di rifiuti solidi che ogni anno si riversano nel Mediterraneo. 

Ma la situazione e' a rischio in tutto il mondo: 
seguendo la North Pacific Subtropical Gyre, una corrente oceanica che si muove a spirale nell'oceano Pacifico, gli scienziati hanno notato che dagli anni '50 trasporta con se' un vortice di rifiuti, il Pacific Trash Vortex
In esso si convogliano i rifiuti plastici dell'oceano che si depositano in un'isola di plastica del diametro di 2.500 km (poco piu' della distanza Milano-Mosca), profonda 30 metri e con una massa di 3,5 milioni di tonnellate.

Buttare rifiuti in mare sembra un gesto banale ma  si ritorce  contro 
tutti noi alla lunga.  
Share/Bookmark

23 ottobre, 2016

Carattere Graisan



al   ritorno in porto  ha trovato il posto occupato, la soluzione è stata conseguente.

Sapevatelo  in caso vi saltasse la voglia di occupare un posto non vostro.


Share/Bookmark

22 ottobre, 2016

Sposarsi e Convivenza





Passando   per il municipio sul mezzogiorno  ho visto sullo scalone d' ingresso  un possibile sposo e  una probabile sposa-  riconoscibile da un Mazzolino di fiori di serie matrimoniale  - vestiti in maniera abbastanza informale seguiti da poca gente che immagino fossero amici-.
Tra urletti d' approvazione e qualche "pentiti non lo fare" sono entrati nel Palazzo per la cerimonia.

Mi è scattato un flash un a posteriori!

Un tempo  Sposarsi  era faccenda faticosa e seria, c' era una Procedura da SEGUIRE e dei muri da Superare. 


Primo - avvertire la madre dello sposo che doveva approvare (radiografia della sposa e famiglia relativa) ,  
Secondo - ovviamente affrontare i genitori della sposa (radiografia dello sposo e relativa famiglia)  
Terzo - avvenuto il fidanzamento- le Uscite erano programmate con i parenti e Sotto Gli occhi di tutti, ma superate le Forche Caudine dei parenti e delle relative lingue "emboliche" potevi  Programmare la tua vita Insieme . 


Lo Sposalizio avveniva rigorosamente in chiesa con passeggiata in piazza, i vigili a testimoniare la validità ed autorevolezza dell' atto, i Parenti al seguito. 
Insomma  una faccenda seria e duratura 

Oggi lo Sposarsi Non è di moda, ci si mette insieme e i genitori in genere sono gli ultimi a saperlo. 

Una nuova filosofia del vivere in comune, la convivenza

Compagno o compagna Sono I Nuovi termini per INDICARE Il Tuo doppio, Manca solo l'inno Internazionale. 

Poi l'allegria è una Componente Essenziale dello stare insieme moderno, bicchierata tra amici nel solito bar, chiacchere con le amiche per aggiornarle sull'improvvisa decisione. 

Giornate di passione e grandi feste, almeno inizialmente, sinchè dura la passione, poi alle prime difficoltà e incomprensioni, Ciao, ci si molla un muso duro - e via senza pensarci. 

Vai di bordello in bordello e che sì fa degli EVENTUALI figli? 

Odio eterno, cattiverie, coinvolgimento dei genitori (ora si!). 

Insomma Una cosa dolorosa e seria, ma non duratura. 

 Sposarsi o convivere è sempre una cosa seria.

Ma che volete i tempi sono cambiati, Sono Tempi Moderni ,  

E' Il Progresso Bellezza! 


Ps: non so chi siano gli sposi (comunque auguri) è solo una foto prelevata dal serbatoio di Bruno Scaramuzza.
Share/Bookmark

21 ottobre, 2016

Chi ci Ama ci Segua



Mi   sia consentito, per deviare un peletto da questa spirale di autoflagellamento innescata dai Social sulla presunta inadeguatezza turistica di Grado , di immaginare le risposte degli utenti intervistati in una della tante interviste promozionali in una ipotetica Fiera del Turismo:

Interviste fatte dalle varie hostess al pubblico.

Intervistatrice. Che ne pensa dell'offerta turistica di Grado?

1° soggetto
Risp: -Interessante la Laguna, le terme, le spiagge, le piste ciclabili,
Ma di gnocca ce n' è?-
nuovo soggetto
intervistatrice: Ha visto i parchi naturali a tutela integrale della Laguna di Grado e Marano, le piacciono?

Risp: -Quanti uccelli, sono straordinari, le oche selvatiche così misteriose,
i cigni, le folaghe ed ora i fenicotteri rosa, stupenda natura, ma, per completare il quadro,
Ma di 
gnocca ce n'è?
-

nuovo soggetto
intervistatrice: I centri storici e i monumenti della nostra Regione sono quanto di più bello e culturalmente elevato ci sia in giro per l'Italia tutta, li conosce?

Risp: Straordinario il duomo di Aquileia e Grado, il porto romano poi è
unico nel suo genere, ho visto e pensavo di tornare, ma senta 

in  quanto a gnocca siete migliorati?


L' intervistatrice a questo punto  smette con le interviste non sapendo se la nostra proposta turistica si sia attrezzata offrendo gnocche a volontà, perchè l' orientamento della clientela è questo. 

Un mio affezionato lettore a tal proposito propone:
Prossimo ano sarave belo che i Graisani i fessa : 


CASUNI VERTI  a le gnocche de dute le latitudini:

Chi ci Ama ci Segua : titolo della manifestazione, anche in bici comò le gnocche de la foto.

Programa:Garghe cason, pesse quel che xe, magari solo pesse salao, vin de brocca e pedala: questa xe la tradission !!

E nissun che rompe i conagi!

Share/Bookmark

20 ottobre, 2016

Le Veraci in Laguna di Marano


   Mi    era capitato già di parlare di vongole veraci, ci torno sopra perchè la Regione sembra si stia muovendo vagliando con attenzione le attività di pesca ed allevamento lagunari e perchè   sono convinto che l'allevamento della verace  in Laguna consentirebbe una valida alternativa ad una pesca sempre più moscia e meno attraente come fonte di reddito per i giovani. 


Questo piccolo vademecum per il colto e l'inclita può servire a capire qualche cosa di più.

La Venericoltura. Importata in Europa dall'Asia nel 1970, in Laguna di Grado e Marano la coltivazione della vongola verace della specie Tapes Philippinarum inizia nel 1986.


L' allevamento della verace è un'acquacoltura di tipo estensivo ove la fase di accrescimento, dalla semina al raggiungimento della taglia commerciale, avviene su fondali naturali e utilizza esclusivamente l'alimento presente nell'ambiente, il fitoplancton.

Nelle lagune dell'Alto Adriatico, aree dove è radicata la produzione della vongola verace, i flussi di marea generano continui scambi attivi con il vicino mare mentre dai fiumi arrivano gli elementi necessari per lo sviluppo delle microalghe che costituiscono il loro nutrimento.

Gli allevamenti occupano porzioni di laguna dati in concessione e controllati dall'Autorità sanitaria che vigila sulla qualità e salubrità dell'acqua.

Le fasi d'allevamento sono ben distinte:

Riproduzione in schiuditoio (avannotteria) dove viene effettuata la fecondazione, con l'induzione dell' emissione dei gameti (le uova) l' allevamento della larve e l'accrescimento del seme in vasche specializzate chiamate nursery.

Il Preingrasso nel quale il seme da 1,5 mm a 3,0 mm raggiunge la taglia di semina di circa 15 mm. anche questo si svolge in vasche che devono proteggere il seme da influenze esterne (vedi foto).

La fase di Ingrasso: passata la taglia di 15 mm i molluschi vengono seminati direttamente sul fondale fino al raggiungimento della taglia commerciale (30/40 mm).

La raccolta, a fine di un ciclo che è triennale, avviene seguendo i ritmi naturali delle maree utilizzando attrezzature approvate dalla Regione e a basso impatto ambientale. 

Nelle foto la sede e il prodotto dell' unico impianto esistente in Regione l' Almar di Marano Lagunare nell' Isola della Marinetta. 

Un impianto pilota era stato avviato anche in Laguna di Grado dall' Azienda Tirelli ma  il discorso purtroppo si è arenato tempo fa.  Ma mai dire mai.
Share/Bookmark

18 ottobre, 2016

Al B O R E T O



Un Bellissimo e storico filmato di Lorenzo Boemo su un tema "Graisan" per eccellenza:

A L        B O R E T O

Share/Bookmark

17 ottobre, 2016

Il Fantolin da Culo o Zanzaroto



     Ne parlavo per caso l' altro giorno con un amico e mi è venuta voglia di approfondire la collocazione storica del Zanzaroto.

Scorrendo la storia veneziana mi è saltato all'occhio una situazione politico-sociale che si può comparare a quella che sta vivendo attualmente il nostro Paese:

Nel Settecento, Venezia, ormai agonizzante, si trovava a dover fronteggiare molteplici problemi sia di natura politica che sociale giunti ambedue ad un livello di gravità talmente estrema che, rimasti insoluti, per la mancanza di amministratori dotati di menti pensanti, in quanto la classe politica veneziana era più impegnata a soddisfare la propria deboscia che ad impegnarsi per il bene dello Stato, la condurranno inesorabilmente alla sua morte, dopo che per secoli il vessillo con il leone di San Marco aveva garrito “sfacciatamente” sui mari.
l problema politico, in fondo, era diretta conseguenza di quello sociale, la quasi totalità dei “nobili” veneziani era più preoccupata a gozzovigliare tra pranzi, giochi d’azzardo ed incontri galanti, interessandosi solamente al proprio sollazzo personale, che a risollevare le sorti della Serenissima.

Tratto da:
 "Interventi giuridici di natura sostanziale e processuale su separazione e divorzio nella Venezia del '700",              di Ornella Cavazzoli e Massimiliano Molinari

Una delle figure più strane che si aggirava in quel bordello in cui si trastullava ormai la classe dirigente-nobiliare veneziana era il Zanzaroto o Fantolin da culo, bimbi abbandonati che quasi sempre provenivano dalla Ruota degli Esposti.

Il signicato della figura del fantolin da culo è facilmente intuibile, deriva dal lontano Medioevo, epoca di grandi artisti, grandi città rinascimentali, ma anche di grandi Corti, in cui, come si sa, oltre a sfarzi e lussi, si era dediti anche alla lussuria, anche nelle forme più depravate.

Credo proprio che un qualsiasi signorotto, con poteri terreni e non, avesse anche il "privilegio" oltre alle sue concubine, di avere sempre pronto un bambinetto o bambinetta a disposizione.

Detto anche zanzaroto.

Il fantolin da culo era...di fatto...un marmocchio privilegiato. 

Viaggiava sulle fregate e sui galeoni full optional...a zonzo per il mondo...e teneva il capitano per le palle. Letteralmente. 
Quando il suo tocco peccava di delicatezza...il datore di lavoro poteva pescare dal sacco del nostromo il gatto a nove code e giù botte a non finire.

Al giorno d'oggi è rimasto il  bordello in cui si sono cacciati i politici nostrani, capitani senza vascello ne bandiera. 
Share/Bookmark

16 ottobre, 2016

Il mio Mese-Ottobre




Ottobre è il mio mese, per varie ragioni;
 le più importanti la nascita di mia figlia (a proposito è proprio oggi, auguri Giorgia) e della mia nipotina Alice, ma anche:

Perché è il mese in cui tutto è incerto.    
Perché è l’anello più debole nella catena del tempo e delle stagioni, il passo zoppicante, il tratto di penna più incerto; e come tutti gli anelli deboli alle catene, è quello che lascia intravvedere l’imprevista possibilità della fuga e del ritorno.

Perché si lascia scoprire di soppiatto, come un frusciare d’ali che non t’aspetti, che senti salire lentamente ed è come un lentissimo tuffo nel battito del sangue.

E' il mese che alle cinque del pomeriggio guardi il cielo e il cielo ha un colore che appassisce. 

Perché ha il sapore dello disfarsi e dello svanire. 
Ma contiene in sé una  promessa, che rimarrà nascosta per altri mesi, e che sarà un rimpianto. 
Perché è il tempo dei progetti e dei ripensamenti, il tempo del futuro semplice e del passato remoto.

Perché è il gesto che socchiude, senza coraggio, non abbastanza sfacciato da sembrare definitivo; ma è in quella sua timida, esitante lentezza che avverti una perentorietà che non ti lascia scampo. 

La porta sempre chiusa… Perché ottobre non ammette repliche.

E anche perché il mare, a ottobre, è bellissimo. 
Come se riportasse a terra la spossatezza e la folla e gli urli e i giochi e  le corse e le rincorse dell’estate: disfatti. 

Come se li restituisse stancamente volentieri: piccolo omaggio alla transitorietà delle cose umane e lieve sussurro di rassicurazione, pronunciato controvoglia. 

Perché è il mese degli ossi di seppia e delle alghe  e degli odori umidi, sciroccali, di acqua salata. 


E, infine, perché è inattesa luce nuova sul lento placarsi delle onde.

Share/Bookmark

15 ottobre, 2016

Un' Isola in Mezo al Palù-Isola dei Busiari

C' è un' Isola, là in mezo al "Palù" sul Fondale Le Mole, sfiorata da un canale che gli si esaurisce davanti "Lo Sdrettolo" che costeggia la Pineta S.Marco serpeggiando tra l' Ara Storta e Villanova, davanti al Monton e più su Panigai co la fiumera "La Natissa":


Isola dei Busiari



   No, non è il soprannome di qualche famiglia gradese, è stato uno di quegli insediamenti lagunari collettivi gradesi che hanno anticipato di molto l' idea di albergo diffuso in Laguna, bella l' immagine del vecchio pescatore che ci guida in visita  ci spiega così:

"sì, si l' ovo a 'l sa de freschin, ma 'l fa tanto ben, sior mio". 

Il nome dell' Isola è sempre stato quello, indifferentemente dal cognome e dal soranome degli occupanti.

Il nucleo antico era formato da famegie della zente palegia, gente orgogliosa e facilmente irritabile al punto tale che "narra la leggenda"   Attila informato e visto con chi aveva a che fare girò sui tacchi e risparmiò la Laguna:

Se Attila no xe vignuo quà
Deve d' esse 'na bona ragion.
-Guargun a 'Naquilea
i deve ve dito:
- Tento..
Che là no xe furlani!
E 'l barbaro
Par che 'l ebia risposto:
A la larga...
A la larga de i graisani!.      "Stiata"

Bel posto difficile da raggiungere e per questo, forse, ancora più bello.


Share/Bookmark