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31 luglio, 2015

Isola d' Oro - 1982



Un salto indietro nel tempo, una Grado felice, personaggi di assoluto rilievo della storia cittadina.

Le grandi trasmissioni televisive scoprivano Grado e le sue bellezze, erano anni di grande sviluppo,
Sereno variabile- 24 agosto 1982 e Grado era davvero l' Isola d'Oro.
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29 luglio, 2015

Aerostati meteorici


Sette grandi aerofagi ooppss aerostati, affetti da meteorismo sono comparsi sopra il Campanile.


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28 luglio, 2015

Andate, andate


Letti, visti, per niente digeriti gli avvenimenti di ieri, sapere che il futuro sarà a tinte fosche mi fa stare poco bene.

Oggi mi sento di merda, mi sento il corpo sciolto.

Noi ci si svegliamo 
e dalla mattina
ìl corpo sogna sulla latrina
le membra riposano
in mezzo all'orto
che quest'è l'inno
l'inno sì del corpo sciolto. 

Evviva i cessi
sian benedetti
evviva i bagni, 
le tualet e gabinetti
evviva i campi
da concimare.

Ma...anndate tutti a caccare!

Benigni.


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27 luglio, 2015

La politica dello struzzo

Con la  consueta capacità di prendere decisioni divergenti, stasera la maggioranza (oddio maggioranza, maggior...enzo) consiliare del nostro Comune prevedibilmente approverà dopo mille vicissitudini LADRIA, un mostro di 33 metri d' altezza visavì al campanile.


Divergendo da una chiara volontà popolare testimoniata da una raccolta di firme di 2700 cittadini contrari e contrariati.

Continuano con la loro non-politica dello struzzo.
Ce ne ricorderemo!


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26 luglio, 2015

Possibili subentri


I tempi rapidi che corrono oggi richiedono, per stare al passo, anticipazioni, e allora anticipiamo compilando  una nota propedeutica, che deve servire ai cittadini per capire e identificare chi è il personaggio destinato a sostituire il dott. Tirelli, prossimo dimissionario (domani ore 10), nell’ Assise del Consiglio Comunale di Grado.
Ovviamente si devono verificare due cose, che il dott. Tirelli firmi davvero le dimissioni e che Renato Bonaldo accetti di subentrargli, ma stiamo anticipando e quindi qualche rischio va corso.

Bonaldo Renato, ottima persona, buono e affermato artigiano nel settore Coiffeur per uomo.

Ha sempre dato molto nel sociale raccontando con garbo in giro per il Paese tutto quello che i clienti gli raccontano nelle sedute di trattamento del cuoio capelluto, profondo psicologo incoraggia i clienti che senza troppo controllo sentono il forte bisogno di raccontare eventi e situazioni che accadono nella loro vita con una disinvoltura  senza precedenti, come se il parrucchiere fosse un’amico carissimo, secondo un rituale che include l’intimità delle vicende personali,  perché il mestiere richiede al parrucchiere di essere un abile ascoltatore.
Risponde alle domande, offre un orecchio sensibile alle sofferenze quotidiane in modo garbato e non invadente, accarezza la voglia del cliente di occupare il centro dell’ attenzione.

Tutto questo fa di lui un uomo informato sulle segrete cose che regolano la nostra piccola comunità ed un perfetto collettore di esperienze altrui da tradurre in proposte di governo per migliorare la conduzione amministrativa del nostro Comune.

So che fa e si è occupato di politica a livello locale, ma non sto a perder tempo a spiegare in che campo, io mi fido anche perchè ha, tra gli altri vari pregi che non sto qui a sottolineare e lascio al piacere degli amministrati scoprire, due cose  che ai miei occhi lo rendono il candidato ideale per rappresentarmi:

é mio parente,
è uno juventino sfegatato.


Ringrazio il dott. Tirelli per aver dato l’ opportunità a così degna persona di rappresentare tanti che come me tifano :  FORZA JUVE! 

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25 luglio, 2015

Storia e Storie del Manzo 'nfiocao


Oggi a partire dalle 21 ci sarà la commemorazione storica del  “Manzo ‘nfiocào” che viene riproposta dall’associazione culturale “Castrum” con il sostegno e il patrocinio del Comune e la collaborazione di Banda Civica, Grado Voga, Gruppo Mercanti di Stelle e Parrocchia di Santa Eufemia.

Visto che esiste la Storia e le storie, vediamo la vera storia del Manzo ‘nfiocao:

Origini di questa giornata di festa per le genti venete e di scorno per quelle friulane.

Nel 1162 il patriarca di Aquileia-Voldarico von Treffen - assieme a 12 suoi canonici friulani occupò a tradimento Grado per rinnovare le gesta del suo avo Popone che aveva distrutto Grado nel 1026.

Il Doge Vitale Michiel II, si irritò moltissimo dello sgarbo del Patriarca e riconquistò Grado catturando Voldarico e tutti i suoi canonici.

Il doge volle perpetuare l'impresa compiuta e per il riscatto dei prigionieri pretese -in perpetuo- l'offerta, da parte del presule friulano, di un toro e dodici porci, ogni anno il "Zuoba Grasso", per fissare per sempre il ricordo della sconfitta del Patriarca e dei suoi feudatari.

L'intenzione del doge, oltre al monito per i nemici, era di perpetuare in questo modo il ricordo di gesta guerresche vittoriose, e di infondere alle generazioni future l'orgoglio della forza veneziana, perchè è chiaro che l'offerta obbligata era destinata a Venezia non a Grado. (no ste 'ndà drio a quel che scrive al giornal)

In tutta questa vicenza noi graisani, pur festeggiando con i veneziani lo scampato pericolo riproponendo sino a trent'anni fa la cerimonia del toro liberato e poi macellato per il popolo? (ma quando mai), abbiamo avuto la parte del "saco de le pache" anche se a onor del vero in quegli anni i marinai gradesi erano tenuti in gran conto per il loro valore in combattimento. 


a questo aggiungo per completezza questo commento di Bruno Scaramuzza che puntualizza e rivede un po la storia per adattarla al reale, al veramente accaduto:

Le antiche cronache veneziane sulla festa del giovedì grasso di carnevale ci fanno sapere che la tradizione del nostro manzo ‘nfiocao, una tradizione comune, peraltro, a tutte le comunità del Dogado, deriva da quella molto più ricca e sfarzosa che si faceva a Venezia

Per che chaxón se fa la festa de la zuobia de la chaza in la plazia de San Marcho in Venyexia
“….In ttenpo de questo doxie (Vidal Michiel) Hodorigo (il nome varia in diverse forme da Uldaricus a Voldaricus a seconda del cronista) pattriarcha de Aquilegia chom li soy chalonexy vene armata manu chom una grande zemte per ochupar la zittade de Grado et porttar via i chorpy santi de quela zitade; et questo chontra i pati et quelo che altra volta per lluy et per li soy prezesori iera sta promeso, chomo apar per lo prevelegio papal. E sapiando questo, misièr lo dosie con li soy Venyziany subitamente li se messe in hordene con quela zente che li poté aver, et andò a la ditta zitade de Grado et fo a le man chom la zente del patriarcha, e da può durada la bataia chomo plaxete a Dio et al glorioso misièr san Marcho et a la raxón, Venyziany ave vitoria e fo prexo el patriarcha he XII suò chalonexi he molta altra asay zemte et menadi a Venyexia pre prixoni, homde el fo ttratado accordo tra lo doxie e ‘l patriarcha e fo chonchuxo in questo modo chomo apar per uno brevylegio fato per man de Manfredi de Chossyn inperial nodèr, el qual me paso de scryver perchè tropo lomgo, el qual in efeto questo hè la soa sentenzia: ch’el dyto patriarcha se hùbyga liuy chom tuti li soy chalonexy he tuti li soy suzesori che da qui avanti lor non requirerà né domanderà alcuna raxóm che mai liuy avese o podere aver habuda in la dita zitade de Grado he delle soe pertinemzie, et oltra de ziò, che tute le dyte raxón liuy le aziede et dà al dito misièr lo doxie et ai ssoy sozesori che driedo liuy devése adevegnyr; et anchora piuy, de dar al dito doxie et a li ssoy sozesori hogny anno per trabuto non semzia so gramde despriexio, zoè che ogny anno per el dì de zuobia de la chaza de charlevar i debya mandar uno ttoro he XII porzy vivy e dódexe pany de uno ster l’un, e questo perché lo segnyficha lo toro lo patriarcha e lly XII porzy li dodexe chalonexy, e chossy chomo lo dito patriarcha e chalonexy fo prexi chomo xé dito de sora, chossy in lo dì de la zuobia de la chaza per so despriexio e per la forma de li pati che fo fati, ad questo muodo lo dyto toro e lly porzy in presemzia de misièr lo doxie e de tutto lo populo li vien ttaiado la testa per beccheri, favri e donzelli del doxie, e da può el vien mandado la charne del dito toro et destriboida per ttuti li prexonieri, e la charne di porzy vien può destriboida et mamdada per le chaxe de tuti li zimtilomeny de Venyexia che xé in la zitade, per memoria de la dita chaxóm; et chossy se oserva infina el dì d’anchuo”.


Sapevatelo!
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24 luglio, 2015

Nuove frontiere del ...gusto. Gli Insetti


Un boreto de "gransi pori e canoce".  Il massimo del gusto, ciucciarsi le dita è d' obbligo, ma siamo veramente in tanti a questo mondo, e poi piace proprio a tutti questa composizione in zuppa?

Le nuove frontiere del gusto ci portano a ragionare d' insetti (presenti in maniera massiccia anche all' Expo dell' alimentazione) per far fronte alle necessità alimentari di una popolazione mondiale sempre in aumento..

Gli insetti rappresentano un’importante fonte alimentare sia per gli animali che per l’uomo e per questo esistono numerosi studi riguardanti il loro valore nutrizionale. 

Sui murali di alcuni siti archeologici, ad esempio, ci sono le prove che l’uomo, già migliaia di anni fa, usava del materiale per estrarre le termiti dai loro termitai e nutrirsene.

 Mentre al giorno d’oggi gli insetti vengono mangiati solo di rado nelle società occidentali, nel resto del mondo rappresentano una parte importante del nutrimento giornaliero e vengono considerati una prelibatezza. 

La varietà di insetti consumati dall’uomo è molto ampia, ma dalle analisi nutrizionali risulta che la maggior parte è costituita da larve di farfalle (Lepidotteri), larve di scarafaggi (Coleotteri), cavallette (Ortotteri) e termiti (Isotteri).

Mai provato l’hamburger alle cavallette con spolverata di larve,
Per molti, il futuro dell’alimentazione sono gli insetti: fanno bene alla salute e all’ambiente.

Ce ne sono 1.900 specie commestibili e 2 miliardi di persone li consumano cotti o
crudi. 
Noi italiani siamo schizzinosi, ma in giro già spopolano gli hamburger con grilli fritti. 

Quando lo faremo al Boreto de larve e cavallette?

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22 luglio, 2015

Ingressi Spiaggia-Divieti contradditori

Un po di confusione nelle indicazioni.
(il divieto per i corcali -evidentemente aggiunto da me-è esteso agli autoctoni)


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21 luglio, 2015

Ciao ad Antonio Monferà



E' andato via in silenzio, un uomo schivo Antonio Monferà, eppure partecipe a mille iniziative culturali sia di teatro che soprattutto di musica.
Valente contrabbassista  sempre presente ad ogni iniziativa pubblica.

Con la consueta disponibilità Lorenzo Pastor ha attinto dal suo archivio uno spezzone tratto dal film "L' Isola" di B. Marin in cui compare il nostro Antonio Monferà scomparso prematuramente in questi giorni.
 E' giusto ricordare vedendolo un "mamolo" disponibile e bravo con cui si è fatto un pezzo di strada della vita.

Che la terra ti sia leggera "Toni", ciao.
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20 luglio, 2015

Noi anziani, viaggiatori della sera



Tutto sto parlare di rottamazione, di anziani scaduti come fossimo mozzarelle, ti mette i brividi.

Siamo considerati viaggiatori della sera, un ingombro  costoso per di più con le nostre pensioni, anche se maturate per aver lavorato tot anni, (tremendo e violentissimo questo Tot così breve e categorico) perchè la società  dovrebbe tornare a crescere, a guardare al futuro, mentre noi ormai abbiamo più passato che altro.


Eppure la scienza medica e biologica fa di tutto per prolungarci la vita, che si fa poi?


Per vent'anni, tanta è la differenza tra le probabilità di vita e la data del pensionamento, potrò sostare all' esterno di cantieri stradali per commentare e criticare il lavoro degli operai, potrò vigilare agli incroci per far passare le scolaresche, oppure vagare tra sedi di associazioni commentando le partite a carte di altrettanti anziani come me appoggiato a bastoni e alla fine a treppiedi?

Ci consentono di vivere a lungo ma ci vogliono far diventare inservibili e insopportabili.

Una volta agli anziani ti rivolgevi per le previsioni del tempo, ora all' età di internet digiti ilmeteoincolmata.it e ti danno le previsioni esatte al numero civico in cui abiti, mentre mio papà una volta se gli chiedevi che tempo avrebbe fatto l' indomani guardava il volo delle rondini, umidificandosi il medio si sporgeva dalla finestra e ti faceva le previsioni per tutta la stagione.

Ti rivolgevi al nonno anche per la scelta delle morose perchè se era d' accordo lui eri sicuro che andava bene.

Ora il mondo è cambiato e il nostro posto è davanti alla TV e basta, a nessuno interessa le storie di un tempo che fu, tutto deve guardare in avanti per il giovane feroce e vorace che vuole conquistare il mondo senza nulla sapere del suo passato, un mondo dove i padri si comportano da adolescenti, un mondo dove la responsabilità è considerata una debolezza, un mondo dove la voglia di cambiamento è diventata una brutale necessità.

Comincia piacermi sempre meno 'sto mondo, (non sarà una tattica studiata a tavolino per farti andare in depressione?).

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19 luglio, 2015

Il Sapore del Pane



 S’io facessi il fornaio vorrei cuocere un pane così grande da sfamare tutti, tutta la gente che non ha da mangiare. Un pane più grande del sole, dorato, profumato.

La panificazione è un' arte essenziale.
Ci si   sveglia la mattina con i profumi ed aromi che sanno di buono, che vengono da lontano, da un tempo in cui ogni cosa veniva fatta a mano, da artigiani del mestiere.

Con le immagini di Lorenzo "Pastor" ritorniamo indietro nel tempo nel forno dei Camuffi.
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18 luglio, 2015

Bidimensionalità Gradese





Grado-Un dosso biondo
Il mondo isolano è  un mondo bidimensionale: 
l’infinita orizzontalità dell’acqua non ammette altro.

Le dune – che noi chiamavamo monti – sono l’idea del rilievo, l’unica idea possibile e immediata esistente in casa nostra; sono il preludio alla terra, la via della tridimensionalità euclidea, ci preparano al dialogo di forme della terraferma, togliendoci dall’ipnotico potere dei misteriosi rettilinei marini. 

E su di esse, dalla minerale aridità delle sabbie, cominciamo a vedere il miracolo del passaggio in un diverso regno della natura: le piante e gli alberi.

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17 luglio, 2015

'Vemo anche bele robe



Oggi lo spazio del Blog  è riservato per un saluto in poesia di Giovanni Marchesan "Stiata"  da Graz.


'Vemo anche bele robe 
Ma dopo de l'istae
Che vegna l'Aquagranda 
A la 'sto paese.

Pùo che fassa Caligofisso
Pe' sconde le bruture
e che suni 'na canpana
Per ciama duti quanti

A fasse
Un esame de cossiensia!
podarave a servi? 
In Comun 'i lo spera

Xe la ultima a murì
La speransia...
Basta a no fa guera!
===



Un saludo a duti i Graisani
"di fuori e di dentro


Giovanni "Stiata" Marchesan


Graz, 12 luglio 2015

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15 luglio, 2015

La Banda Civica nel 1980

Un bel pezzo di Lorenzo Boemo (Pastor) sulla Banda Civica.

Le immagini sono del 1980  .


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14 luglio, 2015

Riflesso di un vecchio brontolone



Una delle cose che mi piace di più è il dialogo con le persone, la chiacchiera e, se viene, la battuta. 

Se sono davvero persone interessanti, le ascolto e basta. 

Al massimo chiedo ragguagli.  Questi incontri del mio tipo sono eventi sempre più rari. 

Invece la maggior parte degli esseri viventi con i quali mi capita d’incrociarmi, padroneggia l’arte di non ascoltare gli altri. 

Conoscendoli devi scegliere con cura un argomento che in qualche modo non dico li colpisca al cuore, ma almeno li sfiori sulla pellaccia.

È inutile perché ti guardano con occhi distratti e lontani. 
Non sanno trattenersi per più di qualche secondo e t’interrompono iniziano a parlare d’altro, di se stessi ovviamente, ossia dell’argomento che più di ogni altro li appassiona e coinvolge. 

La banalità trionfante, immancabile.

Siamo un paese di vecchi,  siamo un paese vecchio dentro, chiuso, meschino, pigro e senza speranze, perché persino i sogni costano fatica e noi quella fatica non la vogliamo fare, e brontolare senza costrutto è più facile e dà tanta soddisfazione, perché questo i vecchi fanno sempre, da sempre: brontolano dando la colpa al destino del mondo che han costruito e che contribuiscono a mantenere in vita.

Poi me ne accorgo, rileggo quel che scrivo e penso,  ho lo specchio davanti e quello che vedo è un vecchio, ma allora il vecchio brontolone sono io!

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13 luglio, 2015

Il Mio Voto


Ho assolto il mio voto, ieri mattina (Festa dei Santi "Patruni") di buon ora mi sono avviato, sotto un cielo luminoso, verso Barbana, con la "Naridola" piccola  barchetta senza sirena, senza strilli, senza nessuno che badasse a me, così come volevo, in raccoglimento sono sfilato lungo i canali lagunari silenziosi.

Inspiravo ed espiravo il sentore umido che senti ogni sei ore del fango vischioso lasciato dalla marea in quell’ instancabile amplesso che avviene tra terra e acqua;  no non è profumo è un’ odore antico, ancestrale.

Natura stordente primitiva, odore che la Laguna lascia dietro di se con quella disinteressata generosità che appartiene soltanto alla Natura.

Barbana è intrisa di spiritualità, ti obbliga a parlare sottovoce, lo sai non c'è nessun bisogno di alzare la voce ero perfettamente sereno, in pace con me stesso e con gli altri.

L' entrata in chiesa di buonora con un silenzio raccolto, la sensazione di essere guardato da migliaia di fedeli che prima di te si sono recati in raccolta preghiera nel tempio, poi l' apparizione di Frà Stefano che rompe l' incantesimo e con gentilezza mi ha fornito l' accendino per i ceri votivi obbligatori, una preghiera silenziosa tra me e me raccomandandomi alla Madonna e ringraziangola della Sua protezione che a nostra insaputa di peccatori incalliti ci ha sempre concesso, perchè se siamo qui il merito è senz' altro Suo.
Quattro foto di rito poi, con leggerezza, via verso Grado a casa, con la Laguna che piano piano si svegliava con i rumori del solito traffico domenicale di turisti e fedeli.

Bon! mi sento bene, niente gesti eclatanti un semplice pellegrinaggio raccolto come quello che tanti devoti fanno per assolvere il proprio voto.


Il peso del voto ha lasciato tracce!

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12 luglio, 2015

Grado di Lorenzo Boemo (Pastor)

Un regalo di Lorenzo Boemo a sua figlia e a tutti noi, un breve filmato con foto di Lorenzo che definire belle è riduttivo, io ho aggiunto la musica, coprendo quella proposta da Lorenzo per dare un taglio di promozione turistica sbarazzina al tutto.



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11 luglio, 2015

Alghe "Là del Reparo"

La foto dell' Erba Scoresera è frutto di una piccola elaborazione con photoshop

Camminare sulla sabbia vicino a riva  "là del Reparo"  rafforza la circolazione delle gambe, dà grande serenità, in specie al mattino presto, e un senso di benessere generale, ma visto che lo si fa, guardarsi intorno e capire quello che si vede è ancor più benefico.

C'è un' alga sul limitare degli scogli che,  oltre a divertire i bambini perchè premendola scoppietta, è di grande utilità dal punto di vista della medicina omeopatica, il suo nome in gradese è: 

Erba Scoresera, proprio per la caratterista di fare rumore premendo i suoi bozzi.

Il suo nome "per talian" è Alga Marina (Fucus vesiculosus) ed è un tipo di alga bruna che costituisce, insieme al genere 'Laminaria', la divisione 'Phaeophyta'.

Alga della famiglia delle Fucacee, è indicata come starter nelle diete dimagranti, nella cellulite, nella obesità, nella stitichezza, nell'ipotiroidismo, è una pianta depurativa e tonificante del metabolismo.

Il Fucus vesiculosus (detto anche Alga bruna o marina) è soprattutto noto ed utilizzato per il suo contenuto in iodio, sia libero sia organicamente legato a proteine.

il Fucus vesiculosus determina una significativa riduzione della glicemia (18%), che diventa ancora più evidente (50%) nel diabetico.
Si osserva anche una buona riduzione dei trigliceridi ematici.

Uno degli usi meno conosciuti dell' Erba Scoresera è l' utilizzo per il trasporto in ceste di molluschi pregiati, principalmente ostriche e tartufi di mare (dondoli) perchè permette la loro conservazione a lungo mantenendo un' alto grado di umidità del prodotto confezionato.

In Francia la sua raccolta è regolamentata da apposite leggi, da noi NO!


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09 luglio, 2015

Vaneggiare per amore




Io leggo molto, sono un cultore della parola scritta e a volte capita che certe storie, se sono dei corti, mi impressionino e allora le annoto sul blog, così perchè mi va,

La storia dell' innamorato di Rebecca mi ha colpito molto, chissà se a qualcuno è capitato realmente:

Sono molto innamorato. Sono molto timido. Amo Rebecca. Non ho il coraggio di dirglielo. 
L' ho scritto su un foglio di carta, ma non ho il coraggio di darglielo. 
Ho paura possa scoprirlo, così l' ho nascosto in una busta, poi ho nascosto la busta in un quaderno, ho nascosto il quaderno in una borsa, ho nascosto la borsa in un cassetto, ho nascosto il cassetto in un armadio, ho nascosto l' armadio in una stanza, ho nascosto la stanza in una cantina, ho nascosto la cantina sotto la mia casa, ho nascosto la mia casa in un vicolo cieco. 
Giro alla larga da quel vicolo cieco. Frequento altre vie. 
In una via ho trovato una villa, nella villa c' era una soffitta, nella soffitta c' era un tappeto, sotto il tappeto c' era una botola, nella botola c' era un baule, nel baule c' era un pacco, nel pacco c' era un cofanetto, nel cofanetto c' era un diario, nel diario c' era una busta, nella busta c' era un foglio di carta, sul foglio di carta c' era una frase d' amore scritta da lei, perché anche lei è timida.

 Ma ama un altro. 

Oh signur!  il caldo fa vaneggiare ma l' amore rimbecillisce.

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08 luglio, 2015

Odori di Luglio


Luglio, calure, nebbie mattutine, odori forti.


                                                           Oduri:

Un improvviso colpo di vento. 
La luce che cambia. 
Uno sguardo  si perde nel vuoto.
Poi senti l' odore e tutto riappare.

Oduri spissi de porto
odor de corda bagnagia
odor de pesse
de nafta, de mar verto.

Odor sonoro
che sa de sighi 
de corcali

Odor de sol 
che se gheta
                                                                  in acqua co 'l coldo.



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07 luglio, 2015

Cervello fritto dal caldo

Perfin la musica  se ha descolao!




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06 luglio, 2015

Graisani buni e cari


E' finita la Festa, assolto il Voto, possiamo ritornare alle occupazioni quotidiane preferite:

Tagia Tabari 

Son 'ndào a spetà gno mare là de la paruchiera, 
le femene col casco che le se 'nbrostoleva
 le ciacoleva mal de amissi e de parinti
 pareva de catasse in t'un covo de sarpinti. 

Col comio sora 'l banco bevendo un per de quarti 
i tagia più tabari de sento e vinti sarti, 
le petole le và, comò le piume al vento
 i passa garghe oreta co stò divertimento.

 'Na volta gera peso ne l'hà contào gno pare 
i feva anche le gare in duta la region; 
le gare xe stào fato però xe stào i graisani 
che ha vinto 'l campionato.

I graisani no i hà lengue 
ma i hà spade e baionete,
 co le ciacole i fà a fete 
al più onesto citadin. 

Quela l'hà le ganbe storte 
stò oltro xe un piogìo refào 
quel là al xe bon de ninte...
sò marì 'l xe alculisào, 

Ne vien dite de ogni sorta cativerie 
un magasin ma me creo che sia de vero
 ...solamente un giossetin. 

Graisani buni e cari 
bravi de tagià tabari. 


(Giovanni "Cavalin" Marchesan)


Update:  ho attribuito la paternità della poesia ad altre persone, il titolare invece è Giovanni Marchesan (Cavalin) con la musica di Arturo Marin

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05 luglio, 2015

Ave Maria, o dolse nome


Oggi non c' è spazio per nulla se non per una preghiera.

Questa è di Leonardo Tognon:

Ave Maria, o dolse nome

In sta’ note de sabo grando,
co’l sielo stelao,
‘na làgrema sàlagia
compagna la preghiera
per quanti i n’ha lassào…
vogando in mar scuro e grando,
prima che cali la sera.


Ave Maria,
che tu son la mare de dute le crature,
te companiemo in festa, co’ canti e preghiere,
a l’isola de Barbana co’ fede e barche sigure
in un’orassiòn de poche parole che profuma de Miserere.


Ave o Maria, o dolse nome,
Da la Ciesa Granda al porto,
una sola preghiera ne ‘compagna.
Madona dei ànzuli, ‘na caressa tu regali
a le mare che pianze ‘nzonegiae oro ‘l porto e,
che nel tovo selestial surizo le serca ‘l conforto.

Umili preghiere,
rose, ortensie profumàe, e fiuri del Perdòn,
i te compania co “l’Adagio” e i canti,
‘spetando Bonsignor, e‘l segnal:

“In nome de Dio Avanti !”

Madona de Barbana, Vògene ben.

Maria!
In ‘sto zorno de ‘l Ringrassiamento,
“Accogli la nostra preghiera”
e...Cussì sia!


Leonardo Tognon

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04 luglio, 2015

Varie origini storiche del Sabo Grando



"Al Perdon", una delle grandi feste della nostra comunità, una di quelle che riuniva tutta la popolazione e faceva rientrare dai casoni il popolo dei "pescauri de palù".

Tempo fa, e non troppo, a Grado c'era una netta distinzione tra cittadini residenti in paese e cittadini residenti in Laguna al punto che il modo di comunicare era diverso, i paluanti usavano una dialetto arcaico molto scarno di parole, meno inquinato dalla frequentazione di altri linguaggi.
Al Sabo Grando i paluanti, dopo le pulizie annuali di casa e personali, alla sera, dopo le consuete libagioni, c' erano da sistemare parecchie cosette in paese, alla fine - ma proprio alla fine - si perdonava tutto.

Poco conosciuta, invece,  è la storia della valenza politica che per lunghissimi anni sotto l'egida del Leone di S. Marco ebbe questa festa tutta gradese, vediamo dunque l' origine politica del Sabo Grando. 

Il periodo del Perdon serviva a rafforzare l'idea del potere repubblicano di Venezia ove a tutti veniva ricordato che nessuno era superiore al popolo (questa segnatevela), i giorni di festa erano 3 e in quei tre giorni denominati la Pasqua Rosada (La  Pentecoste era la data stabilita dalla tradizione veneziana), decadeva il potere del Conte di Grado che veniva sostituito da un Capitano nominato dal Consiglio e da un Contestabile nominato dall' Arengo (la comunità) tutte le questioni, fossero di odio o guerra, erano sospese in quei tre giorni per rispetto e fede. 

La festa coinvolgeva tutti i cittadini della Repubblica Veneta che partecipavano in grande pompa alla processione.

Successivamente questa occasione di religiosità popolare, che nascondeva però un'aspetto
prevalentemente politico e di rafforzamento democratico, venne abbandonata con la decadenza della Repubblica e conglobata nella manifestazione della prima domenica di luglio.

Il Sabo Grando è la diretta conseguenza di questa tradizione, 
Privilegio comun alla Nazion
he de Grisani el vender buzolai
e aver boteghe in quel che sia canton

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