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30 maggio, 2007

De cù tu son figia


De cù tu son figio.
Non vale più a Grado, in questo momento va di moda de cu tu son figia.
Già, hanno vinto le donne, tutte insieme trasversalmente hanno votato una di loro.
Hanno un bell' affannarsi a contare le preferenze, i mancati voti previsti in una zona piuttosto che in un altra. Le donne di tutti i colori hanno votato il loro sindaco.
Le donne a Grado sono una figura solo apparentemente marginale, perchè preferiscono non esporsi per evitare di danneggiare in un modo o nell' altro il bene più sacro, la famiglia, ma comandano loro. Sono loro che tengono duro agli urti della vita. Sono contento e spero sia una svolta importante per tutti noi. Le donne sono molto più pratiche degli uomini e sanno che prima di tutto c'è il nucleo familiare e se ne fanno carico.
Buon lavoro sig. Sindaco.
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27 maggio, 2007

Quello che resta da vivere


Una giornata normale.
Dicono che tutti i giorni dobbiamo mangiare una
mela per il ferro e una banana per il potassio. Anche un'arancia
per la vitamina C e una tazza di tè verde senza zucchero, per prevenire il
diabete.
Tutti i giorni dobbiamo bere due litri d'acqua (sí e poi pisciarli, che richiede il doppio del tempo che hai perso a berteli).
Tutti i giorni bisogna mangiare un Actimel o uno yogurt per avere gli
"L. Casei Immunitas", che nessuno sa bene che cosa cavolo sono, peró
sembra che se non ti ingoi per lo meno un milione e mezzo di questi
batteri tutti i giorni, inizi a vedere sfocato.
Ogni giorno un'aspirina, per prevenire l'infarto, e un bicchiere di vino
rosso, sempre contro l'infarto. E un altro di bianco, per il sistema
nervoso.
E uno di birra, che giá non mi ricordo per che cosa era.
Se li bevi tutti insieme, ti puó venire un'emorragia cerebrale, peró non ti
preoccupare perché non te ne renderai neanche conto.
Tutti i giorni bisogna mangiare fibra. Molta, moltissima fibra, finché riesci a cagare un maglione.
Si devono fare tra i 4 e 6 pasti quotidiani, leggeri,
senza dimenticare di masticare 100 volte ogni boccone.
Facendo i calcoli, solo in mangiare se ne vanno 5 ore.
Ah, e dopo ogni pranzo bisogna lavarsi i denti, ossia: dopo l'Actimel e la fibra lavati i denti, dopo la mela i denti, dopo il banano i denti... e cosí via
finché ti rimangono dei denti in bocca, senza dimenticarti di usare il
filo interdentale, massaggiare le gengive, risciacquarti con
Listerine...
Meglio ampliare il bagno e metterci il lettore CD, perché
tra l'acqua, le fibre e i denti, ci passerai varie ore lí dentro.
Bisogna dormire otto ore e lavorare altre otto, piú le 5 necessarie per
mangiare = 21. Te ne rimangono 3, sempre che non ci sia traffico.
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Pubblicazione


Un gran bel lavoro, fatto in equipe, del dott. Giorgio Guzzon. Una ricerca seria ed articolata sulla costruzione di un Cason tipico lagunare. Lo pubblico in formato pdf sul sito Gravo, pugno de sabion
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Ansia


Ore d' Ansia

Sono le otto del mattino, è scattata l' ora del voto.
Grado, bhé non tutti, con il cuore in mano per l' attesa.
Avremo un sindaco di destra, destra, centrodestra oppure un sindaco di destra, centrodestra , centrosinistra???
Lunedì l'arcano sarò svelato.
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20 maggio, 2007

Zombies


A volte ritornano. La lista verde, dopo essere scomparsa dalla scena gradese per molti anni, senza che nessuno la rimpiangesse, ritorna sull' onda della proposta sull'albergo diffuso in laguna, come al solito, proponendo la costituzione di comitati civici per evitare che.... bla, bla, bla.
Voglio chiarire con un mio pensiero, condiviso da molti, che la proposta di un utilizzo intelligente dell'ambito lagunare è positiva. Quello che la gente non vuole e che non capisce: è perchè sia necessario che tutti, casoni e valli, vengano coinvolti nel progetto. In Laguna ci sono almeno tre realtà che potrebbero essere pronte in breve tempo e immagino ben contente di poter accedere a contributi messi a disposizione dalla Regione. Oltre a queste c'è il Comune con la ex caserma delle finanze di Porto Buso passata sotto il suo controllo . So che esiste un progetto di tre o quattro anni fa che prevedeva il suo utilizzo parte come albergo e parte a campeggio con scuola di vela per ragazzi. Materiale abbondante, dunque, per poter realizzare rapidamente e bene questa nuova forma di accoglienza turistica.
Perchè allora coinvolgere la gente che vuole stare in pace a "cason" proprio.
Perché non accettare il fatto che se c'è qualcosa da proporre e vedere in Laguna è solo perchè i "graisani" se ne sono fatti carico in questi lunghi secoli di permanenza sul territorio lagunare. Aiutiamoli con procedure semplificate per la manutenzione ordinaria del casone, aiutiamoli con fondi pubblici se c'è da ricostruire in caso di calamità naturali. Soprattutto evitiamo per una volta che differenti punti di vista diventino tragedia e formino un' onda lunga di polemiche utili solo a personaggi che come "zombies" rinascono solo in queste condizioni.
"in Palù I sogni se scrive a matita,
se scolora de giorno,
I vive de note, cò la luna.
"

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19 maggio, 2007

L' Azienda di Cura e Grado


Ho ricevuto, in questi giorni, un prezioso regalo. L'edizione originale del discorso di B. Marin in occasione dell' ottantesimo compleanno dell' Azienda era il lontano 1972. Lo propongo all' interno del sito "Gravo, pugno de sabion"
Nell' insieme il documento fa una storia accurata della nascita e la crescita del movimento turistico di Grado iniziando proprio dal 25 giugno 1892 data ufficiale della costituzione della Azienda di Cura.
Al solito però il Poeta con acrimonia deplora lo spirito "baruffante" del graisan sottolineando come a causa della trascuratezza e il disordine amministrativo del comune nel 1907 i vertici dell'Azienda si rivolgono all'Ammistrazione Provinciale per sottrarre al Comune il controllo dell' Azienda, ottenendolo con l' istituzione di un curatorio con pieni poteri.
Una considerazione personale,bisognerebbe sapere quali erano i gradesi che il poeta conosceva e comunque: niente di nuovo sotto il sole, i politici del tempo combattevano le solite battaglie per il controllo del territorio. Il territorio d' allora era l' Azienda fonte di soldi e potere per la gestione del lavoro, oggi cemento a raffica: stessi obiettivi, soldi e il potere della gestione del lavoro.
Foresti al comando allora come oggi.
Lo dico con grande amarezza, tutto questo sempre sulla testa della gente di Grado.
Per stemperare la malinconia e ringraziare l' amico che mi ha regalato l'opuscolo aggiungo una poesia di Edi Tonon, un uomo libero:
EL VIASO
. . . E me no viaso
mai,
ogni contrada
l’ha duto
e zente e sielo e tera
e case,
xe cu che sofre
xe cu che vive in pase
e vissin
xe i cipressi ben curai,
per sto motivo me
no viaso mai.

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Elezioni ad Anfora


Cavalcando l'onda emozionale del periodo elettorale a Portobuso/Anfora si è costituita una nuova lista con programmi chiari ed efficaci.
Lista Piero, l'Italia dei Vadori.
La professionalità è un fardello, l’approfondimento è un peso, l’impegno è una minaccia, la verità è un peccato.
Sono i motti elettorali.
Il programma prevede.
Rifacimento della diga di congiunzione con la frazione di Portobuso in pietra d'Istria ed inserimento di banchine di sosta;
Rifacimento dell'edificio "ex cessi" da adibire a Bird Watching
Creazione di una zona marina per la raccolta di telline solo per residenti
Autan gratis per i residenti.
Creazione di un marchio DOC "Mussati d' Anfora"
Oltre ogni alleanza
Rosso o Nero
Basta che sia fresco

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14 maggio, 2007

Malinconia


A me piace perdere il mio tempo residuo cazzeggiando, ma alle volte mi assalgono pensieri e posizioni antiche dovute ad un alienante idealismo di rigetto e tutto mi porta a pensieri che avevo nei miei ventanni ora digeriti e rigurgitati in:
Penso che esistano due sinistre, oggi. Hanno intenti simili, spesso. Ma una ha a cuore le sue ragioni, i suoi principi, i suoi valori, i suoi criteri di diversità dalla destra, e pensa che il loro mantenimento sia il suo primo obiettivo e senso. Comportarsi bene, fare cose di sinistra. È la sinistra “diversa”.
Poi c’è un’altra sinistra per cui invece conta innanzitutto la vittoria, anzi più ancora conta la sconfitta dell’avversario. A qualsiasi costo. À la guerre comme à la guerre, senza andare troppo per il sottile e facendosene un vanto. A costo persino di non distinguersi più dalla destra. A costo di diventare – svuotate le sue presunzioni di “diveristà antropologica” - una sinistra “uguale”.

Tutto questo mi fa un male bestia perchè non riesco a capire qual'è il bene o il male di tutto questo pensiero resta il fatto che ci sia, e mi limita nell' essere serio a considerare l' impegno altrui nella questione. Ca..o non ci credo nell'impegno politico degli altri se non credo nel mio impegno.
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Festa


Uno straordinario veicolo turistico. Facciamo le elezioni comunali ogni anno. Cosicchè tutti i candidati siano obbligati a pagare di tasca propria le iniziative promozionali per la propria immagine. E' fantastico una domenica uggiosa si è trasformata in una festa incredibile. Mi pareva bello persino il rappresentante della Lega Nord (pagava lui) . Tutti dovrebbebbero fare così. Che festa ragazzi cosa conta chi votiamo, mangiamo, mangiamo...
Gli altri, avversari, invece della festa, esaurito il budget, proponevano cose serissime che non interessavano a nessuno. Meditate gente, meditate.
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11 maggio, 2007

Le veraci


Polemica tra il presidente della locale cooperativa pescatori e il Sindaco. La novità non sta nella polemica, sono candidati per schieramenti opposti, ma nella sostanza della gestione di una nuova risorsa di pesca, l' allevamento delle veraci. Nel 1986 è stata proposta alla locale cooperativa una collaborazione con giovani di Grado (cooperativa Colamar) per l'avviamento di una coltura in Laguna di Grado delle vongole veraci. Ovviamente, tutto è andato sprezzantemente a pu..ne, liquidato con la frase: " qui là che i ha de savè", dopo ventuno anni (nel frattempo a Chioggia e a Marano si sono arricchiti con questa coltura) non solo la ripropongono come panacea di tutti i mali ma non sanno addirittura come raccoglierle, non parliamo di farle riprodurre. Si palleggiano la responsabilità per un sistema di raccolta che è proibito e lo sapevano, ma non sanno se ci sarà qualcosa da raccogliere. In buona sostanza "Signore abbia pietà di loro che non sanno quello fanno".
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09 maggio, 2007

Mantenere le promesse


Non protesto, ma mi adeguo. Vista la quantità di lettere, programmi, broschure che arrivano a casa in questi giorni da parte dei candidati Sindaco (ma quanto spendono) è impossibile verificare se il vincitore manterrà o meno le promesse fatte. Suggerisco di confezionargli tutti gli abiti (anche per la notte non si sa mai) con il nuovo tessuto creato da un' azienda neozelandese Zephir. Un tessuto "intelligente" in grado, a contatto della pelle, di misurare il battito cardiaco, la temperatura corporea, i movimenti dei muscoli, il ritmo della respirazione e altre funzioni. In particolare sono stati realizzati una sorta di corsetto e speciali suole: grazie ai sensori inseriti nel tessuto i parametri di chi li indossa vengono controllati e registrati specie quando aumenta il battito cardiaco e la sudorazione mentre si dicono le bugie. Tutti i dati saranno visualizzati all' esterno del Comune perchè i cittadini possano verificarli.
Chi accetterà avrà il mio voto, che non è un granchè, ma una goccia alla volta si fa mare.
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06 maggio, 2007

Radici


Vedi, caro pippo, io pur essendo critico, non contro, con chi regge le sorti del mio paese sono un graisan profondamente radicato e orgoglioso di esserlo. Io difendo, per quel che posso, le radici il dialetto la tradizione, tutto quello insomma per cui la nostra gente è ancora qui con punte di emigrazione nei momenti brutti molto ridotte rispetto a quelle del Friuli e di Marano Lagunare. La nostra gente merita rispetto. A tale proposito ti propongo le motivazioni per cui è stato premiato nel 1951 Biagio Marin con "I canti dell'Isola" ad un concorso di poesia dialettale a Verona aperto a tutte le regioni italiane il premio Barbarani:

Una voce che parla e canta in una lingua che è la nostra e non è, che ci viene da misteriose lontananze, che ridesta in noi memorie secolari. La sua è una lingua che i padri nostri avevano parlato dal Timavo al po all' Adige, collegandosi col toscano e col marchigiano, attraverso il ponte emiliano, col dalmatico a oriente, col ladino delle Alpi; la lingua da cui era venuto, nelle prime avventure della sua grande storia, il veneziano delle isole; l'antico veneto di terraferma, su cui in seguito s'era disteso, variamente mutandosi, il parlare dei Signori del Mar. Questo dappertutto s'era imposto, costeggiando l'Istria e la Dalmazia, risalendo le valli del Piave e dell'Adige; soltanto la lingua dell' Isola aveva resistito alla lingua delle Isole, ancora resiste, nell' Isola di Grado.

Capito? Se ha resistito il nostro dialetto perchè non dovremmo farlo noi?
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04 maggio, 2007

No semo furlani


Per completare il regalo che Giovanni Stiata mi ha fatto, propongo una sua poesia sui graisani e sulla loro unicità.
Il riferimento stavolta è su Attila Flagellum Dei


Se Attila no xe vignuo quà
Deve d' esse 'na bona ragion.
-Guargun a 'Naquilea
i deve ve dito:
- Tento..
Che là no xe furlani!
E 'l barbaro
Par che 'l ebia risposto:
A la larga...
A la larga de i graisani!.


Viste le polemiche degli ultimi tempi, 1600 anni fa l' uomo aveva capito tutto.
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01 maggio, 2007

Savial


Ho incontrato un amico, Giovanni Marchesan (Stiata) che mi ha lasciato quest' immagine di Grado di questi giorni di festa:
Quanti mamuli
è visto l' oltra sera
in Savial.
I solteva su e zo de un balaor
oltri zugheva la bala desculsi
a un gato i coreva drio..
- me pareva un sogno- beli.
Me pareva de esse tornao indrio
che zogia
a veghe soltà, core, zugà
a 'sti mamuli a là
Proprio comò noltri una volta
Savial denovo pien de vita...
No xe roba, credeme,
Pezo de una contrada sita.
Che zogia
a veghe stì mamuli..
E intanto un monte de xente
beveva e magneva
sentai là in strada
Torno, tole piene de vin, de pesse de pissa.
- Hans komm her..komm her!..
Tabascheva 'na siora là sentagia
e un' oltra in capelin
Duta pituragia... la feva:
-Schazi spiel..spiel noch ein mal!-
Che zogia
Me disevo...
Ma son siguro de esse in Savial?...

Giovanni abita in Austria ma è figlio di Grado, riesce a leggere con grande amore i cambiamenti del suo Paese, che qualche volta sorprende tutti.
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