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28 febbraio, 2011

Ricorso della Magnifica Comunità di Grado




La Magnifica Comunità di Grado mi comunica che il ricorso d'appello avverso la sentenza di 1 grado del Giudice Liquidatore degli Usi Civici del Tribunale di Trieste, è stato presentato. (cliccare sull'immagine)

In foto un montaggio riassuntivo del ricorso (sono 15 pagine con cose interessanti da leggere ma non avevo una gran voglia di metterle insieme in un unico documento, se a qualcuno vien voglia di vederlo tutto mi scriva).

Ora incrociamo le dita e speriamo in una sentenza più equa e meno pressata dalla politica locale.
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27 febbraio, 2011

Carnevale 2011-Sogit-Admo





Se no fossa sti do qua......
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26 febbraio, 2011

I Pescauri da Paluo


I Pescatori da Paluo sembrano selvatici, perchè isolati e senza contatti cosiddetti civili, ma hanno una gentilezza e una bontà innata e riescono, a loro modo, farvi vedere fenomeni naturali come fossero miracoli e vi lasciano basiti per la loro profondità.

Li descrive così Giuseppe Caprin sul finire del 1800 nel suo "Lagune di Grado":

...vi parlano del maggio del mar.. quando le vaste praterie di alghe segate dall'acqua primaverile vengono gettate sulle sponde;
...vi parlano del sangue del mar... quando milioni di microrganismi animali si aggregano colorando il mare di rosso e fanno pensare a lotte senza scampo, feroci.
..al paluo de la silisa.. (la rondine)la parte di laguna vasta che va da Anfora a Sototerena, senza mote solo acqua a volo d'uccello, poesia pura, osservazione dei fenomeni che li circondano amorevole e struggente.
..la piova de i razzi... quando le stelle cadenti piovono giù dal cielo nelle notti estive, i bimbi credono che si siano spente , abbiano perso la loro propulsione e si trasformino in fiori che cadono sui banchi esterni.

Questi sono i Pescauri del Paluo, persone che parlano poco, rifuggono la confusione, l'intromissione di estranei, con gli occhi sognanti nel loro mondo esterno diventato ormai quello interiore.
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24 febbraio, 2011

Al Grifon - L' ultimo casoner



Se n'è andato oggi, ultima vogata lungo l'argine dei Moreri, era l'ultimo casoner.

Ennio Marchesan (al grifon) della famiglia dei "Doturi" aveva scelto diversi anni fa di isolarsi nel suo casone lungo il Canale di S.Zulian, aveva tagliato i ponti con Grado e viveva da solo con la sua fisarmonica e la Laguna.

Qualche volta se ne andava ad Aquileia dove con la sua fisarmonica e simpatica allegria era sempre accolto da amico, qualcuno ogni tanto gli portava le provviste e in cambio otteneva pesce, ha rifiutato l'aiuto dei ragazzi della Protezione Civile che pure ogni tanto lo andavano a trovare, ma lui con quel suo sorriso triste e buono si scherniva e qualche volta si nascondeva per non farsi trovare.

Quel suo strano soranome "al Grifon" -il grifone-creature solitarie e quasi scomparse, gli calzava a pennello, restava appollaiato al suo casone come fosse un picco roccioso e da li si accontentava di farsi scorrere la vita addosso.

Una scelta di vita, "l'ha ghitao al manego drio la manera" direbbero i vecchi, da rispettare perchè è così che lui concepiva la vita, libero e solo con la natura che conosceva, "Al Palù".

Me, e l' gno palù,
suli, qua.
E dute le sere
Semo 'nstupidii de silensio.

Ciao Enio.
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23 febbraio, 2011

Arrivo a Grado Di Monsignor Fain



Una Persona straordinaria e predestinata don Silvano Fain arrivato a Grado, senza nessuna baruffa (straordinario), tutto liscio con il diritto di Juspatronatus, apprezzato da tutti e accolto da tutta la popolazione schierata sui moli. Ridotti questi spezzoni di film super otto girati dal cav. Caressa e fatto un video digitale del suo arrivo a Grado, siamo nel 1957.

Queste le parole di Biagio Marin:

"Grazie fratello per la tua volontà di sacrificio. Avrai bisogno di tutta la tua fede, di tutta la tua umiltà, di tutta tua capacità d'amore, di tutta la tua giovane forza, per superare la solitudine e l'amarezza di un prossimo domani. Dio ti assista. Te lo auguro con tutto il cuore; e di ogni tua opera, di ogni bene che farai, fin d'ora ti ringrazio. Non ti lasciare ingannare dal nostro entusiasmo; dalla nostra capacità di volgere in canto chiaro tutta la vita.
Siamo marinai e tu della terra ferma; ogni vento ci muove e ci porta via. Non sappiamo la legge che obbliga alla costanza, alla fermezza. E sappiamo mordere la mano che ci benefica. Dio t’aiuti, prete! E la tua lotta contro la nostra morte sia vittoriosa".

Meditate gente, meditate!
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22 febbraio, 2011

Per caso...in supermercato


Capita alle volte di fare strane combinazioni di parole al supermercato

Via Mani
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21 febbraio, 2011

Intossicazione da Informazione


Riprendo una lettera inviata e pubblicata al Piccolo di Trieste di oggi, la lettera è firmata da un mio collega mitilicultore e la sottoscrivo con lui in toto sottolineando che la tossicità dell'informazione pubblica quando non è supportata da conoscenza esaustiva degli argomenti trattati è ben più tossica dell'allert che si vuol divulgare:

Sono un maricoltore e vorrei replicare al servizio sulle cozze cancerogene.
E' doverso riportare alcune precisazioni per cui chiedo asilo al «giornal de Trieste», che meglio di ogni altro dovrebbe valorizzare i prodotti locali.
Lungi dal fare dietrologie su chi trae beneficio dallo screditare un tipico alimento della dieta mediterranea, e cosciente dell’annoso problema di come i mass media trattano l’informazione scientifica, consiglierei innanzittutto di leggere «Pane e Bugie» di Dario Bressanini, ricercatore universitario, che in modo ironico e senza accademismi illustra l’«intossicazione» dell’informazione sul cibo.
Senza dilungarmi di più su questo argomento torno al titolo di testa «Le cozze avariate sono anche cancerogene»: nessuno ha venduto «cozze» avariate o deteriorate o guaste, semmai contaminate da biotossine presenti in alcuni casi in certe specie di alghe planctoniche delle acque al largo non assolutamente da reflui urbani, scarichi industriali ecc..
Dal libro citato riporto che di agenti cancerogeni ce ne sono circa un centinaio e non comprendono l’acido okadaico, mentre l’elenco dei promotori tumorali è molto numeroso e comprende anche prodotti di largo consumo come il caffè, la noce moscata, il pepe ed altre spezie ecc.
In sostanza in questo elenco sono riportate sostanze che in dosi massicce vengono somministrate a cavie o topolini sui quali si osserva l’eventuale insorgenza di patologie.
Mi domando come nei fatti invece un consumatore possa accumulare l’acido okadaico quando nell’arco di 6 ore all’ingestione si manifestano i noti effetti gastrointestinali, non solo, ma la tossina è una presenza saltuaria e per limitati periodi (erano anni che non risultava presente nelle nostre acque).
Fatte le dovute precisazioni su fatti sconosciuti ai più, come spesso accade su argomenti legati al mare, ritengo pregiudizievole colpire con titoli allarmanti una categoria già in crisi per gli sfavorevoli eventi naturali accentuati dall’irresponsabile facilonerie di alcuni, ma anche dal monitoraggio lacunoso nei tempi e luoghi che non ha permesso un’azione preventiva da parte delle autorità sanitarie.

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20 febbraio, 2011

Le situazioni dei Bimbi abbandonati


Scorrendo la storia veneziana mi è saltato all'occhio una situazione politico-sociale che si può comparare a quella che sta vivendo attualmente il nostro Paese:

Nel Settecento, Venezia, ormai agonizzante, si trovava a dover fronteggiare molteplici problemi sia di natura politica che sociale giunti ambedue ad un livello di gravità talmente estrema che, rimasti insoluti, per la mancanza di amministratori dotati di menti pensanti, in quanto la classe politica veneziana era più impegnata a soddisfare la propria deboscia che ad impegnarsi per il bene dello Stato, la condurranno inesorabilmente alla sua morte, dopo che per secoli il vessillo con il leone di San Marco aveva garrito “sfacciatamente” sui mari.
l problema politico, in fondo, era diretta conseguenza di quello sociale, la quasi totalità dei “nobili” veneziani era più preoccupata a gozzovigliare tra pranzi, giochi d’azzardo ed incontri galanti, interessandosi solamente al proprio sollazzo personale, che a risollevare le sorti della Serenissima.

Una delle figure più strane che si aggirava in quel bordello in cui si trastullava ormai la classe dirigente-nobiliare veneziana era il zanzaroto o Fantolin da culo, bimbi abbandonati che quasi sempre provenivano dalla ruota degli esposti.

Il signicato della figura del fantolin da culo è facilmente intuibile, deriva dal lontano Medioevo, epoca di grandi artisti, grandi città rinascimentali, ma anche di grandi Corti, in cui, come si sa, oltre a sfarzi e lussi, si era dediti anche alla lussuria, anche nelle forme più depravate.

Credo proprio che un qualsiasi signorotto, con poteri terreni e non, avesse anche il "privilegio" oltre alle sue concubine, di avere sempre pronto un bambinetto o bambinetta a disposizione.

Detto anche zanzaroto.

Il fantolin da culo era...di fatto...un marmocchio privilegiato.

Viaggiava sulle fregate e sui galeoni full optional...a zonzo per il mondo...e teneva il capitano per le palle. Letteralmente.
Quando il suo tocco peccava di delicatezza...il datore di lavoro poteva pescare dal sacco del nostromo il gatto a nove code e giù botte a non finire.

Al giorno d'oggi è facile accostare questa figura al bordello in cui si sono cacciati i politici nostrani, capitani senza vascello ne bandiera.
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19 febbraio, 2011

Gli Indifferenti


Qualche volta San Remo offre dei lati di riflessione, la lettura di una lettera di Antonio Gramsci da parte di Luca e Paolo mi ha emozionato e fatto riflettere sulla necessità dell'Unità d' Italia e i costi per costruirla e mantenerla tale.
E' un momento difficile per la nostra Repubblica, riflettere su queste parole può servire a crescere come cittadino.

Gli indifferenti

L'indifferenza è il peso morto della storia.
E' la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall'impresa eroica.
L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera.
..........
Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto.
E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo.
E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini.
Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l'attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo intento.
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

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18 febbraio, 2011

Incazzarsi mai?


Ho letto l'intervista del nostro santo salvatore immobiliarista monopolista e cementificatore.

Al di la del confutare le solite sue baggianate sui posti di lavoro (2000 posti sono più o meno tutta la forza lavoro di Grado), sulle solite mascherature con presunte migliorie del Paese (ormai c'è una ressa che lavorano per il Ben del Paese), proposte che nascondono solamente colate di cemento e nessun altro progetto se non una vendita selvaggia degli immobili senza nessun suo coinvolgimento, se non a parole.

Ho letto oggi la risposta all'acqua di rose Della Consigliera provinciale del PD a difesa del suo segretario sezionale di Grado.

Ma dico, incazzarsi mai?
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17 febbraio, 2011

La Medusa immortale



Parlando con un amico biologo marino esperto in micro alghe (vostra mare...) e in meduse sono venuto a scoprire l'esistenza di un organismo vivente che si può considerare immortale.

E' una medusa. La Turritopsis nutricula è una stranissima creatura.
Non lasciatevi ingannare dalla sua apparenza, che già può risultare curiosa: le meduse sono sempre state spettacolari nelle loro movenze e nel loro aspetto.
Tuttavia la Turritopsis nutricula nasconde un altro segreto, ben più interessante del suo aspetto: in breve, è virtualmente immortale.

Sebbene non si tratti del concetto comune di immortalità, la Turritopsis nutricula è quanto di più vicino ci possa essere a quell'idea.
E' infatti in grado di tornare allo stadio di polipo dalla fase adulta, sfuggendo alla morte attraverso un processo che la fa ritornare giovane.
Questo meccanismo, chiamato transdifferenziazione, comporta la trasformazione di cellule non staminali in un tipo differente di cellula.
Cellule già specializzate, insomma, ritornano indietro nel tempo divenendo non specializzate.

Il processo di transdifferenziazione non è così raro in natura: si può osservare in altri animali, ma generalmente è un fenomeno localizzato, come ad esempio la rigenerazione di parte di un organo.
Si tratta quindi di un meccanismo limitato, osservato per esempio nelle salamandre, in grado di rigenerare alcuni arti, o nelle pareti dell'esofago di ruminanti e cani.

La Turritopsis nutricula invece può eseguire questa trasformazione su tutto il suo corpo, ed indefinitamente, il che la rende virtualmente immortale.
O meglio, sarebbe immortale se solo non fosse soggetta a tutti i rischi derivanti dal vivere nell'oceano: divenire preda, o venire colpita da malattie di varia natura.

Che culo eh! Ci sarà qualcuno interessato all'immortalità.
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16 febbraio, 2011

Foto enigmatica in Fossalon


Questa foto è stata scattata nel Fossalon di Grado in un casolare abbandonato.

E' curiosa la stella rossa dipinta a fianco della porta d'accesso.

Qualcuno riconosce la casa e mi sa dire il perchè o il significato di quella stella rossa?
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15 febbraio, 2011

Gasparino Lugnan-Nei nostri cuori


Ricevo per condividere:

Ciao Ennio,
a te che sei sempre attento alle cose di Grado e che curi questo interessante
blog invio questa foto per ricordare ancora una volta un caro amico scomparso
troppo presto : Gasparino Lugnan.
Dopo la sera del novembre 2009 ci siamo ritrovati alla palestra di Aquileia
per una partitella e successivamente una pizza e qualche birra.
Lo spirito era quello di esserci con un unico comune denominatore ovvero il
ricordo di un amico e per molti compagno di squadra dei tempi della gioventù
che ci manca sempre tanto.
Nella foto che ti allego ci sono in piedi da sinistra :
Alberto Cicogna, Gabriele Krpan , Marco Polo, Franco Mittino, Gian Regolin,
Paolo Zulini e Aloisio Bellan

Accosciati da sinistra : Giuseppe Corbatto , Cristiano Quargnali, Aldo Guzzon
, Marco Aiello, Sandro Toso e non visualizzato Maurizio Cacciavillani
che scattava la foto.
Un grazie a tutti e in modo speciale a Sandro che ha lavorato per contattare
ognuno di noi (cosa non facile), a Gabriele che ha procurato la palestra.
Spero tu la possa pubblicare per dare voce alla nostra voglia di ricordare.
Paolo Zulini


Bravissimi ragazzi e ognuno mantenga nel cuore il pensiero di Gaspa ( chissà cosa avrà detto da lassù).
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14 febbraio, 2011

Socialità e benessere


San Valentino festa degli innamorati, una delle tante feste commerciali eppure fa pensare ai propri cari alla famiglia alla voglia di socialità allo stare insieme agli altri.

Oggidì la situazione è molto complessa e molte persone non hanno alle spalle un sistema famiglia che li protegge.

Non solo si e' disgregata la famiglia, ma pure la parrocchia, la sezione di partito, il sindacato, le associazioni hanno smesso di essere reali strutture di protezione reciproca, di mutualita', assistenza e cooperazione.

Eppure sentirsi parte di un sistema di difesa collettivo in caso di pericolo credo sia un grandissimo piacere fisico, una sensazione di pelle di tranquillita' e completezza.


Oggi, dopo la disgregazione consumista della famiglia patriarcale tradizionale, questa sensazione ci manca.

L’uomo di oggi e' molto solo.

Sentirsi parte di una rete di mutua assistenza e' essenziale per il nostro benessere quanto il cibo.


La socialita' ha un potere straordinario: baciarsi con amore o regalare qualche cosa sono attivita' capaci di attivare il sistema immunitario, grazie alla produzione di dopamine, meravigliose droghe naturali, e combattere un’influenza piu' efficacemente di un’aspirina.

La socialita' agisce sul benessere fisico direttamente perche' uno stato d’animo conviviale attiva la produzione delle dopamine in quantita' massiccia.



Questa è la nostra natura e' scritta nel nostro DNA.

Socializzare, condividere affetti ed esperienze porta a benessere fisico, guardate questi due in foto, sono bellissimi!
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13 febbraio, 2011

Campagna Elettorale



Colpi bassi all'inizio della campagna elettorale a Grado.

Intercettano e pubblicano una mail segreta di un partito con le solite quattro cazzate, ma stavolta (per la prima volta) scritte e firmate da un solo membro della direzione, che sia la volta buona per una riconciliazione (per il bene del paese naturalmente)

Il volantino pervenutomi (di nascosto) però supera ogni fantasia (vedi foto) si è trasferita la battaglia politica condominio per condominio, arriveranno così al cuore del problema con l'aspirapolvere per non trascurare nulla.
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12 febbraio, 2011

Contributo solidale-Magnifica Comunità di Grado


Il Comitato per l'amministrazione separata degli usi civici “Magnifica Comunità di Grado” ha organizzato una raccolta fondi per far fronte alle spese legali relative al ricorso “Usi civici-Parco delle Rose”.

Il temine ultimo per la presentazione del ricorso è fissato per il 24 di febbraio ma tecnicamente (causa notifiche) occorre formalizzare il tutto con un buon margine di tempo, diciamo entro il 20 di febbraio.

Ribadiamo che nessuno di noi è contrario ad un rilancio del settore termale, la nostra è una battaglia di civiltà affinché ci venga riconosciuto ciò che ci spetta di diritto.

Pretendiamo quindi le dovute garanzie affinché quel vincolo permanga di modo che, in futuro, nessuna amministrazione possa far cassa vendendo il nostro territorio al miglior offerente.

Abbiamo bisogno della massima collaborazione da parte di quei cittadini coscienziosi che hanno a cuore il bene comune e la sua salvaguardia.

La cifra di cui dobbiamo disporre per affrontare il ricorso si attesta attorno ai 3 mila euro.

Oggi, come primo giorno, abbiamo raccolto 320 euro. Per motivi di privacy stilerò una lista con le sole iniziali. Qualora qualcuno dei sottoscrittori volesse il nome per esteso, è pregato di comunicarcelo attraverso una mail (darioraugna@alice.it) oppure telefonando (3355981209).

Chiunque volesse concorrere alle spese è pregato di contattarmi.

Dario Raugna

P.G. 50,00 €
F.F. 50,00 €
G.G 20,00 €
P.B. 50,00 €
R.C. 50,00 €
R.E. 50,00 €
D.R. 50,00 €

P.S.
Questa lista sarà aggiornata settimanalmente
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11 febbraio, 2011

Apparenze trasparenti





Alle volte la fotografia inganna e nelle trasparenze si nascondono apparenze.

Questa foto è uno di quei casi.
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10 febbraio, 2011

Nella Nebbia - (Caligo)




Giorni nebbiosi, atmosfere rarefatte in Grado e attorno a Grado:

Caligo

In sta alba che fadiga a fasse strada,
ze Gravo imprigionagia dal caligo,
La piova la se 'corse de esse lisiera
e la diventa fissa, scura.

Al caligo te lassa veghe sensa esse visto,
al te lassa traversà de ociade, viri e barcuni
e tu lo traversi tignindo al fiao, in silensio.

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08 febbraio, 2011

Punta Sdobba









Inizio questa storia da quanto scrive il Piccolo di domenica sulla questione di Punta Sdobba:

L’oasi – con proteste della popolazione gradese e del Comune che erano state scavalcate su qualsiasi decisione – è sorto grazie a finanziamenti pubblici europei poiché l’area è di competenza regionale.
La foresteria, il centro visite e tutto il resto è stato costruito, senza che nemmeno il progetto venisse visionato dal Comune, su un terreno in concessione dalla Regione
.

Ora, non è esatto che il terreno sia in concessione dalla Regione, il terreno è una proprietà privata ceduta dall'Ersa ad un privato, certo Bidoli, il privato è fallito e i cocci sono nostri.

E' emblematica sta storia perchè somiglia da vicino a quello che potrebbe succedere con il Polo Termale.

Andiamo con ordine, nel 1998 veniamo a sapere che la Regione contro il parere del Comune di Grado intende autorizzare la costruzione di un Centro visite-albergo nella zona di Punta Sdobba, e siccome la strada che collega il villaggio dei pescatori di Sdobba è privata sarà chiusa con una transenna e per passare bisognerà dimostrare di abitarci in Sdobba.
Siamo intervenuti con il nostro Sindaco e dopo varie proteste completamente disattese dalla Regione che non voleva sentire ragioni di sorta finalmente si ottiene dal Bidoli il libero passaggio (a casa nostra eh!, da ricordare che noi l'area l'avevamo ceduta gratuitamente all'Ersa per sistemare i profughi del Fossalon e loro se la sono venduta a privati).

Meraviglia, nasce il centro visite (un pugno di cemento su un occhio in un paradiso naturalistico -il caneo) i percorsi su passerella, gli osservatori, niente da dire neanche male un bel percorso su cui spostare scolaresche anche se, per esperienza personale, facendo rumore si disturba l'ambiente e quindi ti becchi qualche ma va in .... da parte dell'aviofauna residente e con i bambini non fare rumore è impossibile.

Dopo otto anni la società proprietaria, Bidoli, fallisce; chiude tutto centro visite, percorsi siti di svago e sosta (completamente portati via da brave persone), il pugno sull'occhio (nero a 'sto punto) rimane a far la guardia disperata ad un mare di canne e i bravi graisani si beccano sta merdaccia a ggratis.

Grazie signora Regione Lei si che sa come si aiuta l'ambiente!

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07 febbraio, 2011

Lettera di Ippolito Nievo


Profittando della vasta e profonda conoscenza della storia del nostro paese del nostro "parentao" Bruno Scaramuzza che si prodiga nella ricerca di documenti storici originali, pubblico questo stralcio di una lettera di Ippolito Nievo che giunto per la prima volta a Grado nel 1856 così descriveva la nostra Isola alla madre:

"anzitutto toccherà ritoccare in qualche punto l'opinione di questo paese che corre per le bocche comunemente.
Non è vero che tutti abbiano "la tegna", non è vero che vi si beva l'acqua di mare (bensì quella più gustosetta delle paludi), non è vero che vi si conservino pretti pretti i costumi antidiluviani, benchè le frequenti "crie" fatte dal balcone della Podestaria ricordino alcun poco i tempi della Serenissima.
.....abitiamo in una buona e pulita camera in casa di un falegname sulla piazza detta del Saviale, pranziamo e ceniamo dal farmacista, chiacchieriamo col Dottore e vagheggiamo una signora Goriziana che è qui per i bagni e vaghiamo per mare e per paludi in cerca di sudore e di prospetti pittoreschi.
Però sono affatto sogni quei stabilimenti a vantaggio degli acquajuoli friulani, tutto il lusso orientale si riduce a due casotti;
dei quali uno per le donne è presso al paese, e l'altro per il povero sesso maschile va sempre più allontanandosi dalla spiaggia di mano a mano si fa più schivo il pudore delle prime.
E si che in generale la loro virtù non ha bisogno di difesa!
......quanto ci fermeremo nessuno lo sa, speriamo un quindici giorni, tantopiù che i bagni sono eccellenti.....

Tenuto conto della brutta opinione preventiva che doveva avere sul nostro Paese il grande scrittore ne usciamo molto bene direi e questo 150 anni fa!
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06 febbraio, 2011

Commento su Sebastiano Scaramuzza



Ricevo un commento sul professor Sebastiano Scaramuzza di cui avevo scritto tanto tempo fa -il 23 febbraio 2008- che fa dispiacere vada perso e non letto perchè chiarisce certe situazioni e dicerie sul nostro grande letterato.
Rileggere un blog ormai così vasto come questo è una faccenda complicata e lunga però è bello che qualcuno si prenda la briga di farlo e riportare all'attualità vicende che sembrano sepolte.

Non ho il piacere di conoscere Alessandra Scaramuzza ma le sue parole e il suo cognome fanno pensare sia molto vicina alla famiglia originaria del nostro Sebastiano Scaramuzza e dunque leggiamola:

Devo smentire entrambi.... :-) ...
Non erano tutti i concittadini a definirlo maturlo ma solo 6 RAGAZZINE di 13 ANNI che, nel 1844, avevano visto Sebastiano quindicenne trascrivere ciò che le Sióre Filipate gridavano ad un'altra Sióra durante una lite di strada. (v. "Il mio studio giovanile sulla parlata gradese")
Dagli altri concittadini, sia i poveri pescatori che i preti "studiai" era considerato "Poeto e Filozofo", ed era trattato con molto rispetto, nonché con grande e gioioso affetto quando, da adulto, ritornava temporaneamente nell'isola dal Regno d'Italia. (v."Italicae Res - Vol.1° e Vol.2°).
Per quanto riguarda la "nonna friulana", nata a Isola Gorgo da genitori friulani, rimasta vedova si risposò lasciando il figlio di quattro anni (Giacomo padre di Sebastiano) con la famiglia paterna e morì lontano da lui e da Grado nel 1816.
Per quanto riguarda la frase "Che serve notà quel che za se sà" (nota di chi ha scritto?) servì, servì... All'epoca, di gradese, non c'era nulla di scritto e si cominciò ad interessarsi a questo dialetto proprio grazie alle pubblicazioni del prof Scaramuzza;
infatti il “Wort und Bild”, Rassegna Ufficiale di tutte le lingue e i dialetti dell’impero austroungarico,raccolse e pubblicò i suoi versi in quanto unico esempio scritto di un dialetto parlato nelle lagune austriache dell’Adriatico; inoltre fu solo grazie alle sue ricerche filologiche che il più grande glottologo italiano G.I.Ascoli riuscì a portare a termine i suoi studi sul dialetto gradese, come lui stesso scrisse: «Il rivelatore del dialetto gradese è Sebastiano Scaramuzza, professore emerito di filosofia, ricco di molta e varia dottrina, scrittore immaginoso, patriota ardente. Mercé sua consegue la nostra disciplina, su questa singolare parlata, che è tale da potersi dire piena ed intiera» (v. A.G.I).
Per quanto riguarda la poesia io metterei questa scritta da Sebastiano Scaramuzza poche ore prima di morire...

O dolce nido, stessa vita mia,
Grado gentil, antica, e Grado nova,
l’immagine materna tua si trova
dentro al cor mio, di fronte a l’agonia.
Prima che il labbro mio rimanga muto,
ti mando, o cara, l’ultimo saluto.
A te sorrida sempre Iddio,
o Grado, antica e nova, nido mio!


Ciao!
Alessandra Scaramuzza

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05 febbraio, 2011

Ad ognuno la sua Croce



Sono capitato in S.Maria delle Grazie attirato da una luce curiosa che attraversava la chiesa e ho notato in un angolo dell'altare paleocristiano una croce poco comune che mi ha incuriosito.
Dopo aver fatto le foto di rito con un controluce traslucido, rimediato poi in photoshop, incuriosito, mi sono dedicato ad una ricerca sulla croce ed ho trovato uno studio pubblicato dal nostro amato arciprete Mons. Silvano Fain.
La Croce di Aquileia

Questa Croce è un simbolo antico della rappresentazione delle fede cristiana quando era vietato raffigurare con una figura umana sofferente il Dio cristiano.
Ecco allora il simbolo a testimoniare l'amore infinito di Dio.
Questa Croce è conosciuta come monogramma costantiniano, perchè apparve, secondo la leggenda, a Costantino accompagnata da una voce "in hoc signo vinci" che portò alla conversione dell'imperatore e alla fine delle persecuzioni cristiane nel 313.
Interessante è capire il significato simbolico della croce, che rappresenta una X e una P che sono due lettere della parola greca XPIETOS in latino Christos.
Appese ai due bracci della croce ci sono L' Alfa (A) e l'Omega (W) la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco che simbolicamente rappresentano la frase di Gesù -Io sono l'alfa e l'omega -
l'inizio e la fine.


La Croce detta successivamente di Aquileia (è visibile come simbolo nei mosaici aquileiesi) rappresenta ora il segno di comunione di tutte le parrocchie della diocesi.

Così leggendo le sue parole mi pareva di rivedere Mons. Fain, con quel sorriso di bontà che sempre aveva, spiegare con pazienza queste cose così misteriose a chi come me è spinto solo dalla curiosità e dalla voglia di conoscere.
Qualche volta andare indietro nel tempo fa veramente bene allo spirito.
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03 febbraio, 2011

L'Uso Civico e Solidarietà

Una sentenza, quella di oggi del Giudice Liquidatore degli Usi Civici, attesa con ansia da tutti.

Ora al di là delle posizioni personali, l'atto giuridico taglia la testa a un gruppo di persone oneste e cocciutamente convinte di essere dalla parte della ragione, un gruppo che si è sostituito all'intera comunità contro un'azione in fondo immorale, il progetto del “Polo Termale” approvato senza discussione e senza far conoscere il progetto alla gente e senza riflettere al discapito del collaudato e fondamentale impianto balneocurativo gradese, cioè la spiaggia principale con annessi e connessi che, spogliata dell’intero retrospiaggia ad essa funzionale, sarà ridotta a puro arenile, facile da sezionare volendo in singoli lotti per una gestione al migliore offerente e sancire cosí la fine del prezioso complesso balneare e curativo su cui si fonda la nostra economia e la nostra storia moderna.

Con un retrospiaggia poi, non solo abolito come tale, ma persino stravolto da un programma edilizio che cancellerà anziché risistemare le belle zone di verde sportivo (Piscina Italia, Tennis Club).

La Magnifica Comunità di Grado si è opposta con coraggio alle prevaricazioni ed ora, soccombente, oltre alla solidarietà di facciata (risolini dietro le spalle) ha bisogno di una solidarietà più pragmatica, più pelosa, dobbiamo organizzare una colletta per sostenere in collettività le spese legali della causa.

Dobbiamo capire tutti che se non sosteniamo queste persone, che hanno veramente le palle, perdiamo la possibilità di mettere i bastoni tra le ruote dei faccendieri di turno, siano anche Regione e Comune.

La loro è stata una battaglia sull’uso civico, che non va considerato un ostacolo ma un diritto da difendere per la popolazione gradese, contro le prepotenze le prevaricazioni che ci spingono sempre più verso il limite della fuga da Grado, ricordatevelo :
<è quello che vogliono!
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02 febbraio, 2011

Che tipo sei?

Vi sentite un Guru ma qualcuno vi considera un Bimbo Minkia? Siete perseguitati da Animalisti Attivisti e non sapete come difendervi? Avete un amico Nostalgico che è diventato un Fake di primo livello?

Facebook
è un ecosistema complesso e, come il mare o la laguna, ospita numerosissime specie differenti in perenne competizione tra loro.
Il sistema di relazioni che regola i rapporti tra le specie stimola l'attenzione.

Vediamo allora qualche specie che naviga in Facebook:

In principio vi era solo Il Cercatore di Compagni, dal quale discendono tutte le attuali specie formatesi per spirito di adattamento lungo il fluire delle ere digitali.
Oggi l’insieme di relazioni è un magma in continua evoluzione.
 L’organismo globale di Facebbok è in continuo mutamento, si trasforma, evolve, implode e sboccia in un fuoco pirotecnico di relazioni e personalità multiple.

Il Coordinatore di eventi:  Invitano tutti per ogni cosa.
Il foto tagger:  taggano qualsiasi cosa sia stato aggiunto in una foto. ma chi te l'ha detto di farlo?
 Il Quizomane:  i test sono il suo pane quotidiano. Inopportuni, improponibili, imbarazzanti, inutili, l’importante è farli. Esiste una variante molto fastidiosa denominata Quizomani “a catena di S. Antonio” i quali inviano a chiunque quantità industriale dei suddetti quiz -
il Militante: una sola idea, la politica! Gradevoli varianti sono: il Sessista Militante (nota anche come Femminista o, nella versione da uomo come “Brutto porco maschilista”) e lo Sportivo Militante (noto anche come Tifoso bellicoso). -
il Partecipe: gruppi, gruppi, gruppi. Il soggetto sente il bisogno patologico di entrare a far parte di qualsiasi gruppo, anche quello più lontano dai propri interessi.
 il Partecipe Creativo: variante decisamente più attiva del Partecipe. Il soggetto è esso stesso autore dei gruppi nei quali coinvolge i propri amici. Autobiografico!!!!
il Filosofo: amante dei concetti astratti, non esita a farne conto a chiunque abbia la disgrazia di leggerne le elucubrazioni. I casi cronici sono rari, più spesso il male colpisce in determinati periodi e a tradimento. Il sottoscritto ne è stato affetto ma ne è guarito, o almeno crede. Potenzialmente molto palloso.

Naturalmente le specie e le variazioni sono quasi infinite, ma in fondo lo si fa per gioco, o no?
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01 febbraio, 2011

Il Lunario di Febbraio




Tutti hanno dei cassettini segreti dove sono riposte speranze, aspirazioni, sogni e paure.
Dedico a questi angoli nascosti della vita di ognuno di noi il Lunario di Febbraio 2011.

Update: Ecco la versione della poesiola con la patch di Teti!


Cassetini de vita
vardo in fondo a un cassetin
e spero de catà
tra le carte
un fiao de la mia vita
in un oltro serco
al rie che credevo de v'he perso,

...garghedun al zè serao
col cagnasso de la vergogna,
ma 'nte la sfesa,
vien senpre fora
garghe lagrema de recordo.

nei cassetini de la vita
he lassao veci fogi scuri de vite passae
uri disfai, inchiostro sbiadio
epur i ciacola 'ncora
de me, de quel
che no he mai desmentegao.
.

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