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08 febbraio, 2011

Punta Sdobba









Inizio questa storia da quanto scrive il Piccolo di domenica sulla questione di Punta Sdobba:

L’oasi – con proteste della popolazione gradese e del Comune che erano state scavalcate su qualsiasi decisione – è sorto grazie a finanziamenti pubblici europei poiché l’area è di competenza regionale.
La foresteria, il centro visite e tutto il resto è stato costruito, senza che nemmeno il progetto venisse visionato dal Comune, su un terreno in concessione dalla Regione
.

Ora, non è esatto che il terreno sia in concessione dalla Regione, il terreno è una proprietà privata ceduta dall'Ersa ad un privato, certo Bidoli, il privato è fallito e i cocci sono nostri.

E' emblematica sta storia perchè somiglia da vicino a quello che potrebbe succedere con il Polo Termale.

Andiamo con ordine, nel 1998 veniamo a sapere che la Regione contro il parere del Comune di Grado intende autorizzare la costruzione di un Centro visite-albergo nella zona di Punta Sdobba, e siccome la strada che collega il villaggio dei pescatori di Sdobba è privata sarà chiusa con una transenna e per passare bisognerà dimostrare di abitarci in Sdobba.
Siamo intervenuti con il nostro Sindaco e dopo varie proteste completamente disattese dalla Regione che non voleva sentire ragioni di sorta finalmente si ottiene dal Bidoli il libero passaggio (a casa nostra eh!, da ricordare che noi l'area l'avevamo ceduta gratuitamente all'Ersa per sistemare i profughi del Fossalon e loro se la sono venduta a privati).

Meraviglia, nasce il centro visite (un pugno di cemento su un occhio in un paradiso naturalistico -il caneo) i percorsi su passerella, gli osservatori, niente da dire neanche male un bel percorso su cui spostare scolaresche anche se, per esperienza personale, facendo rumore si disturba l'ambiente e quindi ti becchi qualche ma va in .... da parte dell'aviofauna residente e con i bambini non fare rumore è impossibile.

Dopo otto anni la società proprietaria, Bidoli, fallisce; chiude tutto centro visite, percorsi siti di svago e sosta (completamente portati via da brave persone), il pugno sull'occhio (nero a 'sto punto) rimane a far la guardia disperata ad un mare di canne e i bravi graisani si beccano sta merdaccia a ggratis.

Grazie signora Regione Lei si che sa come si aiuta l'ambiente!

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Parafrasando un pensiero di Indro Montanelli, potremmo dire che "i graisani non imparano nulla dalla Storia anche perché non la sanno".
E un popolo che non impara dalla storia, che non si interessa o, peggio ancora, che DIMENTICA è un popolo senza FUTURO.
Bravo Enio

Paolo

Alien ha detto...

Un paio di domande da osteria :
1) ERSA = Ente REGIONALE sviluppo agricoltura ... quindi NON privato: come fà il terreno ad essere proprietà di un "PRIVATO" ?
2) Il diritto di accesso/transito/passaggio previsto per legge più lo stesso per le aree confinanti col mare dice niente ?
3) Non si possono mandare gli 8.642 abitanti di Grado a protestare in Regione prima di fare certe cose sul "NOSTRO" territorio Comunale... ma certo ne basterebbe uno, anzi "il primo" cittadino, a gridare e farsi valer per gli 8.642 ....
Ovvero, se qualcuno viene a casa tua e fà quello che gli pare e piace vuol dire che tu glielo hai permeso...

Un saluto dall'osteria, e leggetevi un attimo cosa c'è scritto su questo link...

http://www.ersa.fvg.it/istituzionale/lersa/lersa/