Cerca nel blog

03 febbraio, 2011

L'Uso Civico e Solidarietà

Una sentenza, quella di oggi del Giudice Liquidatore degli Usi Civici, attesa con ansia da tutti.

Ora al di là delle posizioni personali, l'atto giuridico taglia la testa a un gruppo di persone oneste e cocciutamente convinte di essere dalla parte della ragione, un gruppo che si è sostituito all'intera comunità contro un'azione in fondo immorale, il progetto del “Polo Termale” approvato senza discussione e senza far conoscere il progetto alla gente e senza riflettere al discapito del collaudato e fondamentale impianto balneocurativo gradese, cioè la spiaggia principale con annessi e connessi che, spogliata dell’intero retrospiaggia ad essa funzionale, sarà ridotta a puro arenile, facile da sezionare volendo in singoli lotti per una gestione al migliore offerente e sancire cosí la fine del prezioso complesso balneare e curativo su cui si fonda la nostra economia e la nostra storia moderna.

Con un retrospiaggia poi, non solo abolito come tale, ma persino stravolto da un programma edilizio che cancellerà anziché risistemare le belle zone di verde sportivo (Piscina Italia, Tennis Club).

La Magnifica Comunità di Grado si è opposta con coraggio alle prevaricazioni ed ora, soccombente, oltre alla solidarietà di facciata (risolini dietro le spalle) ha bisogno di una solidarietà più pragmatica, più pelosa, dobbiamo organizzare una colletta per sostenere in collettività le spese legali della causa.

Dobbiamo capire tutti che se non sosteniamo queste persone, che hanno veramente le palle, perdiamo la possibilità di mettere i bastoni tra le ruote dei faccendieri di turno, siano anche Regione e Comune.

La loro è stata una battaglia sull’uso civico, che non va considerato un ostacolo ma un diritto da difendere per la popolazione gradese, contro le prepotenze le prevaricazioni che ci spingono sempre più verso il limite della fuga da Grado, ricordatevelo :
<è quello che vogliono!
Share/Bookmark

5 commenti:

Anonimo ha detto...

C'è ancora qualcuno a Grado che si muove senza alcun secondo fine, se non quello di preservare il territorio per le future generazioni, senza vantaggi diretti facendosi però carico personalmente dei rischi legati alla sempre possibile sconfitta (ricordo che c'è ancora la possibilità del ricorso a Roma). Voglio anche ricordare che questi signori, che combattono anche per tutti noi, sono stati fatti oggetto di minacce di ripercussioni da parte di esponenti della passata giunta (quella che in teoria, per regolamento, dovrebbe tutelare il patrimonio collettivo ed invece lo ha svenduto senza neanche renderne conto) e da parte dei legali del Commissario del Polo Termale che "sembra" volessero intentare una causa per il risarcimento dei danni.
Queste persone ci sono ancora, ma gli altri, ci sono? A tutti va bene che distruggano la nostra isola? Anche a quelli che parlano di "graisanitae"? Cosa è la graisanità se non il legame con il territorio?
Vogliono fare i graisani a Lignano o Bibione?
Ricordate che il problema non sono mai quelli che sono a favore o quelli che sono contrari, il problema sono gli ignavi.
Ciao Paolo

Nevio Scaramuzza ha detto...

Dopo la chiusura dell'Ospizio Marino e della Clinica S. Eufemmia ci si è accorti quale indotto di immagine, di presenza, di servizio a quella parte di collettività meno fortunata (ospiti disabili e RSA)che è venuto meno. Il paralellismo si ripete con il polo termale di fatto è attivo con un commissario che da un anno riceve compensi e controlla, in attesa del privato, per controllare lo stanziamento di fondi reionali, un tempo disponibili per la copertura del paco acquatico. Su qualche media che non ricordo segnalavo l'opportunità e col denaro pubblico di realizzare un'espansione alla ricettività di tipo termale, anche ludico, presso l'area comunale del lido del carabiniere. Sviluppo in orrizontale salvaguardando le peculiarità della zona, con uno stop al traffico che sconta, già oggi, una caotica viabilità. Ma non si vengano a minacciare con la possibilità che i gradesi se non accettano l'imposizione mamma regione toglie il finanziamento. Uffa quante cose prendono strade di puro interesse senza gurdare in faccia la realtà. Credo, prima che sia troppo tardi, sia giunto il momento topico di suonare la carica. Non solo la passata amministrazione, come ben dice Paolo, ha minacciato i gradesi, anche questa democraticamente imposta si è ben guardata dall'organizzare una informativa acciocchè si garantisca l'autodeterminazione di un popolo e che popolo i graisani. Uniamo il pensiero e l'azione, sosteniamo il ricorso a Roma nella presa di coscienza di tutti, che il futuro sindaco sia sensibile agli interessi della collettività, coraggioso ed abbia gli attributi per governare una squadra di onesti.

Nevio Scaramuzza ha detto...

Mi scuso per gli errori che da una rilettura mi riconosco. La fretta e la foga sono sempre cattive consigliere. Scusatemi ancora. Per i contenuti spero siano sufficentemente chiari

Anonimo ha detto...

Sapevamo che il Commissario aggiunto ci avrebbe dato torto ed eravamo preparati a questa eventualità. Le pressioni politiche, a nostro avviso, hanno pesantemente condizionato il giudizio del dott. Arturo Picciotto.

L'unico modo per fare chiarezza in dibattimento, circa l'esistenza o meno degli usi civici sul parco delle rose, era quello di fare una perizia ora per allora, visto che le fonti storico-giuridiche riguardanti i quadranti 39, 40, 42, e 43 sono andate distrutte in conseguenza a due incendi dell'archivio storico del Comune di Grado (incendio del '63 e del '64). Tanto è stato chiesto al Commissario Regionale agli usi civici, il quale, non se ne capisce il motivo , ha rigettato questa possibilità ed ha deciso con motivazioni che saranno discusse nell'appello che presenteremo a breve.

Nel frattempo, naturalmente, non siamo stati a guardare e con grande fatica, siamo riusciti a recuperare buona parte della documentazione storica che attesta l'esistenza degli usi civici. Nei lavori preparatori del ricorso siamo aiutati da esperti in materia con il supporto di un ex giudice costituzionale (uno dei maggiori esperti di proprietà collettive in Italia).

Documenti che avremo modo di presentare in appello dove, anziché un da giudice monocratico, verremo giudicati da un collegio di giudici molto distanti (geograficamente parlando ) dalla Regione.

Abbiamo senz'altro perso una battaglia, ma la guerra è ancora aperta.

Ringrazio le tante persone e movimenti politici che mi hanno espresso la volontà di supportare economicamente questo impegno. A breve fornirò le modalità, a chi lo desidera, per contribuire in solido a tutelare quel poco di territorio che ci è rimasto.

Dario Raugna

Alien ha detto...

Penso questo sia il momento della verità per i grasiani: dimostrare di "essere", di esistere ancora come spressione vivente di quest'isola, di auesta comunità. Lanciare e lasciare un segnale ben preciso di resistenza e di sfida a tutte quelle forze oscure che intendono appropriarsi delle ultime risorse rimaste del nostro piccolo paese: ora o mai più perchè, se persa anche quest'ultima battaglia, poi non resterà piu' nessun muro a difendere i deboli dai più forti, perchè anche i "venduti" al nemico diventeranno a loro volta gli oppressori...