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31 marzo, 2013

E' Pasqua



La Pasqua è uno di quei giorni che fa veramente la differenza tra chi è cristiano praticante e chi no.

Il Natale lo festeggiano anche in Cina, ormai. 

Santi e profeti e parole di vita eterna ce li hanno un po' tutti, ma un Dio che muore in croce per i nostri peccati ce l'hanno solo i cristiani, e ci teniamo.

Buona Pasqua a Tutti.


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30 marzo, 2013

Un Festival ...per sognare


A completamento delle fatiche del Festival l' analisi critica dei testi  da una chiave di lettura diversa dall' ordinario,  Matteo Marchesan  sogna e fa sognare con le parole.
Io approffitto per fare gli auguri di Pasqua a tutti, ma proprio tutti.
UN FESTIVAL … PER SOGNARE!

Ho voluto sperimentare una chiave di lettura diversa dei testi della 47° edizione del Festival
della Canzone Gradese, analizzandoli non singolarmente, ma considerandoli come canti del
grande poema della “ g r a i s a n i t à “, alla ricerca di un motivo ricorrente ed unificante, ed è stata – lo riconosco - un’esperienza nuova, utile e gratificante.

C’è un vocabolo trasversale che compare frequentemente nei testi dei brani presentati
quest’anno 2013 ed è “ s o g n o “ , parola che conferisce una chiara impronta a questa
rappresentazione, una svolta rispetto ai contenuti proposti lo scorso anno, segno che qualcosa sta
cambiando nella mentalità dei più giovani autori rispetto ad una visione segnata per molti dalle
difficoltà esistenziali nella vita di relazione, più volte rimarcata nelle ultime edizioni. 
Ben venga dunque un Festival… per sognare e per far sognare.

Certo, si può sognare per sfuggire alla realtà presente con le sue contraddizioni, indossando le ali
della fantasia e della pura immaginazione, ma anche per progettare il proprio futuro, per
migliorarsi, per ripensare al proprio percorso umano, per elaborare desideri, aspirazioni, magari
rischiando di cadere nell’illusione o addirittura nell’utopia, spesso devastanti e micidiali. Credo,
però, che in questo caso il termine abbia per lo più un significato positivo, se evidenziamo i testi in cui compare in forma esplicita o anche velatamente nascosta.

Seguendo rigorosamente l’ordine della presentazione ufficiale della serata, già la prima
canzone, “Un’ora de tu”, in cui Alessio cerca una “Nova emossion pe’ sognâ ,” e dice “Fâme vîve ‘l sogno… La gno vita co’ tu”, affronta questo concetto. Par di capire che si tratta di un sogno
irrealizzabile, illusorio, visto che la casa è ormai vuota, buia e sola, ma l’autore chiede
contraddittoriamente un’ora ancora, per cancellare definitivamente il ricordo di un legame.

In “L’onda sita” Riccardo afferma “Gravo tanto belo che par de vîve senpre drento in t’un sogno” e aggiunge “ma i sogni più beli xe quii che anche te confonde la mente”, lui che all’inizio dice “Son quel àlboro a mesa strada fra Gravo e Belvedèr”, per concludere “Quel àlboro son me… e nessun se acorze de elo”, lasciando spazio ad una speranza di riscatto, ad un’onda silenziosa che può far scomparire gli aspetti più bui dell’attualità.

No xe sima che pol ligâ a la vita / no xe palo che daga sicuressa” confessa, in “Comò sbruma de
un’onda” con una visione saggiamente pessimistica della vita nella sua brevità, paragonata alla
schiuma di un’onda, Renato, sognando “L’aqua calma, sigura, de laguna che se ‘npissa de luse
matutina”, cioè l’entusiasmo e la vitalità di “Do batèle ligae… dute do de prova”.

“Gravo cantòn de paradiso / logo de sogno de serenitae” canta Nevio in “Soravento buora”, in un
testo che rispecchia il suo essere tendenzialmente propenso alla fine ironia e alla frase franca e
che descrive con una narrazione realistica le situazioni meteo più critiche di Grado (piova, vento,
bufera, sionere), la quale, non ostante tutto, resta il suo “paese da sogno”, considerato in ciò che
ha di positivo, dove gli piace vivere. Il brano, che vince questa edizione del Festival bissando per
l’autore il successo dell’anno precedente, risulta da un miscuglio sapiente di ingredienti
apprezzabili.

Mi sono poi chiesto che cosa sogna Andrea, giunto terzo, con “Le gno busie più grande”, che canta il suo amore, nel dubbio se sia frutto di libera scelta o di un errore, se non addirittura dell’odio… ed è il sogno inespresso di un sentimento importante, che esca dal cuore troppo piccolo per contenerlo, per trovare un luogo dove possa essere ospitato nella sua totalità, in un “mar sensa onde”.

Beatrice, poi, scrivendo un canto d’amore intitolato proprio “Sogno”, inizia il primo verso in
seconda persona con “Sogna una porta ai confini del sielo” e poi riprende il motivo nel verso in
prima “Sogno che l’amor tra me e tu sia infinìo”: lo dice una ragazza di 16 anni, che ha cioè l’età
giusta per sognare e diventa, in un certo senso, l’emblema di questo nuovo indirizzo del Festival,
classificandosi con Elia e Mabel al secondo posto nei voti del pubblico. Sentirli parlare di infinito, di eternità e profondità dei sentimenti dà, sinceramente, i brividi!

Andrea in “Aqua alta” sembra, ad una lettura superficiale, decrivere un noto fenomeno
idrodinamico delle nostre lagune, rimanendo “con i piedi per terra”, se così si può dire in questo
contesto, ma ad un’analisi più in profondità si scopre il significato metaforico ed autobiograficointeriore del messaggio: “…tu me son cressùa drento…”, dove “…ormai xe duto un…”: il “mar de siroco al schissa, al lava, al sala per duto”, per comunicare che le tempeste purificano e danno nuovo sapore all’esistenza. Se questo non è un sogno…

Riconosco un certo pudore nel commentare il testo di Marco, studioso e letterato di livello,
intitolato “La Varvuola”, presentato con un’eccellente coreografia di grande effetto scenografico:
il personaggio rappresentato, espresso con un linguaggio esteticamente ineccepibile, tolta la
maschera, appare nella nudità della solitudine, della tristezza e dell’insicurezza . Il suo sogno è che la gente la ami, la applauda, la acclami, almeno per un giorno! Tutta l’umanità porta una maschera al volto ed è questa – sostiene amaramente Marco - la “normalitae”.

Andrea in “Quel giosso de me” prosegue con la sua linea – per così dire - “minimalista”, dosando
garbatamente in passato il tempo e ora se stesso, con una particella che si addormenterà
appoggiata all’anima dell’altra. E’ un sogno generazionale, svelato nel passaggio conclusivo al
plurale : “Sarà quel giosso de noltri a sfamâsse de sogni, e date novi ricordi”, dove sogno e realtà
convivono, per lenire il dolore, le lacrime, i sospiri, cercando nel firmamento l’astro più luminoso
per provare “la magia de un brivido”, un gesto d’amore che ha un nome.

“Tunin” di Gabriele si presta ad interpretazioni diverse: sul piano sociale è una denuncia contro la
marginalità; su quello umanitario è un invito a non dimenticare chi, uomo come noi, soffre nella
solitudine; su quello religioso è un atto di non-prossimità: “E li vardemo lassànduli ‘ndrìo”. Ma
comunque lo si voglia leggere, il testo si riferisce, con un chiaro, coraggioso e universale
ammonimento, all’impossibilità per qualcuno di sognare dovuta alla nostra indifferenza: “Ma che
zente semo se… se desmenteghemo che / oltri comò noltri no i possa mai sognâ”.

Ilario non è nuovo al tema del “sogno”, sul quale si è già espresso altre volte, e anche con rilevante successo.
 La sua “Ani Sessana” è la nostalgica rassegna della Grado di quegli anni “maravegiusi”,
”bei ricordi ‘ntel cuor”, “Sogni e puisie de ‘n tenpo che fu /Gravo à fato sognâ”, ravvisando nella
qualità dell’offerta musicale e dell’accoglienza agli ospiti la peculiarità di un tempo ormai
tramontato.

Sappiamo che Damiano coltiva l’ars e ne è un’ulteriore prova, se ancora ce ne fosse bisogno,
l’immagine di “Forcola e remo”, metafora di un amore condito con i segni del tempo, “de un remo stanco che va ‘vanti / co’ la forsa de l’amor”. E’ la fatica del vivere, che solo l’amore e lo stare insieme tenace riescono a superare, aprendo lo spiraglio ad un sogno che forse molti vorrebbero tacitamente realizzare. 
“Do cuori più lisieri” è una bella immagine della lievità, che vince la stanchezza e il dolore di una “forcola e remo fruai”.

Se -come dice Leonardo- la magia del Festival, nell’orientamento generale della
manifestazione, è che “i graisani i fa su al gemo de’ sogni, ricordi e speranse consando le nove
cansòn…”, l’analisi critica dei testi non può che confermare l’originalità e la vitalità di questa
tradizione, segno inequivocabile dei fermenti ideali e culturali che alimentano l’anima giovane dei
protagonisti.
 Grado, 28 marzo 2013
Matteo Marchesan

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29 marzo, 2013

Ritorna Natale a Pasqua

Che tempo, che tempo e non aver neppure uno straccio di Governo per poter sfogarci con un:
Governo Ladro.

In cambio a Grado, così tanto per portar sfiga, ci crogioliamo con una mostra di cristi e madonne tristi e ce ne vantiamo pure sui media.


A Pasqua RiArriva Natale, chissà a chi  è stata data la parte del Bambino Gesù. 

Tutto è rigorosamente storico, ad eccezione della cometa annunciatrice che è stata sostituita da un ufficio stampa di sedici fedelissimi. 

Al cenone governativo, previsto sotto l’albero di Pasqua, ci sono i doni che hanno chiesto. 

Chi un nuovo  partito, chi la stella da sceriffo, chi in premio qualche zona ancora vergine da sconvolgere. 

Qualcuno dell' opposizione, pur presente, sta zitto, si vede che avrebbe voglia di astenergliene quattro. 

Ma è troppo Pasqua.

Non manca la parte austera infatti  "La relazione amministrativo programmatica" non è particolarmente ottimista, così come è nello stile dell’estensore. 

Si apre con la previsione che entro il 2015 il reddito medio di un gradese sarà inferiore alla paghetta di un bimbo americano, gli investimenti saranno limitati ai rilanci a poker e la Punta Sdobba sarà invasa dai marziani  mentre, secondo un autorevole membro di giunta, la crisi dell’economia cittadina dipende soprattutto dallo scarso numero di suoi seguaci in posti di rilievo.

Che tempo, che timpi mamuli.

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28 marzo, 2013

Workshop Fotografico in Anfora


























Fantastica iniziativa del Fotografo Nico Gaddi che propone un Workshop di fotografia in Laguna con la collaborazione dell' Albergo "Ai Ciodi" nell' Isola di Anfora.

Come si legge nel depliants informativo qui sopra gli appuntamenti proposti sono due e vanno dal :

27 maggio al 1 giugno 2013
e dal
23 al 28 settembre 2013

i posti sono per forza limitati  da 8 al massimo 12 persone vista la natura professionale del percorso di studio, ma si potrà godere in pieno del relax post lavoro godendosi la natura  immersi nel silenzio e nella pace dell' ambiente magico lagunare.

Bellissima iniziativa rivolta ai veri amatori della fotografia e dell' ambiente.

Per scaricare il depliants cliccare qui
per informazioni e prenotazioni:
3385433476  oppure scrivere a   nicogaddi@hotmail.it
3389568142  oppure scrivere a anfora.aiciodi@alice.it

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27 marzo, 2013

Vittoria In Laguna

Si torna a parlare di Laguna sui quotidiani, e lo fa il Comune di Marano Lagunare sul Piccolo di ieri vantando una vittoria legale con l' affermazione dei diritti storici di pesca dei propri pescatori in un buco di culo della parte gradese della Laguna, la zona Laccia Comenzara, l' estremo lembo a Ovest. (la zona interessata è indicata dalla freccia gialla in cartina)

La storia dura da oltre dieci anni di battaglie legali costosissime con ricorsi fino al consiglio di Stato (qualche avvocato riderà soddisfatto) tutto per il principio medievale della tutela dell' integrità territoriale.

Tutto nasce con Le Barancole (la zona gialla sulla mappa sotto) rivendicate dai Maranesi e storicamente utilizzate in comune accordo per secoli da cacciatori di entrambi i comuni sinchè dopo una battaglia legale in tutte le sedi(chissà perchè sono tutte battaglie quelle legali e politiche eppure non scorre il sangue) durata dieci anni nel 2004 viene riconosciuta la titolarità amministrativa del territorio al Comune di Grado che ne rivendica anche il diritto di pesca e si rivolge al Giudice Liquidatore degli Usi Civici iniziando una causa che è finita in questi giorni con la sentenza favorevole ai maranesi:


Il giudice ha ammesso come prova la circostanza in cui si afferma che risulta «vero che i
cittadini residenti a Marano hanno esercitato ab immemorabili e continuativamente il diritto
di uso civico di pesca nelle zone lagunari segnatamente individuatequali “Barancole”, evidenziando che la modifica del confine amministrativo del 2004 è del tutto estranea all’assunto
diritto dell’uso civico (La zona lagunare delimitata in giallo)




Ecco questa è la storia di una vittoria di Pirro, il giudice ha applicato il principio dell' usucapione, per la gestione di un territorio che ben pochi cittadini gradesi sanno dove sia, che nessuno da tantissimo tempo  usa per qualsivoglia iniziativa perchè lontanissimo da Grado, scomodo, perchè di pescatori lagunari noi ormai siamo in riserva da tempo e in fondo i tipi di pesca che si possono praticare su "quel fondao" sono pochi e in disuso nella nostra comunità, altri tipi di pesca - le veraci - se si praticano, sono di frodo e per cui fuori contesto in questioni di diritto.

Si può essere d'accordo con il principio dell' integrità territoriale ma un' oculata gestione delle risorse dovrebbe prevalere sull' orgoglio e bisognerebbe fare tentativi di comporre le questioni senza arrivare agli avvocati che costano e in fondo risultano gli unici vincitori.

Sapevatelo, c'è ben poco da gioire, bisogna pagare il conto!
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26 marzo, 2013

Libretto Festival 2013




A completare la settimana del Festival Leonardo Tognon dell' Associazione "Quelli del Festival" mi ha inviato per la pubblicazione il Libretto del Festival 2013 per condividerlo con tutti coloro che per un motivo e per l' altro non hanno potuto essere presenti alla serata.

Per chi volesse scaricarlo lo si può fare direttamente dal sito che lo ospita ma bisogna iscriversi per farlo o altrimenti basta cliccare Qui Sopra
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25 marzo, 2013

Leonardo: Elogio del suicidio assistito

Leonardo: Elogio del suicidio politico assistito
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Post Festival

Stamattina una sensazione strana, leggo il giornale e mi sembra sia vecchio, tutto quello che c'è scritto sul nostro Festival è già stato detto eviscerato fotografato videofonato e postato sul Web.

Tutto e di più.

Allora ti rendi conto della nuova situazione che si è creata, favorita anche da un tempaccio biblico, la gente sta bene a casa ma comunica lo stesso, la comunità è globale se vuoi ti puoi confrontare con chiunque al mondo sia connesso.

Il confronto poi, vista la velocità degli scambi, è serrato, un attimo a riflettere e sei fuori tema devi cambiare contatto ma non interrompere  la comunicazione.

Si, ci sono dei riferimenti che danno il la a discussioni senza fine ma in fondo sono solo moli di partenza, la navigazione è quello che conta.

Ognuno con la sua barca, con la sua testa convinto di quello che è e dice,  se segui i ragionamenti ti fai un' idea di quello che la gente pensa realmente, perchè la velocità non ti consente di riflettere a lungo ti fa dire le cose così come le pensi.

Insomma è stato bello stare con voi!


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24 marzo, 2013

Va Festival Va...

Ero al Festival.
E' una fortuna per me aver l' abitudine ormai incernierata alla mia vita di alzarmi presto al mattino, indifferente l' ora dell' inizio del riposo, per raccontare quel che si è vissuto devi avere i ricordi vividi, a portata di mano, in modo da sentire ancora le sensazioni provate.

E' stata un' emozione ieri sera, quattro ore full immersion in un "nanbuol graisan" la varia umanità gradese compressa in un auditorium stracolmo, giovani tantissimi giovani che portati dalla loro esuberanza giravano e si mostravano come in passerella agli occhi attenti e critici dei più anziani seduti ma ...vigili.

E' la manifestazione che ci unisce al di la della competizione, che c'è e si sente, ci sono le claque gridolini di incoraggiamento a destra e sinistra, l' aria è elettrica ma partecipata il piacere dell' agorà, della piazza in ritrovarci tutti, un Palazzo dei Congressi che diventa per un giorno Piccolo Nio, con una punta di amarezza è quello che ci rimane della graisanità che quasi come effetto domino ed evidenziatore si estende ai partecipanti virtuali riuniti dal Web (grazie e sempre grazie ad Augusto Gregori che ha avuto l' idea e l' ardire di trasmettere via internet questo grande evento nostrano)  in un grande abbraccio collettivo per una volta fraterno.

Poi si inizia con una sceneggiatura minimale ma gradevole consona ai tempi grami che viviamo e tutto ha senso, i cantanti le emozioni delle parole la musica, tutto trova posto e la gente si ferma e ascolta e prova sensazioni lo capisci che siamo un tutt' uno, le storie raccontate dai vari protagonisti che si susseguono sul palco prendono vita ti obbligano ad accostarle a fatti reali a pezzi di vita raccontati in musica e sono pezzi di vita popolare, paesana, è Grado che vive e si dispera gioisce o si rassegna si arrabbia o perdona è vita quotidiana.

Poi finisce e torna la gara con i vincitori ma nessun vinto tutti "Graisani"


il video della canzone vincitrice di questa edizione del Festival

Approffitto dell' ora antelucana per essere il primo ad annunciare i vincitori del 47 Festival della Canzone Gradese:

1 classificata   Soravento Buora cantata da un bravissimo Nevio Scuz "Nevis" di Nevio       Scaramuzza e Gianni Raugna

2 Classificata  Sogno  con gli esordienti giovanissimi Mabel Troian e Elia Bidut di Beatrice Krpan e Elia Bidut

3 Classificata  Le gno busie più grande  con Deborah Civita e Andrea Marchesan di Andrea Marchesan

Il Premio della giuria Internazionale capitanata da Stefano Marchesan da Oslo ha premiato:
L' onda sita  cantata da Omero Gregori di Riccardo Gordini.
Il premio della Cooperativa Pescatori per le parole è andato a:
Comò sbruma de un' onda  cantata da Ideale Gregori parole di Renato Camisi musica di Gian Marchesan.

Ecco è quanto, una bella cosa tutta nostra e bravi tutti gli organizzatori per la regia di un meccanismo che si intuisce complesso ma perfettamente oliato.

Seguiranno ciacole de duti i coluri ma questa ze un' oltra storia.
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23 marzo, 2013

Festival Time

Inizia stasera con la diretta su Graisani.com (sempre sia ringraziato Augusto Gregori) il Festival della Canzone Gradese.

Vinca il migliore:

“Un’ora de tu” di parole Alessio Gratton musica di Marzio Corbatto cantano: Ilaria Zanin, Michele Lugnan e Stefano Meneghel
“L’onda sita” parole e musica di Riccardo Gordini, canta Omero Gregori 
“Comò sbruma de un’onda” parole di Renato Camisi musica di Gian Marchesan, canta Ideale Eros Gregori 
“Soravento buora” parole di Nevio Scaramuzza musica di Gianni Raugna, canta Nevio Scuz “Nevis”    
“Le gno busíe piú grande” parole e musica di Andrea Marchesàn, cantano Deborah Civita, Andrea Marchesan
“Sogno” parole di Beatrice Krpan musica di Elia Bidut, cantano Mabel Troian e Elia Bidut
“Aqua alta” parole di Andrea Cicogna musica di Andrea e Paolo Cicogna, canta Andrea Cicogna
“Varvuola” parole di Marco Giovanetti, musica Michele Lugnan,canta Cinzia Borsatti
 “Quel giosso de me“ parole e musica di Andrea Felluga,  cantano Paride Bertogna, Gabriele Bottin, Andrea Felluga e Paolo Pozzetto            
 “Tunin” parole di Gabriele Krpan musica di Andrea Barzellato canta Fabio Fabris
“Ani Sessanta” parole e musica di Ilario Fanò  cantano Alessia Galzignato, Italo Salvemini Andrea Pellizzoni 
“Forcola e remo” parole di Damiano Marchesàn musica di Roberto Camuffo, cantano Alessandra Marocco e Roberto Camuffo
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22 marzo, 2013

Controvalore



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21 marzo, 2013

"Al Taroto" - Grado Pineta

Qualche volta la storia ci apre gli occhi, se si ha voglia di vedere, sul futuro.
La storia di Grado Pineta è interessante e poco conosciuta e in questo post  non  voglio approfondire quello che è successo dopo ma vedere  i veri motivi per cui è nata:
  erano e sono di protezione dell' abitato di Grado.

Per tutti noi "graisani" la Pineta non è nientaltro che il "Al Taroto" e questo dovrebbe evocare in tanti di noi ricordi giovanili di giochi e piccoli amori consumati e non  tra le dune e i rovi del bosco, ma  la traccia del post mi porta alle origini e soprattutto sul perchè e sul come la Pineta è nata.

Tutto inizia nel 1900 quando, su ordine del Capitanato di Gorizia, vennero piantati 35.000 pini in località "Le Dune", quella serie di dossi sabbiosi a terra del Banco della Mula di Muggia, la piantumazione ebbe successo e l'anno successivo si procedette all'imboschimento vero e proprio mettendo a dimora 200.000 piantine nella zona di Punta Barbacale.
Alfiere di questo imboschimento fu il goriziano Corrado Rubbia che suggerì all' Amministrazione austriaca la messa a dimora delle piante per consolidare la riva e proteggere, in modo naturale e a costi ridotti, Grado tenendo conto della prevalenza del movimento, sia dell'acqua che del vento, da est-ovest.

Si cominciò dai Monti della Rotta nei punti più critici per il vento e le maree.

Non tutto ovviamente funzionò alla perfezione, per qualche anno la moria delle piante sfiorò il 70%, ma la tenacia degli uomini alla fine la ebbe vinta sugli elementi naturali e nel 1921 il Comitato delle Dune di Grado che sovraintendeva al progetto fu sciolto per raggiungimento dello scopo sociale.

La Dichiarazione del Comune:

Quest'azione di rimboschimento iniziatasi una ventina d'anni fa, ha conseguito pieno successo, una landa sterile, viene convertita in un bosco rigoglioso di latifoglie e conifere.
Ora il municipio vorrà certamente dedicarle tutte le sue cure, perchè non venga menomata.


Questa dichiarazione dell' allora Amministrazione mi ha fatto venir in mente l' articolo dell' altro giorno del Piccolo che parlava di lande desolate in Cavarera o Zampa City, ecco non  hanno dimenticata la landa desolata, ci hanno fatto una stupenda speculazione edilizia! 

Sapevatelo!
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20 marzo, 2013

Amore di Papà


Purtroppo io non ho potuto fare gli auguri al mio papà per la sua festa ma questo mi ha fatto frullare in testa una domanda:

L' affetto di un padre e di una madre? Come lo si  misura?

L' affetto del tempo passato a giocare, a insegnare e ad accarezzare i propri bambini.
Lo misuri in calci a un pallone? In spazzolate ai capelli di una bambola? In lacrime asciugate? L'affetto per i figli trova sempre più difficilmente occasione di manifestarsi per intero per via degli impegni lavorativi che assorbono le coppie.

Io  lo rivorrei tutto.

L'unico mio interesse è riavere tutto, fino all'ultimo palpito di batticuore.
E sono disposto a garantire amore spietato fino alla fine dei miei giorni.

Pur di conservare l' affetto dei miei figli minerò ogni fazzoletto di terra con verdura, fiori e alberi da frutto.

Lavorerò costantemente e al solo scopo di trarre l' utilità necessaria al vivere assieme.
Scriverò tanto, per immaginare il futuro e ricordare il passato.
Con i giochi dei miei figli  conto di vincere  la mia Rivoluzione.

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19 marzo, 2013

Festa del Papà emerito

Auguri a tutti i papa.  Paparapà!
Sapevatelo
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Parola di: Noi Cittadini -


Come per la Gioconda anche per Grado è prevista un' evoluzione


L' Associazione Noi Cittadini mi invia:

Alla luce della recente sentenza del Consiglio di Stato (6656 del 2012) la quale ribadisce che

non sussiste alcun diritto ad edificare su terreni privi di urbanizzazione”,

l'amministrazione comunale ha il dovere di convocare un'assemblea pubblica per rivedere tutta la situazione inerente la lottizzazione “Vivere in Laguna” di Zamparini, affinché tutti i cittadini e le associazioni di categoria possano avere il modo di valutare la soluzione più idonea per la comunità di Grado. Da quanto si è compreso nei vari incontri pubblici non ci sono chiari elementi che garantiscano quanto era stato fatto intendere in fase iniziale di progetto, tra cui le abitazioni per i residenti, l'albergo a cinque stelle, strutture sportive ecc.
Dato che l'area in questione, oltre ad essere di particolare pregio ambientale, costituisce l'ultimo grande appezzamento di territorio rimasto disponibile nell'isola di Grado, è di fondamentale importanza procedere con le dovute cautele ed il propositivo coinvolgimento di tutta la popolazione, perché da tali decisioni né conseguirà il futuro stesso di Grado.
Meglio quindi più riunioni, ripensamenti, modifiche ed aggiustamenti che il pentimento di di non aver saputo gestire la situazione e non essere riusciti a conseguire il migliore progetto possibile nell'interesse della comunità, della stessa proprietà e del pregevole ambiente.
La proprietà deve farsi una ragione che un villaggio-paese di seconde e terze case, disabitate per gran parte dell'anno, svilirebbero il progetto ed è l'ultima cosa di cui Grado abbisogna, anche per i costi gestionali, i carichi idrici, fognature, carichi di viabilità, ecc.
Considerata l'importanza e la mole dell'intervento, questo deve risultare perfettamente integrato con la preesistente realtà dell'isola riuscendo a dare risposte e soluzioni progettuali in grado di valorizzarla nella sua complessità e non andando ad aggravare le criticità ed i problemi già esistenti. Bisogna anche essere consapevoli che l'amministrazione di Grado, dopo decenni di criticità, ad oggi non ha ancora un Piano definito sulla mobilità urbana e relativi parcheggi, , nè di sviluppo turistico dell'isola. A ragion del vero, nel corso degli anni sono stati elaborati e pagati, ben quattro progetti, l'ultimo con l'amministrazione Marin “Grado Futura”, tutti finiti miseramente chiusi nel cassetto.
 Oggi mentre l'isola si trova in uno stato confusionale di lotta tra i sostenitori degli stalli gialli e degli stalli blu, quando invece bisognerebbe avere la capacità di chiudere il traffico nel centro cittadino, sia per la salute delle persone sia per qualificare l'immagine turistica di Grado, come avviene tra l'altro con successo in tante note località, l'intervento progettuale di Zamparini, opportunamente rivisto potrebbe offrire delle interessanti soluzioni.
Sarebbe quindi da irresponsabili tirare dritto senza verificare puntualmente tutte le anomalie del progetto, i problemi dell'isola e valutare assieme le migliori soluzioni, rappresenterebbe un fatto gravissimo sotto il profilo amministrativo e di politica territoriale perché è un'occasione irripetibile!!

Associazione “Noi Cittadini” di Grado.

Il Presidente
Sebastiano Marchesan


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18 marzo, 2013

Lezioni di Responsabilità

Tra le millemila voci levatesi in questi giorni contro il Movimento 5 Stelle e il PD ce n'è una che mi rinfresca la memoria sul perchè sono ancora così incazzato con questi strani tizi che pretendono di governare e farci la lezione:


La strategia di Bersani è da irresponsabili, tenta di salvare un Pd ormai allo sfascio fregandosene del futuro del nostro Paese. La sua chiusura ad un Governo di responsabilità dimostra che non solo il Segretario del Partito Democratico non ha ancora capito di non avere i numeri per Governare, ma anche che la sua è una strategia suicida che rischia di far cadere nel baratro l’Italia, che mai come oggi ha bisogno di un Esecutivo che faccia importanti riforme.
Domenico Scilipoti
E adesso ci viene a dare lezioni di moralità e responsabilità. Si, proprio lui.
da: Minitrue.it


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17 marzo, 2013

Il Festival c'è- La gente fa la fila


Nemmeno le previsioni meteorologiche avverse, che indicavano l’arrivo di un fronte freddo hanno dissuaso gli appassionati a vivere una “notolada” d’attesa per assicurarsi un biglietto,  magari in prima fila, al festival della canzone gradese in calendario sabato prossimo, 23 marzo. 
La prevendita è iniziata puntuale alle ore 9.00 alle presenza di una nutrita e gioviale coda di afecionados, pronti ad acquistare i biglietti del Festival.
Commenti aspettative e pronostici hanno accompagnato l’attesa iniziata nel tardo pomeriggio di sabato e alcuni biglietti hanno preso la via dell’Austria: Vienna , Carinzia e Stiria la provenienza di alcuni ospiti austriaci fedelissimi dell’isola tanto da vivere la tradizione del festival. 
Contenti di aver incassato il biglietto indispensabile per votare la canzone regina del 2013, gli ospiti hanno condiviso una domenica graisana.
Come consuetudine  la prevendita dei biglietti è stata un successo.
 I tagliandi a disposizione sono stati venduti rimane a disposizione un congruo numero che verrà posto in vendita direttamente in  biglietteria del Palacongressi la sera dello spettacolo.  
Al rintocco delle campane per la messa mattutina domenica mattina si è formata la solita coda fronte all’ex Taverna Municipale fino all’esaurimento dei tagliandi consumati nell’arco di alcune ore. 
A trascorrere l’intera nottata, fin da sabato sera, i protagonisti  appassionati hanno trasformato l’attesa in una festa di attesa per il Festival. 
Una pre-festa  che precede la serata della grande kermesse canora del Festival al Palacongressi e il dopo-Festival, quando vincitori e vinti si ritrovano nei locali della città per scatenarsi dopo le tensioni della serata.
Alcune sorprese fin dalla Hall del pala congressi rinfrescheranno la serata di sabato prossimo mentre la scaletta dello spettacolo ricalcherà quella della edizione.
 Gli organizzatori “dell’associazione culturale Quelli del Festival...” renderanno noto il “menù” completo della serata nei prossimi giorni, in attesa di ricevere alcune conferme. 
Oltre ai premi riservati ai vincitori sono confermati tutti gli altri. 
Il Premio Città di Grado del Comune andrà alla canzone gradese  che ha trionfato al Festival regionale e quello triveneto:
 È confermato I premio International (Premio Git) con la votazione da parte dei gradesi emigrati nel mondo, che in questi giorni hanno già ricevuto il cd con le canzoni. 
Il Premio Qualità assegnato dagli organizzatori del Festival e il premio della Cooperativa Pescatori che andrà al testo che maggiormente si avvicina al mondo dell’ambiente e della pesca, delle tradizioni e dei suggestivi paesaggi e caratteristiche naturali gradesi. 
Il Festival della Canzone gradese è nato nel 1946, in occasione del “Veliòn del pescaòr” nato grazie alla felice intuizione del papà del Festival: Giacometo Zuberti. Ora la parola, meglio la voce, ai cantanti e alle canzoni finaliste e il voto ai presenti in sala.


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Laguna Percorsi d' Autore, Pasolini

Interessante pomeriggio culturale ieri in auditorium Biagio Marin.

Il titolo dell' evento mi aveva incuriosito ed interessato:

PierPaolo Pasolini
Percorsi d' autore in Laguna
La Grado di Pasolini

Organizzato dall' Associazione Fogolar Furlan di Monfalcone con la collaborazione di Grado Teatro e dell' Università della terza età con la direzione di Tullio Svettini.

Emozionante la lettura di testi giovanili dell' artista scritti nella sua Casarsa in friulano con la traduzione del testo in lingua da parte di due attori molto bravi accompagnati da una chitarra in sottofondo per sottolineare con note struggenti i passaggi poetici e diretti bene.

Bravo come al solito e se possibile migliorato Tullio Svettini nel leggere la Litania di Biagio Marin, conosciuto meglio come il suo grido di dolore alla notizia della morte dell' amico e mentore Pasolini con il titolo che raccoglie e condensa tutto il testo: 
Al critoleo de un corpo fracassao

Una raccolta di immagini girate dall' artista in Mota Safon in occasione del film Medea mi riportato indietro nel tempo, rivedendo i casoni originari della mota così com'erano nel 1969, molto bello, rilassante per gli occhi e per l' anima.
Peccato lo scarso pubblico che poteva premiare l' impegno di tutti quelli che hanno collaborato per la realizzazione dell' evento.

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16 marzo, 2013

La spiaggia e Salvatore Tosto

La spiaggia e la Git tornano al centro delle dispute cittadine e non solo, visto l' atteggiamento della Regione che compatta e rinnova il Consiglio di Amministrazione attorno alla sua maggioranza PDL e Lega trascurando ogni principio democratico escludendo la minoranza dai centri di controllo gestionale.
A Grado è sempre stato difficile muovere critiche alle Amministrazioni Aziendali perchè per un verso o per l' altro ciascuno di noi è preso per le palle con l' incubo che se non a te a qualche familiare venga negata o ritardata la chiamata stagionale, ma è proprio questo che genera rabbia e spinge a voler cambiare questo stato di cose che dura da sin troppo tempo e i signori politici non lo capiscono ancora, si arroccano su posizioni che credono di potere e invece saranno il loro fortino nel deserto perchè basterà isolarli girandoci intorno e lasciarli soli, senza viveri.

Leggete quello che scriveva nel 2004 il dott. Salvatore Tosto, graisan. 
Non molto è cambiato da allora ma il tempo è venuto.

«Diviserunt sibi vestimenta mea».
In questo versetto del Salmo XXI,19 si allude alle vesti di Gesù che furono sorteggiate fra i soldati ai piedi della Croce. Nell’uso comune sta ad indicare le spogliazioni di cui la gente generalmente è vittima. Nella gestione della cosa pubblica, l’aspirazione di quanti si propongono ai vertici delle istituzioni è quella di trarre benefici dall’uso delle risorse patrimoniali della comunità. Però, essendo sempre più numerosi i concorrenti in questa attività agonistica, ecco fiorire sulle ceneri di un solo ente tanti cespugli che producono frutti di facile raccolta. Qualcuno li chiama prebende, altri li definiscono dividendi. Ecco perché dallo smantellamento dell’Aacs di Grado sono nate le più svariate entità: la Git, l’Itur, l’Aiat, la gestione spiaggia, il Palacongressi, le Terme, il Parco acquatico e quantaltro, tanto per usare un termine attualmente in voga. Per ogni etichetta, naturalmente, occorre un consiglio d’amministrazione con relativo presidente, vice, segretario e direttore senza contare i provibiri ed i revisori dei conti. Tutti con congrui compensi, senza parlare del presenzialismo e del protagonismo.Frattanto la gente comune rischia i posti di lavoro, subisce il danno e la beffa, non riesce a comprendere come mai tutti questi previlegiati siano sempre gli stessi sulla cresta dell’onda e perché il Comune che ha in delega la tutela delle spiagge, la proprietà delle aree, l’uso del diritto di gestione e di controllo, si faccia condizionare da qualche lobby che, sistematicamente, attribuisce cariche ed incarichi a predestinati di preclare virtù, per così dire, capaci di farsi da sé. Infatti prima non avevano un soldo, ora sono pieni di debiti. Vorrei tanto poter essere contraddetto, purtroppo le cose vanno avanti così. Intanto le gestioni passano da una mano all’altra con grande dispersione di utili e di mezzi. In realtà ci sono personaggi che pensano in grande e vogliono svilupparsi su beni non propriamente loro. Una volta i consigli d’amministrazione erano formati da rappresentanti di categorie ed associazioni operanti sul territorio. Sostanzialmente venivano indicati dalle formazioni politiche democraticamente votate. Attualmente le privatizzazioni hanno dato il via libera agli amici degli amici, con i soldi della Regione ed i beni patrimoniali del Comune. Naturalmente non si parla più del futuro benessere della comunità, ma di rapporto tra costi e profitti con lo scopo di conseguire cospicui dividendi. Pertanto l’incremento turistico è affidato all’abilità dei cuochi che si cimentano nelle gare di boreto alla graisana.. Salvatore Tosto 
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15 marzo, 2013

Papa Bis

E' bello avere due nonni
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14 marzo, 2013

Veleggia sui Mari...47° Festival Canzone Gradese


Veleggia in mari sicuri la 47° edizione del festival della canzone gradese in programma
sabato 23 marzo al palacongressi di Grado con inizio alle 20.30.

Domenica 17 nella sala della taverna comunale a partire dalle ore 9.00 prevendita dei biglietti

In molti sono in fermento: dallo staff degli organizzatori e dei volontari, agli autori, cantanti. Sabato 23 marzo la 47.a volta la comunità gradese darà voce  alla vera tradizione locale, il Festival della Canzone Gradese. L’organizzazione “Quelli del festival” sostenuta dal Comune di Grado, Provincia di Gorizia, regione Fvg, Cooperativa Pescatori, Audiomark e tanti amici volontari sta traguardando l’ennesima edizione ricca di novità nel segno della tradizione
Giocando con i numeri : 12 le canzoni finaliste in gara, 21 i cantanti  con la quota rosa rispettata da ben 5 rappresentanti del gentil sesso. 
Saranno 4 gli esordienti assoluti, 3 cantanti e un’autrice).
La gara per incoronare la canzone regina ha preso spunto nel lontano 1946 rimanendo viva fino ad oggi, ed un plauso all’organizzazione di Quelli del festival…della Canzone Gradese
Disparati e ambiti gli altri titoli: dal Premio Città di Grado del Comune assegnato ai vincitori del premio regionale conquistando altresì il titolo di miglior canzone del Triveneto:con Rinasso co tu. È confermato il premio International (Premio Git) con la votazione da parte di una speciale giuria composta da gradesi residenti nel mondo, che in questi giorni hanno già ricevuto le tracce dei brani. Rimane secretato  il Premio Qualità intitolato ad “Aldo Regolin” assegnato dagli organizzatori del Festival e il premio della Cooperativa Pescatori , premio “Giacomo Zuberti” il papà del festival che premia il testo che maggiormente si avvicina al mondo dell’ambiente e della pesca, delle tradizioni e dei suggestivi paesaggi e caratteristiche naturali gradesi. Il Festival della Canzone gradese è nato nel 1946, in occasione del “Veliòn del pescaòr” e ne rimane l’essenza.
La valorizzazione della cultura locale passa anche attraverso il valore artistico del manifesto il cui bozzetto è stato gentilmente realizzato e offerto dall’artista Dino Facchinetti, mentre diverse immagini fotografiche utilizzate sono il prodotto della passione artistica di due giovani artisti Nicoletta Zecchin e Marco Cedolin.
Per la parte artistica il festival targato numero 47 avrà modo di apprezzare i filmati e le sigle realizzate da Luca Corbatto , dell'impianto scenografico di Roberto Tomasini, dalle realizzazioni artistiche di Gianluca Pastoricchio e Alessandro Bean. Festival va…


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13 marzo, 2013

GIT - Rinnovata?

Nuovo Consiglio di Amministrazione alla Git, più o meno una riconferma dell' esistente, si nota con fragore la mancanza di una rappresentante della minoranza in Comune a meno che non si voglia considerare rappresentate di una Grado che scompare da tutto questo sig. Bearzi, sarei curioso di conoscere le opinioni del PD su questo fatto.
Ad majora... Rispolvero la lettera che inviò Biagio Marin nel 1965 all' allora Sindaco di Grado, così un piccolo remember da archivio storico:

Caro Sindaco, (Nicolò Reverdito) ho sentito dire, ieri a Grado, che l'insediamento della nuova amministrazione dell’ “Azienda” si farà in primavera.
Sono per me cose inconcepibili: un amministratore già scaduto, che dell’Azienda ormai non ne vuol più saperne, deve preparare la nuova stagione e i nuovi amministratori cosa amministreranno?
Le assunzioni del personale, che non lo dovrebbe assolutamente riguardare perché sono compito della direzione?
Ma lei, non pensa che ne possa venire a tutto il paese un danno?
Non pensa di dover farsi parte diligente perché il nuovo consiglio di amministrazione venga insediato subito?
A me pare che così si dovrebbe fare.
C’è troppa cialtroneria in giro e mancanza di senso di responsabilità in alto e in basso.
Lei rappresenta un interesse concreto e vivo; si faccia valere, e chieda e insista e se non bastasse, gridi e protesti.
Non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare per la comunità, che, così giovane, ha l’onore di rappresentare.
La tutela delle segreteria politiche,così lente e ottuse, mi sembra possa essere più dannosa che utile, se non tiene conto della vita concreta delle istituzioni.
Comunque Lei avrà certamente modo di far capire la ragione e quindi di sollecitare le decisioni che sono necessarie. Come vede, per mia dannazione, non posso disinteressarmi della vita del nostro paese”
 Da Trieste, luglio 1965.

Ora una considerazione sulla lettera di Biaseto dell' amico Nevio Scaramuzza fatta nel 2010 quando venne eletto il precedente CDA:

Già 1965! quasi quarantacinque anni orsono ma di una attualità che strabilia.
Il mondo è cambiato ma noi abbiamo a torto o ragione preferito mantenere gli schemi del non rinnovamento. I personaggi, ovviamente non sono gli stessi.
Le preoccupazioni e la pungente critica, Biaseto ha saputo ben indirizzarla.
Allora un sindaco un consiglio di amministrazione dell’Azienda, “la stagion” e, la comunità.
Oggi, la stessa scena con attori diversi, vessilli e portabandiera di un preoccupante indecisionismo e inazione.
Siamo a conoscenza che la legge dei numeri relega il Comune di Grado a percentuali di quote di minoranza all’interno della GIT? 
Che la Regione FVG nel gestire le quote di maggioranza pensa ad un nuovo assetto, al passo con i tempi, magari riequilibrando la diversità di peso delle azioni della Società a maggioranza pubblica e capace di dare un aspetto compiuto al Turismo gradese? Pensiamo alla scarsa visibilità del Consorzio degli operatori turistici con delle capacità notevoli,almeno sulla carta, di dar scossoni, in positivo, all’intero sistema Turistico Gradese.
Crediamo a queste cose o continuiamo sul consolidato adagio: “no se pol”?
Ovviamente l’esternata presa di posizione non ha nulla di personale nei confronti dei personaggi citati, anche nel titolo, anzi, in quanto cittadino di questa straordinaria comunità, credo che un contributo sia doveroso alla costruttiva discussione.
Nevio Scaramuzza 
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12 marzo, 2013

Nuove tendenze



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11 marzo, 2013

Vietato approfittarsi


Ho ricevuto e pubblico, ma vorrei far notare che lo faccio per puro spirito di servizio, io non condivido tutto tout court , e pregherei chi mi scrive per pubblicare qualcosa di avere rispetto per uno spazio che metto a disposizione volentieri anche se qualche volta mi si fa violenza.
In questo caso caro Natalino avrei preferito che tu avessi aspettato, prima di dare giudizi così trancianti su di un mucchio di persone, che il consiglio comunale, convocato in assemblea straordinaria dalla minoranza, sentisse il presidente De Grassi e le sue opinioni su fatti che per ora conosciamo solo a grandi linee.
(In foto il pesce trombetta)

Comunicato stampa dell' Associazione Noi Cittadini
"Nell'attuale situazione di grave crisi internazionale, la quale dovrebbe indurre tutti alla massima responsabilità e ad unire le forze nell'interesse comune, stiamo invece assistendo all'ennesima faida politica sulla gestione GIT finalizzata ad appropriarsi dell'ultimo caposaldo pubblico di Grado, messa in atto proprio dal consigliere regionale Roberto Marin che, visti i suoi trascorsi gestionali sull'Ospizio Marino, di cui stiamo pagando gravissime conseguenze, farebbe bene a non ergersi a grande censore della gestione Git e considerata la gestione allegra dei soldi pubblici, avere la decenza di uscire dalla scena politica.
Ha fatto bene l'ex presidente della Git Mauro Bigot a ricordare i trascorsi politici del consigliere Marin, tra cui l'assunzione di direttore della clinica S.Eufemia avvenuta in circostanze, note a tutti, che hanno determinato il disastro finanziario delle fondazione Ospizio Marino.
Se vogliamo poi entrare nei dettagli delle scelte politiche assunte a suo tempo, sta sotto gli occhi di tutti il risultato disastroso degli alberghi misti di Grado e non si capisce poi perché Marin e la stessa Seganti si accaniscano a mettere la lente d'ingrandimento su un disavanzo di € 300.000 della GIT, per buona parte derivato dall'attivazione del nuovo ristorante “Antiche terme” che francamente ha tutti i presupposti di un possibile e veloce rientro economico, mentre sono stati ripianati, senza troppi problemi, i sistematici disavanzi di 2 milioni di euro della Promotur di Tarvisio, targata Lega, quando sanno che ci costerebbe di meno mandare in vacanza in Brasile tutti gli operatori di tale ambito.
La lente d'ingrandimento andrebbe invece messa sulla vicenda del nuovo Polo termale che si sta trascinando da anni condizionando negativamente tutta l'operatività turistica dell'isola, quando sarebbe stato più responsabile accantonare i Mega progetti ed impiegare le risorse già messe a disposizione dalla Regione per una funzionale ristrutturazione dei vetusti impianti termali di Grado.
Bisogna anche tenere presente che la GIT, piaccia o meno, ha svolto un'importante funzione sociale garantendo lavoro a 210 persone e riuscendo, in minima parte, ad assumere personale fisioterapico messo in strada dalla vicenda dell'Ospizio Marino e garantire parte dei servizi riabilitativi soppressi.
A nostro avviso è molto importante mantenere l'unicità dell'elegante spiaggia di Grado che rappresenta tra l'altro una peculiarità a livello nazionale ed un fondamentale sistema di riferimento per tutti gli operatori turistici locali mentre vanno evitati gli spezzatini alla Rimini che, farebbero comodo a qualcuno ma comprometterebbero irrimediabilmente l'immagine turistica dell'isola.
L'ex presidente GIT Bigot ha ragione nell'affermare che la GIT deve essere gestita con criteri di professionalità e competenza, evitando condizionamenti propri di un anacronistico clientelismo politico o di squallidi tornaconti personali.
Deve invece essere sostenuta con convinzione la meritocrazia e le capacità individuali altrimenti si condanna l'isola a regredire e non ci sarà futuro per le giovani generazioni.
Confidiamo quindi nel massimo senso di responsabilità di quanti amministrano la cosa pubblica e si apprestano a decidere sul futuro della GIT perché c'è in gioco il destino di molte famiglie ed il momento non consente né superficialità né interessi di bottega.

Sebastiano Marchesan"


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