Stiamo vivendo tempi cupi e l' unico simbolo certo su cui contare per "noltri graisani" è l' Angelo sul campanile.
Nostro punto di riferimento da generazioni, quello che vediamo è il secondo Angelo perchè il primo fu costruito assieme al campanile:
Nel 1460 i Veneziani fecero riattare il campanile di Grado e sulla sua cuspide collocarono, a mo' di segna-vento, un angelo di rame con anima di legno ruotante su di un perno.
L'Angelo, alto circa un metro e mezzo, in metallo cavo, raffigurava l'Arcangelo S.Michele che indicava con il braccio e l'indice destro distesi la provenienza del vento, per effetto della resistenza all'aria offerta dalle ali semispiegate. Questo manufatto ebbe una storia "travagiagia", nel 1797 una grande tempesta con fulmini quasi lo incenerì e lo danneggiò seriamente e nel 1860 su sostituito definitivamente dall' attuale Angelo (un pò triste) che accompagna tutti noi nella nostra vita quotidiana.
Gli ultimi momenti tempestosi dell' Agelo Vecio nel 1797 io li ho immaginati così:
Gera un anzolo vecio, cò al peto pien de segadura
e culpi de tosse, cavili de stopa zala,
nissun ricordo de zoventù.
Al pativa de solitudine, de veciaia.
Al longo e bel corpo de la so Isola
no lo consoleva più della sova solitudine.
Al gera inconsolabile fin in te 'l anema,
che al 'veva ramosa.
Al gera, quela note là in alto, al centro del sielo
che pareva, co duti i nuoli, imenso.
Un strano silensio de atesa. A un trato,
L' Anzolo l' ha tirao un respiro profondo, l' ultimo,
e no podendo ne volendo scampà
la ciapao al fulmine in pien peto,
tra i mile coluri del fogo al ze scopiao,
ne veva viste massa!
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