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31 dicembre, 2011

Battute Finali-Diamo vita ai sogni


Auguro a tutti uno stupendo 2012 che troviate davvero la vostra strada, che conosciate l’uomo o la donna della vostra vita, che troviate il lavoro dei vostri sogni o semplicemente che otteniate un aumento in quello attuale.

Soprattutto di appassionarvi a qualcosa, qualsiasi cosa sia.

Le passioni sono importanti, sono ciò che danno un senso alla vita; che sia uno sport, un hobby, difendere il proprio Paese o il bunga-bunga.

Quello che si scrive e i post in particolare sono, in genere, così effimeri, farfalle di parole che svolazzano in cerca di essere lette.

Il blog non ha altro da offrire che pensiero impermanente, che accarezza e non percuote la mente, ma stimola e offre tracce di sentieri virtuali che sta a ciascuno di noi decidere se percorrere o meno.

Ma volere è potere eh: si decide, si fa.

Diamo vita ai sogni, è futuro!
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30 dicembre, 2011

Considerazioni Finali-Buon Anno


Tu pensi che un bilancio di fine anno lo devi pur scrivere, sì perchè questo è stato un anno un po’ di merda.

Ma vediamo la mia di situazione per tirare delle somme:

Hai lavorato una quarantina d’anni e anzi di più dato che l’apprendistato te lo facevano sputare in nero.
Un mestiere duro, al freddo d’inverno e sudatissimo d’estate. E levatacce, tante.
Hai allevato i figli e ti sei fatto un tetto sul quale ora paghi il pizzo allo Stato, ma lo fai per salvare l’Italia, compresa quella di chi oggi scia a St. Moritz o sverna in Kenia.
È gente disgraziata quella, lo so, non conosce quanto è bello trascorrere il Santo Natale in famiglia, tra gli affetti e gli abbracci dei parenti.

Oggi, quando avrò finito, sopravviverò con una pensione di circa mille euro, conterò i centesimi e pregherò la madonna che non mi capiti una spesa imprevista.
Tuttavia mi considero uno fortunato perché la mia pensione sarà sopra la media.

A gennaio, lo so, arriverà da pagare la stecca per l’addizionale irpef retroattiva al 2011, e dovrò fare gasolio da riscaldamento che però è lo stesso che usano i Suv (in tutta Europa, compreso Spagna e Grecia lo pagano meno).
Lo pagherò allo stesso prezzo, maggiorato con le nuove accise.
Che ci vuoi fare, bisogna portare pazienza e tirare a campare, se ce la fai.
Se no rivendi le catenine d'oro che tanto non portavi più da anni.

Insomma si sopporta perché come solito chi ha dato di più deve continuare a farlo.
Se non fosse che da qualche tempo ti senti ripetere che gli operai e salariati in genere sarebbero “vissuti al di sopra delle possibilità”, sottintendendo, è chiaro, al di sopra dei loro meriti.

E quando dicono queste cose in televisione, guardano proprio te.
Porca troia, esclami subito.
Aspetta a incazzarti.
Gli stessi spudorati algidi e impomatati ti vengono a dire per sovraprezzo che se i tuoi figli sono precari o disoccupati, che se non possono in queste condizioni metter su famiglia e un giorno avere una pensione, ebbene è colpa tua, del tuo egoismo.
Vedi che non hai finito di bestemmiare

Chi ti dice queste dolci cose e altre simili sono personcine molto liberali, tanto da liberarsi anzitutto del lavoro che hanno affidato ad altri.
Infatti non hanno mai usato un martello nemmeno per piantare un chiodo in casa, figurati poi se hanno usato smerigliatrice, un trapano, una pressa, spostato tonnellate di pesce manualmente.
Non sanno cos’è un' uscita in mare alle cinque del mattino, un treno di pendolari all’alba, l’ultima corriera della sera.

Questi signori per tutta la vita hanno tenuto il culo al sicuro, nei consigli di amministrazione, in parlamento, all’università, a dare compiti agli altri, guadagnando almeno dieci volte la tua paga, chiamando e legalizzando il furto stock options, e ora hanno una pensione netta venti volte la tua (ma fanno tanta beneficenza) che chiamano vitalizio e sommano con quelli che chiamano emolumenti.
E non ti dico delle liquidazioni se no mi rovino il giorno di festa.

Solo una domanda: è necessario che questa gentaglia persista a vivere e scialare alle nostre spalle, che continui a esistere?

Rispondi con calma e intanto Buon Anno.

E visto che la prossima fase è "La Crescita" - Cialis per tutti!

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28 dicembre, 2011

Viaggio a Grado

Un video molto bello e ben curato, fa parte di una serie molto bella, che parla di un viaggio (si all'epoca si poteva definire un viaggio) nel 1911 da Gorizia a Grado.
Con arrivo alla Pensione Fortino dagli Auchentaller.


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27 dicembre, 2011

La Spesa di Natale


Tempo di festa, tempo di regali e spese straordinarie.

Un rito la spesa al supermercato.

Dovunque uomini con facce scure, rassegnate.

Tentativi di partecipare al rito della spesa -cosa vuoi capire tu di cosa ci serve-;
gesto furtivo e butti dentro al cestino qualcosa, beccato, neanche avesse il radar, e rimesso al posto l'oggetto desiderato.

Una lagna, una sofferenza a cui non ci si può sottrarre.

A noi maschi ormai tocca subire.

Genuflessi alla forca caudina del testosterone, balliamo un limbo al contrario che ci rende spesso ridicoli anche alla nostra ex bimba adorata.

Ormai siamo ometti addomesticati da queste donne moderne, così emancipate che più che essere felici, gli interessa avere sempre ragione!

Una volta era più semplice, una clavata sulla testa e si rimorchiava nella grotta.

Forse si era tutti più felici (noi certamente), senza ansie da prestazione, punti G da ricercare come una caccia al tesoro.

Alla vostra ava neanderthaliana forse restava un leggero mal di testa, ma tanto lo hanno quasi sempre anche ora.

Poi le tesserine a punti, cose arcane, dedicate al sesso femminile unico addestrato e autorizzato a capire come funzionano e a cosa servano.

Al supermercato, quando sono da solo, -con lista della spesa incorporata, eh!- mi chiedono sempre se ho "la tesserina", non ho mai capito perchè.

Però ho notato che anche senza tesserina, purchè paghi, mi fanno passare lo stesso. Boh!
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26 dicembre, 2011

Legge di Cromazio





Si può pensare che gli abusi edilizi siano un' invenzione moderna, frutto dell' aumento abnorme delle costruzioni, ma non è così.
Giovanni Marchesan "Stiata" con questo cantico ci descrive l'episodio del Vescovo Cromazio che già "milecinquesentoani fa" con astuzia volle aggirare le norme edili:





Cromazio
Vescovo de Aquilegiantica
sarà za passao
un milecinquesentoani..
al se ha pensao
de fa una Ciesa pè i graisani
prima che Attila rivessa.
E cussì, l'ha fato
la "Ciesa de le Grassie"
Una Belessa!

Però..Però!..

Se anche se trateva "di Sacro Luogo"
L'aquileiense Vescovo
no l'ha possuo andà
oltra de una certa altessa.
Par che za a quii timpi
la lege no lo permetessa..

'Lora
ispirao dal Sielo
in quatro e quatroto
al s'ha pensao Cromazio
de fa un quartier de soto.
-se 'ndè drento a quela Ciesa
a drita
fra le colone ze 'na bariera.-

E la
podè veghe un pavimento de mosaico
giusto 3 metri sototera!
...

Ecco la Legge Cromazio...40 punto 8
"Quel che no se pol fa per alto
se faga de soto!"

Firmato:
Agenzia Immobiliare "Ferro Cemento"
Cromazio
L'Agenzia inventa spazio!.
.

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25 dicembre, 2011

Gesù, un rivoluzionario?


"Io sono la via, la verità è la vita”, disse un uomo.

Natale si presta a fare delle considerazioni sulla figura complessiva di Gesù.
Gesù è stato un rivoluzionario nel complesso ma con diversi coni d'ombra nei dettagli.

Intendo dire che Gesù ha cambiato il corso della Storia, l’ha fatto in modo positivo e ha insegnato l’amore come nessun’altro. Se non ci fosse stato lui, oggi sarebbe tutto diverso, e peggio.

Essere rivoluzionari vuol dire combattere le ingiustizie del proprio tempo.
Insegnare la libertà è un gesto rivoluzionario.

Sì, Gesù stava molto antipatico all’establishment ebraico di quel periodo,

Però...
La legge che guidava gli ebrei del suo tempo diceva un sacco di cose opinabili e che sarebbero state da rivoluzionare, avendone la volontà.

Il punto è che Gesù tutta questa necessità di sconfessare la legge mosaica non la sentiva.
Parole sue:
“Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.” (Matteo 5.17).

Eppure la legge, per dirne una, aveva la pietra facile. I motivi per essere lapidati andavano dall’adulterio - solo per la donna, naturalmente - all’insubordinazione ai genitori, dalla bestemmia al mancato rispetto del riposo sabatico.

Anche nei rapporti con le donne, non mi pare che l’insegnamento di Cristo sia stato così all’avanguardia per il suo tempo.

Se fosse stato davvero un innovatore, mi sarei aspettato di trovare nei vangeli, almeno una volta, una frase chiara a sostegno della parità di genere.

Mica di leggere una norma sulle quote rosa ante litteram, mi sarei accontentato di un:
“le donne e gli uomini hanno pari valore, pari diritti e pari dignità”.

Questo sarebbe stato davvero in contrasto con il pensiero dominante.

Cambiare il corso della Storia non significa automaticamente farlo in modo positivo, essere dei rivoluzionari nel senso buono del termine.

La società israelita era in definitiva una società piuttosto giusta, per i suoi tempi.
Almeno non una delle peggiori.

C’era molta ipocrisia, ma per il resto, al netto della superiorità presunta rispetto ai popoli circostanti, al netto del rapporto con la schiavitù, del ruolo della donna nella società e della pena di morte era una società con dei princìpi piuttosto evoluti.

Qualcosa di davvero rivoluzionario durante il suo ministero in verità l’ha detto.

Riporta Marco: e disse loro “Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?”

Dichiarava così mondi tutti gli alimenti.

Ci penserò, quando, durante i pranzi natalizi, mangerò di tutto e di più senza paura di incorrere nella punizione divina.

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24 dicembre, 2011

Buon Natale in tempi di crisi


Buon Natale a tutti !


questo è rappresentativo del momento che ci attanaglia.
















Questa è l'innocenza e la fantasia dei bambini dell'Asilo Parrocchiale:
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22 dicembre, 2011

No Al Natale cattolico









Buon Natale dall' Unione Europea

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21 dicembre, 2011

Al Ponte-Inaugurazione e possibili futuri



Il Ponte Grando per Grado è un po di più di un manufatto, è il cordone ombelicale che ci ha unito alla terraferma facendo fare un balzo in avanti, in un unico colpo, ad una Grado legata al mondo della pesca e basta, ormai troppo stretto per una comunità in forte crescita.

Ora però gli anni sono passati e il bisogno di rivedere o di rifare "l'ordegno" si fa pressante, Luciano Cicogna ha mandato tre disegni per un possibile nuovo ponte, costruito con tecniche modernissime e molto leggere puntando, in questi tempi di crisi, all'economia della nuova costruzione, da realizzarsi in tempi ragionevoli (circa due anni) e propone, per il momento, per il collegamento con la terraferma un ponte di barche che serva solo al traffico leggero (per quello pesante la Monfalcone Grado è più che sufficiente).

Non male come abbozzo di idea e divertente pensare al ponte di barche temporaneo che ci porterà su tutti i giornali se non altro per l'originalità dell'idea.

Anche noi sognamo la California!
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20 dicembre, 2011

Il Mio Paese



Il mio paese è piccolo. Ci si conosce un po’ tutti.
Con qualcuno si hanno rapporti veri, con altri ci si sente ogni tanto, altri li si incontra per caso, altri ancora sono semplici conoscenti.

Più o meno siamo tutti vicini, viviamo gli stessi luoghi, parliamo delle stesse cose e questo ci accomuna. Se ti chiedono “conosci Tizio?”, finisce che rispondi sempre “sì sì, è un mio amico”. Anche se non è vero. Ma in certe realtà o sei amico, o sei nemico, e quindi tanto vale identificarsi come amici finché qualcosa non giustifichi il contrario.

Nel mio paese siamo in pochi, tutto sommato, e la cerchia è comunque piccola. Le strade e i punti di riferimento sono gli stessi, i fatti sono sempre i medesimi, e questo ci offre un codice condiviso con cui scambiare le nostre opinioni. Ci si incrocia sovente.

A volte si vedono gli altri solo da lontano, o magari solo in qualche occasione pubblica, ma il contatto rimane comunque vivo non appena uno muove un piede per strada e mostra così la propria presenza agli altri.

Nel mio paese ogni tanto spunta il personaggio del momento. Quelli più bizzarri arrivano sulla bocca di tutti, e basta qualsiasi loro minima capacità, leggenda o pettegolezzo per portarli nelle piazze e nei bar in cui ci troviamo a discutere. E le storie si gonfiano, si plasmano, passano di bocca in bocca un po’ copiate e un po’ esagerate, fino a diventare una storia nuova e differente, ma sempre incredibile. Sempre pazzesca.

Nel mio paese i giornali non servono. C’è chi raccoglie le notizie nelle piazze e poi le porta in giro di negozio in negozio, di bar in bar, di strada in strada. “Hai saputo cosa ha fatto Tizio? Me lo ha detto Caio”. Nel mio paese le notizie passano così. Non serve altro, perchè è piccolo e siamo in pochi.

E quando tutto è così piccolo, ogni piccola notizia o ogni possibile fatto diventa materiale buono per il chiacchiericcio. Perchè tutto sommato è proprio il chiacchiericcio a tenerci uniti, assieme.

Nel mio paese serve poco per far parlare di sé. Basta fare qualcosa, o dire di averlo fatto. Non importa che sia vero: il chiacchiericcio lo porterà comunque, perché è un dialogo per buona parte fine a sé stesso. In questo flusso bisogna saperci entrare in modo intelligente, senza rifiutarlo, ma senza introdurre elementi nuovi: chi lo fa aggiunge rumore (e quanti sono!), ma ne esce più debole di prima. Chi inventa si fa la nomea di chiacchierone, e poi chi gli crede più?

Nel mio paese le persone che contano sono poche. Quasi mai sono quelle più in gamba, e quasi mai contano davvero. Ognuno ha il suo ruolo, e questo ruolo, semplicemente, rende queste persone un po’ diverse dalle altre. Proprio perchè hanno un ruolo, ed in quel ruolo sono identificate all’interno del nostro tessuto sociale.

Nel mio paese è l’amicizia a fare la differenza, non il prodotto. Con certi negozianti puoi addirittura telefonare a casa; ad alcuni artigiani puoi parlare direttamente nel retrobottega. Con questi il rapporto è privilegiato: ti tratteranno bene e tu sarai più tollerante.
Il rapporto personale smussa le esigenze di entrambi in virtù della fedeltà di un rapporto che va oltre la sola vendita.

Il nostro è un paese piccolo, ma forte. E’ forte perchè ci sono tanti piccoli legami che creano una trama unica. Per le strade ti sembra di vedere nessuno, ma tra le mura c’è un formicolio continuo di azioni e parole che uniscono tutto e tutti. La critica e il pettegolezzo vanno per la maggiore, ma l’opposizione è tutto sommato un modo antico e tradizionale di mettersi a confronto per affermare sé stessi, confrontarsi, fare squadra e sentirsi parte di un qualcosa.

Nel mio paese ci sto bene. Ho tutto quel che mi serve e mi son circondato di tutto quel che posso desiderare.
Tutti quelli che passano nel mio paese finiscono per tornarci il prima possibile, e molti si sono subito fermati qui per viverci giorno e notte.

Il mio paese è qui.
Ennio Lugnan
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19 dicembre, 2011

Actung Minen!


C'è stato un periodo durante l'occupazione americana di Grado negli anni 1946 e 1947 che quasi giornalmente a Grado se alzavi la testa verso il mare vedevi alte colonne di acqua levarsi verso il cielo accompagnate da un fortissimo boato.

Erano le mine costiere tedesche ancorate sul fondo per prevenire sbarchi sulla costa, che uomini di ferro e di grande coraggio facevano brillare per liberare i fondali marini dal pericolo.

Si respirava ormai aria di speranza verso un futuro meno incerto, la pace era arrivata, parola magica che apriva i cuori a tutti anche se ci si aggirava tra le macerie.

I sommozzatori italiani arrivati per bonificare l'area questi i loro nomi:

Fernando Furlan. Lorenzo e Piero Marcucci, Sergio Caplani, Marco Nogara e Italo Nachira.

A Grado fu messo a loro disposizione per il supporto in mare un motoscafo il "Duilio" guidato da Arturo Marchesan.
Nonostante la paura per le fortissime esplosioni portò a termine il proprio compito con grande coraggio e generosità.

Bravissima gente con un compito duro e pericolossimo; per fortuna a parte un paio di incidenti minori conclusi senza perdite, in un paio di anni bonificarono tutta l'area e restituirono il mare alla pesca e ai pescatori ridando un futuro a Grado.
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18 dicembre, 2011

APG Grado


Bellissima riuscita di quella che si può considerare una vera e propria festa di sport allo stato più puro lo sport dedicato ai bambini.

Una cornice di pubblico numeroso al Palazzetto con il triangolare degli aquilotti del basket di Grado, Ronchi e Staranzano.

Un continuo correre sia in campo che sulle tribune di bambini gioiosi e concentrati nella loro disciplina, mamme e papà, nonni e nonne a profusione a far un tifo rumorosissimo.

Bello, bello, bello.

A conclusione prima delle premiazioni la presentazione del Calendario 2012 dell' Associazione con gli scatti dell'artista gradese Nico Gaddi che ha trascinato e fotografato tra le cube gli atleti della prima squadra per riportare alle origini giocose di strada la disciplina sportiva.
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Visione bidimensionale del Web


Fin dall’inizio, e ancor più dopo l’arrivo dei Social Network, ho sempre pensato Internet, la rete, come una grande porta d’accesso a un nuovo mondo.

Un mondo che allo stesso modo delle Americhe per Colombo era sempre stato lì.
Solo doveva essere scoperto e raggiunto. E in effetti è proprio così.

Il mondo è sempre lo stesso, con qualche differenza apportata durante il cammino, più nelle persone che lo popolano che nella sua architettura, mentre la rete con i suoi strumenti sono il mare con le sue correnti e i suoi venti e le sue navi.

Questa è sempre stata la mia visione, il mio approccio, una magnifica opportunità.

Ecco perché quando mi è capitato nel tempo di parlare con persone che ritenevano ad esempio i social (relegati poi nella loro visione limitata principalmente a Facebook) come un modo esclusivamente valido alla funzione di mantenere rapporti con persone che già si conoscevano mi sono sempre trovato in disaccordo.

Non mi capacitavo di come, avendo a disposizione praticamente il mondo (o una buona parte di esso) ci si potesse limitare a quelle relazioni di cui già si sapeva tutto.

La tipica risposta era: cosa può interessare a me di quel che dice uno dall’altra parte dell’oceano?
Dal canto mio ero affascinato dall’idea della contaminazione d’idee che ne poteva derivare dalla possibilità di lanciare un sassolino nell’oceano e che questo poi venisse raccolto da uno sconosciuto.

La mia è e rimane sempre una visione molto romantica, non voglio discutere di dinamiche e tecnicismi.

Con il tempo poi ho capito che il mio era un atteggiamento egoista e che non si poteva obbligare tutti alla medesima visione delle cose, la maggior parte delle persone facenti parte della tua quotidianità aveva una visione del web bidimensionale, dove le due dimensioni erano ricerca (con google) e relazione (con gli amici di sempre via fb) allora non si poteva fare molto, non c’era un modo sbagliato e uno giusto.

Erano solo modi diversi.
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16 dicembre, 2011

Mooo! Co beli


Queste, per me sono cose che meritano di essere vissute!

Ricevo da Maurizio Cacciavillani e pubblico felice:

Alle ORE 10:00 di DOMENICA 18 DICEMBRE 2011 al PALASACCA MORERI di Grado, (CON LA COLLABORAZIONE dell'assessorato allo sport del comune di Grado), per il 1°torneo triangolare di Natale si affronteranno gli aquilotti del minibasket di Grado, Ronchi e Staranzano, in quella che vuole essere una sorta di festa del basket.

Ovviamente siete tutti invitati.

A margine dell'evento verrà presentato anche il calendario 2012 "Ritratti di Basket" che l'associazione dilettantistica pallacanestro Grado ha realizzato approfittando della generosa disponibilità e indubbia capacità dell' artista fotografo gradese Nico Gaddi che ha giocato con geniale semplicità sull'intreccio tra territorio, storia e passione sportiva.

Un grazie a tutti gli atleti del rooster gradese e a coach Miani per aver prestato la propria immagine per la sua realizzazione. Invitiamo tutti gli appassionati gradesi ad accaparrarselo, visto che il calendario 2012 pro ADPG è stampato in serie limitata di cento esemplari e il ricavato andrà a aiutare la causa del basket gradese.
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15 dicembre, 2011

Eucharistòn tò Theo kè ti Aghia Eufemia uper patos tuo oikou mou, epoisa podas ekatòn, ---- La scritta greca in Duomo




Giusto per non sentirsi dire che non guardiamo con attenzione le nostre cose guardate un po cosa si può dedurre osservando con attenzione il pavimento della nostra Chiesa:

Nella basilica bizantina di Grado, S Eufemia, una epigrafe musiva firmata Giovanni mostra la cifra 2170 in lettere greche.


Uno studio di Ettore Bianchi e Mario Codebò, vedi Pdf


I due studiosi partendo dagli studi precedenti che v’identificano una data, passano in rassegna una serie di possibili spiegazioni tutte straordinariamente complicate ma affascinanti (si fa fatica ma leggetelo il documento è straordinario), prevalentemente incentrate sul significato mistico dei numeri in ambiente probabilmente agnostico, e perviene ad un’ipotesi astronomica centrata sulla precessione degli equinozi come manifestazione concreta dell’avvento del regno di Cristo, nella consapevolezza, però, di dovere ammettere l’esistenza di conoscenze astronomiche diverse – ma ancora non provate – da quelle tolemaiche.


Tutto molto complicato ma affascinante, pensate una scrittura da extraterrestri in Duomo a Grado.


Bhè! un pò extraterrestri a Grado lo siamo, semo fora del mondo.


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14 dicembre, 2011

Che ha fato 'sti graisani?


Si legge di tutto sul web e non sempre, anche se ci metti la buona volontà, lasciando perdere vecchie croste di convinzioni ormai concretizzate, puoi essere d' accordo su tutto, anche se è gente che ti piace anche se hanno l' energia che tu sai di non avere più, però...

Sto continuo parlar male di questi gradesi, che in fondo hanno solo un secolo di storia recente alle loro spalle, e di questo secolo solo negli ultimi cinquant'anni una parte decente della popolazione ha avuto accesso ad un istruzione appena adeguata.

Si eravamo poverissimi, carne da cannone per tutti, si è vero siamo cattoanarchici, ribelli e malparlanti, ma è la nostra indole, gli orizzonti sono sempre stati limitati e a nessuno conveniva che noi in quanto gente ci si migliorasse intellettualmente, ci hanno sempre manipolato, ma siamo sopravvissuti, siamo sempre rimasti qui e abbiamo un cuore grande.

Non mi va di sentire pomposi parolai fare la predica e sparlare di noi dal pulpito, che poi che storia hanno alle spalle?
Bandiere di ogni vento con svariati tentativi di penetrazione agli accessi politici, ben convinti della loro superiorità.

Ma va là!

Alla fine si fa la fine dei vecchietti sulle panchine.

Quelli che dicono sempre le stesse cose senza che nessuno più li ascolti.

Persi a metà tra la delusione per le aspirazioni tradite e la nostalgia per un mondo che non esiste più.

Quelli che lentamente hanno visto la rabbia trasformarsi in indifferenza e quasi auspicano il disastro per affogare nella catastrofe globale la vergogna per l’ineluttabile declino delle loro miserabili vite insignificanti.

Io sono uno di quei gradesi cui fa riferimento il post, sempre dalla parte del torto, ma solo perchè i posti dalla parte della ragione erano già tutti occupati, ne sono fiero e contento di vivere, nonostante tutto, in un posto bello e compatibile con una vita normale, perchè in città vivono come pazzi, ma sono furbi loro.

Voglio sicuramente cambiare e si fa il possibile per farlo ma senza proclami, e "me son al megio de duti"

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13 dicembre, 2011

Una Crose in Palù




Procedendo per i canali lagunari capita di trovare delle croci piantate a memoria di eventi tragici.

Una in particolare, subito dopo "al cason de i Ludri", antica famiglia dei Tarlao, giusto all' imbocco del Taglio Nuovo della Litoranea Veneta, ci sono due piccole croci piantate su una velma a ricordare un tragico e luttuoso evento capitato proprio sul finire della seconda guerra mondiale.

Il 1 maggio 1945 un convoglio di tedeschi in fuga dai paesi istriani per non cadere in mano ai partigiani titini, si avvicinò a Grado per proseguire la navigazione verso Venezia per le più tranquille acque lagunari.

Essendo natanti in qualche modo armati erano seguiti attentamente da un gruppo di velivoli inglesi.

Incerti sul da farsi e sulla direzione da prendere si fermarono in foce a Grado e tentarono di patteggiare la resa con la gente del comitato di liberazione di Grado.
Molto spaventati e diffidenti reagirono malamente quando uno dei caccia li sorvolò a bassa quota, e spararono con le mitragliatrici di bordo colpendo un velivolo inglese.

Si scatenò l' inferno, purtroppo un gradese Merico Pozzetto si era imbarcato per condurre in porto un rimorchiatore tra le secche del canale, provò a scappare per disperazione navigando su per il canale di S.Pietro ma sul volto per il Taglio Nuovo, subito dopo il casone dei Ludri una bomba centrò in pieno la cabina di pilotaggio uccidendo il povero Merico.

Fu una vera e propria carneficina i corpi dei caduti erano sparsi dovunque.

Per ironia del destino a meno di 500 metri dall' imbarcazione nel Palù del Nassion stava pescando il fratello di Merico, Pietro Pozzetto, che visse in diretta l' uccisione del congiunto.

Una storia triste che mi viene in mente ogni volta che ci passo.
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12 dicembre, 2011

Presepi-Non solo Grado


L’artista gradese Lorenzo Boemo, vince ex equo il primo premio assoluto al XIV Concorso Presepi
“A MOGGIO LA STELLA” 2011.

La giuria dopo aver vagliato circa una ottantina di opere provenienti da gran parte della regione F.V.G. premia il presepe di Lorenzo con la motivazione:
“ Per la realizzazione che chiama le composizioni classiche ma con un’interpretazione personale,crea una dimensione di serenità e gioia”.

La rassegna dei presepi organizzata dalla PRO LOCO MOGGESE con il patrocinio del Comune di Moggio resterà aperta fino al 21 gennaio 2012.

L’artista gradese è presente anche con l’opera “STILLE NACHT” a Villa Manin di Passariano fino al 22 gennaio 2012.
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11 dicembre, 2011

Calendario 2012-Il Mare nelle mani



Il Mare nelle mani:

Il mio Calendario 2012 dedicato a chi vive e lavora col mare
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10 dicembre, 2011

La Grande Berta



Rileggendo la storia di Grado mi ha colpito un episodio che ha provocato un fuggi fuggi generale della popolazione.

Il 18 ottobre 1917 con Grado in mano alle forze Italiane (in teoria di occupazione) ormai fortificata e piena di cannoni costieri per la difesa, con hangar di idrovolanti per l'offesa sul vicino fronte dell' Isonzo, fu improvvisamente scossa da una potente esplosione, un' enorme granata cadde tra le vie Marina e Caprin scavando un' enorme cratere (dieci metri di diametro) che si riempì rapidamente d'acqua, dieci minuti dopo una seconda granata cadde vicino al Fonzari e poi dopo altri dieci minuti una successiva esplose sull' edificio della Posta -all'epoca in Via al Mare- distruggendolo e danneggiando seriamente le abitazioni adiacenti.

Le granate successive - altre due -caddero vicino ad una batteria costiera e poi in S.Pietro d'Orio.

Lo sconcerto fu ben superiore al danno effettivo, per la prima volta Grado seppe cosa poteva essere sul serio la guerra ed essere in zona di operazioni, il Paese letteralmente spopolò.

In mezza giornata chi poteva si allontanò, chi in Laguna, come già fatto nel 1915 con l'arrivo degli italiani, grande nutrice e protettrice, neanche che i casoni potessero offrire rifugio alle bombe, chi all' Isola Gorgo, chi in Friuli da conoscenti e parenti considerato più sicuro, fatto sta che metà della popolazione di Grado in un "veghe no veghe" sparì.

Ma la causa di questo sconquasso?

Gli austriaci, in preparazione dell' offensiva del 24 ottobre 1917 che portò a Caporetto, iniziarono a bombardare quelle che consideravano difese costiere con un cannone di artiglieria pesante da 381 mm montato su treno dalle alture di Trieste in località S.Croce, fortuna volle che il cannone si surriscaldava enormemente ad ogni lancio e dopo cinque colpi praticamente andò fuori uso.

Ma la paura fu enorme e la voglia di "non intrigarsi" tra i contendenti, considerati per lo più estranei, consigliò una veloce fuga verso lidi più sicuri, ma dopo cinque giorni, visto che non succedeva nulla la gente rientrò a scaglioni in Paese senza sapere che, di la a poco, la tragedia della ritirata di Caporetto avrebbe avuto inizio portando con se altre sciagure, ma questa è un' altra storia.
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08 dicembre, 2011

Natale a Grado



Una bella Grado, viva, quella che si è oggi presentata alla gente.
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07 dicembre, 2011

Senza troppe parole


In Palù i sogni
i se colora!

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06 dicembre, 2011

Un uomo in bici



Giorni fa mi sono ritrovato su una bici semi sportiva, con ipod collegato, ed ero contento.

Pensiero stupendo:
Perché gli uomini, passati i sessant'anni, fanno queste cose?

Probabilmente perché sento il tempo che passa e voglio recuperare.

Il guaio è che queste gesta non le compio con la spensieratezza dei vent'anni.

E' vero; c'è una sorta di cupa determinazione, nei sessantenni sportivi.

Alcuni continuano, altri si limitano a far ridere e far preoccupare i figli.

Perché i figli guardano, e giudicano (le mogli non hanno bisogno di guardare: giudicano e basta), papà in bicicletta è una forma di avanspettacolo alla partenza; e il suo viso ricorda quello di un pomodoro all'arrivo.

Eppure ho sempre fatto attività sportiva, come molti della mia generazione.

Nel corso degli anni ho preso calci negli stinchi, palline in pancia, racchette in testa, palloni sulle dita.

Vado sugli sci , e ho gareggiato in molti sport.

Ma allora avevo la naturalezza dell'età:
allenamento, equipaggiamento e abbigliamento erano questioni secondarie.

Il sessantenne che prova uno sport nuovo, invece, trasforma la propria ansia in acquisti. (a dir la verità l' Ipod l' ho preso di nascosto a mio figlio)

E poi, per giustificare la spesa, soffre, suda, cerca di convincere gli amici a fare altrettanto.

Vogliateci bene: andare in bicicletta, in fondo, è un antidoto contro la tentazione di pitturarsi i capelli.

Sudando, infatti, c'è il rischio di perdere colore, faccia e dignità.
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05 dicembre, 2011

Passion Graisana


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04 dicembre, 2011

Che Gera?











Tempo uggioso, un po di malinconia, tempo di poesia:

Che gera?

E gera un moto comò de vento
che cò i dii sui cavili
mola gropi de ricordi
che sbrissa sui oci verti.

e gera la piova
comò fondo de pitura pronto
a spenelà domande
su 'n anema ancora zovene

e gera 'na testa
comò scandagio soto al mar
pè sercà soto al leto
al destin desiderao

ma desso ze un cuor
disegnao col deo sul vero 'panao
e traverso i sovi signi
se veghe la vita de fora.

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03 dicembre, 2011

Il Waterpod e Giovanni Marin "Archimede"



Un gruppo di esperti designers americani ha realizzato un progetto di casa galleggiante ecocompatibile, il Waterpod.

L'idea di base parte considerando il progressivo riscaldamento della terra che provocherà l'innalzamento dei mari e la necessità di non farsi sorprendere.
Ecco allora l'idea di una casa galleggiante (ricordate l'Arca di Noè) come palafitta moderna alimentata da turbine eoliche e pannelli fotovoltaici.

La progettazione ha avuto cura anche del lato estetico/artistico con un disegno particolarmente audace della struttura che diventa a tutti gli effetti un' eco-abitazione.

Per quanto riguarda Grado (la Laguna è ideale per l'utilizzo immediato, non bisogna aspettare che l'acqua salga lo fa praticamente ogni giorno e ci sorprende sempre) e il rapporto che potrebbe avere con il Waterpod , io lo vedo inserito come casa da noleggio (un modo come un altro per combattere la cementificazione in paese), oppure come sostitutivo dei casoni che non pagherebbero così nessun canone (vecchia idea di Giovanni -Archimede- Marin), non dovrebbero scavare cavane e se utilizzati come albergo diffuso possono raggiungere i clienti in terraferma.

Giovanni, il Waterpod di tipo semplice ed arcaico, se lo era costruito davanti alla propria valle -Isola dei Orbi- partendo proprio, si era in un periodo dove si parlava di un aumento enorme dei canoni d'affitto delle mote e casoni - poi rientrato -,dall' idea di fare un casone mobile in modo da poter essere considerato un' imbarcazione e non un manufatto.

Le idee di Giovanni venivano realizzate in tempo reale e mentre ne parlava anche costruiva. Partendo da una vecchia ma solida barca vi costruì intorno il casone mobile o Waterpad, mi spiace non poter mostrare la foto che dovrei avere in archivio ma il supporto non è digitale e la ricerca sarà piuttosto lunga, vedremo.

Ma parliamo un po di Giovanni personaggio incredibile del nostro variegato mondo isolano.
Giovanni Marin detto Archimede o Giovanni delle vide, un personaggio incredibile per genialità e capacità pratica di mettere in atto tutte le idee che la sua mente vulcanica partoriva.

Aveva anche un lato teatrale che lo portava a padroneggiare la scena ovunque si trovasse.

Mi piace ricordare un episodio che ho vissuto con lui in occasione di una gita in Laguna dei bambini del nostro asilo.

Arrivati in motonave nell'Isola dei Orbi, di proprietà di Giovanni, ci accolse sull'imbarcadero con un grande cappello e una benda nera sull' occhio.

Sbarcati i bambini, tutti timorosi, Giovanni con voce tonante diede il benvenuto a tutti.

Ci sedemmo a tavola per consumare la colazione e Giovanni raccontò la storia dell' Isola e del perchè venisse così chiamata.
Ad un certo punto un bambino più vivace degli altri si avvicinò ad un grande timone di nave posato sulla parete del casone e chiese cosa servisse, al chè Giovanni prontamente gli impose di allontanarsi perchè quello era il timone dell' Isola e serviva per tenerla in rotta.
Dopodichè si avvicinò al timone e con voce grossa disse a tutti "tignive duri sulla banca che devo 'ndrisà l'isola".
Tutti i bimbi si tennero sul bordo del tavolo e si piegarono dal lato che Giovanni mostrò loro per seguire la curva dell'Isola.

Questo era Giovanni Archimede un uomo di popolo e a disposizione di tutti, spero che in Paradiso metta a posto tutte le tubazioni che perdono trovandole con il "vatecatometro" come faceva a Grado per il nostro monsignore.
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01 dicembre, 2011

Lunario di Dicembre





Per il lunario di questo mese ho scelto una delle poesie di Giovanni "Trombai" Grigolon.

La sua poesia di strada, con parole non scelte ma raccattate in fondo al suo cuore riesce ad essere profonda e nel contempo strapparti un sorriso.

Giovanni sarai sempre nei nostri cuori:











Inno alla Vecchiaia

Giovinezza,
mi sei sbrissata via come un bisato,
serco di rampegarmi incora ma mi mandi sempre via
perché non ho più la pele valia.

Ormai sono del patacheo, poco o ninte buligheo.
Mi davi spesso la erezione, adesso é tutto a picolone.
La mia natura a suon di fale
é rimasta come un ziziale,
e a me me fà
che 'l xe restao solo per pissà.

Se non bastasse quello, mi trovo solo con le zinzive.
Ma in garghe maniera
me meterò la dentiera
così potrò comparì
comò ai bei dì.

Giovinezza,
mi sei scampagia lasciandomi con la pele ripigiagia
e co me vardo in specio
mi rendo conto che devento oni giorno più vecio.
Son za de pension, ma é tanta passion,
de quel che me speta
nò sarà suficiente nianche la reta.

Un giorno mi ciaperai per mano
e mi strasinerai molto lontano.
Era grando il mio tuorlo
ora sono rimasto come un corlo,
un pò nella vita ho bagolato
ma son za desmentegato
te ringrassio Giovinezza
che prima de 'ndà via
mi hai lasciato sinoltro l' allegria.

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30 novembre, 2011

Festival Canzone Gradese -Bando 2012


Puntuale come l’albero e il presepe arriva il bando del festival.


Il tradizionale festival della canzone gradese a primavera celebrerà la festa della parlata gradese grazie agli organizzatori “Quelli del festival Grado” , promotore ed organizzatore della manifestazione che in questo clima di tagli al mondo della cultura ha inteso mantener fede alla tradizione al vero impegno socio culturale confidando nel sostegno e nella sensibilità del Comune di Grado, della Provincia e della Regione Friuli Venezia Giulia, della Rai che certo non mancheranno nel supportare l’evento.

La manifestazione nasce nel lontano 1946 ( seconda per popolarità e tradizione gradese solo al Perdòn de Barbana) e oggi a oltre sessanta anni di distanza celebrerà la XLVI edizione-
Come noto il piccolo esercito associativo di Quelli del festival Grado ha avviato da alcuni anni una impegnativa attività legata la diffusione della parlata , attraverso la canzone gradese ( editando alcuni libri e diversi cd musicali e Video ) al fine di mantener viva la cultura e tradizione isolana attraverso la parlata. 
Non è certo azzardato affermare che la cultura popolare di Grado risiede (soprattutto) nelle canzoni in dialetto.

 
É altrettanto vero che nel corso delle serate del Festival - diretto discente del Veliòn del pescaòr voluto dalla Cooperativa Pescatori nel lontano 1946 - ogni figlio dell’Isola non si sente solo spettatore, ma tutti vivono la serata con capacità magistrali, da protagonisti.



Bando Festival della canzone Gradese 2012



Art.1 – L’organizzazione tenuto conto che il dialetto è l’espressione viva, ricca di tradizioni culturali, letterario - musicali, organizza la XLV. edizione del FESTIVAL della CANZONE GRADESE. 
La manifestazione popolare ha il preciso obiettivo di valorizzare la tradizione di Grado nelle sue espressioni poetiche e musicali mantenendo viva la parlata.


Art.2- Le canzoni in gara, categoria adulti, dovranno essere così presentate, pena l’esclusione:
a) il testo dovrà essere rigorosamente in dialetto gradese;
b) la partitura musicale dovrà essere ad una voce con accompagnamento di pianoforte (o fisarmonica), con l’indicazione degli accordi simbolici completa di testo letterario; c) i partecipanti dovranno allegare al testo la partitura musicale, il tutto in cinque copie contrassegnate da uno pseudonimo che sarà riportato, successivamente, all’esterno di una busta contenente il nome e l’indirizzo dell’autore o degli autori; d) i partecipanti dovranno allegare una registrazione completa del brano musicale assolutamente inedito (Cd );
e) ogni elaborato dovrà essere accompagnato da Euro 10,00 (dieci a parziale copertura delle spese organizzative e consegnato al responsabile dell’organizzazione, nel giorno mercoledì 04 gennaio 2012 dalle 15.30 alle 18.30, presso la Biblioteca Comunale sede di Via Orseolo- Grado) i partecipanti al concorso s'impegnano a non divulgare le canzoni presentate al Festival, sino alla conclusione del medesimo, pena l’ esclusione.


Art. 3- Un’apposita commissione giudicherà, insindacabilmente ed inappellabilmente, le composizioni regolarmente pervenute, scegliendo fino a DIECI finaliste che saranno presentate durante serata conclusiva del FESTIVAL DELLA CANZONE GRADESE.
Gli autori delle canzoni finaliste cedono tutti i diritti dei brani all’organizzazione e proporranno al direttore artistico della manifestazione il nominativo del cantante esecutore entro e non oltre (pena l’esclusione) dieci giorni dalla pubblicazione delle stesse.
In sede di votazione, durante la serata finale, il pubblico in sala potrà esprimere fino a due preferenze. Potrà essere considerata, di concerto con i finalisti, l’opportunità della presenza di una giuria speciale.
Per evidenziare il carattere puramente dilettantistico - popolare della manifestazione, non sono ammessi al festival della canzone gradese autori e compositori iscritti alla SIAE.


Art. 4 - L’organizzazione, per il buon fine della manifestazione, può apportare delle modifiche al vigente regolamento e non si assume alcuna responsabilità verso i concorrenti nel caso di sospensione o rinvio della serata finale del FESTIVAL della CANZONE GRADESE.


NB le prime tre classificate parteciperanno di diritto alla finale del festival regionale FVG e ad una serie di manifestazioni, locali , regionali e/o nazionali coordinate dall’organizzazione.

Per info quellidelfestival@gmail.com
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29 novembre, 2011

Idee geniali



La caratteristica fondamentale di un’idea geniale è che è STUPEFACENTE.

E dà stupore in primo luogo a te.

Ed è semplice.

Qui sta il difficile. La nostra identità censoria (una delle tante che ci abitano) ha la tendenza a interferire con il processo creativo cercando di instradare il pensiero, fin da subito, su binari effettivamente possibili.

Invece bisognerebbe, nella fase creativa, lasciar andare gli ormeggi e lasciarsi trasportare dalla corrente della fantasia senza chiedersi se si naviga in acque sicure o se ci stiamo perdendo nel grande mare.

Fantasticare non è pericoloso, non si rischia di annegare in un mare vero… E’ solo una questione di fantasia.

Ognuno di noi ha una fertilissima mente creativa infantile che non sopporta che la si limiti o si manchi di fiducia in lei.

Scoprirlo è la prima delle illuminazioni. Se non ti fidi di te avvilisci la tua mente fantastica.

Poi si tratta di riaccendere la mente analitica e valutare attentamente come realizzare l’idea geniale.

Tra i tanti esempi possibili questa mi pare veramente un' idea geniale:

In India visti i tempi grami per dare l’illuminazione a migliaia di studenti si sono ideati un sistema che prevede una latta da cinque litri di quelle della salsa di pomodoro, recuperata in discarica, riempita di cacca di vacca, una manciata di sale, acqua, una pila elettrica esaurita, due fili di rame e un led: luce per 45 giorni.

Poi si cambia la merda.

'ndarave ben anche per cason!
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28 novembre, 2011

Convegno sulla sicurezza alimentare dei molluschi bivalvi



Giovedì 1 dicembre a partire dalle ore 14 si terrà a Grignano un convegno sulla sicurezza alimentare e per l'innovazione nel campo commerciale dei molluschi bivalvi.

"E' necessario ormai valorizzare la produzione con “servizi aggiuntivi” per favorire la competitività delle imprese di produzione, è stato avviato un progetto finalizzato ad arricchire le filiere di produzione mediante la proposta di prodotti “lavorati, capaci di garantire sicurezza igienica nel processo di trasformazione e conservazione delle caratteristiche chimiche ed organolettiche,
adottando nel contempo di un metodo impedometrico per la ricerca rapida di E. Coli nei molluschi bivalvi.

Il progetto denominato TIMOTRAC consente di individuare le modalità di conservazione e trasformazione del mitilo, garantendo il mantenimento delle caratteristiche del prodotto di provenienza regionale, applicando un processo di trasformazione in funzione della qualità dei mitili allevati e del periodo di raccolta.
"

I temi proposti sono di grande interesse per tutto il settore della pesca non solo dell' allevamento, chi volesse l' ingresso è libero.
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27 novembre, 2011

La crisi spiegata ai bambini (non solo)


Cari bambini che non giocate in borsa e (per fortuna) non vi frega nulla della finanza, che quando vostro padre ha il Sole 24 Ore lo ha solo perché ha comprato il pesce (ma che razza di quotidiani legge il suo pescivendolo?), eccoci ad un piccolo corso di economia, dove cercherò di spiegare cosa siano questi spread e bitipì e default di cui tanto si parla alla televisione fra un cartone animato e l’altro, in modo che anche voialtri ci capiate qualcosa.

Allora, bimbi belli, dovete sapere che numerosi Stati di questo pianeta (fra cui brilla ahimè il nostro) sono pieni di debiti fino al collo perché negli anni hanno dilapidato montagne di danaro in vari modi. 

Come accade a molti di noi adulti, ogni anno essi Stati guadagnano assai meno di quanto spendano: allorché ciò accade, noi mortali o ci lanciamo dalla finestra (ma questo gli Stati non possono farlo) o accendiamo un mutuo, cioè imploriamo un prestito a una banca.

Ebbene gli Stati si comportano nella medesima maniera: trovandosi in difficoltà chiedono aiuto ai moderni cravattari, cioè alle banche, e a una misteriosa entità molteplice e metafisica costituita da strozzini e giocatori d’azzardo chiamata “il Mercato”.

Accade quindi che gli Stati, su quei soldi prestati, debbano pagare un prezzo: se a loro vengono prestati 100 euro, essi Stati dovranno nel tempo restituirne 110.

I 100 iniziali più altri 10. Quel “10″ viene chiamato dagli economisti il rendimento, e corrisponde infatti a quanto il prestito concesso rende allo stroz- pardòn-, al creditore.

Gli Stati perciò cominciano a domandare soldi un po’ a tutti, e ne domandano talmente tanti da aver inventato dei foglietti validi come richiesta di prestito.

Le banche, i poveri cristi rispiarmatori e il perfido sig. Mercato possono comprarsi un foglietto, dare in cambio i 100 euro, e attendere nel futuro il rimborso dei 110.

In Italia codesti foglietti si chiamano BTP, e sono in vendita un po’ ovunque, fra un po’ forse anche in tabacchino come i biglietti della lotteria.

E tuttavia le banche e quel figlio di buona donna del sig. Mercato (ma non i poveri cristi risparmiatori, loro nelle decisioni non contano un tubo) si fanno furbi e capiscono che i loro clienti Stati non sono mica tutti uguali:
ci sono Stati con fama di essere persone serie e laboriose e altri  invece conosciuti come macachi facili da infinocchiare e dediti ad attività ricreative quali buttar banconote prestate giù dal terrazzo.

Perciò le banche e il Mercato dicono: aspetta un attimo, forse e il caso che allo Stato buono e virtuoso io chieda un prezzo basso, e da quello zuccone ed ebete ne pretenda uno più alto.

Cosi lo Stato macaco e scialacquatore (e nel frattempo pure con le pezze al culo) si trova a dover pagar sempre maggiori cifre ai suoi usurai, e quindi a impoverirsi ancora di più.

E mano a mano che lo Stato si impoverisce e si mostra in giro malridotto, le banche e il loro amichetto Mercato pensano: madonna guarda come è conciato male questo Stato a cui stiamo prestando quattrini, chissà se mai ce li restituirà, siccome corriamo questo rischio sarà meglio chiedergli un prezzo ancora superiore per i nostri prestiti.

Quindi: lo stato virtuoso ottiene prestiti a condizioni favorevoli, lo Stato fesso e spendaccione no.
E per risarcire i suoi aguzzini (le banche e il Mercato) il disgraziato si vede costretto a domandare proprio a costoro ulteriori prestiti.

Senza andar troppo per il sottile, la differenza fra quanto paga in prestiti lo Stato virtuoso e quanto lo Stato sciocco prende appunto il nome di spread (parola inglese traducibile anche come divario,differenza).

Dai e dai, si avvicina il default, il momento in cui lo Stato mendicante dichiara di non detenere il becco di un quattrino manco per bersi un latte caldo al bar sotto casa, figuriamoci per risarcire parecchi miliardi di euro agli usurai, vale a dire le Banche e il malvagio Mercato.

Ma questi due signori cattivi ribattono di non volerne sapere altrimenti portano lo Stato in un vicolo buio e lo picchiano di brutto.

Ecco qua, paura eh?

Ci sarebbe anche da dire delle pensioni, del fiscal drag, degli eurobond e delle agenzie di rating, ma non intendo spaventarvi ulteriormente.

E poi oramai è tardi. Questo cari bimbi è il mondo che vi attende.

Crescete pure, piccini, ma senza fretta.
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26 novembre, 2011

Grado-C' era una Volta




Una bellissima Grado ormai scomparsa, ma non dal mio cuore!
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24 novembre, 2011

Temperatura e acqua


Gli ultimi terribili episodi meteorologici che hanno messo in ginocchio Regioni intere come la Liguria, La Sicilia e la Calabria sono da ricondurre all' aumento della temperatura dei mari.

Colpa degli oceani surriscaldati.

Sprigionato calore simile a quello di migliaia di atomiche

E’ l’aumento della temperatura degli oceani il responsabile di eventi meteorologici estremi come quello del messinese che ha fatto tre vittime.
Negli ultimi 20 anni la temperatura superficiale degli oceani è aumentata di 0,8 gradi.
«Per ottenere questo riscaldamento si è sprigionata una quantità di calore paragonabile a quella emessa da migliaia di bombe atomiche».

L’aumento di temperatura degli oceani è causa di fenomeni meteorologici estremi in quanto provoca la formazione di quantità notevoli di vapore d’acqueo e energia che vengono «trascinate» dalle perturbazioni.

Questo è la superficie del problema ed è tragica ( i media se ne occupano perchè a loro le tragedie piacciono e le pubblicano), ma la causa scatenante è pur sempre un comportamento umano selvaggio e ignorante che non rispetta l'ambiente e pompa nell' atmosfera di tutto.

Si ritiene che il clima della Terra sia destinato a cambiare perché le attività umane stanno alterando la composizione chimica dell’atmosfera. Le enormi emissioni di gas serra prodotte dall’uomo stanno causando un aumento della temperatura terrestre determinando, di conseguenza, dei profondi mutamenti a carico del clima sia a livello planetario che locale. Prima della Rivoluzione Industriale, l’uomo rilasciava ben pochi gas in atmosfera, ma ora la crescita della popolazione, l’utilizzo dei combustibili fossili e la deforestazione contribuiscono non poco al cambiamento nella composizione atmosferica.
da wickipedia.
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23 novembre, 2011

Veci ricordi


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21 novembre, 2011

Grado-Gradus-Gravo


E' interessante ricercare l'origine dei nomi ( c'è sempre una storia dietro), io seguendo la mia predilezione per il mio Paese ho seguito la traccia di Grado.

Lo studio di Bruno Scaramuzza, pubblicato con il volume "I Graisani" edito dalle Ediz. della Laguna, parte, per l'origine del toponimo, dall'età prelatina e ipotizza il lemmo Grad (borgo o città) di origine indoeuropea giunto a noi tramite i veneti o gli illiri confortato dall'esistenza nelle vicinanze di tre città preromane Trieste, Aqujleia e Oderzo e l'importante flusso di traffici e contatti che ciò comportava.

D'altronde è certo che gli studiosi propendano per l'ipotesi di origine latina del nome Gradus (scalo, porto).

Vediamo così le varianti del nome della città e dei suoi cittadini nei vari linguaggi e dialetti limitrofi anche per fugare polemiche passate e future sull'origine del nome:

prelatino... GRAD (con il significato di città o borgo e non di castello)
(venetico? celtico? illirico?)
latino... GRADUS Gradenses, Gradisiani
greco .. KOGRADON
italiano GRADO
gradese ... GRAVO Gravisi, Gra(v)isani Gravisani
istroveneto ... GRAO Graesani nel Dogado,
Graisani, a Grado e Pirano,
Graùssoli ad Umago e Capodistria


Friulano.. GRAU Graules, Gradesan, Gardisans, Grades

italiano antico Gradiggiani, Gradisani
italiano colto (1800) Gradensi
italiano moderno Gradesi
rovignese Gardesan, Gardisan

Una carrellata di nomi che possono aiutare a capire quando si leggono documenti di tutte le provenienze, anche se per me sarà sempre:

GRAVO

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20 novembre, 2011

Graisani de Palù-Assemblea Annuale



Venerdì 18 novembre 2011, si è svolta, presso l'albergo Tognon in Via Pampagnola, l'assemblea annuale dell'associazione dei “Graisani de Palù”, in una sala gremita di soci.

L'argomento centrale è stato la recente sottrazione di parti cospicue della laguna da parte del Demanio regionale, il nuovo regolamento di pesca ed i criteri d'assegnazione di nuove mote e casoni.
All'assemblea è intervenuto anche il sindaco Edi Maricchio, pure come socio.

I Graisani de Palù protestano per l'atteggiamento di indifferenza che il Comune ha tenuto nella questione:

un' estratto della sentenza del Tribunale di Trieste cita:

Il Giudice rimarca anche: … soprattutto in assenza ulteriori elementi di valutazione a sostegno del contrario che il Comune di Grado avrebbe dovuto produrre e non ha fatto... .

Il Comune , che aveva promesso di cedere solo i canali navigabili principali invece, ancora una volta, ha lasciato passare il tutto nella più completa indifferenza (lo dice perfino il Giudice) ed in dispregio a 1500 anni di sacrifici fatti per mantenere i diritti (sacrosanti) sul proprio territorio.
Il Comune forse sembra inconsapevole che, con la sovrapposizione delle mappe catastali (derivanti dalle mappe napoleoniche) con il rilievo aerofotogrammetrico (sono già prodotte ed anche in possesso degli Uffici comunali), delle porzioni di aree date in concessione ricadono ora sulla proprietà regionale, visto che non si è proceduto, come doveva essere, ad una preventiva necessaria riconfinazione ed individuazione delle parti da cedere e che tutte queste particelle erano, secondo noi, demanio comunale.

L'Associazione, ricordando che la maggior parte del territorio lagunare è proprietà privata del Comune, dunque della comunità gradese, contesta anche il nuovo regolamento per la pesca in laguna, che di fatto mette un limite di soli 3 kg di pescato ma soprattutto apre l'esercizio della pesca anche a non gradesi, ed anche gli attuali criteri d'assegnazione di nuove mote e casoni: non viene rispettato il principio del diritto collettivo uti cives, dove il diritto spetta ad ogni singolo quale membro della collettività ma si tende invece a dare antipatici privilegi a soggetti qualificati uti singuli.

Il sindaco Maricchio, concordando con quanto espresso dall'associazione, ha informato che il Comune è già al lavoro, assieme all'avv. Rosati per tentare di reintegrare il territorio sottratto ingiustamente.

Quanto al regolamento pesca e all'assegnazione di nuove mote ha fatto sapere che l'Amministrazione intende rivedere i regolamenti ed invita i Graisani de Palù a partecipare attivamente ai futuri dibattiti.

In conclusione, il presidente Pastoricchio ha fatto notare di come sia indispensabile il costituire e rendere operativo un corpo di vigilanza comunale (al posto di diversi corpi di controllo “estranei” che hanno fatto capolino ultimamente in laguna), al fine di esercitare le prerogative della Comunità sul proprio territorio e sulla propria proprietà.
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19 novembre, 2011

L' eredità


Tempo di riflessioni:

Mio papà mi ha lasciato solo col mio io e io ho lasciato lui col suo, dimenticando il fatto che in qualche modo ci appartenessimo.

Ma io, che fin da piccolo, ho annaspato alla ricerca di modelli da imitare, di strade da percorrere, con carta bianca in fatto di desideri e di doveri, mi son dovuto adattare a una vita che rincorresse ideali che fuggissero la competizione.

E' stata dura ed esasperante, non essendo particolarmente versato nella lotta.

Non mi piace la lotta, anche se in qualche modo ho il fisico del lottatore.

Come ognuno di noi umani, la mia numerosa serie di modelli è cambiata nel corso dell’età.

Tra questi non c’è mai stato mio padre, perché lui non ha voluto.

Nonostante appartenesse ad una generazione di autoritaristi mio padre non è sceso dal trono della sua autorità perché in esso non è mai salito, e in eredità non mi ha lasciato nessuna indicazione sul futuro.

Di questo nulla non posso che ringraziarlo, perché le pagine per scrivere la propria vita è bene che siano bianche.

Perciò, seppure con un po’ di rammarico, mi ruga il fatto di non essere un figlio di papà per le agiatezze e le facilità esistenziali che questo comporta, ma non posso che essere fiero di un padre come il mio che ha vissuto la sua storia senza scrivere la mia.
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17 novembre, 2011

Eppur si muove



Abbiamo avuto un finale di stagione eccezionale e attraversato un momento di feste popolari, di grandi adunate con merenda inclusa ed enormi sorrisi.

Editti in papiro di ringraziamento con firme svolazzanti:
Il tuo amico sindaco.

E pace, pace e promesse di ulteriori feste da sogno.

La mia età, mi fa scuotere la testa, dov'è il trucco, si sa che la nostra città non è così tranquilla, tutto questo buonismo, queste feste infiorate, questi futuri rosei mescolati a coriandoli di cielo azzurro fanno pensare al peggio perchè sembrano preparatori a una botta improvvisa a bruschi cambiamenti di rotta che come al solito cadranno tra capo e collo nostri e senza potersi difendere.

Ma c' è speranza perchè la gente non sta più zitta e passiva, qualcosa si muove, una nuova coscienza di cittadino si sta formando e, con qualche dubbio (ma sono vecchiotto e prevenuto), vedo con favore questo nuovo profilo più aggressivo del PD locale che rivede le sue posizioni pregresse e chiede a gran voce un incontro referendario con la cittadinanza informata correttamente delle cose che potrebbero succedere a casa nostra.

Mi fa piacere poi che l'Associazione Graisani de Palù sollevi un problema serio sulle competenze lagunari e sulla strana volontà regionale di prevaricare diritti del nostro Comune, diritti acquisiti da 1500 anni e, a prezzo di enormi fatiche, onorati con la manutenzione del territorio, solo per questo non dovrebbero rompere le scatole.

Ci si muove a Grado, insomma, c'è ancora vita in fondo al palù.

Io ci andrò sabato all'incontro promosso dal PD locale, facciamo fronte comune è l'unica via.
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16 novembre, 2011

I segreti del Servizio


Giallo a Grado!

Chi sono veramente gli inviati segreti (omini in nero) che hanno colto il nostro Sindaco parcheggiare scompostamente in quel di Aiello.

Il nostro Blogghista da Strada titolare del benemerito sito Gradospia o altri sconosciuti e goliardi personaggi del più bieco social network faccelo vedè.

Mille domande aleggiano sulla vicenda e sui perchè, e queste sono cose serie, aspetteremo con comodo e grande curiosità le risposte.
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15 novembre, 2011

Che cosa c'è da festeggiare


Cade Berlusconi e la gente fa festa!

Che cosa c'è da festeggiare? La sconfitta della gente comune, quella che in forte maggioranza ha votato nelle precedenti elezioni a favore di un disastro annunciato.

La stessa gente che continua ad affossare la testa dentro a televisioni e trasmissioni che azzerano chirurgicamente il cervello.

Che cosa c'è da festeggiare? la sconfitta della gente comune, quella che si è fatta fregare pur di fronte ad avvisi autorevoli.

Si sapeva tutto fin dall’inizio, era scritto ovunque e in tutte le lingue del mondo.

E, se prima non c’era internet c’erano comunque i giornali, c’erano i libri, c’era l’arte, c’era l’umanità e c’era chi si dannava l’anima per una cultura autentica, vera e schietta.

Che cosa c'è da festeggiare? la sconfitta della gente comune.

Quelli che han perso casa, lavoro, dopolavoro, vitto, alloggio, aspirine, valium, buoni pasto per la scuola dei figli.

Perché nel frattempo si sono persi anche il sudore in una macchina, in un cellulare di merda, in una vacanza nel mar rosso, nell’ultima slot machine dell’ultimo ridicolo bar nella notte.

Il tutto a rate.

Che cosa c'è da festeggiare? la sconfitta della gente comune che si è fatta maciullare il cervello da una banda di ladri.

C' è chi dormiva sognando di meravigliose favolette e veline e meteorine che andavano in meravigliose ville in Sardegna a farsi sbattere.

Che cosa c'è da festeggiare? la sconfitta della gente comune che non c’ha più un cazzo perché se l’ è venduto al prezzo di un mutuo alla banca di famiglia.

Che cosa c'è da festeggiare? aver preferito la lotteria piuttosto che soffrire e lavorare e impegnarsi e amare e credere e provare nel loro piccolo a fare della politica vera e autentica, difficile, straordinaria e bastarda.

Che la politica la fai anche rimanendo a casa, la fai alla scuola dei tuoi figli, al cinema, al teatro, al bar, dal dentista, al mercato, dal macellaio, la politica la fai con gli amici, con i colleghi di lavoro, con chi ti sta sul cazzo.

La politica la fai con chi ami, la fai insieme a chi odi, la fai con il tuo datore di lavoro.

La politica la fai sempre perché esserci e vivere, è tutta un’altra storia.
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14 novembre, 2011

Tradizione attraverso le canzoni- Cinzia


Nella tradizione della canzoni graisane, fatte di amore, buoni sentimenti e tanta malinconia ad un certo punto irruppe con fragore il testo ironico e di denuncia di certe devianze popolari e paesane dovute ai rapidi passi avanti della società civile scarsamente supportati da un adeguato sottostrato culturale.

Cinzia
è la canzone per eccellenza che ruppe con la tradizione e propose un nuovo modo di raccontare la musica popolare gradese, uno studio della prof Pozzato con una disanima semiotica (vedere link su issu, clicca qui) evidenzia il cammino che la nostra piccola comunità ha compiuto e racconta attraverso le sue canzoni.

Cinzia

Che fa in testa a sti graisani
che par zente malcontenta,
i rifiuta la polenta
e i favela per ’talian.
Che darìe per ste contrade
co i se sforsa de esse fini,
i ruvina i fantulini
favellando per ’talian.

(rit.) Oh Cinzia, sei matta,
non mangiare la frutta tacolata,
da bravo Ottone
non colegarti di nuovo sul sabbione,
stai buono Moreno, altrimenti
altrimenti ti mazeno.

Babe duto ’l giorno in auto
le trascura la cusina
le consuma la binzina
le favela per ’talian.
Le se incarga de campari,
le favela comò i siuri,
ma i marì fa i muraduri
o i xe a cocia in mezo al mar.

Co scuminsia i primi coldi
i se fita ogni logo
i te vive leto e fogo
e i fa cache in bucalìn.
I se missia coi turisti
i se veste in gabardin,
cu xe nato in Culdemuro
e cu xe nato in Strunsulin.



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13 novembre, 2011

Estranei


In questi ultimi due giorni la cronaca locale sottolinea le impressioni di personaggi che, come al solito, vogliono indicare a tutti noi la via per un futuro più luminoso.

Non fanno nemmeno voglia di commentare se non un retropensiero:
avranno mica difficoltà con i finanziamenti, vista la contingenza attuale con severe restrizioni del credito?

Comunque resta un fatto per me siete una trave in un occhio, questo è il fastidio che provo, quando degli estranei vogliono farmi fare cose che non mi vanno, tutte le giustificazioni e le grandi parole correlate meritano un solo commento:
Bah!
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