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10 dicembre, 2011

La Grande Berta



Rileggendo la storia di Grado mi ha colpito un episodio che ha provocato un fuggi fuggi generale della popolazione.

Il 18 ottobre 1917 con Grado in mano alle forze Italiane (in teoria di occupazione) ormai fortificata e piena di cannoni costieri per la difesa, con hangar di idrovolanti per l'offesa sul vicino fronte dell' Isonzo, fu improvvisamente scossa da una potente esplosione, un' enorme granata cadde tra le vie Marina e Caprin scavando un' enorme cratere (dieci metri di diametro) che si riempì rapidamente d'acqua, dieci minuti dopo una seconda granata cadde vicino al Fonzari e poi dopo altri dieci minuti una successiva esplose sull' edificio della Posta -all'epoca in Via al Mare- distruggendolo e danneggiando seriamente le abitazioni adiacenti.

Le granate successive - altre due -caddero vicino ad una batteria costiera e poi in S.Pietro d'Orio.

Lo sconcerto fu ben superiore al danno effettivo, per la prima volta Grado seppe cosa poteva essere sul serio la guerra ed essere in zona di operazioni, il Paese letteralmente spopolò.

In mezza giornata chi poteva si allontanò, chi in Laguna, come già fatto nel 1915 con l'arrivo degli italiani, grande nutrice e protettrice, neanche che i casoni potessero offrire rifugio alle bombe, chi all' Isola Gorgo, chi in Friuli da conoscenti e parenti considerato più sicuro, fatto sta che metà della popolazione di Grado in un "veghe no veghe" sparì.

Ma la causa di questo sconquasso?

Gli austriaci, in preparazione dell' offensiva del 24 ottobre 1917 che portò a Caporetto, iniziarono a bombardare quelle che consideravano difese costiere con un cannone di artiglieria pesante da 381 mm montato su treno dalle alture di Trieste in località S.Croce, fortuna volle che il cannone si surriscaldava enormemente ad ogni lancio e dopo cinque colpi praticamente andò fuori uso.

Ma la paura fu enorme e la voglia di "non intrigarsi" tra i contendenti, considerati per lo più estranei, consigliò una veloce fuga verso lidi più sicuri, ma dopo cinque giorni, visto che non succedeva nulla la gente rientrò a scaglioni in Paese senza sapere che, di la a poco, la tragedia della ritirata di Caporetto avrebbe avuto inizio portando con se altre sciagure, ma questa è un' altra storia.
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1 commento:

thor ha detto...

PS:Era uun pezzo d'artiglieria capace di sfondare tre metri di cemento armato e le torrette di acciaio enichel dei Francesi. alla fine della guerra ne rimase solo uno.Nel '41 fu rimodernata e le fu dato il nome "die Grosse Gilda."
ciao Thor