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06 settembre, 2009

Dopo Sarajevo


Con la dichiarazione di guerra dell' Austria alla Serbia dopo l'attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914 l'Impero chiamò alle armi i suoi sudditi, tra cui i gradesi.

Lo scarso entusiasmo per una guerra non loro e poco sentita fece sparire dal paese tantissimi giovani in età militare, ma certuni per ignoranza o impossibilitati a fare diversamente si presentarono e vennero arruolati.

I nostri, per lo più marinai, vennero avviati alle basi militari di Pola, Fiume, Sebenico e Cattaro.

Famoso un reggimento di fanteria soprannominato "Demoghela" dal fatto di aver la più alta percentuale di diserzioni dell'esercito austriaco, furono destinati in Galizia.

Nella foto (cliccare per ingrandire) un gruppo di richiamati gradesi, notare che le scarpe si mettevano ai piedi solo quando era assolutamente necessario.
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9 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarebbe una bella cosa se tu citassi anche la fonte da cui trai le notizie storiche che riguardano Grado. Questo per sapere con chi me la devo prendere. Relativamente alla Grande Guerra ti porgo alcune cifre:
1300 circa furono i gradesi che indossarono la divisa di Francesco Giuseppe;
140 circa furono i caduti;
180 circa gli orfani;
60 circa le vedove.
2 (diconsi 2) i gradesi volontari che combatterono sul fronte italo-austriaco con la divisa di Sciaboleta.
Te saludo, Bruno

Ennio Pasta ha detto...

A dir la verità il tema del post erano le scarpe, non esattamente l'impegno pagato col sangue dai graisani nella grande guerra, col senno del poi combattuta dalla parte sbagliata.
Ora grazie a te e alle tue fonti così asettiche ma precise sappiamo il numero dei combattenti e dei caduti, quello delle vedove però come cavolo fai ad estrapolarlo e per gli orfani e se qualcuno aveva qualche figlio illeggittimo?

Non volevo fare un telegionale moderno che apre le notizie con i morti del giorno, mi va di presentare fatti storici anche parziali, ma con un sorriso, che da preoccuparsi oggidì ce n'è fin troppo.

Ciao e come al solito grazie per le tue precisazioni, fanno bene a tutti
Ennio

Anonimo ha detto...

Finita la guerra le vedove di guerra e gli orfani fecero domanda di sussidio.
I relativi elenchi sono depositati presso l'Archivio di Stato di Trieste.
I figli illegittimi,nella maggior parte dei casi, sono figli di soldati italiani e quindi non rientrano nella nostra statistica.
Ciao, Bruno

Anonimo ha detto...

In questa foto tratta dal libro del dott. Ferruccio Degrassi appare in camicia bianca (secondo da sinistra) mio nonno Francesco Matchesan detto Tegheto.

Anonimo ha detto...

Forse bruno pensa di essere l'unica memoria storica di Grado. La storia e la cultura di un paese si può raccontare in tantissimi modi, a volte anche in maniera divertente e divertente. Caro Ennio da parte mia hai tutta la mia approvazioni. Certi cagacazzi potrebbero darsi una calmata. Non sarà mica la conoscenza dei cognomi gradesi a certificare una persona come un pozzo di scienza e cultura?
Bruno va a cagà fora del buso de garghe oltra parte che internet no xe per tu.
Anonimo, quello originale.

Mamolo ha detto...

"......Lo scarso entusiasmo per una guerra non loro e poco sentita fece sparire dal paese tantissimi giovani in età militare.........

..... notare che le scarpe si mettevano ai piedi solo quando era assolutamente necessario."

Certo che lo scarso entusiasmo era stampato in fronte dei nostri precursori!!!!!

L'Armata Brancaleone se la sarebbe data a gambe solo a vederli!!!

Fino dalla prima lettura, mi era venuto il sospetto che il tema erano le scarpe, perchè lo avevi messo in corsivo e più in piccolo.....

Anonimo ha detto...

scusate l'ignoranza ,ma chi indossava la divisa sciaboleta
thor

Ennio Pasta ha detto...

era la divisa dei soldati italiani - sciaboleta era il soprannome del re in formato mignon.
Ciao Enio

thor ha detto...

grassie , ze 'mpara sempre gargossa de novo.
ciao thor