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13 settembre, 2009

Le Barche Zale


La pesca a Grado, nel dopoguerra della Seconda Guerra Mondiale ripartì dai bragozzi a vela e da imbarcazioni con motori di camion militari adattati ma con l'attrezzatura di pesca obsoleta, qualche barca arrivò dall'Istria con tecniche e mentalità di pesca nuove (i mussoleri) ma nella sostanza l'ambiente era ancora legato alla tradizione.

Nel 1950 una famiglia di industriali lombardi i Ciocca (produttori di filati e calze) si stabilì a Grado e decise di investire nel settore peschereccio creando una lacerazione tra mondi la pesca lenta tradizionale e quella frenetica moderna.

Da Genova arrivarono due imbarcazioni completamente diverse per come erano strutturate, armate e per i mezzi di pesca.

L' Eleganza e Rinomanza seguite poi da un bragozzo Speranza formarono la flotta dei Ciocca, dipinte di giallo vennero chiamate le "barche zale" erano dotate di motori semilenti Ansaldo da 120 Hp (una mostruosità per l'epoca) di ghiacciaia e di gabinetto a bordo.

Una rivoluzione.

Le reti erano in nailon acquistate nel Nord Europa e prime in assoluto da queste parti dove ci si tormentava con il cotone e con le cure cui necessitava.

Imbarcarono 7/8 uomini di equipaggio ciascuna e guidate con mano ferma dall'amministratore della famiglia Vasco Bosio operarono in Golfo di Trieste per oltre 15 anni.
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1 commento:

Mamolo ha detto...

Caro Ennio,
te fasso i mie compliminti de cuòr, perchè le barche zàle a Gravo le à segnào un'epoca....
Le xè stàe un mito..........
Veramente, tu stà "tirando fora" al reale e più profondo passato dela nostra Gravo!
Bravissimo!!!!!!!!!!