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11 novembre, 2010

Ancora Pasolini a Grado



Leonardo Tognon mi manda questo pezzo su Pasolini a Grado e il suo contro-festival del Cinema, e la settimana del cinema muto.


Le biavitae descritte da Biagio Marin nella sua incontaminata poesia in gradese ritrovano, anche nella stagione autunnale – invernale una emozione impagabile. La laguna si trasforma regalando colori ad ogni batter di ciglia.



Dicembre richiama le emozioni ed i sapori della consunzione dell’estate, i richiami autunnali per passare, dal mare alla laguna, dalla laguna alla terraferma, al tempo della vendemmia. Per qualche amico fedelissimo di Grado il fuori stagione concede il tempo per richiamare alla memoria le settimane del cinema muto nonché le anteprime pasoliniane, l’antifestival di Venezia.



Riandare col ricordo, a balzi di decenni, all’esperienza complessa ma entusiasmate e di gran prestigio, delle Settimane Internazionali del Cinema, mette addosso nel ricordo di molti un misto di nostalgia e di sconforto. Nostalgia per un’epoca ormai lontana, sconforto per una iniziativa miseramente sfumata.

Recuperiamo alcune righe vergate a testimonianza del sindaco di Grado negli anni che vanno dal 1969 al 1972, è appunto Nicolò Reverdito ad offrire spunto per tracciare i confini di un’occasione perduta per l’isola del sole e il suo antifestival di Venezia.

“L’idea di una manifestazione di Cinema a Grado nacque in quel finire degli anni sessanta quasi per caso. Fu Pier Paolo Pasolini a suggerirla dopo la prima di Porcile.

Il regista sconsigliando il solito festival indicò agli amministratori di allora un percorso culturale della storia e dell’esperienza cinematografica. Nacquero così le settimane del cinema di Grado il tutto fondato sull’entusiasmo e la collaborazione.”. Tutto era stato programamto in maniera collaboraztiva, oggi si direbbe senza un format: una segreteria con l’instancabile segreatrio comunale Aldo Venier, la collaborazione del giornalista Renzo Corazza e Nico Naldini. Ma su tutto e tutti l’aiuto prezioso ed il costante e continuo suggerimento di Pier Paolo Pasolini. Non dimentichiamoci del maestro Zigaina. “Grazie a queste ultime presenze autorevoli Grado potè attingere alle cineteche nazionali di Parigi e Mosca, le amicizie e conoscenze professionali portarono a far donare al Comune dell’isola del sole il film Olimpya di Leni Riefenstahl oggi di proprietà. Grazie al poeta di Casarsa l’Istituto luce offrì prezioso materiale.”

In ognuna delle settimane cinematografiche il regista Pier Paolo Pasolini affiancò una prima del suo patrimonio cinematografico.

Indiscutibilmente rimane permeato il ricordo di Maria Callas per gli esterni del Medea girati in laguna, un ricordo fortissimo e anche questo ricordiamo che Medea doveva essere proiettato in anteprima mondiale a Parigi e Pasolini in omaggio a Grado “costrinse”- meglio convinse il produttore ad una illustre contemporanea: Parigi Grado.

Tra gli archivi dei giornali dell’epoca, purtroppo in gran parte scomparsi – troviamo firme importanti degli inviati alle settimane gradesi: Parise, Vigorelli, Bettiza, Grassini eccc, Le presenze autorevoli di Sergio Leone, Franco Parenti Alida Valli.

La mitica Bertini voleva il trucco con i tiranti, la Valli (che negli anni ’90 ritorna nell’isola girare un film Vin santo per una produzione italo tedesca) allora ci ricordò che si commoveva quanto i gradesi la epitetavano “benedeta” pur consapevole della tipica inflessione lagunare.

Nessuno, dei nostri vecchi, ha dimenticato la figura di Maria Callas, preceduta da una fama di indisponibile ed irascibile alla quale fece riscontro una diva, splendida donna persino disponibile alle piccole faccende in laguna in attesa del ciack.

Dalla mota Safòn all’isola di Anfora dove si perfezionavano le puntate con il poeta gradese Biagio Marin capace di incantare tutti: dagli operatori alla Callas.

Molti i ricordi. La scarsa lungimiranza e sicuramente i pochi contributi costrinsero le amministrazioni a scrivere, a malincuore, la parola fine- the end.

Altri più attenti si inserirono in quel filone rivitalizzandolo e conquistando una fascia di pubblico importante. Grado ha un sussulto nel settembre del 1996 apre alla grande rassegna intitolata “ 100 anni di cinema da Lumiere a Pasolini” sette giorni di proiezioni dedicate alla figura dell’eccezionale intellettuale e regista italiano contrubuendo a testimoniare le settimane internazionali del cinema.

Nell’occasione venne offerta una sintesi i giovani si dichiararono entusiasti e tutti provarono nostalgia di un’epopea ormai lontana un mito.



Le settimane cinematografiche riuscirono a calamitare a Grado l’attenzione di produttori e critici cinematografici impegnati al Festival del Cinema di Venezia.

La rassegna gradese assunse ( non solo per la concomitanza temporale) il ruolo di Controfestival di Venezia in occasione delle quali Pasolini presentava in anteprima le sue pellicole.

Il comitato promotore della prima edizione era composto dal critico cinematografico di Venezia Ernesto G. Laura, dal poeta regista Pier Paolo Pasolini, dai critici Paolo Gobetti e Giacomo Gambetti, dal pittore Giusepe Zigaina, dal professor Davide Turconi, dal regista Mario Volpi e dalla professoressa Adriana Maria Prolo, oltre che dal sindaco di Grado Nicolò Reverdito.

Alla prima rassegna intervenne Francesca Bertini, la prima diva del cinema italiano interprete di oltre 120 films ( debutta nel 1904 con “La dea del mare” ultima apparizione a fianco di Nino Taranto e Abbe Lane in “A sud niente di nuovo”.)

Introdotto da Carlo Bo, nel 1971 PaSolini presenta a Grado in anteprima italiana il Decameron coincidente con la giornata inaugurale della seconda settimana internazionale del cinema dedicata al cinema western.

Presente il grande Sergio Leone.

Una rassegna che ebbe un successo incredibile di critica e altrettanto pubblico tanto che gli organizzatori furono costretti a bissare le proiezioni per soddisfare le richieste di pubblico che non ne voleva sapere di abbandonare la sala del Cinema Cristiallo, sede storica della manifestazione.

“I racconti di Canterburry” inaugurano la terza edizione improntata sul film documentario, che ha visto la presenza di Leni Riefenstahl, la regista legata ai cupi trionfi del nazismo e autrice, (primo occhio femminile sulle olimpiadi) del famoso Olympia realizzato con ben 23 cinecamere offerte del regime di Hitler e che risultò un boomerang per lo stesso regime e del popolo ariano sconfitto dalla classe dell’atleta di colore Jessie Owens.

Nell’arco dei tre anni Grado si era gustata la storia del cinema …altri presero per mano l’iniziativa fortuna: che in una sorta di staffetta il tutto rimase in regione con Cinemazero a Pordenone. Sfortuna per Grado.


leonardo tognon

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1 commento:

Alien ha detto...

...bravo Leonardo ...