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12 giugno, 2009

L' Anzolo- Arcangelo S.Michele



Nelle scorse settimane c'è stato un intervento di un professionista gradese per controllare che, dopo tutti gli stratempi degli ultimi mesi, l'Anzolo del Campanil fosse in ordine.
Fortunatamente è così anche se il rilievo ha evidenziato dei problemi al campanile stesso, ma rimediabili.

Vediamo la storia di quest'Anzolo a tutti noi così caro:

Nel 1460 i Veneziani fecero riattare il campanile di Grado e sulla sua cuspide collocarono, a mo' di segna-vento, un angelo di rame ruotante su di un perno.
L'Angelo, alto circa un metro e mezzo, in metallo cavo, raffigurava l'Arcangelo S.Michele che indicava con il braccio e l'indice destro distesi la provenienza del vento, per effetto della resistenza all'aria offerta dalle ali semispiegate.

Nel 1875 esso venne sostituito dall'attuale manufatto alto 2,80 mt, pure esso in rame cavo, opera dello scultore udinese, Olimpio Cescutti, recante un giglio nella mano sinistra che si spezzò durante una bufera di vento e cadde senza provocare danni.
Riparato sul posto una prima volta dall'artigiano Tripoli Zorzini nel 1951, venne poi rimosso dal suo sostegno portato a terra e nuovamente riparato, ricollocandogli il giglio in mano dallo stesso artigiano nel 1967.

A quest'Anzolo noi graisani siamo attaccatissimi, gli attribuiamo un enorme potere di attrazione e la nostalgia di cui tutti più o meno soffrono quando sono lontani dall'isola.

«In mezo a i nuoli e a ciapi de silise,
pusao sul canpanil che varda 'l sielo,
xe un anzolo de oro che 'l te dise
in un sunsùro che 'l te fà più belo:
- Me son quassù comò una sintinela
per qui che va col remo e co' la vela!».
da Vecio Ricordo di Mario Pigo


Dall' alto dei suoi 43 metri San Michele vigila sui destini del paese che si stende sotto di lui.

Da secoli alla sua ombra ferve una vita operosa con un susseguirsi di grandi e piccoli avvenimenti che formano la storia della nostra isola.

San Michele guarda, richiama e vigila che nulla vada perduto di quanto di buono vi è nei Gradesi e che deve restare il nostro patrimonio spirituale nei secoli.
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20 maggio, 2009

La conversione di un Anonimo


Ho ricevuto questo commento e contrariamente alle mie abitudini, ho deciso di farne un post, per diverse ragioni:
1 - Un anonimo che si rivela con nome e cognome è una specie di convertito alla condivisione free e face to face ed è giusto premiarlo;
2 - l'argomento di cui tratta - il parcheggio di via Milano - è drammaticamente di attualità e il post relativo già scritto è del gennaio 2009, quindi praticamente introvabile se non guidati da un link.
3 - Ultima considerazione Franco è veramente bravo a scrivere ed esporre ragioni che coinvolgono la gente, che si possono condividere o meno ma vanno rispettate.

Questo commento non è affatto anonimo.
Ho espresso, firmandomi, il mio punto di vista sulla vicenda dei parcheggi in area Via Milano, con il mio articolo 'Lettera aperta dalla suburra di Colmata...'.
Parere sui parcheggi,parere su chi li persegue, e parere più esteso sulla discriminatoria chiusura e 'pedonalizzazione'(!) del centro storico.
Non credevo necessario dire ancora altro, se non che domenica scorsa 17 maggio, ho avuto un assaggio di che cosa accadrà nei prossimi mesi, in conseguenza proprio di quella brillante chiusura.
Già da domenica mattina presto,sette - sette e mezza, (per il mese di maggio è possibile considerarlo ancora presto, ma nei prossimi giorni e mesi il 'presto' andrà spostato indietro di un'ora, sei e mezza sette), i cercatori di un posto macchina non più reperibile nell'eldorado del Centro Storico, si scaricavano tutti verso la Suburra di Colmata, e i posti si esaurivano.
Ma per gli abitanti di Via Milano e del resto del quartiere, non cambia granchè: per tutto il giorno quasi, altre ondate di macchine giravano a vuoto alla ricerca di un posto che non c'era.
Tranquilli, Assessore Marin e Assessore (!) Del bello, tranquillo Sindaco e Vice Sindaco,tranquilli tutti, le cose non cambierebbero di una virgola neppure se aggiungessimo (per fare cosa gradita a qualcuno) gli altri 310 posti che avete in animo di realizzare.
Stavolta forse, almeno gli abitanti di Colmata dimostreranno che sono una sola comunità e non pecore da portare all'ammasso.
Attenzione, che il terrapieno inutilizzato del retrospiaggia di Costa Azzurra venga impiegato per la sua valorizzazione con iniziative intelligenti e creative, in primis tanto verde pubblico, parchi giochi per bambini, angoli ricreativi, piscine termali e quant'altro, chiunque lo farà Dio lo benedica!
Ma di macchine non ne vogliamo più.
Tiratene via se possibile, fate pagare i parcheggi più cari (chi vuole il privilegio della macchina sotto l'ombrellone è giusto che paghi, si tolgano i parcheggi gratuiti per le moto! Ma non portate una macchina in più.


G.Franco Corinti

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20 aprile, 2009

Focolari e Camini


Il Focolare "fogoler" nella civiltà dei pescatori e contadina è sempre stato il simbolo dell'aggregazione familiare, del calore umano, delle storie raccontate ai bimbi, l'antico luogo di riunione per le strategie di lavoro e di famiglia.

La sua presenza all'esterno dell'abitazione era espressa dai camini che spesso erano il biglietto da visita delle abitazioni.

La parte storica di Grado presenta una miriade di forme tutte diverse, ché i capomastri si sbizzarrivano nella loro costruzione pur mantenendo le forme alla veneta.

Nella foto una camino disegnato dal Prof. Aldo Marocco tratto dalla sua pubblicazione-I Camini Veneti del 1991

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14 aprile, 2009

L' Hockey a rotelle


Uno sport semi sconosciuto oggi, ma nel 1956 ignoto ai più, eppure l'hockey a rotelle attecchì a Grado interessando un gruppo di ragazzi gradesi che lo videro giocare per la prima volta al nuovo pattinaggio.
Un Torneo Internazionale delle Nazionali di Francia, Germania, Italia.
Le prime attrezzature furono di fortuna, manici di scope, pezzi di legno recuperati dalla falegnameria del padre di Mario Toso (uno dei promotori).
Finalmente nel 1959 la squadra si iscrisse al campionato di Promozione con il nome Hockey Pattinaggio Grado.
I Pionieri furono: Mario Toso, Marzio Degrassi, Edy Thomann, Livio Lòwenthal, Italo Marchesan, Marzio Czubert, Giuseppe (pino) Palella; in panchina: Italo Salvemini, Ferdinando Thomann, Giuliano Cristofoletti.
Il tecnico sig. Renato Galessi.

La squadra contro ogni previsione sbaragliò ogni avversario e nel 1962 salì fino al massimo livello dell'epoca in serie B, il nome venne cambiato in Edera Grado e il nuovo allenatore giocatore fu Luciano Esposito.
Peccato che con l'abbandono progressivo dei giocatori la formazione isolana andò verso lo scioglimento.

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11 aprile, 2009

Attila al mare di Grado


Narra la leggenda che Attila conquistata Aquileia nella pasqua del 452 fu fermato dai fanghi lagunari gradesi:

"Palle, tutte palle!
La verità è che, in quest' Isola, Attila c'è arrivato, come si può pensare che un Unno Flagellum Dei com'era lui, si fermasse davanti a un po di fango...."


-racconta Giovanni Stata Marchesan nel suo Duemila anni di Sabione (Quasi una storia dell'Isola d'Oro), immaginando i pensieri del povero Attila-.


"Cosa essere venuto a fare a cvi?
Molto fango, poco mare... a cvi!
C'è sabione, fil zanzare
acva tutta co il sale.

Indigeno del logo
mangia solo fish in fogo
Beve vein .. dopo criticare!
Cosa essere venuto a fare cvi?

A cvi , gente dormire presto
Matina subito suona campana
Uffa ..a me stufa!
Poco vin.. niente birra
No mangia carne, solo polenten
E donna...dove essere donna da amare?

Cosa essere venuto a fare a cvi?
"

Dietro front e avanti march, l'esercito Unno si avviò verso lidi più accoglienti.
Questa è la quasi vera storia di quella lontana Pasqua del 452.
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19 marzo, 2009

Think global, act local. Pesce vendita diretta


Think global, act local.
Questa è la sintesi del Glocal - pensa globalmente agisci localmente.
Neologismo nato per combattere le conseguenze sul piano locale della globalizzazione imposta dalle multinazionali, un prodotto di strategia di marcheting.
La glocalizzazione ritiene che il fondamento della società in ogni epoca è stata ed è la comunità locale, con l'interazione degli individui, organizzati in gruppi sempre più allargati, presenti su un territorio.
La glocalizzazione pone al centro della sua "filosofia", l'individuo, la persona umana, il patrimonio locale materiale e immateriale della persona e del gruppo di appartenenza.

Andando in questa direzione, anche a Grado, ci sarà un punto vendita del pesce locale.
L’iniziativa della Cooperativa Pescatori dell’Isola decollerà a breve, non appena saranno ultimati i lavori di pavimentazione dell’area dove verrà sistemato il banco vendita,
Il nuovo negozio del pesce della Cooperativa sarà creato all’interno del mercato ittico, nell’area dell’impianto d’asta.
«Venderemo unicamente il pesce fresco pescato a Grado dai nostri pescatori Rigorosamente solo questo pesce"
Quanto agli orari è prevista solo l’apertura mattutina.

Speriamo che tutto funzioni.
In ogni caso qualche consiglio per ottimizzare ed utilizzare fino in fondo il prodotto pesce:

"Dalle spine si possono ricavare bastoncini per reggere colletti o "balene" e dalle squame si possono ricavare splendidi reggiseni (vedi foto), dalle budella macerate ed essicate straordinari impacchi per le gengive."

Think global, act local.

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11 marzo, 2009

Il Dialetto gradese e l'eredità di Aquileia


È stato troppo spesso detto che il friulano odierno sia il diretto continuatore del latino regionale parlato ad Aquileia.
La cosa potrebbe, in effetti, darsi per scontata senza l'esistenza di Grado con il suo dialetto, sbocciato come un fiore di laguna, mantenutosi incontaminato sino al recente avvento del turismo di massa e che manifesta ancor oggi, integri ed eternati dal suo ormai mitico vate Biagio Marin, ì caratteri di un arcaismo ignoto altrove.
Grazie alla sua periferìcità ma soprattutto alla secolare decadenza, l'apporto di Venezia è del tutto trascurabile, il gradese è uno dei più tipici dialetti veneti.
Nette, all'incontro, sono le divergenze con il friulano, al punto da essere ben superiori che non tra friulano e altri dialetti veneti confinanti.
All'epoca del suo splendore, Aquileia fu indubbiamente la mediatrice della latinità non solo nell'odierno Friuli e nell'Istria, ma in buona parte dell'intera Gallia cisalpina.
L'attrazione culturale da lei esercitata era enorme e valicava i confini delle Alpi raggiungendo il Norico e la Pannonia.
Se vi è però un dialetto che possa più degli altri vantarsi diretto erede della latinità aquileiese, questo non può essere che il gradese e ciò per fin troppo ovvie ragioni storiche ed etniche.
Ma nell'Aquileia di oggi si parla friulano.
Come si spiega tale situazione anomala nel contesto generale dello sviluppo dei dialetti italiani?
Anche qui è la storia a chiarire l'apparente contrasto.
Anzitutto il confine linguistico corrisponde al confine politico che per tanti secoli tenne separata la laguna dal suo retroterra.
Di qua Bisanzio e di là i Longobardi ì quali non vogliono dipendere da un Patriarca suddito dì Bisanzio e insistono perché si ripristini quello di Aquileia.
Il papato, nell'intento di accontentare tutti, lascia al suo posto il patriarca di Grado per i territori soggetti a Bisanzio (da Venezia all'lstria) e crea un doppione per il territorio longobardo.
Ma Aquileia non è che un cumulo di rovine.
1 Longobardi hanno una nuova capitale, Cividale, ed è lì che, dopo una breve dimora a Cormons, risiede il novello patriarca che pur si fregia del titolo di Aquileia.
Più tardi una nuova realtà economica farà ruotare il polo geopolitico a favore di Udine; e sarà da quest'ultima località che specie dopo il Mille si irradierà la friulanilà che nel volgere dì più secoli si espande nella pianura devastata fino all'agro di Concordia amalgamando le rade popolazioni latine residue e quelle alloglotte insediatesi.
Non va dimenticato infatti che la toponomastica ci rivela la presenza di insediamenti slavi disseminati fino alle porte di Pordenone (Sclavons).
L'odierna friulanità di Aquileia ha la sua matrice quindi in una latinità non prettamente autoctona aquileiese ma di rimando.
Per lo meno tre erano infatti gli altri centri romani circonvicini: la medesima Cividale in primo luogo, continuatrice diretta di quel Forum Julii che dette il nome all'intero Friuli, poi a nord Julium Carnicum (l'odierna Zulio) e a occidente Concordia Sagittaria.
Se al friulano è riconosciuto un legame al sostrato carnico, ecco che la divergenza con il gradese, derivato a sua volta dall'aquileiese vero e proprio, appare non solo comprensibile ma addirittura ovvia in quanto pienamente conforme alla norma, considerato che Aquileia, colonia di alleati italici, nacque proprio in funzione di baluardo anticarnico.
Tratto da:
Giuseppe Brancale & Lauro Decarli - Istria, Dialetti e preistoria-
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06 marzo, 2009

Associazione Grado Nostra-Piasseta de la Patriarchia


Nel novembre scorso il direttivo dell’ Associazione Grado Nostra ha elaborato una proposta toponomastica inviata contestualmente al Comune.
Non essendo mai apparsa in cronaca va precisato che la proposta è di intitolare “Piasséta de la Patriarchía (451/727 - 1451)” l’area quadrangolare davanti alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, nei tempi arcaici luogo di assemblee e riti della grande istituzione metropolita nella sede di Grado. Lo scopo evidente è di impedire che sparisca definitivamente dalla memoria storica il lemma gradese che denomina il Patriarcato, di evidenziare pubblicamente il periodo in cui esistette il Patriarcato di Grado e di costituire un motivo di interesse per il turismo culturale avente Grado come soggetto.
Pur non essendo pervenuto alcun riscontro, neppure la comunicazione circa il responsabile del procedimento, Grado Nostra non ha tuttavia ritenuto far ricorso a solleciti, né verbali né scritti, essendo dell’avviso di rispettare i compiti e le responsabilità di ciascuno.
In questi giorni è però avvenuto un fatto del tutto inusuale. Ufficiosamente è infatti pervenuta a Grado Nostra un’informazione verbale (non richiesta) che il Comune stava cercando di rispondere alla lettera.
Da questo non ci vuole molto per capire che evidentemente il Comune sta cercando una motivazione (che non trova poiché non c’è) per rispondere: NO.
Ma da ciò si capisce anche che la pratica non è stata istruita e presentata con la debita relazione alla Giunta Comunale per la decisione: altrimenti ci sarebbe un verbale di determinazione cui fare facilmente riferimento se si ritiene di dare una risposta.

Stante la situazione Grado Nostra con un impegno organizzativo, piccolo ma non irrilevante in quanto il sodalizio non chiede né gode di contributi pubblici, ha provveduto ad inviare copia autentica della proposta a ogni consigliere comunale e a ogni assessore, ritenendo in questo modo di avere espletato fino in fondo il proprio atto promozionale suggerito dal bene comune.

Augusto C. Marocco
Presidente di Grado Nostra

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04 marzo, 2009

Sposarsi a Grado


Gli usi dei casoneri:

Sposarsi a Grado presentava due momenti ben distinti:
le nozze tra i residenti in paese e le nozze dei "cazoneri".

La donna che si sposava ad un cazoner (o paluante) seguiva il marito e restava con lui a "cason", ritornava a Grado solo in occasione del parto che, però, poteva avvenire anche in cason.
(La gestante andava a Grado due mesi prima, spesso ci veniva da sola e, in genere, ospitata dalla madre)

Dopo la nascita ed il battesimo la donna tornava in cason e riprendeva l'attività al fianco del marito e con gli altri familiari; se per caso le capitava di restare sola di notte e non aveva un figlio maschio, metteva i calzoni del marito sul letto per proteggersi (a Grado i calzoni vengono anche appesi fuori dalla finestra).

La vita dei cazoner pareva meno irta di difficoltà, almeno riguardo al cibo,
In cason si trovava sempre da mangiare, pesce o selvaggina, (la selvaggina viene non solo venduta ma anche affumicata per la conservazione) che si accompagna con la polenta che ci si procura là "dei furlani" barattandola con il pesce.
In cason si teneva anche qualche gallina, raramente una capra per cui anche il latte si prendeva dai contadini.

I bambini imparavano presto dai padri l'arte ed i segreti della pesca (l'uso della seragia, il modo di ghipà e guà e di battere con lo stumigio...), la cura delle barche e delle reti, le varie consuetudini come cavasse la bareta e pregà un Salve Regina a la Madona de Barbana e ingenogiasse prima di buttare le reti per avere una buona pesca o fare le speciali tacche simbolo di riconoscimento (al baitan).
La mattina recitavano le orazioni e la sera il rosario e le preghiere per i defunti ed ascoltavano poi le storie dei grandi prima d'addormentarsi.

Per i bambini piccoli c'erano le ninne-nanne:
Fa la nana bel bambin che presto vignerà el papà e porterà i gransi col pelo,
fa la nana cocolo belo

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25 febbraio, 2009

Albergo Soffuso (a ciacole)


Dispiace tornarci sopra, ma l'Albergo diffuso in Laguna diventato cavallo di battaglia del futuro turistico di Grado mi sembra più un paravento per una pochezza d'idee che un vero progetto.

Andiamo per ordine:
Nel 2006 si comincia a parlarne, ma il progetto è un parto dell'Ammnistrazione in scadenza per cui tra le polemiche viene accantonato,
Nel 2007 la nuova Giunta con una virata di 180 gradi sposa il progetto decidendo di ridurre il numero degli attori, solo il Comune con pochi imprenditori interessati.
Nel 2008 si doveva realizzare, nel 2009 è la colonna portante della stagione futura:
(dal Piccolo)
Il sindaco di Grado alla Bit lancia l'albergo in laguna: «Sarà pronto tra un anno»
23 febbraio 2008 GRADO - L’albergo diffuso in laguna potrà a iniziare a ospitare i turisti che amano la natura o che vogliano trascorrere una vacanza diversa, unica del genere, già a partire dai primi mesi del 2009. Lo ha annunciato il sindaco Silvana Olivotto nel corso della conferenza stampa tenuta a Milano in occasione della Bit, il Comune di Grado ha voluto in ogni caso proporre una sua iniziativa che riguarda l’ambiente di Grado «fra laguna e sapori».
L’unica vera novità è stato dunque l’annuncio che con i primi mesi del 2009, del resto anche questo è un termine che era già stato ipotizzato ma che ora trova conferma, prenderà il via l’albergo diffuso.
«Si tratta – ha precisato la Olivotto - di un sistema di ospitalità turistica innovativa, basato sul coinvolgimento delle istituzioni e delle popolazioni locali, che offre al turista l’opportunità unica di diventare per alcuni giorni e a tutti gli effetti, un cittadino onorario della laguna di Grado. Sentirsi cittadini della laguna di Grado con le sue valli da pesca e i casoni sarà il souvenir più ricco e prezioso per chi tornerà a casa da una vacanza trascorsa nell’albergo diffuso a Grado»


Polo termale e albergo diffuso gli assi calati da Grado alla Bit
21 febbraio 2009

Il sindaco Silvana Olivotto punta sulla tipicità dell’isola.
«Questa è l’era della globalizzazione , dell’omologazione dei gusti e dei colori.
Grado deve invece emergere grazie alle sue peculiarità. Abbiamo risorse meravigliose, da ogni punto di vista.
La nostra laguna, con il suo patrimonio naturalistico, è meglio.
Con l’albergo diffuso, l’ospite può immergersi nella nostra realtà, apprezzarne le peculiarità, vivere gomito a gomito con i pescatori e entrare a contatto con la nostra enogastronomia.


A parte che il coinvolgimento di pescatori non è per nulla scontato, anzi, la fase beta del progetto (le ciacole) non mi pare sia stata superata, per ora l'albergo ipotizzato è solamente soffuso tra le cube e qualche volta gridato nelle sale di chi, pro tempore, comanda.
Tanto fa che l'idea originale è diventata la strada maestra di mille sindaci diffusi, questi si, su tutto il territorio italiano, ognuno con la sua tipicità unica, ovviamente.
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23 febbraio, 2009

La Regione nel cuore


Wow! dopo anni di "nianchepelc..l" la Regione torna a volerci bene e da mamma amorosa si occupa di Grado e dei suoi problemi.
Speriamo continui.

Dal sito dell'Assessore Vanni Lenna:

L'Assessore regionale alla protezione civile, Vanni Lenna, ha disposto un intervento urgente ( 220.000 Euri) per la messa in sicurezza di un tratto della diga Nazario Sauro, a Grado.
Il cantiere sarà aperto nei prossimi giorni e si concluderà a fine primavera.
«I lavori si sono resi necessari a seguito delle violente mareggiate che si sono abbattute sulla zona costiera lo scorso mese di dicembre, ha spiegato l'assessore, provocando diffusi cedimenti della diga a mare che protegge il centro abitato di Grado».

Risultano infatti staccati alcuni massi di pietra arenaria che costituiscono il paramento esterno della diga ed è stata riscontrata l'insufficienza della scogliera in massi presente a protezione della diga stessa.
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09 febbraio, 2009

Pirati - Gli Uscocchi


Qualche volta andando a Duino si sente parlare della baia degli uscocchi, pirati - siamo alla fine del 1500 - che attaccavano preferibilmente le navi ma non disdegnavano attacchi a piccoli centri poco difesi come Grado (tutta una mitologia è nata attorno a queste scorrerie sanguinose) e tutta la costiera triestina.

Ma vediamo la loro origine:

Scendendo a sud di Fiume, lungo Ia montuosa e tormentata costa orientale del Quarnero,
si incontra, dopo una trentina di miglia, la cittadina di Segna (Senj in croato).
un antico e pittoresco borgo, le cui case in pietra si addensano intorno al porto al fondo di una piccola insenatura.
Gli uscocchi (dal serbocroato uskok = profugo, fuggiasco, plurale uskoci) erano popolazioni cristiane provenienti dalla Bosnia e in fuga dall'avanzata turca, che avevano raggiunto la costa a Clissa (nei pressi di Spalato).
Quando nel 1537 i Turchi presero Clissa, gli uscocchi si insediarono su invito dell'Austria a Segna, da dove su incitazione degli stessi austriaci insidiarono con azioni piratesche le rotte marittime della Repubblica di Venezia nonché i Turchi in una guerra senza quartiere che durò 80 anni.
Per la loro ostilità al dominio dei turchi, gli Uscocchi avevano anche la benedizione della Chiesa i cui sacerdoti approvavano le sanguinose imprese, stando a un documento antico citato nel libro «con le processioni, con le croci et con l'aspersione dell'acqua benedetta».
Contando pure i mercenari e i cosiddetti casalini, cioè i cittadini atti alle armi, il numero raggiunge appena duemila uomini i presidi dei forti annessi.
Dapprima impegnati in scorrerie sui territori di terraferma già impoveriti dalle frequenti incursioni dei Turchi, gli Uscocchi sono costretti in seguito a rivolgersi quasi esclusivamente al mare che promette prede più ricche e più facili.
Le acque del litorale – «pieno di scogli, di isolette, di porti », per cui «in tutte le età» è stato «nido di Corsari» – si presta infatti mirabilmente alle imprese piratesche dei Segnani.
Gli Uscocchi, sotto la guida dei voivoda, prendono il mare su velocissime imbarcazioni, correndo sotto costa e riuscendo facilmente a sfuggire agli inseguitori nei bassifondi della costa accidentata.
In caso di pericolo di flotte troppo potenti affondavano le loro barche sui bassi fondali rendendole invisibili.
Gli Uscocchi, la loro epopea si protrasse per oltre 80 anni, erano discedenti di montanari dell' Erzegovina, discendenti di quei Dalmati rivoltosi e bellicosi che, fuggendo davanti ai Turchi, si rifugiarono dapprima nella fortezza di Klis e dopo la caduta di quella fortezza nelle mani turche 1537, si transferirono nella loro maggioranza a Segna e nei suoi dintorni.
Da Segna operando organizzati, compivano sanguinose scorrerie contro i Turchi e i Veneziani infliggendoli enormi perdite.
Coraggiosi e fieri, combattenti senza paura sulle loro agili imbarcazioni leggere minacciavano il domino della Repubblica di Venezia nell'Adriatico.
A causa delle continue aggressioni uscocche contro le navi veneziane nell'Adriatico gli uscocchi divennero oggetto di trattative internazionali, finchè la loro sorte venne decisa dalla Pace di Madrid del 1617.
In base agli accordi madrileni , gli uscocchi furono cacciati da Segna e dispersi, furono costretti a lasciare il mare, le loro imbarcazioni furono bruciate, nella città di Segna giunse una guarnigione militare tedesca.
Verso il 1624 l'epopea uscocca ebbe termine.

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05 febbraio, 2009

Il Nuovo Parco Termale



Belli i tempi in cui l’andare alle terme era considerato un passatempo riservato a miserabili pensionati afflitti dai reumatismi.

Oggi tutto è cambiato: le terme sono di gran moda e si chiamano SPA, non ci si va a curare il mal di schiena ma per raggiungere la - primordiale bellezza dell’armonia psicofisica attraverso un sano lavacro sensoriale-.
-Cosa cazzo significa?-
Per farla breve: vai alle terme e ne esci come nuovo.
Integro e ripulito, purificato e pronto per affrontare ancora il lordume della vita moderna, proverbialmente foriera di malanni, stress e ansie di varia natura.

Non sono più pubbliche le Terme ma delle SPA, quasi sempre, sorgono all’interno di un albergo, e gli avventori possono aggirarsi per i corridoi in accappatoio e ciabatte, con in testa la cuffia colorata.
Chiunque, in qualsiasi altro hotel dell’universo, si vergognerebbe a esibirsi abbigliato a quel modo. Qui, invece, tutto ciò è lecito. Anzi, ad essere malvisti sono i clienti in borghese.

Così mascherati, immergiamoci nella magia del benessere totalizzante.
Si comincia con la piscina termale, la grande vasca d’acqua calda salsobromoiodica:
Inspirate a piene narici i vapori che dicono essere di mare.
Notate che gli altri umanoidi, seminudi come voi, affollano sgomitanti solo alcune zone della piscina: scomode nicchie dalle cui pareti fuoriescono le bollicine idromassaggio o enormi rubinetti che gli rovesciano addosso un rilassante getto violento d’acqua a 45 gradi: mettetevi in coda per goderne i benefici.

Terminata l’abluzione, si passa al bagno turco. Un viaggio di rigenerazione corporea e mentale nella vera tradizione turca. Ovvero: calura atroce e finte decorazioni orientali alle pareti. Si tratta di uno stanzone sigillato ad elevatissima temperatura, un caldo umido che vi farà sudare come fontane.

Usciti da questo clima tropicale, correte a tuffarvi nel frigidarium, la piscina di acqua gelida.
Il vostro corpo a questo punto pensa “ma che cazzo succede oggi?”, e un po’ ha ragione: in effetti, nelle situazioni normali, di solito gli umani rifuggono l’improvviso contrasto caldo-freddo - fa venire la bronchite, diceva la mamma-.
Tuttavia qui, per motivi misteriosi, il brusco cambiamento pare sia portatore di immenso benessere..

Ora, completiamo il circuito e barrichiamoci nella sauna. E’ difficile descrivere il piacere della sauna: un po’ come stare chiusi in macchina a mezzogiorno di ferragosto coi finestrini chiusi e senza aria condizionata, però i sedili sono di legno. Ci si passa una mezz’ora - non di più, altrimenti si rischia di svenire - conversando con sconosciuti piacevolmente dimentichi del clima torrido. Non toccate le simpatiche pietruzze raccolte nel secchio di fronte a voi: sono roventi, si rischia di rimanerci attaccati.

Poi, la doccia musico-cromo-aromatica. Un vero portento. Tipo la doccia di casa vostra, però con certe lucine colorate, il cd del Buddha Bar in sottofondo e in più l’acqua, che ha un vago sapore di rosmarino.

A tutto ciò si possono aggiungere speciali trattamenti globali: ad esempio, il massaggio (con alghe putrefatte, pietre o bastoni, a voi la scelta); la ceretta integrale a secco; l’esfoliazione a base di sostanze quali il guano, le meduse vive e l’argilla marocchina infuocata, in una mistica estasi purificante di relax alternato al dolore.

Finito? Ma no!. Con cortese fermezza, gli infermieri vi obbligheranno a ripetere daccapo il percorso. Suvvia, lasciatevi coccolare. Più e più volte, sino al raggiungimento della pace mentale e fisica.

Ecco questo è tutto, ovviamente a pagamento.
Qui a Grado per essere onesti, con questo ci giochiamo il futuro, quindi partecipate, partecipate...
Tocchiamo le parti, ormai libere da lordure, e speriamo ben.
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20 gennaio, 2009

Eucharistòn tò Theò kè tì Aghia Eufemìa



Nella basilica bizantina di Grado, S Eufemia, una epigrafe musiva firmata Giovanni mostra la cifra 2170 in lettere greche. Uno studio di Ettore Bianchi e Mario Codebò, vedi Pdf partendo dagli studi precedenti che v’identificano una data, passa in rassegna una serie di possibili spiegazioni, prevalentemente incentrate sul significato mistico dei numeri in ambiente probabilmente gnostico, e perviene ad un’ipotesi astronomica centrata sulla precessione degli equinozi come manifestazione concreta dell’avvento del regno di Cristo, nella consapevolezza, però, di dovere ammettere l’esistenza di conoscenze astronomiche diverse – ma ancora non provate – da quelle tolemaiche.

Tutto molto complicato ma affascinante, pensate una scrittura da extraterrestri in Duomo a Grado.
Bhè! un pò extraterrestri a Grado lo siamo, siamo fuori del mondo.
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08 gennaio, 2009

Nuovo Parcheggio in Via Milano


Tempo fa il cons.Comunale Bonaldo pubblicò sul Piccolo una lettera aperta al sindaco di Grado lamentando l'insensatezza della costruzione di un parcheggio sotterraneo in via Milano utilizzando lo spazio del terrapieno di sostegno.

Ricevo da Luciano, un commento e un progetto a tali considerazioni che vogliono essere solo propositivi non polemici sulla questione.

Le considerazioni su cui si basa Luciano partono essenzialmente dalla pericolosità della modifica strutturale del terrapieno, il cui ruolo principe è fare da argine contro sciroccate e acqua alta (il primo dicembre è molto vicino e i danni provocati alla diga modificata con strutture leggere dovrebbero insegnare qualcosa).
Proseguono con l'opportunità data dalla stazione di pompaggio della vena d'acqua calda proprio in quella zona di spiaggia per costruire una piscina termale a costi zero utilizzando per il parcheggio di superficie (sopra il terrapieno) che porterà a 310 posti macchina con coperture in pannelli solari per produrre elettricità per il funzionamento dell'impianto o termico o di refrigerazione della piscina.

Pista ciclabile e zona giovani, anfiteatro con vista mare sulla diga d'accesso al porto, utilizzando la parte posteriore della spiaggia che nella sua funzione principe di veicolo turistico non verrebbe mai toccata.

Un'ultima considerazione, vale la pena incrementare i parcheggi in una via Milano già intasata normalmente durante la stagione estiva?, in caso di temporale improvviso sappiamo tutti cosa succede, ore di code per uscire da una Grado ad imbuto, clacson e bestemmie in allarme rosso, non mi pare il massimo dei servizi possibili.

La proposta di Luciano merita di essere studiata attentamente da parte dell'Amministrazione, che torno a ripetere potrebbe utilizzare il suo sito Grado.info non solo per stringati comunicati ma per creare una finestra di comunicazione con la gente.

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04 gennaio, 2009

L' Oroscopo de la vecia Bela


Grado, la sua lunga storia è intrisa di spiritualità, di misteri e da vecchie in odore di stregoneria.
Avviandoci verso l'Epifania, al giorno de le Varvuole, questo che scrivo è l'oroscopo 2009 de la Vecia Bela, una fadona, per i graisani e sostenitori foresti che ci credono.
Ariete
Cu cata un amico, cata un tesoro.
Anno de riflesiuni, ma megio del 2008. Tignive più cari i amissi e la famegia. Comò sempre, inamoraminti d'istae e se molè in autuno.

Toro
Esse determinai.
Anno de transision. Dovè consolidà quel che vè e ghità via le incertesse, sé sul giusto. A la longa, ma mundi longa, 'ndarà duto ben.

Gemeli
Avanti veloce.
Dopo un anno bruto, ripartì. Ve dismisiarè zuvini e forti, le soferense le ve ha 'ndurio, per i sintiminti dovè, anche voltri, spetà l'istae.

Cancro
Cercà una strada sigura.
Batarè meno fiaca e varè progeti ambisiusi e novi. Movese ma catando la strada giusta perchè la via no ze scontagia.
Per la coppia prove de certesse.

Leone
Cu se contenta gode.
Anno de stanca, co mominti dificili, specie dal lato amoroso.
'Ndè vanti cò i pie ben piantai per tera, pericolo de ilusiuni e de confusion.

Vergine

Ze finia la fadiga.
Saturno al ve saluda cò i sovi periodi niri e entrarè in un periodo favorevole giutai de Plutone.
Racolta in duti i sinsi da l'amor ai soldi.

Bilancia

La riscossa.
Finio un ano bruto entrarè in un anno de grando favor.
Dovè solo decide che domandà. lo otignarè.
In amor, possibili matrimuni o (comò che ze de moda) convivense.

Scorpion
In primavera tolarè decisiuni importanti.
Ve speta un anno agitao, mominti calmi e tempeste.
Ve ocorarà grinta per tò decisiuni definitive.
L'amor sarà temporalesco.

Sagittario
Sospiro de solievo.
Dopo un anno acidentao la strada la sarà più scorevole.
Dovarè sielge cò atension e no mancarà ostaculi e rinunce, ma i la farè. Punté mundi su l'amicisia.

Capricorno
Al vostro anno.
Duto l'anno in positivo, metarè a posto ogni roba del 2008, sul sociale sarè brilanti e convinsarè la zente de le vostre ragiuni.
Za da l'inisio anno sodisfasiuni, ma atinti a no stancave massa.

Acquario
Su le ale de la fortuna.
Poche dificoltà che frontarè cò fasilità.
Buni progeti e amicissie sigure.

Pesci

Duta un oltra musica.
Dopo anni scuri finalmente vegarè la luse, anche se dovarè spetà setembre pè completà al vostro progeto.
Fine anno de trionfo.


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27 luglio, 2008

Grado nel 1962

La Stagion.
Grado si anima, si fa ancora più bella per i propri ospiti, il traffico è sopportabile, visi sorridenti e distesi.
La gente arriva con i mezzi più diversi, il turismo è orientato all'ospite non al condomino. Altri tempi.
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15 giugno, 2008

Banco dei Tratauri


Il Banco di sabbia a ponente di Grado identificato sempre come Banco Dorio inizia invece con il primo Banco denominato "dei Tratauri" per intenderci è quello quasi scomparso con le mareggiate di quattro anni fa.
L'origine del nome viene da un sistema di pesca che ormai non si pratica quasi più La Trata.
Si tratta di una rete robusta chiamata sciabica tirata a mano da 6 o 8 uomini dal mare verso terra. Il pesce pescato in genere sono i latterini o anguele, cefali sievuli e altro pesce piccolo di riva.

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05 maggio, 2008

Flora in Laguna di Grado



Constatata la continua presenza nei motori di ricerca delle chiavi di piante presenti in Laguna ho deciso di fare un piccolo studio e presentare questa Piccola guida alla flora Lagunare :

Dal punto di vista floristico e della vegetazione, trascurando l'ambiente acqueo superficiale e profondo, si può notare nelle velme una vegetazione essenzialmente algale dove, a seconda delle stagioni, si mettono in evidenza varie macroalghe,tra cui più evidenti le rosse Gracilarie, le verdi filamentose Enteromorfe e le larghe lamineverdi della Lattuga di mare (Ulva Lactuca) e, abbarbicate sui pietroni posti a difesa degli argini, leramificazioni digitiformi dei Fucus.
Affiorano anche in questo ambiente le forme più piccole di piante fanerogame con foglie nastriformi (che in dialetto locale sono chiamate "aleghe") dei generi Cymodocea, Ruppia e Zostera. Di quest'ultima le specie di statura maggiore, assieme alle Posidonie, caratterizzano i fondali sabbiosi di mare aperto, formando praterie (molere), pascolo dei "gui" (Gobius sp.) di stelle marine, di molluschi e di piccoli crostacei.
Nelle barene e nelle barene secche possiamo trovare una vegetazione di piante di modesto aspetto, essenzialmente alofile, senza foglie o con foglie ridotte e quasi spiniformi, coi fusticini acquoso carnosi capaci di riserve d'acqua per resistere a sbalzi di umidità e di salinità. Troviamo quì principalmente la Salicornia fruticosa e lo Artrocnemum glaucum, le Salsole (dalle cui ceneri si dice che anticamente si ricavava la soda per l'industria del vetro), alcune Cyperacee e Juncacee a cespi con foglie aghiformi lunghe parecchi decimetri e terminanti con una punta acuminata. Ancora troviamo delle praterie semisommerse di Graminacee secche, dure, giallastre che solo nel fulgore della vegetazione arrivano ad assumere un colore verde tenue: la Spartina Stricta e, dove le acque sono più dolci, la canna di palude (Arundo
Phragmites) che risale lungo le rive dei canali e dei lenti fiumi e della quale da secoli si sono serviti i graisani per la copertura (altamente coibentante) dei loro "casoni".
Qua e là nelle zone meno frequentemente inondate e a seconda delle stagioni troviamo le
macchie gialle delle Inule o azzurre di varie specie di Astri.
La Laguna, oltre a dare alimento animale (pesci, molluschi, crostacei e cacciagione da penna e da pelo) ha dato all'uomo diverse essenze vegetali di varia utilità. Oltre alla già citata canna si trovano sui "tapi alti" e sugli argini sporadici grossi ciuffi di canna gentile o comune (Arundo Donax) che in seguito a coltura intensiva nell'entroterra, per lungo tempo ha fornito la cellulosa agli impianti di Torviscosa.
In primavera si raccolgono sugli argini le "erbete" (Beta sp.) gradevolissime da consumarsi lessate in insalata, in frittata con le uova o in tegame con gli spinaci; gli spinaci selvatici (Atriplex sp. Pl), igiovani turioni delle "Sparisine" (Asparagus officinalis) e dell' Asparagus Acutifolius (sparisi despinada) e le giovani cime degli "s'ciopeti" (Silene Cucubalus).
Notiamo almeno due piante medicinali, contemplate in diverse farmacopee: l'Assenzio ("apisinsio": Artemisia Absinthium)e il"Santonego" (A. coerulescens) dal quale si ottiene una tisana amara con proprietà toniche, febbrifughe,astringenti e vermifughe, e il cui estratto alcoolico (unrametto in una bottiglia di grappa) è un piacevole e gustoso amaro-digestivo.
Non bisogna dimenticare l'onnipresente "fior de tapo" (Statice Limonium), pianta con rosetta di foglie basali (da non strappare !) con numerosi scapi ramosi portanti
spighette di fiorellini bianco-azzurro-violetti, che raccoltiin numero non superiore a dieci per persona possono conservarsi per mesi allostato secco ed entrare in simpatiche composizioni.
Giovanni Rumici

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01 maggio, 2008

Fiat Lux, Museo del Mare a Grado


Fiat lux, hanno aperto il Museo del Mare. Piano però, la mostra è semplicemente l'esposizione di una serie di fotografie che incensa l'attività dell'Archeologia Subacquea e qualche reperto proveniente dalla Julia Felix, per il resto tutto è rimandato alla classica formula "entro il 2009". Ma il particolare che colpisce è la quantità di gente spinta non tanto dalla fame di cultura ma dalla fame vera e propria da soddisfare con i tramezzini dopo inaugurazione, sporte e borse di nailon a volontà.
...e domani c'è l'inaugurazione della stagione turistica. Correte gente, correte.
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