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07 marzo, 2010

Risanamento ambientale della Laguna


Importante conferenza venerdì mattina nella sala Consiliare del Comune per la presentazione dei risultati dell'indagine condotta dall'Isprea  di Chioggia coordinata dal Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Trieste sulla composizione dei fanghi lagunari e sul loro grado d'inquinamento  e la loro potenziale pericolosità.

Una cosa bisogna dire la nomina di questo Commissario per la Laguna dott. Gianni Menchini, geologo e quindi del mestiere, ha dato sicuramente una sferzata al  sistema di progetti e studi fine a se stessi, focalizzando gli obiettivi e perseguendoli con rapidità.

Vediamo cosa si propone di fare:

L'obiettivo principale è quello di garantire la sicurezza della navigazione.
Hanno stimato che i sedimenti da asportare per mettere in sicurezza tutta la laguna e i canali di riferimento si aggirino intorno a qualche milione di metri cubi, la loro rimozione è prevista in due anni.

Entro il mese prossimo verranno completate le misure batimetriche di tutti i canali e le piane di marea della laguna al fine di avere a disposizione dati certi ai quali rapportarsi.

Si tratta, quindi, di una attività complessa che va programmata nel tempo avendo ben chiaro che l'obiettivo da perseguire è quello di creare le condizioni affinché i fanghi di risulta vengano trattati e soprattutto recuperati per vari usi.

Quello che emerge dallo studio  evidenzia inquinanti di natura sia organica che inorganica, tra i quali il mercurio, attualmente presente in laguna nella forma metallica e non in quella metilata, molto più tossica.

Questo significa, essendo il mercurio un metallo pesante, che lo spostamento dei fanghi non provocherà dispersioni nell'ambiente per cui le casse di colmata previste, una a Grado in Valle Cove  due nella zona di Marano non daranno problemi.

E' quello che si voleva sentire, un piano d'intervento fattibile, rapido, ben strutturato, supportato da studi e finanziato.

Un Progetto di Risanamento ambientale attraverso la bonifica delle aree inquinate che  garantisca sia sicurezza della navigazione che la gestione ambientale e speriamo che con un protocollo Grado-Marano ci dica chiaramente che cosa fare dei sedimenti in futuro.

Avremo fatto così un importante passo avanti per rendere piu agevole il vivere e il lavorare in laguna.


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28 luglio, 2009

La Laguna, quanto amore


I Commissari della Laguna di Grado e Marano, Gianni Menchini, e dell’autorità di bacino, Renato Villalta annunciano l'ennesimo piano di salvaguardia dell'ambiente lagunare.
Quanto amore, quasi soffocante.
In senso stretto, però,

«Sulla laguna sono in corso monitoraggi e misurazioni che porteranno, entro la fine dell’anno, alla creazione di un modello utile per lo sviluppo del piano di tutela»

Nel frattenpo le lagune di Grado e Marano, ecosistemi tanto preziosi da essere classificati quali Siti d’interesse comunitario e Zone di Protezione speciale dall'Unione europea, soffrono di conclamato inquinamento causato, fra l'altro, dall'apporto dei reflui di origine agricola, ma chi ha l'autorità per intervenire non riesce ad avviare urgenti ed efficaci misure di riduzione dei danni.

E' di qualche tempo fa la sentenza del Tribunale amministrativo regionale che accoglie il ricorso di una trentina di aziende agricole che si erano opposte a un provvedimento della Regione teso a limitare l'uso di concimi, soprattutto azotati, nel territorio della bassa pianura friulana, ritenuti responsabili di contribuire all'inquinamento delle acque della laguna di Grado e Marano.

Curiosa la motivazione della sentenza che gioca sull'equivoco evidenziato dalle aziende agricole: non solo loro inquinano ma anche le industrie affacciate sull'ambiente lagunare, salomonicamente, la corte non evidenziando responsabilità dimostrate se ne frega del dolo all'ambiente e burocraticamente bacchetta la Regione che non ha accertato con chiarezza le responsabilità.

Cornuta e mazziata, la Laguna eh!

Frattanto,al capezzale delle lagune da oltre 6 anni si affanna un Commissario ministeriale per il superamento delle emergenze ambientali, in uno strano clima, ben poco aderente a quel percorso di partecipazione e condivisione necessario.

Tutto ciò naturalmente mentre le dichiarazioni di amore per lo straordinario ambiente naturale delle lagune si sprecano fino a livelli ossessivi e possessivi.
Un amore, si può ben dire, quasi soffocante.

Sembra un cappio!
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19 luglio, 2009

Fiapà


Fiapà - un mestiere antico di pesca esclusivamente lagunare praticato con le mani e con la lampada.

Si pratica di notte, in primavera con la stagione delle passere con una lampada, prima a carburo poi elettrica, sdraiandosi sulla prora della batelina de stiopeton bassa sull' acqua e con le mani, sui bassi fondali, si pescano le passere ferme (sessae) sul fondo, paralizzate dalla luce.

Un' ottimo ripiego, a costi inesistenti e senza necessità di attrezzatura, per le stagioni di pesca bassa, praticato ormai da pochissimi.
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01 giugno, 2009

Sogno in Laguna

Ho trovato tra i miei vecchi nastri questa registrazione, credo una delle prima passate in tv, che mostra una Laguna da Sogno ripresa da un superleggero.

La laguna di Grado è quasi irriconoscibile, ma è lei ed è bella ed emozionante.

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24 marzo, 2009

La centrale ad Alghe-Le Diatomee


Nuova tecnologia per la produzione in laguna di Venezia di energia elettrica ad emissioni zero.

La centrale ad alghe utilizzerà come combustibile le alghe unicellulari Diatomee  e sarà ad emissioni inquinanti zero.
Vediamo che fanno e che sono questi organismi unicellulari, le Diatomee:
Se non esistessero loro, non ci sarebbe vita negli oceani: eppure le diatomee non superano i due millimetri di lunghezza. 
Piccole ma indispensabili: l’ambiente marino come quello d’acqua dolce sono ricchi di questi piccoli microrganismi e le molecole organiche da essi prodotte finiscono nel “menù” dei pesci. 
In più, come ogni alga che si rispetti, le diatomee compiono la fotosintesi clorofilliana. All’interno dei loro particolari e sempre diversi gusci silicei sono racchiusi vari tipi di clorofilla, capaci di catturare raggi luminosi di differenti lunghezze d’onda: così riescono a produrre ossigeno sia a ridosso della superficie, dove la luce è diffusa, che a decine di metri di profondità, dove è quasi buio.

Le alghe - le stesse che si trovano in laguna - saranno coltivate in un'area ancora da individuare fra quelle dismesse a Marghera grande fra gli 8 e i 12 ettari.
La biomassa prodotta sarà essiccata e lavorata.
Se ne otterrà una miscela di idrogeno e monossido di carbonio che alimenterà una turbina per la produzione di energia.
Il gas di scarico della turbina (Co2), infine, sarà nuovamente immesso in circolo per alimentare le alghe che se ne nutrono. «Non c'è nessuna possibile contaminazione con il territorio circostante precisa la Solena Group, titolare del brevetto:
"Le alghe che utilizziamo sono le stesse che si trovano in laguna e il circuito dei nostri impianti è chiuso all'esterno".
L'unica cosa che facciamo è aumentare la concentrazione di alghe per metro cubo di un milione di volte rispetto a quanto avviene in natura»

Le alghe superano molte delle criticità delle energie rinnovabili attuali come l'eolico e o il fotovoltaico a cominciare dal fatto che consentono di produrre energia per 8.000 ore l'anno contro le 1.700 del solare».
Se il progetto della centrale a biomasse ricavate dalle alghe funzionerà verrà proposto  anche a Ravenna, Trieste e Capo d'Istria.

Notizia che ha del fantascientifico ma si poggia su basi ben certe con nuove tecnologie già comprovate.  
Speremo ben

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14 gennaio, 2009

Waterpod


Un gruppo di esperti designers americani ha realizzato un progetto di casa galleggiante ecocompatibile, il Waterpod.

L'idea di base parte considerando il progressivo riscaldamento della terra che provocherà l'innalzamento dei mari e la necessità di non farsi sorprendere.
Ecco allora l'idea di una casa galleggiante (ricordate l'Arca di Noè) come palafitta moderna alimentata da turbine eoliche e pannelli fotovoltaici.

La progettazione ha avuto cura anche del lato estetico/artistico con un disegno particolarmente audace della struttura che diventa a tutti gli effetti un' eco-abitazione.

Per quanto riguarda Grado (la Laguna è ideale per l'utilizzo immediato, non bisogna aspettare che l'acqua salga lo fa praticamente ogni giorno e ci sorprende sempre) e il rapporto che potrebbe avere con il Waterpod , io lo vedo inserito come casa da noleggio al molo di Belvedere (un modo come un altro per combattere la cementificazione in paese), oppure come sostitutivo dei casoni che non pagherebbero così nessun canone (vecchia idea di Giovanni -Archimede- Marin), non dovrebbero scavare cavane e se utilizzati come albergo diffuso possono raggiungere i clienti in terraferma.

Continuiamo così per distrarci!
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28 dicembre, 2008

Ultime dalla Laguna


Ultime dalla Laguna di Grado

Fenicottero in difficoltà rifiuta l' aiuto dei soccorritori.
Un fenicottero rosa (specie protetta e rara) che non riusciva ad alzarsi in volo è stato avvistato nei giorni scorsi da una vedetta lungo il canale Primero.

L'uccello, probabilmente stanco, non riusciva ad alzarsi in volo, ma ha rifiutato l'aiuto dei volontari.

Questi, lo hanno infatti raggiunto e hanno tentato di aiutarlo, ma l'animale, forse spaventato, si è sempre divincolato, rifiutando l'aiuto.

"Son graisan ... no extracomunitario" - continuava a strillare - ma gli uomini intervenuti non se davano per inteso e procedevano con le operazioni di identificazione e controllo alcoolimetrico del soggetto.

Ai voglia a divincolarsi.
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10 novembre, 2008

Classificazione acque lagunari


Bella mappa pubblicata dall'Arpa Regionale (cliccare sull'immagine per ingrandirla) che indica la classificazione delle zone acquee esterne ed interne alla laguna di Grado-Marano relative alla pesca o raccolta dei molluschi bivalvi.

Le zone sono classificate A (vendibili dalla pesca) B (depurabili) C (precluse)

Nella mappa ad un osservatore non può sfuggire una strana sperequazione a favore della Laguna di Marano che risulta completamente, nel bene e nel male, classificata come zone B,C (arancione e marron) mentre quella di Grado risulta classificata per una sola zona, la 16 GO (arancione). Le zone in blu non sono classificate.

Bisogna capire che senza classificazione della acque non c'è nessuna possibilità di pesca di molluschi, anche se per ipotesi le acque fossero in regola, senza l'indicazione della zona di provenienza nessuna filiera di pesca può iniziare, rendendo di fatto proibita la vendita dei molluschi.

Piccolo appunto per la Cooperativa Pescatori di Grado: perchè vi accontentate di così poco, una sola zona classificata, la nostra Laguna non ha fiumi affluenti ne insediamenti umani, tranne piccole cose della bassa friulana, che possano rendere fortemente inquinate le acque, possibile che non siano almeno condizionabili e quindi con un trattamento di depurazione a terra rendere vendibili i molluschi?
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07 luglio, 2008

Evento in Mota Safon


Ricevo e pubblico:
ASSOCIAZIONE
GRAISANI de PALU’
34073 - GRADO - c.lle Merlato,n°1
Info@graisanidepalu.org


COMUNICATO STAMPA

Lunedì 14 luglio 2008 a Mota Safon nella laguna di Grado, il luogo della memoria di Pier Paolo Pasolini, verra inaugurata la mostra dal titolo “Lettere a Biagio Marin” scritte con il colore, le forme i simboli della contemporaneità da quattordici artisti, opere uniche interamente realizzate su carta e ispirate al “El critoleo del corpo fracassao “ 1976 ( Editore Scheiwiller) a cura del critico prof. Enzo Santese. L’originale evento culturale è promosso dall’Associazione i Graisani de Palù in collaborazione con AURA l’Associazione Artistico Culturale del Friuli Venezia Giulia, gode del contributo del Comune di Grado, del patrocinio della Provincia di Gorizia con la partecipazione del Centro Studi Biagio Marin. Gli artisti invitati sono Bluer, Nadia Blarasin, Giancarlo Caneva, Giuliano Caneva, Pietro De Campo, GianMario De Bettin, Claudio Mario Feruglio, Gianni Maran, Paola Martinella, Gianni Pizzinato (Aleph), Claudia Raza, Silvano Serdino (Cildi), Silvano Spessot, Lucia Tomasi che, come scrive in catalogo Santese nella natura dell’isola e nella sostanza lirica dell’opera, hanno trovato la linfa vitale per la loro ispirazione, dove le creature della laguna hanno una funzione privilegiata. La mostra si articola nelle diverse realizzazioni di pittori e scultori, riuniti in questa circostanza attorno a un ideale convivio in riva al mare, cercano di catturarne le fragranze anche sulla scorta dei suggerimenti derivati dalla poesia. Il tutto mentre i colori, i segni, i gesti, le strutture delle opere concorrono a creare uno scenario in cui idealmente è presente il poeta gradese, con tutto il carico della sua sensibilità, riletta e riassaporata attraverso la lettura di liriche che hanno dato corpo a questi risultati. Per l’occasione è stato dato alle stampe un elegante catalogo che documenta l’evento. Tutte le opere verranno donate all’Associazione i Graisani de Palù le quali andranno a far parte del patrimonio culturale della comunità gradese e non solo. In seguito verranno esposte al pubblico di Grado e ai vacanzieri che potranno ammirarle. Il programma prevede la partenza dal Molo Torpediniere Grado alle ore16.00, brindisi attraversando la laguna di Grado, per arrivare a Mota Safon alle ore 17.15. Saluto delle autorità e presentazione delle opere e degli artisti. A seguire musica jazz con il gruppo Contemporaneamente, composto da Gastone Bortoloso tromba / flicorno, Paolo Vianello piano, Giancarlo Tombesi contrabbasso e la poesia con le voci di Maran e Gregori “Per una volta incora istae xe blu” (Biagio Marin). Seguirà il banchetto savuri e uduri del palù con i vini dei Feudi di Romans. Il rientro è previsto al sole calante. La scenografia con luci indimenticabili messe a disposizione dalla nostra terra, gli sciabordii naturalmente suonati dalle barene e le immagini, sono offerte dal buon Dio.
Un pomeriggio indimenticabile in mezzo alla laguna di Grado tra natura, poesia, musica e pittura. Per informazioni e prenotazioni ufficio di segreteria Graisani de Palù
Tel 0431-876177
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15 giugno, 2008

Banco dei Tratauri


Il Banco di sabbia a ponente di Grado identificato sempre come Banco Dorio inizia invece con il primo Banco denominato "dei Tratauri" per intenderci è quello quasi scomparso con le mareggiate di quattro anni fa.
L'origine del nome viene da un sistema di pesca che ormai non si pratica quasi più La Trata.
Si tratta di una rete robusta chiamata sciabica tirata a mano da 6 o 8 uomini dal mare verso terra. Il pesce pescato in genere sono i latterini o anguele, cefali sievuli e altro pesce piccolo di riva.

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07 maggio, 2008

Le moleche


La pesca è da un pò di tempo che mostra la corda, scelte sbagliate, sfruttamento dell'ambiente in maniera intensiva, metodi di pesca sempre più efficienti,  la strada è lunga e i motivi molteplici, ma una scelta di vita di un tempo è stata praticamente abbandonata nelle nostre lagune e si pratica solo in quella Veneta: la pesca e l'allevamento delle moleche.
Le moleche o moeche sono nella laguna veneta i granchi in fase di muta, quando, cioè, nei mesi primaverili di aprile e maggio, e autunnali, da ottobre a novembre, perdono il loro rivestimento (carapace) e si presentano teneri e molli,
Si lavora con le seragie, dette in passato seràgie de seca; oggi con questo nome i pescatori intendono lunghi sbarramenti di pali e reti (piantati ad ogni inizio di stagione), a cui sono collegate le trappole ad imbuto dette coguli, dove finiscono per intrappolarsi i pesci e i granchi in transito. Dunque anche i granchi verdi o comuni, che sono lunghi non più di 3 o 4 cm e che si confondono facilmente col colore dei fondi fangosi delle paludi lagunari.

I pescatori, una volta presi questi granchi nei coguli delle seragie, li separano dal pesce cui sono mischiati, li portano entro sacchi di iuta nei casuni li selezionano e immettono quelli prossimi alla muta, detti spiàntani (i molecanti conoscono ormai ogni segreto dei granchi), in grandi cassoni di legno, semisommersi, chiamati vièri, dove in breve tempo diventeranno moéche.

Le moleche, essendo rarità, arrivano a cifre incredibili di costo (può superare facilmente il valore dell'aragosta) e l'ideale è cucinarla facendola immergere per una notte nel rosso d'uovo e poi friggerla, è una prelibatezza.

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05 maggio, 2008

Flora in Laguna di Grado



Constatata la continua presenza nei motori di ricerca delle chiavi di piante presenti in Laguna ho deciso di fare un piccolo studio e presentare questa Piccola guida alla flora Lagunare :

Dal punto di vista floristico e della vegetazione, trascurando l'ambiente acqueo superficiale e profondo, si può notare nelle velme una vegetazione essenzialmente algale dove, a seconda delle stagioni, si mettono in evidenza varie macroalghe,tra cui più evidenti le rosse Gracilarie, le verdi filamentose Enteromorfe e le larghe lamineverdi della Lattuga di mare (Ulva Lactuca) e, abbarbicate sui pietroni posti a difesa degli argini, leramificazioni digitiformi dei Fucus.
Affiorano anche in questo ambiente le forme più piccole di piante fanerogame con foglie nastriformi (che in dialetto locale sono chiamate "aleghe") dei generi Cymodocea, Ruppia e Zostera. Di quest'ultima le specie di statura maggiore, assieme alle Posidonie, caratterizzano i fondali sabbiosi di mare aperto, formando praterie (molere), pascolo dei "gui" (Gobius sp.) di stelle marine, di molluschi e di piccoli crostacei.
Nelle barene e nelle barene secche possiamo trovare una vegetazione di piante di modesto aspetto, essenzialmente alofile, senza foglie o con foglie ridotte e quasi spiniformi, coi fusticini acquoso carnosi capaci di riserve d'acqua per resistere a sbalzi di umidità e di salinità. Troviamo quì principalmente la Salicornia fruticosa e lo Artrocnemum glaucum, le Salsole (dalle cui ceneri si dice che anticamente si ricavava la soda per l'industria del vetro), alcune Cyperacee e Juncacee a cespi con foglie aghiformi lunghe parecchi decimetri e terminanti con una punta acuminata. Ancora troviamo delle praterie semisommerse di Graminacee secche, dure, giallastre che solo nel fulgore della vegetazione arrivano ad assumere un colore verde tenue: la Spartina Stricta e, dove le acque sono più dolci, la canna di palude (Arundo
Phragmites) che risale lungo le rive dei canali e dei lenti fiumi e della quale da secoli si sono serviti i graisani per la copertura (altamente coibentante) dei loro "casoni".
Qua e là nelle zone meno frequentemente inondate e a seconda delle stagioni troviamo le
macchie gialle delle Inule o azzurre di varie specie di Astri.
La Laguna, oltre a dare alimento animale (pesci, molluschi, crostacei e cacciagione da penna e da pelo) ha dato all'uomo diverse essenze vegetali di varia utilità. Oltre alla già citata canna si trovano sui "tapi alti" e sugli argini sporadici grossi ciuffi di canna gentile o comune (Arundo Donax) che in seguito a coltura intensiva nell'entroterra, per lungo tempo ha fornito la cellulosa agli impianti di Torviscosa.
In primavera si raccolgono sugli argini le "erbete" (Beta sp.) gradevolissime da consumarsi lessate in insalata, in frittata con le uova o in tegame con gli spinaci; gli spinaci selvatici (Atriplex sp. Pl), igiovani turioni delle "Sparisine" (Asparagus officinalis) e dell' Asparagus Acutifolius (sparisi despinada) e le giovani cime degli "s'ciopeti" (Silene Cucubalus).
Notiamo almeno due piante medicinali, contemplate in diverse farmacopee: l'Assenzio ("apisinsio": Artemisia Absinthium)e il"Santonego" (A. coerulescens) dal quale si ottiene una tisana amara con proprietà toniche, febbrifughe,astringenti e vermifughe, e il cui estratto alcoolico (unrametto in una bottiglia di grappa) è un piacevole e gustoso amaro-digestivo.
Non bisogna dimenticare l'onnipresente "fior de tapo" (Statice Limonium), pianta con rosetta di foglie basali (da non strappare !) con numerosi scapi ramosi portanti
spighette di fiorellini bianco-azzurro-violetti, che raccoltiin numero non superiore a dieci per persona possono conservarsi per mesi allostato secco ed entrare in simpatiche composizioni.
Giovanni Rumici

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25 aprile, 2008

Grado je t'aime, bla,bla,bla.....

Dedicata ad un amico, che per un giorno potrà volare.


Senza commento.
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10 marzo, 2008

I Graisani de Palù e la Mota Safon

Amare e proteggere. Niente di più, la Laguna è il nostro cortile di casa, non occorre che nessuno ci dica di tenerlo in ordine e pulito. Questo orgoglio significa amore.

Ringrazio il servizio tv regionale che mette a disposizione video come questi.




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07 ottobre, 2007

Ala de Vita


Ala de Vita Il bel documentario di Gianni Maran, con la collaborazione per le immagini di Nico Gaddi dà uno spaccato di vita graisana che vale la pena vedere ogni tanto.
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